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ISS THUNDER - MISSIONE 01 RSS ISS THUNDER - Missione 01

01.09 " Il ribelle "

di Bellatrix Laris, Pubblicato il 13-11-2014

ISS Thunder - Ufficio del Primo Ufficiale Scientifico - ore 16.00

"Oh, T'Val... a cosa debbo il... piacere di questa visita?"
La parola "piacere" era uscita dalla gola di Bellatrix quasi contro voglia. Una visita dell'ufficiale non era certo un piacere. L'unico piacere che la Vulcaniana avrebbe potuto farle sarenne stato sparire al più presto.
"Tenente Laris," rispose T'Val, omettendo il grado di comandante, come a sottolineare che la Betazoide si sarebbe trovata sempre e comunque su un gradino più basso rispetto all'ufficiale politico "mi dispiace distoglierla dal suo lavoro, ma vorrei porle qualche domanda"
*Sarà bene che ti dispiaccia per davvero...* pensò Laris, ma non abbastanza intensamente perché la Vulcaniana potesse percepirlo. Non era difficile immaginare che genere di informazioni volesse T'Val: qualsiasi cosa circa l'attacco al capitano Seldon, che non fosse contenuta nelle banche dati, per così dire, pubbliche. Bellatrix non aveva ancora puntato tutti i suoi sforzi sulla sua stravangante teoria circa le anomalie radioattive della crosta di EXO III, ma non le sorrideva l'idea che chiunque nell'equipaggio (comunque qualsiasi essere senziente più gallonato di lei) avesse accesso alle sue ricerche. Men che meno chi poteva capirci poco o nulle e magari chiedere consulenze esterne, provocando una sgradevole fuga di informazioni. No, non era ammissibile. Quindi Bellatrix aveva usato le solite cautele criptando i dati che riteneva realmente degni di attenzione, lasciando trapelare soltando qualche misero numerino privo di qualsiasi interesse, come la punta di iceberg davvero difficile da rilevare. Così sembrava che la sezione scientifica svolgesse il suo solito lavoro di routine, ignorata dal resto degli alti ufficiali, libera di manovrare nell'ombra, ove fosse necessario. Inoltre, Bellatrix voleva prima soppesare la veridicità delle sue teorie, oltre a un rapido calcolo del profitto che le avrebbero portato se sussurrate all'orecchio giusto. Passarle a Seldon? O a Xin Piao? Oppure al Vulcaniano Vorshak? Erano opzioni che la Betazoide doveva ancora soppesare.
"Se mi dice in cosa posso esserle utile, sono ben felice di servire l'Impero.." rispose Laris immediatamente, con un tono che suonava a metà fra il lezioso e il canzonatorio. T'Val alzò appena un sopracciglio, rivolgendo uno sguardo, da cui si evinceva la sua commiserazione, verso la Betazoide. Voleva recitare la parte della sarcastica? Lo facesse pure, a suo rischio e pericolo. T'Val si era minuziosamente documentata sul conto di Laris, ed era stato quasi con sollievo che aveva appreso che Bellatrix non era protetta da nessun ammiraglio intoccabile, a differenza di molti sulla Thunder. Per quanto poteva essere pericolosa in sé, non sarebbe stato necessario un grande sforzo per estrometterla dai giochi del potere, oppure per spingerla con un pretesto in una camera agonizzatrice. O magari per fare di lei una valida alleata...
"Come lei ormai saprà, la donna che ha cercato di assassinare il capitano Seldon vestiva l'uniforme della sezione scientifica" spiegò T'Val "ora, non sono qui per accusarla di nulla, so con che facilità si può reperire un'uniforme, ma vorrei che condividesse con me tutto quello che sa sul tenente Celeste Finch"
*Finch, Finch... non mi dice niente* pensò Bellatrix, quasi svogliatamente
"Ho sempre avuto più memoria per i numeri che per i nomi, Comandante" rispose la Betazoide "e sinceramente non ricordo dell'esistenza di qualche tenente Celeste Finch, almeno non nei settori di mio più immediato utilizzo"
La risposta di T'Val fu istantanea, ma nessuno la udì né la vide. Le sembrava fin troppo palese che l'ufficiale scientifico le stesse mentendo. Provò a penetrare strisciando nella mente della Betazoide, ma Bellatrix era pronta. In assenza di un contatto fisico, anche i poteri imprecisi di Laris potevano respingere una fusione mentale forzata, come stava tentando il comandante T'Val. Bellatrix non aveva niente da nascondere in proposito, ma l'idea che la Vulcaniana avesse libero accesso alla sua memoria, come lo aveva di tutti i database della nave, non le sorrideva. Le due donne parvero fronteggiarsi con lo sguardo. Alla fine, Laris parlò, mal trattenendo la collera per quel affronto:
"Senta, mi deve credere, a me non risulta nessun tenente Finch, ma le ripeto che la mia memoria potrebbe essere fallace... suppongo però che abbia già provato a cercare nei database..."
"Sì," rispose T'Val, ostentando la solita calma vulcaniana, come se nulla fosse successo "e anche lì non v'è traccia di alcun tenente Finch"
Bellatrix non rispose. Nemmeno lei si ricordava di Celeste Finch e in questo era stata sincera. Ma sapeva che i Vulcaniani erano particolarmente privi di inventiva e le pareva impossibile che l'ufficiale politico si fosse inventata tutto. Forse era venuto il momento di dare un'occhiata all'integrità di quei database...

Sezione di detenzione - Nel frattempo

Il volto di Miral esprimeva tutta la sua rabbia omicida. Certo, non spettava a lui la sorveglianza della prigioniera e si era altresì già sincerato che ogni segno del tenente Finch sparisse dalla nave. Ma l'idea che adesso il tenente Finch se ne andasse a zonzo per la Thunder non gli sorrideva nemmeno un po', e non solo per i guai che gli sarebbero piovuti addosso per mano del facente-funzione-di-capitano King. L'Andoriano rivolse un ultimo sguardo al cadavere del tenente Sawyer: l'uomo, riverso sul pavimento della cella, aveva il collo spezzato a metà ed era stato finito col suo stesso pugnale di ordinanza, conficcato a fondo nel petto. Gli occhi di Sawyer, vitrei ma ancora spalancati, fissavano il soffitto. Sul suo volto persisteva un'espressione di instupidita meraviglia. Miral maledisse mentalmente tutta la sezione di sicurezza, e anche quell'idiota di Sawyer che per qualche stupido motivo aveva aperto a Finch la strada verso la fuga.
"Polyhymnia!" ordinò il capitano dei Maco all'attendente, immediatamente dietro di lui "Voglio che sia battuto ogni millimetro della nave e nella più totale segretezza! Riportatemi qui quella donna in catene"
Polly, vista la rabbia del suo superiore, non osò rispondere altro che un "sissignore" a testa china, prima di partire ad eserguire l'ordine.

Poco lontano...

Era stato fin troppo facile. Gli umani le sembravano così prevedibili... tuttavia l'idea di avere un'altra morte sulla coscenza le lacerava l'animo.
Distruggere la progrmmazione... distruggere...
Ma non voleva andare avanti a distruggere. La morte di quell'uomo, nella cella di dentenzione... era stata necessaria. Così come mettere fuori uso Seldon. Danneggiarlo, ma non in maniera permanente. Tuttavia non poteva permettere che accadesse...
Gli esseri inferiori non dovevano tornare al potere... non dovevano arrivare a distruggere la loro isola felice... non dopo tanto tempo...
Ma perché distruggerli? Tenerli lontani... dovevano solo tenerli lontani... e sapeva come doveva fare.
Per il bene maggiore. Per il bene di tutti...

EXO III - Base del dottor Korby
Nel frattempo

Korby batté una mano sulla tavola, facendo sobbalzare Christine. Un ennesimo intoppo al suo piano così ben congegnato. Che fosse colpa di Brown o di qualche addetto alla programmazione non era importante. L'unico fatto certo era che quell'androide avrebbe potuto rovinare tutto. Per un'anomalia, un sinapsi logica, un dettaglio insignificante. Fra un esercito di esseri perfetti, come uno su un milione, si era mostrata una pecca. Che Korby aveva stentato a riconoscere. Come aveva fatto il robot a scappare da Exo III e raggiungere Marte restava un mistero. Ma avrebbe avuto tempo di risolverlo in seguito. Adesso doveva sbarazzarsi di lei, prima che fosse davvero troppo tardi

Iss Thunder - Infermeria

Il bacio fu lungo e appassionato, soprattutto grazie all'infermeria a quell'ora deserta. Alejana si staccò da Seldon dopo parecchi minuti. Sapevano entrambi che non potevano dedicarsi ad effusioni più appassionate, anche se l'infermeria era deserta e la loro storia non era certo un segreto fra l'equipaggio. Seldon contemplò per un attimo la sua amante, le mani che ancora stringevano i suoi fianchi.
"E dimmi, Alejana" disse, con un mezzo sorriso "questa visita veniva da parte della mia preoccupata amante o dal mio professionale primo ufficiale?"
L'Orioniana gli scoccò un'occhiata penetrante, continuando ad accarezzargli la testa calva.
"Questo è da parte della tua amante" rispose lei, dandogli un ulteriore e pudico bacio sulla guancia
"e poi il tuo primo ufficiale è venuto a prendere disposizioni per le prossime mosse. Visto che il dottor Bixio insiste nel tenerti in osservazione per qualche giorno, ho pensato di rallentare l'avvicinamento a Exo III"
Ricardo le rivolse uno sguardo interrogativo.
"Non vorrai perderti la grande corsa alla sbarco, vero?" chiese King, sdraiandosi vicino al suo amante.
"Alejana, mi sembra inutile ripeterti l'importanza di questa missione per l'Impero..."
"E vorresti lasciare che quel... soldatino di piombo di Miral e quell'impicciona di T'Val si litighino il pianeta mentre tu sei confinato qui dentro..."
"Primo, non ho affatto intenzione di restare confinato qui dentro ancora a lungo, per quanto ne dica l'ufficiale medico... secondo, questa missione nasconde qualcosa e io sono ansioso di scoprirlo. Ritardare il nostro arrivo su Exo III non servirà a nulla" le afferrò i polsi, per sincerarsi di averla convinta "Non mi convinca ad un'altra sfuriata come davanti agli ufficiali, comandante King..."
"Non ce ne sarà alcun bisogno, capitano Seldon..."
Lo lasciò con un'ultima occhiata speciale, incamminandosi verso la porta dell'infermeria. Ricardo contemplò la sua camminata sensuale ancora una volta, tenendo a bada, seppur con qualche difficoltà, il desiderio di possedere quello splendido corpo ancora una volta.
Alejana si incamminò verso la plancia, pronta a rendere operativi gli ordini del suo superiore, concedendosi però il beneficio del dubbio. Era talmente immersa nei suoi pensieri, quando entrò nel turboascensore, che non notò l'altra donna nella cabina. E all'improviso, quella afferrò la mano dell'Orioniana e la trasse a sé. Alejana non stentò nemmeno un attimo a riconoscere il volto del tenente Finch, adesso libera, che le immobilizzava le braccia con una forza fino ad allora indubitata.
"Comandante" disse Finch "devo assolutamente parlarle"