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USS WAYFARER - MISSIONE 09 RSS USS WAYFARER - Missione 09

09.04 " Morte in Paradiso "

di Dorian Zsolt Ristea, Pubblicato il 03-05-2012

Karn-Athar - Athar City, Paragon Walk
24/02/2392 ore 18.30 - D.S. 69149.65


Il vicolo era tipico dell\'architettura di Athar City: stretto ma luminoso, con muri bianchi immacolati e porte aggraziate che si affacciavano su un lastricato di materiale simil-marmoreo, una parentesi silenziosa che si affacciava sul rumore e il flusso continuo di turisti sul lungomare principale della città.
In quel momento, il silenzio del vicolo era interrotto solo dai passi veloci di una donna.
Apparentemente di fretta, la piccola figura si girava di tanto in tanto con circospezione, come se avesse timore di essere seguita.
Ad un primo sguardo, la donna avrebbe potuto essere giudicata come un\'anziana umanoide di origine terrestre, intorno ai 70 anni, vestita modestamente.
Tuttavia, un occhio attento avrebbe capito che l\'ampia gonna fino ai piedi, il cardigan grigio di lana umoriana e l\'aspetto dimesso dei suoi capelli grigi erano probabilmente troppo stereotipati, un tentativo forzato di non passare nell\'occhio. Teneva una mano in una delle tasche della gonna, come se temesse di perdere qualcosa.
Emerse affannata dal vicolo e si immise nella confusione circostante, mescolandosi ad un gruppo di turisti intenti a foto-ologrammare gli edifici in lontananza dell\'oasi balneare.
Il suo viso si rilassò momentaneamente. La mano strinse più forte l\'oggetto nella tasca.
Forse avrebbe potuto farcela. C\'era troppo in gioco per fallire!
Dietro di lei, una figura abbassò la macchina olografica e si avvicinò lentamente.

Cento metri più avanti
Nello stesso istante


Una lieve brezza marina scuoteva lievemente le palme. Gente di vari tipi e origini oziava seduta sulle panchine lungo il viale alberato, osservando il rosso fuoco del tramonto. Ma nonostante Athar City stesse facendo di tutto per rendere piacevole la breve vacanza dei wayfareriani, il piccolo manipolo di ufficiali e subalterni sembrava piuttosto distratto. O molto più probabilmente - a giudicare dall\'andatura - distrutto.
Per la quindicesima volta in quindici minuti, Krell Rumar maledisse le sue scelte turistiche. La visita al Museo Cronologico non era andata precisamente secondo le sue aspettative...

\"Fantastico! Assolutamente meraviglioso!\" disse Ristea, gli occhi ancora spalancati come un bambino alla sua prima visita in un negozio di giocattoli \"La proiezione olografica del continuum spazio-temporale non era male, ma il modello di Temporizzazione Klatchiana che hanno creato è fenomenale! Alla pari con la retrospettiva sulle Teorie Morkiane di Curvatura che vidi sulla Terra anni fa, se non addirittura migliore! Peccato dover andar via così presto...\"
\"Già...\" bofonchiò Rumar \"...sei ore sicuramente non sono bastate a saziare la sua fame di sapere, Capo.\"

Un perplesso Shilakru\' si girò. Tania Berger, abituata alle stranezze del Capo Ingegnere, scrollò le spalle. I piedi le facevano troppo male per fare commenti.

Cento metri indietro
Nello stesso istante


Apparentemente seguendo la processione di turista lungo il viale, la figura approfittò di un vuoto nella folla per portarsi alle spalle della donna.
Dal borsello turistico estrasse furtivamente un oggetto.

\"Mamma, me lo compri?\" disse una bambina alla sua destra.
Una voce annoiata rispose.
\"Hai già avuto il tuo regalo settimanale, può bastare!\"

La figura mise l\'oggetto contro le spalle della donna e premette un pulsante.

La donna sentì un breve momento di dolore e si girò. Vide il volto dell\'aggressore e capì immediatamente, lo sguardo pieno di paura, rabbia e odio.

\"Ma mamma!...Uffa!...\" la bambina si fece petulante, strattonando la manica della madre, che chiaramente non ne poteva più.
\"Basta!\" disse.

La donna approfittò di quel momento di distrazione e ficcò un dito nell\'occhio del suo nemico. L\'aggressore mugolò di dolore, e la donna si dileguò velocemente nella folla.

\"Possiamo fermarci un attimo?\" disse Lisa Marini. \"Ho i piedi pronti ad entrare in sciopero.\"

Shilakru\' non aspettava altro.

\"Ma certo!\" disse \"Sentitevi liberi di girare per la zona, ci sono tipici negozi con souvenir e amenità locali.\" dette uno sguardo al segnatempo che portava al polso \"Per chi volesse continuare il tour, possiamo rivederci qui tra quattro ore per la cena... c\'è un itinerario di degustazione di prodotti tipici nella città vecchia, sicuramente sarà di vostro gradimento.\"

E a distanza di sicurezza da qualsiasi museo, pensò tra sé.
\"Perfetto. A dopo!\" disse Ristea. \"Io vado a vedere la marina, qualcuno vuole aggregarsi?\"
\"No capo, credo che ci fermeremo qui per un attimo a vedere le bancarelle... dopo esserci seduti un attimo\", disse la Marini.
\"Oh. Non pensavo foste così stanchi. Bene, a più tardi allora!\" disse Ristea gioviale, mentre si incamminava di buon passo verso il viale.
\"Ma non si stanca mai quell\'uomo?\" disse Mistral Spini, afflosciandosi su una panchina miracolosamente libera. \"Sei ore a marciare attraverso quel noiosissimo museo e non ha ancora perso la voglia di vivere!\"
\"Non so, io ero troppo occupato a sentire la mia barba crescere.\", disse Rumar mentre si sgranchiva la schiena.
\"È sempre così.\" fece Tania Berger, seguendo l\'esempio della Spini e sedendosi al suo fianco \"Ha la predisposizione e l\'energia di un bambino con deficit attentivi. L\'unico modo di fermarlo è affidargli la console in Sala Macchine. Dopodiché diventa semi-catatonico.\", disse la giovane ufficiale.
\"La prossima volta porti un anestetico, doc. Non si sa mai quando il prossimo museo apparirà!\"
\"La colpa è sua, comandante.\" disse Mistral. \"Chi ha insistito per la visita al dannato museo?\"
\"E chi immaginava tanta resilienza?\", rispose Krell, appoggiandosi al fianco della panchina, guardando distrattamente la folla.
\"Il punto è che dovremmo organizzare tipi diversi di... Attento!\" disse la dottoressa.

Rumar si sentì sballottato per un attimo. Caracollando lentamente, la vecchia signora gli si era appoggiata contro.

\"Signora!? Ma che...!?\"

La donna stava lentamente perdendo le forze. Gli afferrò la spalla per sorreggersi, boccheggiando, cercando di parlare.

\"Himika...\" sussurrò nell\'orecchio di Rumar \"Himika. Siete della Flotta Stellare, vero? Aiutatela. Non dite niente a nessuno!\"
\"Ma... cosa?...\" disse Krell.

Con le poche forze che le rimanevano, la donna estrasse febbrilmente la mano dalla tasca, aprì la mano del comandante, vi mise l\'oggetto che aveva così strenuamente difeso e la richiuse.

\"Proteggilo! Dallo solo a Himika... aiutatela... prometti!\"

Gli occhi si stavano lentamente velando, ed era a malapena cosciente degli altri membri del gruppo che le si fecero intorno, sorreggendola. La mano strinse più forte il braccio di Rumar.

\"Prometti!\" disse tra i denti, mentre Mistral Spini tirava fuori rapidamente il suo tricorder e un pistola hypospray dalla borsa che portava sempre con sé.

\"Stendetela qui!\", disse la dottoressa mentre velocemente infilava un farmaco nella pistola. Lisa Marini e un guardiamarina accomodarono la donna, che non lasciava la manica di Rumar, sulla panchina. Il suo sguardo era fisso negli occhi di Krell. La presa della mano si faceva più debole.

\"Prometti!\" ripeté, più flebilmente, ignorando l\'iniezione che le veniva somministrata dalla Spini.
\"Io... prometto.\", disse Rumar, confuso e preoccupato.

Come se fosse l\'ultima cosa che la tenesse allacciata alla vita, la povera vecchia si rilassò e chiuse gli occhi.
Si accasciò lentamente sulla panchina, tra le braccia della dottoressa.

\"Non c\'é niente da fare\", disse sommessamente Mistral, scansionando la donna con il tricorder \"È morta.\"

Rumar non sapeva che pensare. Era confuso e triste, come ogni volta che incontrava la morte così da vicino. E ogni volta era una volta di troppo.
Finalmente aprì la mano. Un piccolo monile dorato brillò nella luce del tramonto athariano.
A pochi metri di distanza, mimetizzata da una bacheca di una bottega di artigianato locale, una figura discreta bisbigliò qualcosa e si allontanò.