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USS PYTHEAS - MISSIONE 02 RSS USS PYTHEAS - Missione 02

02.13 " Adattamento "

di Brennon Boram Tynan, Pubblicato il 30-06-2014

Luogo imprecisato - 24 marzo 2393 - Ore 06:15


"Dannazione... - affermò Volkoff con rabbia, atterrando con estrema agilità malgrado il corpo massiccio, dopo aver disceso la corda che portava alla coffa su cui in precedenza si era arrampicato il Capitano Suri. Il gigante di origine russa aveva faticato parecchio per riuscire ad incastrarsi in quel piccolo balconcino che, in maniera piuttosto evidente, non doveva essere stata progettata per accomodare individui della sua mole, ma da, bravo ufficiale addetto alla sicurezza, aveva comunque voluto verificare con i propri occhi la situazione che avrebbero dovuto affrontare di li a breve. - ...dallo schema e velocità di movimento delle vele si direbbero sei, o sette velieri di dimensioni paragonabili alla nostra nave... un paio nelle retrovie potrebbero essere navi di dimensioni maggiori, forse addirittura altri galeoni, ma da questa distanza è impossibile affermarlo con certezza..."
"In qualche modo sembrano essersi adeguati alla nostra capacità di manovra ... - aggiunse mestamente il Comandante Pierce, lisciandosi la barba con aria pensierosa, lasciandosi poi sfuggire una frase appena sussurrata - ...quasi come se fossero Borg..."
"Stando alle vostre parole - s'intromise Samak, analizzando la situazione in maniera analitica - Glens aveva ipotizzato l'arrivo di altri Hod riattivando l'induttore psionico... ma il fatto che inizino ad adattarsi porta con se diverse implicazioni. Nessuna delle quali particolarmente piacevole."
"Per ora atteniamoci ai fatti. - Tagliò corto il Capitano Suri. Condivideva in pieno le preoccupazioni dell'Ufficiale Tattico, ma era necessario gestire la nuova situazione nel più breve tempo possibile. Continuò così a parlare, ragionando ad alta voce. - Anche nel migliore dei casi, non abbiamo i numeri per uno scontro diretto. - volse lo sguardo verso Alixia, ancora al timone a poca distanza da loro, che rispose con un lieve cenno d'intesa. L'Hirogena, anche se non lo dava a vedere, probabilmente risentiva della stanchezza, ma Suri era ben conscia quanto la sua esperienza da cacciatrice potesse rivelarsi utile in questo frangente. Anche se la preda questa volta erano loro. - Non ci rimane che cercare di guadagnare tempo sperando di seminarli e confidare nella Dottoressa Fuentes..."

Luogo imprecisato - Contemporaneamente


Alan sospirò stremato. Era rimasto a fianco della Gerrico tutta la notte, tenendole la mano mentre la giovane donna alternava brevi e confusionari momenti di veglia a quello strano e agitato sonno comatoso che perdurava fin dall'inizio di quella problematica avventura nel mondo dei sogni. E in quei pochi momenti di veglia non faceva altro che farfugliare frasi su questo fantomatico Andrea e su come lei fosse la sua unica speranza.
"Dovrebbe andare a riposarsi..." sentenziò la Dottoressa Fuentes poggiandogli una mano sulla spalla con fare amichevole, per poi volgersi verso la paziente distesa su di quel lettino improvvisato, iniziando ad esaminarla come meglio poteva in quella situazione.
"Innanzitutto, ad essere onesti, anche lei avrebbe bisogno di riposo... - replicò lui sorridendo amichevolmente - ...anche lei infondo è stata in piedi tutta la notte... - poi il suo sguardo ritornò sulla Gerrico e sembrò rabbuiarsi - ...e poi... sento che il mio posto al momento è qui..."
"La scelta è sua... ma non dica che io non l'avevo avvertita..." rispose la donna sorridendo a sua volta in tono vagamente scherzoso, mentre annotava qualcosa su di un foglio di carta giallastra recuperato chissà dove. Stava sicuramente cercando di risollevare il morale di Alan, ma il tentativo si rivelò infruttuoso, in quanto lo sguardo dell'Ingegnere Capo non si spostò di un millimetro, sembrando ancora più abbattuto.
"Lei crede che ce la farà? - domandò, volgendosi finalmente verso la donna - ...a dimenticarlo intendo. Questo Andrea che le ha fatto così male... e anche questa vicenda... l'incontro con questo essere ignobile che lo sfrutta per riaprire vecchie ferite..."
Luz lo guardò in silenzio per un istante, passandosi una mano nei capelli insicura sulle parole da utilizzare.
"Non sono un Consigliere... - puntualizzò, cercando di essere onesta sulle sue competenze e conoscenze, per poi prodursi in un'ulteriore pausa, alla ricerca di parole che non volevano farsi strada fino alle sue labbra e che invece cercando di rimanere nascoste nel profondo della sua anima - ...ma le posso assicurare per esperienza personale che le ferite portate al cuore non si cicatrizzano mai del tutto... - la donna si accomodò a fianco dell'Ingegnere, continuando a parlare in tono calmo e rilassato, quasi stesse parlando a se stessa, osservando l'ingegnere con uno sguardo quasi materno - ...ma le posso assicurare altresì che il tempo e la persona giusta al proprio fianco possono ottenere risultati inaspettati... a volte veri e propri miracoli..."
Brown aprì la bocca come per replicare, ma prima che potesse dire alcunché fu interrotto dal suono di una serie di passi veloci. Volgendosi entrambi si accorsero della sagoma di Volkoff intento a scostare con una mano il separé improvvisato e più in là dietro di lui il Tenente Comandante Samak.
"Tenetevi stretti, ci sarà da ballare..."

USS Curie - Infermeria - 24 marzo 2393 - Ore 06:30


L'attesa era a dir poco snervante. L'intera notte era passata senza che accadesse nulla di significativo, ma Enizia sapeva che tale situazione non poteva perdurare ancora a lungo. Benché l'espressione di Sorin non fosse mutata nell'arco di quelle ore, l'Andoriana aveva iniziato ad accorgersi come i muscoli facciali del mezzosangue vulcaniano divenissero più tesi ed evidenti ad ogni nuova fusione, producendosi in fugaci ed inquieti guizzi, segno evidente di quanto quello stallo estenuante che lo costringeva a continue fusioni mentali incidesse sui suoi equilibri fisici e probabilmente anche psichici.
Benché fosse evidente la sua determinazione nel continuare, diveniva altresì sempre più evidente che presto avrebbe dovuto fermarsi e a farsi dare il cambio.
Il Capitano Glens si avvicinò lentamente ed in silenzio all'apparecchio che aveva fornito all'equipaggio Federale, così come d'altronde aveva già fatto più volte durante il corso di quella lunga nottata, con l'intenzione di controllarne il funzionamento.
"Questo è... - lo sentì sibilare a bassa voce, mentre osservava dei dati su quello che probabilmente era l'analogo Bothan di un tricorder - ...è impossibile..."
Enizia immediatamente si staccò dalla parete a cui si era poggiata, avvicinandosi a grandi falcate all'alieno che sembrava ancora intento ad osservare una lunga sequela di dati provenienti dal piccolo apparecchio che teneva fra le mani.
"C'è qualche problema con l'induttore?" si affrettò a domandare l'andoriana, mentre l'alieno dal volto gommoso le rivolgeva uno sguardo inebetito.
Fu Sorin a rispondere in sua vece, benché in realtà la sua non fosse altro un rapporto proveniente dall'interno del mondo onirico.
"Una decina di Hod sono riusciti a passare e raggiungeranno la squadra entro un paio d'ore al massimo..."
Enizia strinse silenziosamente i pugni. Glens li aveva già informati in precedenza della possibilità, ma fino a quel momento aveva sperato nella sorte che invece puntualmente si era rivelata maligna e beffarda, disattendendo le sue speranze.
Stava per replicare quando invece il Bothan, che sembrava essersi ripreso dallo stupore precedente, si intromise nella discussione con fare deciso.
"Il vero problema è un altro... - affermò, mostrando ad Enizia il proprio strumento su cui scorrevano una serie di simboli per lei incomprensibili - ...non ho idea di come ci stiano riuscendo, ma lentamente gli Hod stanno riconfigurando alcuni dettagli della simulazione. Sostanzialmente... si stanno adattando..."

Luogo imprecisato - 24 marzo 2393 - Ore 07:00


Il sole ora delineava chiaramente i profili delle sette navi che li tallonavano.
Suri, intenta ad osservarle con il proprio cannocchiale, si rese conto che sarebbero arrivate a portata di tiro entro mezz'ora o forse poco di più. Aveva più volte spostato lo sguardo dalla tolda di una nave all'altra, cercando qualche marinaio, timoniere o anche creatura che potesse identificare, ma non ne aveva ancora trovata nemmeno una. Sembrava quasi che ad inseguirli fossero una serie di navi fantasma come quelle che apparivano in alcune antiche leggende terrestri che aveva sentito ai tempi dell'Accademia.
Si tolse lo strumento dagli occhi, notando solo in quel momento Volkoff intento a trafficare con un'ancora a pochi metri da lei. Quasi come se avesse fisicamente sentito lo sguardo della vulcaniana su di se, il possente russo alzò il capo.
"Sto preparando una sorpresina... Non so se funzionerà... - ammise Piotr riguadagnando la posizione eretta facendo leva su di un ginocchio - ...e nel caso lo facesse, sarebbe probabilmente tanto pericoloso per noi, quanto per loro ...però è meglio sempre avere qualche asso nella manica..."
"Questa sarà indubbiamente una dura battaglia. - replicò la vulcaniana avvicinandosi di un paio di passi, inarcando un sopracciglio mentre osservava l'operato del Capo della Sicurezza - Di certo non farà male avere qualche carta in più da giocare."

Luogo imprecisato - 24 marzo 2393 - Ore 07:07


"Alan... - sussurrò la Gerrico, risvegliatasi nuovamente, afferrando la mano del Capo Ingegnere - ...Andrea è..."
"Lo so... - la interruppe lui stringendo a sua volta la delicata mano del Guardiamarina, cercando di rassicurarla come più volte aveva fatto nel corso di quella nottata - ...ma Andrea non può farti del male ora ...piuttosto..."
"Lo so... - replicò lei, interrompendolo a sua volta, con gli occhi lucidi - ... vuole farne a voi..."