02.07 " Oscurità "
di Timeran Bhreel Legen, Pubblicato il 30-06-2014
Zona di spazio tra le navi federali - Nave Bothan - 23 marzo 2393 - Ore 12:53
Vuoto.
Il comandante Bothan osservava lo schermo dalla sua poltrona di comando al centro della piccola plancia, come se vi potesse trovare scritta la soluzione ai suoi problemi. Purtroppo la risposta sembrava ben poco incline a manifestarsi e lo spazio tra le due navi rimaneva ostinatamente vuoto.
Le sue alternative si andavano esaurendo ad un ritmo preoccupante.
Sospendere il campo psionico era stata l'unica scelta possibile per uscire dall'impasse che stava rischiando di ucciderli. Ucciderli senza scopo, senza la benché minima possibilità di portare a termine la missione né di trasmettere le informazioni che aveva raccolto, ora più che mai vitali per la sua gente.
Era stata l'unica scelta possibile se sperava di portare a casa la sua nave. Ma li aveva privati della loro unica arma, l'unica merce di scambio di cui disponeva e che per nessuna ragione poteva permettersi di perdere.Si trattava della più semplice delle considerazioni, comune a tutte le specie: la necessità di assicurarsi la sopravvivenza. In quel momento, come mai prima d'ora, sentiva il peso di quella responsabilità gravargli sulle spalle.
Se la fuga non era praticabile e le trattative impossibili, l'unica chance era uscire dalla trappola costringendo il predatore a lasciare la presa poco alla volta. Se ci fosse riuscito senza uccidere nessuno... lo sperava. Non era nelle sue intenzioni fare del male.
Ma aveva delle priorità da rispettare.
Il Comandante alzò nuovamente gli occhi sullo schermo. Forse, rimaneva ancora una possibilità.
Era chiaro che questa gente era progredita nel corso degli anni.
Fortunatamente non erano gli unici.
Luogo indeterminato - Contemporaneamente
Buio.
L'alloggio di Tommy, Enizia, il pugnale e poi solo il buio. Un'oscurità pesante che preme sugli occhi e sulle orecchie, che toglie il respiro.
Luz si voltò, ruotò su sé stessa timorosa di muoversi ma cercando un lampo di luce, un suono, un qualsiasi indizio su cosa stesse accadendo. Sfortunatamente, però, tutti i suoi sensi al momento sembravano poco collaborativi. Per un momento sentì salire il panico. Se la visione di Enizia con quel coltello in mano, con quello sguardo, era stata inquietante il buio non era un gran miglioramento. In un certo senso c'era una sorta di ironia in quella situazione. Ironia che certo avrebbe apprezzato di più se non fosse stata così impegnata a cercare di trovarvi un senso. Quante notti aveva passato a cantare ninnananne a Raul, il suo bambino che dopo un incubo aveva paura di dormire al buio?
Con un respiro profondo si impose di calmarsi.
Era ridicolo.
Non c'è nulla di cui avere paura in una stanza vuota.
* Ammesso che la stanza sia vuota...* il pensiero le attraversò la mente e in un attimo seppe di non essere sola.
Immediatamente qualcosa le sfiorò la gamba nuda. Un tocco morbido, soffice che la fece sobbalzare. Si sforzò di controllarsi e di rimanere immobile, in ascolto. Un miagolio, qualche metro più a destra, la fece voltare.
Un gatto?
Sentì i muscoli rilassarsi, come se la presenza del gatto rendesse l'essere completamente al buio, sia fisicamente sia metaforicamente, una condizione perfettamente normale.
Ma non lo era.
Luz era di nuovo all'erta, in ascolto, e questa volta il suono non la colse impreparata. Una sola parola pronunciata da una voce controllata.
Una voce conosciuta.
"Athena?" chiese la voce nel buio.
Luz colse un movimento dietro di lei.
"Samak... è lei?"
USS Curie - Sala riunioni - 23 marzo 2393 - Ore 15:02
Pierce era il ritratto stesso dell'infelicità.
Se la nuova edizione dell'Enciclopedia a cura del Centro Linguistico Federale avesse avuto bisogno di un'immagine per illustrare il termine, una sua olofoto sarebbe andata benissimo.
Accomodata nella sua poltroncina, Timeran lo osservava da qualche istante, concentrata solo a metà sulla conversazione vagamente ossessiva in corso da dieci minuti tra Tynam, Sorin e il dottor Maurian. Non stavano arrivando da nessuna parte e Pierce lo sapeva come lo sapeva lei. Come lo sapevano tutti in quella stanza.
In definitiva, nonostante tutto, non avevano davvero prove concrete che si trattasse dei Bothan.
Certo, avevano un bel mucchio di ipotesi. Ma lei ipotesi, per loro natura, non sono certezze.
E anche se così fosse non avevano idea del perché i Bothan stessero facendo tutto questo e così lontano da casa.
Il ritorno dei parametri delle pazienti alla norma era stato un successo da festeggiare.
All'inizio, almeno, quando Enizia e le altre si erano svegliate. Come previsto il Capitano della Baffin aveva impiegato meno di mezz'ora a convincere Maurian a lasciarla tornare in plancia. Timeran non aveva assistito alla conversazione ma Appel non era stato avaro di particolari. Enizia non aveva perso un grammo della sua tempra, o del suo caratteraccio come diceva qualcuno, e questo era sembrato un fatto positivo.
L'equipaggio, forse anche solo inconsapevolmente, aveva tratto beneficio dal vederla entrare a passo deciso in plancia e riprendere il comando, nonostante il sonno forzato avesse lasciato più di qualche ombra sul suo viso.
L'entusiasmo era scemato nel momento in cui era apparso chiaro che Suri non avrebbe fatto altrettanto.
Né Luz.
Né Samak.
Né una decina di altre donne che semplicemente non si erano svegliate.
Qualcosa decisamente non andava.
=^= ...e abbiamo finito le opzioni, temo. =^=
Timeran distolse lo sguardo da Pierce per portarlo sull'immagine azzurrina di Thurax che aveva preso la parola.
=^=Non possiamo rimodulare ancora le frequenze dei deflettori. Abbiamo quasi ucciso le pazienti l'ultima volta. =^=
=^= Ci avete anche svegliate. È possibile che quel... - Enizia, l'unica la cui immagine proiettata sembrava davvero reale in quella sala riunioni, si fermò qualche secondo cercando un termine adatto per descrivere l'esperienza, un termine che non tradisse la sensazione di angoscia che il ricordo le aveva causato al risveglio - ...sogno condiviso sia stato interrotto dalla rimodulazione degli scudi. Anche solo indirettamente. =^=
=^= Il rischio potrebbe essere accettabile se questo significasse poter svegliare le altre pazienti. =^=
Il commento di Sorin precedette qualche minuto di silenzio in cui tutti sembrarono pensare la stessa cosa.
"Accettabile? - domandò Pierce, i gomiti appoggiati al lucido piano del tavolo di fronte a lui - Potrebbero svegliarsi o potrebbero morire. E non c'è modo di sapere se la percentuale di rischio sia a nostro favore o no. Non possiamo valutare se il rischio è accettabile."
Il suo tono era fermo, l'obiezione tutto sommato logica, ma il sottinteso era chiaro.
Per lui non era accettabile.
Timeran si mosse leggermente sulla sedia. Non c'era niente che lei potesse fare, né per Luz né per Samak, né per le altre, se non cercare di mantenere la sanità mentale di chi davvero poteva aiutarle.
Ammesso che qualcuno ci fosse. E temeva di stare fallendo anche in questo.
Buio.
Qualcosa o qualcuno si stava muovendo nel buio. Timeran sentì la voce di Luz chiamare Samak nel silenzio.
Sbatté le palpebre e vide che tutti nella sala riunioni la stavano osservando. Tynan le stava parlando, un'espressione un po' perplessa in viso.
"Consigliere, è ancora con noi?" le chiese.
"Sì, sì... certamente. Scusate."
Timeran tossicchiò, in imbarazzo. Si era distratta pensando a Luz e alle altre. Considerando che il compito di tenere tutti concentrati sulla situazione attuale era soprattutto suo, come di Appel, non si trattava esattamente della figura più professionale della sua carriera. Si sfregò leggermente la tempia destra con due dita. Magari questo lo avrebbe omesso nelle sue memorie.
Appel riprese a parlare, il suo sguardo rimase su di lei.
=^= Dicevo... io e il Comandante Bhreel concordiamo sul fatto che, stando a quello che ci ha raccontato il Capitano, le visioni che le pazienti hanno avuto hanno molti tratti in comune con quelle descritte nei rapporti della Voyager. =^=
=^= Anche il modus operandi è simile. Inoltre ci sono i risultati delle scansioni effettuate durante la rimodulazione degli scudi... - si inserì Volkoff - ...è chiaro che c'è qualcuno qui con noi, anche se al momento non siamo in grado di dire dove sia di preciso questo qualcuno. =^=
Era chiaro anche che Volkoff considerava il non conoscere la posizione dell'ipotetica nave Bothan una mancanza inqualificabile da parte propria, benché non ne avesse colpa.
=^= Esattamente. Tutte gli indizi sembrano avvalorare le ipotesi che ci siano i Bothan dietro a questa storia. =^=
=^= Rimane la questione della distanza dal loro spazio. Qualcosa li ha indotti a spingersi così lontano da casa. =^=
"Forse proprio l'arrivo della Voyager, se è stata intesa come una minaccia."
Timeran annuì all'ultima frase di Tynan.
"Potrebbe trattarsi di una reazione all'ultimo incontro con una nave federale. Kes aveva provocato non..."
"Dottoressa Fuentes?" chiamò Samak.
"Consigliere!"
Pierce la stava scuotendo per una spalla. Timeran lo guardò.
"Cosa? - gli sguardi erano di nuovo tutti su di lei - Samak?"
Maurian aggrottò le sopracciglia sentendole fare il nome della vulcaniana, con quell'espressione un po' perplessa e un po' seccata che sembrava così adatta al suo volto.
"Il comandante Samak è in infermeria, Consigliere. Le sue condizioni sono invariate."
Certo, era chiaro che Samak fosse in infermeria. Timeran lo sapeva benissimo. Non era in condizioni di andarsene a spasso per la nave. E nemmeno per ipotetiche stanze buie insieme a Luz.
La faccenda si stava facendo penosamente più imbarazzante di secondo in secondo.
"Certo. Naturalmente. Io..."
"Samak, sono qui!" La voce di Luz, nel buio.
Timeran si alzò di scatto dalla poltroncina attirandosi lo sguardo allarmato di Pierce accanto a lei.
L'uomo ebbe giusto un istante per afferrarla al volo prima che cadesse, impedendole con provvidenziale rapidità di colpire con la fronte il piano del tavolo.
USS Curie - Infermeria - 23 marzo 2393 - Ore 16:22
Pierce si massaggiò con le dita la radice del naso per qualche istante prima di tornare ad alzare gli occhi sull'assistente di Luz che al momento dirigeva l'infermeria della Curie.
"Non capisco. È un effetto che non si è manifestato in nessun altro. Le pazienti che non si sono svegliate... - disse lanciando uno sguardo oltre la vetrata che separava l'ufficio dall'infermeria principale - ...non hanno mostrato cambiamenti."
Il medico scosse la testa.
"In realtà... abbiamo rilevato una modificazione nella frequenza delle onde delta, ma non riusciamo a identificarne la causa. È chiaro che qualcosa è cambiato. Abbiamo osservato le stesse onde nei tracciati del Consigliere Bhreel."
"Ma il Consigliere è sveglia, se ho ben capito."
"Non proprio. È come se entrasse e uscisse dallo stato di coma indotto."
Pierce inspirò a denti stretti.
Perfetto.
Un altro mistero era esattamente quel che gli serviva per completare la giornata. L'esperienza gli aveva insegnato a trarre da ogni situazione un vantaggio. Ma qui di vantaggi, lui riusciva a vederne ben pochi.
Tynan, che finora era rimasto in silenzio accanto al medico, lo superò per raggiungere un pannello.
Lo attivò con un colpetto mostrando un tracciato con due diverse linee frastagliate sovrapposte l'una all'altra.
"Abbiamo un'ipotesi, comandante. Crediamo che possa dipendere dal fatto che il Consigliere è una trill unita."
Pierce annuì. Sentì dietro la tempia il pulsare tipico che preannunciava l'emicrania in arrivo.
Qualche mese prima, all'inizio della missione, sarebbe stata un'ottima scusa per far visita a Luz.
Adesso era solo una gran seccatura. Si permise per un istante di alzare nuovamente lo sguardo verso la vetrata oltre la quale dormiva anche la sua promessa sposa.
Tynan gli concesse trenta secondi di fantasticherie prima di continuare.
"Come forse sa, il simbionte al momento dell'unione si allaccia direttamente al midollo spinale dell'ospite. - Tynan indicò con un cenno un punto all'altezza del proprio stomaco - In questo modo i due sistemi nervosi operano in perfetta sincronia, come se fossero uno. I collegamenti sinaptici si sviluppano in modo da permettere una perfetta integrazione. Ricordi e pensieri vengono condivisi liberamente."
Pierce annuì ancora.
"È chiaro."
L'Ufficiale Scientifico riprese.
"Nonostante questo, i due sistemi nervosi restano fisicamente due unità distinte, anche se collegate."
"Noi crediamo... - si inserì il medico - ...che l'emissione psionica, se di questo si tratta, non abbia effetto sul simbionte, ma solo sull'ospite. Questo potrebbe provocare in teoria uno stato di sonno frammentato."
"Esatto. Purtroppo gli unici trill uniti a bordo oltre al Consigliere siamo io e il comandante Thurax. Se l'obbiettivo, come sembra, sono ancora le donne non abbiamo un termine di paragone per avvalorare l'ipotesi."
Pierce rimase in silenzio per qualche istante, la mente che macinava febbrilmente le informazioni nel tentativo di trovarvi un'utilità.
"Potrebbe essere un effetto voluto? Ammettendo sempre che si tratti dei Bothan?" domandò.
"È impossibile dirlo. Anche se, dato che la Voyager non aveva a bordo trill uniti, è possibile che i Bothan non abbiano mai avuto a che fare con nulla di simile. Potrebbe trattarsi di un effetto del tutto casuale."
Il Primo Ufficiale scosse la testa.
"Che senso ha? Cosa stanno cercando di ottenere? - Sapeva bene che nessuno dei due era in grado di dargli una risposta e non si prese la briga di aspettarne una - Riferirò quello che avete scoperto al Comandante Thurax e al Capitano Enizia. Tenetemi informato."
Senza un'altra parola uscì.
Luogo indefinito - Contemporaneamente
Le due donne nel buio si stavano cercando. Poteva vederle nonostante l'oscurità del sogno indotto e ne osservava attentamente le mosse. Non sembravano avere alcun sentore di non essere sole.
Sentì il miagolio del gatto.
Sapeva che non era reale, ma il suono lo incuriosì.
Riportò lo sguardo sulle donne e dopo qualche istante si mosse per raggiungerle.