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USS WAYFARER - MISSIONE 09 RSS USS WAYFARER - Missione 09

09.05 " Paradiso o ... inferno "

di Mistral T'Ado Spini, Pubblicato il 23-05-2012

Athar City, nei pressi della marina
24/02/2392 Ore 19.00 - D.S. 69149.71


La Dottoressa Spini, ancora inginocchiata sorreggeva il corpo dell'anziana, la cui mano oramai rilassata restava poggiata sul braccio di Rumar.
L'ufficiale richiuse il pugno attorno al monile mentre la Dottoressa gentilmente faceva stendere la donna accomodandola sulla panchina.

"Non è mai un bene fare promesse del genere Comandante. Non si è mai in grado di capire se possono essere mantenute o meno."

La voce della Spini era lieve, un sussurro per non violentare il momento di profonda emotività di Rumar.
L'uomo riaprì il pugno osservando quel piccolo gioiello che per lui non aveva alcun significato né valore.

"Non potevo nemmeno lasciarla morire con l'angoscia di non essere riuscita... a fare qualunque cosa volesse fare. Dobbiamo avvisare le autorità... e il Capitano Kiron... e..."
"Se permette la domanda. Vuole mantenere fede alla sua promessa, per quanto illogica?"

Lo sguardo dell'uomo si fece duro.

"Sarà anche illogica, come dice lei, ma voglio mantenere fede alle mie parole."
"Allora ascolti il mio suggerimento..." e la Dottoressa si allungò verso di lui nascondendo con la mano il monile "...torni a bordo, vada dritto dal Capitano e gli parli. Qui con le autorità mi interfaccio io come medico di bordo. Perché qualunque cosa questa donna volesse da noi... è evidente che non poteva chiederlo alle autorità locali."

Krell comprese che la domanda così dura e diretta della Spini aveva avuto il solo scopo di scuoterlo e fargli prendere una decisione univoca e rapida. Perché il tempo sicuramente non era dalla sua parte, se voleva fare le cose come la donna gli aveva chiesto. Si permise un sorriso triste mentre toccava il proprio comunicatore.

"Rumar a Wayfarer. Uno da teletrasportare immediatamente."

Pochi secondi dopo il suo corpo era sparito tra le volute di energia azzurra e lo sguardo della Spini vide oltre, un piccolo negozio di artigianato che aveva già notato in precedenza per alcune belle ceramiche esposte. L'uomo sulla soglia appena conscio di essere osservato sparì all'interno chiudendosi la porta alle spalle.

"Ha notato?"

Mentre lo diceva si guardò intorno, imitata da Tania Berger.

"Si stanno tutti allontanando."
"O conoscono questa donna o sospettano problemi."
"Ho la sensazione che lo scopriremo presto. Quelle sono guardie o comunque ufficiali preposti alla sicurezza."

In effetti un gruppo di uomini in uniforme color kaki si avvicinarono. Quello che era chiaramente il capo prese la parola.

"Siamo stati avvisati dell'increscioso incidente nel quale siete stati coinvolti... Se volete seguirmi, uno dei miei resterà qui in attesa della squadra medica che abbiamo già chiamato."
"Se permette preferirei aspettare e chiarire alcuni punti con il medico che deve arrivare. Vede... sono l'Ufficiale Medico Capo della nave stellare U.S.S. Wayfarer e quando la Signora si è sentita male sono intervenuta. Quindi è meglio se riferisco gli accadimenti."

L'uomo davanti a lei sembrava chiaramente irritato dalla piega che stavano prendendo gli eventi.

"È intervenuta? Questo purtroppo cambia la situazione Signora..."

U.S.S. Wayfarer, Bar di prora
Nello stesso momento


Michael ed Erjn stavano sorseggiando un digestivo di cui nessuno dei due voleva sapere l'esatta provenienza, ma che sicuramente faceva parte della scorta personale del barista. Sapere dove Noll si procurava l'alcol 'vero' era una di quelle informazioni che nessun ufficiale voleva conoscere... nonostante quasi tutti loro fossero ben lieti che se lo procurasse.
Erano stati bene sul pianeta, ma lì... nel bar semivuoto, dopo aver mangiucchiato qualcosa, guardare lo spazio 'parlicchiando' sottovoce, stavano meglio. Ritagliarsi del tempo per riuscire a fare qualcosa insieme era sempre un miracolo, e quindi quando succedeva spesso finivano per passare per asociali, rintanandosi da qualche parte per stare in serena tranquillità.
Fare il capitano non era semplicemente un lavoro, almeno Erjn la vedeva in quel modo. Era una vocazione tanto quanto era per lei fare il consigliere. Qualunque ufficiale in servizio ad un certo punto staccava perché aveva qualcun altro pari grado, o più alto, che poteva prendere decisioni ed agire in sua assenza. Un capitano non staccava mai. Così come non staccava mai un consigliere... perché in un lavoro come il suo, quando ci si prendeva la responsabilità di esserci per aiutare qualcuno, non ci si poteva poi negare all'improvviso.
Altra parola chiave, dopo vocazione, era sicuramente responsabilità... e tutto prese un risvolto molto più reale e meno di riflessione quando l'ennesima chiamata li interruppe per l'ennesima volta.

=^= Capitano qui Comandante Rumar. Mi sono appena teletrasportato a bordo... ho urgenza di parlare con lei... prima che lei parli con chiunque altro... =^=

Michael osservò stupito Erjn che ricambiò lo sguardo. Anche lei non capiva, non era un atteggiamento tipico per lui quello. Lo stesso tono di voce denotava un profondo turbamento.

"Nel mio studio tra 5 minuti... e vedrò di non parlare con nessun altro."
=^= La ringrazio capitano. =^=

U.S.S. Wayfarer, Ufficio del Capitano Kiron


Il breve rapporto del Primo Ufficiale aveva lasciato stupefatto il Capitano.

"Lei ha... promesso..."
"Sì Capitano, ma non è solo questo. Il mio sesto senso mi dice che c'è qualcosa sotto..."
"Poteva essere solo una vecchia pazza..."

Krell sospirò.

"Lo so che le può sembrare assurdo, ma sono certo che non fosse una vecchia pazza. Non ho prove ora, se non quel monile... però ne sono sicuro."
"Va bene... va bene... - Michael alzò le mani - ...diamo per confermato che lei abbia ragione e che il suo sesto senso funzioni. Cominciamo con l'esaminare questo ciondolo e vediamo che ne esce..."

Athar City , Obitorio cittadino


"Quindi l'unica cosa che lei ha fatto è stato inoculare alla signora uno stimolante?"

Mistral sospirò cercando di mantenere la calma. Era abbastanza certa di aver risposto almeno sei volte alla stessa domanda. Il medico che era stato incaricato delle indagini era poco più che un pivellino in ansia per quello che stava succedendogli attorno.
Non poteva però essere lei a fornirgli il bandolo della matassa, visto che lei stessa non capiva quale fosse realmente il problema.
In quel momento la porta alle sue spalle si aprì e pochi istanti dopo un uomo di mezza età, dall'aspetto curato, ben vestito e sicuramente piacente, fu al suo fianco. Il medico scattò in piedi salutandolo.

"Buon giorno Giudice... non l'aspettavamo."

L'uomo fece un gesto con la mano, autorevole, ed il giovane si spostò di lato cedendogli il posto.

"Buongiorno Dottoressa... - scorse i dati su un Pad - ...Spini. Lasci che le spieghi la situazione, perché mi sembra che non sia stata resa edotta del problema."
"Gliene sarei grata. Visto che sono rinchiusa qui da quasi un'ora e sono stata privata anche della possibilità di comunicare con la mia nave."

Il giudice storse il naso. Mistral non credette ai suoi occhi, ma l'uomo lo fece davvero davanti a lei.

"Dottor Jughito la prego cortesemente di chiamare l'ufficiale alla porta e pregarlo di restituire alla Dottoressa i suoi effetti personali... anche i dispositivi di comunicazione."

Se il medico fu stupito da quella richiesta lo mascherò abbastanza bene. Pochi minuti dopo la sua borsa era sul tavolo accanto a lei, ed il comunicatore era nuovamente appuntato alla sua uniforme. In quel breve lasso di tempo il Giudice era rimasto in silenzio, scorrendo i dati sul Pad, senza darle alcun dato ulteriore.

"Dunque Dottoressa, come dicevo, lasci che le spieghi. La donna che lei ha soccorso è stata per molti anni un nostro scienziato, un fisico teorico molto noto. Come avrà notato era molto anziana e da qualche tempo... non c'è altro modo per dirlo se non che stava perdendo lentamente il senno. Da mesi andava in giro per la capitale consegnando oggetti vari a personalità in visita chiedendo loro di essere aiutata e citando la nipote in questi messaggi. La signora è stata la moglie di un nostro ufficiale molto importante, ed ha imparato qualche trucco per nascondersi 'fuori dal sistema'. Oggi l'avevamo rintracciata ed un nostro responsabile era riuscito ad iniettarle un narcotico... che purtroppo... evidentemente ha portato ad una reazione allergica..."
"Mi scusi se la interrompo Giudice..." si interruppe sperando che l'uomo le fornisse il suo nome.
"Mi perdoni un'altra volta Dottoressa. Imperdonabile scortesia la mia, il mio nome è Jettrax Gibbelaux, Giudice Gibbelaux."
"...Giudice Gibbelaux. Capisco la situazione pregressa, che io ovviamente non conoscevo. Io ho solamente cercato, come medico, di salvare una vita. Questo è stato quello che ho fatto."
"E di questo le siamo ovviamente grati. Sicuramente la morte della Signora Katurnia non è stata indotta dal suo intervento, sicuramente il qui presente Dottor Jughito potrà dimostrarlo se invece di interrogare lei farà delle verifiche sul cadavere. - il Giudice ammiccò verso il giovane che arrossì violentemente - Questa volta purtroppo Katurnia ha sottratto dei reperti storici dal museo archeologico, reperti molto importanti e di grande valore. Molti li abbiamo recuperati..."
"Quindi lei mi sta chiedendo se la defunta Signora Katurnia ha consegnato qualcosa anche a noi come ha fatto con le altre personalità da lei citate."
"Esattamente Dottoressa Spini, ogni volta che parlo con un membro della sua razza mi stupisco della vostra capacità deduttiva."
"In ogni caso le confermo che la Signora Katurnia non ci ha consegnato niente, come avete potuto sicuramente verificare dai miei oggetti personali che avete esaminato."
"Sì... né lei né la sua collega avevate alcuno degli oggetti rubati... però... ecco ci è stato detto che non eravate sole."