02.09 " Non c'è più tempo! "
di Luz Fuentes, Pubblicato il 30-06-2014
USS Curie - Infermeria - 23 marzo 2393 - Ore 18:30
Timeran si svegliò dopo l'ennesimo sogno ad occhi aperti: ormai sapeva cosa le succedeva, ma non poteva evitare di sentirsi disorientata e sempre più stanca quando tornava alla realtà. Questa volta, oltre al sostituto di Luz, si trovò davanti Enizia, Pierce, Sorin e un essere alieno che identificò come bothan, ricordando i diari della Voyager.
"Che Succede?" chiese timorosa la trill, osservando la preoccupazione sui volti dei presenti.
"Ci sono novità e non sono piacevoli." rispose Enizia che, in assenza di Suri, sentiva più che mai la responsabilità per entrambe le navi e voleva essere lei a informare Timeran su quello che avevano intenzione di fare e dei rischi che il Consigliere e Sorin potevano correre.
Bastarono pochi minuti a Enizia per spiegare la situazione a Bhreel che, seduta sul lettino diagnostico, ascoltava attentamente, senza mostrare emozione alcuna.
"Immagino che non ci siano altre soluzioni possibili?" chiese il Consigliere, conscia del fatto che se erano giunti a questa conclusione, ogni altra possibilità era stata attentamente valutata e scartata!
"Secondo il Capitano Glens... - rispose Enizia indicando il bothan - ...l'altra possibile soluzione è di uccidere le nostre compagne prigioniere dell'Hod."
Luogo imprecisato - Contemporaneamente
Suri, Samak e Fuentes si erano raccontate le rispettive esperienze in quella specie di limbo che le teneva imprigionate, per cercare di capire cosa, in effetti, fosse e se c'era una possibilità di fuga.
Nel frattempo Faith e Atena, dopo aver cercato invano l'attenzione delle rispettive padrone, stavano giocando tra gli scogli, facendo veloci balzi indietro quando gli spruzzi delle onde più grosse le raggiungevano.
Improvvisament,e l'attenzione delle due gattine fu attirata da qualcosa che sembrava provenire dalla parte opposta al mare. Si diressero entrambe in quella direzione drizzando il pelo sulla schiena curva ed emettendo sibili e bassi miagolii, man mano che si avvicinavano al limitare della scogliera. I tre ufficiali della Flotta smisero di parlare per osservare lo strano comportamento delle gatte.
"Non mi piace per niente quello che sto per dire... - intervenne Luz - ...ma credo che dovremmo andare a vedere cosa si nasconde da quella parte!" sapendo che se avessero lasciato quell'isola di pace che era il sogno di Samak, avrebbero trovato qualcosa di maligno, visto il terrore manifestato dai due felini, che finora sembravano essere una sorta di guida per le prigioniere dei sogni.
"Sono d'accordo." disse Suri e si avvicinarono alle gatte che come rassicurate dalla vicinanza delle donne, fecero un altro passo avanti , scomparendo alla loro vista.
"Consiglio di tenerci per mano." disse Suri prendendo la mano di Luz che a sua volta prese quella di Samak: la Dottoressa sentì la forza delle due vulcaniane e si sentì protetta e stranamente al sicuro.
Insieme fecero il passo che in quella strana realtà sembrava portare a una candida spiaggia, da cui nasceva la scogliera dove Samak stava meditando qualche minuto prima. Si trovarono invece nell'oscurità totale, da dove, però giungevano dei suoni, anzi ascoltando meglio, urla di una donna terrorizzata. Suri non fermò la loro marcia e sentì la mano di Luz stringersi più forte alla sua e dopo pochi passi si ritrovarono in un appartamento, dall'aspetto tipicamente terrestre, completamente a soqquadro: tutto ciò che era possibile frantumare, giaceva a terra in briciole. Vicino alla parete, da cui erano quasi magicamente apparse, come se fosse stata scagliata violentemente contro qualcosa o qualcuno, resti di una sedia dall'apparenza antica e, su quella opposta, tracce evidenti di sangue.
Le due gatte erano ferme, davanti ad una porta chiusa, emettendo bassi ringhi col pelo ritto.
"Calma Atena, calma." disse Samak lasciando la mano di Fuentes per avvicinarsi alla porta: tese le orecchie per captare qualche suono e sentì un respiro affannoso, come di qualcuno che cercava aria, senza trovarla.
Scambiò un rapido sguardo con Suri, che nel frattempo si era avvicinata e insieme entrarono decise e si trovarono di fronte il corpo martoriato di una donna con la divisa della Flotta. Sopra di lei un uomo, dallo sguardo allucinato, stringeva le sue mani attorno al fragile collo della donna, senza trovare più resistenza alcuna. Samak si scagliò decisa contro l'aggressore riuscendo a trascinarlo via dalla sua inerme vittima: Fuentes nel frattempo s'inginocchiò vicino alla donna riconoscendo i tratti esanimi del Guardiamarina Gerrico, mentre Suri, di fianco alla Dottoressa, rimaneva in guardia.
"Non Respira!" disse Luz dopo un breve esame e cominciò a praticarle la respirazione artificiale.
"Ce la fa da sola Dottoressa?" chiese Suri che intuiva che il loro avversario non poteva essere umano, da come reagiva ai violenti colpi di Samak, che sembrava essere in difficoltà nel violento corpo a corpo con quell'uomo .
"Vada!" rispose Luz che dopo la serie d'insufflazioni stava eseguendo il massaggio cardiaco e il cui pensiero era adesso, quello di far respirare Maria e non poteva essere distratta dal corso della battaglia tra le vulcaniane e quell'essere abominevole che aveva ridotto in fin di vita quella povera giovane.
USS Curie - Infermeria - Ore 18:40
In quel momento Maurian dalla Baffin interruppe la conversazione.
=^= Capitano, mi dispiace, ma dovete anticipare i tempi: i segni vitali del Guardiamarina Gerrico stanno precipitando e niente che sia nelle mie capacità sembra aver effetto! =^=
Il bothan guardò Enizia scuotendo il capo dispiaciuto, perché adesso che aveva conosciuto meglio i Federali, capiva che nessun pericolo sarebbe mai giunto da loro e si sentiva colpevole per il pericolo che stava facendo correre loro.
"L'Hod ha iniziato il suo attacco, mi dispiace Capitano!"
Enizia stava per sollecitare il Consigliere, ma fu la trill a rompere gli indugi, rivolgendosi direttamente al vulcaniano.
"Sorin è pronto? Che cosa stiamo aspettando?!" disse con un sorriso tirato sul volto, come a voler tranquillizzare i compagni.
"Prego si sdrai e cerchi di rilassarsi." disse Sorin, senza dare il minimo segno del rispetto che provava per quella fragile donna che accettava di correre un rischio così grande per salvare le loro compagne.
Prima che il vulcaniano cominciasse il rituale, Timeran prese nuovamente la parola.
"Sorin, sono letteralmente nelle sue mani: confido che mi riporti indietro!"
"E con lei le nostre compagne. Cominciamo." rispose Sorin con la sicurezza tipica della sua razza.
Enizia e gli altri si scostarono, per lasciare al vulcaniano la necessaria tranquillità per concentrarsi, dopo poco mise le dita sul volto del Consigliere, nella classica posizione richiesta dal rituale della Fusione Mentale e nell'infermeria, si sentirono risuonare le antiche parole.
"La mia mente nella tua mente..."