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ISS THUNDER - MISSIONE 02 RSS ISS THUNDER - Missione 02

02.11 " Con lo scudo o sopra lo scudo "

di Miral del clan Chelak, Pubblicato il 13-11-2014

IKS K'Lagh - Sala Occultamento - Universo Federale

Come un /glikar'ma/ che percepisce le vibrazioni di una preda in arrivo, Miral iniziò a incamerare sensazioni, dapprima vaghe e sotto la soglia della coscienza, poi via via più precise.
Deliberatamente, si impose di continuare a restare immobile e respirare lentamente, analizzando per quanto possibile l'ambiente circostante.
* Sono legato * pensò. * Anzi, incatenato. Incatenato a un altro corpo esanime - dall'odore è un vulcaniano, più piccolo di me. T'Val, ovviamente. Potrebbe essere in trance curativa. Nella stanza non c'è nessun altro, tranne... un corpo disteso. Potrebbe essere la federale. *
L'andoriano si azzardò a muovere quasi impercettibilmente le antenne, poi, ulteriormente rassicurato, aprì gli occhi, ignorando i postumi della faserata ricevuta.
Lo sguardo fisso al soffitto e il filo di sangue all'angolo della bocca lo rassicurarono: da quella donna non sarebbe più stato necessario guardarsi.

Niente armi. Niente comunicatori. Niente Seldon.
Dov'era quel piccolo gigolò calvo? Il dispositivo era ancora nella sua nicchia.
* Il bastardo avrà trovato i piani nel computer * rifletté Miral. * Va bene. Un passo alla volta: intanto occorre liberarsi. *
Esaminò le catene che trattenevano lui e l'ufficiale politico, ed emise un'esclamazione soddisfatta. Le catene erano robuste e l'intreccio ingegnoso, ma nella fretta Seldon aveva usato un cavo di materiale composito per legare insieme gli anelli terminali dei vari spezzoni di catena.

T'Val riemerse a sua volta dalle tenebre dell'incoscienza sentendosi frugare nell'uniforme.
"Colonnello?"
"Non si agiti, non la voglio spogliare. Mi serve una batteria, una batteria qualsiasi. Ce l'ha?"
"Quella del comunicatore..."
"Li ha presi il deltano. Altro?"
L'ufficiale politico tacque per qualche attimo, sforzandosi di snebbiare la testa.
"No, niente."
"Ok, allora dobbiamo arrivare a quella consolle. La maniera più veloce è rotolare assieme. Ce la fa?"
T'Val alzò un sopracciglio. Si aspettava, una volta finita questa balorda storia nell'altro universo, di finire a rotolare tra le braccia del MACO, per sancire nel modo tradizionale una temporanea alleanza ma non esattamente a questo modo.
"Ce la faccio, colonnello."
"Allora via, al mio tre!"


IKS K'Lagh - Sala teletrasporto

Seldon vibrò un pugno sulla consolle. Anche se avesse saputo leggere il klingon, il problema non era capire come usare "bene" il teletrasporto ma cosa fare di "sbagliato" per tornare alla sua realtà.
Con la residua calma in via di rapida evaporazione, il deltano tentò di richiamare alla memoria le informazioni che l'Alto Comando aveva fornito sul precedente caso di trasposizione, ma si era trattato dell'Enterprise, e dato il ruolo successivo assunto dagli ufficiali di quella nave... ben poco era trapelato.
Nemmeno in un milione di anni sarebbe riuscito da solo ad azzeccare le impostazioni giuste per rientrare! Dov'era quell'inutile stronzetta della Laris quando sarebbe finalmente servita a qualcosa?

In quel momento, una spia iniziò a lampeggiare sulla consolle. Teletrasporto in arrivo! Seldon rapidamente attivò l'interruttore principale e iniziò a far scorrere i cursori. In risposta, sulle piattaforme di ricezione iniziò a formarsi il familiare effetto luminoso. Quando fu ben certo che il campo fosse sotto il controllo della consolle, Seldon di colpo azzerò gli indici, alterò le impostazioni a casaccio e diede nuovamente energia. Di chiunque si fosse trattato, ora le sue molecole erano disperse tutto attorno alla nave, e i suoi compagni ci avrebbero pensato due volte prima di mandare un altro gruppo.

* Da solo contro un intero universo, eh, Ricardo? Ottimo! Che venga! Anzi... * pensò il deltano, verificando il fucile faser * ...vado io da lui! *


ISS Thunder - Infermeria

Quando il gruppetto arrivò, l'allarme risuonava ancora, e già si sentiva il penetrante sibilo delle scariche faser. Una, due volte il pavimento tremò, denunciando le lievissime fluttuazioni degli smorzatori inerziali quando gli scudi dovevano dissipare un improvviso sovraccarico.
Il nervosismo era palpabile, ma le due Laris sembravano avere altre preoccupazioni. "Dottore..." mormorò la scienziata imperiale, prima di afflosciarsi tra le braccia della sua omologa federale. Costei alzò gli occhi su Van Ladden, e il dolore vi si leggeva evidente. "La mia testa... la NOSTRA testa..." fece in tempo a dire, e poi tacque, incurvandosi come sotto le sferza di un vento di tempesta.
Il massiccio Van Ladden sollevò la collega senza sforzo apparente, adagiandola su un lettino diagnostico e facendo correre le dita sui comandi con ovvia familiarità.
T'Val fece sedere la betazoide federale.
"Capitano," disse la consigliera, "credo che la compresenza delle due Laris stia avendo effetti deleteri sul sistema nervoso di entrambe."
Seldon annuì, poi sospirò. "Purtroppo senza il loro aiuto temo che non potremo nemmeno rientrare. È necessaria la loro esperienza e competenza. Cosa possiamo fare?"
L'andoriano guardò prima Bellatrix, poi la vulcaniana. "Se lei provasse una fusione mentale, T'Val? So che è già stata usata per, diciamo così, rimettere ordine in una mente sconvolta..."
"Se quello che penso è vero, comandante, e i malesseri delle due Laris sono dovuti al contatto telepatico tra le loro menti, potrei - dico potrei - provare a fungere da mediatrice per così dire, da protocollo di comunicazione."
"Vale la pena di tentare. Laris... Bellatrix... se la sente?"
La donna non rispose a parole, limitandosi ad annuire debolmente.
"Fate" tuonò il medico, drizzandosi. "Provare non costa nulla, e io non potrei fare nient'altro che mettere il comandante Laris in coma artificiale, il che probabilmente le costerebbe la pelle non appena qualcuno dei suoi nemici lo venisse a sapere." Van Ladden incrociò le braccia.
Miral sorresse la collega per i pochi passi che la separavano dal lettino dove giaceva la sua gemella.
T'Val si avvicinò a sua volta. Si concentrò per qualche attimo, poi sollevò entrambe le mani, portandole alle tempie delle due donne così simili e così diverse.


USS Thunder - Plancia comando

"Rapporto!" chiese Alejana, cercando di dissimulare la sensazione di catastrofe imminente che la pervadeva.
Anche il solitamente compassato Tawt aveva la fronte imperlata di sudore. "Due centri pieni su ostile 1, che non manovra più ma ha ancora scudi e armamenti funzionali almeno al 32%. Un centro pieno e diversi colpi mancati di poco su ostile 2, per il quale i sensori danno gli scudi al 60% o più."
"E noi?"
"Noi abbiamo incassato un colpo sul ponte 11 e uno sulla gondola di destra. I campi di contenimento reggono manovriamo coi motori a impulso. Scudi al 45%. La Oshawa ha preso un colpo diretto alla sala ingegneria e va alla deriva il supporto vitale fluttua e la nave perde atmosfera. I sistemi d'arma sono ancora alimentati ma non sparano temo che non possiamo più aspettarci aiuto da quella parte. Il resto della task force mantiene la rotta."
"Signor Aokawa, riusciamo a frapporci tra la Oshawa e le navi ostili?"
"Sissignore."
L'orioniana guardò il giovane guardiamarina, pallido in viso, che sedeva alla postazione scientifica.
"Come va la tempesta? Tra quanto potremo provare a chiedere soccorso?"
Il ragazzo esitò, e prima di rispondere si leccò le labbra. "Stiamo per raggiungere un nuovo picco, signore, poi la tempesta dovrebbe esaurirsi. Direi... dai 20 ai 25 minuti."
* Decisamente abbastanza perché finiscano di farci a pezzi * pensò Alejana, ma ovviamente non lo disse a voce alta. Poi si chiese se avrebbe mai rivisto i colleghi dispersi.


IKS K'Lagh - Sala Occultamento - Universo Federale

Miral e T'Val spensero a manate le ultime scintille cadute sulle loro uniformi, ultimo residuo della combustione del cavo. "Purtroppo questa non era che la prigionia più banale," commentò il MACO. "Siamo ancora prigionieri di questa nave klingon e di questo universo."
"Di conseguenza, colonnello, il prossimo passo logico è di abbandonare questo scafo."
Miral guardò l'ufficiale politico e annuì. "Sì, certo. Venga, T'Val."
La vulcaniana lo seguì.
Come se percorresse un corridoio dei quartieri riservati al 47mo, Miral si spostava senza esitazione lungo la nave, fino a quando non si trovò di fronte a una porta chiusa.
"Questa è la sala teletrasporto principale" disse, rivolto più a sé stesso che alla sua compagna.
"Non mi dica, colonnello, che lei conosce a memoria le planimetrie di un incrociatore da battaglia klingon classe D8!" Le sopracciglia di T'Val s'inarcarono.
"I klingon del nostro universo non sono molto innovativi, e a quanto pare nemmeno questi. Questo locale si trova esattamente dove si trova la stessa sala nelle navi di classe D7."
Miral premette la placca a pressione che apriva la porta, e con un gesto della mano invitò l'ufficiale politico a entrare.
T'Val si chiese dove fosse finito il capitano Seldon.


USS Thunder, Sala teletrasporto 1

Quando aveva pensato di abbordare la Thunder, Seldon aveva contato sull'effetto sorpresa e sull'assenza dell'ufficiale tattico capo, e il colpo di mano quasi gli riuscì. Fu solo la sfortuna, in effetti, a mettergli i bastoni tra le ruote, sotto forma di un sottufficiale tecnico con un passato da incursore dei Marines Federali.
"Qui Donovan, sala TT1. Emergenza medica. Tre dei nostri e un intruso feriti. Chiedo soccorso e una squadra della sicurezza."
=/\= Qui Van Ladden. Sto arrivando. =/\=
=/\= Qui King, Donovan. Chi è l'intruso? =/\=
"Sembra il capitano, tenente, ma si è messo a sparare appena materializzato. Ho dovuto neutralizzarlo".
Il Capo Donovan era quasi sicuro che l'intruso avesse sparato per uccidere, e aveva fatto più di un pensierino a finirlo ma il fatto che avesse il volto del capitano gli aveva trattenuto la mano. Poteva essere davvero Seldon?
=/\= Lo faremo piantonare in infermeria. Al momento abbiamo altro cui pensare. Si faccia raggiungere dal personale di riserva, Donovan. Plancia chiude. =/\=
Un robusto scossone fece traballare il sottufficiale veterano, che scosse la testa. Andare in battaglia comandati da un tenentino! Era un miracolo che fossero ancora interi.


ISS Thunder - Infermeria

La vulcaniana abbassò le mani e barcollò visibilmente. Il primo ufficiale andoriano l'afferrò per un attimo per le spalle, il tempo di stabilizzarla, poi la lasciò andare. T'Val sembrava troppo esausta per notare l'insolito contatto fisico.
Van Ladden non aveva mai cessato di monitorare le condizioni della Laris imperiale, lanciando occhiate freddamente minacciose all'indirizzo della consigliera.
Seldon, che a sua volta non aveva mai abbassato la canna del faser, domandò: "Consigliere, allora? È riuscita a far comunicare le due menti in modo meno distruttivo?"
"Ci sono riuscita, capitano. Sarebbe stata un'esperienza affascinante... se non fosse stata tanto sgradevole. Ovviamente, non ho mutato la natura fondamentale delle loro menti... ma per un breve periodo dovrebbero riuscire a non danneggiarsi a vicenda."
Il medico confermò. "I livelli di sofferenza psichica sono scesi entro i limiti di norma, ma il quadro psicochimico non è stabile diversi livelli sono alterati, e si bilanciano in equilibrio precario. Non credo possano reggere più di una mezz'ora al massimo.
"Capitano..."
"Laris! Come sta, come si sente?"
La scienziata scosse la testa come per snebbiarsela, lanciò un'occhiata in tralice alla sua omologa ancora incosciente, poi diede un gran sospiro.
"Meglio. E quanto al nostro problema... ho un'idea."


ISS Thunder - Plancia comando

"Rapporto!" chiese Alejana, senza cercare di dissimulare la tensione che la pervadeva.
Anche il solitamente compassato Tawt aveva la fronte imperlata di sudore. "Quattro centri pieni su ostile 1, che non manovra più, ha perso gli scudi e ha gli armamenti ridotti a non più del 12%. Un centro pieno e diversi colpi mancati di poco su ostile 2, per il quale i sensori danno gli scudi al 60% o più."
"E noi?"
"Noi abbiamo incassato un colpo sul ponte 11 e uno sulla gondola di destra. I campi di contenimento reggono manovriamo coi motori a impulso. Scudi al 45%. La Oshawa ha preso un colpo diretto alla sala ingegneria e va alla deriva la nave perde atmosfera. I sistemi d'arma sono ancora alimentati ma non sparano. Il resto della task force mantiene la posizione."
"Signor Aokawa, riusciamo a portarci in modo da chiudere le navi ostili tra noi e la Oshawa?"
"Sissignore."
L'orioniana guardò il giovane guardiamarina, rosso in volto, che sedeva alla postazione scientifica.
"Come va la tempesta? Tra quanto potranno chiedere soccorso?"
Il ragazzo esitò, e prima di rispondere si leccò le labbra. "Stiamo per raggiungere un nuovo picco, signore, poi la tempesta dovrebbe esaurirsi. Direi... dai 20 ai 25 minuti."
"Decisamente abbastanza per farli a pezzi" disse Alejana a voce alta. Poi si chiese se avrebbe più rivisto il deltano.

IKS K'Lagh - Sala Teletrasporto - Universo Federale

"È sicuro, Miral? Se la situazione fosse invertita non esiteremmo un momento a sbattere questa gente in camera agonizzatrice."
"Vero. Ma ammetterà che il loro comportamento è molto diverso dal nostro: sono deboli, non tanto fisicamente quanto mentalmente. Esitano, sono pieni di dubbi, laddove noi agiamo. È perfino sorprendente che riescano a sopravvivere. Si sacrificano gli uni per gli altri."
T'Val annuì. "Un'idea del tutto illogica, glielo concedo."
"Quindi se facciamo appello a questa loro mancanza di logica, non vedo motivo perché ci rifiutino l'aiuto necessario a tornare nel nostro universo."
"...Nonostante la morte del loro ufficiale tattico?"
"In battaglia si muore anche qui, T'Val. Vorrà dire che mi mostrerò debitamente contrito, va bene?"
Miral sorrise ferino.
"E poi... è l'ufficiale in comando che risponde delle azioni dei sottoposti, non è forse così?"
* Pericolosissimo * pensò, non per la prima volta, T'Val. * Quest'uomo è pericolosissimo. *
Volsero lo sguardo ai controlli sulla consolle.
Il colonnello dei MACO puntò il dito conto alcuni scarabocchi klingon.
"Non dovremo nemmeno fare la fatica di comporre le coordinate 'qualcuno' le ha già impostate per noi".
"Seldon ha avuto la nostra stessa idea?"
"Non penso. Sarà bene che ci presentiamo a mani bene alzate."
La vulcaniana salì i due gradini che portavano alla pedana di trasferimento.
"Lei non viene?" chiese la donna, con intenzione.
Miral sorrise soltanto, azionò un comando, e corse a sua volta alla pedana.
"Certo che vengo. L'unica via d'uscita..."


USS Thunder, Sala teletrasporto 1

"...è questa!"
Donovan non si stupiva più di niente dopo un capitano in preda a una furia omicida, un primo ufficiale e una consigliera che si presentavano con le mani in alto gli sembrarono quasi normali. Ad ogni buon conto, il suo faser era spianato prima ancora che la materializzazione fosse completa.
"Non spari, capo. Ci porti dall'ufficiale più alto in grado: abbiamo una proposta da fargli."
"Dovrà aspettare, comandante. Abbiamo una battaglia in corso, in caso non se ne sia reso conto."
T'Val sembrò perplessa. "Il capitano, il primo ufficiale e l'ufficiale tattico sono fuori gioco. Chi sta comandando la nave?"
"Questa, se permette, è una faccenda che riguarda solo noi" rispose secco il sottufficiale.
Miral osservava le paratie e le lastre del pavimento. Annuì fra sé: i segni dei colpi di faser erano ovvi. Seldon era passato di lì prima di loro.
"Coraggio, muoviamoci vi scortiamo in guardina." Donovan accompagnò le parole con un eloquente oscillazione della canna del faser.
"Una sola domanda, capo: il capitano... in che condizioni è?"
"Troppo buone, per quel che mi riguarda. Ha ucciso tre bravi colleghi, e in cambio si è preso soltanto una faserata che tra una settimana non ricorderà nemmeno più. Sempre ammesso che non tenti di scappare dall'infermeria... nel qual caso potrei 'accidentalmente' sbagliare il settaggio del faser".
L'andoriano si volse verso la sua compagna.
"Lo vede, T'Val? Volendo, qualcosa in comune lo si trova..."
"Avanti, scendete da quella pedana!"


USS Thunder - Infermeria

"E di lui cosa facciamo, Bouvier?" chiese il colossale Van Ladden.
"Lo tenga sedato. Qui stanno per affluire i feriti della battaglia, e non voglio ritrovarmi un Seldon impazzito alle spalle mentre opero. Capo infermiera!"
Al richiamo del medico, un'efficiente infermiera parve comparire dal nulla al suo fianco.
"Dica dottore."
"Sanderson, la voglio con me in camera operatoria 1. Il dottor Van Ladden avrà la 2, assistito da Rodham. Faccia in modo di garantire l'avvicendamento del personale..."
Le istruzioni del dottor Bouvier vennero interrotte da uno scossone più violento degli altri, seguito da un frastuono metallico proveniente dall'attigua sala operatoria.
"Il carrello, maledizione!"
Bouvier e la Sanderson si affrettarono a porre rimedio al guaio.
Van Ladden decise che la cosa migliore da fare era attendere i feriti al suo posto, e con un cenno chiamò il suo assistente. Prima di entrare nella seconda sala operatoria, guardò ancora una volta l'uomo dal volto di Seldon. Se solo ci fosse stato lui al comando! La sua capacità di minimizzare le perdite e risolvere le crisi peggiori senza sparare un colpo era quasi leggendaria, nella flotta.
Scrollò il capo, e si diresse al suo dovere.


IKS Knorroth, in rotta verso il Pianeta di Sherman

La battaglia era stata dura, ma l'incrociatore, danneggiato ma ancora efficiente, si stava portando in posizione per finire la preda. Una oculata amministrazione dell'energia disponibile offriva una protezione frontale quasi completa, al riparo della quale il disgregatore principale stava accumulando la carica necessaria al colpo di grazia. La nave terrestre si era lasciata isolare dal resto del convoglio, raggruppato assieme come una nidiata di pulcini senza la chioccia.
Il capitano si volse verso il suo secondo. "Ora pagheranno per i nostri camerati caduti a bordo della K'Lagh e della Qa'Duk. Appena distrutto il bersaglio, impostare nuova rotta d'attacco contro il convoglio."
Il secondo non rispose ma sbarrò gli occhi osservando la consolle tattica.
"Capitano... fuoco in arrivo da dietro!"
"IMPATTO!" urlò il timoniere, subito prima che la plancia venisse squassata dalla forza di una deflagrazione.
Le luci si spensero, si riaccesero, si rispensero. Qualcuno dei corpi distesi fece per rialzarsi, ma una seconda esplosione li rigettò sul pavimento.
Il visore funzionava ancora, e mostrava la Thunder che si girava inesorabile. Dai tubi di lancio partirono due punti luminosi che si fecero più grandi, sempre più grandi.
La pira funeraria della Knorroth rivaleggiò per qualche attimo la luce dell'astro più vicino.


ISS Thunder - Plancia comando

"Ottimo lavoro, capitano Zu," disse Alejana. Il volto della cinese campeggiava al centro del visore.
"Fortunatamente i klingon non ci hanno più considerato pericolosi, comandante King. Devo dire che l'idea di aprire un boccaporto per perdere aria e far fluttuare i parametri del supporto vitale ha funzionato benissimo."
"Sì, è stato meglio non fare ricorso ai lanciasiluri montati sui cargo."
"Molto bene. Le riparazioni prenderanno qualche ora. Che tabella di marcia intendete seguire?"
L'orioniana ripensò al breve colloquio avuto con Laris.
"Procedete pure con le riparazioni. Noi torniamo verso Deep Space K-7... abbiamo ancora una questione aperta."
"Porga i miei saluti al capitano Seldon... se lo vede." La bocca della Zu non sorrideva, ma i suoi occhi sì. "Oshawa chiude."
* Fiacca. Tu resterai sempre al comando di una bagnarola da poco, cara mia. * Non valeva neanche la pena di arrabbiarsi con quella perdente.
"Aokawa, diriga verso il nucleo della tempesta. Solo scudi deflettori."
"Rotta 6-1-0, 1-4-7, massima potenza ai deflettori."
Alejana premette un pulsante sul bracciolo della poltrona.
"Infermeria, qui King. Tra un minuto potete procedere."


USS Thunder - Infermeria

Van Ladden aveva appena finito di stabilizzare un armiere gravemente ustionato quando vide apparire l'iridescenza che segnalava un teletrasporto in arrivo. Pronto a prendere in carico un nuovo ferito, restò a bocca aperta quando vide apparire il tenente comandante Laris con addosso una bizzarra uniforme macchiata di sangue.
"Fermo! Sono quella vera!" esclamò la donna, vedendolo avanzare verso di lei brandendo un ipospray.
"E io come faccio a saperlo?" rispose il massiccio medico, comunque rassicurato dall'evidente mancanza di armi.
"Sa eseguire una scansione della firma quantica? Se no, chiami uno dei miei sottoposti, magari Hernandez che è uno specialista. Ma per tutto quello che ha di più caro, si sbrighi! Abbiamo cinque minuti per rimandare di là i loro e recuperare i nostri..."
Van Ladden non perse tempo, ripose l'ipospray ed estrasse il tricorder, iniziando a scandire il corpo dell'ufficiale scientifico.


USS Thunder - Plancia comando

Non c'era molto altro da fare. Alejana ne era terribilmente consapevole. Per quanto avessero fatto tutti del loro meglio, e i klingon avessero pagato duramente la battaglia, ormai non c'era più storia. Si rivolse alla guardiamarina che occupava la consolle comunicazioni.
"Thaina, apra un canale di comunicazione con la nave klingon."
Trrrblip.
=/\= Van Ladden a King. =/\=
"Aspetti, Thaina. Van Ladden, a meno che non sia questione di vita o di morte, non è il momento!"
=/\= Abbiamo recuperato il signor Laris. Dice che abbiamo una possibilità di restituire gli intrusi al loro universo e recuperare i nostri ufficiali, ma che dobbiamo agire immediatamente! =/\=
"Il problema è che se i klingon ci fanno saltare non servirà a nulla nemmeno recuperare i nostri, che almeno nell'altro universo restano vivi... Va bene, cercherò di guadagnare il tempo che vi serve. Fate quello che dovete."
=/\= Van Ladden, chiudo. =/\=
"Forza, Thaina. Segnali che vogliamo parlamentare."
A dispetto di tutto, una fiammella di speranza prese forza dentro l'orioniana. Se il capitano e il primo ufficiale fossero tornati, forse non era ancora troppo tardi per salvare il convoglio.


IKS Knorroth, in rotta verso il Pianeta di Sherman

La battaglia era stata dura, ma l'incrociatore, danneggiato ma ancora efficiente, si stava portando in posizione per finire la preda. Una oculata amministrazione dell'energia disponibile offriva una protezione frontale quasi completa, al riparo della quale il disgregatore principale stava accumulando la carica necessaria al colpo di grazia. La nave terrestre si frapponeva ancora tra loro e il resto del convoglio, raggruppato assieme come una nidiata di pulcini dietro la chioccia, ma non poteva resistere a un altro colpo diretto.
Il capitano si volse verso il suo secondo. "Ora pagheranno per i nostri camerati caduti a bordo della K'Lagh e della Qa'Duk. Appena distrutto il bersaglio, proseguire sulla rotta d'attacco contro il convoglio."
Il secondo non rispose, perché un cicalino di chiamata in arrivo iniziò a suonare.
"Chiamano dalla nave federale, capitano."
Il maturo ufficiale klingon esitò solo per una frazione di secondo.
"Sullo schermo, ma non interrompete la corsa d'attacco."
Il volto tirato di una donna orioniana campeggiò sul monitor.
"Sono il tenente Alejana King, attualmente al comando della USS Thunder."
"Cosa vuole, tenente? Comunicarmi le sue ultime volontà?"
Il capitano klingon disse qualcos'altro nella sua lingua e proruppe in una sonora risata, cui fecero eco quelle del personale di plancia.
Prima che la donna iniziasse a rispondere, l'immagine sullo schermo si fece confusa e distorta. L'audio crepitò e sibilò, lasciando cogliere solo frammenti di parola, troppo pochi perché se ne capisse il senso poi la comunicazione s'interruppe.
Passarono alcuni secondi, poi il cicalino tornò a ronzare. Con un gesto d'impazienza, il capitano ordinò di aprire il canale.


USS Thunder - Infermeria

I tre imperiali erano in piedi sulla pedana del teletrasporto medico, Seldon ancora intontito dai sedativi, Miral impettito alla sua sinistra che guardava fisso davanti a sé, T'Val dall'altra parte intenta a scrutare l'ambiente, come per fissarselo nella memoria. Gli uomini della sicurezza, schierati tutto attorno, avevano le armi spianate, ma la betazoide al centro del semicerchio teneva invece in mano un tricorder sporco e quello che sembrava un componente elettronico.
"Venti secondi al picco. Prepararsi a dare energia."
Van Ladden era tornato a operare al suo posto, a comandare il teletrasporto, il capo Donovan era venuto a seguire di persona la partenza del trio, e nessuno poteva dire a che livello fosse settato il suo faser.
"Comandante Miral... mi rivolgo a lei, dato che il suo superiore non è ancora pienamente efficiente. Cerchi di fare in modo che non si verifichino altri di questi scambi. Ognuno di noi appartiene al suo universo e alla sua società, e quello che a ciascuno sembra naturale è orribilmente fuori posto dall'altra parte."
Miral strinse le labbra e annuì una sola volta.
"Cinque... quattro... tre... due... uno... energia."
Donovan spinse i cursori, tentato solo per una frazione di secondo di alterare i comandi.
Lo sfarfallio continuò, e il sottufficiale riportò dolcemente i cursori a zero.
Apparentemente, l'unico effetto era stato quello di cambiare gli indumenti ai tre.
Seldon guardò Laris con ammirazione. "Ce l'ha fatta! Perbacco, ce l'ha fatta davvero! Presto, mi faccia tornare in plancia!"
Miral si guardò attorno, ancora lievemente incredulo, e chiese, a nessuno in particolare: "Dov'è il tenente comandante Miller?"
T'Val colse il trasalimento del caposquadra della sicurezza, e mentalmente si preparò ad aiutare l'andoriano ad affrontare le cattive notizie che quell'occhiata chiaramente faceva presagire.


ISS Thunder - Infermeria

Il sottufficiale riportò dolcemente i cursori a zero.
Apparentemente, l'unico effetto era stato quello di cambiare gli indumenti ai tre.
Seldon guardò Laris con irritazione e bofonchiò: "Alla buon'ora... Presto, mi porti in plancia!"
Miral si guardò attorno, ancora lievemente incredulo, e salutò la comandante della squadra dei MACO: "Ben ritrovata, maggiore Miller."
T'Val colse la reazione della donna, e mentalmente si preparò ad affrontarne l'ostilità al suo accoppiamento con l'andoriano che quell'occhiata chiaramente faceva presagire.

* * *

20 maggio 2282 - ISS Thunder, sala rapporto ufficiali

"E veniamo all'ultimo punto della riunione. Il comando del 47mo ha appena comunicato che l'ultimo nido di resistenza klingon è stato spezzato. La missione affidataci dall'imperatore," concluse Seldon, "è riuscita."
L'ufficiale politico annuì. "In circostanze indubbiamente diverse da quelle previste, ma la vittoria non si discute."
"Abbiamo ricevuto ordini" riprese il deltano "di recuperare il battaglione e fare rotta su Gamma II, un planetoide disabitato che ospita una stazione automatica di comunicazioni e astrogazione. Sarà certamente una missione meno movimentata di quella appena conclusa."
"A proposito di questo... abbiamo notizie dall'altro universo?" chiese il primo ufficiale.
Laris scosse la testa. "Il contatto telepatico con la mia omologa si è interrotto nell'istante in cui l'abbiamo spedita via."
Seldon si appoggiò all'indietro sullo schienale della poltroncina. "A volte mi chiedo... quella gente è così incredibilmente naïf, spaventata dall'uso della forza, e in conflitto con dei klingon tanto simili ai nostri eppure più avanzati tecnologicamente. Come possono espandersi? Al diavolo, come possono sopravvivere?"
"Non se ne dia pensiero, capitano," tagliò corto T'Val. "Dia loro qualche decennio, e vedrà che i klingon ne faranno un solo boccone, magari con l'aiuto di qualche altra potenza."
Su questo, tutti si dissero d'accordo.