02.08 " Cuore di babbo "
di Luther Van Ladden, Pubblicato il 13-11-2014
17 gennaio 2282 - Ufficio del ministro della salute pubblica e della
ricerca medica
Il ministro Van Ladden aveva appena terminato una tediosa
videoconferenza, il cui unico scopo era di ridurre all'impotenza
burocratica alcuni supponenti sottosegretari, carica che alla fine
della riunione avevano ovviamente perso.
Si lasciò andare sulla comoda sedia e si poté finalmente dedicare alla
corrispondenza privata.
Iniziò a far scorrere la lista delle comunicazioni, fino a soffermarsi
con un sorriso su di una registrazione riservata che aveva
espressamente richiesto.
Aprì la registrazione e la passò a monitor.
Apparve l' immagine di una sala interrogatori improvvisata, attrezzata
su Belthereen IV durante una missione di polizia per sedare gli ultimi
focolai di rivolta. L'arredo era costituito da un lettino di
costrizione, un paio di sedie. una scrivania per l'ufficiale
verbalizzante e un tavolino per gli strumenti.
La camera agonizzatrice non c'era chiaramente era una sistemazione di
fortuna, durante le missioni di quel tipo ci si doveva arrangiare con
quel che c'era.
Due soldati entrarono seguiti da un ufficiale con un d-pad fra le mani.
I due militari trascinavano un recalcitrante civile, che nonostante
una strenua resistenza fu assicurato al lettino senza troppi
complimenti.
L'ufficiale si sedette alla scrivania.
"NON SAPRETE NULLA PORCI IMPERIALI! AMMAZZATEMI PURE!!"
Il civile urlava e si dibatteva. Sembrava un osso duro.
Nessuno degli astanti fece una piega.
Dopo un minuto circa entrò un ufficiale medico con una valigetta.
Era enorme.
Alto più di due metri, con spalle enormi e braccia nodose di muscoli
ma non un filo di grasso. I capelli, biondi e corti, erano talmente
chiari da sembrare bianchi.
E gli occhi, di un azzurro talmente limpido da essere inquietanti in
mezzo a quel viso regolare, tagliavano in due come fosse un orizzonte
ogni viso che incrociava.
Il monumentale ufficiale medico fece un lento giro attorno al lettino
fissando il prigioniero, poi spostò il tavolino per poggiarvi sopra la
valigetta, la aprì e iniziò a parlare.
Aveva una voce bassa, oscura e tranquilla.
Il ministro Van Ladden ricordava quando Luther a tredici anni iniziava
ad avere le prime tracce di quel timbro....Innervosiva tutti i suoi
insegnanti.
"Voglio essere generoso, le dò la penultima possibilità di dirci i
nomi di tutti i suoi complici e dove trovarli."
Per tutta risposta il prigioniero gli sputò addosso.
Il figlio del ministro si asciugò lo sputo dalla casacca con gesti
lenti, senza scomporsi minimamente.
"Lo prenderò per un segno di diniego."
Luther iniziò a trarre dalla valigetta una serie di strumenti
chirurgici d'epoca, guardandoli un attimo prima di poggiarli sul
tavolino davanti a sé.
"Ora le descriverò cosa sto per fare."
Lo guardò negli occhi con un breve sorriso.
"Le inietterà un potente inibitore della muscolatura a controllo
volontario. Lei non potrà nè muoversi nè parlare, la sua respirazione
sarà ridotta al minimo funzionale per una attività celebrale normale,
non potrà neppure chiudere gli occhi, ma conserverà una piena
sensibilità in tutto il corpo.
Lei sentirà tutto.
Intanto io effettuerò una appendicectomia con questi
strumenti....L'appendice è un organo con una relativa utilità
funzionale, e non si preoccupi per il rischio di setticemia, ho
sterilizzato perfettamente gli strumenti...."
Il ministro rise a quella sinistra precisazione, aveva sempre
apprezzato l'umorismo del figlio.
Il dottor Van Ladden proseguì.
"Dimenticavo....Non avrà neppure la possibilità di svenire. Il pregio
di questo composto è che forza una attività celebrale stabile."
Luther usò una antica siringa ipodermica in vetro e acciaio di cui era
particolarmente orgoglioso per iniettare il composto di cui aveva
vantato poco prima le peculiarità.
E poi lavorò.
Aveva mani insolitamente agili pur essendo molto grandi.
E comunque il paziente non opponeva alcuna resistenza, nessun tipo di
reazione. restituiva solo uno sguardo fisso.
Una volta finito Luther si sciacquò le mani e lo trasse fuori dalla
narcosi vigile tramite l'iniezione di uno stimolante.
L'urlo del prigioniero iniziò piano fino a diventare lancinante, come
qualcuno che venisse fuori correndo in preda al panico da un tunnel
buio e profondo.
E Luther era li, chino e minaccioso. con un aria meno distaccata e la
voce che risuonava come un grave ruggito.
"Hai ora l'ultima possibilità di parlare, altrimenti ti farò a pezzi,
e tu vivrai tutto in prima persona, TUTTO..."
Il prigioniero parlò.
Il ministro sorrise sorseggiando un caffè nero.
*Bravo figliolo, sono orgoglioso di te.*
ISS Thunder corridoi zona infermeria 13/5/2282
Aveva aspettato con pazienza e alla fine era stato premiato.
Gli era stata finalmente data un'occasione e ora andava a predersela.
Il tenente comandante Van Ladden aveva percorso i corridoi della
Thnder a passo lento ma deciso.
Tutti istintivamente gli cedevano il passo. Non per la mole minacciosa
quanto per lo sguardo. Gli occhi erano rivolto verso un obbiettivo
preciso, e determinati a tagliare in due qualsiasi ostacolo.
Entrò nell'infermeria e si guardò attorno lentamente.
Bouvier era intento a curare la frattura scomposta della sua mano, e a
sbraitare ordini e insulti ad una infermiera che lo assisteva.
Lo vide.
"Van Ladden! Cosa fà li impalato! Venga a darmi una mano!"
Luther si avvicinò.
L'infermiera per un attimo incrociò il suo sguardo e capì.
Fece un paio di passi indietro, ne aveva viste abbastanza per capire
quel che stava per accadere.
Luther si fermò torreggiante di fronte al dottor Bouvier. Poi parlò
sorridendo gelido.
"Prendo il comando della sezione medica per ordine diretto del
comandante King, attualmente facente funzioni di capitano."
Bouvier arrossì di rabbia.
"Non osi Van Ladden! Questa è la MIA infermeria!!"
"Non più, dottor Bouvier. Peraltro lei, con un evidente atto di
insubordinazione, ha reagito con violenza all'ordine di
avvicendamento, e durante la colluttazione che ne è seguita è caduto a
terra sbattendo la testa ed è deceduto. La capo infermiera Sanderson
confermerà questa ricostruzione, Vero signorina?
La Sanderson colse l'opportunità e sorrise.
"Certamente dottor Van Ladden."
Bouvier ci mise un attimo per capire, poi, fulmineo, afferrò con la
mano sana un birturi laser e lo conficcò appena sotto la scapola di
Luther.
Questi non mutò minimamente espressione. Guardò il bisturi piantato
appena sopra il suo petto come una mosca fastidiosa che si fosse
posata su di lui.
Bouvier, sciocco....dovresti leggerle le cartelle mediche dei tuoi
sottoposti..."
Poi, senza la minima esitazione, si scagliò su di lui premendogli una
mano enorme sul viso e sbattendogli la testa violentemente contro una
paratia.
Una volta.
*Statisticamente una sola botta di questa forza può non bastare al decesso.*
Due volte.
*Ora sicuramente basta.*
Tre volte.
*Bouvier non mi è mai piaciuto.*
Poi lo lasciò scivolare a terra esanime.
Si tolse distrattamente il bisturi e si levò la blusa sporca di sangue.
"Infermera mi aiuti a suturare questa lacerazione, non servirà
anestesia, poi dovremo pulire un po' e fare l'autopsia necessaria al
rapporto."
La Sanderson si avvicinò con un leggero timore, ma anche un brivido
strano, a Van Ladden. Mentre lo aiutava a medicarsi osservò delle
vecchie cicatrici sulla schiena....sembravano vecchie frustate.
Intanto Van Ladden le parlava con tono gentile e professionale del più
e del meno.
*Bouvier non mi mancherà.*