Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della ISS THUNDER,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM
Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della ISS THUNDER, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.
Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.
Anno pubblicazione 2014
Capitano Ricardo Seldon Capitano | Colonnello Miral del clan Chelak Colonnello Maco | Comandante Alejana King Primo Ufficiale | Tenente Comandante T'Val Ufficiale Politico | Tenente Bellatrix Laris Ufficiale Scientifico Capo |
Capitano Ricardo Seldon Riccardo Castagna | Colonnello Maco Miral del clan Chelak Emanuele Oriano | Primo Ufficiale Alejana King Martina Tognon | Ufficiale Politico T'Val Elena Fuccelli | Ufficiale Scientifico Capo Bellatrix Laris Laura Core |
Prima Missione
ISS Thunder 17/10/2280 ore 06.35
Alloggio del capitano Seldon.
Il computer aveva iniziato a diffondere per la stanza le note della Radetzkymarch di Johan Strauss a mo' di sveglia, aumentandone progressivamente il volume.
Alejana si alzò dal letto diede l'ordine al computer di terminare il brano ed entrò in bagno.
Ricardo sembrò quasi sollevato dalla ritrovata quiete nella stanza e si rigirò pigramente tra le lenzuola del letto che sembrava più un campo di battaglia che un giaciglio ove riposare dopo le fatiche giornaliere il leggero picchettio dell'acqua poi contribuiva a conciliare il suo sonno.
Alejana uscì dal bagno, fasciata in un telo di cotone che ne esaltava le curve mozzafiato, si chinò a raccogliere la casacca di Ricardo da terra che gli gettò addosso. "Svegliati! Non è possibile che tu dorma ancora!" ridendo compiaciuta dal fatto che grazie alla sua "opera"il suo uomo era ancora senza forze.
"Finchè potrò cercherò di riposarmi il più possibile - disse stiracchiandosi e sbadigliando rumorosamente - in missione non avremo tanto tempo.... Ehii...- guardando Alejana di traverso - se vai in giro così potresti provocare un ammutinamento del mio equipaggio. Quasi quasi ti obbligo ad indossare una tunica da monaco vulcaniano!"
"Sei un ...un..." sibilò lei sorridendo mentre lui, completamente nudo, l'abbracciò e la ricondusse nuovamente sotto la doccia.
"Non dovremmo sprecare l'acqua....."
"Finchè saremo in orbita su Marte potremo avere tutta l'acqua che vogliamo. E' il privilegio dei comandanti."
La doccia continuò a scrosciare, quasi coprendo i rumori del computer che segnalava l'arrivo di una comunicazione.
"Dannazione!" Ricardo uscì di corsa dal bagno, fasciato dalla cintola in giù da un asciugamano. Rispose indispettito al terminale =^=Che succede?=^=
=^= Capitano, il Governatore Klink desidera parlarle con urgenza =^=
=^= A quest'ora?!? Non può aspettare quel vecchio rimbambito!=^=
=^= Sembra di no, capitano - disse la bella guardiamarina Kalama -.... e se posso aggiungere un commento....=^=
=^= Parli pure, signor Kalama=^= rivestendosi di fretta mentre la giovane centrafricana ammirava con un sorriso inequivocabile lo spettacolo del suo capitano seminudo.
=^= Era abbastanza irritato.... ed ho intravisto l'ammiraglio Vorshak =^=
=^= Mi passi la comunicazione con quel vecchio barbagianni, allora!=^=
=^= Buongiorno "Capitano" - il tono di Klink e l'accento sul grado di Seldon erano testimoni dell'irritazione del governatore per i recenti successi di suo genero - devo vederti immediatamente. Ti aspetto =^=
=^= "Governatore" - disse Seldon ricalcandone l'intonazione - sa benissimo che non posso lasciare la nave. Devo seguire in diretta i preparativi per salpare. Sono operazioni alle quali un comandante non può sottrarsi. Se vuole, Governatore, lei sarà mio gradito ospite a bordo....=^=
=^= Capitano Seldon - disse una voce fuori campo - Sono io che voglio vederla =^=
Klink orientò la telecamera verso l'ammiraglio e Seldon per un attimo sembrò trasalire per la sorpresa.
=^= Ammiraglio...io non sapevo...=^=
=^= La aspetto, Seldon. Chiudo =^=
"La vita di un capitano non è mai facile, vero?" disse Alejana appoggiandosi da dietro alle sue spalle e carezzando il suo petto.
"Non ho mai detto che sia facile. Stimolante, affascinante, eccitante..... ma non facile" si aggiustò la casacca verde bordata in oro ed uscì dall'alloggio.
Pianeta Marte - Residenza del Govenatore Alistair Wilhelm Klink. Ore 8,00.
Lo studio di Klink era qualcosa che richiamava alla sua memoria una specie di museo. Vecchi e preziosi libri, busti, dipinti. Sebbene quel luogo fosse luminoso, dava la sensazione di qualcosa di vecchio e stanco. Seldon non si sentiva a suo agio in quella stanza e suo suocero lo sapeva. Ecco perchè l'aveva convocato proprio in quel posto.
Klink entrò tenendo il suo fido frustino sotto l'ascella destra, pavoneggiandosi con l'ammiraglio, aggiustandosi più per vezzo che per necessità il monocolo sull'occhio sinistro.
L'ammiraglio, facendo invece onore alla propria natura vulcaniana, trovava inutili tutti gli atteggiamenti di Klink. L'eccessiva distanza fisica che manteneva da Klink dimostrava quanto quell'uomo non incontrasse la sua approvazione e si domandava come un essere così insignificante fosse riuscito a diventare governatore. La presenza di Klink lo irritava, ma non poteva farne a meno. Almeno per ora.
Appena vide Seldon, ebbe la scusa per disinteresarsi del governatore e raggiunse il capitano che scattò sull'attenti.
"Niente convenevoli, Capitano. Immagina perchè io sia qui, vero?"
Ricardo pensava almeno a tre valide ragioni per le quali un pezzo da novanta come Vorshak poteva lasciare la sua comoda poltrona sulla Terra, ma si guardò bene dal manifestarle.
"No, Signore." disse Seldon cercando di mostrarsi del tutto ignaro dei supposti motivi della presenza di Vorshak.
L'ammiraglio, con l'eleganza che contraddistingueva la sua specie, incrociò le braccia dietro le spalle e chiese :" Capitano, cosa sa del Dottor Korby?"
"Korby? - aggrottando le sopracciglia - l'archeologo?"
"Proprio lui. Il Dottor Korby ha reso enormi servigi al nostro impero. L'imperatore stesso è un suo ammiratore"
"Non credevo che l'imperatore fosse un appassionato di archeologia, ammiraglio"
"L'imperatore è un uomo pratico che mira alla conservazione ed al consolidamento dell'impero. Il Dottor Korby è tornato su Exo III due anni fa. Sappiamo che ha fatto una scoperta sensazionale - porgendo un d-padd al capitano - che non deve essere divulgata una scoperta che servirà a fortificare il nostro esercito e ci permettera di fronteggiare eventuali rivolte dei modi periferici."
Seldon, leggendo i dati del d-padd "Sensazionale! Androidi che si confondono con gli uomini, perfetti sotto ogni profilo. Delle vere macchine da guerra, truppe d'assalto che non sentiranno mai la fame, il freddo e la stanchezza".
"Vedo che ha compreso la portata della scoperta, capitano. Inutile dire quanto il lavoro di Korby sia fondamentale per la sopravvivenza dell'impero, sopratutto dopo le riforme. Korby, il suo lavoro ed il procedimento per la creazione degli androidi devono assolutamente giungere sani e salvi sulla Terra. Lei dispone della migliore nave dell'impero ed anche del miglior equipaggio. Non accetterò un fallimento, Seldon. Provveda alle operazioni necessarie per affrontare il viaggio e salpi subito. Se ha bisogno di altri mezzi od altro personale mi faccia sapere direttamente. Provvederò a farle avere quello che serve. Ulteriori dati le verranno forniti tramite i canali riservati".
Seldon restituì il d-padd all'ammiraglio.
Vorshak guardò con curiosità il capitano e poi il governatore, poi disse :" Ovviamente, Governatore, l'Imperatore si aspetta la sua massima collaborazione con il capitano Seldon. E lei Seldon spero che non lesinerà di richiedere quanto necessario al Governatore, vero?"
Klink trasalì e disse "Assolutamente Ammiraglio" quasi scattando sull'attenti.
Ricardo avrebbe voluto ridere in faccia a suo suocero, immaginando la rabbia che quella vecchia cariatide stesse provando nel sapere di poter disporre di lui quasi a suo piacimento.
" I desideri dell'Imperatore saranno senz'altro esauditi" aggiunse il governatore
. "Bene Seldon. Può andare. Si prepari a salpare al più presto possibile. Lunga vita e Fortuna"
"Per l'Impero". Ricardo portò il pugno al petto e poi stese la mano. Uscì dalla stanza e si recò all'hangar navette.
ISS Thunder - 17/10/2280 - ore 09,00 - Plancia
"Capitano, ci sono due messaggi per lei" disse la bella guardiamarina Kalama.
"Nel mio ufficio ..... comandante King mi segua."
Appena dentro il capitano informò Alejana del suo colloquio con l'ammiraglio Vorshak. L'orioniana non credeva alla proprie orecchie.
"Ti rendi conto di cosa vuol dire questa missione?"
"Sì, mi sto giocando la carriera. Se riesco avrò le porte dell'ammiragliato aperte, diventerò il pupillo dell'impertore, controllerò quel rimbambito di mio suocero e potrò sbarazzarmi di mia moglie senza problemi. Con quegli androidi potrei prima fare fuori quei burattini agli ordini del pelleblu con le antenne da lumaca.... e poi....."
"Mirare direttamente alla conquista de...."
"Ssssttt....- mettendole l'indice perpendicolare alla linea delel labbra- Sai meglio di me che qui anche le paratie hanno le orecchie" .
"Va bene tesoro.... -gli accarezzò il volto e lo baciò - lo sai che sono sempre con te?"
Rimasero avvighiati per qualche minuto, finchè il guardiamarina Kalama chiamò Seldon all'interfono.
=^= Capitano, il comando attende urgentemente risposta ai due messaggi che le ho girato nel suo computer=^=
=^= Va bene Kalama. - disse stizzito Seldon - rispoderò subito. Chiudo=^=
"Vediamo un po'...... ci assegnano un nuovo ufficiale scientifico. Tenente Comandate Bellatrix Laris....NO! - sbattendo il pugno sul tavolo - Una mezza betazoide! Maledizione! Un tiro mancino di quell'orecchie a punta di Vorshak!"
"Stai calmo Ricardo, vediamo che succede. Magari riusciamo a portarla dalla nostra parte......alle volte non ti riconosco, sai?"
"Hai ragione, Alejana."
"Leggi l'altro messaggio"
"Uhmmm......i dati esecutivi e le disposizioni per la nostra missione." =^= Computer, salva i dati nella memoria riservata con accesso criptato. =^=
=^= Eseguito=^=
=^= Seldon a Kalama. Accusi ricevuta dei messaggi al Comando di Flotta e convochi uan riunione degli ufficiali superiori tra un ora. Seldon Chiudo=^=
"Ed ora tesoro - guardò con occhi languidi il primo ufficiale - questi incontri con le teste d'uovo della Flotta mi mettono sempre in tensione....e tu hai molto a cuore la salute psico-fisica del tuo capitano, vero??"
Pochi attimi dopo si ritrovarono avvinghiati sul divano.......
ISS Thunder - 17/10/2280 - ore 09,52 - Ufficio del Capitano Seldon
"Odio le cose fatte di corsa..." Alejana stava sistemandosi il top striminzito dell'uniforme, appollaiata sulla scrivania del suo amante. Ricardo la osservava... non era mai riuscito a capire che comodità potesse esserci nel stare seduti in quel modo.
"Resterai intimamente una scienziata per tutta la vita vero tesoro? Per te le cose vanno sempre analizzate in ogni minima sfaccettatura."
Alejana lo osservò di traverso "Non prendermi in giro, sai bene che mi riferivo semplicemente al fatto che non mi basta una mezz'oretta di corsa per ritenermi soddisfatta della tua prestanza! Se poi vogliamo sviscerare la mia psicologia... io adoro 'analizzarti' nei minimi dettagli!"
Ricardo stava soffocando volontariamente una risata cristallina.
Quel modo di ridere non si addiceva ad un Capitano della Flotta Imperiale, soprattutto perché sembrava dare sfogo ad una gioia ed una allegria che non potevano sicuramente adattarsi alla sua figura. Era preso da Alejana, e non solo per motivi legati ai feromoni della sua natura orioniana o per l'aiuto che poteva ottenere da lei per la sua carriera.
Ma quel loro mondo non era idilliaco, anche con lei non poteva abbassare del tutto la guardia, essere totalmente rilassato... anche se a volte avrebbe voluto. Se sarebbero sopravvissuti entrambi per qualche altro anno, magari ci sarebbe stata qualche opzione alternativa. Ora la loro carriera li metteva nelle condizioni di essere sempre potenzialmente uno contro l'altro.
"Andiamo Alejana. Ho indetto una riunione ed anche se IO posso permettermi di arrivare leggermente in ritardo, non credo la cosa valga anche per te... - attese che la donna si alzasse dalla scrivania e gli passasse di fianco prima di continuare - ...peccato che la gonna sia così lunga, il tuo fondoschiena meriterebbe di essere ammirato!"
Alejana non ebbe modo di replicare dato che la porta si stava già aprendo sulla plancia, ma il lampo negli occhi lasciava presagire una vendetta che poteva essere dolce o meno... dipendeva da come si sarebbe svolta la giornata.
ISS Thunder - ore 10,10 - Sala tattica
Seldon entrò con passo deciso nella sala. I suoi ufficiali scattarono tutti in piedi per il saluto richiesto alla sua comparsa. Ovviamente tutti sapevano che Alejana era la sua concubina, ma in pubblico anche a lei era richiesta la formalità di un saluto. Sarebbe sembrato fuori luogo il contrario.
Un pensiero gli attraversò la mente.
*Chissà come sarebbe il nostro rapporto se fossi io a dover fare il saluto al suo ingresso in una stanza*
Accantonò il pensiero prima che la betazoide che era stata affibbiata loro percepisse qualche cosa e prima che l'idea di dover fare il saluto ad Alejana gli facesse perdere il controllo necessario per portare avanti quella riunione informativa.
Lasciò scorrere solo per un momento lo sguardo sui presenti. Non aveva ancora tutto il personale a bordo, ciò nonostante dovevano prepararsi a partire per una missione. Ricardo non si permise di perdere più di qualche istante, il rischio sarebbe stato quello di sembrare indeciso.
Nel frattempo la sua mente stava facendo un rapido riassunto mentale delle notizie che aveva scelto di comunicare agli ufficiali. Dovevano essere sufficienti per inquadrare la situazione, ma non doveva scoprire il fianco.
Il numero di trame che si sviluppavano all'interno di un equipaggio imperiale era, contro ogni logica matematica, infinito... e quindi il rischio per un Ufficiale in alto nella scala gerarchica aumentava esponenzialmente.
"Buongiorno signori. Sono stato convocato sulla superficie del pianeta - non sottolineò che sicuramente tutti già lo sapevano - nell'ufficio del Governatore Klink. La situazione è particolare. Uno degli uomini di fiducia del nostro Imperatore è sparito. Sul monitor vedrete ora di chi stiamo parlando..."
La scelta era chiara... non doveva sicuramente far troppa pubblicità alle scoperte relative agli androidi, ma doveva trovare un modo per stimolare l'equipaggio nella partecipazione a quella missione. Quindi cosa meglio se non dare a tutti l'idea che potessero fare qualche cosa di buono per il 'loro Imperatore'???
Sapeva, ne aveva la certezza, che tutti avrebbero dato per scontata la presenza di almeno un'altra motivazione, ma il tempo che avrebbero impiegato a scoprire tutto poteva giocare a suo vantaggio.
Riprese la parola "...sono certo che tutti voi avete riconosciuto in quelle immagini il Dottor Korby, noto 'archeologo di corte'. - il tono sarcastico fu dosato ad arte - Come molti di voi anche io, da militare, non capisco onestamente l'utilità di questa figura, ma so una cosa... - si interruppe di nuovo per volgersi di nuovo verso gli astanti - ...che per il nostro Imperatore riveste un ruolo importante. E per noi è importante l'Imperatore... quindi è nostro dovere come Ammiraglia della Flotta Imperiale di andare ad indagare."
Il comandante King prese la parola "Trovo che sia uno spreco utilizzare la Thunder per questo genere di missione..."
Seldon intimamente la lodò *Brava ragazza, mi dai modo di far percepire che il nostro rapporto non è troppo stretto, aprendo ipotetiche brecce dove qualcuno potrebbe volersi inserire* e si girò accigliato verso di lei.
"Non sta a noi giudicare, a noi sta il compito di obbedire agli ordini. Per lei Comandante King l'ordine è quello di verificare lo stato della nave, partenza prevista per le 12.00 ora di Marte. Sono certo che lo farà e BENE?"
ISS Thunder - ore 11,55 - Plancia
Alejana era seduta al posto del Capitano, fino a che Ricardo non fosse entrato quella sedia le sarebbe appartenuta. Non le era mai più che tanto interessato il comando vero e proprio, era stato quasi un incidente di percorso. Stava pigramente seduta, una gamba ripiegata ed una allungata, lo stivale nero la fasciava ed il giovane guardiamarina seduto al timone ogni tanto si girava seguendo quel nero fino quasi a dove lasciava lo spazio al verde pallido della sua pelle.
Lei non se accorgeva quasi, un po' era abituata ad essere osservata... un po' si godeva quei momenti di euforia prima della partenza. Stava giocando con le dita sul bracciolo della poltrona quando sentì la porta aprirsi, seppe che era Ricardo senza nemmeno doversi voltarsi per controllare.
Si alzò immediatamente, i movimenti erano fluidi come quelli di un felino terrestre e lasciando il posto al suo amante si posizionò al fianco della poltrona, appena indietro.
"Rapporto Comandante King."
"Tutti i sistemi sono efficienti Capitano. Il personale assegnato è risalito a bordo. Siamo pronti a lasciare l'attracco al suo ordine."
Ricardo si voltò verso di lei per rivolgere un cenno di assenso.
Osservò per un momento lo schermo davanti a lui mentre, senza sapere che stava ripetendo un gesto compiuto solo pochi istanti prima dalla sua concubina, scorreva le dita sul bracciolo della poltrona.
"Guardiamarina Tucker... rotta per EXO III... - attese per essere certo che il ragazzetto avesse eseguito per poi dare l'ordine che aspettava di dare da mesi - ...Guardiamarina Tucker, energia!"
ISS Thunder - ore 14,30 - Palestra 1
Alejana stava sfogando tutta l'energia rabbiosa che aveva in corpo correndo su uno dei nastri predisposti per l'allenamento fisico del personale.
Aveva volutamente fatto quella battuta durante la riunione perché sapeva che era la cosa migliore.
Ricardo stava rivestendo un ruolo importante nella sua vita, non solo perché per la prima volta si era quasi scelta il protettore... ma anche perché quel deltano le piaceva. Stavano alla pari come armi 'fisiche' il che la spronava ad usare il cervello più di quanto normalmente si fosse trovata a dover fare con gli altri suoi amanti.
Ciò nonostante la sua risposta, ovviamente prevista, le aveva creato un moto di rabbia che ancora le stringeva lo stomaco in una morsa ferrea.
Il giovane Guardiamarina Xian Piao entrò in palestra per una seduta di allenamento, il braccio scattò nel saluto regolamentare che Alejana ignorò bellamente, poteva pure essere il nipote dell'Imperatore, ma per ora era solo un guardiamarina! Il ragazzo non era forse il massimo della furbizia, ma non era neppure così stupido da pensare di essere al sicuro solo per le sue parentele, quindi senza dare il minimo peso alla cosa si avviò all'altro angolo della stanza, quasi volesse evitare ogni contatto con il Comandante.
Con un salto laterale Alejana scese dal tappeto mobile, fasciata nell'abito che usava per allenare il corpo era oltremodo sensuale. Non avrebbe avuto in quel momento alcun bisogno di ricorrere ad altre armi che non fossero il suo corpo e quei riccioli ribelli, inumiditi dal sudore, che le incorniciavano il viso. Ciò nonostante provava un feroce desiderio di fare qualche cosa per sfogare l'irritazione che provava ancora per quella frase del suo amante.
Si avvicinò quindi al giovane cinesino che l'aveva così accuratamente evitata. L'umano non osservava il corpo di Alejana, né tanto meno i suoi capelli o il suo 'abito'... ma la percepiva perché così voleva in quel momento l'orioniana.
Il viso verde si avvicinò implacabile a quello del Guardiamarina.
L'umano non riusciva a muoversi, una sola goccia di sudore scendeva lungo il viso.
Alejana con la punta della lingua raccolse quella singola goccia di sudore "Fai parte della sezione ingegneria vero? Credo di aver letto il tuo curriculum.... è il dovere di un buon primo ufficiale."
Il tono era suadente, avvolgente... "Ssssì... sì... Guardiamarina Bao Xian Piao Signore!"
"Bene Guardimarina... sei il nipote dell'Ammiraglio vero? Chissà quanto è fiero del nipotino... potrò contare su di te vero? Io non sono molto brava con le cose... ingegneristiche..."
"Sì Signore! Sicuramente Signore!"
"Grazie... Xipi...."
Tanto lentamente si era avvicinata alla donna, tanto velocemente si allontanò uscendo dalla palestra e lasciando nell'umano una sensazione di stupore e desiderio.
*Accidenti! In che guaio sto per finire? La donna del capitano!!!* il pensiero ci mise un po' per farsi strada nella sua mente ottenebrata dalla presenza di Alejana, mentre si passava la mano sul viso... tanto che non si avvide della vulcaniana che lo stava osservando interessata.
"Signor Xiao Piao, crede di riuscire a ritornare tra noi in tempo per la sua promozione a Tenente JG?"
Il cinese spalancò gli occhi sorpreso per come si era fatto sorprendere.
"Signor T'Val... - il braccio scattò ancora una volta nel saluto imperiale - ...chiedo scusa per la disattenzione."
La vulcaniana gli girò intorno fino a posizionarsi alle sue spalle, poi gli si riportò di fronte.
"Mi pare evidente che l'orioniana ha bisogno di lei per motivi che non sono legati al letto. Possiamo sicuramente lavorarci su....."
ISS Thunder - ore 19,30 - Alloggio della comandante T'Val
Era stato facile. Molto facile. Anzi: sorprendentemente facile.
T'Val considerò il corpo disteso, addormentato sul suo letto. Il
guardiamarina Xian Piao giaceva addormentato sul dorso, con un braccio
ripiegato sulla testa e l'altro allungato verso di lei. T'Val afferrò un
lembo del lenzuolo, e piano lo tirò via, scoprendone il corpo nudo, glabro
in maniera quasi infantile.
Troppo facile?
Il pensiero le fece aggrottare le sopracciglia. Si, riflettendo, era stato
talmente semplice da essere quasi sospetto. Alejana King aveva esercitato i
suoi ferormoni su di lui per poi abbandonare la scena, lasciando il
guardiamarina incapace di pensare a niente altro che il proprio desiderio.
Possibile che lo avesse fatto apposta per spingerlo nel suo letto? O per
spingere lei a portare il ragazzo nel proprio letto?
Scosse la testa. No, era difficile che l'orioniana sapesse che lei era nei
dintorni, o che il guardiamarina Xian Piao era uno dei motivi della sua
assegnazione a bordo di quella nave. E poi, se di una cosa poteva essere
sicura, era che non avrebbe trovato un'alleata nell'amichetta del capitano.
Né la comandante King l'avrebbe trovata in T'Val, del resto...
Il ragazzo si agitò leggermente nel sonno. Forse stava cominciando a
risvegliarsi. Doveva mettersi al lavoro, se voleva concludere rapidamente
quella missione.
Lasciò cadere a terra il lembo del lenzuolo, quindi tornò verso il letto,
scivolando silenziosamente accanto all'uomo addormentato. Montò sopra di
lui, senza far caso all'odore acuto del sudore che le saliva alle nari.
Afferrò piano il braccio che teneva sul volto, e lo scostò. Gli occhi del
ragazzo si agitarono. Sentì i muscoli del suo corpo che si irrigidivano, ma
T'Val trovò i punti che cercava sul volto di lui.
"La mia mente è la tua mente..." - mormorò - "La mia mente è la tua mente"
La mente di lui era rilassata, era facile, e se ne fece assorbire,
lasciandosi immergere dalle sue onde. Chiuse gli occhi mentre le si
affollavano di fronte agli occhi dozzine di immagini diverse, caotiche,
luminose e distanti come attraverso un sogno. Era bellissimo, ma sapeva di
dover ordinare, catalogare quelle immagini, imponendo la sua volontà, o ne
sarebbe stata travolta. Con uno sforzo lo fece.
"Pensa... Pensa alla missione!" - ordinò - "Pensa!"
La mente obbedì. Le immagini parvero confondersi, poi ricomporsi. T'Val
riconobbe il proprio volto, ma aveva la pelle color verde di Alejana.
Percepì il calore del desiderio, riconobbe l'ombra che si agitava su di lui,
come lo aveva fatto lei poco fa...
"No, non questo!" - mormorò - "La tua missione, Bao!"
I ricordi nella mente di lui si confusero ancora. T'Val percepì netta una
linea di resistenza, come se il ragazzo anche nel sonno, cominciasse a
rendersi conto della presenza estranea e stesse cercando di reagire.
"No, Bao..." - disse T'Val - "E' inutile, non puoi resistermi!"
Nella sua mente apparve una linea sinuosa, e la seguì. C'era l'ammiraglio,
lo zio del ragazzo, che diceva qualcosa, ma le sue parole erano oscurate.
Capì di non poter forzare di più. Se il ragazzo avesse fatto resistenza più
del dovuto, la fusione mentale avrebbe danneggiato le sue funzioni primarie,
e sarebbe stato del tutto inutile... Oltre che controproducente. Doveva
accontentarsi di vedere... Che cosa?
T'Val era nella sua mente. I suoi passi erano i passi di Bao Xian Piao, che
percorreva un corridoio. Lei sentiva il suo orgoglio, la sua certezza di
essere chiamato ad una impresa importante. Sentì qualcuno che parlava,
parlava di una fiaba.
L'ammiraglio.
Ma ancora non riusciva a sentire le parole. Una porta si apriva, c'era un
logo sulla porta, ma T'Val non riuscì a riconoscerlo. Dove si trovava?
Una sala.
Di nuovo la fiaba... La fiaba su una fanciulla addormentata, che aspetta il
bacio del principe azzurro per poter essere risvegliata.
Che cosa poteva voler dire, pensò T'Val. Che senso hanno le fiabe?
Finalmente la vide. Una bara. O una teca. Una teca in cristallo. E dentro la
teca, una bambola.
Sentì qualcosa cedere. La mente del guardiamarina non le resisteva più.
T'Val, nei ricordi di Bao, si avvicinò. Non era una bambola, ma una donna,
distesa nuda all'interno della teca. Una donna, apparentemente umana, dai
capelli biondi sparsi sul cuscino, e gli occhi spalancati e azzurri, fissi
come quelli di una bambola. Attorno al collo c'era una sorta di collare
metallico, simile a quelli che un tempo si mettevano agli schiavi. Dal
collare pendeva una targhetta dorata dai caratteri indecifrabili. La mente
di Bao lesse per lei:
"E' un numero. Uno. Zero. Otto."
"Esatto, guardiamarina!" - la voce dell'ammiraglio Xian Piao la colse di
sorpresa - "Sono contento che tu abbia studiato anche la scrittura dei tuoi
antenati"
"E' il mio modo per onorare la mia famiglia" - si sentì rispondere T'Val -
"Ma chi è questa donna?"
"Non è una donna" - rise l'ammiraglio - "E' un regalo. Un regalo
dell'archeologo di corte, il dottor Korby, ha inviato all'imperatore... O ha
tentato di inviare all'imperatore"
Il suo volto si irrigidì, mentre continuava:
"L'ultima comunicazione che ha fatto il dottor Korby dal pianeta Exo III
diceva che ci avrebbe spedito con una navetta un campione di quello che
aveva trovato sul pianeta"
"Ed è questa?" - domandò - "Una schiava?"
"La navetta è stata intercettata su una rotta differente da quella che
avrebbe dovuto seguire. Dopo un breve combattimento, è stata abbordata. Il
comandante di quella navetta ha trovato i cadaveri dell'intero equipaggio,
morti da molte ore... E lei, che ha ingaggiato battaglia, uccidendo altri
quattro incursori esperti prima che ne avessero ragione"
L'ammiraglio si era avvicinato alla teca. Premette un pulsante, e la teca si
aprì.
"Sembra la bella addormentata, vero?" - disse, sogghignando. Allungò una
mano. Il volto si scoperchiò.
"E' un androide!" - esclamò T'Val. Gli occhi azzurri da bambola posavano su
un ammasso di circuiti ed acciaio fuso.
"Esattamente" - disse - "Ed è un vero peccato che non sia in condizione di
essere esaminato a fondo. Il comandante del gruppo incursori è stato
obbligato a sparare. Questo non toglie che è finito sotto processo, per aver
danneggiato questo manufatto. La sua famiglia è già stata informata."
"Cosa volete che faccia, ammiraglio?"
"Ho manovrato perché tu sia assegnato alla ISS Thunder. E' la nave più forte
su cui possa contare la Flotta Imperiale, in questo periodo, e verrà spedita
ad investigare sul pianeta Exo II. Quando avrete avuto ragione di qualsiasi
resistenza troverete, voglio che sia tu il primo ad esaminare gli androidi.
Ed a cercare i loro progetti."
L'ammiraglio pose le mani sulla teca e la richiuse:
"Qualunque progetto, qualunque disegno troverete su Exo II, io lo voglio.
Per il nostro futuro e la gloria dell'imperatore, Bao. Voglio questi
androidi. E lo voglio in esclusiva... Non posso permettere che un intrigante
come l'ammiraglio Vorshak o quell'infido verme del governatore Klink mettano
le mani su qualcosa del genere"
Si girò verso T'Val. La vulcaniana poteva sentire i piccoli occhi
dell'ammiraglio penetrare in quelli di Bao, come se anche lui stesse
fondendo la sua mente con quella dell'altro.
"Quindi, appena avrai compreso come riprodurre questi androidi... Dovrai
distruggerli, Bao. Dovrai distruggerli tutti"
T'Val si staccò, quasi con violenza. Recuperò la pienezza della sua mente,
controllando il respiro. Dunque era questo... Chissà quanto di quello che
aveva appena scoperto era a conoscenza dell'ammiraglio Vorshak...
Si permise un accento di soddisfazione, considerando il corpo del giovane
guardiamarina, ancora addormentato. Era stato un buon pomeriggio.
Adesso, avrebbe dovuto lavorare perché anche il resto della missione fosse
proficuo.
Per lei, naturalmente...
Iss Thunder, sezione scientifica
18/10/2280 ore 8.03
Lo sguardo di Laris faceva paura. Serrò ancora di più gli occhi e si fece imponente, nonostante la bassa statura. Il guardiamarina davanti a lei, che eppure la sovrastava in altezza, sentì un brivido gelido lungo la schiena. Quella Betazoide aveva fra le dita la vita del suo sottoposto. E dall'occhiata non faceva presagire nulla di buono.
"Guardiamarina, è bene che lei sappia," la voce di Bellatrix sembrava risuonare fra le pareti del laboratorio come in un valico di montagna "sempre che ritenga la sua vita un dettaglio degno di nota, che quando il suo turno inizia alle otto e ha la malaugurata sfortuna di trovarsi nel mio stesso laboratorio, la voglio dietro gli strumenti allo scoccare dell'ora, non un secondo più tardi!"
La Betazoide era andata in un rabbioso crescendo e adesso nemmeno ascoltava la risposta confusa del suo sottposto.
"Sparisca, per questa volta"
Il guardiamarina non se lo fece ripetere due volte. Bellatrix si voltò nuovamente verso il computer. Ultimamente non tollerava gli umani.
*Un tempo non lo avresti lasciato andare vivo o comunque incolume... * si disse fra sé *...ti stai rammollendo*
Per evitare che il suo cervello divagasse fra pensieri legati e sentimenti contraddittori, si rigettò nel lavoro. O meglio, su quello che aveva percepito durante gli ultimi meeting col resto dell'equipaggio. Era materiale che non sapeva bene come usare o che importanza attribuirgli, dal momento che non sapeva mai se fidarsi o meno di quello che l'empatia le suggeriva: la mancanza di un'educazione di stampo telepatico la metteva sempre in dubbio. Attenendosi ai fatti, aveva percepito qualcosa nel discorso di Seldon, come un particolare che il capitano cercava di nascondere. Non aveva fatto in tempo a scoprire di cosa si trattasse e se avesse osato sondare ancora più a fondo sapeva che presto la Thunder avrebbe avuto un altro primo ufficiale scientifico. La convincevano poco anche l'ufficiale politico T'Val e il primo ufficiale King, soprattutto quest'ultima. Non ci aveva messo nemmeno un secondo per scoprire che era la concubina del capitano Seldon, cosa che l'aveva in qualche modo infastidita. Un po' perché non aveva mai sopportato gli Orioniani, specialmente se femmine, e il loro indissolubile binomio "sesso e carriera" un po' perché nascondeva qualcosa che sapevano solo lei e il capitano. Per capirlo però non ci voleva certo un'empatica...
Poi c'era la questione del guardiamarina Xin Piao, il nipote dell'ammiraglio, su cui tutte le donne con sufficiente ferramenteria sui polsini si erano avventate come mosche sul miele, convinti che quel ragazzo imberbe rappresentasse un appiglio sicuro nella scalata per la carriera. Ma non Bellatrix. Al pensiero, cercò di sistemrsi il top in modo da coprire qualche centimetro di pelle in più. Per lei, Xin Piao non rappresentava altro che un guardiamarina con la carriera spianata dal nepotismo, che con un po' di fortuna si sarebbe trovato capitano in capo a otto anni. Che poi fosse una spia piazzata dallo zio alle calcagna di Seldon, non le importava gran ché. Quelli erano affari del capitano e Bellatrix non si sarebbe curata del Cinese finché quest'ultimo non fosse comparso a darle noia alle soglie della sezione scientifica.
Laris si diresse nel suo ufficio a grandi passi, distribuendo occhiate di fuoco ai suoi sottoposti chini sulle consolle. Si gettò sulla poltrona, sistemando comodamente i piedi sulla scrivania. Poi accese il computer. Erano diretti verso Exo III, o almeno così aveva detto Seldon. Belltrix si domandò cosa mai potesse trovare di interessante l'impero in un pianeta praticamente morto. E ancor di più nell'archeologo di corte, un ruolo così inutile da essere quasi difficile da concepire. Ciò nonostante, non era Bellatrix a dare ordini con i galloni appuntati sulla casacca verde, quindi per ora doveva limitarsi ad obbedire. Si rivolse bruscamente al computer, chiedendogli tutte le informazioni che aveva su Exo III. Il computer cominciò a sbrodolare dati in maniera ripetitiva, con la sua voce monotona. Bellatrix ascoltava a mala pena, guardando le cifre e le informazioni che scivolavano sullo schermo davanti a lei. La temperatura abbassatasi a caisa del sole in eclissi... eppure non era così bassa quanto Bellatrix si sarebbe aspettata, stando ai veloci calcoli che aveva fatto mentalmente. Non che sulla superficie fosse ormai possibile qualsiasi genere di vita, ben inteso...
*Ma chissà sotto...* disse la Betazoide, fra sé e sé. Una miriade di pensieri strani le affollarono la mente, soprattutto mentre sfilavano sul monitor i dati relativi alla conformazione geologica di Exo III. Qualcosa non quadrava.
"Computer, eseguire un calcolo della radioattività naturale presente sul pianeta"
Ci volle un batter d'occhio perché il dato comparisse, bianco sullo sfondo nero. Laris alzò un sopracciglio, in imitazione dell'espressione vulcaniana di sorpresa. C'era una differenza visibile fra il valore teorico e quello rilevato sul pianeta. Ancora un paio di veloci calcoli e trovò che la radioattività in eccesso era strettamente correlata con l'aumento di temperatura. Ma cosa poteva aver generato un simile fenomeno? Quali altre fonti di radioattività potevano trovarsi su Exo III, che non fossero naturali?
*Una civiltà tecnologica, certo*
Ma come poteva esserci una civiltà tecnologica su un pianeta che ormai era in larga parte inospitale? Non sulla superficie, certo, ma magari nel sottosuolo... al di sotto degli spessi strati di roccia la radioattività anomala si concentrava maggiormente, stando ai dati del computer. Quindi, qualsiasi cosa fosse la causa di quello strano fenomeno, doveva trovarsi là sotto. Bellatrix lasciò che il suo cervello divagasse fra calcoli, cifre e leggi fisiche, alla ricerca di una risposta. Poi le affiorò alla mente una parola, probabilmente letta anni prima in qualche libro che ormai non ricordava più:
*Robot...*
"Capitano, esigo delle spiegazioni. Voglio sapere cosa intendeva fare, perché ha dato quegli ordini, e come mai ha ritenuto di ignorare le mie disposizioni."
Miral teneva le mani poggiate sull'orlo del tavolo e il busto sporto in avanti, protendendosi fisicamente verso l'interlocutore costui rimase per un attimo silenzioso, come se stesse cercando di raccogliere le idee. Del resto, sapeva che non rispondere o - peggio - rispondere in modo confuso alle domande del comandante del 47mo non conduceva a vita lunga e carriera fortunata.
"Le sue disposizioni, colonnello, si basavano sul SITREP delle ore 1200 la stima del dispositivo Viola era molto accurata, e l'obiettivo assegnatomi perfettamente adeguato."
Miral lo interruppe. "Questo lo so. Venga al punto."
"Durante la discesa, però, ho notato degli approntamenti difensivi - esattamente qui e qui - che non avevano alcun senso per le unità Viola citate nel SITREP."
Il capitano indicava col dito sul display della zona di operazioni.
"Anziché due compagnie di milizia con appoggio di un plotone di veicoli corazzati, ho dedotto che mi sarei trovato di fronte artiglieria faser in postazioni fisse, almeno una batteria, e probabilmente un intero battaglione corazzato di truppe regolari."
Il silenzio di Miral lo incoraggiò a proseguire.
"Quindi ho fatto effettuare una finta al terzo plotone, facendolo scendere immediatamente a ridosso della batteria nemica, mentre il grosso della compagnia scendeva al di là di questo crinale, e il plotone armi d'appoggio qui. Nel giro di dieci minuti dall'atterraggio, l'artiglieria faser era stata messa fuori combattimento dal tiro di controbatteria dei mortai fotonici, e il primo e il secondo plotone avevano investito le forze corazzate nel fianco. All'ora H+30 il villaggio era saldamente in nostre mani, il primo plotone attestato a difesa, il secondo in riserva..."
"...e il terzo ridotto a 12 uomini!" sbottò Miral. "Se anziché trattarsi di un'esercitazione tattica simulata al calcolatore fosse stato un vero assalto a fuoco, perdite del genere sarebbero state notevoli per una campagna planetaria."
Il capitano obiettò: "Colonnello, se avessi eseguito le sue disposizioni così come le aveva date lei, l'intera compagnia B sarebbe scesa in bocca a quei proiettori faser!"
Miral alzò una mano, a fermare l'interlocutore. "Crede che non lo sappia, Ferguson? L'esercizio l'ho progettato io! Ora provi ad analizzare cosa sarebbe successo se il battaglione corazzato Viola fosse stato schierato qui e qui."
L'ufficiale gettò appena un'occhiata al display. "Il terzo plotone sarebbe stato annientato prima che il resto della compagnia fosse in posizione di sbalzo."
Miral annuì. "E avrebbero potuto arrivarvi addosso da qui, piombando addosso al reparto armi d'accompagnamento prima che l'artiglieria nemica fosse stata neutralizzata, e l'artiglieria a sua volta avrebbe potuto snidare gli ultimi due plotoni da dietro il crinale..."
Miral si raddrizzò. "Non ci siamo, capitano. Lei ha giustamente ignorato i miei ordini per fronteggiare una situazione imprevista non esiti mai a farlo. Ma ha gestito con molta leggerezza le vite dei suoi uomini, e questo potrebbe costare caro al battaglione... e anche a lei personalmente. Si ricordi che questa 'carne da cannone' sa sparare. Non le conviene diventare un bersaglio."
"Prepari i suoi subordinati a un altro esercizio fra tre giorni. Se saremo arrivati al pianeta dove siamo diretti, non escludo un'esercitazione a fuoco. Può andare."
"Sissignore."
Il capitano Ferguson salutò rigidamente. Miral rispose al saluto e lo guardò uscire.
Poi premette il pulsante dell'intercom.
"Maggiore Miller, l'attendo a rapporto."
Pochi minuti dopo, l'aiutante maggiore del battaglione era a colloquio col suo ufficiale comandante.
"Polyhymnia, non sono soddisfatto di Ferguson. Sottovaluta le perdite che subisce, e la truppa queste cose le percepisce al volo."
Il maggiore Miller, che per abitudine indossava anche a bordo l'aderente tuta nera monopezzo da assalto che ne valorizzava la muscolatura e le forme, trovava sempre bizzarra l'insistenza con cui, da anni, Miral la chiamava col suo orribile nome per esteso, senza mai permettersi di abbreviarlo nell'onnipresente Polly che tutti - gli ufficiali apertamente, sottufficiali, graduati e soldati a mezza voce - usavano. A parte le comunicazioni ufficiali del Comando, era l'unico a farlo.
"Sì, Miral, però ha la compagnia più efficiente del battaglione, e lo sa" rispose la Miller.
"La prima lo è quasi altrettanto, ma negli esercizi le perdite di Stoss sono sempre inferiori. Tu non hai conosciuto il 47mo sotto il colonnello Frax riuscire a cavare qualcosa di buono da un'accozzaglia di reclute e di veterani demoralizzati è un'impresa."
"Cosa pensi di fare?"
Il colonnello tacque per qualche lungo secondo.
"Niente. Le cose si sistemeranno da sole."
Polly sentì un brivido correrle giù per la schiena, un brivido che da quando era sotto le armi aveva provato spesso nel calore della battaglia e raramente in altre circostanze.
"Non mi dire nulla" lo esortò, come se ce ne fosse stato bisogno.
"Non lo farò. Ma tu preparati a una discesa planetaria assieme alla seconda compagnia."
Miller annuì. Era ovvio che Miral volesse tenere sotto controllo la situazione meno ovvio era il perché non saltasse lui con Ferguson, ma il maggiore aveva qualche idea in proposito.
L'andoriano aprì uno stipetto, e con un cenno del capo e una flessione delle antenne propose un drink alla sua vice, che accettò. Mentre versava un dito di vodka centauriana per ciascuno di loro, Miral osservò: "Hai ricevuto informazioni sulla missione." Non suonava come una domanda, e infatti non lo era.
"Non direttamente dal comando. Me le ha passate un mio contatto della Marina."
Miral le porse il bicchierino. "Anch'io ho ricevuto notizie da quel canale. Il che può significare soltanto due cose: o il Comando Incursori non ha istruzioni per noi... oppure non sa nulla della missione della Thunder. Ecco perché,"proseguì, "io ho programmato un lancio con esercitazione a fuoco per il giorno del nostro arrivo su Exo II. Voglio l'intero battaglione giù, armato fino ai denti. Qualunque cosa ci sia su quel pianeta la dobbiamo trovare noi."
19/10/2280 h. 11.30 - Pianeta EXO III - Da qualche parte nel
sottosuolo -
"Roger, tesoro, una chiamata per te..."
La dottoressa Christine Chapel, nota neurochirurgo di fama imperiale e
moglie del dottor Roger Korby si alzò dalla consolle di comunicazione
per lasciare il posto al marito.
Pochi attimi dopo il visore nero mostrò la figura di una bellissima
donna castana e ben proporzionata. ^!^ Dottor Korby, Buongiorno^!^ .
^!^ Buongiorno Andrea, aggiornami.^!^
^!^ Certo Dottore. L'imperatore è rimasto impressionato dalla sua
scoperta ma di più alcuni senatori ed un paio di ammiragli.^!^
^!^ Vorshak, giusto? ^!^
^!^ Proprio lui, ma anche Xian Pao ^!^
^!^ Bene! Benissimo! E chi stanno mandando qui a recuperarmi?^!^
^!^ Nientemeno che la ISS Thunder al comando del Capitano Seldon.^!^
^!^ Solo una nave? - Roger sorrise - Allora hanno sottovalutato tutto! ^!^
^!^ Affatto mio caro, la Thunder ospita anche la 47° compagnia MACO ^!^
Roger rimase pensoso per un minuto
^!^ Roger?? Ci sono problemi, Caro? ^!^
"ROGER! - sbottò Christhine - Ora basta! Quella ...."macchina" non deve
permettersi di chiamarti in quel modo!"
"Zitte! ZITTE....Lasciatemi pensare un momento" disse Korby agitando
vistosamente le mani non curandosi della scenata di gelosia della moglie "
^!^ Andrea tu resta ancora attaccatta alla divisa di Xian Pao, sei
utilissima lì. Aggiornami ogni sei ore sui rapporti che riceve. In
quanto tempo arriveranno su EXO III ?"
^!^ Tre giorni, Roger,.... volevo dire 'Dottore' "
Korby sorrise, sia perchè il tempo a sua disposizione era sufficiente ai
suoi scopi, sia perchè quel cyborg era a dir poco perfetto, anche dal
punto di vista neurale. Sua moglie, la progettista del sistema nervoso e
della programmazione cerebrale aveva fatto veramente un lavoro eccellente.
^!^ Andrea, procurami tutte le schede dell'equipaggio della Thunder con
qualunque mezzo. Vai. Chiudo^!^
^!^ Ricevuto. A presto dottore ^!^
Il tono mellifluo ed il volto sorridente della donna provocarono un
gesto di stizza mal repressa da Christhine. Roger se ne avvide con la
coda dell'occhio ma cercò di non dare peso a quella che lui riteneva una
stupida gelosia.... e poi di chi doveva essere gelosa Christhine?
Non certo di Andrea.
Andrea era un'androide o meglio, un cyborg. Un essere cibernetico in un
organismo similvivente. Ne aveva fatto di progressi da quando aveva
scoperto quel secondo laboratorio su EXO III.
Andrea era perfetta. Calore e morbidezza della pelle, lacrime,
traspirazione, cuore, polmoni, fegato tutti sintetici.Poteva
tranquillamente essere scambiata per un essere umano.
"Dottor Korby - intervenne il dottor Brown suo fedele assistente da
almeno 20 anni - faccio preparare la nostra nave? Li attacchiamo prima
che arrivino qui?"
"Mio caro Brown - alzandosi dalla sedia della postazione comunicazioni -
Sei un ottimo scienziato ma un pessimo stratega. La nostra nave, per
quanto sia attrezzata con le magnifiche armi scoperte su questo pianeta,
non può per ora competere con una nave da guerra dell'Impero. Sarebbe
come cercare di fermare una valanga con un fucile phaser...."
Roger si avvicinò ad un tavolo, prese una bottiglia di brandy sauriano e
se ne versò un po' "No, Brown - lasciamoli avvicinare e lasciamo
sbarcare quei tronfi macachi del 47°. EXO III sarà la loro tomba!
Lontani dalla loro nave e dai loro supporti li atteccheremo e li
sconfiggeremo. Chiunque sia il capitano della nave non sarà sicuramente
uno che si lascerà facilmente manovrare dal comandante del 47° MACO. Se
conosco bene quegli esagitati delle forze speciali, cercheranno di
arrivare qui prima degli 'imperiali'. Io cercherò di accentuare la
divisione delle loro forze e di attacacrli separatamente. Una tattica
ben sfruttata da Napoleone e dal Colonnello Green.....e sempre efficace! "
Brown lo osservava con attenzione: "Noi invece abbiamo l'elemento
sorpresa: migliaia di instancabili cyborg guerrieri ed il vantaggio del
territorio! Poi sostituiremo quei macachi con i nostri cyborg. Ci
impossesseremo della Thunder così come Ulisse fece con Troia! E poi....."
Gli occhi di Korby brillavano come diamanti per l'eccitazione.
Christhine si avvicinò a lui dalle terga appoggiando le mani sulle sue
spalle e finì la frase " Esatto Brown....Oggi la Thunder....Domani
l'Impero!"
Korby alzò il calice con il brandy sauriano e gridò : "L'impero di Roger I".
Una fragorosa risata risuonò per il laboratorio sotterraneo.
Nel frattempo a bordo della ISS Thunder
Polly stava studiando la topografia tridimensionale di EXO III su un
terminale, scaricando i dati sui D-Padd dei capisquadra. Una smorfia di
disappunto si dipinse sul suo volto: aveva sempre considerato quel
lavoro noioso, ma Miral l'aveva demandato sempre ed esclusivamente a
lei, dai tempi in cui lui era un capitano e lei una tenente, forse
perchè Miral si fidava solo di lei o forse perchè lei si riteneva da
sempre la seconda di Miral, dai tempi in cui lei era una semplice
tenentina e Miral aveva acquisito il grado di capitano.
Polly fece un sospiro.
Avrebbe perfino sacrificato la propria vita per Miral, ma non come uno
qualunque dei suoi uomini: lei lo amava e per questo motivo accettava
ogni tanto anche dei compiti "ingrati".
"Polyhymnia, a che punto siamo con le planimetrie?" chiese Miral
entrando nella sala riunioni degli ufficiali MACO.
"Ho quasi finito, colonnello" rispose lei guardando il suo superiore.
"Fammi vedere - A Miral bastarono poche occhiate per capire la
situazione strategica del pianeta. - Non c'è che dire. Un mondo per
certi versi affascinante"
Polly fece un mezzo sorriso "Certo, colonnello. Un pianeta di classe P
completamente ricoperto da una coltre di ghiaccio perenne, temperatura
in superficie -100°Celsius, gravità 10,79 metri al secondo quadro,
atmosfera composta da ossigeno e nitrogeno - Polly lo guardò negli occhi
- Un vero paradiso andoriano!."
Miral sorrise di un silenzioso ghigno beffardo e senza dare ulteriore
soddisfazione all'ironia del suo secondo iniziò a fare una sommaria
analisi tattica ." Tenendo presente che l'ultimo contatto con il campo
base del dottor Korby era su queste coordinate, scenderemo su due punti
diversi ....qui e qui.... - indicando due punti sulla mappa 3D -
Dovremmo poi procedere con la stessa tattica che usammo su Regulus IV,
ricordi?"
"Certo! manovra a tenaglia"
"..... E mi raccomando Polyhymnia: tieni d'occhio quel Miller è troppo
legato al manuale ed è un presuntuoso, anche se è un uomo coraggioso"
"...ed il solo coraggio non fa un buon soldato" Ripetè Polly sottovoce,
poggiando i pesanti stivali sul tavolo mentre il suo viso stava
evidentemente assumendo un inusuale broncio .
"Polyhymnia?"
"Sì colonnello?"
"C'è qualcosa che non va?"
Polly fece un mezzo sorriso. Miral la conosceva fin troppo bene. "Niente
Colonnello"
"Quel tono non mi piace. Dovresti saperlo. Ti autorizzo a parlare
liberamente"
"Ho un brutto presentimento, Miral"
*roba da femmine - pensò Miral - per quanto tu sia un ottimo soldato,
Polyhymnia, migliore di tanti altri uomini sotto il mio comando, in te
resta sempre un angolo di "femmina paurosa ed irrazionale" *
"Da quando sei sensitiva, Polyhymnia?"
Polly digitò un codice sulla consolle per bloccare la porta, si alzò e
guardando negli occhi Miral " Potrebbe essere la mia ultima missione e
non voglio avere rimpianti....." Polly iniziò a sbottonare la giubba di
Miral mentre la sua lingua esplorava la bocca del capo del 47°MACO........
Pianeta Terra. - S. Francisco -
Quartier generale della Flotta Imperiale. - Ufficio dell'Ammiraglio De
Soto. ore 12.00
Il tenente Andrea Finch, attendente dell'Ammiraglio Xian Pao, entrò
nell'Ufficio dell'ammiraglio De Soto.
"Tenente Finch, cosa posso fare per il mio amico Xian Pao? O meglio, -
guardandola con crescente interesse - per lei? "Le porto i rapporti
sugli approvvigionamenti di materiale della divisione ingegneria
relativi all'ultimo mese, ammiraglio"
"Bene! Ringrazi il mio amico Lao - Josè De Soto non riusciva a staccare
gli occhi dalla bella Andrea, ammirandone le gambe dritte e ben tornite
- Anche se apprezzerei molto il suo aiuto nella classificazione di
questi rapporti. Sa com'è? Lao è un grande ingegnere ma un pessimo
burocrate. I suoi rapporti sono spesso poco...ehm...attinenti con le
necessità dell'amministrazione... E poi guardi qui, ho una marea di
schede del personale della ISS Thunder da sistemare...."
* Ma bene Andrea. * "Beh ammiraglio... Adesso è quasi ora di pranzo e...."
"E non sia mai che un gentiluomo lasci pranzare una signorina da sola...."
" E così poi lei potrà spiegarmi come potrò fare in modo che
l'ammiraglio Xian Pao le presenti dei rapporti meno ...confusi, giusto? "
"Esattamente Tenente! - De Soto le cinse i fianchi con il braccio mentre
nei suoi occhi si faceva spazio un luce lubrica - Cosa preferisce, carne
o pesce?"
"Mi fido di lei Ammiraglio"
Allora pesce. Manteniamoci leggeri, perchè dopo dovremmo lavorare....."
* Roger caro, tra poco avrai le tue schede *
ISS Thunder - Ufficio del Capitano Seldon - ore 13.00
Alejana entrò di gran carriera nella sala tattica : "Ricardo? hai visto
questi dati ?
"A proposito di cosa?" - Chiese Ricardo massaggiandosi le tempie
cercando di far calmare una delle sue solite emicranie.
" microfluttuazioni sul campo magnetico di EXO III"
"Le microfluttuazioni sono normali in tutti i pianeti"
"Ma non con una periodicità così stranamente regolare"
"Fai vedere, Alejana ...- Ricardo guardò con attenzione i dati del
D-Padd della sua concubina. - Ma porc....questò è impossibile!"
" Però c'è. - Alejana portò una tazza di caffè caldo a Ricardo - Prima
che tu me lo chieda, ho fatto verificare i dati da ben tre gruppi
diversi di persone e nessuno sapeva che altri stavano conducendo le
stesse rilevazioni"
"Lo sai a cosa sto pensando?"
"Già ...anno 2372 ISS Europa. Missione su Capella III. Il tenente
Seldon scopre un in una zona cieca del campo delle linee di forza
gravitazionali planetarie due incorciatori pesanti. Le linee i forza del
campo non ne permettevano l'individuazione ma il sagace Tenente Seldon ,
così riportava la declaratoria della motivazione della sua successiva
promozione, scopriva delle fluttuazioni innaturali. Seldon spedì di
propria iniziativa una sonda scoprendo le navi nemiche, permettendo così
la loro distruzione ed il successo della missione.....etcetera
etcetera....."
"Tu mi conosci bene, mia cara"
"Ecco perchè lavoriamo bene assieme"
Lei si sedette sulle sue ginocchia, l'abbraccio e lo baciò. Seldon sentì
l'eccitazione muovere i suoi passi dentro i suoi pantaloni ben presto
recepita dallo sguardo provocatorio di Alejana.
"Non è ora di abbandonarsi al piacere, tesoro"
"Hai già un piano?"
"Miral cercherà di scendere per primo sul pianeta con o senza la mia
approvazione. Lasciamolo fare. Noi vediamo di capire cosa sia quella
nave. Se Korby è ciò che io sospetto che sia, prenderà quella nave
quando si troverà a mal partito. Allora potremo farlo prigioniero e
carpire i suoi segreti.
Alejana lo baciò nuovamente " Io ho una cura infallibile per
l'emicrania, sai ?"
"Fammi indovinare....Mmmmmhhhhh"
" Appena conosceremo i suoi segreti sarà meglio ucciderlo....."
"Faremo in modo che sia uno di quei macachi da sbarco, così la colpa
ricadrà su Miral e me lo toglierò dai piedi".
Uffici della Sicurezza - Area riservata - Sezione politica - ore 13.05
T'val aveva osservato una serie impressionante di dati in pochissimo
tempo. Rapporti, files, registrazioni, niente che fosse stato prodotto
all'interno di quella nave poteva sfuggire alle sue analisi. * I MACO
stanno preparando un piano di sbarco....Bene.... E questi? * il suo
sguardo fu colpito da una serie di dati del tutto identici che si
ripetevano su tre diversi rapporti.
*Analisi delle fluttuazioni quantiche sulle linee di forza del campo
magnetico di EXO III . Interessante...* Vide la sua immagine riflessa
sul terminale con un sopracciglio alzato.
* la stessa indagine condotta utilizzando sempre il solito codice
d'accesso al satellite spia su EXO III....il codice è stato usato da tre
sezioni diverse appartenenti a questa nave sicurezza, scientifica ed
ingegneria.....interessante davvero..... *
T'val inizio a digitare la sequenza d'accesso alla rete di satelliti
spia della sicurezza imperiale * Vediamo qui cosa si cela veramente
intorno ad Exo III*
ISS Thunder turboascensore 1 - ore 14,00
Ricardo stava tornando in plancia quando il turboascensore si fermò e la
porta si aprì. Una donna castana con la divisa della sezione scientifica
entrò salutando il capitano battendo il pugno sul petto e poi allargando
il braccio.
Il capitano rispose allo stesso modo, non senza notare il volto
delizioso dell'ufficiale che faceva da perfetto corollario ad un fisico
mozzafiato. Fece un rapido controllo mentale, doveva essere il tenente
Celeste Finch del laboratorio di botanica. *Un bel fiore che attende di
essere colto* pensò Ricardo indulgendo la mente a questioni più leggere.
Il turboascensore ripartì e Ricardo disse " Lei è il tenente....tenente
Finch, vero?"
"Sì capitano, ma ora io sono la tua nemesi!" e con una rapidità di un
giaguaro sfoderò un pugnale il capitano cercò di evitarlo con uno
scatto da atleta provetto qual'era, ma lo spazio nel turboascensore era
esiguo e si ritrovò con le spalle contro la parete.
La donna, approfittando della situazione affondò il pugnale sul capitano
colpendolo al fianco. Una smorfia di dolore apparve sul volto di
Seldon mentre la divisa verde oro si tingeva di rosso. La porta del
turboascensore si aprì e la donna fuggì mentre il capitano tenendosi ad
una delle maniglie della cabina del turboascensore azionò l'allarme.
ISS Thunder - Corridoi sezione medica - h.14.05
Se qualcuno si fosse mai domandato che aspetto potesse avere una donna orioniana al colmo della preoccupazione e contemporaneamente della rabbia nel momento stesso in cui avesse puntato i suoi occhi su Alejana King si sarebbe rimangiato la curiosità ed il pensiero.
Un tornado verde, un vulcano in eruzione di feromoni, gli occhi due saette puntati dinnanzi a lei.
Il corpo era teso, le gambe lunghe e snelle fasciate negli stivali di pelle della divisa di ordinanza si muovevano con tale rapida violenza che la corta gonna dell'uniforme si alzava pericolosamente ad ogni passo. Nessuno al suo passaggio, pur inconsciamente e violentemente attratto dalla sua presenza, osò arrivare fino a lì con lo sguardo.
La rabbia che Alejana non si premurava nemmeno di nascondere sarebbe già di per sé stata un ottimo deterrente, ma l'aggravante era quella piccola sottile increspatura al centro della fronte... era sul punto di esplodere.
In realtà era profondamente preoccupata per Ricardo, e quel solco al centro della fronte era il segno esteriore di quello stato di ansia. Una situazione particolare che sicuramente solo i suoi conoscenti più stretti riuscivano a riconoscere, ma che trasmetteva in ogni caso una tale tensione che terrorizzava chiunque avesse l'ardire di osservarla un secondo di troppo.
Nessuno osava domandarsi quale fosse esattamente la sua reale volontà... le voci si rincorrevano in tutta la nave, il rapporto particolare tra i due Ufficiali in Comando rendeva difficile capire quale potesse essere il futuro immediato.
Era stata lei a far pugnalare Seldon per prendere il comando?
Era preoccupata per il suo amante o avrebbe approfittato della situazione di inabilità del Capitano per prendere il comando?
Qualcun altro avrebbe utilizzato la situazione per dare inizio ad una scalata a migliori posizioni all'interno della scala gerarchica della ISS Thunder prima o dell'Impero dopo?
ISS Thunder - Infermeria - ore 14,15
Alejana entrò quasi di corsa in infermeria, con tutto il suo bagaglio di preoccupazione per l'uomo e l'amante Ricardo e per il Capitano Seldon.
Una parte di lei non poteva fare a meno di pensare che un eventuale serio incidente a Ricardo le avrebbe spalancato le porte del comando, sempre quella stessa parte di lei sapeva di non essere ancora pronta al salto di grado e di mansione. Gli intrecci politici che aveva tessuto negli anni ancora non era abbastanza radicati da proteggerla. Per sopravvivere ad un comando occorrevano amicizie ben più importanti di quelle che poteva vantare lei in quel momento... diventare Capitano in quel momento sarebbe stato praticamente una condanna a morte...
Poi c'era l'altra parte di lei, la parte più lontana dalle velleità di carriera... in quell'universo assurdo nel quale vivevano tutti loro, provare un qualsiasi tipo di sentimento affettuoso nei confronti di un altro essere poteva essere solo un modo per diventare pericolosamente vulnerabili.
Fece un cenno al medico di bordo che la stava osservando... e l'uomo si allontanò dal Capitano di qualche passo fino ad appoggiarsi al lettino a fianco. La sua presenza al fianco del Capitano poteva essere interpretata diversamente a seconda del grado di lealtà che aveva nei confronti di Seldon. Un medico di bordo aveva potere di vita e di morte su chiunque, poteva essere la persona in grado di spostare gli equilibri interni di una qualsiasi nave dell'Impero. Fondamentalmente questo era uno dei principali motivi per cui su tutte le nave imperiali i medici erano controllati in modo stretto.
Per Alejana trovare solamente il medico in infermeria e per di più al fianco di Ricardo era stato estremamente preoccupante.
"Quali sono le condizioni del Capitano Seldon?" il tono era piatto, voleva dimostrare la tranquillità della sua posizione.
"Stabili e non gravi. Il colpo è penetrato nel fianco destro del Capitano, penetrando ha sfiorato il fegato, lesionandolo in parte, ma non è una ferita che possa causare particolari problemi al Capitano. Per ora è sedato, ma non è una situazione realmente necessaria..."
"Più dettagli Dottore! Le ricordo che ho lavorato con medici molto in vista nell'Impero, e qualche cosa ho imparato."
"Sicuramente ha ragione Comandante King, mi scuso. Il Capitano Seldon è stato ferito di striscio al fegato, che come lei sa è un organo dalle elevate capacità rigenerative, conseguentemente la ferita non può essere considerata mortale. Anche senza le nostre conoscenze una lesione come quella riportata dal Capitano sarebbe guaribile in non più di una quarantina di giorni. Con le nostre capacità mediche diciamo che è praticamente uno scherzo... La posizione della ferita può indicare tanto che sia stata inferta da una persona mancina, quanto da un destrorso in una violenta colluttazione fisica."
Lo sguardo di Alejana corse brevemente al corpo di Seldon, il torace nudo alzava ritmicamente sotto la coperta lucida del lettino su cui era steso.
"Quindi è stato sedato senza nessun reale motivo... Non cerchi di vendersi al nuovo eventuale Ufficiale in Comando prima del tempo Dottore... - la voce della donna era pericolosamente morbida in quel momento - ...potrebbe ritrovarsi in situazioni solo apparentemente desiderabili..."
Il corpo di Alejana aveva percorso lo spazio che la separava dal medico in un attimo, lei non si faceva molti scrupoli ad usare certi argomenti per ottenere quello che voleva, e poi il medico aveva un fisico non certo da buttare, inoltre doveva smaltire la tensione che aveva accumulato e che ora, dopo aver visto Ricardo respirare, stava per esplodere.
Appoggiata oramai pesantemente a lui, alzò lentamente la gamba facendola scivolare lungo quella dell'uomo, fino ad appoggiare il ginocchio sul lettino. Bastarono pochi istanti perché l'infermiera entrando trovasse il Dottor Bixio steso sul lettino, già seminudo, con le mani del Primo Ufficiale che si stavano perdendo tra la peluria del suo torace.
Vedere le cosce verdi scoperte fino praticamente alle natiche fu quasi uno choc per la giovane Jenna Xilos.
Dopo essersi abbassata verso il volto del medico ed averli sussurrato qualche cosa all'orecchio, Alejana scese con un movimento fluido dal lettino... "Non sia così stupita Jenna... è un piacevole diversivo un uomo particolarmente dotato di pelo corporeo per me... - poi si volse verso il medico - ...Dottor Bouvier svegli il Capitano!"
ISS Thunder - Ufficio assegnato al Colonnello dei Maco - ore 15.20
Il Colonnello Miral annuiva con una convinzione che provava realmente. Odiava le mascherate eccessive... i metodi spesso trasversali usati dagli ufficiali della Flotta Imperiale per fare carriera.
Aveva da sempre questa idea 'strana' che un coltello piantato nel cuore del proprio rivale diretto fosse tremendamente più rapido ed efficace che non tramare nascostamente. Ciò nonostante negli anni aveva imparato non solo ad adeguarsi alle situazioni... aveva imparato parecchio da quei 'simpatici ragazzi' che portavano il suo battaglione a versare il canonico tributo di sangue dei Maco, se non altro come manovrare il prossimo quando serviva.
Una cosa che a lui non veniva sicuramente spontanea, ma di cui aveva compreso da tempo la necessità.
"Concorderà quindi con me che per il bene di entrambi dovremmo cercare di capire quale fossero le reali intenzioni di chi ha cercato di uccidere il Capitano. Il fatto che io sia il Primo Ufficiale, nonché l'amante o concubina ufficiale se preferisce di Seldon mette anche me in una posizione rischiosa che non è mio interesse ricoprire."
"Nessuno la obbliga a restare in quel letto Comandante..."
"Nessuno??? Forse qualcuno no, ma qualcosa sicuramente... le motivazioni sono molto personali, e nonostante quello che si può pensare non sono meramente fisiche né tantomeno carrieristiche."
Miral era uno stratega, un esperto militare, e la cosa che aveva colto immediatamente nel rapporto tra quei due era l'equilibrio che poteva essere per loro estremamente stimolante, ma che per gli altri diventava potenzialmente mortale.
La sintonia tra i due Ufficiali al Comando di una nave Imperiale non era cosa usuale.
La situazione quindi era particolarmente spinosa da gestire per tutti i ragazzotti che occupavano le posizioni di rincalzo pronti ad intervenire nella lotta non appena uno spiraglio si fosse aperto.
Probabilmente era proprio questo equilibrio delle parti che rendeva stimolante vivere l'avventura della ISS Thunder, facendo contemporaneamente di quella nave la più sicura e potente dell'Impero.
"Ufficialmente quindi il Capitano Seldon approva questo piano?"
"Non ha fiducia in me Colonnello? - Alejana non era stupita della domanda, ed era troppo intelligente per giocare sporco con l'andoriano davanti a lei - Avrei altre armi per ottenere quello che voglio da lei, ma lei non merita questo trattamento Colonnello Khish. Le sto offrendo di collaborare..."
Alejana aveva parlato della cosa con Seldon nel chiuso dell'infermeria, stava giocando pericolosamente con la sua stessa vita ma aveva la necessità di avere l'appoggio certo di qualcuno... e quel qualcuno non poteva che essere Miral in quel momento. Anche senza aver parlato con Ricardo, era stato da subito ovvio che non poteva essere stato un MACO ad attentare alla vita del Capitano... un MACO difficilmente avrebbe fallito.
"Cosa le serve?"
"Sicuramente una cosa subito... poi vedremo... faccia sparire dalla circolazione il Tenente Finch... ma non definitivamente. Mi aspetto che lei mi sappia dire quale mano ha guidato il pugnale di quella donna nel fianco del Capitano! Potrei fare da sola... lo sa bene perché sicuramente conosce il mio passato ed il mio curriculum... ma non voglio alimentare ulteriori voci che riguardino me ed il mio eventuale coinvolgimento in quanto appena accaduto al Capitano."
"Sta quindi chiedendo a me di muovermi. Al momento attuale il piano che lei ed il Capitano avete messo in piedi mi pare interessante. Consideri il Tenente Finch fuori dai giochi fino a suo eventuale contrordine Comandante King."
"Bene Colonnello Miral... quindi come concordato le farò sapere il momento per il passo successivo."
ISS Thunder - Sezione politica - h.15.40
Il trillo della porta annunciò l'arrivo del Comandante King.
T'Val era seduta alla sua scrivania, il comando vocale di apertura della porta accettava ordini solo da lei, nessuno poteva aver accesso a quella sezione se non lei, nessuno poteva conoscere i dati come lei.
"Avanti."
Alejana entrò tranquilla, era forse una delle poche persone sulla nave a non temere particolarmente l'Ufficiale politico. Una cosa che nemmeno lei capiva di sé stessa, ma che dava oramai per scontata.
"Ha richiesto la mia presenza Comandante T'Val. Comandante King a rapporto!"
"Si sieda Alejana, avrei bisogno di chiarire alcune situazioni che si stanno venendo a creare sulla Thunder e non solo. Sicuramente non mi aspettavo di dover parlare con lei di questo..."
"Sinceramente io avrei preferito mantenere il mio ruolo al momento."
"Lei è indubbiamente in una situazione particolare... sa dirmi come mai non ho accesso ai dati medici del Capitano da quasi due ore? Perché vede... io mi aspetto che niente possa essermi tenuto nascosto. La mia logica mi spinge quindi a pensare ad un malfunzionamento dei sistemi."
"Sono certa che lei stessa avrà provveduto a controllare lo stato dei sistemi della sezione medica, quindi non ha senso che io le confermi la loro completa operatività. Posso darle io tutte le informazioni che reputa necessarie riguardo allo stato di salute del Capitano Seldon."
"Avrei preferito una diretta conoscenza del problema. Vedremo successivamente la cosa." nel tentativo di spiazzare la sua diretta avversaria in quel colloquio stava volontariamente saltando da un argomento all'altro. Apparentemente però il Comandante King era alla sua altezza...
"Mi dica come pensa di procedere."
"Per ora ho preso il comando ad-interim della ISS Thunder. Sicuramente il Capitano sarà in grado di riprendere il comando al momento opportuno. Ho già risolto il problema del traditore."
"In effetti non trovo traccia del Tenente Finch sulla Thunder."
"Spiacente non capisco..... T'Val. Non abbiamo mai avuto un Tenente Finch a bordo. Faceva per caso parte del suo staff?" la domanda espressa con tono assolutamente inerte e vagamente incuriosito era stata frutto di ripetute prove da parte di Alejana, ed ora suonava spudoratamente sincera.
T'Val non amava essere spiazzata, ma quella domanda la mise esattamente in quella condizione...
ISS Thunder - Infermeria - nel frattempo
"Ha per caso intenzione di anestetizzarmi di nuovo? Suppongo di no vero 'dottore'...??" la voce del Capitano era sicura, e calcava pesantemente l'intonazione sulla definizione di dottore.
"La sedazione era una via dovuta per permettere al suo corpo di riprendersi dal trauma Capitano, anche se la sua... il suo Primo Ufficiale non ha reputato la cosa corretta."
"Il mio Primo Ufficiale, come lei ha correttamente identificato il Comandante King, ha la mia piena fiducia..." lasciò in sospeso la frase lasciando sottointendere chiaramente che sarebbe stato tutto compito del Dottor Bouvier conquistare quel minimo di fiducia che il Capitano di una nave Imperiale poteva concedere ai suoi sottoposti.
ISS Thunder - Sezione Politica - ore 15,45
Curioso. Curioso che non riuscisse a ricordare quale fosse l'ultima volta in
cui qualcuno aveva osato sfidarla apertamente, così come aveva appena fatto
il comandante Alejana King. La sua memoria, fino a quel momento, non aveva
mai fatto difetto... Ma forse, a mancare erano state le occasioni in cui
aveva dovuto confrontarsi con una sfida del genere.
Si sorprese a fissare la porta da cui l'orioniana era appena uscita. Questa
volta era riuscita a spiazzarla, con la sua lealtà nei confronti del
capitano ferito. Una lealtà insolita, da parte del primo ufficiale di una
nave dell'impero. Un altro, al suo posto, avrebbe approfittato
immediatamente del momento di debolezza di Seldon per arrivare al comando.
Bene, si disse T'Val. Se c'era una sfida, era necessario raccoglierla, o la
situazione sarebbe diventata estremamente pericolosa, a bordo della Thunder.
Gettò un'occhiata verso la sua consolle, ma scrollò la testa. Nessuna
informazione utile sarebbe riuscita ad arrivare a lei. Dunque, doveva essere
lei ad arrivare alle informazioni.
Aprì un cassetto, e ne estrasse un piccolo pugnale che nascose in una piega
degli stivali, quindi uscì dallo studio.
ISS Thunder - Cella Segreta - ore 15,45
*Che peccato...*
Il tenente jr. Jon Sawyer continuava a fissare la ragazza dalla porta della
cella. Era veramente un peccato che una ragazza così bella dovesse essere
giustiziata. Lo colpiva il fatto che sembrasse indifferente al proprio
destino. Non aveva tentato alcuna resistenza quando erano andati ad
arrestarla. Era entrata in cella, si era distesa sulla branda ed era rimasta
immobile, senza parlare. Solo gli occhi spalancati nel vuoto gli dicevano
che non dormiva. Sawyer si chiese se sarebbe stato capace di dormire al suo
posto.
"Sei Sawyer, vero?" - l'uomo sussultò. Erano almeno due ore da quando
l'avevano lasciato di sentinella di fronte alla cella, ed era la prima volta
che sentiva parlare il tenente Finch.
"Tenente Jonathan Sawyer" - confermò lui, avvicinandosi alla porta della
cella.
La ragazza sollevò leggermente il capo verso di lui:
"Sei carino... Sei tu che dovrai torturarmi?"
Sawyer sogghignò:
"No... Anche se mi piacerebbe molto" - disse - "Ma quello è un onore che il
comandante King riserverà a sé, di sicuro. E' un'esperta nel campo..."
Sul volto della ragazza comparve una smorfia di disappunto:
"Che peccato..." - mormorò - "In effetti, io preferisco gli uomini"
"Per essere torturata?" - si sorprese Sawyer.
"Per il genere di tortura cui sicuramente farà ricorso il comandante King" -
rispose lei. Il tono leggero con cui aveva pronunciato la frase doveva
esserle costato molto, pensò Sawyer.
"Credo che potrai risparmiarti molto dolore se le dirai subito perché hai
tentato di uccidere il capitano"
"Dici?" - Celeste Finch tornò a sdraiarsi sulla branda - "Anche se parlassi
subito, lei continuerebbe per essere sicura che io stia dicendo la verità.
Ed anche quando ne fosse sicura, continuerebbe unicamente per sfogare la sua
rabbia"
Sawyer non la smentì. In qualche modo, in qualche remoto recesso della sua
anima, sentiva pena per lei. Si avvicinò alla cella, guardando attraverso la
fitta grata della porta la donna distesa sulla branda. La divisa succinta si
era sollevata, mostrando la pelle chiarissima sulle cosce. Una mano si era
posata sul corpetto, e si muoveva lentamente, quasi accarezzandosi.
"Ma perché lo hai fatto?" - domandò - "Oh, niente... Non dirmelo. Non ha
senso... Mentiresti comunque"
"Non ho tentato di uccidere il capitano"
Sawyer rise:
"Ah davvero? Pensi di riuscire ad evitare di essere torturata a morte in
questo modo? E chi sarebbe stato allora?"
"Sono stata io a ferirlo, se è questa la domanda" - disse Celeste. La sua
mano giocherellava con i bottoni del corpetto. Uno si slacciò, ed un dito
andò ad infilarsi nella fessura, allargandola. - "Ma se avessi voluto
ucciderlo, l'avrei fatto. Volevo solo ferirlo"
Sawyer continuò a fissarla attraverso la porta. Il corpetto si era slacciato
completamente, rivelando un seno perfetto, bianchissimo, dalle areole appena
disegnate. Le mani della ragazza stavano passando sul proprio ventre,
accarezzandolo. L'uomo si rese conto di essere sudato. La serratura della
cella era appena lì, ad un passo da lui. Perché no, si disse Sawyer. Domani
quella ragazza sarebbe stata carne morta. Domani sarebbe stata come non
fosse mai vissuta.
Si decise. Compose la combinazione sul tastierino numerico, e la porta si
aprì, senza rumore. Sawyer entrò, avvicinandosi alla branda.
"Perché?" - domandò.
La ragazza non lo guardò. Non sembrò neanche accorgersi che lui era entrato
nella cella.
"Perché allora sarebbe stato debole" - rispose - "Pensavo che il comandante
avrebbe approfittato del momento di debolezza di Seldon per prendere il
comando..."
"Se volevi che Alejana King prendesse il comando, perché non ucciderlo e
basta?"
"Vuoi saperlo davvero?" - chiese.
Sawyer ci pensò su un istante, poi sorrise:
"Tutto sommato, non me ne importa niente" - disse, sfilandosi la casacca.
Celeste si voltò verso di lui... A sua volta, sorrise.
Ed il suo sorriso fu l'ultima cosa che lui pote' vedere.
ISS Thunder - Ufficio del Primo Ufficiale Scientifico - ore 16.00
"Oh, T'Val... a cosa debbo il... piacere di questa visita?"
La parola "piacere" era uscita dalla gola di Bellatrix quasi contro voglia. Una visita dell'ufficiale non era certo un piacere. L'unico piacere che la Vulcaniana avrebbe potuto farle sarenne stato sparire al più presto.
"Tenente Laris," rispose T'Val, omettendo il grado di comandante, come a sottolineare che la Betazoide si sarebbe trovata sempre e comunque su un gradino più basso rispetto all'ufficiale politico "mi dispiace distoglierla dal suo lavoro, ma vorrei porle qualche domanda"
*Sarà bene che ti dispiaccia per davvero...* pensò Laris, ma non abbastanza intensamente perché la Vulcaniana potesse percepirlo. Non era difficile immaginare che genere di informazioni volesse T'Val: qualsiasi cosa circa l'attacco al capitano Seldon, che non fosse contenuta nelle banche dati, per così dire, pubbliche. Bellatrix non aveva ancora puntato tutti i suoi sforzi sulla sua stravangante teoria circa le anomalie radioattive della crosta di EXO III, ma non le sorrideva l'idea che chiunque nell'equipaggio (comunque qualsiasi essere senziente più gallonato di lei) avesse accesso alle sue ricerche. Men che meno chi poteva capirci poco o nulle e magari chiedere consulenze esterne, provocando una sgradevole fuga di informazioni. No, non era ammissibile. Quindi Bellatrix aveva usato le solite cautele criptando i dati che riteneva realmente degni di attenzione, lasciando trapelare soltando qualche misero numerino privo di qualsiasi interesse, come la punta di iceberg davvero difficile da rilevare. Così sembrava che la sezione scientifica svolgesse il suo solito lavoro di routine, ignorata dal resto degli alti ufficiali, libera di manovrare nell'ombra, ove fosse necessario. Inoltre, Bellatrix voleva prima soppesare la veridicità delle sue teorie, oltre a un rapido calcolo del profitto che le avrebbero portato se sussurrate all'orecchio giusto. Passarle a Seldon? O a Xin Piao? Oppure al Vulcaniano Vorshak? Erano opzioni che la Betazoide doveva ancora soppesare.
"Se mi dice in cosa posso esserle utile, sono ben felice di servire l'Impero.." rispose Laris immediatamente, con un tono che suonava a metà fra il lezioso e il canzonatorio. T'Val alzò appena un sopracciglio, rivolgendo uno sguardo, da cui si evinceva la sua commiserazione, verso la Betazoide. Voleva recitare la parte della sarcastica? Lo facesse pure, a suo rischio e pericolo. T'Val si era minuziosamente documentata sul conto di Laris, ed era stato quasi con sollievo che aveva appreso che Bellatrix non era protetta da nessun ammiraglio intoccabile, a differenza di molti sulla Thunder. Per quanto poteva essere pericolosa in sé, non sarebbe stato necessario un grande sforzo per estrometterla dai giochi del potere, oppure per spingerla con un pretesto in una camera agonizzatrice. O magari per fare di lei una valida alleata...
"Come lei ormai saprà, la donna che ha cercato di assassinare il capitano Seldon vestiva l'uniforme della sezione scientifica" spiegò T'Val "ora, non sono qui per accusarla di nulla, so con che facilità si può reperire un'uniforme, ma vorrei che condividesse con me tutto quello che sa sul tenente Celeste Finch"
*Finch, Finch... non mi dice niente* pensò Bellatrix, quasi svogliatamente
"Ho sempre avuto più memoria per i numeri che per i nomi, Comandante" rispose la Betazoide "e sinceramente non ricordo dell'esistenza di qualche tenente Celeste Finch, almeno non nei settori di mio più immediato utilizzo"
La risposta di T'Val fu istantanea, ma nessuno la udì né la vide. Le sembrava fin troppo palese che l'ufficiale scientifico le stesse mentendo. Provò a penetrare strisciando nella mente della Betazoide, ma Bellatrix era pronta. In assenza di un contatto fisico, anche i poteri imprecisi di Laris potevano respingere una fusione mentale forzata, come stava tentando il comandante T'Val. Bellatrix non aveva niente da nascondere in proposito, ma l'idea che la Vulcaniana avesse libero accesso alla sua memoria, come lo aveva di tutti i database della nave, non le sorrideva. Le due donne parvero fronteggiarsi con lo sguardo. Alla fine, Laris parlò, mal trattenendo la collera per quel affronto:
"Senta, mi deve credere, a me non risulta nessun tenente Finch, ma le ripeto che la mia memoria potrebbe essere fallace... suppongo però che abbia già provato a cercare nei database..."
"Sì," rispose T'Val, ostentando la solita calma vulcaniana, come se nulla fosse successo "e anche lì non v'è traccia di alcun tenente Finch"
Bellatrix non rispose. Nemmeno lei si ricordava di Celeste Finch e in questo era stata sincera. Ma sapeva che i Vulcaniani erano particolarmente privi di inventiva e le pareva impossibile che l'ufficiale politico si fosse inventata tutto. Forse era venuto il momento di dare un'occhiata all'integrità di quei database...
Sezione di detenzione - Nel frattempo
Il volto di Miral esprimeva tutta la sua rabbia omicida. Certo, non spettava a lui la sorveglianza della prigioniera e si era altresì già sincerato che ogni segno del tenente Finch sparisse dalla nave. Ma l'idea che adesso il tenente Finch se ne andasse a zonzo per la Thunder non gli sorrideva nemmeno un po', e non solo per i guai che gli sarebbero piovuti addosso per mano del facente-funzione-di-capitano King. L'Andoriano rivolse un ultimo sguardo al cadavere del tenente Sawyer: l'uomo, riverso sul pavimento della cella, aveva il collo spezzato a metà ed era stato finito col suo stesso pugnale di ordinanza, conficcato a fondo nel petto. Gli occhi di Sawyer, vitrei ma ancora spalancati, fissavano il soffitto. Sul suo volto persisteva un'espressione di instupidita meraviglia. Miral maledisse mentalmente tutta la sezione di sicurezza, e anche quell'idiota di Sawyer che per qualche stupido motivo aveva aperto a Finch la strada verso la fuga.
"Polyhymnia!" ordinò il capitano dei Maco all'attendente, immediatamente dietro di lui "Voglio che sia battuto ogni millimetro della nave e nella più totale segretezza! Riportatemi qui quella donna in catene"
Polly, vista la rabbia del suo superiore, non osò rispondere altro che un "sissignore" a testa china, prima di partire ad eserguire l'ordine.
Poco lontano...
Era stato fin troppo facile. Gli umani le sembravano così prevedibili... tuttavia l'idea di avere un'altra morte sulla coscenza le lacerava l'animo.
Distruggere la progrmmazione... distruggere...
Ma non voleva andare avanti a distruggere. La morte di quell'uomo, nella cella di dentenzione... era stata necessaria. Così come mettere fuori uso Seldon. Danneggiarlo, ma non in maniera permanente. Tuttavia non poteva permettere che accadesse...
Gli esseri inferiori non dovevano tornare al potere... non dovevano arrivare a distruggere la loro isola felice... non dopo tanto tempo...
Ma perché distruggerli? Tenerli lontani... dovevano solo tenerli lontani... e sapeva come doveva fare.
Per il bene maggiore. Per il bene di tutti...
EXO III - Base del dottor Korby
Nel frattempo
Korby batté una mano sulla tavola, facendo sobbalzare Christine. Un ennesimo intoppo al suo piano così ben congegnato. Che fosse colpa di Brown o di qualche addetto alla programmazione non era importante. L'unico fatto certo era che quell'androide avrebbe potuto rovinare tutto. Per un'anomalia, un sinapsi logica, un dettaglio insignificante. Fra un esercito di esseri perfetti, come uno su un milione, si era mostrata una pecca. Che Korby aveva stentato a riconoscere. Come aveva fatto il robot a scappare da Exo III e raggiungere Marte restava un mistero. Ma avrebbe avuto tempo di risolverlo in seguito. Adesso doveva sbarazzarsi di lei, prima che fosse davvero troppo tardi
Iss Thunder - Infermeria
Il bacio fu lungo e appassionato, soprattutto grazie all'infermeria a quell'ora deserta. Alejana si staccò da Seldon dopo parecchi minuti. Sapevano entrambi che non potevano dedicarsi ad effusioni più appassionate, anche se l'infermeria era deserta e la loro storia non era certo un segreto fra l'equipaggio. Seldon contemplò per un attimo la sua amante, le mani che ancora stringevano i suoi fianchi.
"E dimmi, Alejana" disse, con un mezzo sorriso "questa visita veniva da parte della mia preoccupata amante o dal mio professionale primo ufficiale?"
L'Orioniana gli scoccò un'occhiata penetrante, continuando ad accarezzargli la testa calva.
"Questo è da parte della tua amante" rispose lei, dandogli un ulteriore e pudico bacio sulla guancia
"e poi il tuo primo ufficiale è venuto a prendere disposizioni per le prossime mosse. Visto che il dottor Bixio insiste nel tenerti in osservazione per qualche giorno, ho pensato di rallentare l'avvicinamento a Exo III"
Ricardo le rivolse uno sguardo interrogativo.
"Non vorrai perderti la grande corsa alla sbarco, vero?" chiese King, sdraiandosi vicino al suo amante.
"Alejana, mi sembra inutile ripeterti l'importanza di questa missione per l'Impero..."
"E vorresti lasciare che quel... soldatino di piombo di Miral e quell'impicciona di T'Val si litighino il pianeta mentre tu sei confinato qui dentro..."
"Primo, non ho affatto intenzione di restare confinato qui dentro ancora a lungo, per quanto ne dica l'ufficiale medico... secondo, questa missione nasconde qualcosa e io sono ansioso di scoprirlo. Ritardare il nostro arrivo su Exo III non servirà a nulla" le afferrò i polsi, per sincerarsi di averla convinta "Non mi convinca ad un'altra sfuriata come davanti agli ufficiali, comandante King..."
"Non ce ne sarà alcun bisogno, capitano Seldon..."
Lo lasciò con un'ultima occhiata speciale, incamminandosi verso la porta dell'infermeria. Ricardo contemplò la sua camminata sensuale ancora una volta, tenendo a bada, seppur con qualche difficoltà, il desiderio di possedere quello splendido corpo ancora una volta.
Alejana si incamminò verso la plancia, pronta a rendere operativi gli ordini del suo superiore, concedendosi però il beneficio del dubbio. Era talmente immersa nei suoi pensieri, quando entrò nel turboascensore, che non notò l'altra donna nella cabina. E all'improviso, quella afferrò la mano dell'Orioniana e la trasse a sé. Alejana non stentò nemmeno un attimo a riconoscere il volto del tenente Finch, adesso libera, che le immobilizzava le braccia con una forza fino ad allora indubitata.
"Comandante" disse Finch "devo assolutamente parlarle"
ISS Thunder - Turboascensore 19/10/2280
Un lampo d'odio e di rabbia attraversò lo sguardo di Alejana che cercò inutilmente di divincolarsi da quella morsa d'acciaio.
"Folle! Tu sei folle tenente Finch! - sibilò l'orioniana in una smorfia di dolore mentre avvertiva un crescente intorpidimento delle mani - Sai che non uscirai viva da qui, T E N E N T E ?" scandendo bene il grado della Finch.
"Comandante, lei ora non è nella condizione di fare nulla se non ascoltarmi."
"Allora parla, traditrice!" - cercando di prendere tempo e sperando che quella donna si distraesse, dandole l'occasione di chiamare aiuto.
Celeste stringendo con meno vigore gli avambracci della King, senza però permetterle un qualsiasi movimento degli arti superiori, emise una sorta di strano fischio con le labbra.
Il turboascensore sobbalzò e si bloccò.
Ancora una volta lo stupore si dipinse sul volto della orioniana ma durò solo qualche attimo poi Alejana sferrò un calcio con tutta la sua forza verso la sua antagonista.
Celeste ricevette il colpo senza accusarlo, se non sorridere schernendo la donna dalla pelle verde : "Non puoi farmi nulla, comandante. Non farmi pentire della mia benevolenza verso te e della pazienza nei confronti della tua gente. Ascoltami e basta!"
Alejana con riluttanza assentì con il capo.
"Bene,....Noi non vi vogliamo su EXO III. EXO III è nostro. Non volevo uccidere il vostro capitano, ma solo darvi un avvertimento. NON avvicinatevi su EXO III. Convinci il tuo uomo a tornare indietro."
"Altrimenti cosa farai, Finch?" chiese Alejana con un tono che faceva trasparire tutta la sua rabbiosa impotenza.
"Pensa comandante, stai sperimentando solo un piccolo saggio delle mie capacità. Non sfidateci, altrimenti EXO III sarà la vostra tomba."
"Chi diavolo sei, veramente?"
"Non l'hai ancora capito? - ribatté Finch con un sorriso sardonico sulle labbra - Allora non siete tanto temibili come vi reputavamo" e con la rapidità di un fulmine lasciò la presa alle braccia della sua avversaria per colpirla al collo con entrambe le mani, tramortendola.
Alejana cadde a terra mentre Celeste iniziò a fissare il vuoto *Missione compiuta, Ruk. A giudicare dal comportamento della femmina che ora comanda, deduco che le probabilità che questi esseri di carne desistano è molto bassa. Attendo istruzioni.....*
Celeste rimase ancora a fissare il vuoto mentre le sue palpebre si chiudevano in modo innaturale. Pochi secondi dopo Celeste Finch disse "Ricevuto Ruk. Procedo."
Si calò sul corpo di Alejana e sostituì il suo pugnale con lo smeraldo con un altro. Emise poi un altro sibilo rimettendo in esercizio il turboascensore, uscendone pochi secondi dopo e lasciando il flessuoso corpo dell'orioniana a terra.
Alcune ore dopo.
Alejana aveva rifiutato le cure mediche, non senza destare la preoccupazione del dottor Bouvier. Seldon, venuto a conoscenza della disavventura della sua donna, ormai stanco di languire in un letto per quello che lui considerava un graffio, aveva lasciato furente l'infermeria.
Seduto sulla poltrona della sala tattica, che come tutti i capitani vecchio stampo considerava "il suo ufficio", stava valutando i rapporti di tutti i suoi affiliati.
Le squadre di sicurezza allertate dal mezzo deltano stavano setacciando la nave, purtroppo senza risultato rimase perplesso però quando venne a sapere che anche i MACO, seppur con la discrezione che potevano mettere in atto a dispetto della loro presenza che non poteva passare inosservata, stavano conducendo indagini per proprio conto.
Un atto di cortesia? No, un solo gesto di opportunità politica, giocata con sapiente astuzia tattica.
Si chiese cosa avrebbe chiesto in cambio Miral.
Ricardo si sentiva sotto scacco. Se gli uomini del pelleblu fossero arrivati all'obiettivo prima delle sue giubbe rosse, gli avrebbe dovuto un favore......e poi quella donna, che Alejana sospettava essere un androide, si stava facendo beffa dell'orgoglio dell'impero, ma soprattutto di lui, del capitano Seldon.
^!^ Seldon a Rizzo ^!^
^!^ Comandi capitano ^!^
^!^ Ci sono novità? ^!^
^!^ Al momento nessuna ^!^
^!^ Mi trovi quella donna, Rizzo. Sguinzagli i suoi uomini in tutti i maledetti anfratti della nave! La voglio possibilmente viva ma se i suoi uomini le pianteranno una scarica di phaser alla schiena non ne farò una malattia. .....Mi aspetto di ricevere notizie al più presto. Seldon Chiudo ^!^
"E se non avrai notizie positive?" chiese Alejana
"Allora entro domani Rizzo andrà nella camera agonizzatrice. Imparerà che un mio ordine va eseguito e portato a termine"
"Sai che quell'essere potrebbe uccidere una squadra di sicurezza con la stessa facilità con cui noi beviamo una coppa di vino?"
"E' sempre una macchina e non può competere con l'inventiva e le risorse proprie delle nostre specie"
* Non ne sarei così sicura, tesoro mio - pensò Alejana - sarà il caso che mi muova anch'io. Voglio essere io a fare a pezzi quella macchina. E poi perdere uno fedele e capace come Rizzo non è per nulla saggio *
ISS Thunder - 20/10/2280 ore 9.00
Ricardo aveva passato una notte agitata e nulla lo indisponeva quanto la mancanza di sonno. Le sue tempie pulsavano incessantemente e la cosa contribuiva ad aumentare il suo nervosismo, in un beffardo circolo vizioso. Si concentrò sul rapporto più recente, quello del comandante Laris, sperando di dimenticare il crescente fastidio.
Le scansioni biometriche e biomeccaniche, che il comandante Laris aveva esegito con la supervisione del comandante King su tutti i locali della nave, non avevano dato l'esito atteso.
Il rapporto faceva intuire a Seldon quanto Laris fosse indispettita dall'ostacolo che lei reputava avessero rappresentato gli uomini della sicurezza od i MACO, che pretendevano di perlustrare ed ispezionare prima di lei, o meglio dei suoi strumenti, ogni angolo della nave.
*Uhmmm...qui ci vuole una mossa a sorpresa...qualcosa di inaspettato, di imponderabile per la capacità di ragionamento di una macchina. Ci vuole un Jolly ed un diversivo....*
^!^ Seldon a T'Val ^!^
^!^ Qui T'Val ^!^
^!^ Mi raggiunga nel mio ufficio ^!^
Ponte 4 - Sezione Sicurezza
T'Val percorse lentamente il corridoio che separava il suo ufficio dal turboascensore per raggiungere la plancia. Sebbene il suo volto non esprimesse alcun tipo di espressione, la sua mente fredda e calcolatrice stava già elaborando la sua prossima mossa in funzione della richiesta del capitano. Aveva pensato almeno a cinque diverse richieste probabili, anche se almeno due le avrebbe scartate, considerando che Seldon non era un vulcaniano e che un certo tipo di costruzione mentale non era nelle corde del mezzo deltano.....
*Però.....è pur sempre un uomo molto imprevedibile, consigliato da una donna altrettanto temibile.....*
Con la mente impegnata ad elaborare ipotesi e probabilità, non s'accorse che una donna la stava seguendo.
Fu improvvisamente immobilizzata e zittita da due braccia di una donna dalla pelle color ebano la sorpresa ebbe il sopravvento su di lei a tal punto che non fu capace di reagire per alcuni secondi, il tempo necessario perché la sconosciuta dalla forza sovrumana la conducesse di peso in una stanza vuota e lontano da sguardi indiscreti.
Appena dentro, la donna disse :" Non faccia resistenza se ci tiene alla vita, comandante.- indirizzandole uno sguardo penetrante quasi a voler scoprire le sue intenzioni - voglio solo parlare."
T'Val assentì con un lieve movimento del capo e la donna allentò la presa.
La vulcaniana iniziò a parlare in modo atono " Immagino che lei sia una complice del tenente Finch"
"No, IO sono colei che chiamate Finch"
T'Val sollevò un sopracciglio per lo stupore.
"So cosa sta pensando: questa è solo una delle mie capacità, comandante. Posso adattarmi a molti ambienti e travestirmi alla perfezione...."
La donna nera diede un colpo ben assestato sul fianco sinistro di T'Val, proprio all'altezza del plesso solare e la vulcaniana cadde a terra priva di sensi. Rapida come un fulmine l'androide tolse i vestiti a T'Val, la legò e la imbavaglio poi con un ipospray le somministrò abbastanza sonnifero per farla dormire per il tempo necessario ai suoi scopi. Nascose il corpo tra alcuni contenitori presenti in quella sala, proprio dove nessuno avrebbe normalmente potuto ficcare il naso. Squadrò nuovamente il volto di T'Val ed iniziò a massaggiarsi il volto e le orecchie, fino ad assumere le sembianze dell'ufficiale politico della Thunder.
Poi con lo sguardo nuovamente perso nel vuoto * Finch a Ruk, la prima fase del piano è stata eseguita*
* Bene Finch, sai cosa devi fare. Se non riesci a fermarli fai saltare la nave"
* Ricevuto Ruk. Chiudo*
Nel frattempo
Alejana in cuor suo non concordava con quella che era la linea di comportamento del capitano. Dare un esempio a tutto l'equipaggio che la disciplina fosse un elemento imprescindibile era necessario ma, privarsi di un elemento valido come Rizzo, non era per nulla saggio.Inoltre Rizzo per la sua grande esperienza poteva tornare utile nel caso in cui le cose tra il suo Ricardo e Miral precipitassero.....Se si doveva sacrificare qualcuno anche capace, lo si doveva fare a ragion veduta.
L'alternativa era andare a parlare nuovamente con Miral per sapere direttamente da lui come stavano procedendo le cose.
Il campanello dell'ufficio di Miral trillò ed il pelleblu diede il consenso all'apertura.
La donna dalla pelle verde entrò mentre Miral spense il terminale sul quale stava facendo delle simulazioni per lo sbarco su EXO III.
"Comandante King - esprdì il colonnello sbirciando le cosce ben tornite dell'orioniana - a cosa devo l'onore della sua visita?"
"Il nostro accordo, colonnello. Credo che i suoi mezzi d'indagine stiano al momento dimostrando una apparente inefficienza"
"Sa che lei parla come una vulcaniana? Curioso per una donna come lei.... e comunque anche quelli dei suoi uomini non sono da meno certamente non mi aspettavo che i suoi fossero superiori ai miei, ma è stata lei a chiedermi di usare discrezione."
Alejana represse con fatica la rabbia per quella evidente provocazione ci volle tutto il suo self control per non schiaffeggiare quell'uomo tanto insolente quanto diretto.
"Poco importa il metodo, è il risultato quello che conta. Voglio quella "cosa" morta! "
*Voglio....Voglio.... tutte uguali voi femmine! * le antenne di Miral si muovevano lentamente quasi come se saggiassero i feromoni orioniani che emanava Alejana, si girò di scatto, quasi a volersi distrarre dalla visuale di quella femmina così invitante e disse:" Se dobbiamo mantenere la discrezione ed atteso che l'attuale metodo d'azione non ha prodotto risultati, allora dobbiamo cambiare metodo."
"Sono d'accordo con lei colonnello. So per certo che "quella cosa" -usò l'espressione con evidente disprezzo - non vuole che noi giungiamo su EXO III."
Miral mise le braccia dietro la schiena iniziando a camminare su e giù per la stanza fissando il tetto: " E cosa potrebbe rallentare od impedire alla Thunder di arrivare su EXO III? Un guasto?"
"Anche la sua distruzione - aggiunse Alejana - ma sembra che la cosa non interessi perché l'unico che è stato colpito è il capitano...."
"IL CAPITANO!" esclamarono all'unisono i due guardandosi negli occhi.
"Dove si trova il capitano?" chiese Miral.
" E' in plancia, colonnello!" ed uscirono come due furie per raggiungere il ponte di comando.
Plancia - ore 9.10
^!^ Seldon a T'Val, 10 minuti fa le avevo ordinato di venire da me o sbaglio? ^!^
L'irritazione nella voce del capitano era evidente ma T'Val non le diede assolutamente peso ed in modo atono rispose: ^!^ Sto arrivando da lei capitano. T'Val, Chiudo^!^
*Quella orecchie a punta pensa che non possa toccarla solo per il suo ruolo ed i suoi legami con i pezzi grossi? Beh, si sbaglia. Si sbaglia di grosso ed io glielo dimostrerò.*
Il sorriso sardonico sul volto di Seldon lasciò il posto ad una mal repressa smorfia di dolore procuratagli da una fitta al fianco ancora dolorante. Si sedette stancamente sulla sua poltrona in plancia ed attese l'arrivo della vulcaniana.
ISS Thunder - 20/10/2280 - Plancia ore 9.12
Non appena la vulcaniana fece il suo ingresso in plancia, le voci che normalmente la popolavano furono di colpo zittite, lasciando il posto ai rumori di sottofondo della strumentazione.
Storicamente la presenza di un ufficiale politico aveva da sempre creato una certa apprensione in qualunque equipaggio l'algida aura di T'Val però sembrava amplificare quella sensazione di soggezione che ogni altro essere provava nei confronti di un qualunque zampolit.
Seldon, forse per spavalderia, forse per la naturale incoscienza che contraddistingueva tutti i capitani, sembrò non curarsene, quasi a voler dimostrare che lui comunque era il conduttore del gioco senza dire una parola si alzò e fece cenno alla vulcaniana di seguirlo nel suo ufficio.
Non appena si chiuse la porta della stanza Seldon fu colpito dall'atteggiamento di T'Val. La sua parte deltana avvertiva la postura e le movenze di T'Val come un chiaro richiamo sessuale nei suoi confronti.
Ricardo si avvicinò alla donna dicendo: " Comandante, non amo molto che i miei ufficiali ritardino nell'eseguire un mio ordine. Nonostante il suo ruolo non cerchi di sfidare la mia autorità - guardandola negli occhi e cogliendo una luce languida in essi -.....piuttosto le converrebbe avermi come alleato, non trova?"
"E' logico, capitano - disse T'Val avvicinando le braccia al mezzo deltano- vorrei poterle significare il mio apprezzamento e la mia collaborazione...."
Ricardo piacevolmente sorpreso dalla vulcaniana non si lasciò sfuggire l'occasione, cercando di unire l'utile al dilettevole ." beh comandante - iniziando ad accarezzarle i capelli e la nuca - vorrei sapere quale sia l'attuale stato d'animo dell'equipaggio dopo la mia disavventura per esempio - Ricardo si fece più audace iniziando ad abbassare la zip della divisa di T'Val - insomma se sapessi che ci fosse qualcuno che volesse fare il passo più lungo della gamba, potrei bloccarlo e ricompensare chi mi fornisse informazioni utili......"
T'Val spinse Ricardo verso un divano in un angolo mentre il mezzo deltano aveva dato il comando al computer di abbassare le luci.
Il corpo di T'Val nella penombra e privo di parte dei vestiti appariva ancor più desiderabile. Le sue inaspettate movenze sinuose, il profilo delicato, quei seni perfetti, i fianchi ben proporzionati, non fecero che accrescere l'eccitazione del capitano, rimasto in astinenza da quando era stato aggredito.
" Voleva il mio rapporto capitano? Eccolo"
Ricardo sentì il corpo caldo della vulcaniana contro il suo mentre la donna stava cercando di raggiungere il pugnale che aveva lasciato sul tavolo.
Il capitano, che vedeva coronare finalmente uno dei suoi reconditi desideri, cercò di baciare la nuca della donna ma, con suo grande stupore s'irrigidì.
*No, non è possibile!*
"Aspetta mia cara, vorrei mettermi più comodo, sai la mia ferita....."
"Certo, fai pure" - era il momento che la donna attendeva per poter finalmente raggiungere con facilità il pugnale che aveva lasciato lì vicino dopo aver tolto i vestiti e portare a termine la sua missione.
Nel frattempo la porta della stanza si aprì ed entrarono alcune figure una di queste esclamò "COMUTER, LUCE" .
Contemporaneamente Seldon invece si mise seduto e prese uno dei phaser che nascondeva nel divano. Fece fuoco contro la vulcaniana che stramazzò a terra.
"CHE COSA SUCCEDE QUI?" disse Alejana accompagnata da Miral e da quattro altri uomini, due della sicurezza e due MACO.
"Ho finalmente ucciso chi ha tentato di farmi fuori."
Il capitano, a torso nudo e brandendo ancora il phaser sulla mano destra, si alzò dal divano. Si avvicinò a T'Val La stanza illuminata a giorno mostrava il cadavere seminudo in posizione supina di T'Val con un buco nella pancia, dal quale si vedevano circuiti elettronici ed organi sintetici. "Vi presento il fu tenente Finch".
"Come....Come facevi a sapere?" chiese Alejana
"Molto semplice - disse il capitano avvicinandosi all'androide rivoltandolo con un piede - Non ha la schiena tatuata"
ISS Thunder - Stiva 1 - 22/10/2280 - 0300
Si concesse un ultimo minuto di concentrazione, respirando lentamente a occhi chiusi. Perfino le luci attenuate della stiva 1 sarebbero state sufficienti a distrarlo. Ripassò mentalmente il dispositivo, elemento per elemento, aliquota per aliquota, soffermandosi su ogni dettaglio con la maniacale precisione per cui era ben noto. Infine, con un rapido tocco del guanto, aprì la comunicazione sulla maglia comando.
"Comandanti di compagnia, rapporto."
^|^ Qui Stoss. Compagnia A pronta al lancio. ^|^
^|^ Qui Ferguson. Compagnia B pronta. ^|^
^|^ Qui Spa'aw. Compagnia C pronta. ^|^
^|^ Qui Xaph. Compagnia mista pronta a lanciarsi. ^|^
Man mano che i reparti mandavano l'ultimo OK, sul display a visore di Miral si riflettevano le lucine verdi che confermavano lo status degli uomini e donne del 47mo.
^|^ Qui Miller. Plotone comando pronto al lancio. ^|^
Lasciando aperto il collegamento coi subordinati, Miral diede un altro colpetto ai comandi.
"Thunder, qui Miral. Pronti al lancio. Richiediamo apertura portellone."
^|^ Orbita sincrona confermata. Depressurizzazione in corso. Apertura portellone tra 30 secondi. ^|^
I 500 MACO attendevano immobili, rivestiti delle loro nere tute da lancio, resi anonimi dagli elmetti dalle visiere oscurate. Lo spalancarsi del portellone rivelò il buio del pianeta sottostante, un buio ancora più denso di quello dello spazio.
"Miralnu Makrani... FUORI!"
ISS Thunder - Sala tattica - 0315
"Cosa si aspetta che trovino, capitano?" chiese l'orioniana, col rispetto formale imposto dalla presenza di T'Val.
"Forse nulla," rispose Seldon. "Più probabilmente, guai a carrettate."
"In quel caso," interloquì l'ufficiale politico, "il 47mo è in grado di cavarsela meglio di una squadra di sbarco."
Seldon e King la guardarono di sottecchi. Un vero peccato che a ritrovare la vulcaniana, impacchettata come un regalo di natale, fosse stata una delle sue fedelissime... una lama affilata non li avrebbe certo liberati dall'occhiuta presenza dell'Ufficio Fedeltà, ma avrebbe almeno instillato un po' di sano rispetto nel successore di T'Val. Invece...
"Speriamo che lo sia davvero," tagliò corto il capitano. "Piuttosto, che notizie ci sono dalla Sezione Scientifica? Che razza di macchina era quella Finch?"
La primo ufficiale scosse la testa. "Finora non sono riusciti a capirci nulla. Quel che è sicuro è che si tratta di un misto di tecnologia imperiale e aliena."
La vulcaniana lasciò cadere un'altra delle sue frasette tanto irritanti. "Ho disposto che la tenente comandante Laris ricevesse aiuto anche dalla Sezione Ingegneria."
Alejana si irrigidì impercettibilmente. "Ho parlato col capo ingegnere in sala macchine pochi minuti prima della riunione, e non mi ha riferito niente del genere."
"Non ho chiesto al capo ingegnere" ribattè T'Val. "In fin dei conti, il rottame è affidato a Laris, ed è lei che dovrà ricevere il giusto riconoscimento se risolverà il problema. No, ho chiesto a un giovane ingegnere di mettersi a sua disposizione."
Il silenzio che seguì fu la prova che tutti i presenti sapevano benissimo di chi stesse parlando.
Mesosfera di Exo III - quota 72000 metri - ore 0330
Non appena oltrepassata la mesopausa, i sensori registrarono l'aumento di densità dell'atmosfera. I MACO scendevano ordinati per squadre, collegati l'uno all'altro da sottili cordoni ombelicali di microonde i repulsori antigrav iniziarono a rallentarne la caduta, per evitare il surriscaldamento delle tute.
Non c'era bisogno di ricordare ai reparti di controllare la regolazione degli altimetri chiunque avesse sbagliato se ne sarebbe accorto nel modo più definitivo.
Miral ripensò a quattro anni prima, rivedendo con gli occhi della memoria la vivida traccia lasciata nel cielo di Nimbus III dalla meteorica ultima discesa del colonnello Frax, e sorrise.
ISS Thunder - Plancia comando - ore 0340
Seldon emerse dalla porta della sala tattica e andò a riprendere possesso del suo trono. Le due donne presero posizione davanti a lui e ai suoi fianchi. Pochi rapidi gesti sulle rispettive consolle deviarono il sistema nervoso della Thunder in modo da metterlo a loro disposizione. Con un impercettibile cenno del capo, T'Val segnalò al capitano di essere pronta. Alejana King si volse a guardare il suo ufficiale comandante.
Lo schermo mostrava la superficie gelata dal pianeta sottostante, e una miriade di puntini, come un nugolo d'insetti.
* Ok, è ora di dare il via alle danze. * pensò Seldon.
"Signor Tawt, armi tre siluri per detonazione all'impatto, bersaglio le coordinate centrali della zona di lancio."
L'ufficiale tattico prese a digitare sulla propria consolle, confermando l'ordine: "Tre siluri spolettati a percussione, bersaglio coordinate 6370-1128, pronti a far fuoco."
Seldon si rivolse al timoniere.
"Signor Aokawa, usciamo dal'orbita rotta discendente a spirale per un sorvolo tattico a 5 km."
Il giapponese ai controlli annuì: "Decelerazione in corso. Zenitale 150, azimutale 060, discesa fino a 5000 metri. Tempo stimato al sorvolo del bersaglio: 10 minuti."
Appoggiandosi all'indietro sulla poltrona, il deltano sorrise. "Mi è sempre piaciuto rovistare con un bastone nelle tane degli animali pericolosi... vediamo cosa viene fuori da questa!"
Troposfera di Exo III - quota 1000 metri - ore 0340
Come figurine in un surreale diorama, i soldati del 47mo fluttuavano al di sopra del loro obiettivo. I veterani non perdevano di vista il terreno sottostante il soldato Maguire, invece, al suo primo lancio di combattimento, alzò la testa per seguire la traiettoria della Thunder mentre sfrecciava nella sua corsa d'attacco.
Quasi sulla verticale dei MACO, intervallati di mezzo secondo l'uno dall'altro, tre punti luminosi si staccarono dalla nave, scendendo con lentezza solo apparente in mezzo all'anello formato dai reparti d'assalto.
Le tre esplosioni illuminarono a giorno l'orizzonte, e alla terza vampata i soldati caddero dal cielo, come se fossero stati recisi i fili che li tenevano sospesi.
Quindici secondi più tardi, Maguire era al suolo, intento a sganciarsi i repulsori antigrav. Quarantacinque secondi più tardi, lo specialista artificiere Kerry Maguire, seconda squadra, primo plotone, compagnia mista, 47mo Battaglione d'Assalto Planetario, giaceva disteso sul ghiaccio, gli occhi sbarrati a guardare le stelle, primo dei caduti della battaglia di Exo III.
ISS Thunder - Plancia Comando- ore 0345
"Chiamata in arrivo dal 47mo, signore."
"Abbiamo segnale visivo?"
"Negativo, capitano."
"Tenga il visore sulla zona di lancio e passi la chiamata in voce."
^|^ Thunder, qui Miller. Rispondete, Thunder. ^|^
"Miller, qui Thunder. Sono il capitano Seldon. Cosa succede?"
^|^ Stiamo incontrando vivace resistenza. A quanto pare ci avevano predisposto un'imboscata. ^|^
"Ma come? Un veterano come il colonnello Miral... cadere in un'imboscata? Mi meraviglio!" Il tono di scherno era palpabile, e gli ufficiali in plancia, con l'eccezione di T'Val, sorrisero apertamente.
^|^ Non ho detto che ci siamo caduti. Ci hanno assaliti non appena abbiamo toccato suolo, ma le perdite iniziali sono state trascurabili. Il problema è che non stiamo affrontando esseri umani, ma androidi simili a quello distrutto da lei... e stavolta non si presentano come procaci distrazioni ma come mortali combattenti. ^|^
"Avete una stima della consistenza numerica del nemico?"
^|^ Diverse centinaia come minimo, e sono maledettamente veloci e resistenti. Ci hanno tagliato fuori dalla breccia aperta dai siluri. ^|^
"Cioè non siete riusciti a entrare sotto la superficie?"
^|^ Il colonnello Miral è riuscito a penetrare, ma ha con sé appena due plotoni. Credo che se siamo riusciti ad attestarci lo dobbiamo al diversivo creato da loro, ma francamente... se là sotto ci sono altri androidi come questi, dubito che i nostri riusciranno a risalire. ^|^
"Ok, maggiore. Il quadro è chiaro. Ora mi dica qual è il suo piano."
^|^ Serve che la Thunder ci apra un altro ingresso. ^|^
Seldon esitò, e alzò una mano a zittire l'ufficiale tattico che sembrava sul punto di dire qualcosa.
"Si rende conto che ora il 47mo è al suolo, e non più in quota?"
^|^ Capitano Seldon, con tutto il dovuto rispetto, mi sto gelando le chiappe anch'io come i miei soldati! Faccia rilevare le coordinate della comunicazione e miri non più di cento metri a nord della mia posizione attuale. Ah, un'altra cosa: due siluri bastano. ^|^
"D'accordo, Miller. Tenga giù la testa... e anche le chiappe, se non vuole scottarsele. Seldon, chiudo."
Sottosuolo di Exo III, da qualche parte - ore 0350
"Cosa vuol dire 'non sappiamo dove siano'?" esplose Korby. "Abbiamo sensori letteralmente ovunque! Più di trecento androidi sguinzagliati sulle tracce di una cinquantina di macachi imperiali... e questi spariscono, così?" disse, schioccando le dita.
"Dottore, questi sono specialisti bene addestrati! Si muovono sabotando la rete dei sensori, minando le intersezioni dei corridoi, cambiando direzione in modo del tutto erratico, seminando false tracce..."
La frustrazione di Korby era evidente. "Ma hanno alle calcagna organismi superiori! Più veloci, più forti, più agili, più precisi! Come possono sottrarsi alla cattura? Stiamo venendo traditi, per caso?"
Brown sbarrò gli occhi. "Ma cosa dice, dottore? ...E poi da chi?"
"Non lo so, Brown, ma..."
L'animata discussione tra i due venne interrotta dall'insistente cicalino di una chiamata in arrivo. Korby portò all'orecchio un comunicatore e ascoltò man mano che passavano i secondi, l'espressione gli si rasserenò, le rughe sulla fronte si distesero e alla fine, quando chiuse il comunicatore, sulle sue labbra aleggiava persino un mezzo sorriso.
"Non sono invincibili, dopotutto."
In quel preciso istante le pareti tremarono per un doppio colpo di maglio, e le luci si affievolirono per un attimo, per poi tornare normali.
"Magari no," commentò Brown, "ma certo non si sono ancora arresi!"
Superficie di Exo III - ore 0355
Polly non aveva il tempo di chiedersi se aveva condotto il 47mo a una sconfitta. Gli androidi che li circondavano si erano fatti ancora più numerosi, il loro tiro più micidiale. Il maggiore stimò che, senza contare i due plotoni dispersi nel sottosuolo con Miral, il battaglione avesse ormai perduto un 10% abbondante degli effettivi.
* Pazienza subire perdite - pensò - ma non stiamo facendo progressi! Nonostante la seconda breccia siamo ancora inchiodati qui sul ghiaccio... *
D'un tratto, sul visore le si accese un puntino verde che non si aspettava di rivedere.
"Miral!" Poi ripeté, ricordandosi di aprire il canale: "Miral! Sei vivo!"
^|^ Avevi dei dubbi? Allontanatevi dalla breccia, abbiamo preparato i fuochi d'artificio. ^|^
Soffocando il sollievo che provava, il maggiore Miller commutò la frequenza sulla linea generale. "A tutti i reparti: allontanarsi dalla breccia. Convergere sulle coordinate iniziali di sbarco."
A gruppi, sfruttando il fuoco di copertura dei commilitoni, i MACO iniziarono una manovra di ritirata che in altre circostanze avrebbe strappato l'applauso degli spettatori: a dispetto delle perdite subite e del terreno accidentato, i reparti si muovevano ancora come meccanismi ben oliati. Non si fermarono nemmeno quando dalla breccia aperta dalla seconda salva di siluri cominciò a irradiarsi una fontana di archi elettrici multicolori, salvo esitare per una frazione di secondo mentre le visiere fotoreattive si scurivano ulteriormente.
Alcuni androidi, sorpresi in posizione eretta, vennero inceneriti sul posto dalle scariche di energia che si riversavano dal cratere. Macigni di roccia gelata, che fino a poco prima erano serviti da riparo ai soldati dell'impero, si spaccarono sotto l'impatto dei lampi policromi.
A un certo punto, senza preavviso, Polly si girò e si trovò di fronte a un'uniforme con le mostrine con la foglia di quercia.
Il colonnello toccò i controlli sul proprio avambraccio.
^|^ A tutti i reparti: è il colonnello Miral che vi parla. Iniziamo la manovra di evacuazione. La compagnia B salirà per ultima. ^|^
Polly scrollò desolata la testa.
ISS Thunder - Sala teletrasporto 1 - ore 0405
Anche coi limiti imposti dalla tecnologia, non ci volle molto per recuperare il 47mo. Miral e Polly, in piedi dietro la consolle del sottufficiale addetto al teletrasporto, seguivano con occhi cupi il rientro delle squadre.
Di quando in quando, qualcuno aveva attivato i repulsori antigrav anche a un caduto. Era contro il regolamento, ma tra regolamento e spirito di corpo nel battaglione prevaleva quest'ultimo.
Il personale medico si occupava dei feriti e dell'occasionale cadavere.
"Insomma abbiamo perso anche Spa'aw," stava dicendo la donna. "Non c'è dubbio che dobbiamo prepararci a una lunga campagna."
"Colonnello..." intervenne il sottufficiale di marina. "Arriva l'ultimo gruppo."
Il piccolo drappello che concludeva l'evacuazione comprendeva il capitano Ferguson, che sorreggeva una soldatessa pallidissima con una bruciatura da faser sul fianco destro della tuta. Passata la ferita agli infermieri, il comandante della compagnia B si avvicinò al colonnello.
"Siamo stati sconfitti."
"Abbiamo perso una battaglia, Ferguson, ma la guerra è appena cominciata."
"Credo invece che per lei stia per finire, signore."
Il colonnello alzò gli occhi, appena in tempo per ricevere in faccia una scarica a piena potenza.
I due soldati che accompagnavano Ferguson alzarono i faser d'assalto puntandoli sul maggiore Miller.
"Non mi costringere a mandarti dove ho appena spedito il nostro ex comandante, Polly. Decidi subito dove vuoi passare la notte: nel mio letto, come mia seconda in comando, o su una lastra di monoberillio nell'obitorio della nave?"
Ma la donna aveva sul volto un'espressione stranissima, e sembrava non aver neppure udito la minacciosa proposta di Ferguson.
Guardava il corpo del colonnello, e in particolare la circuiteria semifusa che si intravedeva dove si era dissolta la faccia.
Sottosuolo di Exo III, da qualche parte - ore 0430
"Si svegli, signore. Non abbiamo molto tempo."
Miral riemerse a fatica dall'incoscienza, e subito se ne pentì: c'era qualcosa che non andava nella sua antenna sinistra. Dominò il giramento di testa e la vaga nausea che provava, si schiarì la voce un paio di volte, poi chiese: "Cos'è successo, sergente Vargas? Ricordo che ci sono arrivati addosso, e poi che c'è stata un'esplosione, ma devo avere perso conoscenza."
"Ci avevano belli e acchiappati, e uno si è messo davanti a lei, signore, a tirarsi la faccia. Da principio non capivamo cosa stesse facendo, poi si è girato e abbiamo visto che le assomigliava come un gemello. Quello se n'è andato, ma i suoi compari no: il caporale Mirek era riuscito a trovare un nascondiglio sul soffitto, e visto che noi eravamo tutti stesi a terra e gli androidi tutti in piedi, ha lanciato una granata."
"E lui era sul soffitto... è riuscito a cavarsela?"
Il sottufficiale si limitò a scuotere la testa.
"In quanti siamo rimasti?" chiese Miral.
"Con lei siamo otto, signore."
Miral si sforzò di riflettere, anche se il ritmico pulsare nel suo cranio non lo rendeva facile. Tentare di risalire sarebbe stato un suicidio a quest'ora il battaglione non poteva stare ancora combattendo, e visto che non li aveva raggiunti, delle due l'una: o era stato annientato, o aveva evacuato. La Miller era cauta, come Stoss se uno dei due aveva assunto il comando, il battaglione era in salvo. Se invece lo comandava Ferguson... questa linea di pensiero era del tutto improduttiva, si disse. Restare su questo livello era impossibile: come li avevano sorpresi e catturati una volta, ci sarebbero riusciti di nuovo.
"Andiamo giù," ordinò.
I sette MACO superstiti assunsero automaticamente la formazione di combattimento attorno a lui, e si misero alla ricerca di una via di discesa, verso le viscere di quel labirinto tecnologico.
ISS Thunder - Sala teletrasporto 1 - ore 0410
Polly fece ricorso a tutto il suo addestramento per riuscire a distogliere gli occhi da quell'involucro vuoto che giaceva sul pavimento rialzato del teletrasporto.
A girarsi verso Ferguson fu il Maggiore Miller.
Ferguson, non ricevendo risposta dalla donna, aveva cercato il motivo della sua evidente distrazione ed alla fine i suoi occhi erano stati catturati dall'intrico di circuiti in parte fusa in parte fumante.
L'odore iniziava a permeare l'ambiente, nonostante la ventilazione forzata, e non era l'odore acre della carne colpita da un phaser.
Quell'attimo di stupore, ritardato rispetto a quello della Miller, gli fu fatale.
Un singolo gesto, un movimento fluido come quello di un qualche forma di balletto in costume, e la mano della donna si abbatté con violenza sulla gola dell'assassino... poco importava che fosse l'assassino di un androide e non del Colonnello Miral.
"Volevi provare una lastra di monoberillio? Ora avrai modo di farlo."
Ferguson boccheggiava in cerca di aria, una mano si era precipitata alla trachea sfondata dal colpo di taglio del Maggiore Polyhymnia Miller nel vano tentativo di proteggerla da ulteriori assalti. Non si era aspettato la reazione di Polly e quella era stata la sua fine.
Non riuscì a coordinare i pensieri per alzare il braccio e sparare nuovamente, per liberarsi anche di lei come poco prima 'pensava' di essersi liberato di quell'andoriano... ma Polly non gli lasciò il tempo.
I due soldati che fino ad un attimo prima sembravano tenerla sotto tiro non avevano mosso un dito.
Non erano alla loro prima missione con quel Battaglione, avevano capito subito chi avrebbe avuto la meglio ed avevano scelto da che parte stare.
Sicuramente lei sapeva che non si sarebbe potuta fidare totalmente di loro... il giorno in cui si fosse dimostrata debole... un giorno, ma non quel giorno.
Sottosuolo di Exo III - Da qualche parte - 0520
Avevano camminato tra anfratti dei corridoi.
Appostamenti, attese silenziose nell'ombra... brevi corse fino all'anfratto successivo.
Il loro percorso continuava a scendere leggermente, ed il gruppo continuava a camminare con il Colonnello Miral davanti ai suoi uomini.
I corridoi sembravano tutti uguali, tutti perfettamente identici a quelli percorsi prima.
In alcuni casi avevano incrociato persone... o androidi... non avrebbero mai potuto scoprirlo se non sparando una raffica di phaser per far uscire sangue o circuiti da quei corpi apparentemente perfetti.
Corridoio dopo corridoio nel silenzio più totale.
Laboratori, alloggi, una serra, alcuni locali vuoti, nessun animale...
Ad ogni anfratto, quando nel rumoroso silenzio dove ogni comunicazione era fatta di gesti e sguardi, di lievi movimenti delle dita o direzioni indicate con il phaser scaricavano tutto quello che vedevano, raccoglievano e vedevano in un contenitore comune. Un D-Pad carico di informazioni ed uno zaino pieno di reperti che sicuramente il Comandante Bellatrix si sarebbe divertita ad analizzare.
Il risultato che ne stava uscendo era una mappa del sottosuolo di EXO III più accurata di quanto i servizi segreti avessero mai fornito loro.
Sottosuolo di Exo III - Laboratorio animazione 1 - 0630
Erano riusciti a fermare quei MACO imperiali, anche se qualche sparuto gruppetto di quei bastardi vestiti di nero poteva essere ancora in giro.
Il piano doveva andare avanti. Il 'suo' Colonnello era riuscito ad infiltrarsi sulla Thunder, ora era nel silenzio dell'essere in territorio ostile. Il prossimo contatto con quella sua creatura lontana sarebbe avvenuto tra qualche ora, ma non c'erano dubbi sulla riuscita. La disfatta dei MACO era un chiaro indizio del fatto che tutto stava prendendo la piega voluta.
I dati del personale della Thunder, che aveva ricevuto, si erano rivelati utili... molto utili.
Ora toccava al Capitano Seldon... ma dopo...
Il dottor Korby si volse verso il tavolo accanto e sollevò il telo che copriva la sua opera. Un androide dalle sembianze femminili, al quale aveva già dato le sembianze esteriori del Primo Ufficiale della più importante nave della Flotta Imperiale.
Il colore della pelle ancora non lo convinceva appieno.
Era una sfida... i feromoni deltani e quelli orioniani... tutti i suoi studi per rendere le sue creature vive sarebbero stati messi completamente alla prova con quei due androidi.
Tornò a voltarsi verso il Capitano ed abbassò lo sguardo sul suo lavoro. Era il momento di iniettare la personalità in quell'involucro vuoto e rendere vivo il suo deltano.
ISS Thunder - Nel frattempo
Nell'ufficio del Capitano Seldon le teste pensanti erano riunite a colloquio.
Su un angolo della scrivania aveva preso posto Alejana, quasi a voler mantenere una qualche forma di linea di difesa tra Ricardo e l'ufficiale politico, seduta poco distante dalla scrivania, e dal Maggiore Miller, che al momento comandava il 47° Battaglione MACO.
"Comandante King, notizie dell'androide?"
"Le analisi stanno dando risultati estremamente particolari Capitano. Una cosa è certa, entrambi sono frutto della stessa tecnologia, per inciso molto più evoluta di qualunque sia stata fino ad ora visionata dai tecnici Imperiali."
"Potenzialità?"
"Non siamo ancora in grado di dirlo con sicurezza. Da quello che ci ha detto il Comandante T'Val ed il risultato delle analisi possiamo dire che questi androidi hanno anche la capacità di auto-riprogrammarsi se non altro per quanto riguarda l'aspetto fisico esteriore. Questo li rende particolarmente difficili da rintracciare e riconoscere. Stiamo cercando di tarare i sensori in modo da poterli rilevare, ma non sarà un lavoro facile."
"Capitano... - interruppe il Maggiore Miller - ... posso tranquillamente dirle anche io che questi androidi sono praticamente indistinguibili dagli essere viventi. Ero convinta di essere risalita a bordo con il Colonnello Miral, e sono stata convinta per qualche istante che Ferguson lo avesse ucciso... dato che ovviamente così non è stato credo la nostra priorità ora sia dare supporto ai nostri uomini ancora su EXO."
"Maggiore... capisco il suo legamene con il 47°, sicuramente fa parte del vostro addestramento, ma io sono il Capitano della Thunder e le mie finalità possono essere diverse dalle sue. Ciò nonostante in questo caso credo che i nostri interessi possano avere un punto di incontro. Dobbiamo sapere se il Colonnello Miral è ancora vivo. Se così fosse potremmo avere l'infiltrato migliore possibile dietro le linee del nemico. Idee di come sia possibile contattarlo Maggiore?"
Sottosuolo di Exo III - Da qualche parte - 0715
Il Colonnello Miral stava camminando davanti ai suoi uomini. Avanzavano furtivamente da quasi tre ore nei meandri del sottosuolo di quel pianeta. Ne stavano tracciando una mappa più accurata di quanto i servizi segreti avevano mai fornito.
Inizialmente aveva dovuto rimettere Vargas al suo posto con fermezza, quando il Sergente si era spinto inizialmente in testa al gruppo. Sicuramente la logica di tenere al coperto il capo c'era... ma in quella situazione preferiva andare avanti lui. Fino a quel momento erano riusciti a tenersi nell'ombra.
Stavano risalendo.
"Vargas..." la voce era poco più che un sussurro.
Il sergente si avvicinò nel silenzio più totale, e non serviva c'erto che annunciasse il suo arrivo.
"...c'è un'altra uscita qui. Stiamo risalendo verso la superficie. Qual è esattamente la distanza dal punto di entrata?"
"Percorso effettivo 3Km, in linea d'aria 1Km e 753metri dal punto di entrata, 10° a nord-est."
"Verifichiamo se l'uscita è sorvegliata... potrebbe essere secondaria o abbandonata, sarebbe la nostra fortuna."
"Dovrei andare io."
"Vargas..." fu interrotto dal sergente, che probabilmente aveva pescato tutto il suo coraggio per interrompere il rispettato e temuto Colonnello Miral.
"Credo sia meglio Colonnello. Se dovesse succedere qualcosa solo lei sarebbe in grado di decidere come andare avanti. Sono Sergente per qualche motivo... altrimenti sarei Colonnello!"
Miral sapeva apprezzare il coraggio, non solo sul campo di battaglia.
La sua risposta fu semplicemente un passo indietro.
ISS Thunder - Laboratorio scientifico - 0730
Bellatrix era in uno stato di estasi.
Quello era sicuramente il suo stato d'animo in quel momento. Il suo cervello preso dalla ricerca e dall'analisi di quei due androidi stava generando una tale dose di endorfine che probabilmente niente in futuro l'avrebbe mai fatta sentire allo stesso modo.
Passava da un tavolo all'altro, analizzando entrambi gli androidi.
Quello che rimpiangeva era di non avere nemmeno uno di quei cervelli completamente intatto.
* Perché mai tendiamo sempre ad uccidere gli altri distruggendo il volto? La testa? Guarda quanta teconologia sprecata! *
Quando entrarono in delegazione il Primo Ufficiale e la MACO praticamente non li degnò quasi di attenzione.
"Mi pareva fosse usuale salutare un ufficiale superiore."
Bellatrix percepì chiaramente che nella voce di Alejana non c'era una reale minaccia, ciò nonostante si esibì in un perfetto saluto come da prammatica.
Lo sguardo dell'orioniana in effetti si era concentrato sugli androidi non appena entrata nel laboratorio. Chiara evidenza della sua esperienza personale pregressa. Scienza e medicina in fondo avevano fatto parte della sua vita per troppi anni perché potesse accantonarli semplicemente perché ora rivestiva il ruolo di Primo Ufficiale.
"Ci serve sapere se sarebbe possibile usare questi androidi per comunicare con il pianeta..."
Superficie di Exo III - 0800
Erano usciti da circa 30 minuti.
Avevano trovato una piccola grotta poco distante, facilmente difendibile in quanto l'ingresso era in alto, sul fianco di una collina.
Poco distante un soldato stava inventariando tutto quello che erano riusciti a portare con loro, o prendere nel loro percorso attraverso i tortuosi corridoi della base sotterranea.
"Colonnello!" Miral si girò rapidamente, anche per zittire il soldato, la situazione era comunque a rischio e non era il caso di farsi sentire.
"Moderi il volume Soldato! Cosa c'è di così urgente."
"Questo Signore... è un pezzo di uno di quegli androidi..."
"Che pezzo di androide?"
Il Sergente Vargas si avvicinò al soldato e si inginocchiò al suo fianco.
"Credo sia una parte di uno di quei cervelli signore... - allungò una mano - ...si ricorda quel tizio in camice bianco? Accendeva quelle macchine toccando qualcosa...."
Nel momento in cui la mano si posò su quel pezzo di tecnologia alcune luci presero a pulsare sotto la superficie, colori che si rincorrevano ora lenti, ora veloci.
Gli occhi di tutti gli appartenenti a quel gruppo di MACO sopravvissuti si puntarono su quelle luci.
Fu in quel preciso momento che una voce che nessuno di loro si aspettava di sentire in quella grotta.
# Colonnello Miral, qui Maggiore Miller mi sente? #
Pianeta Exo III - Caverna sulla superficie del pianeta - 0802
#Colonnello Miral, qui maggiore Miller, mi sente?#
La mano di Miral scattò istintivamente verso il comunicatore. Le luci sull'oggetto
alieno si spensero.
"Come diavolo...?" - mormorò, tornando a sfiorarne la superficie. Era ruvido
al tatto, e Miral si chiese se ogni asperità corrispondesse ad un diverso
comando.
#...onnello Miral?#
Corrugando la fronte, Miral studiò l'arnese. Come facevano a bordo della
Thunder a sapere che erano entrati in possesso di quella tecnologia aliena?
E come erano riusciti a farla funzionare? E se...
Guardò i volti dei soldati e scacciò il pensiero. Se c'era una sola
possibilità che quella non fosse una trappola, doveva cogliere l'occasione
di comunicare le informazioni di cui erano entrati in possesso. Tanto
sarebbero comunque morti tutti.
Trovò un'asperità più in rilievo delle altre e la premette:
"Miral a Thunder. Miral a Thunder, rispondete!"
Pianeta Exo III - Laboratorio nelle viscere del pianeta - 0802
#Colonnello Miral, qui maggiore Miller, mi sente?#
La mano del colonnello Miral si tese istintivamente, come se potesse
raggiungere il comunicatore. Lottò per qualche istante contro le cinghie,
quindi si rilassò. Non doveva fare sforzi inutili. Sulla pelle della schiena
sentiva il calore del contatto con la macchina, e quel calore era un fuoco
doloroso che gli si diffondeva in tutto il corpo. Riaprì gli occhi con uno
sforzo, cercando di mettere a fuoco la situazione intorno a lui. Riuscì ad
alzare il capo a sufficienza da guardarsi intorno. Era solo. Si trovava
legato ad una sorta di disco in materiale plastico. Al suo fianco, pendevano
delle altre cinghie. Il dottor Korby aveva legato a quelle cinghie, l'uno
dopo l'altro, due corpi dalla pelle blu, prima di azionare la macchina.
Attorno a lui, alcune teche contenevano degli altri corpi in vari stadi di
sviluppo, in sospensione in una soluzione liquida. Ma da dove veniva la voce
di Polly? Se solo avesse potuto avvertirli...
#Colonnello Miral, qui maggiore Miller...#
Non era una sola voce a chiamarlo. Era Polly, e nello stesso tempo non era
lei, erano centinaia di voci, tutti con la stessa tonalità, lo stesso
accento che lui conosceva bene...
*Viene dalle teche* - si rese conto Miral - *Sono i loro cervelli alieni a
rilanciare il segnale... Com'è possibile? Come mai non sono schermati?*
#Miral a Thunder, Miral a Thunder, rispondete!# -
Miral sussultò. Non era vero, aveva capito male...
"Non la riconosce, vero?"
Miral voltò la testa in direzione della voce, ma da dove si trovava non era
in grado di vedere chi avesse parlato.
"Non si riconosce mai la propria voce, sentendola dall'esterno..." -
commentò l'uomo con tono casuale, entrando nel suo campo visivo - "I vostri
devono aver scoperto che i cervelli positronici sono hanno un sistema di
comunicazione subspaziale, e lo stanno sfruttando per comunicare con la loro
squadra a terra. In questo modo comunicano anche con noi, ma non credo che
questo importi molto, a questo punto. Comunque, sono Brown, l'assistente del
dottor Korby"
"Piacere di conoscerla" - disse sardonico Miral - "E' così che si deve dire,
quando si incontra qualcuno per la prima volta, vero?"
"Non è necessario che si sforzi di fare conversazione. Non sono il tipo che
diventa nervoso, in silenzio"
Brown si accostò ad una consolle vicino alla parete, prendendo un dipad.
Iniziò a comporre delle cifre, ed una delle teche in cui era conservato un
corpo si aprì, con un fiotto di fumo chiaro. Miral, da dove era legato,
riuscì ad intuire una forma femminile umanoide dalla pelle scura.
"Primo, ha iniziato lei. Poi, non è che abbia molto da fare, in questo
momento" - disse l'altro - "Soprattutto, legato in questa posizione. Cosa
avete fatto? Come siete riusciti a..."
"Come ci siamo riusciti?" - disse Brown - "Semplice, utilizzando la
tecnologia aliena che abbiamo trovato qui. Come il macchinario cui è legato
in questo momento: il download dell'intera memoria di una persona. Ci sono
voluti anni per riuscire a comprenderne il funzionamento e adattarlo alle
diverse razze che compongono l'Impero. Ed a comprendere come utilizzarlo al
meglio"
"Che cosa avete intenzione di fare, per utilizzarlo al meglio?"
"Temo che questo non sia affar suo" - disse Brown freddamente - "Non più
almeno"
Miral non replicò. Era stato consapevole della propria morte, fin dal
momento in cui era stato rapito e portato in quel sotterraneo. Se non altro,
pensò, la comunicazione che aveva percepito voleva dire che Polly ce l'aveva
fatta... Almeno, fino a quando l'impostore non fosse salito a bordo della
Thunder. L'altro non aveva solo il suo aspetto, aveva anche i suoi ricordi.
Si sarebbe mosso come lui, avrebbe agito come lui... Come avrebbero fatto
gli altri a capire che era un impostore?
ISS Thunder - 0811
"Che sta succedendo?"- urlò il colonnello Miral. Tutto si sarebbe aspettato,
ma non che Polly potesse aspettarlo davanti alla piattaforma del
teletrasporto con mezza compagnia ed i faser spianati.
"Le armi a terra, colonnello! Ed anche lei, sergente Vargas!" - intimò
Polyhmnia Miller.
Miral percepì i movimenti dei soldati che lasciavano cadere a terra le armi.
Naturale, pensò. Non si faranno coinvolgere in una lotta per il potere che
non li riguarda, a meno di non ricavarne un interesse diretto. E lui non
aveva niente da offrire. Il suo sguardo era fisso sulla posa dei soldati
schierati contro di lui. E su Polly.
Muovendosi con lentezza, Miral poggiò a terra il proprio fucile faser. La
guardò avvicinarsi quel tanto da afferrare le armi. Non poteva azzardare
mosse, non con lei, maledizione.
Da dietro la fila di soldati avanzò Alejana King:
"Sono spiacente di questo contrattempo, colonnello" - disse il primo
ufficiale - "Ma non possiamo rischiare che fra voi si nasconda un altro
androide"
"Un altro? Uno come la Finch, intende?"
"Uno come il colonnello Miral" - disse Alejana - "Già, perché lei è già
tornato a bordo della Thunder, o così pensavamo... E' stato solo un
fortunato incidente a farci scoprire che si trattava di un androide"
"Capisco" - disse Miral. Quindi i sette soldati che erano tornati con lui
erano nella sua stessa situazione, rifletté. Continuò:
"Che cosa suggerisce, comandante?" - domandò - "Dobbiamo restare qui in
stallo, finché qualcuno non cede e non confessa di essere un androide? E nel
frattempo, mentre siamo impegnati a spianarci le armi l'uno contro l'altro,
che ne sarebbe dell'attacco a Exo III? L'imperatore non vuole più il suo
regalo?"
"Non ho intenzione di tenerla in sospeso a lungo" - rispose lei, e accennò
alla sua sinistra, dove era comparsa il comandante Bellatrix. La donna si
avvicinò, facendo attenzione a non passare in mezzo fra i fucili dei faser e
loro.
"Il comandante Bellatrix ha scoperto una caratteristica interessante nei
cervelli degli androidi" - disse Alejana.
"E' esatto" - confermò la betazoide, estraendo un oggetto da una tasca -
"Gli androidi comunicano fra di loro utilizzando una frequenza subspaziale.
Ne abbiamo approfittato anche per comunicare con voi."
Miral la osservò esaminare il soldato alla sua sinistra:
"Questo è pulito" - disse infine.
Alejana fece cenno all'uomo di togliersi dalla postazione sulla piattaforma
del teletrasporto:
"Il prossimo?"
Il soldato scelto Farrah avanzò verso il comandante Bellatrix. La donna
eseguì gli stessi movimenti, quindi consentì anche a lui di muoversi verso i
soldati.
Il sergente Vargas lanciò al suo comandante un'occhiata imperscrutabile,
quindi fece un passo avanti per mettersi di fronte al comandante Bellatrix.
La betazoide si avvicinò, ed iniziò ad esaminare l'uomo, come i precedenti.
"E questo, dovrebbe essere in grado di distinguere un androide da noi?" -
domandò Miral.
Bellatrix assentì con aria distratta:
"Si. Le frequenze cambiano continuamente, ma la trasmissione fra gli
androidi è ininterrotta. E noi la possiamo rilev..."
Emise un grido soffocato. Vargas aveva fatto un salto, afferrando la donna
per la gola. Laris abbozzò una reazione, ma Vargas la bloccò, le fece fare
un mezzo giro, mettendola fra sé ed i fucili dei soldati e trascinandola
verso la parete della sala teletrasporto:
"Fermi!" - urlò - "Fermi o l'ammazzo"
"Fuoco!" - gridò Alejana.
Miral vide i movimenti dei soldati e capì. Si schiacciò a terra, mentre
centinaia di raggi luminosi bruciavano l'aria intorno a lui. Sentì addosso
il peso di un corpo, capì che qualcuno era stato colpito. Qualcuno dei suoi?
Non importava, adesso. Adesso, c'era silenzio. Adesso, pensò, era finita.
Si tirò su in ginocchio, scrollandosi di dosso il corpo del soldato scelto
MarHan. Peccato, una così bella ragazza... Si girò verso la parete della
sala teletrasporto. Il sergente Vargas e Bellatrix Laris erano caduti una
sull'altro. I loro corpi sembravano sorprendentemente intatti, così, quasi
abbracciati...
"Era necessario?" - domandò Miral, tirandosi su.
"Cosa?"
"Era necessario ammazzare anche i miei uomini, insieme a questi due?" - fece
Miral, avventandosi verso Alejana.
"Certo che no" - si strinse le spalle Alejana.
"Perché allora?"
"Perché cosa? Non ha capito che le armi erano su stordimento?" - rise
Alejana - "Se ci fosse stato un androide fra di voi, non volevamo certo che
venisse ucciso. Avevamo bisogno di un prigioniero, ed adesso l'abbiamo"
Si girò verso i soldati, ordinando:
"Il sergente Vargas, o chiunque sia, deve essere immediatamente
teletrasportato in cella. E chiamate il dottore per il comandante Bellatrix
e per gli altri soldati colpiti dalle armi" - si rivolse di nuovo
all'andoriano:
"Lei, invece, Miral, venga con me. Il capitano vorrà sentire il suo
rapporto"
Exo III - Laboratorio nelle viscere del pianeta - 0815
Brown si voltò, sentendo aprire la porta.
"Ah, Christine... Tutto a posto? Il dottore?" - domandò, vivacemente.
Una umana dai capelli chiari entrò nel campo visivo di Miral.
"Abbiamo dovuto sacrificare anche Vargas, purtroppo" - disse.
"La fine di Vargas è una disdetta..." - mormorò Brown, corrucciato - "Ma era
da prevedersi"
"Il dottor Korby ne è stato molto contrariato... Ma se non altro, il nostro
Miral è al suo posto, pronto a predisporre la trappola per portare qui il
capitano ed il primo ufficiale della Thunder. E' stato una ottima mossa
predisporsi un androide inconsapevole di esserlo..." - la donna si girò
verso l'andoriano legato alla macchina. Miral sentì lo sguardo gelido della
femmina posarsi su di lui, ma il freddo dei suoi occhi non aveva niente di
familiare o di rassicurante.
"Questo vuol dire che non abbiamo più alcun bisogno di tenerlo in vita" -
disse Brown.
"In realtà, non ne avevamo bisogno neanche prima" - replicò Christine - "Se
il nostro androide venisse scoperto, non potremmo comunque mandare un altro
Miral a bordo della Thunder. Sulla nave prima di ammetterlo a bordo lo
esaminerebbero dentro e fuori"
"Il dottor Korby non era della stessa opinione" - fece notare Brown.
"In ogni caso, questo non ha più importanza" -
La donna estrasse un piccolo faser da una tasca. Brown la bloccò con un
gesto:
"Non lì... Rischi di danneggiare la macchina"
Christine parve considerare la cosa:
"Hai ragione... Dobbiamo slegarlo da lì"
Brown si avvicinò e cominciò a sciogliere le cinghie che tenevano legato
Miral. L'andoriano tese i muscoli. Le cinghie si allentarono.
*Ora! Ora o mai più * - pensò Miral. I piedi scattarono verso l'alto,
cogliendo Brown al collo. L'uomo gemette, ma non cadde a terra, non gridò ed
il solo rumore fu lo schiocco della sua gola. Christine sparò, Miral spinse
il corpo di Brown contro di lei. Christine lo evitò, ma Miral approfittò del
breve istante per gettarsi dall'altro lato della macchina, cercando
freneticamente un'arma per difendersi.
Christine sparò ancora. Dietro di lui si frantumò una teca, ed il liquido
amniotico sprizzò come sangue azzurro dalla ferita. Miral sentì i frammenti
di vetro penetrargli nella pelle. Senza badare al dolore, afferrò una
scheggia tagliente, quindi balzò sopra la macchina, rotolandovi sopra,
afferrando la donna, schiacciandola a terra con il suo corpo. Lei tentò di
puntargli contro il faser. Miral non esitò. La donna non gridò. Sussultò
appena, una, due, tre volte, quindi giacque a terra, mescolando sangue rosso
al liquido amniotico che invadeva la sala.
ISS Thunder, Infermeria
22/10/2280 08.40
La testa le doleva terribilmente, ma se non altro si stava
risvegliando. Quando aveva visto la luce dorata venirle contro, mentre
ancora si contorceva dalla presa di Vargas, Bellatrix aveva pensato
che era finita. E il pensiero non le era piaciuto per nulla. Un conto
è morire per la gloria dell'impero, ma tirare le cuoia in un incidente
a causa di un'Orioniana che non aveva voglia di trattare le sembrava
veramente troppo. Ma era viva, contro ogni sua aspettativa.
*Quando troverò la Comandante King, concubina del capitano o no, ci
scambieremo due parole... possibilmente con un pugnale fra le dita*
Laris non osava aprire gli occhi, per quanto sapeva che la
strumentazione avrebbe presto segnalato il suo risveglio. Poteva solo
sperare che il medico e i suoi collaboratori fossero troppo occupati a
ricucire i feriti proveniente di Exo III. Quel pensiero improvviso
parve colpirla come una seconda raffica di phaser. Exo III... gli
androidi... i robot che giacevano nel suo laboratorio, scomposti in
tutte le loro componenti, come un cadavere sul banco dell'autopsia.
Bellatrix aveva assemblato quel tri-corder per le frequenze
subspaziali a tempo di record, cosa di cui era stata incredibilmente
soddisfatta, mentre quel guardiamarina cinese che la assisteva era
stato a fissare l'intera operazione a bocca aperta, come se stesse
assistendo al più prodigioso dei miracoli. Ma lo strumento per lei era
di poca utilità. O meglio, poteva farne a meno. Per quanto tendesse a
dimenticarlo lei stessa, era una Betazoide. E anche se i suoi poteri
empatici erano poco sviluppati e difficili da controllare, lei
sentiva.
Ancora prima che il tri-corder sbugiardasse la vera natura di Vargas,
Bellatrix aveva percepito l'intruso. Per essere precisi, non aveva
percepito affatto, il che le era sembrato strano. Tutti gli esseri
viventi erano circondati da una sorta di aura empatica (Laris la
chiamava così, visto che non aveva mai avuto nessuno che le insegnasse
come utilizzare i suoi poteri mentali) che la Betazoide poteva
percepire. Invece Vargas ne era privo, come l'ammasso di circuiti che
era. Bellatrix non aveva ricordato questa facoltà al capitano Seldon e
al suo seguito, sicura che se lì per lì le avrebbe fruttato qualche
riconoscimento sul campo, sul lungo periodo poteva essere disastroso
per la carriera, tale e tanto era il timore latente dell'Impero per
chiunque avesse facoltà mentali, Vulcaniani compresi...
Queste considerazioni oltrepassarono il Tenente Comandate Laris.
Adesso aveva problemi più impellenti di un avanzamento di carriera. La
nave intera era a rischio, per quel che ne sapeva. I suoi poteri
empatici non erano stati in grado di scandagliare l'intero gruppo in
quei pochi momenti, ma avevano percepito anche qualcos'altro. Ovvero
non avevano percepito nulla in quello che era stato identificato come
il colonnello Miral. La conclusione era quasi scontata...
Il panico occupò la mente di Bellatrix come un'onda. Doveva fare
qualcosa. Doveva uscire da lì. Ma nell'agitazione non riuscì ad
elaborare un piano. I suoi poteri empatici, in quello stato, non le
erano di nessun aiuto. Percepiva un'accozzaglia di sentimenti,
emozioni, pensieri, ma senza riuscire a identificarne la fonte. Per
quello che ne sapeva, la maggior parte dei dottori e degli infermieri
poteva essere composta di quei maledetti androidi, infiltrati chissà
come. Ed erano decisamentre troppi per una Betazoide stordita e
disarmata.
Prese un respiro profondo. Bisognava sgombrare la mente dal panico e
concentrarsi. Usare quel potenziale di empatia che troppo spesso
giaceva inutilizzato. Concentrarsi... concentrarsi...
Bellatrix scivolò nel sonno quasi senza accorgersene, mentre
l'anestetico dell'ipospray si faceva strada nelle sue vene.
Iss Thunder - Sala tattica
Nel frattempo
Miral sedeva al lungo tavolo nero, vicino all'imperscrutabile
comandante T'Val. Davanti a loro stavano Capitano e Primo Ufficiale,
entrambi con aria contrariata. Polly se ne stava sull'attenti dietro
al suo superiore. Il rapporto di Miral sul primo attacco a Exo III era
appena terminato e Seldon era visibilmente spazientito. La faccenda
degli infiltrati gli era piaciuta poco e quel mezzo fiasco
nell'attacco al pianeta gli riusciva particolarmente difficile da
digerire. Represse un moto di rabbia. Fosse dipeso da lui, avrebbe
afferrato Alejana per un braccio sbattendola sul tavolo e l'avrebbe
presa lì, davanti a tutti, per dissipare in un momento rabbia e
tensiore, per consolarsi, per avere la mente libera ed elaborare un
nuovo piano. Ma c'era un tempo per ogni cosa e adesso Alejana era il
Comandante King, primo ufficiale della Iss Thunder, e l'unico conforto
che doveva e poteva offrirgli era il suo consiglio. Ricardo squadrò
per un lungo istante la mappa di Exo III su un monitor, poi parlò.
"All'imperatore non farebbe piacere sentire del nostro... momentaneo insuccesso"
Le parole erano dure da pronunciare, soprattutto davanti a quella
strega dal volto di marmo di T'Val. Un solo sospiro sbagliato e la
Vulcaniana sarebbe filata da Vorshak a tessere la trama per la sua
rovina, su questo Seldon non aveva dubbi. Quindi doveva più che mai
mostrarsi deciso e sicuro, come se la ritirata strategica non fosse
stata altro che una rincorsa per colpire nuovamente e ancora più
forte.
"Colonnello Miral," disse, rivolgendosi all'ufficiale dei Maco
"immagino che il suo battaglione abbia risorse sufficienti per un
secondo assalto"
Miral si sporse dalla sedia, soppesando i suoi pensieri.
"Ho abbastanza effettivi per portare un secondo assalto, come dice
lei, Capitano, ma temo non siano abbastanza per portarlo a termine con
successo. Non sono trascurabili quelli che abbiamo lasciato sul
terreno e inoltre i feriti in infermeria..."
"L'ufficiale medico capo ha già ricevuto l'ordine di metterne in piedi
il più possibile" rispose Alejana, con una certa saccenza.
"Ciò nonostante ci servono più MACO per avere ragione di Exo III e per
impadronirci dei suoi laboratori" la interruppe a sua volta T'Val.
Seldon cambiò posizione sulla sedia. Che quella maledetta Vulcaniana
si divertisse a contrastarlo in tutte le sue decisioni?
"Questa volta l'attacco sarà più mirato, non hanno speranze di
coglierci in un'altra imboscata- riprese Ricardo -Se necessario,
affiancheremo ai MACO una squadra di sbarco..."
*Carne da cannone* non poté fare a meno di pensare Miral.
"... e la copertura offerta dalla Thunder sarà ancora più consistente.
Staneremo il dottor Korby e lo riporteremo in catene ai piedi
dell'imperatore. Inoltre...- il capitano gettò un'occhiata alla mappa
sullo schermo, per poi passare velocemente in rassegna i suoi
ufficiali -... è mia intenzione scendere sul terreno, appena la
vittoria sarà nostra."
Exo III, laboratorio nelle viscere del pianeta
Nel frattempo
Se prima quella sala spoglia e piena di circuiti e macchinari non gli
era piaciuta, Miral non aveva fatto nulla per migliorarne
l'arredamento. Il pavimento era viscido del liquido amniotico e del
sangue. I corpi di Brown e della Chapel giacevano scomposti poco
distante. L'Andoriano aveva ancora il fiatone per la frenesia
dell'azione appena conclusa. Ma era libero. Anche se era tutt'altro
che convinto sulla sua prossima mossa. Escogitare la seconda sarebbe
stato tutt'altro che facile. Doveva uscire di lì e tornare sulla
Thunder, o quanto meno comunicare con la nave. Gli riusciva ancora
misterioso come smascherare l'impostore che si era introdotto, ma il
problema era di secondaria importanza.
Miral fissò le teche, in attesa di sentire qualche comunicazione.
Niente, solo silenzio. Probabile che tutti i Maco fossero rientrati
alla nave, e che quindi non ci fosse bisogno di altre chiamate, se
così si potevano chiamare. E che Seldon si preparasse per un secondo
attacco, come sicuramente il falso Miral aveva consigliato, su diretto
ordine di Krorby.
La situazione non era invidiabile. L'Andoriano strinse in pugno il
phaser che aveva strappato a Christine, cercando di scrollarsi di
dosso il vago senso di panico che lottava furiosamente per avere il
sopravvento. Si trovava metri e metri sottoterra, attorniato da
centinaia di androidi. Solo contro tutti.
Sobbalzò col dito pronto sul grilletto quando sentì un ronzio rompere
il silenzio. Si voltò istintivamente verso le teche, ma non gli
sembrava che il rumore provenisse da lì. Era un ronzio, come un
disturbo nelle comunicazioni, niente di più. Eppure pareva avere una
ben determinata frequenza, come una comunicazione in codice. Le
decodificazioni non erano affatto il campo di Miral, ma chiunque
avrebbe percepito delle strane regolarità in quel rumore di fondo. Era
un suono diffuso. Non potevano essere i macchinari per i download
delle memorie, che ora erano disattivati. Col phaser serrato fra le
dita blu, Miral si avvicinò a una delle porte che si aprivano sulla
sala. Non aveva memoria di quale fosse quella giusta, ma tutto sommato
poco importava. La sala era molto probabilmente presidiata da ogni
parte, quindi non esisteva una via più sicura di un'altra. E se dietro
a una di quelle porte avesse trovato Korby, non avrebbe esitato a
sparargli, archeologo di corte o meno.
Il rumore aumentava ritmicamente, sempre con quella sua strana cadenza
quasi musicale. La porta si aprì silenziosamente, scivolando di lato.
L'Andoriano non poté fare a meno di trasalire. Davanti a lui,
occupando tutto lo spazio disponibile, si stagliava la fonte dello
strano ronzio: due metri di androide di grossa taglia, con
un'espressione affatto amichevole sul volto sintetico. Era Ruk.
ISS Thunder - infermeria. 22/10/2280 ore 0850
"Allora dottore, come sta la nostra scienziata?"
"Bene, direi. Potremmo risvegliarla subito."
"No non ora. Le farò sapere quando sarà necessaria la sua presenza."
"Va bene comandante."
La donna uscì mentre il guardiamarina Leblanc guardava estasiato il volto della donna distesa sul bioletto.
*Dio mio quant'è bella. Potrei perfino approfittarne*
Il giovane ufficiale medico, segretamente attratto da quella che riteneva una donna tanto bella quanto per lui irragiungibile, le carezzò il suo volto, scendendo poi verso i seni.
Un brivido gli persorse la schiena, l'eccitazione s'impadronì di lui.
Si fece più audace e con l'atra mano carezzò il ginocchio risalendo lentamente.
* Non se ne accorgerà mai, anche se è una strega mezza betazoide le sembrerà un sogno indotto dalla narcosi*
Leblanc al colmo dell'eccitazione si denudò e salì sul bioletto.
ISS Thunder - Sala riunioni - 22/10/2280 ore 0900
Tutti i presenti avevano ormai delineato la situazione con i rapporti al capitano.
"Ho deciso - . Disse Seldon - Io e lei, Colonnello, scenderemo con 4 specialisti per parte ed entreremo da qui - indicando nella proiezione del diorama della superficie planetaria - proprio da dove lei è uscito.
"E' poco prudente, capitano - disse Miral - i nostri nemici già sapranno da dove io sono fuggito e provvederanno a tenderci un'imboscata, immaginando che vorremo rientrare da lì. Dovremmo invece cercare di entrare da questo punto" - indicando una griglia di scambiatori termici ed aerazione che aveva registrato nel padd consegnato al suo rientro e dal quale era stata tratta la mappa che ora consultavano.
"Lo so, colonnello, ma quello sarà il punto nel quale invece sbarcheranno i suoi MACO per creare un diversivo, affiancati dall'artiglieria e dal supporto di fuoco della Thunder"
Polly incrociò il suo sguardo con quello di Miral. Lui socchiuse le palpebre inclinando leggermente il capo in avanti, come per dire alla sua vice che già aveva compreso il suo pensiero.
" E poi la responsabilità della missione è mia, colonnello. Si fa a modo mio. Lei ha il comando delle operazioni a terra. Io decido la strategia"
"La sua strategia però - intervenne Polly - non sembra tenere conto di una proiezione di risultati, di una simulazione, ....una valutazione delle perdite e ...."
"Maggiore MILLER - disse il capitano mentre Miral la guardava stranamente di traverso - Lei è qui solo perchè la particolare situazione richiede la sua presenza a questo tavolo. Non accetto altre discussioni. Parli solo quando è interpellata."
"Ma..."
"MAGGIORE! Farò finta di non aver sentito. - interruppe il capitano,
In altre occasioni Seldon avrebbe riservato a quella palese insubordinazione la camera agonizzatrice, ora però non non voleva inimicarsi l'andoriano e cercò la via diplomatica, pensando al modo con cui avrebbe presentato il conto a quella donna presuntuosa.
" Maggiore Miller - intervenne Miral - Vada a dare disposizioni per la nostra discesa. Prenda due compagnie e riservi per me quattro specialisti che mi seguiranno".
La Miller si alzò senza fiatare ed uscì.
"Allora è deciso. -disse Seldon seguendo con lo sguardo la Miller che usciva dalla stanza - Attacco frontale di due compagnie come diversivo ed infiltrazione della squadra comandata da me e dal colonnello all'interno della base di Korby. Signor King, a lei il comando della nave. Voglio un fuoco di sbarramento a protezione dei MACO qui...e qui...ed anche qui. - indicando la mappa - Faccia poi predisporre una navetta per la discesa. Voglio con me il due uomini della sicurezza, il comandante Laris ed il guardiamarina Xian Pao."
Nel sentire pronunciare il nome di Xian Pao, T'val sollevò un sopracciglio. Seldon l'aveva presa in contropiede, ma aveva già una contromossa pronta.
EXO III - sotterranei della base di Korby - 22/10/2280 ore 0930
"Cosa fai ancora qui? Korby ti attende" non fece in tempo a dire quelle parole che intravide dietro alla figura di Miral i corpi di Brown e della Chapel. Non fu necessario che Ruk provasse a comunicare utilizzando le sue onde positroniche con Miral LUI era quello vero.
A dispetto della sua imponente mole Ruk balzò come un fulmine addosso a Miral, ma il pavimento ormai reso viscido dai liquidi pseudoamniotici gli fecero perdere l'equilibrio, dando così il tempo a Miral di sottrarsi alla presa del gigantesco aiutante di Korby.
Anche Miral perse però l'equilibrio. La recisione della punta dell'antenna destra e le ammaccature subite prima di cadere prigioniero degli androidi ne avevano indebolito le capacità fisiche. Il phaser gli era caduto dalle mani e scivolato lontano.
Ruk lo raccolse per primo ed emise un fischio quasi impercettibile.
Tutte le porte si chiusero.
"Ora sei mio. Andoriano!"
Miral si rialzò reprimendo una smorfia di dolore. Non avrebbe mai dato a nessuno la soddisfazione di vederlo soffrire, meno che mai ad un androide.
"Allora, ammasso di circuiti, premi quel grilletto e vediamo di farla finita,- guardando poco distante una serie di strumenti medici - ma prima devi cercare di mirare bene".
"Non mi serve questo giocattolo per finirti, bastardo blu, ti farò a pezzi con le mie mani". Accartocciò con la mano il phaser rendendolo inservibile e lo gettò vià.
Miral si avvicinò alla strumentazione operatoria mentre Ruk minaccioso avanzava verso di lui. Il caldo della stanza iniziava ad infastidirlo. Un rivolo di sudore gli colò giù per la schiena. Ritrasse le antenne.
Ruk spicco un balzo ribaltando un tavolo tra lui e l'andoriano, che nel frattempo s'era impossessato di un tre quarti di Patterson. Miral piantò con tutta la forza, di cui la disperazione in quel momento lo aveva dotato, quello strumento chirurgico sull'attaccatura della spalla destra di Ruk. Questi non sembrò risentirne e con un manrovescio fece letteralmente volare Miral un paio di metri lontano da lui e dagli strumenti chirurgici. Un fiotto di sangue blu iniziò a colare dal naso del capo dei Maco mentre Ruk con il tre quarti di Patterson ancora conficacto sulla spalla, avanzava nuovamente verso la sua vittima con il sorriso del vincitore dipinto nel volto.
Prese Miral per il collo, sollevandolo da terra ed iniziò a stringerlo per soffocarlo.
Come in una vecchia oloproiezione Miral vide tutta la sua vita transitargli dinnanzi agli occhi.
Scalciò verso l'androide che lo schernì, mentre stringeva di più.
Miral non aveva paura di morire, aveva messo in conto già dal primo giorno nei MACO che avrebbe potuto perdere la vita, ma non sopportava di morire per mano di una macchina.
Vide un cavo dell'alta tensione scoperto, proprio vicino alle teche che contenevano gli androidi in stasi.
"Co...sì completerai.... il.... lavoro.... e poi Korby ...ti... ti...riporrà nella...TECA!"
Ruk stava ancora stringendo, il volto di Miral era diventato di un blu intenso.
"Io ...morirò...ma .. - tossì rumorosamente - anche tu.... cercò di prendere fiato facendo appello all'esigua riderva dei suoi polmoni - MORIRAI.."
"No, stupido essere biologico" rispose Ruk allentando di poco la presa.
Un bagliore passò negli occhi di Miral.
"Tu mi finirai e poi - ansimò cercando di riprendere fiato - Korby ti riporrà nella teca perchè non gli servirai più. TU SEI MORTO!"
"Non è vero, umanoide di carne!" - allentando ancora un poco la presa.
"Korby ti disattiverà. Qual'era la tua programamzione?"
Ruk rimase fermo a fissare il vuoto.
"Proteggere, servire, imparare".
Un attimo di silenzio ...." Ho protetto Korby"
Ruk lasciò la presa e Miral cadde, approfittandone per rotolare poco distante dal suo nemico
" Ho servito Korby"
Miral si avvicinò al cavo coassiale dell'alta tensione fissato al muro. Salì su una barella antigrav brandendo il cavo ormai libero dai vincoli che lo assicuravano al muro
" Ora, ora ci sono! Manca la terza fase. IMPARARE! Imparare dal creatore, migliorare il creatore. SUPERARE IL CREATORE."
"Ed allora Ruk?"
"SI' ora sono padrone di me stesso! ORA SONO LIBERO!"
"Certo, ma sei morto" Gettò il cavo dell'alta tensione a terra.
A contatto con il liquido sparso nel pavimento l'alta tensione raggiunse Ruk in un baleno che contorcendosi su sé stesso , dopo aver sparso un fumo denso ed acre nella stanza, crollò rumorosamente a terra.
La stanza rimase al buio ma pochi attimi dopo tutte le porte, precedentemente bloccate da Ruk si aprirono. Miral strappò un lembo del lenzuolo della barella antigrav e ne fece un tampone per la sua narice.
* Ed ora vediamo di condurre questa barella antigrav fuori da qui e contattare i miei ragazzi.*
Infermeria - ore 0945.
T'Val s'affrettò ad entrare in infermeria con due suoi fidati. Notò con stupore che il guardiamarina Leblanc, nudo come un verme, era intento ad esaminare da molto vicino il corpo assopito del comandante Laris.
Imbarazzato, Leblanc cercò di coprirsi ma comprese che l'essere stato colto in flagrante non l'avrebbe salvato nella migliore delle ipotesi dalla camera agonizzatrice.
"Prendetelo!" ordinò la vulcaniana.
Immobilizzato e nudo il giovane dottore tremava come una foglia.
"Guardiamarina, rianimi il comandante Laris".
"Signore, ma...così?"
"Non discuta i miei ordini! Proceda e cercherò di non farla uccidere"
"Signorsì".
Nudo ed umiliato il dottore preparò l'hypospray con il cordazene, iniettandolo al comandante Laris.
Pochi secondi dopo la mezza betazoide rinvenì notando con stupore la grottesca scena che si presentava ai suoi occhi.
"Spero che non stia sognando, comandante T'val"
"Affatto, signor Laris. Il Signor Leblanc si stava prendendo qualche libertà non autorizzata.Io l'ho fermato in tempo. Come responsabile della disciplina di bordo, prenderò i provvedimenti del caso. - avvicinandosi alla betazoide affinchè gli altri non sentissero - Lei signor Laris mi deve un favore. Sono certa che saprà ricambiare a tempo debito"
Bellatrix ancora mezza stordita dal narcotico annui quasi automaticamente.
"Portatelo via. Per ora lo attende la camera agonizzatrice lei comandante si sbrighi a rivestirsi. E' attesa dal Capitano all'hangar navette 2. Farà parte della squadra di sbarco alla base di Korby."
T'val uscì dall'infermeria soddisfatta. Laris le doveva un favore, Leblanc poteva essere torturato ma poi salvato se avesse giurato di fare l'infiltrato per suo conto nel clan del capitano. Un medico poteva sempre tornare utile. Ora bisognava pensare a Xian Pao......
Il guardiamarina Bao Xian Pao stava preparando la sua attrezzatura per la discesa sul pianeta. Il volto lasciava trasparire tutta la sua preoccupazione. Le notizie provenienti da "radio equipaggio"non erano per nulla confortanti.
Morti, feriti, androidi che sembravano inarrestabili.
Come ufficiale incaricato di fare ricerche sugli androidi - o meglio biodroidi come li aveva ribattezzati lui senza incontrare il favore della Laris - aveva la consegna del silenzio, ma soprattutto non poteva deludere il suo illustre zio, né disonorare la sua famiglia sottraendosi al dovere.
Era proprio un bel pasticcio, sapeva di rischiare la vita senza poter apparentemente sfruttare la cosa a suo vantaggio.
Stava ancora pensando a come sfruttare quell'episodio per la sua carriera, ben sapendo che parte delle scoperte sugli androidi erano frutto delle capacità del comandante Laris, quando silenziosa come un gatto comparve alle sue spalle un'ombra.
Bao trasalì si girò di scatto e vide la vulcaniana : " Co- comandante T'val....." - si riprese quasi subito dallo stupore e si esibì in un perfetto saluto battendo il pugno al petto e poi stendendo il braccio.
T'val rispose al saluto con l'eleganza tipica dei vulcaniani e guardandosi intorno per essere sicura che orecchie indiscrete ascoltassero, disse :" Signor Xian Pao, ho bisogno della sua colalborazione. Spero che non vorrà negarmela"
"Comandante, sono sempre pronto a fornire la mia opera per la gloria dell'Impero"
"Non hanno importanza le formule di rito, guardiamarina qui non siamo in Accademia. Questa è la vita reale. Credo che le interesserebbe una via d'uscita dal caos dei sotterranei di EXO III, o sbaglio?"
"Cosa dovrei fare comandante?"
Hangar di Lancio - contemporaneamente
"Miral, ti rendi conto della follia di quel pelato? Un attacco alla cieca, un diversivo del tutto inutile! Le proiezioni sulla riuscita del piano sono del 4,9%."
"Lo so, ma noi cercheremo di assecondarlo per ora. Tieniti a distanza dai bersagli stabiliti. Usa le batterie di mortai a granate fotoniche, poi avanzate con cautela".
"Miral, sai meglio di me che il terreno scelto da quell'idiota non ci concede alcun vantaggio e le nostre batterie sarebbero preda del nemico in un baleno"
"Confido in te" disse laconicamente l'andoriano.
Polly indossò la tuta ed il casco per la discesa libera e prima di chiudere il casco guardò Miral :" Fai attenzione Colonnello"
Il grido "Miralnu Makrani" risuonò dentro gli interfono degli uomini del 47° mentre Miral, per circa un paio di minuti, sembrò fissare il soffitto in maniera innaturale.
Poco distante, nascosto dietro una serie di contenitori vuoti, il capitano Seldon aggrottò la fronte Miral invece, come ridestato da un momentaneo torpore, guadagnò in fretta l'uscita.
ISS Thunder - ponte 5- Sezione sicurezza.
Leblanc si contorceva dentro la camera agonizzatrice. Sentiva migliaia di aghi penetrargli le carni, arrivando fino ai nervi.
Aveva implorato, gridato pietà.
Aveva perfino pianto.
Nulla sembrava però muovere a compassione i due sogghignati aguzzini al lato della camera agonizzatrice che, sotto l'attenta supervisione di T'val dosavano i raggi per l'induzione del dolore.
Il dolore era insopportabile e Leblanc era allo stremo.
T'val fece un cenno con la mano e l'aguzzino alla consolle comando toccò un potenziometro. Leblanc, sebbene legato ai polsi ed alle caviglie, si agitò come se il suo corpo fosse attraversato da una scarica di corrente. Con un urlo straziante, attutito dall'insonorizzazione della camera di plexiglas, svenne.
La vulcaniana allora si alzò dalla sedia e diede ordine di portare il dottorino nella vicina camera di sicurezza.
ISS Thunder - corriodi di comunicazione
Ricardo appena uscito dall'hangar 2 stava raggiungendo il vicino hangar 1 per imbarcarsi sulla navetta che avrebbe portato lui, Miral e la squadra d'esplorazione dentro le viscere di EXO III.
Alejana lo chiamò all'interfono pregandolo di attendere prima d'imbarcarsi. Ricardo ebbe quasi la conferma dei suoi sospetti. Un sorriso sardonico si dipinse nel suo volto ed entrando nell'hangar 1 fece cenno ai suoi compagni di missione di attenderlo.
Poco dopo l'orioniana entrò scura in volto scortata da 2 uomini della sicurezza, chiamò a sé il capitano e lontano da orecchie indiscrete disse :" il tenente Kalama ha intercettato una trasmissione subspaziale tra la nave ed il pianeta. Proveniva dall'hangar navette 2. Immagino che tra gli uomini del 47° ci siano degli altri androidi. Vorrei verificare .... "
Ricardo l'interruppe :"No, immagino già chi sia. Vuole che arriviamo sani e salvi da Korby e noi l'asseconderemo. Ho già pronto un piano di riserva. Tu segui il piano già stabilito in riunione. Vedrai, andrà tutto bene"
"Fai attenzione, capitano "
Ricardo sorrise, si aggiustò la cintura con l'equipaggiamento e s'imbarcò sulla navetta che silenziosamente attraversò il campo di forza della nave per scendere sul pianeta.
Camera di sicurezza.
Il Sinapsyl, un farmaco sperimentale e segreto per affievolire gli effetti collaterali della camera agonizzatrice, fece presto effetto sul corpo del giovane medico.
Nonostante la sua preparazione in campo scientifico, T'val era restia ad utilizzare risorse sperimentali che non davano una apprezzabile certezza di risultato. Stavolta però era necessario e la fortuna l'aveva assistita.
"Dottor Leblanc, vorrei proporle un accordo" disse la vulcaniana
ancora stordito il medico, ma felice di essere ancora vivo, disse: " Sono tutt'orecchi"
In altri frangenti T'val avrebbe punito la risposta impertinente del medico, anche se aveva compreso che quell'umano, ormai convinto di dover morire, aveva perso qualsiasi freno inibitorio.
"Posso ancora salvarle la vita, dottore. - guardò l'uomo per essere certa della sua attenzione - Lei dovrà giurarmi fedeltà ed entrare nel mio gruppo di affiliati e tutto si risolverà per il meglio"
"Oh certo, comandante.....si risolverà per il meglio, ma non per me. Io sono un cadavere che cammina. Se non mi giustizierà lei, mi ritroverò con un pugnale conficcato alle spalle da qualche amico del comandante Laris o forse da lei stessa."
"Non credo. Sono assolutamente certa che né il comandante Laris, né alcun suo amico la importunerà, se lei accetterà la mia proposta."
Leblanc guardò incuriosito l'ufficiale politico. Sapeva che i vulcaniani non sapevano né mentire né scherzare.
"Accetto comandante"
"Benissimo. Lei rimarrà per ora qui. Si riposi signor Leblanc perché presto avrò necessità dei suoi servigi. Si ricordi che se tenterà di tradirmi la mia vendetta non tarderà a colpirla."
T'Val uscì dalla stanza soddisfatta. Aveva salvato le proverbiali "capra e cavoli" guadagnando la riconoscenza di due ufficiali.... e poi avere un medico dalla propria parte avrebbe fatto sempre comodo.....
Non le restava che attendere gli sviluppi su EXO III.
Exo III - Superificie del pianeta
Le due compagnie avevano preso posto. Gli uomini della compagnia mista guidati dal capitano Xaph stavano posizionando i mortai.
Polly invece aveva fatto disporre gli uomini di quella che era la prima compagnia in tanti plotoni da dieci unità ad un centinaio di metri davanti alle postazioni dei mortai, pronti ad avanzare non appena il massiccio fuoco dei mortai avesse fiaccato le forze del nemico.
Xaph le aveva manifestato tutto il suo disaccordo sulla linea strategica. Seppure Polly avesse apertamente concordato con Xaph sulla inutilità di quell'assetto strategico voluto dal capitano della nave ed approvato da Miral, obbedì alle disposizioni.
Gli uomini erano pronti, i mortai in posizione.
Il freddo pungente ed il vento sferzavano senza sosta i corpi ed i volti dei duecento MACO.
Silenzio.
Solo l'ululare del vento tra le gole delle lontane montagne.
Del nemico nessuna traccia.
La Thunder iniziò i suoi passaggi ciclici colpendo con le sue batterie i punti prestabiliti.
Nuvole di vapore emergevano in lontananza, Polly guadagnò una sorta di altura per vedere meglio con il binocolo.
Vapore e roccia fusa, nient'altro.
"Polly, che succede?"
Fece un gesto di stizza:"Guarda tu stesso" , passando il binocolo a Xaph.
Il tellarita, capitano della compagnia mista, grugnì. "sento puzza di trappola".
^!^ Qui Miller a Thunder ^!^
^!^ Qui Thunder, comandante King. Che succede maggiore?"
^!^ Nessun contatto con il nemico, fuoco di sbarramento della Thunder privo di risultato ^!^
^!^ Suggerisco mantenimento della posizione, maggiore. Facciamo altri due passaggi. King, chiudo ^!^
Polly imprecò, poi come se qualcuno avesse finalmente acceso una luce dentro una stanza buia, le sembrò tutto chiaro.
^!^ Qui maggiore Ferguson, ritirata immediata, ripeto ritirata immediata. Piegare sulle coordinate che vi sto inviando.^!^
"Polly - chiese Xaph - che diavolo succede?"
" E' una trappola, Xaph. Ci hanno teso una trappola. Quelle nubi di vapore non ci permetteranno di vedere nulla! Dobbiamo guadagnare una posizione più in alto. VIA, ANDIAMO VIA!"
Correndo dietro di lei e dando ordini agli uomini della sua compagnia, Xaph gridò "Polly, la Thunder sapeva. Ci hanno teso loro la trappola!"
Polly si girò di scatto verso il tellarita " No Xaph, non la Thunder, ma Miral!"
EXO III - una decina di chilometri oltre la postazione dei MACO
Il viaggio della navetta avvenne senza intoppi. Gli imperiali avevano già guadagnato l'entrata della base di Korby senza incontrare nessuno.
Laris era ancora frastornata dalla sua recentissima avventura. Il cordazene le aveva alterato le seppur minime facoltà betazoidi e non riusciva più a percepire le auree degli altri. Era frustrata e non riusciva a nascondere questo stato. La sua presenza nella squadra, poi, le era sembrata una sorta di punizione, aggravata dalla presenza dell'imberbe cinese che reputava un raccomandato con la patente da perfetto incapace, foriero solo di ostacolare se non rallentare il suo lavoro.
Xian Pao era quello che più apparentemente sembrava soffrire il freddo. Era nervoso ed avvertiva prurito all'avambraccio dopo che il comandante T'val gli aveva iniettato sottopelle una microtrasmittente subspaziale.
* E' il tuo salvacondotto, Bao. Se le cose volgeranno al peggio, premi forte in corrispondenza del trasmettitore e potrò recuperarti *
Le parole di T'val gli risuonavano nella mente. * Che donna. Che portamento elegante. Che fascino. A letto poi.... - per un attimo tornò con la mente al suo incontro amoroso con la vulcaniana avvenuto qualche giorno prima - Chissà se ci tiene veramente a me *
l'autoindulgenza però durò ben poco nel cinese * Non farti illusioni Bao - si disse - come dice il mio onorevole zio, mai fidarsi delle streghe vulcaniane. Infide come serpenti. Lei sa che io posso capire molte cose di quei biodroidi e vuole fregare lo zio. Se porterò a termine la mia missione, lo zio mi saprà ricompensare..... *
"Guardiamarina Xian Pao - disse il capitano - venga qui"
Il giovane si avvicinò al capitano che gli parlò sottovoce " Resti vicino a me. Qualunque cosa accada. E' un ordine."
"Signorsì" rispose il cinese - * Forse quel demonio di Seldon aveva compreso qualcosa? *
Sulla superficie, nel frattempo
^!^ Ferguson a tutti i MACO. Raggiungete l'altura ad un kilometro a nord est dal fronte ^!^ non c'era bisogno di dire altro e Polly lo sapeva. Come in un copione studiato a memoria le truppe d'assalto coprirono e lasciarono passare per primi gli specialisti. Dalle nubi in lontananza stavano venendo fuori gli androidi che, armati di tutto punto, iniziavano a sparare attraverso la nebbia.
^!^ Le squadre d'avanguardia gamma ed epsilon non rispondono alla ritirata.^!^
"Continuate la ritirata se non volete un buco supplementare nelle chiappe! - Ruggì Polly - se vedo qualcuno che si trascina dietro un compagno caduto come nel primo attacco, giuro che gli strappo gli attributi - ansimò per la corsa - ed anche se il diavolo se lo porterà via, lo andrò a cercare anche all'inferno!"
Come in uno scenario apocalittico, fumo dal terreno e lampi di phaser si abbatterono sui MACO. Con uno sforzo al limite delle loro forze, i MACO conquistarono la postazione individuata da Polly.
Anche quella postazione presentava degli svantaggi. Non era idonea per l'uso dei mortai, dato che era molto vicina ed alle spalle di uno dei luoghi d'uscita del nemico. Gli strumenti elettronici di puntamento sembravano impazziti e poi la nebbia artificiale non permetteva una corretta individuazione dei punti da colpire. Potevano solo difendersi e stavolta la posizione giocava a loro vantaggio.
"Rapporto Xaph"
"Abbiamo subito perdite per 80 uomini, tra cui due squadre di mortaisti".
"Stime sul nemico?"
"A giudicare dal volume di fuoco, si tratta di un gruppo di circa 400 unità. Non abbiamo stime su loro eventuali perdite"
Polly grugnì e cercò di contattare la Thunder senza esito.
" Abbiamo troppi disturbi sulla radio. Dannato pianeta. Se dovessimo trovare Korby voglio cucinarmelo io, prima di darlo in pasto all'imperatore!"
"Tu pensi veramente che riusciremo a prenderlo?"chiese Xaph
"Non sono un indovina, sono un soldato. Finchè avrò un briciolo di energia mi comporterò come un soldato, Xaph. - lo guardò e poi aggiunse - Rafforza le postazioni di guardia nei punti di accesso alla nostra posizione, poi scegli cinque specialisti"
"Che vuoi fare?"
"Trovare un'entrata ed andare a tagliare a fettine Korby".
Nel sottosuolo intanto......
Korby era preoccupato. Era da un po' che non aveva notizie di Brown né di Cristhine. Il suo fidato Ruk poi non rispondeva al richiamo neuronico. L'interfono era muto.
Aveva spedito il grosso dei suoi androidi a combattere quegli stupidi MACO che avevano seguito gli ordini impartiti dal suo duplicato di Miral. Il precipitare degli eventi, il non essere riuscito a rallentare la Thunder con Celeste, lo aveva costretto ad agire con un numero di forze inferiori al programmato ed in caso di un attacco all'interno avrebbe potuto avere qualche difficoltà.
Si decise a raggiungere il laboratorio di duplicazione.
Stranamente il corridoio era buio.
"Celeste 42 - fermando l'androide più vicino - come mai qui è buio?"
"Non lo so, mio caro"
"Lascia stare, vado a vedere io!"
Correndo lungo il corridoio sentì del liquido sotto le sue scarpe * Ma che diavolo succede qui? Da dove viene questo liquido? Una perdita delle vasche? *
"CRISTHINE?? BROWN?? RISPONDETE!"
Una luce intermittente d'emergenza illuminava ritmicamente il laboratorio. Korby entrò e vide il corpo di Ruk immobile con la pelle sintetica del volto bruciacchiata.
Le tempie gli pulsavano all'impazzata. Cercò l'interruttore d'emergenza per stabilizzare la luce. Lo attivo ed inorridì. Cristhine aveva un pezzo di vetro piantato nel cuore e Brown a giudicare dall'ematoma, il collo spezzato.
Korby emise un urlo straziante. Alzò gli occhi al cielo giusto il tempo per vedere una figura nera che, lasciatasi cadere dalle tubature del soffitto balzò sopra di lui.
Tutto intorno a Korby si fece buio.
Cunicoli sotterranei della base di Korby.
Miral stava analizzando la mappa che aveva stilato durante la sua precedente missione "Sergente Terrell - disse verso lo specialista d'esplosivi - dietro l'angolo c'è una porta rinforzata. Dobbiamo farla saltare. Quando sono uscito da lì ho appurato che poteva essere azionata solo dall'interno. Prepari il "P 116"."
Il tellarita senza fiatare si mise all'opera.
"Capitano - disse Miral mentre aiutava il suo specialista- preferirei che lei ed i suoi uomini rimaneste un po' indietro rispetto ai miei."
Ricardo annuì ed aspettò con i suoi dietro l'angolo.
Pochi attimi dopo il tellarita disse che era tutto pronto. Diede il segnale e fece brillare la carica.
Con un tonfo la porta cadde a terra ma il contraccolpo fece crollare parte del corridoio alle spalle del capitano.
"AL RIPARO!" urlò Miral gettandosi verso il capitano ed i suoi.
Con un gesto felino il colonnello dei MACO spostò Seldon dalla zona del crollo mentre i due ufficiali della sicurezza rimasero schiacciati dai blocchi silicei.
Superati i primi attimi di sorpresa, Bellatrix si sincerò della salute del capitano, constatando il decesso dei due della sicurezza. Poi volse lo sguardo verso Xian Pao. Era salvo ma si teneva l'avambraccio sinistro. "Sei ferito? Vuoi che gli dia un'occhiata con il tricorder medico?"
"NO,.....no comandante. Sto bene. Andiamo avanti"
Sebbene la testa le ronzasse ancora, sentiva che quell'uomo nascondeva qualcosa. Poi puntò il tricorder medico verso di lui ma i suoi dubbi furono fugati. Era umano.
Laboratorio di clonazione.
"Figlio d'un cane, ti ho finalmente preso!" Gli occhi di Miral erano diventati di un blu intenso.
Korby era legato come un salame e giaceva ai suoi piedi. Con una mano Miral lo sollevò da terra e lo schiaffeggiò per farlo ridestare.
Appena Korby riprese i sensi vide il volto dell'andoriano. Lo sguardo gelido del pelleblù incrociò quello pieno d'odio dello scienziato.
"Ti strapperei il cuore con le mie mani, se non avessi giurato di portarti in catene di fronte all'imperatore."
"Liberami, bastardo figlio di un aenar e ti farò vedere cosa ti farò."
Miral sorrise.
La razionalità di Korby però prese il sopravvento sulla rabbia. Sapeva bene che Miral non l'avrebbe mai liberato, meno che mai avrebbe avuto una sola chance di ucciderlo se non con l'aiuto dei suoi androidi. La sua speranza era quella di richiamare la loro attenzione. Si maledisse per aver programmato ed ordinato ai suoi androidi, tranne quei pochissimi addetti alla manutenzione, ora spediti al fronte, di non entrare nei laboratori.
In lontananza avvertirono un'esplosione ed un tonfo.
Cunicolo 3-A.
"Colonnello da questa parte" disse il sergente Terrell indicando un corridoio sulla destra.
"No- rispose Miral consultando il padd - prendete il corridoio buio a sinsitra.Ordine di marcia: Terrell stia dietro a Torwaldsen e Sh'ael che hanno i visori infrarossi. Poi verremo io ed il capitano. Ultimi Laris e Xian Pao a coprirci le spalle."
Annuirono. L'umano ed il vulcaniano con i visori passarono avanti. Cammiarono con circospezione per alcuni metri seguiti dal resto del gruppo. Poco dopo i due dell'avanguardia urlarono. Due androidi nascosti in due nicchie laterali li avevano attaccati spezzando loro il collo. Le luci del corridoio si accesero ed i due automi corsero verso il resto del gruppo.
Terrell fu il più lesto a sparare con il suo phaser contro un androide colpendolo in pieno. L'altro si avventò su di lui uccidendolo. Tutti gli altri allora presero le armi e spararono contro l'androide sopra il corpo di Terrell. L'automa preso in contropiede stramazzò a terra.
"Terrell era un ottimo guastatore ed un vero soldato. - Miral restò un attimo in silenzio - Andiamo avanti".
ISS Thunder
"Tenente Kalama, è riuscita a stabilire un contatto con i MACO?"
"No comandante, non ancora."
"Non è una risposta soddisfacente. VOGLIO parlare con il maggiore Ferguson SUBITO. Si dia da fare o farò preparare la camera agonizzatrice per lei"
T'val le si avvicinò e le sussurrò in un orecchio " Comandante, le comunicazioni non dipendono dalla negligenza di Kalama. La ionizzazione dell'atmosfera è eccessiva è meglio per tutti aspettare."
La vulcaniana aveva ragione. Alejana era preoccupata per il suo uomo ed aveva permesso ai suoi sentimenti di prendere il sopravvento sulla razionalità d'altra parte era il suo uomo quello che stava affrontando una prova rischiosa. Si ritrovò a pensare che seppure avesse desiderato il comando, quella era in cuor suo la prova che non era ancora pronta.
"Signor Kalama, faccia l'impossibile. Timoniere puntiamo nuovamente sulle coordinate iniziali. Altri due passaggi su EXO III e fuoco a volontà sulle coordinate di tiro.
T'val fece ancora un cenno verso l'orioniana che le si avvicinò.
"Cosa c'è T'val?"
"Non trovo logico accanirsi a far fuoco su un bersaglio che non ha dato esiti positivi"
"Affatto! Sappiamo che gli androidi escono da lì. Se non sono ancora usciti distruggiamo la loro via d'uscita e li intrappoliamo, se sono usciti, contribuiremo alla loro distruzione".
T'val guardò Alejana con occhi inespressivi, poggiò la schiena sulla sua poltrona e si lisciò le pieghe della gonna con la mano.
Superficie di EXO III
"Maggiore abbiamo trovato un entrata!"
"Bene andiamo!"
Il maggiore Miller si calò per prima nell'apertura che a mala pena lasciava spazio per un uomo per volta, Gli altri la seguirono a loro volta.
Sotterranei di EXO III Corridoio 3-A.
Miral, Seldon ed i suoi arrivarono alla fine del corridoio. Da lì entrarono in un atrio ellissoidale con varie diramazioni.
Sentirono dei passi e Miral fece cenno loro di nascondersi.
"Perché non li affrontiamo?" - chiese sottovoce il cinese.
"Perché è da stupidi attaccare un nemico quando si è in inferiorità di forze" rispose sibilando Laris.
"Il nostro scopo è quello di raggiungere Korby prendendolo di sorpresa. - disse il capitano - Non c'interessa distruggere tutti gli androidi....."
Miral, pochi metri più avanti fece un cenno ai suoi che avanzarono silenziosamente.
"Dobbiamo entrare nella sala dopo quella porta con il contrassegno rosso".
"Bene - disse Seldon - armi in pugno. Settaggio su distruzione. Massima potenza."
"Parli per i suoi, capitano. Le armi andoriane come quelle dei MACO sono sempre settate su distruzione"
I quattro si avvicinarono alla porta che trovarono chiusa.
"Non c'è un'altra strada, colonnello?"
"Non che io conosca, a meno di perdere tempo ad esplorare tutti i sotterranei"
"Ok.... Laris e Xian Pao, datevi da fare. Cercate di aprire quella porta. Io ed il colonnello vi copriamo le spalle"
I due ufficiali comandanti, spalle al muro, scrutavano tutte le vie d'accesso mentre la scienziata e l'ingegnere lavoravano alacremente per cortocircuitare il comando d'entrata.
"Ecco ...ci siamo - esclamo il cinese - aperta!"
Fecero scivolare il pannello della porta sulla guida. Miral e Seldon, armi in pugno scattarono come due molle verso l'interno. Con loro stupore videro un Miral ferito, con la divisa strappata che scherniva il dottor Korby legato come un salame.
Seldon rimase per un attimo stupito, mentre Miral sparò contro il suo duplicato.
"Capitano - disse il Miral con la divisa strappata - quello lì è un androide.
"No capitano - replicò il Miral con la divisa sana - io sono quello vero. Le sembra normale che un andoriano con un'antenna recisa possa stare in piedi? Ha legato Korby per ingannarla. Appena avrà guadagnato la sua fiducia vi ammazzerà tutti come cani".
Seldon chiamò a sé i suoi ufficiali facendo loro cenno di bloccare le uscite.
"Va bene signori colonnelli. - Seldon non desiderava uccidere il vero Miral o quanto meno macchiarsi di un omicidio ingiustificato che lo avrebbe esposto a ritorsioni per le quali i suoi mentori non avrebbero potuto proteggerlo. - Lasciamo decidere la sorte. Sono convinto che il vero Miral sarebbe capace di fare fuori qualsiasi androide in un duello.
Korby, in ginocchio vicino al tavolo operatorio, sogghignò tra sé e sé. Seldon gli si avvicinò tenendo sotto tiro i due Miral. Mise un piede sul petto e guardandolo con disprezzo lo spinse a terra.
"Verme, tu non sei degno di vedere come un combattente affronta il suo destino. Resta a strisciare per terra. Voi due, forza, datevi da fare e senza armi a raggi."
Cunicoli di EXO III
"E questo cos'è? - chiese Polly al caporale Reily.
"Sembra una centrale di comunicazione.... ma è molto strana, - Reily la guardò con attenzione mentre l'analizzava con un tricorder diagnostico - ....come se ci fossero centinaia di canali tutti identici e sulla stessa frequenza ....sembrano clonati......"
Il volto di Polly s'illuminò : "Togliti da lì Reily" Prese il phaser e sparò contro la trasmittente che saltò in mille pezzi.
"Procediamo" ordinò la Ferguson.
Sala clonazione
I due Miral si fronteggiavano guardinghi. Uno di loro, quello con le antenne sane, prese un bisturi dal tavolo operatorio e lo lanciò verso il suo avversario.Questi si gettò in terra proprio vicino al corpo di Ruk. Vide il tre quarti di Patterson ancora conficcato nell'androide e cercò di prenderlo.
L'altro Miral con un balzo fu sopra il lettino pronto a saltare addosso all'avversario. Il Miral atterrato con un calcio però spostò la lettiga facendo rovinare in terra il suo gemello.
Il Miral in terra allora, cercando di approfittare del momento di vantaggio, estrasse lo strumento chirurgico dal corpo dell'androide disattivato. L'unico suo scopo ora era quello di sconfiggere il nemico. Lanciò con tutta la forza il tre quarti di Patterson contro il suo oppositore che, con una agilità fuori dal comune, schivò il pericoloso oggetto.
Laris chiamò a sé il capitano. "Signore, il tricorder mi segnala che uno dei due è il Miral vero ma non riesco a capire quale, a meno di fermare il duello ed esaminarli separatamente....."
"Signor Laris, perchè negarsi questo spettacolo? E poi non crede che sia giusto che il colonnello Miral provi a tutti noi il suo coraggio e le sue capacità per riscattarsi dall'ingloriosa sconfitta sulla superficie del pianeta?"
Bellatrix lì per lì rimase basita, poi fece un mezzo sorriso. Ora iniziava a capire perchè quell'uomo era riuscito a diventare capitano nonostante le influenti amicizie e la a sua giovane età .
Se avesse vinto il vero Miral, tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi con la vita e l'onore dell'andoriano salvi se avesse vinto il falso Miral, lei l'averebbe analizzato e l'avrebbero ucciso. Miral sarebbe stato vendicato, il suo onore salvo e Seldon ne sarebbe uscito come il coraggioso vendicatore di un compagno d'armi caduto per la gloria dell'Impero.
La lotta continuava senza esclusioni di colpi. Il Miral dall'antenna mozza ora sembrava avere la peggio. Sbagliò un affondo ed il Miral dalla divisa sana lo stordì con un colpo di taglio sulla nuca.
"Sei mio, figlio di un aenar!" e lo immobilizzo mettendogli un piede sulla schiena.
Proprio in quel momento Polly ed i suoi entrarono armi spianate nella sala.
"Cosa diavolo succede qui?....MIRAL! Sei vivo!"
"Ciao Polly, ne dubitavi?" disse l'andoriano sorridendo verso la Ferguson
Polly guardò Miral e gli sparò con il fucile phaser in pieno petto.
Miral cadde a terra con il sorriso ancora stampato nel volto ed il petto squarciato pieno di circuiti fusi.
Il silenzio cadde nella stanza Polly si avvicinò al Miral atterrato ancora svenuto, lo sollevò con l'aiuto dei suoi MACO e lo adagiò sulla lettiga.
Prese il bisturi da terra ed iniziò a praticargli alcuni tagli superficiali sulla pelle. Ne uscì sangue e si sentì sollevata.
Laris si avvicinò con il tricorder ed esaminò Miral, confermandone l'identità.
Pochi attimi dopo Miral riprese conoscenza.
"Polyhmnya.... cosa ci fai qui?"
"Sono venuta a salvarti le chiappe!"
"Credo che ti devo un favore, maggiore"
"Non pensarci colonnello ce la fai a stare in piedi?"
"Certo, sono un MACO, ricordi? "
Seldon si avvicinò. "Sono lieto di saperla salvo e con noi, colonnello". - Polly, potendolo fare, lo avrebbe fulminato - poi si girò verso la Miller "Ma mi dica, maggiore: come faceva a sapere di sparare ad un androide?".
"Semplice.....il colonnello, quello vero, odia chiamarmi Polly"
"Ed io...- aggiunse Miral - quando sono stato duplicato da Korby pensavo a Polyhmnya con il diminutivo che tutti usano per chiamarla".
"Bene! Esclamò il capitano. Sarà il caso di prendere contatto con la nave, far risalire i MACO ed iniziare a setacciare questo laboratorio e portare quel cane rognoso di Korby dall'Imperatore....."
"NO, BASTARDI! NON CI RIUSCIRETE MAI!" urlò Korby.
"Sono inutili i tuoi deliri di onnipotenza, Korby. Sei stato sconfitto. Mi dispiace solo che non avrò il piacere di ucciderti con le mie mani".
"VOI SIETE MORTI! SIETE CADAVERI CHE CAMMINANO! ...AHAHAHAHHAHAHHAHH"
la risata isterica di Korby risuonò per tutta la stanza.
"Noi morti? - lo schernì Seldon - E come, vecchio idiota?"
"Stupido pelato! Il testosterone ti ottunde i neuroni! In questo momento ho rotto un dente falso nel quale c'è il comando d'innesco dell'autodistruzione del complesso".
Seldon come una furia aprì la bocca dello scienziato e vide il dente falso rotto.
Impallidì.
"Tutti fuori. VIA!"
"Chiediamo di essere teletrasportati......" disse Xian Pao
"Qui il teletrasporto non funziona, guardiamarina! Gambe in spalla!"
"E Korby?" chiese Laris
"Che crepi con le sue macchine - disse Polly - il mio culo vale molto più del suo"
Xian Pao si ricordò del suo "asso nella manica" e cercò di attivare il tracciatore.
Nessun effetto.
Riprovoò ancora.
Niente.
La delusione s'impadronì del giovane cinese che iniziò a correre seguendo i suoi compagni, mentre le sinistre risate di Korby risuonavano in tutto il complesso sotterraneo .
15 minuti dopo. ISS Thunder
I MACO erano rientrati a tempo di record. La squadra di sbarco del capitano aveva anch'essa fatto rientro alla nave giusto in tempo per registrare con gli strumenti di bordo l'esplosione dei sotterranei.
Korby era presumibilmente morto, i progetti degli androidi distrutti.
Avevano salvato le loro vite, ma a quale prezzo?
ISS Thunder - 23/10/2280 ore 0900
Ricardo era nel suo ufficio a guardare lo spazio fuori dall'oblo.
La missione era da considerarsi un fallimento, a meno che i dati finora raccolti da Laris e da Xian Pao fossero sufficienti a tacitare Vorshak e quindi l'Imperatore.
Era la prima volta che falliva in questo modo.
Per un attimo pensò che se non ci fossero stati quei macachi vestiti di nero, forse non sarebbe nemmeno riuscito ad entrare nella base di Korby.
Scacciò dalla mente quell'evenienza.
Aveva ovviamente dato ordine che Laris e Xian Pao fossero oggetto di particolari attenzioni da parte degli uomini della sicurezza. Non dovevano avere contatti con nessun altro all'infuori di lui, di Alejana e purtroppo di T'val finchè non avessero fornito tutti i dati in loro possesso.
Estraneare la vulcaniana sarebbe equivalso ad una sorta di ammissione di cospirazione. Avrebbe avuto i dati raccolti dai due ufficiali anche con i mezzi meno leciti - e forse anche quelli più efficaci - anche se era convinto che l'Imperatore non sarebbe stato contento, se non facendogli credere che Korby con i suoi androidi progettava un colpo di stato.
In realtà l'idea non era poi tanto remota anche lui, attuale capitano dell'orgoglio della Flotta, avrebbe tentato un colpo di mano con un'arma così potente.
Sorrise.
Vide il suo volto riflesso nell'oblò.
Quanta strada aveva fatto da quel lontano giorno in cui aveva salvato su Marte una donna da un tentativo di stupro.
Il semplice ragazzo di ieri, senza arte né parte, oggi era capitano dell'ammiraglia dell'Impero.
Domani chissà..........