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USS WAYFARER - MISSIONE 09 RSS USS WAYFARER - Missione 09

09.17 " Non credendo ma volendo "

di Mistral T'Ado Spini, Pubblicato il 19-03-2013

Athar City, luogo imprecisato
Ore 02.00


Mistral era colpita e poche cose o persone avevano la capacità di colpirla. Soprattutto non aveva ancora capito perché li avesse seguiti.
Quando si era trovata circondata aveva dato per scontato che non sarebbe andata bene, ed un pensiero era andato istintivamente alla sua Drianna e si era domandata quante volte sua madre avesse fatto analoghi pensieri.
Mentre camminava poco dietro all'uomo che si era presentato come figlio di Sehera, aveva accantonato in fretta il pensiero della figlia, sarebbe stata solo una distrazione e niente di più, e lei non poteva permettersi di essere distratta da nulla in quel momento.
Hardan rallentò appena per farsi affiancare.
"Non c'è bisogno di essere preoccupata. Non abbiamo intenzione di farti alcun male."
"Logicamente per lei è facile dirlo."
"Ti assicuro che non abbiamo alcun desiderio di far del male a nessuno, anzi, siamo estremamente preoccupati per quello che sta succedendo al nostro pianeta. Ci sono persone che stanno soffrendo e che non meritano di soffrire."
"Perché me lo sta raccontando?"

L'uomo non smise di camminare, con passo rapido continuava ad incedere con a fianco la vulcaniana, mentre dietro di loro gli altri seguivano in silenzio senza intromettersi nel colloquio tra loro.

"Probabilmente perché ho bisogno che tu creda."
"In cosa?"
"In quello che vedrai, in quello di cui sarai resa partecipe."

USS Wayfarer, Alloggio del Consigliere Kublik
Ore 02.15


Erano parecchi minuti che parlavano, ed erano arrivati ad una fase di stallo. Himika insisteva per essere riportata sul pianeta, Erjn le spiegava che ciò non era possibile.

"Himika io non posso farla scendere sul pianeta, né posso intercedere con il Capitano se non riesce a spiegarmi, a farmi capire... deve capire la mia posizione. Noi siamo responsabili per la nostra gente, tanto quanto lei si sente responsabile per i suoi."
"Come posso spiegarle? Come posso... è una cosa così difficile da comprendere per chi non abbia provato a vivere questa nostra realtà..."
"Mi aiuti a capire..."

Himika finalmente cedette e sedette poco distante dal Consigliere, con le mani strettamente unite e raccolte in grembo, le nocche sbiancate dalla tensione.

"Come posso... come posso ridurre a poche parole una vita intera di credo, di fede e di scienza? Quelli tra noi che hanno il compito... in questo direi l'onere ed il peso immenso... di tenere vivo non solo il nostro popolo, ma il nostro stesso pianeta. Sì, tutto si basa sulla scienza, su uno studio delle linee energetiche non solo del nostro pianeta ma di questo sistema. Dire però che è tutto scienza sarebbe estremamente limitativo, non siamo semplicemente scienziati, forse lo è stato il primo di noi... ma sono passati molti anni da quel momento. Per quelli che sono venuti dopo è anche un vero atto di fede, credere e ripetere dei rituali... unirsi con l'energia del nostro pianeta... è come inserirsi..."
"...è come inserirsi nel flusso del tempo."

Himika alzò lo sguardo sul Consigliere, stupita e speranzosa. Nel contempo timorosa di sperare.

"Questo posso capirlo... - riprese Erjn - ...ma che ruolo riveste lei?"
"Io sono una dei quarantasette, dobbiamo essere non uno in più non uno in meno per mantenere l'equilibrio. Perché tante sono le linee energetiche che convergono nella Cattedrale di Cristallo. Di più... serve che io torni sul pianeta perché non è il monile la chiave, la chiave siamo noi quarantasette 'insieme' con il monile."
"Perché non può essere un altro? Perché deve essere lei? Come posso imporre questo al mio Capitano?"
"Perché siamo scelti per come siamo, perché crediamo, perché abbiamo fede... e perché siamo anche scienziati e capiamo cosa c'è dietro quanto è stato e sarà. Serve una persona di logica, di scienza e di fede... non una persona qualunque purtroppo... per questo devo scendere e raggiungere i quarantasette."

Athar City, Cattedrale di Cristallo
Ore 02.20


Mistral era stupita, osservava la bellezza di quella gemma cava in cui erano entrati. Perché di fatto era una pietra preziosa. Non era un'esperta di minerali, ma avrebbe giurato trattarsi di quella che i terrestri chiamavano Aquamarina. La vera bellezza stava nella purezza di quella pietra che li circondava, una purezza che poteva riconoscere anche lei.

"Cominci a comprendere?"
"Una formazione davvero unica nella sua perfezione. Non ho mai sentito parlare di niente del genere. Ammetto di non essere un'esperta..."
"Non è questo che ti ho chiesto... comprendi quello che vedi? In ogni pianeta la luce è scomposta e ricomposta dai cristalli. Dobbiamo posizionare la prima parte della chiave..."
"Dove?"
"Al centro... pensaci..."

Al centro della Cattedrale aveva un senso, era molto chiaro anche per lei e per la sua logica.
Quello che non capiva era questo strano desiderio di Hardan di renderla partecipe di tutto.

"Sì ha un senso. Se quello che lei ha affermato prima è vero, non basterà però. Manca uno di voi."
"Sì manca uno di noi, ma ogni volta che uno di noi non è più un altro può prendere il suo posto. Il pianeta è vivo, vive e si difende. Se ti ha portato qui c'è un motivo."

Mistral capì che l'uomo davanti a lei stava cercando di coinvolgerla in quella loro rappresentazione.

"Lei mi sta chiedendo di credere? Lei non mi conosce ed è questo il motivo per cui me lo sta chiedendo, ma non sono il genere di persona che crede."
"Tu credi già, forse non te ne rendi conto, ma tu credi. Altrimenti non saresti portata qui."
"Io sono stata usata per portare qui il monile."

Stava esagerando nell'affermarlo.

"Per portare il monile poteva essere scelto chiunque. Se sei tu è per un motivo."
"Non capisco perché crede questo."
"Fidati di me, vieni e prendi il tuo posto."

La Dottoressa Spini non mosse un passo. Si chiuse in sé stessa riflettendo su quanto l'uomo davanti a lei stava chiedendole.

USS Wayfarer, Plancia
Ore 02.20


Il Giudice stava immobile davanti allo schermo della plancia osservando il suo pianeta che era sull'orlo del collasso. Non poteva nemmeno giustificare il fatto che fosse ancora... presente.
Tutto quello che stava scorrendogli davanti agli occhi era per lui terrore. Come se ogni istante dovesse essere l'ultimo. Quando appariva evidente che un altro istante si stava sommando ai precedenti il tutto prendeva l'aspetto di un miracolo e contemporaneamente aggiungeva dolore e sofferenza.

"Capitano non può permettere che succeda..."

Michael non poteva... non voleva rispondere forse, ma soprattutto non poteva. Nella tensione tra la necessità di rispondere ed il suo sentire le porte si aprirono e le due donne uscite poco prima.
Sia lui che il Giudice si voltarono verso di loro.
Himika vide gli occhi pieni di lacrime ed il viso stravolto dal dolore dell'uomo e sentì montare la rabbia dentro di lei.

"Soffri ora quando è troppo tardi. Solo ora capisci quello che hai fatto mettendo te stesso al primo posto. È tardi per pentirti..."
"Non puoi incolpare me solo!"
"Piccolo uomo privo di spina dorsale ora tremi di fronte alla enormità di quello che hai fatto. Non sfuggire alle tue colpe... guarda GUARDA!"

Il braccio teso verso lo schermo.

Il silenzio di tutti i presenti era una reazione naturale, ma per Gibbelaux era come se una freccia gelida gli si infilzasse nel cuore. Cadde in ginocchio ai piedi di Himika.

"Perdono. Il tuo e quello dei quarantasette..."

La donna non rispose, limitandosi a voltargli le spalle.

Athar City, Cattedrale di Cristallo
Contemporaneamente


"Vieni."

Hardan allungò una mano verso di lei, incitandola a seguirlo. Incitandola a farsi accompagnare al posto del Diacono mancante. Mistral lo osservò un momento, facendo poi scorrere lo sguardo su tutti gli altri diaconi che si erano già posizionati e la stavano guardando in silenzio.
I cappucci erano scesi sulle spalle di uomini e donne normalissimi. Alcuni giovani, altri più anziani. In tutti però vedeva lo stesso sguardo.
Non supplicavano eppure le chiedevano di credere... lei però non sapeva se poteva credere.

"Cosa succederebbe se io non fossi quello che lei crede?"
"Non ho dubbi che tu sia qui per un motivo. Quindi perché pensare a qualcosa che non potrà mai accadere? Vieni dunque..."

Mistral improvvisamente decise di prendere quella mano e seguire Hardan nel percorso che tutti i diaconi iniziati percorrevano da tempo. Mano a mano che seguivano un percorso che per lei pareva illogico, ma che per Hardan doveva avere un senso.

"Qui. Questo è il tuo posto."
"Mi dica cosa dovrei fare."
"Credere."
"Non ho mai creduto in niente ciecamente come lei mi sta chidendo."
"Non importa il passato. Importa l'ora ed il futuro... tu crederai. Resta qui e vedrai..."

Hardan si allontanò da lei portandosi verso il centro. Tutti i diaconi attorno a lui lo osservavano in silenzio.
Pochi attimi.
Fu al centro.
Il monile in mano... e la voce comparve.

"La chiave è tornata. La chiave è incompleta."

Mistral restò stupita... quello che stava vedendo non aveva senso. Chi stava parlando? Sembrava fosse il cristallo stesso attorno a loro, quella caverna che loro chiamavano Cattedrale a parlare.

"Uno di meno. Uno nuovo. Uno incompleto."

Sì, chiaramente parlava di lei. Osservò attentamente Hardan. Non era lui a parlare.

"Uno non è credente."
Hardan si voltò verso di lei con un sorriso facendole un cenno con il capo. I loro sguardi si incrociarono. Una preghiera a credere. Tutti gli altri diaconi lo imitarono.

"Tu non puoi credere. Tu credi in qualcosa. Sì. Tu puoi essere la chiave per completare la chiave. Vuoi essere ciò che puoi essere?"

L'uomo al centro annuì incitandola a rispondere. E lei lo fece.

"Non posso credere come a voi serve che io creda. Voglio salvare il vostro mondo. Voglio tornare da mia figlia. Voglio essere ciò che posso, ma soprattutto voglio essere ancora con lei."
"Tu vuoi il giusto."

Mistral ebbe il tempo di pensare solamente 'Di nuovo' mentre la Cattedrale di Cristallo sembrava prendere vita di luce e colori.

Molto al di sopra del pianeta Himika iniziò a risplendere di un candore abbacinante attirando l'attenzione di Who che si portò rapidamente verso di lei. Forse fu l'unico a capire in quel momento e fu quello il motivo per cui, nemmeno due secondi dopo quando la donna scomparve, lasciando comparire al suo posto la Dottoressa Spini, fu lesto a prenderla al volo mentre stava svenendo con grazia.

=^= Capitano Kiron ad infermeria... emergenza medica in plancia. =^=

La luce ed il clamore aveva attratto l'attenzione del Giudice, che non appena vide sparire Himika tornò ad osservare il suo pianeta sul monitor. Emettendo poco dopo gridi di gioia ed euforia pura.
Al contrario gli ufficiali presenti avevano rivolto la loro attenzione alla collega ricomparsa tra loro.
Who aveva accompagnato il corpo della vulcaniana verso il suolo e continuava a sorreggerle il busto e la testa dandole piccole schiaffetti sul viso.
Mistral aprì gli occhi spingendo lontano da sé quella mano molesta e piazzò gli occhi in quelli di Who.

"Cortesemente potrebbe smetterla? Chi le ha detto che questa tecnica è utile?" sollevandosi si rivolse al Capitano "Credo il pianeta sia salvo."

Mentre gli occhi di Gibbelaux piangevano ancora, ma di gioia finalmente, lo schermo rimandava un pianeta paradiso esattamente identico a quello che avevano esplorato solo qualche giorno prima.