Home Home
 
 
 
 
 
 
USS PYTHEAS - MISSIONE 02 RSS USS PYTHEAS - Missione 02

02.11 " Al centro del sogno "

di Alan Brown, Pubblicato il 30-06-2014

USS Baffin - Ufficio Comandante Brown - Ore 19:30



Era chiaro che la procedura non funzionava. Sorin non riusciva a mantenere la fusione mentale tanto a lungo o Timeran non riusciva a tenere separati i due stati mentali dell'ospite e del simbionte.
Bisognava trovare una soluzione diversa.
"Potrebbe funzionare... ma è altamente pericoloso." mormorò il Bothan pensieroso tenendosi il mento nella mano destra.
Il viso pallido sembrava ancora più gommoso alla debole luce azzurrognola dello schermo acceso nella stanza semibuia. La mano del Comandante Brown, nera in controluce, indicava ancora l'induttore psionico sul display.
"A me sembra plausibile. Ma ho come la sensazione che manchi qualcosa. Non le saprei spiegare bene, per noi è una tecnologia totalmente nuova, ma è come se mancasse una spinta iniziale."
Il Bothan guardò il viso in penombra di quello strano essere. Li aveva conosciuti da così poco tempo ma già aveva avuto più di un'occasione per meravigliarsi. Da nemici insidiosi si erano, invece, dimostrati disposti ad ascoltare. Ora da alleati dimostravano una brillante intelligenza e un intuito spigliato. Sembravano avere anche molta familiarità col mondo onirico, riuscendo addirittura a mutare l'ambiente e la situazione in qualsiasi istante. I Bothan erano trascinati dal flusso dei sogni e non avevano la capacità di cambiarlo. Il Comandante Brown l'aveva chiamata fantasia, ma lui non riusciva a capire bene questo termine.
"Ha ragione Comandante, manca il primo sognatore."
Con uno schiocco di dita Brown si raddrizzò.
"Ma certo. Bisogna in qualche modo entrare in contatto con la persona che ha dato inizio al sogno condiviso e stabilire un legame. Giusto?"
"Sembra che lei abbia già letto tutta la nostra documentazione in materia Comandante. È corretto: dobbiamo scoprire la persona che per prima è stata influenzata dall'induttore psionico. L'Hod le ha tessuto intorno le maglie dei sogni degli altri: arrivando a lei, arriviamo al centro del sogno."
"Consideriamolo fatto. Come lo schiacciamo questo ragno tessitore e ci riprendiamo le nostre donne."
Piotr guardò negli occhi Alan ed entrambi annuirono in comune accordo. Non era sicuro di aver compreso appieno il meccanismo con cui sarebbero entrati nel sogno, ma sicuramente aveva un'idea ben precisa di cosa sarebbe successo dopo.
"Noi possiamo solo allontanarlo momentaneamente. Il primo sognatore è l'unico a poterlo sconfiggere." disse il Bothan.

Luogo imprecisato - Ore 20:00


"Sei tu?"
"Sì, sono io."
"Perché non ti vedo? Ho paura! Dove siamo?"
"Non ti preoccupare non qui non può farti del male nessuno. Ti ricordi quel libro che ti era piaciuto e di cui mi hai parlato qualche settimana fa?"
"Non so... forse. Mi pare..."
"Prova a ricordare. È importante."
"Ecco... Mi sembra di ricordare qualcosa..."
"Bene. Continua. E non aver paura, io sto arrivando. Aspettami."
"Ti aspetto. Fai presto, ti prego..."

Luogo imprecisato - Ore 20:05


Nella cabina del capitano Suri il legno strideva in un lamento continuo. L'ululato del vento arrivava attutito attraverso lo spesso fasciame che avvolgeva la nave. Le lanterne appese alle travi dondolavano e cigolavano. Le grandi vetrate della parete di poppa mostravano il mare che si ingrossava sempre più. Gli schizzi bagnavano i vetri a piombo colorati e sfuocavano alla vista le grigie nubi che riempivano il cielo. Suri le fissava in piedi in mezzo alla stanza, seria, gambe larghe e mani unite dietro la schiena. Dovevano uscire da questa situazione. Dalla spiaggia si erano ritrovate su questa antica nave terrestre in mezzo a chissà quale mare con quella che sembrava a tutti gli effetti una tempesta in arrivo.
Perché?
Chi le aveva portate lì?
E dove era andato quell'essere che le aveva attaccate?
Ad un tratto la porta della cabina si aprì e il Comandante Samak irruppe nella stanza.
"Capitano, il Guardiamarina Gerrico sembra sul punto di riprendersi."
Nella stiva della nave la Dottoressa Fuentes aveva adagiato la Gerrico su una brandina pulita e aveva steso su delle corde alcune lenzuola bianche a mo' di separé, per isolare l'ambiente. Anche lì tutto dondolava e strideva. L'ambiente però era caldo e pulito. La povera guardiamarina aveva iniziato ad agitarsi e mormorare qualcosa.
"Cosa ha detto, Dottoressa?" chiese Suri piano.
Luz, che da buon medico sapeva interpretare sia i malesseri del corpo che quelli dell'animo rispose semplicemente.
"Alan."

USS Baffin - Sala Riunioni 1 - Ore 20:20


"Questo è in sostanza il piano che abbiamo elaborato. L'induttore psionico che il Capitano Glens ci mette a disposizione sarà il nostro portale di accesso. Daremo man forte al Capitano Suri e agli altri ufficiali. Purtroppo una volta dentro non avremmo la possibilità di staccarci fino al termine del sogno, useremo le capacità del Consigliere Bhreel e la fusione mentale del Comandante Sorin per comunicare con voi."
"Ma il Capitano Glens ha detto che riattivando la macchina attireremo altri Hod." intervenne Sorin.
Lo scrocchio delle dita del Tenente Volkoff fu più eloquente di qualsiasi spiegazione.
Brown continuò: "Questo è un rischio che io e il Tenente ci sentiamo di correre."
"Lei Comandante Brown?" intervenne Enizia.
"Già! - si tirò su Brown, con un mezzo sorriso imbarazzato, sfregandosi dietro la testa pelata. - Ehm, per entrare nel sogno bisogna stabilire un legame con il primo sognatore. Una persona legata a chi è stato il primo a essere influenzato dall'induttore psionico può tentare di collegare il proprio sogno con quello dell'altro."
"E... ?"
"Sì. Beh... riteniamo che il primo sognatore sia il Guardiamarina Gerrico, Capitano."
"Capisco. Vi servirà una squadra però: in due non potrete fare molto." continuò Enizia.
"Già radunata, Capitano."
Piotr si faceva trovare sempre pronto quando si trattava di combattere e poi c'era anche quella faccenda che, questa volta, si sentiva più coinvolto anche lui.
"Esatto. Saremo in tre ufficiali e una squadra di attacco." terminò Brown.
"Bene Signori, questa storia è durata fin troppo per quanto mi riguarda. Andate e buona fortuna."

Luogo imprecisato - Ore 20:30


Le due navi arrivavano veloci come fusi sia da sinistra che da destra.
Si sarebbero scontrate entrambe sulle fiancate della nave se il Capitano Suri non si fosse decisa a fare qualcosa. La Fregata su cui si erano ritrovate era molto veloce e di certo avrebbe facilmente distanziato il pesante Galeone che arrivava da sinistra. Era la Corvetta ad impensierire Suri. Era probabile che fosse veloce quanto loro e sicuramente ben armata. Di sicuro la bandiera nera con il teschio e le ossa incrociate non prometteva nulla di buono. Dovevano affrontare le due navi separatamente. Diede l'ordine di spiegare le vele. Il vento subito gonfiò con tale forza da far scricchiolare l'albero maestro. La nave fu lanciata attraverso le grandi onde, dritta in mezzo alla tempesta. La Corvetta nemica sembrava più a suo agio in quelle onde e ben presto ridusse il vantaggio dei fuggitivi.
Il Galeone non si vedeva già più però e Suri ordinò di girare la nave e ammainare le vele. Così la Corvetta pirata raggiunse e affiancò la Fregata federale. Erano però troppo vicini per usare i cannoni, Suri si aspettava un arrembaggio e schierò tutte le donne che potevano combattere sul ponte di coperta.
Appena il primo tagliagole piombò sul punte lanciandosi appeso ad una fune, l'imponente figura di una hirogena gli si parò davanti.
L'energumeno sfoggiava un giustacuore rattoppato che a cominciare dall'avambraccio sinistro gli copriva spalla e parte del torace. Aveva un grosso pugnale fra i denti e una benda nera calata sull'occhio destro. Pochi istanti dopo altri due pirati saltarono sul ponte subito dietro il loro compare. Un elegante filibustiere con pizzi e merletti sfacciatamente ostentati e un cappello a tre punte. In mano aveva una lunga spada sottile con cui sferzò due volte l'aria e poi se la portò di fronte al volto in segno di saluto o di scherno. L'altro portava una bandana a strisce bianche e rosse sulla testa, aveva grandi baffi marroni e una camicia bianca aperta sul davanti, calzoni neri e stivali di pelle. Una volta affiancatosi ai compagni sfoderò due grandi pistole a pietra focaia che fece roteare per qualche secondo e poi bloccò con un gesto secco delle mani.
Alixia batté le mani e allargo le braccia in segno di invito alla battaglia. Come tutta risposta il primo pirata gettò via il pugnale e si strappò il corpetto rivelando il tatuaggio di un enorme serpente marino che avvolgeva le sue spire intorno al braccio sinistro, passava sopra alla spalla e si arrotolava su se stesso all'altezza del cuore dell'uomo.
Alixia indietreggiò di un passo alla vista del tatuaggio dell'uomo. Conosceva bene quel serpente. Guardò dritto in faccia l'uomo e gli si gettò subito addosso, ma invece di iniziare una mischia lo tenne stretto in un abbraccio.
Il resto delle donne sul ponte, comprese Suri e Samak rimasero sbalordite nel vedere l'hirogena fermarsi. Ma poi anche loro riconobbero i tre colleghi. A quel punto la loro confusione fu ancora più grande.
"Siamo venuti ad aiutarvi. - tagliò corto il Comandante Pierce - Siamo entrati nel sogno grazie alla tecnologia dei Bothan. Sappiamo come poter sconfiggere l'Hod... o almeno come provarci. Dove è la Dottoressa Fuentes?"
"E il Guardiamarina Gerrico." intervenne Brown.
"Sono di sotto nella stiva. Il Guardiamarina era sul punto di riprendersi prima del vostro arrivo. Comandante Samak li accompagni di sotto. Mentre noi cerchiamo di organizzare una difesa." rispose Suri.
Brown e Pierce corsero entrambi dietro a Samak.
Quando la situazione si fu calmata Suri chiese perplessa: "Tenente Volkoff, si è ferito all'occhio combattendo i Bothan?"
Il gigante si alzò la benda mostrando un occhio sanissimo: "Ho pensato che saremmo stati più credibili se ci fossimo immedesimati di più."