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USS WAYFARER - MISSIONE 09 RSS USS WAYFARER - Missione 09

09.11 " La chiave di tutto è la vita "

di Mistral T'Ado Spini, Pubblicato il 10-12-2012

Athar City, poco distante dal 30simo distretto di polizia
24/02/2392 Ore 20.45 - D.S. 69149.91


Himika era preoccupata, troppo preoccupata per lasciar correre. Sereha mancava da troppe ore.
La cosa in sé non sarebbe stata grave, spesso l'anziana donna - che era il loro Guardiano - si allontanava per meditare o per ripristinare gli equilibri in qualche dove.
Quella volta però la sua assenza era stata associata alla morte di Katurnia... questo dava da pensare visto che ultimamente erano state in disaccordo spesso tra loro.
Non poteva... non voleva pensare che la sparizione di una fosse legata a qualche atto efferato. D'altra parte, se a questi due eventi si legava anche quel bagliore che potevano vedere solo i Legati, o meglio tutti coloro che in qualche modo attorniavano e proteggevano tutto ciò che circondava il Creatore...la situazione era molto grave.
Una dei federali che stava seguendo era stata richiamata d'urgenza sulla nave. Aveva colto qualche frammento di frase. Evidentemente tra loro c'erano alcuni più ricettivi di altri a quanto stava succedendo su Karn-Athar. Questo poteva voler dire pericolo.
Vide la donna sparire. Gli altri due rimasero un attimo fermi decidendo il da farsi. Sentì la donna.

"Prima di risalire a bordo voglio prendere un po' d'aria. Mi fa compagnia?"

Al cenno affermativo del compagno si allontanarono a piedi.
Himika li seguì senza indugio. Doveva solo aspettare il momento propizio, ma una cosa era certa. Doveva parlare con i federali.

Athar City, Obitorio cittadino
24/02/2392 Ore 20.45 - D.S. 69149.91


Quando le cose andavano in quel modo, si domandava sempre se non avesse sbagliato mestiere.
Fin da ragazzina aveva segretamente 'pasticciato' con la tecnologia di ogni tipo. Qualunque cosa le arrivasse per le mani era degna di nota. Quello che ora aveva rilevato con l'autopsia della povera donna stesa sul lettino era semplicemente un altro dei giocattoli tecnologici che attraevano la sua attenzione.
I risultati che dava il computer combaciavano in modo estremamente pericoloso con quello che lei stessa aveva immaginato, soprattutto dopo gli screzi assurdi tra parte degli ufficiali della Wayfarer.

"Computer, spegnere le luci."

Dopo un attimo le luci nella sala autoptica si spensero, ma un'altra sorgente luminosa si attivò dopo pochi istanti. Il corpo sul lettino iniziò ad emettere un bagliore caldo e dorato.

"Computer verificare pericolo radiazione."
§ Radiazione entro i limiti di norma. §
"Determinare sorgente luminosità nella stanza."
§ Sorgente sconosciuta. §

Mistral ebbe un moto di stizza. Quella macchina non era recettiva come il computer di bordo, evidentemente il livello dell'intelligenza artificiale su Karn-Athar non era progredito quanto si potesse pensare.
Rifletté pochi istanti.

"Computer fornire informazioni sulla frequenza della emissione luminosa, monitorare per 60 secondi."

Poi si permise di aspettare, cercando con gli occhi una verità alternativa.
Osservò la luce con attenzione, cercando eventuali modificazioni, ma posto che vi fossero, chiaramente non erano rilevabili dal suo sistema visivo. Ciò nonostante non si diede per vinta e continuò ad osservare per quei lunghissimi sessanta secondi.

§ Dati variabili. 590, 591, 592, 593, 592, 591, 590. Ripetuti in ciclo continuo. Intervallo di variazione riconducibile ad una funzione ellittica. Azzeramento della variazione ogni 15 secondi. §

"Prevedibile. Variazioni tutte su base rotatoria a quadranti. Se sommiamo le variabilità potremmo quasi ottenere un qualcosa che approssimi una cicloide, ma chiaramente non è una cicloide."
§ Ripetere la domanda. §
" Computer accendere luci. Fine analisi."

Mistral coprì lentamente il corpo dell'anziana Katurnia mentre rifletteva su come fare rapporto al Capitano.

Athar City, luogo sconosciuto
24/02/2392 Ore 20.50 - D.S. 69149.92


Sereha aveva smesso da tempo di sentire il dolore ed il peso degli anni. Aveva anche perso il senso del tempo da quando il Rito era arrivato all'apogeo.
In quel momento lei ed il Costruttore erano quasi uno, ma lei non percepiva la mancanza dell'ultimo passo perché già si era persa in lui da tempo. Aveva rischiato nell'essere sola, sapeva che era un rischio, ed aveva voluto correrlo. Forse non avrebbe mai saputo di aver fallito proprio perché aveva perso coscienza della realtà. Oppure la realtà era quella che viveva ora tramite il Costruttore, mentre la vita ad Ahtar City era solo uno dei tanti possibili mondi che per l'entità da sempre nota come Costruttore erano tutto e niente, polvere cosmica galleggiante nel vuoto senza fine.

"Hanno trovato la chiave..."
"...la chiave deve tornare al Creatore."

Per chiunque avesse assistito, la scena sarebbe stata irreale e da brivido. Dal corpo della vecchia Sereha, le cui labbra non si muovevano minimamente, uscivano entrambe le voci, la sua e quella del Creatore. A volte fuse, a volte alternate... come in una danza di volontà che prendevano o meno il controllo del corpo. Un guscio nel quale si agitavano probabilmente più anime di quanto un singolo cervello umanoide potesse supportare.

"La chiave va..." "...riportata..." "...al centro..." "...i mondi lo chiedono."

Il corpo sempre immobile della donna non dava cenno alcuno che qualcosa stesse succedendo.

"I mondi hanno bisogno..." "...la chiave va presa..." "...Creatore..." "...il mezzo per la chiave..." "...sì..." "...per i mondi sì..."

Nell'immensa luce che seguì il corpo di Sereha parve animarsi lui stesso di luce, sorgente e ricettacolo in uno scambio infinito di energia. Parve quasi espandersi e riempire tutto lo spazio circostante.
In un pulsare sempre più frenetico la luce parve prendere corpo, diventare quasi solida e circondare il corpo della donna come un bozzolo, dal quale all'improvviso si stacco scomparendo e lasciando una penombra che dopo tanta luce sembrò quasi il buio del nulla.

Athar City, Obitorio cittadino
24/02/2392 Ore 21.00 - D.S. 69149.94



Mistral stava sistemando i suoi personali strumenti di analisi, che si era portata da bordo della Wayfarer, quando un colpo violento alla schiena la mandò a sbattere contro il tavolinetto.
Anche se avesse visto quello che stava per succedere, non avrebbe in ogni caso potuto far nulla per evitarlo. Quando pochi secondi dopo si girò verso il corpo di Katurnia aveva gli occhi di un intenso giallo dorato, il volto assolutamente privo di espressione ed una marea di strumenti attorno a lei abbandonati.

"Dottoressa Spini a Wayfarer. Portatemi direttamente nel laboratorio di analisi del manufatto c'è un'emergenza."
=^= Ricevuto Dottoressa, si tenga pronta. =^=

Nelle volute azzurre del teletrasporto una spirale di luce dorata roteò per dissolversi assieme al corpo della vulcaniana.

USS Wayfarer, Laboratorio Scientifico 1
Pochi istanti dopo


Nel momento in cui Mistral Spini comparve nel laboratorio, solo un paio di persone sembravano essere affaccendate attorno al manufatto, ed anche con relativa poca attenzione.

"Dottoressa... problemi?"

Non rispose. La sua priorità non era far capire a quegli umanoidi le sue intenzioni ed i suoi problemi.
La chiave era lì.
Si avvicinò e la prese in mano. Uno dei giovani cercò di fermarla afferrandole il polso.

"Signore non posso lasciarle prendere il manufatto è sotto la mia custodia... aaahhhhhhhh."

Lasciò andare il fragile polso della vulcaniana e si fissò il palmo della mano con una profonda ed estesa ustione da gelo. Sì... la Dottoressa Spini era gelida. L'altro giovane indietreggiò di due passi.

=^= Allarme Laboratorio Scientifico 1. La Dottoressa Spini sta sottraendo... =^=

Non riuscì a terminare la frase. Un lampo di luce sembrò scaturire dalla Spini per sbattere il ragazzo a terra. Al centro del petto l'uniforme era bruciata. Una bruciatura a forma di spirale che aveva intaccato anche la carne sottostante, ed un pesante odore stava già permeando l'aria.

=^= Sicurezza a Laboratorio Scientifico 1 che succede? =^=

Mistral osservò il ciondolo nella sua mano brevemente e poi strinse violentemente il pugno attorno ad esso...

"La strada si apre... la Chiave può tornare..."

USS Wayfarer, Corridoio sezione alloggi
Contemporaneamente


Wu stava arrivando di corsa, l'ennesimo allarme per una lite. Questa volta un betazoide ed un vulcaniano. Da non credere che un vulcan si fosse fatto trascinare.
Svoltò l'angolo e si fermò appena un secondo a valutare la situazione.
La furia del betazoide pareva non potere molto contro la evidente superiorità fisica di cui poteva godere il vulcaniano in quella situazione ambientale diversa da Eridani 40. Ciò nonostante proprio per la furia qualche colpo stava andando a segno.
Quando vide il Tenente prepararsi ad un colpo mortale, capì che non si trattava dell'ennesimo sfoggio di follia delle ultime ore... ma di qualcosa che stava degenerando.
Si lanciò in avanti pronta a fare di tutto per deviare quel colpo, ringraziando le sue conoscenze delle arti marziali vulcaniane quando improvvisamente tutto finì.
I due uomini davanti a lei si immobilizzarono guardandosi perplessi per poi voltarsi verso di lei e chiedere con genuino e praticamente simultaneo stupore.

"Cosa sta succedendo?"

Parole pronunciate da due persone con uniformi strappate, lividi sparsi e sanguinanti... che risultarono per Sheeval quasi assurde.

"Non lo so... ditemelo voi!"

Quello che nessuno sapeva ancora era che in quello stesso istante...

USS Wayfarer, Laboratorio Scientifico 1
Contemporaneamente


"Ora non servono gli umanoidi. Ora la Chiave trova la sua strada."

La luce negli occhi della Dottoressa parve per un attimo spegnersi, mentre il suo pugno chiuso brillava come una supernova. Un picco energetico che sarebbe sicuramente stato registrato da qualunque strumento, ma il Costruttore di Mondi aveva altre priorità. Le sue.
Poi la stanza fu vuota. Come se nulla fosse successo.

Athar City, Obitorio cittadino
24/02/2392 Ore 21.10 - D.S. 69149.95


"Dottoress..."

Gibbelaux entrò nella stanza e si guardò intorno brevemente. Non serviva un Diadema in Giurisprudenza per capire che la donna non era andata via di sua spontanea volontà.
Se c'era una cosa che accomunava tutti i tecnici e gli scienziati di questo mondo e degli altri, era che non abbandonavano MAI i loro strumenti, che erano per loro quasi vitali quanto l'aria che respiravano.
Non stette a pensarci su troppo. Girò su sé stesso e tornò verso il suo ufficio a passo di carica.
Doveva parlare con i federali.