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ISS THUNDER - MISSIONE 01 RSS ISS THUNDER - Missione 01

01.08 " Il movente "

di T'Val , Pubblicato il 13-11-2014

ISS Thunder - Sezione Politica - ore 15,45




Curioso. Curioso che non riuscisse a ricordare quale fosse l'ultima volta in
cui qualcuno aveva osato sfidarla apertamente, così come aveva appena fatto
il comandante Alejana King. La sua memoria, fino a quel momento, non aveva
mai fatto difetto... Ma forse, a mancare erano state le occasioni in cui
aveva dovuto confrontarsi con una sfida del genere.
Si sorprese a fissare la porta da cui l'orioniana era appena uscita. Questa
volta era riuscita a spiazzarla, con la sua lealtà nei confronti del
capitano ferito. Una lealtà insolita, da parte del primo ufficiale di una
nave dell'impero. Un altro, al suo posto, avrebbe approfittato
immediatamente del momento di debolezza di Seldon per arrivare al comando.
Bene, si disse T'Val. Se c'era una sfida, era necessario raccoglierla, o la
situazione sarebbe diventata estremamente pericolosa, a bordo della Thunder.
Gettò un'occhiata verso la sua consolle, ma scrollò la testa. Nessuna
informazione utile sarebbe riuscita ad arrivare a lei. Dunque, doveva essere
lei ad arrivare alle informazioni.
Aprì un cassetto, e ne estrasse un piccolo pugnale che nascose in una piega
degli stivali, quindi uscì dallo studio.




ISS Thunder - Cella Segreta - ore 15,45



*Che peccato...*
Il tenente jr. Jon Sawyer continuava a fissare la ragazza dalla porta della
cella. Era veramente un peccato che una ragazza così bella dovesse essere
giustiziata. Lo colpiva il fatto che sembrasse indifferente al proprio
destino. Non aveva tentato alcuna resistenza quando erano andati ad
arrestarla. Era entrata in cella, si era distesa sulla branda ed era rimasta
immobile, senza parlare. Solo gli occhi spalancati nel vuoto gli dicevano
che non dormiva. Sawyer si chiese se sarebbe stato capace di dormire al suo
posto.
"Sei Sawyer, vero?" - l'uomo sussultò. Erano almeno due ore da quando
l'avevano lasciato di sentinella di fronte alla cella, ed era la prima volta
che sentiva parlare il tenente Finch.
"Tenente Jonathan Sawyer" - confermò lui, avvicinandosi alla porta della
cella.
La ragazza sollevò leggermente il capo verso di lui:
"Sei carino... Sei tu che dovrai torturarmi?"
Sawyer sogghignò:
"No... Anche se mi piacerebbe molto" - disse - "Ma quello è un onore che il
comandante King riserverà a sé, di sicuro. E' un'esperta nel campo..."
Sul volto della ragazza comparve una smorfia di disappunto:
"Che peccato..." - mormorò - "In effetti, io preferisco gli uomini"
"Per essere torturata?" - si sorprese Sawyer.
"Per il genere di tortura cui sicuramente farà ricorso il comandante King" -
rispose lei. Il tono leggero con cui aveva pronunciato la frase doveva
esserle costato molto, pensò Sawyer.
"Credo che potrai risparmiarti molto dolore se le dirai subito perché hai
tentato di uccidere il capitano"
"Dici?" - Celeste Finch tornò a sdraiarsi sulla branda - "Anche se parlassi
subito, lei continuerebbe per essere sicura che io stia dicendo la verità.
Ed anche quando ne fosse sicura, continuerebbe unicamente per sfogare la sua
rabbia"
Sawyer non la smentì. In qualche modo, in qualche remoto recesso della sua
anima, sentiva pena per lei. Si avvicinò alla cella, guardando attraverso la
fitta grata della porta la donna distesa sulla branda. La divisa succinta si
era sollevata, mostrando la pelle chiarissima sulle cosce. Una mano si era
posata sul corpetto, e si muoveva lentamente, quasi accarezzandosi.
"Ma perché lo hai fatto?" - domandò - "Oh, niente... Non dirmelo. Non ha
senso... Mentiresti comunque"
"Non ho tentato di uccidere il capitano"
Sawyer rise:
"Ah davvero? Pensi di riuscire ad evitare di essere torturata a morte in
questo modo? E chi sarebbe stato allora?"
"Sono stata io a ferirlo, se è questa la domanda" - disse Celeste. La sua
mano giocherellava con i bottoni del corpetto. Uno si slacciò, ed un dito
andò ad infilarsi nella fessura, allargandola. - "Ma se avessi voluto
ucciderlo, l'avrei fatto. Volevo solo ferirlo"
Sawyer continuò a fissarla attraverso la porta. Il corpetto si era slacciato
completamente, rivelando un seno perfetto, bianchissimo, dalle areole appena
disegnate. Le mani della ragazza stavano passando sul proprio ventre,
accarezzandolo. L'uomo si rese conto di essere sudato. La serratura della
cella era appena lì, ad un passo da lui. Perché no, si disse Sawyer. Domani
quella ragazza sarebbe stata carne morta. Domani sarebbe stata come non
fosse mai vissuta.
Si decise. Compose la combinazione sul tastierino numerico, e la porta si
aprì, senza rumore. Sawyer entrò, avvicinandosi alla branda.
"Perché?" - domandò.
La ragazza non lo guardò. Non sembrò neanche accorgersi che lui era entrato
nella cella.
"Perché allora sarebbe stato debole" - rispose - "Pensavo che il comandante
avrebbe approfittato del momento di debolezza di Seldon per prendere il
comando..."
"Se volevi che Alejana King prendesse il comando, perché non ucciderlo e
basta?"
"Vuoi saperlo davvero?" - chiese.
Sawyer ci pensò su un istante, poi sorrise:
"Tutto sommato, non me ne importa niente" - disse, sfilandosi la casacca.
Celeste si voltò verso di lui... A sua volta, sorrise.
Ed il suo sorriso fu l'ultima cosa che lui pote' vedere.