Home Home
 
 
 
 
 
 
ISS THUNDER - MISSIONE 01 RSS ISS THUNDER - Missione 01

01.12 " Comunicazione riaperta "

di Alejana King, Pubblicato il 13-11-2014

ISS Thunder - Sala teletrasporto 1 - ore 0410

Polly fece ricorso a tutto il suo addestramento per riuscire a distogliere gli occhi da quell'involucro vuoto che giaceva sul pavimento rialzato del teletrasporto.
A girarsi verso Ferguson fu il Maggiore Miller.
Ferguson, non ricevendo risposta dalla donna, aveva cercato il motivo della sua evidente distrazione ed alla fine i suoi occhi erano stati catturati dall'intrico di circuiti in parte fusa in parte fumante.
L'odore iniziava a permeare l'ambiente, nonostante la ventilazione forzata, e non era l'odore acre della carne colpita da un phaser.

Quell'attimo di stupore, ritardato rispetto a quello della Miller, gli fu fatale.
Un singolo gesto, un movimento fluido come quello di un qualche forma di balletto in costume, e la mano della donna si abbatté con violenza sulla gola dell'assassino... poco importava che fosse l'assassino di un androide e non del Colonnello Miral.
"Volevi provare una lastra di monoberillio? Ora avrai modo di farlo."
Ferguson boccheggiava in cerca di aria, una mano si era precipitata alla trachea sfondata dal colpo di taglio del Maggiore Polyhymnia Miller nel vano tentativo di proteggerla da ulteriori assalti. Non si era aspettato la reazione di Polly e quella era stata la sua fine.
Non riuscì a coordinare i pensieri per alzare il braccio e sparare nuovamente, per liberarsi anche di lei come poco prima 'pensava' di essersi liberato di quell'andoriano... ma Polly non gli lasciò il tempo.

I due soldati che fino ad un attimo prima sembravano tenerla sotto tiro non avevano mosso un dito.
Non erano alla loro prima missione con quel Battaglione, avevano capito subito chi avrebbe avuto la meglio ed avevano scelto da che parte stare.
Sicuramente lei sapeva che non si sarebbe potuta fidare totalmente di loro... il giorno in cui si fosse dimostrata debole... un giorno, ma non quel giorno.


Sottosuolo di Exo III - Da qualche parte - 0520

Avevano camminato tra anfratti dei corridoi.
Appostamenti, attese silenziose nell'ombra... brevi corse fino all'anfratto successivo.
Il loro percorso continuava a scendere leggermente, ed il gruppo continuava a camminare con il Colonnello Miral davanti ai suoi uomini.
I corridoi sembravano tutti uguali, tutti perfettamente identici a quelli percorsi prima.
In alcuni casi avevano incrociato persone... o androidi... non avrebbero mai potuto scoprirlo se non sparando una raffica di phaser per far uscire sangue o circuiti da quei corpi apparentemente perfetti.
Corridoio dopo corridoio nel silenzio più totale.
Laboratori, alloggi, una serra, alcuni locali vuoti, nessun animale...
Ad ogni anfratto, quando nel rumoroso silenzio dove ogni comunicazione era fatta di gesti e sguardi, di lievi movimenti delle dita o direzioni indicate con il phaser scaricavano tutto quello che vedevano, raccoglievano e vedevano in un contenitore comune. Un D-Pad carico di informazioni ed uno zaino pieno di reperti che sicuramente il Comandante Bellatrix si sarebbe divertita ad analizzare.
Il risultato che ne stava uscendo era una mappa del sottosuolo di EXO III più accurata di quanto i servizi segreti avessero mai fornito loro.


Sottosuolo di Exo III - Laboratorio animazione 1 - 0630

Erano riusciti a fermare quei MACO imperiali, anche se qualche sparuto gruppetto di quei bastardi vestiti di nero poteva essere ancora in giro.
Il piano doveva andare avanti. Il 'suo' Colonnello era riuscito ad infiltrarsi sulla Thunder, ora era nel silenzio dell'essere in territorio ostile. Il prossimo contatto con quella sua creatura lontana sarebbe avvenuto tra qualche ora, ma non c'erano dubbi sulla riuscita. La disfatta dei MACO era un chiaro indizio del fatto che tutto stava prendendo la piega voluta.
I dati del personale della Thunder, che aveva ricevuto, si erano rivelati utili... molto utili.
Ora toccava al Capitano Seldon... ma dopo...
Il dottor Korby si volse verso il tavolo accanto e sollevò il telo che copriva la sua opera. Un androide dalle sembianze femminili, al quale aveva già dato le sembianze esteriori del Primo Ufficiale della più importante nave della Flotta Imperiale.
Il colore della pelle ancora non lo convinceva appieno.
Era una sfida... i feromoni deltani e quelli orioniani... tutti i suoi studi per rendere le sue creature vive sarebbero stati messi completamente alla prova con quei due androidi.

Tornò a voltarsi verso il Capitano ed abbassò lo sguardo sul suo lavoro. Era il momento di iniettare la personalità in quell'involucro vuoto e rendere vivo il suo deltano.


ISS Thunder - Nel frattempo

Nell'ufficio del Capitano Seldon le teste pensanti erano riunite a colloquio.
Su un angolo della scrivania aveva preso posto Alejana, quasi a voler mantenere una qualche forma di linea di difesa tra Ricardo e l'ufficiale politico, seduta poco distante dalla scrivania, e dal Maggiore Miller, che al momento comandava il 47° Battaglione MACO.

"Comandante King, notizie dell'androide?"
"Le analisi stanno dando risultati estremamente particolari Capitano. Una cosa è certa, entrambi sono frutto della stessa tecnologia, per inciso molto più evoluta di qualunque sia stata fino ad ora visionata dai tecnici Imperiali."
"Potenzialità?"
"Non siamo ancora in grado di dirlo con sicurezza. Da quello che ci ha detto il Comandante T'Val ed il risultato delle analisi possiamo dire che questi androidi hanno anche la capacità di auto-riprogrammarsi se non altro per quanto riguarda l'aspetto fisico esteriore. Questo li rende particolarmente difficili da rintracciare e riconoscere. Stiamo cercando di tarare i sensori in modo da poterli rilevare, ma non sarà un lavoro facile."
"Capitano... - interruppe il Maggiore Miller - ... posso tranquillamente dirle anche io che questi androidi sono praticamente indistinguibili dagli essere viventi. Ero convinta di essere risalita a bordo con il Colonnello Miral, e sono stata convinta per qualche istante che Ferguson lo avesse ucciso... dato che ovviamente così non è stato credo la nostra priorità ora sia dare supporto ai nostri uomini ancora su EXO."
"Maggiore... capisco il suo legamene con il 47°, sicuramente fa parte del vostro addestramento, ma io sono il Capitano della Thunder e le mie finalità possono essere diverse dalle sue. Ciò nonostante in questo caso credo che i nostri interessi possano avere un punto di incontro. Dobbiamo sapere se il Colonnello Miral è ancora vivo. Se così fosse potremmo avere l'infiltrato migliore possibile dietro le linee del nemico. Idee di come sia possibile contattarlo Maggiore?"


Sottosuolo di Exo III - Da qualche parte - 0715

Il Colonnello Miral stava camminando davanti ai suoi uomini. Avanzavano furtivamente da quasi tre ore nei meandri del sottosuolo di quel pianeta. Ne stavano tracciando una mappa più accurata di quanto i servizi segreti avevano mai fornito.
Inizialmente aveva dovuto rimettere Vargas al suo posto con fermezza, quando il Sergente si era spinto inizialmente in testa al gruppo. Sicuramente la logica di tenere al coperto il capo c'era... ma in quella situazione preferiva andare avanti lui. Fino a quel momento erano riusciti a tenersi nell'ombra.
Stavano risalendo.
"Vargas..." la voce era poco più che un sussurro.
Il sergente si avvicinò nel silenzio più totale, e non serviva c'erto che annunciasse il suo arrivo.
"...c'è un'altra uscita qui. Stiamo risalendo verso la superficie. Qual è esattamente la distanza dal punto di entrata?"
"Percorso effettivo 3Km, in linea d'aria 1Km e 753metri dal punto di entrata, 10° a nord-est."
"Verifichiamo se l'uscita è sorvegliata... potrebbe essere secondaria o abbandonata, sarebbe la nostra fortuna."
"Dovrei andare io."
"Vargas..." fu interrotto dal sergente, che probabilmente aveva pescato tutto il suo coraggio per interrompere il rispettato e temuto Colonnello Miral.
"Credo sia meglio Colonnello. Se dovesse succedere qualcosa solo lei sarebbe in grado di decidere come andare avanti. Sono Sergente per qualche motivo... altrimenti sarei Colonnello!"

Miral sapeva apprezzare il coraggio, non solo sul campo di battaglia.
La sua risposta fu semplicemente un passo indietro.


ISS Thunder - Laboratorio scientifico - 0730

Bellatrix era in uno stato di estasi.
Quello era sicuramente il suo stato d'animo in quel momento. Il suo cervello preso dalla ricerca e dall'analisi di quei due androidi stava generando una tale dose di endorfine che probabilmente niente in futuro l'avrebbe mai fatta sentire allo stesso modo.
Passava da un tavolo all'altro, analizzando entrambi gli androidi.
Quello che rimpiangeva era di non avere nemmeno uno di quei cervelli completamente intatto.
* Perché mai tendiamo sempre ad uccidere gli altri distruggendo il volto? La testa? Guarda quanta teconologia sprecata! *

Quando entrarono in delegazione il Primo Ufficiale e la MACO praticamente non li degnò quasi di attenzione.
"Mi pareva fosse usuale salutare un ufficiale superiore."

Bellatrix percepì chiaramente che nella voce di Alejana non c'era una reale minaccia, ciò nonostante si esibì in un perfetto saluto come da prammatica.
Lo sguardo dell'orioniana in effetti si era concentrato sugli androidi non appena entrata nel laboratorio. Chiara evidenza della sua esperienza personale pregressa. Scienza e medicina in fondo avevano fatto parte della sua vita per troppi anni perché potesse accantonarli semplicemente perché ora rivestiva il ruolo di Primo Ufficiale.

"Ci serve sapere se sarebbe possibile usare questi androidi per comunicare con il pianeta..."


Superficie di Exo III - 0800

Erano usciti da circa 30 minuti.
Avevano trovato una piccola grotta poco distante, facilmente difendibile in quanto l'ingresso era in alto, sul fianco di una collina.
Poco distante un soldato stava inventariando tutto quello che erano riusciti a portare con loro, o prendere nel loro percorso attraverso i tortuosi corridoi della base sotterranea.
"Colonnello!" Miral si girò rapidamente, anche per zittire il soldato, la situazione era comunque a rischio e non era il caso di farsi sentire.
"Moderi il volume Soldato! Cosa c'è di così urgente."
"Questo Signore... è un pezzo di uno di quegli androidi..."
"Che pezzo di androide?"

Il Sergente Vargas si avvicinò al soldato e si inginocchiò al suo fianco.

"Credo sia una parte di uno di quei cervelli signore... - allungò una mano - ...si ricorda quel tizio in camice bianco? Accendeva quelle macchine toccando qualcosa...."

Nel momento in cui la mano si posò su quel pezzo di tecnologia alcune luci presero a pulsare sotto la superficie, colori che si rincorrevano ora lenti, ora veloci.
Gli occhi di tutti gli appartenenti a quel gruppo di MACO sopravvissuti si puntarono su quelle luci.

Fu in quel preciso momento che una voce che nessuno di loro si aspettava di sentire in quella grotta.

# Colonnello Miral, qui Maggiore Miller mi sente? #