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USS PYTHEAS - MISSIONE 02 RSS USS PYTHEAS - Missione 02

02.14 " Ali e mattoni gialli "

di Enizia del Clan Gishna , Pubblicato il 30-06-2014

USS Curie - Infermeria - 24 marzo 2393 - Ore 07:10


"Non ci sono ancora. Deve rispiegarci di nuovo questo... adattamento... perché se non entriamo nella logica sarà estremamente difficile per noi capire come prendere contromisure."
Il Bothan era visivamente spossato.
"Non so come altro spiegarglielo Capitano, per noi è una cosa naturale come parlare. È difficile riuscire a spiegare questo genere di cose."
"Ci provi... - prese fiato e fece qualcosa che difficilmente faceva parte delle armi che usava - ...la prego. La vita del mio equipaggio dipende anche da lei."
Il silenzio proseguì troppo a lungo per tutti i federali presenti, mentre il capitano alieno cercava di capire come altro esprimere l'inesprimibile. Poi, preso un respiro, il Bothan provò ancora una volta.
"Tutto è sogno e tutto è reale. Il problema è distinguere la linea che separa il sogno dalla realtà. Quando si sogna, all'inizio ed alla fine del sogno, le capacità della realtà si fondono con quelle del sogno... in quel momento penso che anche voi, così come noi, sperimentiate la possibilità di 'sognare ciò che si desidera'..."
"Ho capito!"
"Cosa ha capito infermiera?" Enizia cercò di trattenere il tono vagamente infastidito per l'interruzione.
"Sta parlando delle fantasie oniriche del sogno guidato. Di solito questa particolare situazione si ha nella fase iniziale dell'addormentamento. Quando si è in quello stato indefinito tra la veglia ed il sonno. Gli studi ci hanno fatto scoprire nei secoli la possibilità di indurre questo stato con l'ipnosi o l'autoipnosi, o più in generale con numerose tecniche di rilassamento ed estraniamento dalla realtà. Realtà alla quale il nostro cervello resta solo parzialmente legato, prendendo da essa gli spunti per guidare le nostre fantasie nella direzione voluta. Per noi della sezione medica è materia di studio in quanto, soprattutto per i Consiglieri, permette di aiutare il paziente a studiare le diverse opzioni di reazione possibile a fatti, avvenimenti ed emozioni, e quindi apprendere come scegliere la strada più opportuna in modo naturale quando in stato di veglia."
"Capitano  Glens... le suona familiare..."
"Difficilmente noi usiamo questo in modo volontario. Semplicemente perché per noi il sogno è la vera energia da sfruttare, se lo guidassimo... - accorgendosi dello sguardo penetrante di Enizia puntato su di lui arrivò più rapidamente al punto - ...sì Capitano. La cosa strana è che gli Hod si stiano adattando in quel modo, non è nella loro natura."

Luogo imprecisato - 24 marzo 2393 - Ore 07:15


"Già Tenente..."
"Quello che non capisco è cosa stia facendo..."
Volkoff sorrise. Un sorriso sincero che, anche in forza dell'attuale situazione, aveva un che di piratesco.
"Ho avuto un'idea diversa. Pensiero laterale lo chiamano gli esperti."
"Continuo a non capire Signor Volkoff."
Il russo scosse la testa alzandosi. A volte non riusciva a capire come certi vulcaniani non riuscissero a vedere l'ovvio bloccati da quella che per loro era, evidentemente, un'assenza di logica.
"Abbiamo deciso che questo è un sogno no? - attese per un istante un cenno qualunque che non venne - D'accordo diamo per scontato che lei concordi con me e che questo sia un sogno. Se questo è un sogno di sicuro non risponde a tutte quelle regole che governano il nostro universo. Quindi perché non... mettere le ali?"
Questa volta Volkoff ebbe la soddisfazione di vedere un bagliore di stupore sul viso del Tenente Samak.
"Ali?"
"Perché no?"

USS Curie - Infermeria - 24 marzo 2393 - Ore 07:28


"Appurato quindi che gli Hod si stanno adattando e non dovrebbero... come si stanno adattando esattamente?"
"Gli Hod usano ciò che trovano nelle menti, non portano niente di loro. Sarebbe controproducente, perché sanno in maniera più o meno inconscia, che quello che atterrisce di più è sempre dentro noi stessi. Loro si limitano a trovare quello che atterrisce ed a portarlo alla luce in forma di sogno."
"Quindi loro pilotano il gioco."
"Il suo equipaggio però sta lottando per cambiare il sogno, per portare il flusso dove sanno come agire e cosa fare. Non ci è mai successo, in tanti secoli, di imbatterci in questa situazione. Forse anche per gli Hod è nuova. Devono adattarsi, e nel farlo stanno provando a cercare nelle menti nuove informazioni... non sono dotati di 'fantasia' come i suoi uomini Capitano. Questa potrebbe essere la vostra arma."

Luogo imprecisato - 24 marzo 2393 - Ore 07:30


Volkoff era pronto. Sotto lo sguardo attento del Capitano Suri e del Tenente Samak.
La Dottoressa Fuentes invece pareva sinceramente divertita.
"Non ci posso credere..."
"Esatto Dottoressa... qui non c'è niente a cui non si possa credere e niente che non si possa fare. Fino ad ora tutto quello che ci è successo, e ci sta ancora succedendo... - sottolineò pensando al Guardiamarina Gerrico - ...quelli che definiamo Hod lo pescano dentro di noi. C'è una sola cosa di quello che ci circonda che non sia stata pescata dentro di noi?"
Le donne presenti scossero la testa.
"Bene, se questo è vero ora non ci resta che chiarirci una volta per tutte un semplice concetto. Ogni qualvolta abbiamo ottenuto un minimo vantaggio è perché abbiamo agito al di la della nostra esperienza passata. Siamo esseri senzienti, questo è vero, ma siamo dotati di fantasia Signori. - fece un cesto della mano diretto alle due vulcaniane - Persino voi vulcaniani con tutta la vostra logica lo siete. Suonate strumenti musicali e componete... e anche se da ora cercherete di farmi credere che i vostri sono meri esercizi di logica nel riordinare le note o le parole... non me la date a bere. Avete fantasia. Io ho fantasia... la Dottoressa Fuentes qui è piena di fantasia... Alan, il Guardiamarina Gerrico... persino Alixia sono certo che ha una notevole fantasia. Non l'Hod. Quanto meno fino ad ora non l'ha dimostrata."
Detto questo Volkoff si portò al centro della tolda della nave afferrando saldamente due cime che si allontanavano da lui in opposte direzioni.
"Quindi Signore. Ora io sono il dio del vento, un grande e potente dio, in grado di generare una corrente ascensionale incredibilmente potente, ma nel contempo incredibilmente controllata."
Poi sotto lo sguardo vagamente perplesso delle due vulcaniane, sorridendo apertamente a Luz, iniziò a tirare le cime. Tirava e ruotava le braccia arrotolando la corda sugli avambracci.
"Come ho visto in un vecchio olofilm, i gentili passeggeri sono pregati di allacciare le cinture di sicurezza... ma dato che siamo su una nave forse un bel reggetevi tutti è più che sufficiente."
Le cime si tesero. Uno stridio acuto percorse la nave, le vele sembrarono immobilizzarsi in attesa. Un fruscio lieve iniziò a farsi via via più possente mentre i muscoli di Piotr si tendevano in uno sforzo che la sua fantasia stava opportunamente dosando.
L'hirogena lo osservava poco distante. Non offrì alcun aiuto, in qualche modo forse era quella che aveva compreso meglio quanto il russo stava per fare.
"Venite tutti quassù, portate anche la Gerrico, dobbiamo essere tutti qui."
"Signor Volkoff è sicuro?"
"Dottoressa... si fidi."
"Signor Volkoff non capisco cosa stia cercando di fare."
Volkoff ruotò le braccia arrotolando la cima.
"Ci siamo quasi, quindi non c'è tempo da perdere in spiegazioni Capitano Suri. Le basti sapere che sto facendo impazzire il mio Capitano follia dopo follia, ma che forse una parte di lei sta imparando a fidarsi di me. Provi anche lei."
"Non c'è logica in quello che vedo."
"Nei sogni non c'è logica... Dottoressa... andiamo almeno lei."
Luz ricambiò il sorriso strizzando l'occhio a Piotr.
"Signor Piotr mi adeguo. Quando saremo tutti qui dovrò anche sbattere tre volte i tacchi delle mie scarpette rosse? O dovremo seguire la strada di mattoni gialli?"