Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della ISS THUNDER,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM
Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della ISS THUNDER, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.
Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.
Anno pubblicazione 2014
Capitano Ricardo Seldon Capitano | Colonnello Miral del clan Chelak Colonnello Maco | Comandante Alejana King Primo Ufficiale | Tenente Comandante Luther Van Ladden Ufficiale Medico Capo | Tenente Comandante T'Val Ufficiale Politico |
Tenente Bellatrix Laris Ufficiale Scientifico Capo | ||||
Capitano Ricardo Seldon Riccardo Castagna | Colonnello Maco Miral del clan Chelak Emanuele Oriano | Primo Ufficiale Alejana King Martina Tognon | Ufficiale Medico Capo Luther Van Ladden Vincenzo Russo | Ufficiale Politico T'Val Elena Fuccelli |
Ufficiale Scientifico Capo Bellatrix Laris Laura Core | ||||
Seconda Missione
26 aprile 2282 - ore 15:20 - USS Thunder, in navigazione nel Quadrante Beta
Mentre scorreva i turni di servizio, Seldon si carezzò la testa. Era un gesto spontaneo che compiva decine di volte al giorno, specialmente quand'era sovrappensiero. Si rese conto che l'orioniana che gli aveva consegnato il lettore era ancora in piedi a fianco della poltrona di comando.
"Grazie, signor King, può andare."
Il capitano evitò accuratamente di seguire con gli occhi il pur pregevole fondoschiena della donna.
* Anche se, a dire il vero, gli orioniani non mi sono mai sembrati una specie sessualmente immatura... * pensò per l'ennesima volta.
Un cicalino trillò alla consolle comunicazioni. L'ufficiale in servizio diede una scorsa ai dati in arrivo e confermò a Seldon: "Il convoglio KM23 è uscito ora dalla propulsione Warp, capitano. I codici di identificazione corrispondono alla Oshawa, Yorkshire, Erie, Voroth e Togo Maru. Chiamata in arrivo dalla Oshawa."
"La passi sullo schermo."
La faccia ovale di una terrestre di ceppo asiatico, sulla cinquantina, apparve sul visore. "Sono il capitano Zu, della nave stellare Oshawa."
"Ben arrivati, capitano. Seldon, della Thunder. Fin qui tutto bene?"
"Liscio come l'olio, ma d'altronde percorrevamo rotte ben all'interno del nostro spazio. Ora inizia la parte complicata."
Seldon annuì in silenzio. La vicinanza allo spazio klingon non era mai piacevole. Poi si riscosse, e con voce forte e chiara scandì la formula di rito: "Assumo il comando del convoglio KM23."
"Non la invidio, Seldon. Oshawa chiude."
"Signor Aokawa, facciamo rotta per la stazione spaziale Deep Space K-7, curvatura 6. Appena ha la rotta tracciata la passi al signor King perché la dirami al resto del convoglio."
"Sissignore."
Girandosi verso la consolle tattica, il deltano aggiunse: "Sono certo che ai nostri poco cordiali vicini farebbe un gran piacere se una Federation e una Miranda, più quattro cargo carichi di cereali geneticamente modificati, se ne andassero a spasso senza le minime precauzioni. Ma quel piacere non glielo daremo. Andiamo in allarme giallo, signor Tawt."
"Allarme giallo trasmesso, capitano," rispose l'ufficiale tattico.
"Rotta tracciata, signore. Siamo a nove anni luce," confermò Aokawa.
"ETA?" chiese ancora Seldon.
"Quindici giorni, sette ore."
Seldon sospirò. Due settimane di noia, sempre pronte a diventare due settimane di fuoco...
Premette un pulsante sul bracciolo.
"Numero Uno, l'aspetto in plancia."
=/\= Arrivo subito, capitano! =/\= rispose la voce di Miral.
11 maggio 2282 - ore 22:00 - stazione spaziale Deep Space K-7
"Capitano Parodi, parliamoci chiaro."
Seldon controllava a malapena la rabbia bruciante che lo pervadeva.
"I miei ordini sono di eliminare le interferenze klingon dal pianeta. Non so quali siano i suoi, ma con la potenza di fuoco di cui dispone questa stazione non mi aspettavo certo di trovare tre incrociatori da battaglia nemici comodamente installati a tre chilometri dalla sua scrivania!"
"Ci creda o no, Seldon, i miei ordini sono di reggere questa posizione fino al giorno in cui si deciderà di spazzare via questo puzzolente 'impero' alieno. Se io ordinassi di aprire il fuoco contro tutte le navi klingon che decidono di passare da queste parti, nel giro di pochi giorni avremmo per le mani una grana più grossa di quella che questa stazione può affrontare da sola. Inoltre nessuna nave stellare può stazionare in orbita per più di un giorno locale, per cui è qui che vengono a sgranchirsi le gambe."
"Che forze abbiamo sul pianeta?" intervenne Miral.
Il comandante della stazione spaziale, grato di poter distogliere per un attimo l'attenzione dal furioso pari grado, digitò brevemente sul suo terminale e fece apparire sullo schermo una proiezione di Mercatore del pianeta, punteggiata di stelle nere e triangoli rossi.
"Noi teniamo il continente meridionale con una guarnigione piuttosto leggera, due battaglioni corazzati, qui e qui, e quattro di fanteria d'arresto. La difesa aerea è garantita da uno squadrone di velivoli atmosferici - le basi sono quelle cerchiate in giallo - e da una squadriglia di cinque navette, dislocate una per base."
"Loro invece,"proseguì Parodi, ingrandendo un'altra zona della mappa, "hanno occupato il continente settentrionale e questo subcontinente."
Il colonnello dei MACO esaminò con attenzione la carta, annotandosi mentalmente le caratteristiche salienti delle posizioni klingon. Anche coi reparti di rinforzo nascosti sui cargo, la faccenda non sarebbe stata facile. Il 47mo avrebbe dovuto prendere le basi aeree di sorpresa, ma la presenza delle navi nemiche avrebbe complicato il quadro. A meno che...
L'andoriano alzò gli occhi a guardare il suo interlocutore. "Cosa dice il laboratorio astrometrico per le prossime ore?"
Parodi esitò, incerto. Approfittando dell'attimo di silenzio, Seldon s'intromise. "La Thunder aveva rilevato una tempesta ionica forza 8 in arrivo. Ma certo!" esclamò, vibrando un pugno sul piano del tavolo. "Potremmo attaccare le navi klingon durante la tempesta, in modo che non possano avvertire la guarnigione di quello che sta per succedere!"
Miral annuì. Zu, in tono di leggero scetticismo, fece notare che la Oshawa non era una pari classe della Thunder, e che una tempesta ionica avrebbe causato forti difficoltà, e forse danni non insignificanti, alla sua nave.
"Seldon, sta a lei formulare il piano di battaglia."
Il deltano ponderò bene prima di esporsi. Non c'era dubbio che una debacle sarebbe stata direttamente imputata a lui, e a lui solo. La silenziosa presenza di T'Val e degli ufficiali politici della base e della Oshawa ne era un'assoluta garanzia.
13 maggio 2282 - ore 01:45 - USS Thunder, in prossimità della stazione spaziale Deep Space K-7
Alejana sedeva alla consolle comunicazioni, concentrata a monitorare il traffico sulle frequenze delle K'tinga. L'orioniana si sforzava di penetrare i codici militari klingon, nel tentativo di capire se si trattava dell'ennesima dimostrazione di forza, di una provocazione di portata limitata o del tentativo di un colpo di mano ai danni del convoglio.
Dalla postazione dell'ufficiale scientifico, il tenente comandante Laris mormorò preoccupata: "Dovremmo recuperare la squadra. Questa maledetta tempesta ionica ha accelerato è già a forza 6, e tra meno di mezz'ora raggiungerà l'apice."
"Che problema c'è?" le rispose il navigatore. "Possiamo reggerla tranquillamente!"
Bellatrix si voltò verso di lui, severa. "Noi sì, signor Aokawa. Forse anche la Oshawa. E il resto del convoglio? Anche loro possono reggere tranquillamente?"
Il giapponese tacque.
Trrblip.
"Chiamata generale in arrivo dalla base, comandante" disse Alejana.
"Sullo schermo."
La faccia del capitano Seldon appariva preoccupata e decisa al suo fianco, le antenne irrequiete del primo ufficiale andoriano tradivano un certo nervosismo. La consigliera vulcaniana era, come sempre, imperscrutabile.
"A tutto il convoglio: è ipotizzabile che le navi klingon possano tentare un colpo di mano col favore della tempesta ionica in corso. Per evitare quella minaccia, il convoglio farà rotta sul pianeta di Sherman, con partenza alle ore 02:00. La Oshawa aprirà la strada, seguita dalle due Antares e dalle due Huron. La Thunder chiuderà la marcia, frapponendosi tra il resto del convoglio e la forza klingon. Ordini più dettagliati seguiranno. Thunder, tre da teletrasportare. Seldon, chiudo."
Il tenente comandante Laris segnalò alla sala teletrasporto il consenso all'operazione. Fuori, la tempesta ionica flagellava lo scafo della poderosa nave con un mitragliamento ormai pressoché continuo.
13 maggio 2282 - ore 01:50 - ISS Thunder, in prossimità della stazione spaziale Deep Space K-7
"Chiamata generale in arrivo dalla base, comandante" disse l'addetto alle comunicazioni ad Alejana.
"Sullo schermo."
La faccia del capitano Seldon appariva preoccupata e decisa al suo fianco, le antenne irrequiete del colonnello andoriano tradivano un certo nervosismo. L'ufficiale politico vulcaniano era, come sempre, imperscrutabile.
"A tutto il convoglio: effettueremo un colpo di mano contro le navi klingon col favore della tempesta ionica in corso. Per attirare il nemico nella trappola, il convoglio farà rotta sul pianeta di Sherman, con partenza alle ore 02:00. La Oshawa aprirà la strada, seguita dalle due Antares e dalle due Huron. La Thunder resterà indietro, per chiudere la forza klingon in una tenaglia. Ordini più dettagliati seguiranno. Thunder, tre da teletrasportare. Seldon, chiudo."
13 maggio 2282 - ore 01:52 - USS Thunder in prossimità della stazione spaziale Deep Space K-7
Il sottufficiale addetto alla sala teletrasporti uno alzò gli occhi e trasecolò.
"Uh, Capitano..."
Seldon aggrottò le sopracciglia. "Che c'è? E che diavolo di uniforme indossa, capo?"
"Capitano... credo che dobbiamo guardarci tutti ALLO SPECCHIO" intervenne T'Val, con intenzione.
"Come sarebbe a dire..."
Un lampo di comprensione attraversò gli occhi del deltano.
"Sarà meglio che andiamo a cambiarci nei nostri alloggi" suggerì Miral.
Seldon si limitò ad annuire.
13 maggio 2282 - ore 01:52 - ISS Thunder in prossimità della stazione spaziale DeepSpaceK-7
Il Guardiamarina della sala teletrasporti uno alzò gli occhi e ferocemente represse lo stupore alla vista delle strane uniformi che indossavano gli ufficiali davanti a lui.
La mano scattò rapida al petto e poi tesa nel rituale saluto.
"Capitano Seldon!"
Seldon si voltò verso il suo Primo Ufficiale, ma a parlare fu il Consigliere.
"Capitano 'credo' sia il momento di rimettere le uniformi."
"Concordo."
Uscirono dalla stanza...
13maggio2282 - ore 01:53 - USS Thunder in prossimità della stazione spaziale DeepSpaceK-7
...non appena nel corridoio lontani da orecchie indiscrete Seldon continuò a camminare.
"Ricapitolando Comandante?"
"Mi complimento per la sua capacità di comprensione Capitano. L'Impero da tempo sa della possibilità di universi paralleli, non necessariamente analoghi al nostro. Non solo, l'ipotesi più probabile è proprio quella di un Universo speculare al nostro."
Le antenne di Miral si piegarono pericolosamente in avanti.
"Il che vorrebbe dire che qui gli andoriani potrebbero essere schiavi?"
"Potrebbe essere..."
La risposta del Colonnello dei MACO fu una qualche imprecazione nella sua lingua madre che i suoi compagni non capirono... o finsero di non capire.
"Si controlli Colonnello. Non credo che in questa realtà passerebbero inosservati alcuni nostri atteggiamenti."
=^= Capitano Seldon, qui King. Ci sono alcuni feriti a causa della tempesta. La sua presenza è richiesta in plancia per la partenza del convoglio prevista per le ore 02:00 =^=
"Dobbiamo muoverci solo dopo aver capito esattamente cosa sta succedendo Capitano."
Seppure concettualmente d'accordo con la vulcaniana Ricardo sapeva per certo che non poteva nemmeno segregarsi nel suo alloggio.
"Una cosa è evidente Comandante. Al di la delle differenze che scopriremo è evidente che anche in questo universo io solo il Capitano... e sono propenso a credere che in questo come in tutti gli altri universi che ci possano essere un Capitano non si defila in silenzio."
=^= Capitano a... Signor King. Devo passare per pochi istanti nel mio alloggio. Mi tenga aggiornato fino al mio arrivo in plancia =^=
Chiusa la comunicazione si rivolse ai due al suo fianco "Muoviamoci. Non c'è tempo e dobbiamo reperire tutte le informazioni possibili."
13maggio2282 - ore 01:53 - ISS Thunder
Ricardo stava camminando lungo i corridoi della nave... quella era la Thunder, ma nello stesso tempo non lo era.
"Quindi consigliere, supponiamo di essere in una realtà diversa."
"Non sono abbastanza alta in grado da sapere quanto la Federazione sappia al riguardo. C'è però da dire che noi vulcaniani abbiamo già da tempo studiato le possibilità di fenomeni analoghi."
"Conclusioni???" si intromise l'andoriano.
"Non sono a conoscenza di prove certe Signore, ma gli studi teorici dichiarano come evenienza più probabile l'esistenza di un universo totalmente opposto al nostro."
"Un universo dove i Vulcaniani fossero meno logici e rigorosi sarebbe una bella novità!"
T'Val si voltò brevemente verso il Primo Ufficiale.
"In un universo del genere potrebbero essere gli Andoriani ad aver preso il posto dei vulcaniani, visti anche i nostri 'trascorsi' sarebbe estremamente verosimile."
Svoltarono un angolo e furono nella zona alloggi.
"Ora sorge il problema Capitano. Il suo alloggio è chiaro quale sia... ma i 'nostri'??"
^!^ King a Capitano Seldon, siamo pronti per la partenza del convoglio. ^!^
^!^ Devo passare un attimo nel mio alloggio ... Signor King... poi raggiungerò la plancia ^!^
13maggio2282 - ore 01:55 - USS Thunder - Alloggio del Capitano Seldon
Entrarono rapidamente, sia per non far notare troppo la stranezza di tre membri dell'equipaggio vestiti in modo strano e diretti nello stesso alloggio sia perché avevano tutti la sensazione che dovevano agire in fretta.
Ricardo iniziò a guardarsi in giro lentamente. Non erano le sue cose quelle, eppure doveva ammettere che in un qualche bizzarro modo le sentiva adeguate.
"L'esperta di universi paralleli è lei Comandante. Che si fa?" il tono dell'Andoriano sembrava pericolosamente ironico. In un altro momento forse T'Val avrebbe reagito, ma la situazione era pericolosamente a rischio, troppo per creare ulteriori problemi.
Prese mentalmente nota della cosa ma andò oltre.
"La Thunder sembra quella. Questo è l'alloggio del Capitano, ergo a lui i comandi." e dicendo questo indicò la consolle alla scrivania.
Seldon si avvicinò e premette il pulsante.
=^= Computer visualizzare elenco ufficiali superiori =^=
Non suonò alcun allarme. Non successe niente di strano.
Mentre riga dopo riga, sul monitor comparivano le informazioni richiesta.
=^= Ufficiale in Comando
=^= Capitano Ricardo Seldon
=^=
=^= Primo Ufficiale
=^= Comandante Miral Chelak
"Primo ufficiale? Questa è buona davvero!"
Seldon alzò lo sguardo e si permise una battuta "Preferisco il verde."
=^= Consigliere
=^= Tenente Comandante T'Val
"Consigliere? Curioso. Cosa dovrebbe fare un Consigliere su una nave stellare?"
"L'importante sarebbe capire come considerano quel ruolo nella gerarchia Comandante."
"Dobbiamo preparaci prima di uscire, questo è indubbio."
=^= Ufficiale Medico Capo
=^= Comandante Jean Bouvier
=^=
=^= Ufficiale Scientifico
=^= Tenente Comandante Bellatrix Laris
=^=
=^= Ufficiale Tattico
=^= Tenente Comandante Tawt
=^=
=^= Responsabile della Sicurezza
=^= Tenente Comandante Polhymnya Miller
=^=
=^= Addetto alle comunicazioni
=^= Tenente Alejana King
"Beh... credo che a questo punto ne sappiamo abbastanza per evitare particolari errori. Devo raggiungere la plancia immediatamente. Voi dovreste raggiungere i 'vostri' alloggi... e cerchiamo di essere pronti a tutto."
"C'è un problema prioritario Colonnello, sul quale credo anche il Comandante T'Val vorrà concordare. Non siamo ancora certi di essere 'gli unici' su questa nave."
"Ha ragione Capitano. Devo ammettere che la sua capacità logica mi stupisce."
"Dice Comandante T'Val? In ogni caso non possiamo far passare altro tempo, scateneremmo delle domande. Vi chiamerò a rapporto io."
13maggio2282 - ore 01:55 - ISS Thunder - Alloggio del Capitano Seldon
"Quindi le cose stanno così... lei è un MACO e lei invece un 'ufficiale politico'... dire che siamo in un universo estremamente militarizzato è dire poco."
"Potremmo avere molti problemi ad adattarci a questa realtà. Sicuramente caratterialmente siamo molto diversi dai nostri alter ego, per poter sopravvivere qui bisogna essere sicuramente dei duri."
Il Capitano Seldon annuì alle parole del Primo Ufficiale.
La situazione era pericolosa e dovevano assolutamente capire come stavano le cose.
Quello che erano riusciti a vedere scorrere sul monitor erano le informazioni base, quello che sarebbe stato accessibile di fatto a qualunque ufficiale superiore di quella nave.
Quello che mancava erano i dati personali, non conosceva i Codici di Sicurezza di 'questo' Seldon, il rischio era di danneggiare i diari o di far scattare degli allarmi.
Doveva trovare modo di scoprire qualche cosa di più senza mettere a repentaglio l'incolumità dei suoi sottoposti.
Soprattutto... non era ancora certo che fossero 'gli unici' su quella nave.
"Dobbiamo comportarci normalmente... o meglio, il più normalmente possibile. Consiglio che voi raggiungiate gli alloggi nei quali dovreste stare. Ovviamente è inutile che vi consigli di dormire con gli occhi aperti signori."
"Crede sia opportuno dividersi???" sicuramente non era paura semmai perplessità quella che aveva spinto il Consigliere a fare quella domanda.
"Meglio che non stare tutto insieme, altrimenti attiriamo l'attenzione. Io ho intenzione di raggiungere la plancia visto che la mia presenza è chiaramente richiesta."
L'andoriano si voltò verso di lui "Forse è il caso che io venga con lei."
"E con quale giustificazione? Lei è il capo dei MACO... ha più senso che vada dai 'suoi'."
"Il Capitano non dovrebbe mettere a repentaglio la propria vita in questo modo."
"Beh Numero uno... - e Ricardo passò la mano sulla testa lucida - ... stare qui o in plancia credo cambi poco. La situazione è un rischio indifferentemente da dove io stia."
Plancia - 01:59
Il Capitano Seldon entrò con calma, non si sentiva del tutto a suo agio con quell'uniforme che sembrava più fatta per mettere in mostra i muscoli che altro.
Si avvicinò alla sua poltrona, sapeva cosa aspettarsi, ma la massa di capelli neri sciolti su quell'uniforme.
Vedere il Signor King alzarzi, già l'uniforme a cui era abituato era provocante su di lei, ma quella lo era dannatamente di più *...sicuramente gli orioniani non sono una razza sessualmente immatura! *
"Bentornato in plancia Capitano. A lei il comando."
"Grazie Comandante King."
"La mia presenza è richiesta in infermeria, ci sono stati dei feriti e dei leggeri danni a causa della tempesta."
"Vada."
Mentre si sedeva sulla poltrona appoggiò le mani ai braccioli e si stupì di pensare che sembrava proprio la sua poltrona, quella alle quale era arrivato con anni di sacrifici, studio ed applicazione.
Passando dietro alla sua schiena Alejana si abbassò avvicinandosi.
Ricardo la percepì violentemente.
Da quando era entrato nella Flotta Stellare e fatto il suo voto di castità si era quasi disabituato a simili emissioni... un flusso di feromoni così intenso che se non fosse stato seduto si sarebbe trovato a barcollare. Come un ubriaco. Come un fuscello al vento.
La voce gli si insinuò nel cervello, lenta, sensuale e seducente come mai gli sembrava di averne udita.
"Ci vediamo dopo nel tuo alloggio... 'mio Capitano'..."
Il timoniere senza voltarsi verso di lui parlò togliendolo dall'imbarazzo di dover contrastare i suoi ormoni impazziti.
"Capitano il convoglio è pronto a muoversi. Non è possibile mantenere la velocità massima con questa tempesta. I cargo ci limitano a curvatura 4."
"Mi sta dicendo che non riusciamo a prevedere la percorrenza?" non aveva certamente un tono minaccioso, ma percepì distintamente un fremito di paura... lo temevano.
"Confermo Capitano. Dobbiamo aspettare di uscire dalla tempesta."
"Muoviamoci. Abbiamo un appuntamento."
Ed era certo di averlo, anche se non sapeva assolutamente con chi e che genere di appuntamento.
USS Thunder - Plancia - 02:00
Quando era entrato in plancia si era stupito dei sorrisi che l'equipaggio gli aveva rivolto, era evidente che l'atmosfera su quella nave era molto diversa da quella a cui erano abituati 'altrove'.
Sentiva la presenza di Alejana dietro di lui, ma non avendo certezze su quale fosse il loro rapporto su quella nave e la pericolosità di quell'equipaggio voleva evitare di scoprirsi per il momento.
"Capitano il convoglio sta muovendo. Limitiamo la velocità a curvatura 4 a causa della tempesta. I cargo non reggerebbero altrimenti."
"Tempo di ingaggio?"
"Ingaggio Signore? - il timoniere si voltò verso di lui perplesso - Abbiamo previsto un ingaggio?"
Dalla postazione tattica il Comandante Tawt prese la parola.
"Signore sono cambiati i piani?"
Seldon si diede dell'idiota mentalmente. Aveva appena finito di ricordare a sé stesso la necessità di non scoprirsi e poi ci cascava come un novellino.... l'unica era passare per stanco o 'vittima' della tempesta.
"Ingaggio? Lasciamo stare... - e scosse la testa con un mezzo sorriso... non ricordava di aver mai sorriso in plancia - ...ovviamente stavo pensando al tempo di arrivo previsto. Lo stress di questa situazione..."
Dietro le sue spalle Tawt parlò quasi a chiudere l'incomprensione e riportare l'attenzione sul problema.
"Lapsus comprensibile, con i Klingon la fuori il rischio di ingaggio esiste."
Seldon acquisì l'informazione.... una cosa in comune c'era tra i due universi allora.
I Klingon.
13maggio2282 - Ore 02:38
U.S.S. Thunder.
Alloggi Ufficiali
Quella davanti a lei sarebbe stata la porta del suo alloggio, sulla sua
nave. T'Val decise di provare. Non aveva ancora trovato una uniforme
appartenente a quell'universo con la quale camuffarsi, e se fosse rimasta
con la sua, non avrebbe potuto ingannare a lungo gli ufficiali di bordo. La
porta non era chiusa - e penetrò con un sibilo sottile nella paratia.
Illogico, ma tutto sommato prevedibile data la natura di quell'universo, si
disse.
Entrò.
La sua controparte aveva messo di fronte giusto di fronte alla porta un'arpa
vulcaniana. Assomigliava molto a quella che lei aveva avuto in dono da sua
nonna, per permetterle di affinare il suo dono. Essere un'artista aveva
permesso a sua nonna di venire affrancata dalla schiavitù, e quindi che i
suoi figli fossero riconosciuti legalmente come membri della nobile famiglia
dell'uomo di cui era stata la concubina. Ricordava il suo rammarico quando
aveva visto l'arpa di sua nonna sequestrata insieme a tutti gli altri beni
di famiglia. Era stato un ottimo strumento.
La staccò dal suo supporto. La dedica era là, scritta a lettere dorate.
Corrugò la fronte. In lettere dorate vulcaniane... Al tempo di sua nonna era
vietato l'insegnamento della lingua vulcaniana agli schiavi. Sua nonna era
diventata la grande arpista che tutti - perfino i consiglieri dell'imperatore
- ammiravano senza mai saper leggere la propria lingua. La dedica sull'arpa
di sua nonna era stata in lettere terrestri.
Comunque fosse, adesso era sicura di trovarsi nel proprio alloggio. Poggiò
nuovamente l'arpa sul supporto, guardandosi intorno.
Si sedette davanti al computer, e dopo una breve riflessione le sue dita
composero una password. Il laptop si aprì compiacente. La logica può essere
un'arma a doppio taglio, pensò T'Val, concentrandosi sui file che si
aprivano di fronte a sé.
13maggio2282 Ore 02:42
U.S.S. Thunder.
Plancia di comando.
I Klingon erano là fuori, da qualche parte, esattamente come nel suo
universo. E questo era peggio che preoccupante. Era potenzialmente
disastroso.
Ricardo Seldon si morse le labbra, infuriato con sé stesso... Con l'altro sé
stesso. Lui avrebbe dovuto essere al suo posto, sulla sua nave, pronto a
comandare la battaglia per l'Impero. Che cosa avrebbe potuto fare il suo
sostituto? Come lui non conosceva i piani di quella nave, neanche l'altro
capitano poteva conoscere i suoi piani di battaglia... Se mai fosse riuscito
a tornare nel proprio universo, chi gli avrebbe creduto, se l'altro avesse
trascinato la sua nave ad un disastro? Chi avrebbe pagato per il disastro,
se non lui?
"Devo tornare sulla mia nave" - pensò Seldon, stringendo i pugni sui
braccioli della sua poltrona - "E devo farlo il più presto possibile, prima
che l'altro distrugga i miei piani, la mia nave... Ed anche me!"
Si, ma in che modo? Sfruttando qualcuno in quell'universo? Gettò uno sguardo
circolare alla plancia. La divisa di Alejana in quell'universo non dava
sufficiente spazio al suo sex appeal, pensò Seldon. L'orioniana si accorse
che la stava guardando e si voltò:
"Non ho ancora nessun risultato, signore" - disse, in tono di scusa - "Se i
Klingon sono ancora lì fuori come sospettiamo, probabilmente stanno
osservando il silenzio subspaziale per coglierci di sorpresa"
"I Klingon sono di sicuro là fuori, signor King, anche se i sensori non li
possono vedere" - rispose brusco Seldon. Maledetta tempesta ionica, aggiunse
il capitano mentalmente.
"Eppure..." - iniziò Tawt.
Seldon gli lanciò un'occhiata di ghiaccio. Il suo Tawt non si sarebbe mai
permesso di essere esitante. Anche perché sarebbe morto molto prima di
arrivare a tenente comandante.
"Eppure, cosa, signor Tawt?"
"Stavo pensando che la tempesta ionica, come sta danneggiando noi, deve
stare danneggiando anche le navi Klingon, tanto più che con i loro sistemi
di occultamento non possono tenere alzati gli scudi"
Seldon si irrigidì. Sistemi di occultamento?
Si, aveva letto qualcosa del genere, nei rapporti sull'universo dello
specchio cui era riuscito a mettere le mani. Che i Klingon, o i Romulani...
Si, insomma, uno dei due popoli era riuscito ad inventare un sistema per
nascondere le navi, per renderle invisibili ai sensori. Non aveva creduto a
quei rapporti... Certo, teoricamente era possibile creare un campo
gravitazionale che curvasse le onde EM intorno alla nave, rilasciandole
dalla parte opposta rispetto a dove fossero venute a contatto con il campo,
ma l'energia richiesta sarebbe stata inimmaginabile, quando le loro navi
dovevano tirare fuori dai cristalli di dilitio ogni minima favilla per
mantenere l'armamento in linea. E poi, che dei mezzi animali come i Klingon
potessero inventare qualcosa che nemmeno i più grandi scienziati dell'Impero
erano riusciti a creare, era impossibile! Ed invece...
"Possibile?" - mormorò fra sé.
"Prego, signore?" -
"Come?" - si riscosse Ricardo, e si rese conto che gli ufficiali di plancia
lo stavano fissando con sguardi interrogativi. Maledizione, un altro errore!
"Qualcosa che lei ha detto mi ha fatto pensare, signor Tawt" - disse,
pensando rapidamente - "La tempesta ionica ci sta danneggiando... Se le navi
Klingon non possono alzare gli scudi a causa del loro sistema di
occultamento, vuol dire che gli ioni stanno penetrando gli scafi delle navi
anche più di quanto facciano con le nostre..."
Il volto di Tawt si aprì in un aperto sorriso:
"Ma certo!" - esclamò - "Questo vuol dire che nella tempesta ci devono
essere delle zone di assorbimento degli ioni!"
Seldon assentì rigido, senza parlare. Tawt continuò:
"...Quindi, si dovrebbe poter rintracciare le zone d'ombra... Quelle dove si
trovano le navi Klingon! Mi metto subito al lavoro, signore!"
Gli ufficiali di plancia si scambiarono un sorriso complice. Seldon li vide
tornare alle loro consolle, con rinnovato entusiasmo, e respirò di sollievo.
Per il momento, non era stato individuato.
13 maggio 2282 - Ore 02:42
U.S.S. Thunder
Alloggi Ufficiali
Su quella nave, Miral Chelak aveva l'alloggio del primo ufficiale - lo
stesso che occupava Alejana King sulla sua. Respirò di sollievo vedendo che
la porta si apriva ad un comando vocale - era una fortuna che i computer non
fossero abbastanza sofisticati da comprendere le differenze a livello di
firma quantica con le loro controparti.
Entrò, senza sapere esattamente cosa aspettarsi. Di fronte a lui apparve un
piccolo soggiorno dall'aspetto confortevole. Il suo sguardo abbracciò un
piccolo divano a due posti, un tavolino basso, un vaso dai disegni
vulcaniani dal quale partiva un ramo bianco di xamet disseccato.
Troppo confortevole, pensò Miral muovendo qualche passo con cautela.
L'ambiente gli era completamente estraneo. Curioso che il suo omologo e lui
non avessero niente in comune.
Strinse le spalle, e si diresse verso l'altra stanza. Quello che importava
adesso era trovare una uniforme, e magari qualche altra notizia sul proprio
omologo, in modo da poter prolungare il più possibile la finzione... O
almeno, fino a quando non avessero trovato il modo per tornare alla loro
nave ed al loro universo.
L'altra stanza era occupata in gran parte dal letto. Colse un movimento e si
arrestò di botto, poi respirò. Uno specchio appeso sopra il letto rimandava
la sua silouette nel buio, inquadrato nella cornice della porta. Sorrise fra
sé, poi si diresse verso l'armadio. Lo aprì, pescò una tuta fra quelle
appese, e la buttò sul letto. Solo in quel momento si accorse che qualcosa
non andava. Guardò meglio nell'armadio. Era diviso in due parti, rigidamente
separate. La tuta veniva dalla parte sbagliata. Appuntò le labbra come per
fischiare, ma non emise nessun suono. Era decisamente nei guai.
Chi diavolo poteva essere, lei? Ma sopratutto, come avrebbe potuto fare ad
ingannare una compagna?
22 maggio 2282 - ore 02:45
ISS Thunder
Plancia di comando
Il tambureggiare della tempesta era un rumore costante che gli opprimeva le
tempie. Il capitano Seldon si passò una mano sulla testa in un gesto che gli
era abituale e di cui subito si pentì. Avrebbe dovuto stare più attento...
Ogni gesto, su quella nave, poteva tradire il fatto che lui non le
apparteneva. Ed il fatto che i Klingon fossero là fuori, probabilmente in
agguato, sia contro la sua nave che contro quella in cui si trovava, rendeva
la situazione - se possibile - ancora peggiore.
Che cosa avrebbe potuto fare la sua controparte, il capitano di quella nave,
a bordo della sua? E lui, che cosa doveva fare, a bordo di quella nave?
"Di sicuro, non posso aspettarmi alcun aiuto da parte loro" - pensò Seldon,
guardando gli ufficiali di plancia con una punta di esasperazione. Se
ricordava bene i rapporti che c'erano stati sull'universo dello specchio,
quelle navi erano gestite come navi pirata.
Già, i rapporti... Qualcun altro si era trovato nella loro stessa
situazione, ma Seldon non riusciva a ricordare come gli altri fossero
riusciti a ritrovare il loro universo. Probabilmente, dovevano ripresentarsi
le medesime condizioni: un teletrasporto contemporaneo ed influenzato dalla
tempesta ionica... Ma forse sarebbe bastato modificare il teletrasporto in
modo da riprodurre il salto quantico, rifletté Seldon.
"Il vero problema è conoscere l'esatta posizione della Thunder nel momento
del trasporto" - si disse il capitano - "Con l'aiuto di Miral posso
modificare il teletrasporto - se riesco a mettere le mani sugli strumenti e
riesco ad evitare di essere scoperto troppo presto - ma la mia nave si è
sicuramente spostata nello spazio, come del resto ha fatto questa... Come
faccio a scoprire le esatte coordinate?"
"Capitano" - lo richiamò Tawt - "Stiamo ricevendo un segnale"
"Da chi?" - domandò Seldon.
"Dalla Oshawa" - rispose l'altro - "Comunicano che la tempesta ionica sta
danneggiando l'integrità strutturale dello scafo... Per di più, hanno guai
al timone. Non riescono più a manovrare"
"Entità dei danni?"
"Integrità strutturale al 40 per cento" - disse Tawt - "In diminuzione... "
"Aumentare la velocità al massimo possibile con questa tempesta" - ordinò
Seldon - "Signor Tawt, pronti con il raggio traente. Dobbiamo tirare via la
Oshawa da questa tempesta"
Capì subito di aver fatto un errore. Nessuno sulla plancia osò fare
osservazioni, ma lo sguardo indagatore che gli lanciò il comandante King era
sufficiente. Aprì la bocca per dare spiegazioni, ma la richiuse in tempo.
Anche quello sarebbe stato un errore.
Si alzò ed andò a mettersi vicino alla postazione del tenente Tawt. L'uomo
lo fissò in modo strano, poi chinò il capo verso la sua consolle:
"...La tempesta ionica influenza pesantemente i sensori" - borbottò l'uomo -
"Riesco a malapena a percepire la presenza delle altre navi del convoglio"
"Ma la tempesta infuria con la stessa forza dappertutto in questo
settore?" - domandò Seldon. Se avessero trovato una zona un po' riparata
alla quale trascinare la Oshawa, pensò Seldon, la nave avrebbe potuto
affrontare la fine della tempesta. Si irrigidì. Un momento...
Puntò il dito:
"Mandi questo sullo schermo centrale. Queste ombre!" - disse, sforzandosi
per dare alla voce il tono più imperioso possibile. Sullo schermo centrale
apparve quella che sembrava una fitta nebbia, nella quale galleggiavano due
zone lattiginose, più scure del resto.
"Quei punti!" - disse Seldon - "Li vedete? C'è qualcosa in quei punti che
assorbe in parte gli ioni della tempesta. "
Sul volto di Alejana comparve un sorriso trionfante:
"Sono le navi Klingon!"
Seldon confermò con un cenno:
"Abbiamo la posizione del nemico"
Il sorriso scomparve dal volto dell'orioniana:
"Perché solo due?" - domandò - "Erano tre gli incrociatori Klingon vicino
alla Base AK 47! Dov'è andato a finire il terzo?"
"Si dev'essere allontanato dagli altri due" - disse Seldon - "E se si è
allontanato, con questa tempesta..."
Fece cenno a Tawt, che modificò la visuale sullo schermo. Una macchia scura
era in rapido avvicinamento all'interno della tempesta.
"Ce l'abbiamo alle spalle!" - concluse Alejana King, con un gesto rabbioso -
"Questo vuol dire che non possiamo stringerli in una tenaglia, quando
attaccheranno i cargo!"
Seldon la ringraziò mentalmente. Quindi, era quella la strategia
dell'altro...
"No, non possiamo..." - disse Seldon - "Non quando attaccheranno i cargo. Ma
possiamo farlo adesso!"
Guadagnò a grandi passi la postazione del timoniere:
"Impostare la rotta. Al mio via, alla massima curvatura possibile contro la
terza nave, quella che ci sta seguendo. Pronti?"
22 maggio 2282 ore 02:50
U.S.S. Thunder
Il suono vibrante dell'allarme rosso lo colse di sorpresa. Miral Chelak
reagì istintivamente, cercando la propria arma al fianco, quindi - dopo un
istante di riflessione - corse fuori dall'alloggio.
*Se questo assomiglia almeno in parte al mio universo* - pensò - *Devo
andare sul ponte... E' lì il posto del primo ufficiale*
La Thunder, se non altro, era identica nella struttura. Non faticò a trovare
un turboascensore.
"Aspetti, comandante!"
Miral bloccò l'ascensore, ed aspettò che T'Val lo raggiungesse. La donna
attese che le porte si chiudessero alle loro spalle, quindi si rivolse
all'andoriano.
"Congratulazioni, comandante"
Miral squadrò la vulcaniana con sospetto:
"Che vuol dire?"
"Ho appena saputo che si è sposato. O almeno, che la sua controparte si è
sposata da poco"
L'andoriano premette il pulsante di arresto dell'ascensore:
"Come lo ha scoperto?"
"La mia controparte tiene nel suo computer schede molto precise su tutto
l'equipaggio. Capitano compreso, naturalmente. Le ho trovate estremamente
utili"
Miral non era stupido. Rifletté un istante, poi assentì:
"D'accordo, siamo dalla stessa parte in questa faccenda. Chi è mia moglie?"
"Il tenente comandante Polhymnya Miller" - rispose la vulcaniana con voce
piatta - "Siete sposati da quattro settimane"
"C'è qualcos'altro che possiamo utilizzare in quelle schede?"
"Ritengo di si" - rispose la vulcaniana - "Avremo bisogno di aiuto per
riuscire a ritrovare la nostra nave ed il nostro universo."
"Che tipo di aiuto?"
"L'ufficiale scientifico di questa nave, Bellatrix Laris. Penso di poterla
convincere a lavorare per noi... "
"In che modo?"
"Questo è affare mio"
Le antenne dell'andoriano vibrarono:
"D'accordo vulcaniana... Come dicevo prima, in questo affare siamo dalla
stessa parte."
T'Val chinò il capo:
"Penso che questo possa essere il primo istante di una proficua amicizia,
comandante..."
L'andoriano sogghignò:
"Chissà. In fondo, ho visto cose anche più strane" - ribatté, e sporse una
mano a far ripartire l'ascensore.
22 maggio 2282 Ore 02:54
U.S.S. Thunder
Plancia di comando
Seldon si voltò appena, vedendo Miral e T'Val uscire dal turboascensore. Di
fronte a lui, nello schermo centrale, due macchie lattiginose mostravano la
posizione delle navi Klingon.
"C'è una terza nave" - segnalò Tawt - "E' alle nostre spalle. Sta arrivando
ad una velocità stimabile a curvatura 4"
"Una trappola!" - esclamò il tenente King.
"Già... E ci siamo giusto in mezzo" - disse il capitano, raggiungendo la
postazione del timoniere - "Timoniere, impostare la rotta. Al mio via, alla
massima curvatura possibile contro la terza nave, quella che ci sta
seguendo. Pronti?"
"Ma capitano" - protestò il tenente King - "Non possiamo lasciare le navi
cargo alla mercé degli altri due incrociatori Klingon!"
Seldon si voltò furioso, ma uno sguardo al volto di Miral Chelak gli fece
cambiare idea:
"La sua obiezione è annotata" - si limitò a dire - "In ogni caso, non ho
nessuna intenzione di lasciare le navi cargo al loro destino, ma dobbiamo
combattere contro un nemico per volta.
Perciò, iniziamo a fargli capire che la loro trappola non è riuscita...
Signor Tawt: pronto a far fuoco!"
USS Thunder, plancia
22 maggio 2288, ore 3:00
Seldon si voltò verso i suoi colleghi imperiali, unici ufficiali
superiori presenti in plancia. Staccare gli occhi da Alejana era
sempre un'impresa, anche se quell'uniforme così casta non rendeva
giustizia alle sue curve.
*Sono disperso in un universo parallelo, il mio doppio potrebbe
rovinarmi irrimediabilmente la carriera e sto persino soffrendo le
pene di una rinuncia erotica...*
La situazione del capitano era tutto fuorché invidiabile. Scacciò i
pensieri dalla mente, cercando di concentrarsi sull'abbordaggio
imminente. Quel dispositivo di occultamento sarebbe stato suo, a
qualsiasi costo.
*E allora qualsiasi disastro avrà combinato il mio doppio sarà sanato...*
Imperatore Seldon... suonava bene. E in fondo, perché no?
Si costrinse a tornare in plancia. Sentiva lo sguardo di T'Val
pesargli addosso. La cucciolotta di Vorshak non gli avrebbe reso
sicuramente le cose più facili, per quanto avessero deciso di mettere
da parte i loro conflitti in quella situazione delicata.
*Un teletrasporto durante una tempesta ionica è sempre rischioso...
l'incidente è sempre dietro l'angolo... la nostra coraggiosa orecchie
a punta potrebbe restare intrappolata in questo universo...*
Si voltò a fissare i due che in quello strano e noioso universo erano
il suo primo ufficiale e il suo consigliere. Poco lontano, il tenente
Tawt stava suonando la sua melodia di phaser.
"Appena le difese dei Klingon saranno cadute,- spiegò il capitano -una
squadra di..."
La parola MACO fu sul punto di sfuggirgli, ma riuscì a correggersi all'ultimo.
"... sicurezza si preparerà ad abbordare la nave. Li costringeremo...
alla resa, e nel frattempo ci occuperemo della altre due navi, in modo
che non nuociano al convoglio."
Seldon gettò un'occhiata attorno. Tutti parevano soddisfatti di quel
piano preciso e banale. Se si fosse trovato nel suo universo, non
avrebbe esitato a mostrare a tutti il suo pugno di ferro e la sua
inesistente pietà, ma era costretto a fare buon viso a cattivo gioco.
"Voglio che nella squadra di sicurezza figurino gli uomini migliori.
Guiderò personalmente l'incursione assieme al tenente Miller..."
"Capitano, se mi è permesso..."
Mai la voce di T'Val era suonata così odiosa per Seldon. La maledetta
strega vulcaniana aveva una passione per mettersi in mezzo e pareva
venuto il momento che esercitasse la sua arte.
"Non mi parrebbe... appropriato che il capitano metta a repentaglio la
sua vita sul ponte di una nave ostile." disse la falsa consigliera.
"Guiderò io l'abbordaggio, capitano." si offrì Miral, con più calore
del solito. Seldon dovette fare violenza a sé stesso per non
fulminarlo con lo sguardo.
*Il pelle blu e la strega vulcaniana in combutta... due da
teletrasportare immediatamente nel vuoto cosmico.*
Che fare? Sicuramente in quella situazione non sarebbe bastato
liquidare la faccenda con un semplice 'la sua obiezione è annotata'.
Le parole di T'Val, trasferite in quell'universo buonista, avevano
molto più senso di una sua qualsiasi risposta.
*Suonano dannatamente... loghiche.*
Ricardo inghiottì in boccone amaro che per poco non lo soffocò,
combattendo con la collera che sicuramente gli stava deformando i
lineamenti.
"Va bene, comandante. Le affido il comando dell'abbordaggio." soffiò,
cercando di apparire il più naturale possibile. Nel clima al vetriolo
che si era creato nessuno notò lo strano sguardo del tenente King.
Flashback - ISS Thunder, palestra
8 maggio 2288, ore 23:45
Un respiro profondo. Un altro. Un altro ancora. Quasi non percepiva
più il dolore alle gambe che teneva piegate sotto di sé. Doveva essere
passata più di un'ora, forse addirittura due. Gli esercizi di
meditazione la portavano sempre lontano, talvolta più lontano di
quanto avrebbe voluto. E raramente riusciva a raggiungere il suo
scopo. Quella sera ci era quasi riuscita. Ma quel 'quasi' la
disturbava più di un fallimento.
*Staccarsi dal corpo, essere solo la mente...*
Fece un altro tentativo. Il lobi del cervello erano sul punto di
dolerle, come muscoli sotto sforzo, ma non era il tipo da abbandonare
tutto. Provò la stessa sensazione che si ha saltando. Ma il salto
sembrava non finire mai. Saltò via dalla palestra, dalla Thunder,
dallo spazio. La sua mente era lo spazio e lei ne percepiva le
variazioni. 'La mia mente nella tua mente' dicevano i Vulcaniani. Lei
poteva vantarsi a dire che la sua mente poteva percepirle tutte, non
una sola. Almeno fino al prossimo fallimento.
I suoi sensi si tesero. Qualcuno era entrato. E lei lo aveva
percepito. Non si lasciò sfuggire il segnale, lo pedinò mentalmente
come un segugio che segue una pista. Cercò di concentrarsi ancora di
più, fino a farsi male. Poteva essere chiunque e se si fosse impegnata
lo avrebbe capito: un Andoriano, un Vulcaniano...
Alla fine, come una dolorosa sconfitta, Laris si arrese e aprì gli
occhi. C'era effettivamente qualcuno nella palestra, ed era appena
entrato. Ma non era altro che il guardiamarina Xin Piao. Bellatrix si
alzò dal tappeto, fece del suo meglio per reprimete un'occhiataccia e
prese la porta.
USS Thunder, sala teletrasporto
22 maggio 2288, ore 3:15
Mentre attendeva di essere teletrasportato a bordo del vascello
Klingon, Miral era teso. Non era l'abbordaggio a preoccuparlo, bensì
l'avvenente donna che aveva al fianco. Polly Miller, capo della
sicurezza della USS Thunder. Miral la preferiva calzata nell'uniforme
da MACO, ma anche in questa tenuta non era da scartare.
*Per lo meno il mio doppio ha avuto il buon gusto di accompagnarsi ad
un ufficiale...*
Abitune che l'Andoriano non intendeva perdere. Ma che avrebbe fatto e
cosa avrebbe detto quando si sarebbero trovati soli nell'intimità del
loro alloggio?
*È facile ingannare in intero equipaggio, ma come darla a bere a
qualcuno che divide il suo letto con te?*
Miral detestava tutto quel tempo che poteva impiegare a pensare. Non
vedeva l'ora di salire sulla piattaforma del teletrasporto, e poi che
fossero i phaser a parlare. In più, c'era anche T'Val da accontentare,
senza contare le strane richieste del capitano Seldon...
Alla fine venne il suo turno per salire sulla piattaforma, appena il
tempo di scambiare uno sguardo teso con Polly e poi sparire nella luce
azzurra del teletrasporto.
A bordo del vascello klingon era un inferno. Le luci arancione dei
phaser saettavano per l'ambiente, mentre la luce rossastra della nave
rendeva più difficile il puntamento. Un componente della squadra di
sicurezza era a terra, forse stordito, forse morto. Per Miral non
faceva gran differenza. Sentiva la febbre della battaglia crescere in
lui e il leone non chiedeva altro se non di potersi risvegliare.
Scivolò di fianco, appoggiandosi a una paratia, al riparo dai colpi
dei disintegratori dei Klingon. A giudicare dai colpi che sparavano, i
Federali erano dei pivelli. L'unica che si salvava almeno un po',
ovviamente, era Polly. Per un attimo, Miral desiderò avere i suoi
cecchini MACO a coprirgli le spalle, ma sapeva che poteva cavarsela
benissimo da solo. Saldamente imbracciato il phase, l'Andoriano mandò
a segno una raffica di colpi, facendo finire a terra un paio di
Klingon. Fece cenno ai suoi di avanzare, abbandonando il suo riparo
nell'ansa del corridoio. La squadra superò i Klingon al tappeto,
macchie di sangue viola ovunque sul pavimento di metallo. Svoltarono
in un corridoio, poi in un altro, diretti in plancia.
*Sono ben lungi dall'obbedire come il mio 47°, ma poteva andare
peggio.* si disse Miral, mentre avanzava col phaser imbracciato. Un
paio di Klingon sbucarono da anse del corridoio, ma in meno di un
secondo si ritrovarono a fare compagnia ai loro colleghi stesi a
terra. L'idea della caccia stava allettando Miral, risvegliava tutti i
suoi istinti ferini, quasi lo eccitava.
*Io sono il leone, le mie prede non possono fare altro che scappare!*
Cinque Klingon vennero loro contro. Uno venne abbatuto dalla squadra
di sicurezza, ma gli altri quattro riuscirono a gettarsi addosso ai
Federali. Miral ne attaccò uno in corpo a corpo, facendogi finire il
disintegratore a metri di distanza. Il Klingon lo buttò a terra con
tutto il suo peso. I due si misero a lottare sul pavimento, una lotta
ad armi pari. Dove la forza del Klingon pareva predominare, Miral lo
contrastava con la tecnica. Mentre si rotolavano, l'Andoriano raccolse
da terra il disintegratore e ne picchiò pesantemente il calcio sulle
creste ossee dell'avversario. Il Klingon restò stordito per una
frazione di secondo, il tempo necessario affinché Miral si rialzasse e
lo tenesse sotto tiro. Ancora confuso, il Klingon sbraitò qualcosa
nella sua lingua culturale. Sul volto del comandante dei MACO si
dipinse un sorriso truce.
"Qa'pla, brutto bastardo!"
Miral aprì il fuoco. Il resto furono solo schegge di cranio, materia
cerebrale e sangue color porpora. Il corpo del Klingon giaceva ai
piedi dell'Andoriano, senza testa. Miral si guardò attorno, pronto ad
ordinare ai suoi sottoposti di muovere verso la plancia. I Federali lo
fissavano con occhi vuoti, senza parole, anche quelli che tenevano
sotto tiro i tre Klingon superstiti. Seguirono interminabili secondi
in cui nessuno osò fare o dire nulla. Alla fine, fu Polly a staccarsi
dal gruppo, lanciandogli un'occhiata significativa.
"Comandante...- disse, con voce appena udibile -... il Klingon si era arreso."
IRS K'lagh - 13 maggio 2282 ore 0330
Polly si voltò verso Miral, incrociò lo sguardo con quello del marito,
provando una sensazione di gelo. Poi posò la sua mano sul polso
dell'andoriano, trovando stranamente una certa resistenza mentre provava
ad abbassare la mano dell'uomo blu che ancora brandiva il phaser.
"Miral - sibilò quasi sottovoce - ti rendi conto di cosa hai fatto?"
L'andoriano non rispose limitandosi solo a guardarla negli occhi.
La sensazione di gelo percorse ancora più intensamente la schiena del
comandante Miller.
"Miral, sai che dovrò fare rapporto?"
"Certo Polhymnya, - rispose Miral freddamente - ma ho agito nel pieno
rispetto delle regole. Quell'ani.... - si corresse subito - quel klingon
ci stava attaccando. Stava attaccando i miei uomini e soprattutto te."
Polly rimase interdetta. In cuor suo voleva credere all'uomo che amava
sebbene gli occhi degli astanti mostravano la sua stessa incredulità e
sbigottimento.
=^= Miller a Thunder =^=
Miral strinse il faser tra le mani mentre le sue antenne si muovevano
senza sosta sopra la sua testa come a percepire ogni variazione
nell'aria per prepararsi al peggio.
=^= Qui Seldon. Rapporto! =^=
=^= Nave Klingon conquistata. Perdite federali nessuna. Perdite Klingon
una. Equipaggio Klingon presente ridotto al minimo indispensabile =^=
=^= Un ottimo lavoro, signor Miller. Le mie congratulazioni al
comandante Miral. =^=
In quel momento Ricardo ebbe una sorta di lampo di genio ed un sorriso
gli illuminò il volto.
=^= Seldon ad away team. Portate tutti i klingon superstiti sulla
Thunder, li ospiteremo nelle celle detentive della nave. Io vi
raggiungerò al più presto. =^=
=^= Capitano - interruppe la voce di Miral - non è ...saggio salire a
bordo di questa nave, almeno per ora =^=
=^= Confido sul fatto che avete messo in sicurezza la nave. Inoltre
abbiamo poco tempo per contrastare la manovra dei Klingon. Miral,
Miller, tornate indietro . Lasciatemi a bordo solo 3 uomini della
sicurezza. Seldon, chiudo =^=
"Signor King - mi faccia raggiungere dal medico con l'attrezzatura
completa in sala teletrasporto - si avvicinò all'uscita - .....Signor
King le affido la plancia fino al ritorno del comandante Miral"
"Capitano - disse la vulcaniana. Non è logico né prudente che lei lasci
la nave. Qualunque strategia abbia in mente può attuarla il primo ufficiale"
"Obiezione annotata, Consigliere " - faceva ancora fatica ad abituarsi
a chiamare T'Val con quella qualifica - ma questo è un lavoro che
nessuno meglio di me può portare a termine."
"Posso venire con lei, capitano?"
"NO! Non vedo l'utilità delle sue mansioni su una nave klingon in questo
frangente".
"Porti almeno uno degli ingegneri con lei...."
"Non ne dovrei aver bisogno, comandante.....e lei dovrebbe saperlo
meglio di chiunque altro"
* Scacco per Seldon - pensò la vulcaniana - .....ma la partita non è
ancora finita*
Contemporaneamente dall'altra parte.....
Polly si voltò verso Miral, incrociò lo sguardo con quello del
Colonnello, provando una sensazione di disgusto. Miral, o meglio il
Miral noto per la sua implacabilità in battaglia, aveva esitato. Da
quando avevano iniziato la manovra d'abbordaggio della nave klingon
percepiva qualcosa di strano in lui. Cosa stava succedendo?
Polly non concesse altro tempo ai suoi pensieri estrasse il phaser e
sparò dritto colpendo la testa del klingon tramortito. Schegge ossee,
sangue viola ed il fumo del raggio con le sue volute azzurrine invasero
lo spazio angusto della plancia della nave Klingon. Un grugnito
d'approvazione risuonò tra gli uomini del 47° che li accompagnavano.
Miral posò la sua mano sul polso della donna trovando stranamente una
certa resistenza .
"Polly - sibilò quasi sottovoce - ti rendi conto di cosa hai fatto?"
La donna non rispose limitandosi solo a guardarlo negli occhi.
Un brivido caldo percorse ancora più intensamente la schiena del
colonnello Miral.
"Miral, è la prima volta che esiti......."
"Certo Polly, - rispose Miral - ma avrei voluto interrogare quel
klingon. Quell'animale (calcò volutamente la parola) era l'unico
superstite e se interrogato poteva darci molte informazioni utili"
Polly rimase interdetta. Miral aveva ragione. Eppure qualcosa non
quadrava ancora......
^!^ Miral a Thunder ^!^
Miral strinse il faser tra le mani mentre le sue antenne si muovevano
senza sosta sopra la sua testa come a percepire ogni variazione
nell'aria per prepararsi al peggio.
^!^ Qui Seldon. Rapporto! ^!^
^!^ Nave Klingon conquistata. Perdite imperiali nessuna. Klingon
sterminati. Procediamo all'acquisizione delle postazioni di governo
della nave.^!^
^!^ Un ottimo lavoro, Colonnello. Le mie congratulazioni.^!^
In quel momento Ricardo ebbe una sorta di lampo di genio ed un sorriso
gli illuminò il volto.
^!^ Seldon ad away team. Vi sto raggiungendo con il Signor T'Val. ^!^
^!^ Capitano - interruppe la voce di Miller - non è ...saggio salire a
bordo di questa nave, almeno per ora ^!^
^!^ Confido sul fatto che avete messo in sicurezza la nave. Inoltre
abbiamo poco tempo per contrastare la manovra dei Klingon. Seldon,
Chiudo ^!^
"Signor King, mi faccia raggiungere da una squadra di sicurezza in sala
teletrasporto - si avvicinò all'uscita - .....Signor King le affido la
plancia fino al mio ritorno"
"Capitano - disse la vulcaniana. Non è logico né prudente che lei lasci
la nave. Qualunque strategia abbia in mente può attuarla il primo ufficiale"
"Obiezione annotata, Comandante " - faceva ancora fatica a considerare
T'Val come un elemento pericoloso per sé e per tutto l'equipaggio,
sebbene percepisse che i suoi uomini diventavano stranamente taciturni
in presenza della vulcaniana - ma questo è un lavoro che nessuno meglio
di me può portare a termine....ed il suo aiuto è fondamentale.... per
l'Impero s'intende."
T'Val annui e lo seguì nel turboascensore : "Cos'ha in mente, capitano?"
"Usando la nave Klingon e la sua strumentazione, potremo provare a fare
tutte le analisi, tempesta ionica permettendo, lontano da occhi
indiscreti o che non possiamo palesemente effettuare a bordo della
Thunder poi potremo cercare di scoprire dettagli sui piani dei klingon."
T'Val sollevò un sopracciglio: "Capitano, la sua logica mi stupisce"
"Grazie comandante!"
Uscirono dal turboascensore per guadagnare l'ingresso alla sala
teletrasporto.
USS Thunder - 13 maggio 2282 ore 0340
T'Val attese pazientemente che il capo teletrasporto uscisse dalla sala
e vi si introdusse furtivamente. * Capitano, se pensi che me ne starò
con le mani in mano, hai fatto un grande errore di valutazione *
La vulcaniana andò alla consolle di comando. Un'espressione soddisfatta
si dipinse sul suo volto. I comandi avevano ancora le impostazioni
parametriche delle coordinate della nave klingon. Toccò il cursore del
trasporto e corse verso la piattaforma * Bene ...... e come dicono i
terrestri "iniziamo le danze" *
Il raggio azzurrino fece ancora il suo lavoro e T'Val lasciò la USS
Thunder.
IRS K'Lagh -
"Dottor Suanda - disse Seldon - voglio che lei prepari una droga per far
parlare i Klingon rimasti qui"
"Prego capitano? - la sorpresa nel volto del dottor Suanda era evidente
- questa è una pratica illegale"
"Lo so, dottore. Ma siamo in guerra ....o qualcosa di simile.- sorrise al
dottore per poi tornare serio - Devo salvare la mia nave e non lascerò
nulla di intentato per vincere questa battaglia. DEVO assolutamente
sapere quale sia il piano d'azione dei Klingon. E' un ordine, chiaro?"
Il timido dottore annuì silenziosamente.
"Bene, mi segua."
Arrivarono in plancia e Seldon vi trovò ancora Miral e la Miller.
Seppur si aspettasse che il colonnello Miral disobbedisse al suo ordine,
non pensava che anche la Miller si comportasse allo stesso modo.
"Consideratevi agli arresti entrambi. Non tollero le disobbedienze."
Miral rimase in silenzio con un sorriso beffardo stampato in volto,
mentre il comandante Miller esordì: "Capitano ho disobbedito al suo
ordine perché era mio preciso dovere sorvegliare il comandante Miral a
seguito di un episodio poco chiaro avvenuto a bordo di questa nave"
Uno scossone alla nave sballottò gli occupanti.
"Cosa diavolo succede?" esclamò Seldon
"La tempesta capitano - rispose Miral - sicuramente sta crescendo
d'intensità"
=^= Seldon a Thunder=^=
=^= Qui Thunder, parla il Tenente King =^=
Sentire la voce di Alejana, anche se non era la "sua" Alejana, lo
rincuorò: =^= Tenente, situazione=^=
=^= L'intensità della tempesta ionica sta aumentando, arriveremo al
livello 4 tra pochi minuti.=^=
=^= Qui Miller, tenente....è possibile un teletrasporto d'emergenza?==^=
=^= No comandante, il Signor Laris segnala che con queste condizioni non
abbiamo la certezza che i compensatori di Heisenberg funzionino =^= .
=^= Signor King - intervenne il capitano - punti il raggio traente sulla
nave klingon e si tenga pronta al mio comando=^=
=^= Capitano, i sistemi di puntamento sono inservibili, le armi ed il
raggio traente non hanno emissioni coerenti =^=
"Insomma.....siamo in trappola.....- sibilò Seldon - "Co...mandante
Miral , Signor Miller restate qui e provate a manovrare la nave, io
andrò in sala macchine."
=^= Tenente King, cerchi di tenere in piedi la mia nave e ci segua per
quanto possibile. Aspetti un mio messaggio Seldon chiudo. =^=
"Capitano - sarebbe stato meglio se lei fosse rimasto a bordo della
Thunder ......... - Seldon si girò di scatto sentendo la voce di T'Val -
ma come dite voi terrestri? Ora siamo in ballo e dobbiamo ballare....."
"La disobbedienza sta diventando un virus ad alta diffusione.....Ne
riparleremo a bordo della Thunder....."
" Non vedo molte probabilità a nostro favore, capitano - ribatté la
vulcaniana - la nave sta per essere attratta dal campo gravitazionale
del pianeta di Sherman. Ora, a meno di un miracolo, come lo chiamate voi
terrestri, ci schianteremo contro il pianeta...."
"No comandate T'val....-rispose con un ghigno acido Seldon.... Proveremo
a fare un atterraggio di fortuna. Miral, vada al timone e lei Miller
vada in consolle tattica, T'Val lei alla postazione scientifica, io vado
in sala macchine. * E finalmente potrò scoprire se questo dispositivo di
occultamento esiste sul serio... e se esiste sarà MIO! *
"Capitano vengo con lei - Esclamò T'Val - un'assistente in sala macchine
le sarà molto utile"
*Dannata strega!* pensò Seldon * se rifiuto il suo aiuto capiranno che
voglio nascondere qualcosa *
"Va bene T'Val...mi segua"
ISS Thunder - 13 maggio 2282 ore 0340
T'Val e Seldon entrarono di gran carriera in sala teletrasporto. I tre
uomini della sicurezza già posizionati sulla piattaforma in attesa del
capitano, non poterono celare lo stupore nel vedere la vulcaniana con
Seldon. Uno degli uomini della sicurezza si avvicinò al mezzo deltano
sussurrandogli: " Capitano, il comandante viene con noi?"
"Sì, tenente...- Seldon comprese lo stupore degli uomini della sicurezza
-.e stia tranquillo: me ne occuperò personalmente"
L'uomo della sicurezza, soddisfatto, annui impercettibilmente fece poi
un cenno convenzionale ai suoi due uomini che capirono che tutto era
sotto controllo.
"Energia!" - la voce di Seldon risuonò all'interno della sala
teletrasporto mentre i cinque corpi venivano avvolti dai raggi azzurri
del teletrasporto, lasciando la ISS Thunder.
IRS K'Lagh -
Seldon allontanò i tre uomini della sicurezza ordinando loro di
esplorare la nave con l'apparente scopo di verificare che il luogo fosse
sicuro. Chiese nel caso di ritrovamento di un qualsiasi klingon che
questo non venisse ucciso, ma portato al suo cospetto.
Appena rimasero soli Seldon si rivolse a T'val : "Consigliere, voglio
che lei provi a parlare con qualcuno dei klingon superstiti, anche con
una fusione mentale se potrà farlo lontano da occhi indiscreti e
soprattutto se la senta dobbiamo sapere quale sia il piano dei klingon
e magari nella confusione potremo riuscire a far ritorno al nostro
mondo. Devo salvare la mia nave e non lascerò nulla di intentato per
vincere questa battaglia."
"Dobbiamo soprattutto ripristinare l'ordine e l'equilibrio di entrambe
gli universi, capitano"
Poco dopo arrivarono in plancia e Seldon vi trovò ancora Miral e la
Miller. Non si stupì più di tanto. Il vero Miral e la sua degna seconda
non avrebbero mai obbedito a quell'ordine. Avrebbero trovato mille modi
per giustificare la loro presenza e di questo Seldon in fondo ne era
lieto, se non altro perché il "trio" si era ricongiunto lontano da una
zona pericolosa.
"Dovrei considerarvi agli arresti entrambi. Non tollero le disobbedienze."
"Le operazioni militari all'esterno della nave sono mio compito, non
tollero ingerenze" rispose Miral
"Lei mi ha confermato che la nave è sicura. Il suo compito è esaurito
Miral, in ogni caso se vuole può restare. Decida lei, basta però che non
intralci con le mie operazioni".
. Miral e Seldon si fronteggiavano ad uso e consumo di una platea che
non aspettava altro che vederli affrontarsi.
Il battibecco inscenato tra i due sembrava aver convinto gli astanti
che, nonostante gli strani comportamenti delle ultime ore, i due erano
tornati quelli di sempre: due galli in un pollaio.
Uno scossone alla nave sballottò gli occupanti.
"Cosa diavolo succede?" esclamò Seldon
"La tempesta capitano - rispose Miral - sicuramente sta crescendo
d'intensità"
=^= Seldon a Thunder=^=
=^= Qui Thunder, parla il Comandante King =^=
La voce di Alejana per un attimo gli procurò un brivido sulla schiena.
=^= Comandante, situazione =^=
=^= L'intensità della tempesta ionica sta aumentando, arriveremo al
livello 4 tra pochi minuti.=^=
=^= Qui Miller, comandante:è possibile un teletrasporto d'emergenza? =^=
=^= No maggiore, il Signor Laris segnala che con queste condizioni non
abbiamo la certezza che i compensatori di Heisenberg funzionino =^= .
=^= Signor King - intervenne il capitano - punti il raggio traente sulla
nave klingon e si tenga pronta al mio comando=^=
=^= Capitano, i sistemi di puntamento sono inservibili, le armi ed il
raggio traente non hanno emissioni coerenti =^=
"Insomma.....siamo in trappola.....- sibilò Seldon - "Colonnello,
Maggiore restate qui e provate a manovrare la nave, io andrò in sala
macchine."
=^= Comandante King, cerchi di tenere in piedi la mia nave! E ci segua
per quanto possibile. Aspetti un mio messaggio. Seldon chiudo. =^=
Seldon guardò ad uno ad uno i presenti, quasi a tentare di carpire i
loro pensieri mentre cercava una soluzione d'emergenza.
" Non vedo molte probabilità a nostro favore, capitano - Esordì la
vulcaniana - la nave sta per essere attratta dal campo gravitazionale
del pianeta di Sherman. Ora, a meno di un miracolo, come lo chiamate voi
terrestri, ci schianteremo contro il pianeta...."
"No comandate T'Val....-rispose il capitano con un ghigno di sfida -....
Proveremo a fare un atterraggio di fortuna. Miral, vada al timone e lei
Miller vada in consolle tattica, T'Val lei venga con me in sala macchine.
In entrambe gli universi.......
La IRS K'Lagh iniziò a muoversi percorrendo delle traiettorie ellittiche
sempre più ristrette. Il campo gravitazionale del pianeta di Sherman
stava per avere la meglio.
Le comunicazioni erano interrotte, le armi inservibili.
Si sentivano in trappola.
Il caldo e la luce rossastra della nave erano insopportabili.
Miral, più d'ogni altro a bordo, soffriva in silenzio. Il suo
addestramento ed il suo orgoglio non gli facevano emettere alcun suono.
Nessun lamento, solo un accenno di sudore all'attaccatura dei capelli
sulla nuca.
Una serie di scossoni, effetto del campo gravitazionale sempre più
intenso e del crescente gradiente della tempesta stavano minando la
tenuta della nave.
"Capitano, mi dia più energia" gridò Miral all'interfono"
"E' il massimo che le posso dare, Miral! Si dia piuttosto da fare e
provi a sfruttare il campo gravitazionale! Ha presente una pietra
lanciata su uno stagno?
Miral imprecò in andoriano quando un altro scossone smosse la nave dalla
sua traiettoria. Il computer di bordo della K'lagh segnalò: ^tempo
stimato d'impatto con il suolo 4 minuti. Integrità strutturale 68% ^.......
IRS K'Lagh, 13 maggio 2282, ore 0412 (universo federale)
Sala ingegneria
Le vibrazioni si affievolirono gradatamente fino a cessare del tutto. Il
lieve rumore della tempesta ionica era tornato a farsi sentire, assai
più gradito del lamento delle strutture sotto tensione che lo aveva
sovrastato fino a poco prima. Miral si deterse il sudore, appoggiandosi
all'indietro sullo scomodo sedile della consolle di controllo di quella
che tra i klingon passava per sala ingegneria. La crisi era stata
superata Palla da Biliardo, con l'aiuto della Miller, era riuscito a
stabilizzare l'orbita.
L'andoriano, finalmente libero di staccare gli occhi dai confusi
diagrammi davanti a lui, guardò la vulcaniana digitare freneticamente su
un altro terminale. "Cosa fa, T'Val?" L'ufficiale politico non rispose,
sollevando un dito per chiedere tempo. Finalmente si alzò, affrettandosi
verso l'uscita e facendo cenno al colonnello di seguirla.
Plancia
"Mi ha sentito benissimo, signor Laris. Qui la situazione è sotto
controllo, e ora la nostra priorità è la salvaguardia del convoglio. Si
porti a ridosso della Oshawa e dissuada i due incrociatori klingon
dall'attaccare!"
=/\= Capitano, ma così la squadra resterà isolata. Se portiamo la
Thunder a ridosso della sua nave potremo trasferirvi a bordo... =/\=
Il volto dell'ufficiale scientifico che campeggiava sullo schermo
rivelava una sincera preoccupazione, forse anche dovuta all'assenza
simultanea del capitano e del primo ufficiale. Seldon si trattenne a
fatica, conscio della presenza del maggiore... del TENENTE COMANDANTE
Miller.
"Non discuta i miei ordini, Bellatrix. Esca dall'orbita e raggiunga il
convoglio, ADESSO."
=/\= Molto bene, capitano. Posso almeno trasferirle a bordo una squadra
della sicurezza? =/\=
Incredibile questa gente, pensò Seldon. Per meno di così la nostra
Bellatrix finirebbe nelle competenti mani del dottor Bouvier a
supplicare una morte veloce...
=/\= ...Capitano Seldon? =/\=
"C'è qualcosa che non le è chiaro negli ordini che le ho dato, signor
Laris?"
=/\= Nulla, capitano. Thunder chiude. =/\=
Il deltano si alzò dalla poltrona di comando, incrociando lo sguardo
perplesso della Miller.
"Senta, Polly... posso chiamarla Polly, vero? Non dovrebbero esserci
problemi, la nave sembra stabile, ma preferisco che ci sia una persona
qui in plancia. Io scendo alla plancia secondaria, per vedere... sì, per
vedere come sono organizzati i comandi."
Seldon si era avvicinato all'ufficiale tattico, contando - più che sulla
persuasione - sulle secrezione delle sue ghiandole deltane. Il sorriso,
anche se incerto, che gli rivolse la donna lo rassicurò. La biochimica
di questo universo, dopotutto, non era diversa da quella di casa.
"Conti su di me, capitano non sarò una pilota provetta come lei o mio
marito, ma questa bagnarola gliela terrò in volo fino al suo ritorno."
"Ecco brava" concluse Seldon, battendole una mano sulla spalla. "Stia
qui e non si muova."
Corridoio centrale
Mentre percorrevano di buon passo il lungo tragitto verso la prua
dell'astronave, T'Val gli spiegò la ragione della sua fretta.
"Il capitano ha stabilizzato la nave, ma era evidente fin da principio
che aveva qualcos'altro in mente. Mentre lei spremeva i motori fino
all'ultimo erg di energia, io sono riuscita a inserirmi sulla linea
della sua postazione, in plancia, e ho scoperto cosa lo ha attirato su
questa nave."
Senza guardarla, intento a familiarizzarsi coi controlli del suo faser
federale (* che giocattolo! *), Miral grugnì un cenno d'assenso,
aspettando altri dettagli.
"Pare che i klingon di questo universo - e non mi chieda come, non è
logico che questi bruti siano dotati di grande acume tecnico-scientifico
- abbiano sviluppato una tecnologia altamente sofisticata, che in
condizioni normali rende le loro navi invisibili ai sensori."
"Dobbiamo averla," commentò Miral, col tono di chi dice una cosa troppo
ovvia per essere discussa. T'Val lanciò un'occhiata di sbieco all'andoriano.
"Certo, colonnello, e sono altrettanto certa che chi porterà
all'imperatore un dono del genere sarà ampiamente ricompensato. Però
vorrei evitare che fosse il solo Capitano Seldon a recare un dono del
genere... e in questo momento Seldon si sta recando sul ponte 7 di prua,
dove il congegno è alloggiato."
"Bene dunque" commentò il massiccio assaltatore, accelerando ancora il
passo. "Andiamo a dargli una mano!"
Locale adiacente la plancia secondaria
La lucida sommità della testa imperlata di sudore, Seldon imprecò ad
alta voce nella sua lingua madre. La consolle tattica della plancia
secondaria aveva docilmente scollegato il congegno di occultamento dalle
reti energetiche di bordo, ma staccare fisicamente il macchinario era
tutto un altro paio di maniche.
"Maledetti scimmioni, guarda che connessioni! Se devono sostituire
questo arnese ci vogliono due giorni in bacino di carenaggio..."
Deciso a procedere metodicamente, il deltano estrasse il faser e lo
regolò alla massima potenza. Con cautela, per non danneggiare la sua
assicurazione sulla vita, puntò il fascio di energia sulla prima delle
grossolane saldature che ancoravano il congegno alle paratie.
Il metallo iniziò a brillare, con un'incandescenza dapprima color
mattone, poi rosso, trascolorando via via nell'arancione, nel giallo
sempre più pallido, nel bianco. Sbuffi di materiale vaporizzato, e
qualche occasionale goccia di metallo fuso, emanavano dal punto sotto tiro.
Lentamente, con la mano ferma di un chirurgo, Seldon spostò il punto
luminoso lungo la saldatura. Al termine dell'operazione si strofinò gli
occhi, cercando di scacciare i fotemi che gli danzavano nella vista.
Ancora mezzo accecato, si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa da
usare come visiera, e fu allora che vide entrare T'Val e Miral.
"Serve aiuto, capitano?" chiese il colonnello dei MACO, già col faser in
mano. Niente nel tono suggeriva sarcasmo, ma il cristallo d'uscita
dell'arma era perfettamente allineato col centro della faccia di Seldon.
Se l'andoriano era uomo d'azione, il deltano non lo era da meno,
abituato a decidere in fretta sulla strategia migliore.
"Sì, colonnello. Ho tagliato una sola saldatura e questo faser è già
mezzo scarico... Si metta al lavoro sull'altro lato. T'Val, lei cerchi
una visiera, un casco per EVA, una maschera da saldatore, una cosa
qualsiasi che ci protegga gli occhi.
"Le ricordo, capitano, che io sono un ufficiale politico dell'Impero,
non un suo galoppino personale."
"T'Val, non è il momento di fare i difficili questo. Siamo tutti
ufficiali dell'Impero, e il nostro dovere è ritornare nel nostro
universo, e se porteremo con noi un oggetto di valore come questo,
l'Imperatore ce ne sarà riconoscente! Dobbiamo fare in fretta, però ho
lasciato la federale..."
"...in plancia, capitano Seldon, o come diavolo si chiama. Mani in alto,
tutti e tre!"
Sulla soglia del locale, la Miller li teneva sotto tiro.
"Signor Miller! Questa è insubordinazione!" bluffò Seldon.
"Polly, ma cosa stai dicendo?" chiese Miral, con tono di dignità offesa.
La donna si voltò verso di lui.
"Sto dicendo che ho visto cos'hai fatto a quel klingon, ho sentito
quello che vi siete detti, e ho capito che chiunque tu sia, non sei mio
marito!"
"Signor Miller," intervenne pacatamente T'Val, "è ovvio che lei è sotto
stress. La tensione della battaglia deve averle logorato i nervi per
parlare così al suo ufficiale comandante, per non parlare del suo sposo.
Credo che la cosa migliore sia che lei si presenti a rapporto in
infermeria e si faccia prescrivere un tranquillante..."
Polly Miller sorrise storto. "E chi è che me lo suggerisce... il
consigliere T'Val, che mi ha sottoposto alla visita psic di controllo
non più tardi di due settimane fa, o un certo 'ufficiale politico
dell'Impero'?"
Fece un gesto col faser, indicando un angolo del locale.
"Gettate lì le armi e niente scherzi."
Furente, Seldon portò il faser nell'angolo indicato. Quando fu la volta
di Miral, l'andoriano si limitò a lanciare il faser. Polly non seguì con
gli occhi la traiettoria dell'arma. Silenziosamente, Miral approvò.
Infine toccò a T'Val. La vulcaniana, tenendo il calcio del faser con due
dita, la mano tesa a distanza dal corpo come da istruzioni di Polly,
passò davanti ai due uomini.Nell'istante in cui gli passava di fronte,
Miral scattò.
I pur rapidi riflessi dell'ufficiale tattico della USS Thunder non erano
in grado di competere coi vent'anni di addestramento quotidiano al corpo
a corpo del MACO e anche se lo fossero stati, sparare su un uomo con la
faccia di colui di cui era innamorata non sarebbe stato automatico.
Miral faceva conto sulla frazione di secondo in più che questo gli
avrebbe concesso, e ne fece buon uso.
Nell'istante in cui il dito le si contrasse sul pulsante di sparo,
Polyhymnia Miller stava già accasciandosi boccheggiando, raggiunta da un
tremendo fendente al plesso solare.
IRS K'Lagh, 13 maggio 2282, ore 04:17 (universo imperiale)
I tre ufficiali federali si scambiarono uno sguardo ancora teso, ma da
cui trapelava il sollievo. L'appuntamento con la morte era stato
ritardato, evitando l'impatto col pianeta.
*Ma finché restiamo in questo universo ostile, le nostre speranze
danzano sulla lama di un rasoio...*.
Prospettiva che a Seldon non piaceva neanche un po'. Fino ad allora
aveva recitato la parte del capitano senza scrupoli e senza pietà, ma
dubitava che quella maschera sarebbe durata ancora a lungo. La recita
di Miral, poi, era stata ancor meno credibile.
*Sicuramente qualcuno ha già dei sospetti,* si disse Ricardo,
passandosi una mano sulla testa lucida di sudore *ed è meglio
svignarsela prima che quei sospetti si trasformino in certezze.*.
T'Val gettò un'occhiata alla sala macchine della nave klingon, ancora
avvolta nel fumo e sfrigolante per lo sforzo sostenuto. Le luci rosse
conferivano all'atmosfera un colore cruento, come se l'intera nave
sanguinasse. Fino ad allora lo scafo aveva retto, ma ancora per quanto
avrebbe sopportato le sferzate della tempesta ionica che imperversava
oltre le paratie?
"Capitano," intervenne il consigliere "temo che ormai non ci sia un
momento da perdere, se vogliamo avere qualche speranza di tornare nel
nostro universo natio...".
Seldon non poteva che darle ragione. Solo che fra il dire e il fare
pareva esserci di mezzo un'intera galassia. I dispositivi klingon,
oltre ad essere provati dalla tempesta, riuscivano quasi
incomprensibili agli occhi dei Federali. Miral gettò un'occhiata a una
consolle densa di numeri, dati dei sensori sull'intensità delle
scariche ioniche, e scosse la testa.
"Ci servirebbe Laris, in questo frangente.".
Ricardo aveva intravisto la Bellatrix dello Specchio e a stento
l'aveva riconosciuta. Di sicuro doveva essere competente ed esperta,
ma incapace di qualsiasi sorriso o espressione benevola.
*Per quanto, se l'avessi qui a interpretarmi i dati dei sensori e a
sistemare le coordinate per il teletrasporto, potrei sopportare con
piacere il suo cipiglio.*.
Ma Laris non c'era e il trio doveva accontentarsi delle poche nozioni
di teoria del trasporto apprese in Accademia. Si attorniarono alla
consolle del trasporto come di fronte a un corpo infetto. Miral provò
a sfiorare alcuni tasti.
"Capitano," disse l'Andoriano "se non ricordo male, deve esserci stata
una situazione simile, in passato. Mi pare che, circa quindici anni
fa, quattro ufficiali della nave Enterprise incapparono nello stesso
scambio di universo...".
"Riuscirono a rientrare?" la voce di Seldon tradiva tensione.
"Sì, capitano, tornarono. È necessario creare un contatto
interdimensionale, e probabilmente la tempesta ci sarà d'aiuto...".
Dall'espressione del comandante Miral si capiva che non aveva una
mezza idea di cosa si dovesse fare nella pratica. Erano ufficiali di
comando, non dediti alla scienza e all'ingegneria. Potevano avere
qualche familiarità con la tecnologia federale, da cui erano
abitualmente circondati, ma i dispositivi klingon erano tutt'altra
storia. Persino T'Val, nella sua inespressività vulcaniana, pareva a
disagio.
*Tutto quello che non mi serve è un seguito scoraggiato e abbattuto.*
pensò Seldon, cercando di racimolare coraggio dalle sue stesse parole.
Si sporse sulla consolle, sperando che le cifre verdognole del
computer si decidessero a parlargli e a rivelargli la soluzione
dell'enigma. L'idea del contatto interdimensionale puzzava quasi di
fantascienza, ma se esisteva una via per tornare a casa, tanto valeva
fare un tentativo.
*Anche se quel tentativo è l'unico che abbiamo a disposizione...*.
"Coraggio, Numero Uno, mi dia una mano,- incitò Miral, con occhi
febbrili -non mi piacerebbe ritrovarmi con i miei atomi a spasso per
dieci universi differenti...".
"Una situazione senz'altro sgradevole... 'capitano'".
I tre federali si voltarono simultaneamente verso la porta della sala
macchine. Fra i fumi e le luci scarlatte delle consolle, l'incarnato
verde della donna spiccava come non mai. Anche il disintegratore che
stringeva fra le mani non passava inosservato. Seldon represse un
brivido gelido lungo la spina dorsale e si concesse un attimo per
riflettere. Per quanto l'Orioniana fosse armata, restavano pur sempre
tre contro uno. Con un po' di fortuna, avrebbero anche potuto
scamparla, magari non indenni, ma pur sempre portando a casa la pelle.
Alejana parve leggergli nella mente.
"Non si azzardi a muovere un muscolo, 'capitano',- intimò -altrimenti
i suoi atomi si spargeranno per tutta la sala macchine. Resteranno
tutti in un solo universo, ma non credo che faccia gran differenza".
Come per magia, un'altra donna apparve alle spalle del comandante
King. Miral avvertì il cuore stringersi quando riconobbe il volto di
Polhymnya Miller. La donna, fasciata nella divisa nera dei MACO, non
sorrideva, ma impugnava un fucile di discrete dimensioni. Dietro di
lei stavano una decina di uomini, fra forze speciali e addetti alla
sicurezza.
Alejana King si concesse un sogghigno. Privare la nave di quasi tutti
gli ufficiali e affidarla nelle mani del tenente Laris non era di
certo una delle sue idee migliori, ma in quella manovra aveva pur
bisogno di fidarsi di qualcuno.
*E qualora al mio ritorno noti qualche disordine, credo che il dottor
Bouvier gradirà la compagnia della nostra scienziata betazoide...*.
Ma adesso doveva occuparsi dei suoi prigionieri. A un suo cenno, un
pugno di MACO accerchiò i tre Federali, ancora chini sulla consolle.
"Perquisiteli e portateli a bordo,- ordinò l'Orioniana -risponderanno
del rapimento dei nostri ufficiali sulla Thunder. Direttamente dalla
camera agonizzatrice.".
USS Thunder, ore 04:20 (universo federale)
Alejana non era a suo agio. Già il fatto che le fosse affidata la
plancia la metteva sotto pressione. Se si aggiungeva il fatto che non
riceveva notizie dal vascello klingon, c'era da andare fuori di testa.
Cercò di dominarsi, domandosi cosa avrebbero fatto Seldon o Miral in
quella situazione. Nessun rapporto, nessuna informazione.
*Non è da loro,- si disse -né metterci così tanto per tornare alla
nave, né lasciarci in questa attesa snervante...*.
Alejana tamburellò con le dita sulla poltrona del capitano. Anche in
plancia c'era silenzio, una plancia che sembrava grande e vuota senza
i tre ufficiali superiori. Tutti i guardiamarina se ne stavano con le
mani in mano, in attesa di un ordine.
*Ma quale ordine?*
L'ufficiale scientifico era il più alto in grado presente in plancia.
Laris non era un genio né un luminare nel suo campo, ma sorrideva
sempre e sapeva essere buona e gentile. Ad Alejana piaceva abbastanza.
In quell'istante, però, nemmeno la mezza Betazoide mostrava il suo
tipico sorriso. Aveva un'espressione piuttosto corrucciata, come se
stesse pensando ad un particolare spiacevole, mentre monitorava i dati
provenienti dalla tempesta ionica in attenuazione. Ruppe la monotonia
dell'attesa alzandosi dalla postazione scientifica e avvicinandosi a
King, con fare confidenziale.
"Tenente, c'è qualcosa che non mi torna" disse in un bisbiglio, quasi
temesse di farsi sentire dagli altri Federali presenti.
*Ottimo, non chiedevo altro!* pensò l'Orioniana, sentendo tendersi i suoi nervi.
"Il capitano, il primo ufficiale, il consigliere...- proseguì Laris
-... hanno qualcosa di strano. Lo sento anche a livello empatico...
Insomma, non è da loro questo silenzio.".
Non ci volevano i poteri empatici dei Betazoidi per capire che c'era
qualcosa di anomalo nella situazione, e Alejana fu tentata di
dirglielo a brutto muso.
"Ha sentito il capitano, dobbiamo attendere il loro ritorno..."
rispose invece, meccanicamente. Ma non fu sufficiente per ridurre
Laris al silenzio.
"Tenente, glielo posso assicurare, i nostri ufficiali superiori non
sono... normali, ecco. Quando sono comparsi in plancia li ho
riconosciuti a stento. A livello mentale, intendo. È come se le loro
onde cerebrali fossero cambiate...".
"Non la seguo, comandante".
"Insomma, le onde cerebrali sono come le impronte digitali:
identificano un individuo in modo univoco. E le posso assicurare che
quelle che il mio cervello ha percepito nel capitano poco fa non sono
le stesse di ieri o di sempre...".
Alejana guardò la Betazoide con uno sguardo carico di incredulità.
"Sta dicendo- domandò -che qualcuno si è infiltrato e ha preso il
posto di Seldon, Miral e T'Val? Senza che nessuno se ne accorgesse,
per di più, e divenendo una coppia perfetta, irriconoscibile
dall'originale?".
Bellatrix spostò il peso da un piede all'altro, a disagio.
"Tenente King, non so come giustificare la mia asserzione... ma sono
convinta di quello che dico. Sarò pur mezza Betazoide, ma i miei
poteri mentali sono abbastanza sviluppati da darmi queste certezze.
D'altronde, nemmeno io mi spiego come...-si interruppe all'improvviso,
portando un dito alle labbra e alzando gli occhi al cielo -... a meno
che non si sia aperto un varco, per quanto pazzesco possa
sembrare...".
Alejana stava per chiedere lumi su quella subitanea illuminazione,
quando la postazione comunicazioni trillò, illuminandosi per un
messaggio in arrivo dal vascello klingon.
IRS K'Lagh, negli stessi istanti (universo federale)
Polhymnya Miller non riusciva a riprendersi. Il colpo era stato troppo
duro, e non solo fisicamente. Vedere Miral, il suo dolce Miral,
colpirla senza pietà l'aveva lacerata.
*Non è il mio Miral- si disse -ma un infiltrato che ha le sue sembianze...*.
Il respiro che arrivava a fatica le rendeva difficile persino pensare.
L'aria entrava nei polmoni accompagnata da rantoli pietosi, mentre le
guance della donna erano umide di lacrime di dolore. Il fucile di
Miller era volato lontano, impossibile da recuperare. Al contrario,
gli intrusi avevano imbracciato di nuovo le loro armi. Ora erano
attaccati al dispositivo di occultamento klingon, berciando fra loro.
Il capitano Seldon (o quello che ne faceva le parti) strillava contro
gli altri due nella sua voce sgradevole.
"T'Val, ha per caso paura di sporcarsi quelle sue manine Vulcaniane?
Veda di rendersi utile!".
"Capitano, le ricordo che, appena tornati nel nostro universo, farò un
dettagliato rapporto all'ammiraglio Vorshak su tutto quello che sta
accadendo qui...".
"Al diavolo i rapporti e al diavolo Vorshak! Miral, qui, bisogna
recidere questo circuito di blocco...".
Parevano essersi dimenticati completamente di Miller. L'avevano
abbandonata lì, a terra e agonizzante, riprendendo il loro lavoro al
dispositivo di occultamento. Fra un singhiozzo e l'altro, Polly gettò
un'occhiata al terzetto. Il suo fucile giaceva appeso alla cintura di
T'Val, quindi inservibile.
*Le armi non possono aiutarmi...* pensò amaramente l'addetto alla
sicurezza. Provò a muovere un braccio. Il dolore e lo sforzo
necessario furono enormi, ma ci riuscì. Gli altri tre ufficiali, presi
nel loro lavoro e nei loro litigi, nemmeno se ne accorsero. Miller si
concesse un attimo per pensare. Il colpo era stato così potente che
non se la sarebbe cavata con un semplice ematoma. Aveva sicuramente
una costola fratturata, forse di più. Ogni istante che passava, il
dolore si faceva sempre più martellante. Tanto valeva tentare il tutto
per tutto.
*Ma Miral...*.
Non sapeva dove potesse trovarsi il suo Miral, l'uomo che l'aveva
sposata da poco, l'Andoriano di cui per anni era stata innamorata.
Poteva essere stato rapito e rimpiazzato da quel bruto pelleblu.
Magari lo avevano intrappolato da qualche parte a bordo della Thunder
o su Deep Space K-7.
*Oppure potrebbe essere morto*.
Polly si ricordò degli insegnamenti ricevuti in Accademia e non ebbe
più esitazioni. Si mosse ad una lentezza insostenibile, soffrendo per
ogni centimetro. Il suo braccio sinistro scivolò fino alla cintura,
con un gesto leggero, quasi impercettibile. Il tatto guidò Miller fino
al rivestimento del comunicatore. Le sue dita si strinsero
sull'oggetto come sull'ultima ancora di salvezza. Polly lo estrasse
con le forze che le rimanevano, portandolo accanto alla bocca,
appoggiandolo sul torace. Il comunicatore si aprì con uno schiocco
attutito, coperto da un'imprecazione di Seldon all'indirizzo di Miral.
Miller premette il pulsante centrale con un dito tremante. Il rumore
della comunicazione che si connetteva alla Thunder suonò alle sue
orecchie come un accordo celestiale. Gli Imperiali, invece, nemmeno se
ne accorsero. Polly cercò di parlare, pronunciando sillabe sconnesse
nel tentativo di sopprimere i singhiozzi, mentre sentiva sulle labbra
il sapore ferroso del sangue.
*Qualcuno mi sentirà, saranno in ascolto...*.
Polly ebbe appena il tempo di voltare lo sguardo che vide i freddi
occhi neri di T'Val su di lei, profondi come pozzi di tenebra e gelidi
quanto la grandine.
USS Thunder, nello stesso istante (universo federale)
Alejana si avviò personalmente alla consolle delle comunicazioni,
disinteressandosi della scienziata. Con dita sicure e impratichite
dall'esperienza, sfiorò i tasti del computer, aprendo il canale in
tutta la plancia. Alle orecchie di tutti giunse un rantolo, coperto da
uno stridente rumore di phaser.
=^=Mi... Miller... a... a... aiuto...=^=
King e Laris scambiarono un'occhiata tesa, proprio quando una voce
conosciuta risuonava in plancia, distorta dall'ira.
=^=Miral! Sarà ben in grado di fondere quella saldatura, oppure ha
bisogno di un'opportuna stimolazione?=^=
=^=Capitano, le faccio presente che noi MACO siamo militari, non
stramaledetti ingegneri!=^=
=^=E allora si industri a diventarlo!=^=
Gli occhi di Laris erano spalancati per il terrore, mentre tutti i
guardiamarina restavano attoniti a fissare il nulla. La voce di T'Val
rombò come un tuono sopra al ronzio dei fasci dei phaser.
=^=Capitano, il tenente Miller...=^=
Seguì un attimo di silenzio, rotto soltanto dal rantolo spasmodico di
Polhymnya. Alejana cedette alla tensione e afferrò con le unghie il
bordo della consolle. Si udì ancora un singhiozzo, poi il tono di
Miral prese il sopravvento.
=^=Cosa crede di fare, quella puttana in divisa rossa?=^=
Gli astanti in plancia sentirono ancora una volta il ben noto rumore
acuto del phaser. I pensieri di Bellatrix erano così intensi che poté
quasi vedere lo scintillio arancione. Un ultimo singhiozzo di Polly,
troncato all'improvviso. Un'interferenza della tempesta ionica
morente. Il silenzio che riempì la plancia l'istante successivo era
pesante come il piombo.
USS Thunder
Laris scivolò a terra, colpita dal dolore di Polly.
Non era preparata al colpo psicologico di quella violenta emozione.
Alejana, poco distante da lei, tentò di sorreggerla, riuscendo quanto meno ad attenuare la caduta. Si trovarono alla fine entrambe sedute a terra, una di fianco all'altra.
Di solito Bellatrix non era così sensibile, nonostante la sua parte betazoide. Non avrebbe saputo dire se ad acuire la cosa fosse stato anche il sentire quanto stava accadendo sulla K'Lagh, o tutta la situazione particolare che l'aveva già resa più aperta e ricettiva.
Gli sguardi dei guardiamarina presenti in plancia erano tutti puntati su di loro.
"È morta?" il sussurro dell'orioniana arrivò solo alle orecchie della betazoide.
"No... no... ma quanto dolore."
IRS K'Lagh , negli stessi istanti (universo federale)
"È morta?" la voce gelida di T'Val interrogava tutti e nessuno, ma la domanda era chiaramente diretta più al MACO che non al Capitano. Il comunicatore della federale era scivolato poco lontano e giaceva immoto e silenzioso sul pavimento.
Miral si mosse, ancora con il phaser in pugno. "Se anche non lo è... lo sarà..."
"Al momento non mi interessa. - Seldon tagliò corto bloccando Miral che stava andando verso la 'moglie' - Lasci perdere Colonnello. Sicuramente ora è fuori gioco, anche se i phaser sono talmente scarichi che non l'hanno uccisa. Muoviamoci e non perdiamo tempo, questa roba deve venire con noi."
"Sarebbe meglio finirla."
"Ma sarebbe anche uno spreco inutile della poca energia che ancora abbiamo... inoltre 'Consigliere' in questo universo quella femmina inutile ha più valore come ostaggio che non come cadavere. Questi ufficiali... - ed il tono del Capitano assunse una sfumatura spregiativa - ...federali tengono alla vita dei loro compagni più che non alla loro."
Miral cedette, ma non appena Seldon concentrò di nuovo lo sguardo sulle apparecchiature klingon si scambiò un lungo sguardo con T'Val.... al termine del quale entrambi annuirono impercettibilmente.
ISS Thunder
Seldon era più preoccupato per T'Val che non per sé stesso.
Per quanto la fibra vulcaniana fosse forte, aveva la certezza assoluta che in quell'universo sapessero come far soffrire anche quella razza così resistente.
Aveva sempre apprezzato il Consigliere, anche a causa del suo voto di castità. La capacità vulcaniana di controllare le proprie emozioni lo aveva sempre affascinato e intimamente gli aveva sempre procurato invidia. Il suo voto di castità non gli era mai pesato fino a quando non era stata imbarcata Alejana come Ufficiale alle Comunicazioni... ed ora in quell'Universo così distante dal suo, era ancora più evidente che avrebbe volentieri accantonato quella promessa fatta per tutelare le altre razze, ma sicuramente non gli quella orioniana.
* Ridicolo... sicuramente stanno per torturarmi ed io penso al sesso *
Erano saliti da poco a bordo della nave, quella nave così uguale alla sua eppure così diversa.
Avevano deciso di iniziare da lui, mossa psicologicamente errata, ma non sarebbe stato lui a farglielo presente.
Era chiuso in una stretta camera, legato. Davanti a lui una parte trasparente che gli permetteva di vedere e di essere visto.
Al di là del vetro Jean Bouvier, che per uno scherzo del destino era medico anche in questa realtà imperiale... ma non aveva niente a che vedere con l'uomo che lui conosceva e con il quale passava apprezzabili pomeriggi a degustare vini francesi.
Lo sguardo di 'questo' medico era crudele e carico di aspettativa... era certo che avrebbe goduto di ogni singolo istante di sofferenza che gli avrebbe inflitto.
Accanto al medico comparve una nota silhouette verde.
Nonostante il momento, nonostante quello che oramai stava aspettandosi non poté fare a meno di sentire la solita fitta di desiderio.
Dall'altra parte del vetro Alejana stranamente stava prendendo tempo.
Non era da lei e Bouvier si sentì quasi autorizzato a cercare di farsi avanti... in fondo in quel momento il Capitano non c'era e non era nemmeno certo che sarebbe tornato, quindi perché non approfittare per migliorare la propria posizione nella gerarchia della nave e quindi dell'Impero?
Amante ufficiale del Comandante Facente Funzioni... non era il massimo, ma era un netto miglioramento, anche se avrebbe preferito giocare con la betazoide.
La mano del medico scivolò lentamente sulla consolle verso il Primo Ufficiale.
Alejana sorrise intimamente quando si accorse del movimento del medico.
Quello al di là dello specchio era il suo amante e nello stesso tempo non lo era. C'erano stati molti momenti nei quali lo aveva ferito... ma sicuramente non tramite la camera agonizzatrice.
Un paio di graffi, forse più di un paio, frutto di ore di passione non erano di sicuro la stessa cosa.
L'attimo di perplessità prima di dare il comando a Bouvier non era in ogni caso da lei. Non avrebbe mai immaginato che si sarebbe trovata in una situazione così strana, così come non avrebbe mai sospettato di provare anche un solo attimo di dubbio di fronte ad un nemico.
Non sapeva se Ricardo sarebbe mai tornato, il suo Ricardo... ma sicuramente non era il momento per farsi avanti da parte di quella mezza tacca in uniforme blu.
Allungò una mano e la poggiò sopra a quella di Bouvier, attese un attimo fino a che un sorriso compiaciuto non gli comparve sul volto... e proprio in quel momento iniziò a stringere fino a storcergli le dita all'indietro, verso il dorso della mano.
Seldon osservava la scena dall'altra parte della parete trasparente e provò un moto di ribrezzo nei confronti di quella crudeltà ai suoi occhi gratuita.
Dal viso di Bouvier sparì il sorriso sostituito da una smorfia e sicuramente dalla bocca uscì un urlo di dolore che lui non sentì.
Alejana lasciò andare la mano dell'uomo.
"Bisogna saper cogliere il momento 'Jean'... - la sua voce grondava ironica dolcezza - ...ma non è questo il momento! Per ora non ho ancora deciso se prendere il comando o cercare di recuperare il Capitano Seldon! Non credo che con quella mano sia in grado di operare sui comandi della Camera Agonizzatrice... Forse è il caso che il suo secondo la sostituisca per questa volta."
Bouvier non voleva mostrarsi più debole di quanto stava già dimostrando di essere subendo in quel modo l'ira della King. Raccolse quindi tutto il fiato che aveva.
^!^ Van Ladden ci raggiunga alla camera agonizzatrice. ^!^
Alejana sorrise compiaciuta ed apertamente questa volta.
Van Ladden aveva qualcosa di più affine a lei di quanto non avesse Bouvier, fin dal percorso di studi apparentemente pianificato per raggiungere i più alti livelli di efficienza nel portare avanti un interrogatorio senza uccidere il prigioniero.
Alla vista di quel sorriso Seldon rabbrividì.
USS Thunder - Ufficio del Capitano
Le due donne si stavano fronteggiando al centro dell'ufficio, in piedi una dinnanzi l'altra.
Il piano era definito, tutto era pronto... ma ancora stavano 'discutendo' su chi dovesse essere il cardine della loro mossa.
Alejana aveva una certezza, doveva essere lei.
Sapeva di non essere la più alta in grado, e quello era il problema di fondo. Con un Capitano che non era il Capitano, con un Primo Ufficiale che non era il Primo Ufficiale... quella situazione era potenzialmente esplosiva.
L'ufficiale più alto in grado, era il Tenente Comandante Bellatrix Laris, e se c'era una cosa che lei era in grado di capire era le capacità altrui. Lei era più abituata alla plancia della betazoide, ma l'esperienza le capacità non erano lontanamente paragonabili.
"Devo andare io."
"Non ha senso... dovrei andare io, posso avere della chance maggiori."
"Non si arrabbi Comandante Laris, ma sono davvero convinta di dover andare io. Lo sa che non amo... usare certi metodi... ma potrebbe essere un'arma in più a mio vantaggio."
"Non credo possa servire con loro...."
"Non lo sappiamo..."
"... ed inoltre, - proseguì Bellatrix come se non fosse nemmeno stata interrotta - come piano è un po' troppo incerto. Siamo in piena tempesta ionica, teletrasportarla laggiù è un rischio enorme Signor King."
Alejana aveva già fin troppa paura senza bisogno che il Comandante le mettesse altra ansia addosso. Lei non era un Ufficiale pronto a missioni di quel genere, almeno pensava di non esserlo. Ciò nonostante qualcuno doveva agire, e se le avevano dato un diploma sicuramente non era solo per il suo bel colorito. Doveva farlo lei.
"Ho deciso Comandante. Non riuscirà a farmi cambiare idea."
Bellatrix sospirò profondamente.
Osservava il phaser tra le sue mani, era regolato su stordimento perché loro, al contrario di quegli imperiali, non uccidevano se non strettamente necessario.
"Noi non miriamo ad ucciderli." lo disse ad alta voce, anche se stava parlando più a sé stessa che non alla King.
Il phaser continuava ad essere rigirato e passato da una mano all'altra.
Sospirò ancora.
Si allontanò da Alejana, avvicinandosi al piccolo oblò che dava sullo spazio infinito all'esterno della nave.
* Conta di più il bene della Federazione, il bene del Capitano, il bene del nostro Universo così come lo conosciamo o che altro? *
Voltando le spalle all'Ufficiale alle sue spalle, impugnò il phaser strettamente. Uno sguardo risoluto si fece strada nei suoi occhi. Si girò rapidamente e mise la scrivania tra loro, rapidamente decise che era ora di attuare il piano che avevano ideato assieme.
Schiacciò il comando di chiamata sulla scrivania ed ordinò ferma.
=^= Teletrasporto per uno sulla IRS K'Lagh =^=
IRS K'Lagh , pochi istanti dopo (universo federale)
Bellatrix comparve dietro ai tre imperiali. La sorpresa era dalla sua parte.
Il phaser impugnato strettamente, il braccio teso... sapeva che non era regolato per uccidere. Ciò nonostante non aveva mai sparato alle spalle di nessuno.
Un attimo di esitazione. Breve.
Poi gli spari.. due rapidi in sequenza, uno alle spalle dell'andoriano... era lui che aveva fatto del male a Polly e quindi nella sua mente era diventato il più pericoloso del terzetto, poi alle spalle del capitano....
Stava per far partire il terzo colpo, ma la vulcaniana si era voltata verso di lei, e la stava puntando il phaser addosso. Sicuramente non regolato per stordire come il suo.
E fu in quel momento che successe qualcosa, qualcosa che aveva previsto potesse succedere, ma qualcosa che tutto era tranne che certo.
Il suo corpo iniziò a smaterializzarsi... lo percepiva. Era una sensazione strana che stava partendo da qualche parte dentro di lei... sparò senza sapere cosa sarebbe successo.
Vide o forse le sembrò di vedere lo sparo del phaser di T'Val, ma non sentì il colpo né vide il suo andare a segno.
USS Thunder - Ufficio del Capitano
"Dannazione!"
Alejana uscì di corsa dall'ufficio, letteralmente catapultandosi in plancia.
"Aprite un canale con il comunicatore del Comandante Bellatrix. Ditemi dov'è..."
"Impossibile Signore, i sensori sono troppo disturbati per poterla rilevare con certezza."
Il giovanissimo Guardiamarina che aveva preso il suo posto alla postazione comunicazioni aprì il canale audio, e nonostante i disturbi di fondo riuscirono a sentire qualcosa.
Si udirono distintamente due colpi di phaser, un breve intervallo...
...ed altri due colpi.
Poi il silenzio.
IRS K'Lagh , nello stesso momento
T'Val raramente si lasciava andare alla collera o allo stupore, di conseguenza era difficile prenderla alla sprovvista, cosa che era riuscita invece a quella inutile donnetta.
Non si aspettava una simile presa di posizione da parte di un ufficiale di quell'universo.
* Ho commesso un errore, non devo sottovalutarli. Ha ragione Seldon, per quello in cui credono sono intrepidi al punto di rischiare la loro stessa vita *
La Laris federale le era sparita davanti agli occhi, e lei non era assolutamente in grado di farci niente in quel momento. Tanto valeva... si avvicinò al Colonnello Miral, scuotendolo violentemente. Il fisico andoriano, ne era certa, avrebbe reagito più in fretta di quello del Capitano, un misero mezzo umano, alla scarica del phaser.
La debolezza dell'attacco della Bellatrix stava tutta in quel colpo di phaser, partito per stordire invece che per uccidere.
Miral aprì gli occhi incrociando lo sguardo dell'Ufficiale Politico chino su di lui.
"Bentornato Colonnello. È in pieno possesso delle sue facoltà?" il tono di T'Val era volutamente allusivo, lasciava intendere molte cose, troppe... alcune piacevoli in un senso, altre... e lo sguardo di Miral corse a Seldon ancora svenuto.
"Dipende Comandante T'Val... dipende..."
"Penso sia abbastanza chiaro Colonnello, che dobbiamo fare fronte comune o il qui presente Seldon avrà in mano la carta per fare di lui il nuovo Imperatore."
"Non possiamo ucciderlo ora."
"Questo è senz'altro vero... ci serve... ha più conoscenze tecnologiche di noi due... ma possiamo 'usarlo' a nostro favore. Concorda vero?" e mentre formulava la domanda prese a carezzargli lentamente un'antenna, troppo pericolosamente vicina ad afferrarla per i gusti del pelle blu.
Se la risposta non fosse stata di suo gradimento sicuramente Miral ne avrebbe ricevuto un danno fisico notevole, non avrebbe potuto reagire con la consueta rapidità dato che si stava ancora riprendendo dallo stordimento del colpo di phaser.
Quella vulcaniana era pericolosa, e questo gli piaceva molto.
Gli piacevano le persone pericolose.
Il sogghigno di Miral fu la migliore risposta che T'Val potesse ricevere.
Quell'andoriano era molto pericoloso, quasi quanto lei, ma non si sarebbe fatta prendere alla sprovvista da lui.
Un errore al giorno era più che sufficiente.
ISS Thunder
Alejana stava aspettando l'arrivo di Van Ladden quando risuonò l'allarme.
Si avvicinò alla parete per attivare il comunicatore.
^!^ Qui Comandante King, riferite ^!^
^!^ Abbiamo rilevato una forte fluttuazione energetica sulla K'Lagh Signore ^!^
^!^ Arrivo immediatamente in plancia ^!^
Si voltò verso Seldon. Per ora era salvo.
Uscendo incrociò il medico che stava venendo a sostituire Bouvier.
"Non proceda per ora. Li faccia accompagnare in cella dalla sicurezza e prenda in mano l'infermeria fino a nuovo ordine."
L'umano era troppo furbo per non capire che gli si stava spalancando dinnanzi non una porta, ma un intero universo di possibilità che doveva assolutamente sfruttare.
IRS K'Lagh , universo imperiale
Mentre il suo corpo si materializzava in quella che era chiaramente, vista l'assenza del terzetto imperiale, un'altra K'Lagh, il Comandante Laris non poté fare a meno di formulare un unico pensiero.
* Alejana... tocca a te! *
17 gennaio 2282 - Ufficio del ministro della salute pubblica e della
ricerca medica
Il ministro Van Ladden aveva appena terminato una tediosa
videoconferenza, il cui unico scopo era di ridurre all'impotenza
burocratica alcuni supponenti sottosegretari, carica che alla fine
della riunione avevano ovviamente perso.
Si lasciò andare sulla comoda sedia e si poté finalmente dedicare alla
corrispondenza privata.
Iniziò a far scorrere la lista delle comunicazioni, fino a soffermarsi
con un sorriso su di una registrazione riservata che aveva
espressamente richiesto.
Aprì la registrazione e la passò a monitor.
Apparve l' immagine di una sala interrogatori improvvisata, attrezzata
su Belthereen IV durante una missione di polizia per sedare gli ultimi
focolai di rivolta. L'arredo era costituito da un lettino di
costrizione, un paio di sedie. una scrivania per l'ufficiale
verbalizzante e un tavolino per gli strumenti.
La camera agonizzatrice non c'era chiaramente era una sistemazione di
fortuna, durante le missioni di quel tipo ci si doveva arrangiare con
quel che c'era.
Due soldati entrarono seguiti da un ufficiale con un d-pad fra le mani.
I due militari trascinavano un recalcitrante civile, che nonostante
una strenua resistenza fu assicurato al lettino senza troppi
complimenti.
L'ufficiale si sedette alla scrivania.
"NON SAPRETE NULLA PORCI IMPERIALI! AMMAZZATEMI PURE!!"
Il civile urlava e si dibatteva. Sembrava un osso duro.
Nessuno degli astanti fece una piega.
Dopo un minuto circa entrò un ufficiale medico con una valigetta.
Era enorme.
Alto più di due metri, con spalle enormi e braccia nodose di muscoli
ma non un filo di grasso. I capelli, biondi e corti, erano talmente
chiari da sembrare bianchi.
E gli occhi, di un azzurro talmente limpido da essere inquietanti in
mezzo a quel viso regolare, tagliavano in due come fosse un orizzonte
ogni viso che incrociava.
Il monumentale ufficiale medico fece un lento giro attorno al lettino
fissando il prigioniero, poi spostò il tavolino per poggiarvi sopra la
valigetta, la aprì e iniziò a parlare.
Aveva una voce bassa, oscura e tranquilla.
Il ministro Van Ladden ricordava quando Luther a tredici anni iniziava
ad avere le prime tracce di quel timbro....Innervosiva tutti i suoi
insegnanti.
"Voglio essere generoso, le dò la penultima possibilità di dirci i
nomi di tutti i suoi complici e dove trovarli."
Per tutta risposta il prigioniero gli sputò addosso.
Il figlio del ministro si asciugò lo sputo dalla casacca con gesti
lenti, senza scomporsi minimamente.
"Lo prenderò per un segno di diniego."
Luther iniziò a trarre dalla valigetta una serie di strumenti
chirurgici d'epoca, guardandoli un attimo prima di poggiarli sul
tavolino davanti a sé.
"Ora le descriverò cosa sto per fare."
Lo guardò negli occhi con un breve sorriso.
"Le inietterà un potente inibitore della muscolatura a controllo
volontario. Lei non potrà nè muoversi nè parlare, la sua respirazione
sarà ridotta al minimo funzionale per una attività celebrale normale,
non potrà neppure chiudere gli occhi, ma conserverà una piena
sensibilità in tutto il corpo.
Lei sentirà tutto.
Intanto io effettuerò una appendicectomia con questi
strumenti....L'appendice è un organo con una relativa utilità
funzionale, e non si preoccupi per il rischio di setticemia, ho
sterilizzato perfettamente gli strumenti...."
Il ministro rise a quella sinistra precisazione, aveva sempre
apprezzato l'umorismo del figlio.
Il dottor Van Ladden proseguì.
"Dimenticavo....Non avrà neppure la possibilità di svenire. Il pregio
di questo composto è che forza una attività celebrale stabile."
Luther usò una antica siringa ipodermica in vetro e acciaio di cui era
particolarmente orgoglioso per iniettare il composto di cui aveva
vantato poco prima le peculiarità.
E poi lavorò.
Aveva mani insolitamente agili pur essendo molto grandi.
E comunque il paziente non opponeva alcuna resistenza, nessun tipo di
reazione. restituiva solo uno sguardo fisso.
Una volta finito Luther si sciacquò le mani e lo trasse fuori dalla
narcosi vigile tramite l'iniezione di uno stimolante.
L'urlo del prigioniero iniziò piano fino a diventare lancinante, come
qualcuno che venisse fuori correndo in preda al panico da un tunnel
buio e profondo.
E Luther era li, chino e minaccioso. con un aria meno distaccata e la
voce che risuonava come un grave ruggito.
"Hai ora l'ultima possibilità di parlare, altrimenti ti farò a pezzi,
e tu vivrai tutto in prima persona, TUTTO..."
Il prigioniero parlò.
Il ministro sorrise sorseggiando un caffè nero.
*Bravo figliolo, sono orgoglioso di te.*
ISS Thunder corridoi zona infermeria 13/5/2282
Aveva aspettato con pazienza e alla fine era stato premiato.
Gli era stata finalmente data un'occasione e ora andava a predersela.
Il tenente comandante Van Ladden aveva percorso i corridoi della
Thnder a passo lento ma deciso.
Tutti istintivamente gli cedevano il passo. Non per la mole minacciosa
quanto per lo sguardo. Gli occhi erano rivolto verso un obbiettivo
preciso, e determinati a tagliare in due qualsiasi ostacolo.
Entrò nell'infermeria e si guardò attorno lentamente.
Bouvier era intento a curare la frattura scomposta della sua mano, e a
sbraitare ordini e insulti ad una infermiera che lo assisteva.
Lo vide.
"Van Ladden! Cosa fà li impalato! Venga a darmi una mano!"
Luther si avvicinò.
L'infermiera per un attimo incrociò il suo sguardo e capì.
Fece un paio di passi indietro, ne aveva viste abbastanza per capire
quel che stava per accadere.
Luther si fermò torreggiante di fronte al dottor Bouvier. Poi parlò
sorridendo gelido.
"Prendo il comando della sezione medica per ordine diretto del
comandante King, attualmente facente funzioni di capitano."
Bouvier arrossì di rabbia.
"Non osi Van Ladden! Questa è la MIA infermeria!!"
"Non più, dottor Bouvier. Peraltro lei, con un evidente atto di
insubordinazione, ha reagito con violenza all'ordine di
avvicendamento, e durante la colluttazione che ne è seguita è caduto a
terra sbattendo la testa ed è deceduto. La capo infermiera Sanderson
confermerà questa ricostruzione, Vero signorina?
La Sanderson colse l'opportunità e sorrise.
"Certamente dottor Van Ladden."
Bouvier ci mise un attimo per capire, poi, fulmineo, afferrò con la
mano sana un birturi laser e lo conficcò appena sotto la scapola di
Luther.
Questi non mutò minimamente espressione. Guardò il bisturi piantato
appena sopra il suo petto come una mosca fastidiosa che si fosse
posata su di lui.
Bouvier, sciocco....dovresti leggerle le cartelle mediche dei tuoi
sottoposti..."
Poi, senza la minima esitazione, si scagliò su di lui premendogli una
mano enorme sul viso e sbattendogli la testa violentemente contro una
paratia.
Una volta.
*Statisticamente una sola botta di questa forza può non bastare al decesso.*
Due volte.
*Ora sicuramente basta.*
Tre volte.
*Bouvier non mi è mai piaciuto.*
Poi lo lasciò scivolare a terra esanime.
Si tolse distrattamente il bisturi e si levò la blusa sporca di sangue.
"Infermera mi aiuti a suturare questa lacerazione, non servirà
anestesia, poi dovremo pulire un po' e fare l'autopsia necessaria al
rapporto."
La Sanderson si avvicinò con un leggero timore, ma anche un brivido
strano, a Van Ladden. Mentre lo aiutava a medicarsi osservò delle
vecchie cicatrici sulla schiena....sembravano vecchie frustate.
Intanto Van Ladden le parlava con tono gentile e professionale del più
e del meno.
*Bouvier non mi mancherà.*
USS Thunder (universo federale)
Plancia
Toccava a lei, adesso. Doveva fare qualcosa. Qualunque cosa. Il tenente
Alejana King si maledisse per aver permesso al comandante Laris di andare
sulla IRS K'Lagh da sola. Avrebbero dovuto sapere che quei tre - chiunque
fossero in realt? - erano troppo pericolosi per poter permettere ad una sola
persona di affrontarli... Sapeva perch? il comandante Laris l'aveva fatto,
naturalmente. La nave, la missione, la protezione del convoglio: tutte cose
che avevano la loro priorit?. Ma era un fatto che la comandante era
volontariamente andata in una situazione pericolosa da sola e senza
scorta... Ed ora era da considerare persa. Persa, come il capitano, come il
comandante Miral ed il consigliere T'Val.
"Gli altri..." - inizi? - "Ci sono altri segni di vita sulla nave klingon?
Oppure sono svaniti tutti?"
Il tattico annu?:
"La tempesta ionica danneggia i sensori, ma avverto i segni vitali di tre,
forse quattro persone... Non definiti, ma sono abbastanza sicuro che uno di
essi sia vulcaniano."
"Possiamo agganciare almeno loro con il teletrasporto?" - domand? Alejana
vivacemente, poi scosse la testa - "No, non importa... Lo so: la tempesta lo
impedisce."
Si accorse che gli ufficiali di plancia la stavano guardando.
"Dobbiamo avvicinarci alla IRS K'Lagh" - decise.
"Signore, ma il capitano...?"
"Quello non ? il capitano!" - lo blocc? - "Il nostro capitano, almeno!"
Lanci? un'occhiata allo schermo centrale. I sensori esterni erano stati
quasi accecati dalla tempesta, ma vaghe immagini continuavano ad apparire e
scomparire dallo schermo come ombre pi? chiare nello sfondo nero dello
schermo. L'ombra pi? vicina era la Oshawa...
Si irrigid?, puntando il dito:
"Ma quelle...?"
Gli ufficiali di plancia si voltarono di scatto, seguendo il suo sguardo.
Due macchie chiare erano comparse ad un lato dello schermo. No, mormor?
Alejana fra s?, non adesso!
IRS Thunder - Universo imperiale.
La porta si spalanc? sulla plancia. Gli uomini erano tutti ai loro posti.
Tutti, tranne quelli importanti per lei, pens? Alejana King con rabbia.
Detestava l'idea di aver dovuto interrompere la tortura di quel falso
Seldon... Fulmin? con lo sguardo Bellatrix Laris che si era alzata con
troppa lentezza dalla poltrona centrale:
"Rapporto!" - ringhi?.
"La tempesta ci sta danneggiando..."
"Non ? una novit?!" - l'interruppe Alejana - "Perch? mi avete disturbato?
Che cos'era quella fluttuazione?"
"E' appunto questo il problema" - ribatt? Laris - "La tempesta ionica oltre
ad impedire le comunicazioni con i nostri uomini sulla K'Lagh, sta
seriamente danneggiando i nostri sensori. Siamo stati a malapena in grado di
rilevare la fluttuazione energetica, e di essere sicuri che non si trattasse
di una oscillazione degli strumenti. Non sappiamo di che cosa si tratti. Non
ancora..." - sottoline?.
"Non ancora?" - disse Alejana, a voce bassa, quasi con dolcezza.
Gli occhi neri della betazoide dardeggiarono nella sua direzione, prima di
voltarsi verso la consolle scientifica. Alejana si permise un sorriso,
andando a sedersi nella postazione centrale. Non aveva bisogno di caricare
la sua voce di minaccia con lei...
Il suo sguardo si pos? sullo schermo centrale, mentre aspettava una
risposta. Identific? senza fatica la nave civetta, la Oshawa, nella macchia
chiara pi? vicina alla Thunder...
Ma cosa...?
Alejana balz? di nuovo in piedi. Il suono dell'allarme venne a coprire la
sua voce, mentre gridava, puntando verso lo schermo centrale.
"Quelle sono le altre due navi Klingon, dannazione!"
IRS K'Lagh , universo imperiale
Il comandante Laris abbass? lentamente il braccio con il faser, guardandosi
intorno. Era sola. La IRS K'Lagh appariva differente da quella che aveva
appena lasciato, e questo in qualche modo la disorientava. Le luci rosse
dell'allarme davano alla sala vuota un'atmosfera straniante.
Si trovava nell'universo in cui erano anche il suo capitano Seldon? Per
quanto ne sapeva, poteva essere addirittura in un terzo universo,
completamente sconosciuto ed ostile... Scosse la testa: non poteva
permettersi di pensare alle sue possibilit? di uscire viva da quella storia.
Doveva innanzi tutto capire...
Riflett? un istante, poi si avvicin? ad una consolle. I pulsanti erano
contrassegnati in lingua Klingon, che Laris conosceva in maniera
approssimativa. L'ufficiale alle comunicazioni, Alejana King, le sarebbe
stata di aiuto in quel momento, pens?. Doveva cavarsela da sola...
Premette un pulsante accanto ad un monitor. Sullo schermo apparve quello che
sembrava un corridoio. Il pavimento era cosparso di lunghe striature color
prugna. Sangue. Laris si sent? stringere il cuore, e premette di nuovo il
pulsante. Stavolta apparve quella che sembrava la plancia della nave. Erano
rimasti a presidiarla un uomo ed una donna in uniforme nera.
MACO, evidentemente. Armati di fucile, che i due avevano appoggiato a terra.
Dalla posa tranquilla, Laris comprese che non si aspettavano un attacco, ma
non dubitava che sarebbero stati in posizione di tiro non appena avesse
tentato di mettere piede in plancia.
Premette di nuovo i pulsanti del monitor, inquadrando ripetutamente altre
zone della nave. In quello che sembrava un magazzino, un umano - da solo,
stavolta - stava trascinando dei cadaveri klingon sul pavimento,
apparentemente ammonticchiandoli in un lato. Il fucile dell'uomo giaceva per
terra ad un lato del magazzino, non lontano dal mucchio di cadaveri.
*L'incaricato alle pulizie... * - pens? Laris con un certo disprezzo.
In tutto, tre soli viventi sulla nave, ma nessuno di questi era un volto
conosciuto. Che cosa poteva esserne stato del capitano Seldon, del
comandante Miral, del consigliere T'Val? Sempre che fossero stati scagliati
in quell'universo, lo stesso in cui si trovava lei.
C'era un solo sistema per sapere. Un sistema che la disgustava, ma era
l'unico cui riuscisse a pensare in quel momento. Estrasse di nuovo il faser,
controllandone la carica, quindi si diresse rapidamente verso la porta della
sala.
IRS K'Lagh , universo federale
Il capitano Seldon si mosse, con un respiro profondo che gli altri due
scambiarono per un lamento. T'Val lasci? andare l'antenna dell'andoriano,
che ne approfitt? per rialzarsi ed avvicinarsi al capitano. Lanci? uno
sguardo alla vulcaniana, quindi con un rapido gesto della mano affond? un
colpo al plesso solare del capitano Seldon. L'uomo si agit? leggermente,
quindi ricadde.
"Non credo che stare cinque minuti in pi? o in meno privo di sensi sar? un
problema troppo grave per lui" - sogghign? Miral - "In compenso, credo che
possiamo approfittarne"
T'Val fece un cenno d'assenso. Si rialz? a sua volta, quindi si accost? al
congegno di occultamento:
"L'abbiamo staccato quasi completamente dal supporto" - not?.
"Esatto... Ma non ? a questo che sto pensando" - disse Miral, raccogliendo
da terra il faser. La donna si tese, guardando l'andoriano regolare l'arma e
puntarla nella sua direzione. Il comandante sogghign?, quindi punt? l'arma
sulla base del congegno. T'Val si scost? di scatto, mentre mille goccioline
di metallo fuso schizzavano dalla base.
"Ma cosa...?"
Miral tolse il dito dal pulsante, contemplando l'opera. Allung? una mano,
proteggendosi con una manica e forzando uno dei giunti alla base, ne stacc?
un grosso frammento metallico:
"Cosa ho fatto?" - disse - "Semplice, ho reso incompleto questo congegno"
"Incompleto? E' inservibile, senza quel pezzo"
"Esattamente" - conferm? Miral, quindi sorrise. Le sue antenne si piegarono
verso la donna, in un inchino beffardo:
"A te, T'Val" - disse, porgendole il frammento. La donna allung? una mano, e
Miral ne approfitt? per afferrarla ed accostarla a s?, come in un abbraccio:
"Si, vulcaniana... Abbiamo un accordo. Ricordalo sempre" - le sibil?
all'orecchio Miral - "Ricordati che io sto rispettando la mia parte del
patto. E ricordati che far? di tutto per farlo rispettare anche a te!"
La vulcaniana non cerc? di divincolarsi dal braccio di lui. Si accost?
ancora pi? vicino, morbidamente, quasi aspirando l'odore dell'uomo per un
lungo istante prima di tornare a fissarlo dritto negli occhi:
"Far? la mia parte" - soffi? la donna. Miral ne osserv? le labbra, cos?
vicine da poterle quasi toccare. Lei inarc? la schiena, quindi con la mano
libera risal? lungo il corpo di lui fino alla nuca. Un rumore simile ad un
singulto li fece voltare. Miral si accorse che Polly Miller si era
svegliata. Non era un pericolo, decise. La donna non poteva muoversi, e
nemmeno trascinarsi sul pavimento. Poteva quasi sentire il dolore della
donna, mentre incrociava il suo sguardo con quello di lei. Sorrise, quindi
si chin? sull'altra, per sentire sulla lingua che sapore potevano avere le
labbra di una vulcaniana.
IRS K'Lagh , universo imperiale
La porta del magazzino avrebbe fatto rumore aprendosi, pens? Laris,
stringendo il faser nervosamente. Si avvicin? alla porta schiacciandosi
contro la paratia, anche per evitare le lunghe striature che sembravano
diventare pi? scure a mano a mano che il sangue si seccava sul pavimento..
Socchiuse gli occhi per un istante, concentrandosi sul flusso di emozioni
che veniva dall'altra parte della paratia. Percep? distintamente stanchezza,
frustrazione...
Il vero pericolo erano i due MACO rimasti in plancia. Non avevano motivo di
controllare i monitor del circuito interno, ma se lo avessero fatto, sarebbe
iniziata la caccia... E lei non aveva nessuna voglia di trasformarsi nella
loro preda. Doveva agire.
Ag?.
La porta del magazzino si apr? di colpo, entr?. L'uomo si volt?, la vide.
Laris sent? la sua confusione, lo stupore. Abbozz? una reazione, i muscoli
si tesero per lanciarsi contro di lei. Laris spar?, colpendolo al petto.
L'uomo sussult?, si afflosci? cadendo a faccia in gi? su una pozza scura di
sangue.
Maledizione, pens? Laris rinfoderando il faser. Avrebbe dovuto indossare una
tuta sporca di sangue.
USS Thunder - Plancia
Alejana era preoccupata. In cuor suo doveva essere lei ad andare pensava che lei, una qualunque ufficiale alle comunicazioni potesse essere più sacrificabile di un ufficiale scientifico esperto e capace come Bellatrix.
Riecheggiavano nella sua mente le del capitano: "in qualunque missione per un comandante è sempre possibile dover prendere decisioni difficili, drastiche e che possono portare al sacrificio di qualcuno che ci è vicino. E' il peso del comando. La vera differenza consite nel modo in cui affronti il rimorso per aver preso una vita".
Forse non era pronta ad affrontare quel tipo di rimorso.....
"Signor Aokawa, agganci il segnale vitale del comandante Laris"
"Ma tenente, abbiamo letture confuse....rischieremo di non prenderla o peggio ancora di perderla."
"La sua obiezione è annotata, signor Aokawa. Esegua l'ordine".
IRS K'Lagh Universo federale
Polly ebbe un ultimo sussulto. Un velo nero stava calando dinnanzi ai suoi occhi le orecchie le ronzavano
Con la forza della disperazione, trascinandosi sul freddo pavimento della nave riuscì a raggiungere con la mano il fucile phaser.
* Maledetta! Che hai fatto al mio Miral?*
Ormai vedeva solo ombre, figure grigie indistinte.
Era conscia che la sua ora era arrivata. Rabbia, dolore ed impotenza s'impossessarono di lei.
Ghermì il fucile e con l'ultimo soffio di vita che le era rimasto, provò a mirare.
Ormai vedeva solo ombre, figure grigie indistinte
*Poco importa.... morirò....ma voglio la mia vendetta....*
Alzò di poco il fucile e schiacciò il grilletto.
Il raggio phaser, impietoso, partì .
L'ultima cosa che il tenente comandante Polyhmnya Miller potè udire fu un lamento soffocato ed un tonfo sul pavimento. Poi spirò.
Il colonnello Miral si ritrovò a terra.sotto lo sguardo sorpreso di T'Val.
Seldon stava ancora controllando i muscoli del plesso solare, doveva ancora fingere di essere tramortito... *ottime alcune tecniche vulcaniane* pensava mentre controllava la situazione
Era finalmente venuto il momento.
Brandì un tubo di metallo e con le movenze di un felino balzò contro la vulcaniana, prendendola alla sprovvista e tramortendola.
. Un ghigno satanico si dipinse sul volto del capitano "Dannati cani rabbiosi! volevate farmi fuori" Ricardo li frugò accuratamente togliendo loro le armi ed i comunicatori.
Recuperò anche il componente che T'Val custodiva in una tasca della cintura. * sembra un chip di inversione di fase....interessante. Chissà chi ha mai istruito quelle bestie klingon ad una tecnologia così avanzata *
Seldon si allontanò di qualche metro, prese una delle catene usate come tiranti che reggevano un collettore e vi imprigionò i suoi due antagonisti. Si assicurò che le catene potesero contenere la furia dei due ufficiali, poi rimase un attimo pensierosodecidendo il da farsi"
*potrei ucciderli qui questi due cani.....oppure no. li lascerò in questo universo. Saranno preda dei klingon che ne faranno ciò che vorranno. Lascerò ai cani klingon di questo universo un regalo con un biglietto accompagnatorio: vi lascio i due cani che hanno vigliaccamente fatto strage dei vostri gloriosi guerrieri. e lo firmerò....un amico sincero....AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH"
USS Thunder contemporaneamente
"Credo di averla aggancaita signore ma il segnale non è sufficientemente stabile"
"Aumenti la potenza dei sensori "
"Sono già al massimo, tenente"
"Mi faccia vedere - disse Alejana avvicinandosi alla consolle e scansando il giapponese. Iniziò ad armeggiare sui comandi davanti ad un inorridito Aokawa che si avvide dell'eliminazione del filtro biologico.
"Ma tenente...."
"Ci sono problemi, signor Aokawa?"
"Lei sta mettendo in pericolo la nave. Dovrò fare rapporto al capitano."
"Glielo auguro Aokawa - disse Alejana stizzita - perchè vorrà dire che saremo riusciti a salvarlo. L'unico modo per potenziare il nostro teletrasporto è togliere i vincoli di sicurezza, così da variare la risoluzione del buffer. "
Il silenzio pervase la plancia.
"Signor Aokawa, riprenda la scansione e cerchi i segni vitali betazoidi"
* Per fortuna che abbiamo una sola betazoide a bordo.....chissà se sarà così anche dall'altra parte* pensò Alejana lasciandosi cadere sulla poltrona del capitano. Ora iniziava a capire quanto quella poltrona potesse essere scomoda.
ISS Thunder - contemporaneamente
Laris stava analizzando la registrazone della fluttuazione energetica.
Sentiva qualcosa martellarle nella testa ed il ronzio confuso che sentiva da quando si era manifestata la tempesta ionica si stava trasformando in una lancinante emicrania.
E poi quel ronzio a volte si trasformava un una sorta di grido d'aiuto.....No, non aveva senso nonostante tutti i suoi testardi tentativi di sviluppare le doti empatiche della sua razza, perchè proprio ora avvertiva quella strana sensazione?
Cercò di scacciare l'idea: lei era una scienziata e non poteva piegare la realtà ai suoi desideri.....oppure sì?
Si allontanò dalla consolle scientifica per guadagnare la porta .
"Signor Laris, dove sta andando?" chiese il primo ufficiale
"A verificare alcuni flussi di radiazioni probabilmente potremo far funzionare meglio il teletrasporto. La tempesta non è omogenea e se riuscissimo a mappare alcuni alcuni buchi potremmo usare sensori ed armi".
"Bene, proceda"
Appena uscì corse verso un interfono.^!^ Laris a Van Ladden ^!^
^!^ Qui van Ladden ^!^
^!^ Mi raggiunga in sala detentiva con l'equipaggiamento medico ^!^
IRS K'Lagh - universo federale
Seldon ebbe un gesto di stizza. Gettò a terra l'ultimo phaser ormai scaricatosi per tagliare le connessioni del meccanismo d'occultamento.
Quel mostro metallico con il suo groviglio di cavi e collettori sembrava fronteggiarlo in modo beffardo.
Imprecò contro la malasorte. Si deterse il sudore dalla fronte con la manica sinistra.
*Almeno le maniche di queste ridicole divise servono a qualcosa*
Si guardò intorno pensieroso * Così non va....non posso portare con me questo affare. Pesa troppo e ci metterei troppo tempo a staccarlo*
Si sedette per terra a fianco di Polly. La osservò
*com'è curioso il destino....essere uccisa da qualcuno che si crede di amare. Mi chiedo come siano riusciti a sopravvivere questi idioti in quest'universo"
I suoi occhi non poterono non ammirare le forme perfette della donna ed i suoi fianchi. Nonostante tutto era una donna desiderabile. Si concesse un breve sorriso, poi la sua attenzione fu catturata da un gingillo appeso alla cintura della donna. Lo staccò dal gancio cecando di pulirlo dal sangue che lo aveva reso viscido.
Il suo volto s'illuminò.
Un tricorder!
Era un po' diverso da quelli imperiali ma poteva funzionare.....e se, come diceva suo padre, non possiamo andare dai mercanti orioniani, saranno i mercanti orioniani a venire da noi.....
Cancellò la memoria del tricorder ed iniziò a registrare minuziosamente il dispositivo d'occultamento.
ISS Thunder
"Allora, intesi? Lei mi aiuterà a distrarre ed eliminare i due uomini della sicurezza ed io mi lavorerò il finto Seldon". Bisbigliò Bellatrix.
"Ma la mia ricompensa è un po' scarna....due corpi per esperimenti li trovo come e quando voglio" rispose Luther.
"E dova la mette la riconoscenza del capitano?"
"Quale capitano? - bofonchiò Luther - Non sappiamo se sia ancora vivo. Per ora comanda la King e ...
Laris lo interruppe: "Hai detto bene: per ora! - ammiccando verso il gigantesco umano - vuoi essere mio alleato o nemico di un capitano?".
Luther la guardò con uno sguardo penetrante. "Quale capitano? Non faccio il lavoro sporco come un galoppino qualunque, Laris. Per queste bassezze puoi chiamare i tuoi lacchè. Arrangiati come puoi."
"Ok...ascolta. Ho bisogno di qualcuno dotato di una grande forza e di assoluta resistenza al dolore, qualcuno che possa tenre a bada quella furia di Seldon....".
"Ripeto: io che ci guadagno?"
"La tua nomina è temporanea, mio caro - disse Laris accarezzando i suoi addominali scolpiti - ma se il capitano tornasse e tenendo conto dell'influenza della King e del mio appoggio..... anche nel nostro tempo libero...."
Laris si fece più audace con la mano sinistra, mentre la destra era pericolosamente vicina al phaser.
"Va bene, Laris. regoleremo i nostri conti più tardi." - Disse in modo atono Luther tradendo però in modo visibile la propria eccitazione.
IRS K'lagh .Universo dello Specchio
Bellatrix Laris provò un moto di repulsione.
Per la prima volta nella sua vita aveva ucciso, non due cavie ma due esseri intelligenti.
Cercò di scacciare quel pensiero terribile.
*Devo cercare di camuffarmi*
Si chinò ed imbrattò la sua uniforme di sangue.
Guadagnò l'uscita con circospezione.
Avvertì dei passi. il cuore le batteva così forte da sentire le tempie pulsare.
Strinse il phaser e trattenne il respiro.
"Allora Falk, hai saputo niente dai nostri sulla Thunder?"
"Sembra che la King si stia lavorando il finto capitano"
"In quale alloggio, nel suo o in quello del pelato?"
"Ahahahahahah, stavolta sembra che la King si voglia divertire con il pelatone. Credo che godrà nel farlo a pezzi, ma prima lo farà parlare"
"Parlare?"
"Beh...spera di recuperare il suo amato capitano....e se non recupererà il nostro Colonnello, stai certo che le taglieremo la gola"
"Ma prima ci divertiremo un po' con lei " -ammiccò l'uomo in divisa nera
"E con la copia della vulcaniana....Tu l'hai mai fatto con una vulcaniana?"
"Io? No...."
"Beh non sai cosa ti sei perso....sono macchine da sesso..."
"Più delle orioniane?"
"beh...no.... - rispose il Maco mentre si allontanavano dal nascondiglio di Laris - però devi sapere che....."
Laris espirò.
Sapeva dove erano i suoi amici.
Cercò di raggiungere un teletrasporto.
ISS Thunder
I due entrarono nella stanza di detenzione. I due sottufficiali di guardia sogghignarono nel vedere il nuovo medico la cui fama di uomo insensibile aveva ormai fatto il giro della nave.
Non si chiesero il perchè della presenza del comandante Laris, nè ebbero il tempo per farlo: Luther si era preso cura di loro con la stessa modalità che aveva riservato al suo predente capo sezione.
Rapido ed efficace.
Seldon inorridì alla crudeltà ed alla barbaria di quell'algido gigante.
Miral e T'Lani osservarono la scena da due celle equidistanti solo la vulcaniana rimase impassibile.
Laris azionò un congegno che aprì le celle. Impugnò il phaser.
"Comandante ...Laris - disse Seldon"
"Mi stia a sentire, impostore. Credo di aver capito tutto sui nostri rispettivi universi - vacillò un attimo preda del dolore alla testa.
Seldon ne approfittò subito bloccando il polso di Laris, disarmandola e stringendola a sè.
"Anch'io ho capito tutto".
Van Ladden cercò di reagire ma Seldon sparò un colpo di phaser colpendo di striscio il medico e bruciacchiando la sua divisa.
"Attento dottore anche se lei assomiglia tanto al mio Van Ladden, io sono un buon tiratore"
Luther si fermò sbuffando.
"Ascoltami capitano - disse Bellatrix - Potremmo collaborare....Voglio solo uno scambio. Vi riporterò nel vostro universo ma in cambio voglio ......."
Una smorfia di dolore attraverò il volto di Laris mentre le volute azzurrine del teletrasporto materializzarono una donna con una tuta nera.
"Cosa diavolo succede?" - Esclamò Miral.
"Laris ??? - aggiunse uno sbigottito Seldon - cosa diavolo ci fa qui ? "
"Interessante" mormorò T'Val che aveva preso le armi dei due sottufficiali ed assieme a Miral tenevano d'occhio i due ufficiali imperiali.
"CAPITANO! - sorrise Bellatrix percependo l'impronta mentale di Seldon. Che piacere rivederla! T'Val, Miral - si concesse un sospiro - siete vivi!"
Bellatrix dello specchio sibilò:" Che tu sia dannata, donna! SMETTILA DI ENTRARE NELLA MIA MENTE!"
Luther rimase in un angolo in silenzio. Stava pensando a come cercare di trovare il momento adatto per salvare almeno sé stesso. Maledisse il momento in cui accettò l'offerta della scienziata. I presenti erano troppi per avere ragione di loro con la sola forza e l'elemento sorpresa non era sicuramente una carta da poter giocare.
* Come diceva sempre il babbo? Sì....aspettiamo....un po' come bere un caffè alla turca....lasciamo decantare l'acqua intrisa di polvere di caffé... Verrà il mio momento*
"Ascolti capitano....abbiamo poco tempo. Dobbiamo fare in modo di rientrare nel nostro universo sfruttando la tempesta ionica. Ho calcolato che tra 15 minuti circa avremo un ulteriore picco che permetterà di aprire un varco tra i due universi. Usando il teletrasporto dovremo riuscire a rientrare."
"Avete una sola possibilità, e senza di me - disse Laris dello specchio - non potrete mai farcela"
"Ed anche senza di me" - aggiunse il medico
"E lei cosa c'entra, dottore? - disse Miral ponendo l'enfasi su quella parola, forse troppo inadeguata per un macellaio come quel Van Ladden.
"Senza di me non potrete mai uscire da questa stanza e comunque da questa nave, vivi"
"Ha ragione- intervenne T'Val.- Per agire con sufficiente tranquillità dobbiamo usare un teletrasporto senza che in plancia se ne accorgano ed il modo migliore è bypassare i controlli usando una procedura di emergenza medica"
"E solo un medico di bordo può autorizzarla - aggiunse Luther con un sorriso sardonico - ma dovremo accordarci sul mio tornaconto.....
"Beh - disse Laris federale - potrai far ricadere su di noi la colpa degli omicidi dei due uomini se ci prendessero credo che ci torturerebbero e sicuramente diremmo chi è stato ad ucciderli, come e per quale motivo....."
"Non ti crederanno mai" disse Van Ladden
"Tu sei trasparente, io leggo vedo molte cose in te, Luther....vuoi che dica cosa ti spaventa, piccolo trovatello?"
Luther si raggelò per la prima volta in tutta la sua vita.
Il suo sguardo di ghiaccio penetrò quello della scienziata federale.
"Andiamo - disse con il suo gelido tono baritonale - la sala teletrasporto è sul ponte immediatamente sopra.
IKS K'Lagh - Sala Occultamento - Universo Federale
Come un /glikar'ma/ che percepisce le vibrazioni di una preda in arrivo, Miral iniziò a incamerare sensazioni, dapprima vaghe e sotto la soglia della coscienza, poi via via più precise.
Deliberatamente, si impose di continuare a restare immobile e respirare lentamente, analizzando per quanto possibile l'ambiente circostante.
* Sono legato * pensò. * Anzi, incatenato. Incatenato a un altro corpo esanime - dall'odore è un vulcaniano, più piccolo di me. T'Val, ovviamente. Potrebbe essere in trance curativa. Nella stanza non c'è nessun altro, tranne... un corpo disteso. Potrebbe essere la federale. *
L'andoriano si azzardò a muovere quasi impercettibilmente le antenne, poi, ulteriormente rassicurato, aprì gli occhi, ignorando i postumi della faserata ricevuta.
Lo sguardo fisso al soffitto e il filo di sangue all'angolo della bocca lo rassicurarono: da quella donna non sarebbe più stato necessario guardarsi.
Niente armi. Niente comunicatori. Niente Seldon.
Dov'era quel piccolo gigolò calvo? Il dispositivo era ancora nella sua nicchia.
* Il bastardo avrà trovato i piani nel computer * rifletté Miral. * Va bene. Un passo alla volta: intanto occorre liberarsi. *
Esaminò le catene che trattenevano lui e l'ufficiale politico, ed emise un'esclamazione soddisfatta. Le catene erano robuste e l'intreccio ingegnoso, ma nella fretta Seldon aveva usato un cavo di materiale composito per legare insieme gli anelli terminali dei vari spezzoni di catena.
T'Val riemerse a sua volta dalle tenebre dell'incoscienza sentendosi frugare nell'uniforme.
"Colonnello?"
"Non si agiti, non la voglio spogliare. Mi serve una batteria, una batteria qualsiasi. Ce l'ha?"
"Quella del comunicatore..."
"Li ha presi il deltano. Altro?"
L'ufficiale politico tacque per qualche attimo, sforzandosi di snebbiare la testa.
"No, niente."
"Ok, allora dobbiamo arrivare a quella consolle. La maniera più veloce è rotolare assieme. Ce la fa?"
T'Val alzò un sopracciglio. Si aspettava, una volta finita questa balorda storia nell'altro universo, di finire a rotolare tra le braccia del MACO, per sancire nel modo tradizionale una temporanea alleanza ma non esattamente a questo modo.
"Ce la faccio, colonnello."
"Allora via, al mio tre!"
IKS K'Lagh - Sala teletrasporto
Seldon vibrò un pugno sulla consolle. Anche se avesse saputo leggere il klingon, il problema non era capire come usare "bene" il teletrasporto ma cosa fare di "sbagliato" per tornare alla sua realtà.
Con la residua calma in via di rapida evaporazione, il deltano tentò di richiamare alla memoria le informazioni che l'Alto Comando aveva fornito sul precedente caso di trasposizione, ma si era trattato dell'Enterprise, e dato il ruolo successivo assunto dagli ufficiali di quella nave... ben poco era trapelato.
Nemmeno in un milione di anni sarebbe riuscito da solo ad azzeccare le impostazioni giuste per rientrare! Dov'era quell'inutile stronzetta della Laris quando sarebbe finalmente servita a qualcosa?
In quel momento, una spia iniziò a lampeggiare sulla consolle. Teletrasporto in arrivo! Seldon rapidamente attivò l'interruttore principale e iniziò a far scorrere i cursori. In risposta, sulle piattaforme di ricezione iniziò a formarsi il familiare effetto luminoso. Quando fu ben certo che il campo fosse sotto il controllo della consolle, Seldon di colpo azzerò gli indici, alterò le impostazioni a casaccio e diede nuovamente energia. Di chiunque si fosse trattato, ora le sue molecole erano disperse tutto attorno alla nave, e i suoi compagni ci avrebbero pensato due volte prima di mandare un altro gruppo.
* Da solo contro un intero universo, eh, Ricardo? Ottimo! Che venga! Anzi... * pensò il deltano, verificando il fucile faser * ...vado io da lui! *
ISS Thunder - Infermeria
Quando il gruppetto arrivò, l'allarme risuonava ancora, e già si sentiva il penetrante sibilo delle scariche faser. Una, due volte il pavimento tremò, denunciando le lievissime fluttuazioni degli smorzatori inerziali quando gli scudi dovevano dissipare un improvviso sovraccarico.
Il nervosismo era palpabile, ma le due Laris sembravano avere altre preoccupazioni. "Dottore..." mormorò la scienziata imperiale, prima di afflosciarsi tra le braccia della sua omologa federale. Costei alzò gli occhi su Van Ladden, e il dolore vi si leggeva evidente. "La mia testa... la NOSTRA testa..." fece in tempo a dire, e poi tacque, incurvandosi come sotto le sferza di un vento di tempesta.
Il massiccio Van Ladden sollevò la collega senza sforzo apparente, adagiandola su un lettino diagnostico e facendo correre le dita sui comandi con ovvia familiarità.
T'Val fece sedere la betazoide federale.
"Capitano," disse la consigliera, "credo che la compresenza delle due Laris stia avendo effetti deleteri sul sistema nervoso di entrambe."
Seldon annuì, poi sospirò. "Purtroppo senza il loro aiuto temo che non potremo nemmeno rientrare. È necessaria la loro esperienza e competenza. Cosa possiamo fare?"
L'andoriano guardò prima Bellatrix, poi la vulcaniana. "Se lei provasse una fusione mentale, T'Val? So che è già stata usata per, diciamo così, rimettere ordine in una mente sconvolta..."
"Se quello che penso è vero, comandante, e i malesseri delle due Laris sono dovuti al contatto telepatico tra le loro menti, potrei - dico potrei - provare a fungere da mediatrice per così dire, da protocollo di comunicazione."
"Vale la pena di tentare. Laris... Bellatrix... se la sente?"
La donna non rispose a parole, limitandosi ad annuire debolmente.
"Fate" tuonò il medico, drizzandosi. "Provare non costa nulla, e io non potrei fare nient'altro che mettere il comandante Laris in coma artificiale, il che probabilmente le costerebbe la pelle non appena qualcuno dei suoi nemici lo venisse a sapere." Van Ladden incrociò le braccia.
Miral sorresse la collega per i pochi passi che la separavano dal lettino dove giaceva la sua gemella.
T'Val si avvicinò a sua volta. Si concentrò per qualche attimo, poi sollevò entrambe le mani, portandole alle tempie delle due donne così simili e così diverse.
USS Thunder - Plancia comando
"Rapporto!" chiese Alejana, cercando di dissimulare la sensazione di catastrofe imminente che la pervadeva.
Anche il solitamente compassato Tawt aveva la fronte imperlata di sudore. "Due centri pieni su ostile 1, che non manovra più ma ha ancora scudi e armamenti funzionali almeno al 32%. Un centro pieno e diversi colpi mancati di poco su ostile 2, per il quale i sensori danno gli scudi al 60% o più."
"E noi?"
"Noi abbiamo incassato un colpo sul ponte 11 e uno sulla gondola di destra. I campi di contenimento reggono manovriamo coi motori a impulso. Scudi al 45%. La Oshawa ha preso un colpo diretto alla sala ingegneria e va alla deriva il supporto vitale fluttua e la nave perde atmosfera. I sistemi d'arma sono ancora alimentati ma non sparano temo che non possiamo più aspettarci aiuto da quella parte. Il resto della task force mantiene la rotta."
"Signor Aokawa, riusciamo a frapporci tra la Oshawa e le navi ostili?"
"Sissignore."
L'orioniana guardò il giovane guardiamarina, pallido in viso, che sedeva alla postazione scientifica.
"Come va la tempesta? Tra quanto potremo provare a chiedere soccorso?"
Il ragazzo esitò, e prima di rispondere si leccò le labbra. "Stiamo per raggiungere un nuovo picco, signore, poi la tempesta dovrebbe esaurirsi. Direi... dai 20 ai 25 minuti."
* Decisamente abbastanza perché finiscano di farci a pezzi * pensò Alejana, ma ovviamente non lo disse a voce alta. Poi si chiese se avrebbe mai rivisto i colleghi dispersi.
IKS K'Lagh - Sala Occultamento - Universo Federale
Miral e T'Val spensero a manate le ultime scintille cadute sulle loro uniformi, ultimo residuo della combustione del cavo. "Purtroppo questa non era che la prigionia più banale," commentò il MACO. "Siamo ancora prigionieri di questa nave klingon e di questo universo."
"Di conseguenza, colonnello, il prossimo passo logico è di abbandonare questo scafo."
Miral guardò l'ufficiale politico e annuì. "Sì, certo. Venga, T'Val."
La vulcaniana lo seguì.
Come se percorresse un corridoio dei quartieri riservati al 47mo, Miral si spostava senza esitazione lungo la nave, fino a quando non si trovò di fronte a una porta chiusa.
"Questa è la sala teletrasporto principale" disse, rivolto più a sé stesso che alla sua compagna.
"Non mi dica, colonnello, che lei conosce a memoria le planimetrie di un incrociatore da battaglia klingon classe D8!" Le sopracciglia di T'Val s'inarcarono.
"I klingon del nostro universo non sono molto innovativi, e a quanto pare nemmeno questi. Questo locale si trova esattamente dove si trova la stessa sala nelle navi di classe D7."
Miral premette la placca a pressione che apriva la porta, e con un gesto della mano invitò l'ufficiale politico a entrare.
T'Val si chiese dove fosse finito il capitano Seldon.
USS Thunder, Sala teletrasporto 1
Quando aveva pensato di abbordare la Thunder, Seldon aveva contato sull'effetto sorpresa e sull'assenza dell'ufficiale tattico capo, e il colpo di mano quasi gli riuscì. Fu solo la sfortuna, in effetti, a mettergli i bastoni tra le ruote, sotto forma di un sottufficiale tecnico con un passato da incursore dei Marines Federali.
"Qui Donovan, sala TT1. Emergenza medica. Tre dei nostri e un intruso feriti. Chiedo soccorso e una squadra della sicurezza."
=/\= Qui Van Ladden. Sto arrivando. =/\=
=/\= Qui King, Donovan. Chi è l'intruso? =/\=
"Sembra il capitano, tenente, ma si è messo a sparare appena materializzato. Ho dovuto neutralizzarlo".
Il Capo Donovan era quasi sicuro che l'intruso avesse sparato per uccidere, e aveva fatto più di un pensierino a finirlo ma il fatto che avesse il volto del capitano gli aveva trattenuto la mano. Poteva essere davvero Seldon?
=/\= Lo faremo piantonare in infermeria. Al momento abbiamo altro cui pensare. Si faccia raggiungere dal personale di riserva, Donovan. Plancia chiude. =/\=
Un robusto scossone fece traballare il sottufficiale veterano, che scosse la testa. Andare in battaglia comandati da un tenentino! Era un miracolo che fossero ancora interi.
ISS Thunder - Infermeria
La vulcaniana abbassò le mani e barcollò visibilmente. Il primo ufficiale andoriano l'afferrò per un attimo per le spalle, il tempo di stabilizzarla, poi la lasciò andare. T'Val sembrava troppo esausta per notare l'insolito contatto fisico.
Van Ladden non aveva mai cessato di monitorare le condizioni della Laris imperiale, lanciando occhiate freddamente minacciose all'indirizzo della consigliera.
Seldon, che a sua volta non aveva mai abbassato la canna del faser, domandò: "Consigliere, allora? È riuscita a far comunicare le due menti in modo meno distruttivo?"
"Ci sono riuscita, capitano. Sarebbe stata un'esperienza affascinante... se non fosse stata tanto sgradevole. Ovviamente, non ho mutato la natura fondamentale delle loro menti... ma per un breve periodo dovrebbero riuscire a non danneggiarsi a vicenda."
Il medico confermò. "I livelli di sofferenza psichica sono scesi entro i limiti di norma, ma il quadro psicochimico non è stabile diversi livelli sono alterati, e si bilanciano in equilibrio precario. Non credo possano reggere più di una mezz'ora al massimo.
"Capitano..."
"Laris! Come sta, come si sente?"
La scienziata scosse la testa come per snebbiarsela, lanciò un'occhiata in tralice alla sua omologa ancora incosciente, poi diede un gran sospiro.
"Meglio. E quanto al nostro problema... ho un'idea."
ISS Thunder - Plancia comando
"Rapporto!" chiese Alejana, senza cercare di dissimulare la tensione che la pervadeva.
Anche il solitamente compassato Tawt aveva la fronte imperlata di sudore. "Quattro centri pieni su ostile 1, che non manovra più, ha perso gli scudi e ha gli armamenti ridotti a non più del 12%. Un centro pieno e diversi colpi mancati di poco su ostile 2, per il quale i sensori danno gli scudi al 60% o più."
"E noi?"
"Noi abbiamo incassato un colpo sul ponte 11 e uno sulla gondola di destra. I campi di contenimento reggono manovriamo coi motori a impulso. Scudi al 45%. La Oshawa ha preso un colpo diretto alla sala ingegneria e va alla deriva la nave perde atmosfera. I sistemi d'arma sono ancora alimentati ma non sparano. Il resto della task force mantiene la posizione."
"Signor Aokawa, riusciamo a portarci in modo da chiudere le navi ostili tra noi e la Oshawa?"
"Sissignore."
L'orioniana guardò il giovane guardiamarina, rosso in volto, che sedeva alla postazione scientifica.
"Come va la tempesta? Tra quanto potranno chiedere soccorso?"
Il ragazzo esitò, e prima di rispondere si leccò le labbra. "Stiamo per raggiungere un nuovo picco, signore, poi la tempesta dovrebbe esaurirsi. Direi... dai 20 ai 25 minuti."
"Decisamente abbastanza per farli a pezzi" disse Alejana a voce alta. Poi si chiese se avrebbe più rivisto il deltano.
IKS K'Lagh - Sala Teletrasporto - Universo Federale
"È sicuro, Miral? Se la situazione fosse invertita non esiteremmo un momento a sbattere questa gente in camera agonizzatrice."
"Vero. Ma ammetterà che il loro comportamento è molto diverso dal nostro: sono deboli, non tanto fisicamente quanto mentalmente. Esitano, sono pieni di dubbi, laddove noi agiamo. È perfino sorprendente che riescano a sopravvivere. Si sacrificano gli uni per gli altri."
T'Val annuì. "Un'idea del tutto illogica, glielo concedo."
"Quindi se facciamo appello a questa loro mancanza di logica, non vedo motivo perché ci rifiutino l'aiuto necessario a tornare nel nostro universo."
"...Nonostante la morte del loro ufficiale tattico?"
"In battaglia si muore anche qui, T'Val. Vorrà dire che mi mostrerò debitamente contrito, va bene?"
Miral sorrise ferino.
"E poi... è l'ufficiale in comando che risponde delle azioni dei sottoposti, non è forse così?"
* Pericolosissimo * pensò, non per la prima volta, T'Val. * Quest'uomo è pericolosissimo. *
Volsero lo sguardo ai controlli sulla consolle.
Il colonnello dei MACO puntò il dito conto alcuni scarabocchi klingon.
"Non dovremo nemmeno fare la fatica di comporre le coordinate 'qualcuno' le ha già impostate per noi".
"Seldon ha avuto la nostra stessa idea?"
"Non penso. Sarà bene che ci presentiamo a mani bene alzate."
La vulcaniana salì i due gradini che portavano alla pedana di trasferimento.
"Lei non viene?" chiese la donna, con intenzione.
Miral sorrise soltanto, azionò un comando, e corse a sua volta alla pedana.
"Certo che vengo. L'unica via d'uscita..."
USS Thunder, Sala teletrasporto 1
"...è questa!"
Donovan non si stupiva più di niente dopo un capitano in preda a una furia omicida, un primo ufficiale e una consigliera che si presentavano con le mani in alto gli sembrarono quasi normali. Ad ogni buon conto, il suo faser era spianato prima ancora che la materializzazione fosse completa.
"Non spari, capo. Ci porti dall'ufficiale più alto in grado: abbiamo una proposta da fargli."
"Dovrà aspettare, comandante. Abbiamo una battaglia in corso, in caso non se ne sia reso conto."
T'Val sembrò perplessa. "Il capitano, il primo ufficiale e l'ufficiale tattico sono fuori gioco. Chi sta comandando la nave?"
"Questa, se permette, è una faccenda che riguarda solo noi" rispose secco il sottufficiale.
Miral osservava le paratie e le lastre del pavimento. Annuì fra sé: i segni dei colpi di faser erano ovvi. Seldon era passato di lì prima di loro.
"Coraggio, muoviamoci vi scortiamo in guardina." Donovan accompagnò le parole con un eloquente oscillazione della canna del faser.
"Una sola domanda, capo: il capitano... in che condizioni è?"
"Troppo buone, per quel che mi riguarda. Ha ucciso tre bravi colleghi, e in cambio si è preso soltanto una faserata che tra una settimana non ricorderà nemmeno più. Sempre ammesso che non tenti di scappare dall'infermeria... nel qual caso potrei 'accidentalmente' sbagliare il settaggio del faser".
L'andoriano si volse verso la sua compagna.
"Lo vede, T'Val? Volendo, qualcosa in comune lo si trova..."
"Avanti, scendete da quella pedana!"
USS Thunder - Infermeria
"E di lui cosa facciamo, Bouvier?" chiese il colossale Van Ladden.
"Lo tenga sedato. Qui stanno per affluire i feriti della battaglia, e non voglio ritrovarmi un Seldon impazzito alle spalle mentre opero. Capo infermiera!"
Al richiamo del medico, un'efficiente infermiera parve comparire dal nulla al suo fianco.
"Dica dottore."
"Sanderson, la voglio con me in camera operatoria 1. Il dottor Van Ladden avrà la 2, assistito da Rodham. Faccia in modo di garantire l'avvicendamento del personale..."
Le istruzioni del dottor Bouvier vennero interrotte da uno scossone più violento degli altri, seguito da un frastuono metallico proveniente dall'attigua sala operatoria.
"Il carrello, maledizione!"
Bouvier e la Sanderson si affrettarono a porre rimedio al guaio.
Van Ladden decise che la cosa migliore da fare era attendere i feriti al suo posto, e con un cenno chiamò il suo assistente. Prima di entrare nella seconda sala operatoria, guardò ancora una volta l'uomo dal volto di Seldon. Se solo ci fosse stato lui al comando! La sua capacità di minimizzare le perdite e risolvere le crisi peggiori senza sparare un colpo era quasi leggendaria, nella flotta.
Scrollò il capo, e si diresse al suo dovere.
IKS Knorroth, in rotta verso il Pianeta di Sherman
La battaglia era stata dura, ma l'incrociatore, danneggiato ma ancora efficiente, si stava portando in posizione per finire la preda. Una oculata amministrazione dell'energia disponibile offriva una protezione frontale quasi completa, al riparo della quale il disgregatore principale stava accumulando la carica necessaria al colpo di grazia. La nave terrestre si era lasciata isolare dal resto del convoglio, raggruppato assieme come una nidiata di pulcini senza la chioccia.
Il capitano si volse verso il suo secondo. "Ora pagheranno per i nostri camerati caduti a bordo della K'Lagh e della Qa'Duk. Appena distrutto il bersaglio, impostare nuova rotta d'attacco contro il convoglio."
Il secondo non rispose ma sbarrò gli occhi osservando la consolle tattica.
"Capitano... fuoco in arrivo da dietro!"
"IMPATTO!" urlò il timoniere, subito prima che la plancia venisse squassata dalla forza di una deflagrazione.
Le luci si spensero, si riaccesero, si rispensero. Qualcuno dei corpi distesi fece per rialzarsi, ma una seconda esplosione li rigettò sul pavimento.
Il visore funzionava ancora, e mostrava la Thunder che si girava inesorabile. Dai tubi di lancio partirono due punti luminosi che si fecero più grandi, sempre più grandi.
La pira funeraria della Knorroth rivaleggiò per qualche attimo la luce dell'astro più vicino.
ISS Thunder - Plancia comando
"Ottimo lavoro, capitano Zu," disse Alejana. Il volto della cinese campeggiava al centro del visore.
"Fortunatamente i klingon non ci hanno più considerato pericolosi, comandante King. Devo dire che l'idea di aprire un boccaporto per perdere aria e far fluttuare i parametri del supporto vitale ha funzionato benissimo."
"Sì, è stato meglio non fare ricorso ai lanciasiluri montati sui cargo."
"Molto bene. Le riparazioni prenderanno qualche ora. Che tabella di marcia intendete seguire?"
L'orioniana ripensò al breve colloquio avuto con Laris.
"Procedete pure con le riparazioni. Noi torniamo verso Deep Space K-7... abbiamo ancora una questione aperta."
"Porga i miei saluti al capitano Seldon... se lo vede." La bocca della Zu non sorrideva, ma i suoi occhi sì. "Oshawa chiude."
* Fiacca. Tu resterai sempre al comando di una bagnarola da poco, cara mia. * Non valeva neanche la pena di arrabbiarsi con quella perdente.
"Aokawa, diriga verso il nucleo della tempesta. Solo scudi deflettori."
"Rotta 6-1-0, 1-4-7, massima potenza ai deflettori."
Alejana premette un pulsante sul bracciolo della poltrona.
"Infermeria, qui King. Tra un minuto potete procedere."
USS Thunder - Infermeria
Van Ladden aveva appena finito di stabilizzare un armiere gravemente ustionato quando vide apparire l'iridescenza che segnalava un teletrasporto in arrivo. Pronto a prendere in carico un nuovo ferito, restò a bocca aperta quando vide apparire il tenente comandante Laris con addosso una bizzarra uniforme macchiata di sangue.
"Fermo! Sono quella vera!" esclamò la donna, vedendolo avanzare verso di lei brandendo un ipospray.
"E io come faccio a saperlo?" rispose il massiccio medico, comunque rassicurato dall'evidente mancanza di armi.
"Sa eseguire una scansione della firma quantica? Se no, chiami uno dei miei sottoposti, magari Hernandez che è uno specialista. Ma per tutto quello che ha di più caro, si sbrighi! Abbiamo cinque minuti per rimandare di là i loro e recuperare i nostri..."
Van Ladden non perse tempo, ripose l'ipospray ed estrasse il tricorder, iniziando a scandire il corpo dell'ufficiale scientifico.
USS Thunder - Plancia comando
Non c'era molto altro da fare. Alejana ne era terribilmente consapevole. Per quanto avessero fatto tutti del loro meglio, e i klingon avessero pagato duramente la battaglia, ormai non c'era più storia. Si rivolse alla guardiamarina che occupava la consolle comunicazioni.
"Thaina, apra un canale di comunicazione con la nave klingon."
Trrrblip.
=/\= Van Ladden a King. =/\=
"Aspetti, Thaina. Van Ladden, a meno che non sia questione di vita o di morte, non è il momento!"
=/\= Abbiamo recuperato il signor Laris. Dice che abbiamo una possibilità di restituire gli intrusi al loro universo e recuperare i nostri ufficiali, ma che dobbiamo agire immediatamente! =/\=
"Il problema è che se i klingon ci fanno saltare non servirà a nulla nemmeno recuperare i nostri, che almeno nell'altro universo restano vivi... Va bene, cercherò di guadagnare il tempo che vi serve. Fate quello che dovete."
=/\= Van Ladden, chiudo. =/\=
"Forza, Thaina. Segnali che vogliamo parlamentare."
A dispetto di tutto, una fiammella di speranza prese forza dentro l'orioniana. Se il capitano e il primo ufficiale fossero tornati, forse non era ancora troppo tardi per salvare il convoglio.
IKS Knorroth, in rotta verso il Pianeta di Sherman
La battaglia era stata dura, ma l'incrociatore, danneggiato ma ancora efficiente, si stava portando in posizione per finire la preda. Una oculata amministrazione dell'energia disponibile offriva una protezione frontale quasi completa, al riparo della quale il disgregatore principale stava accumulando la carica necessaria al colpo di grazia. La nave terrestre si frapponeva ancora tra loro e il resto del convoglio, raggruppato assieme come una nidiata di pulcini dietro la chioccia, ma non poteva resistere a un altro colpo diretto.
Il capitano si volse verso il suo secondo. "Ora pagheranno per i nostri camerati caduti a bordo della K'Lagh e della Qa'Duk. Appena distrutto il bersaglio, proseguire sulla rotta d'attacco contro il convoglio."
Il secondo non rispose, perché un cicalino di chiamata in arrivo iniziò a suonare.
"Chiamano dalla nave federale, capitano."
Il maturo ufficiale klingon esitò solo per una frazione di secondo.
"Sullo schermo, ma non interrompete la corsa d'attacco."
Il volto tirato di una donna orioniana campeggiò sul monitor.
"Sono il tenente Alejana King, attualmente al comando della USS Thunder."
"Cosa vuole, tenente? Comunicarmi le sue ultime volontà?"
Il capitano klingon disse qualcos'altro nella sua lingua e proruppe in una sonora risata, cui fecero eco quelle del personale di plancia.
Prima che la donna iniziasse a rispondere, l'immagine sullo schermo si fece confusa e distorta. L'audio crepitò e sibilò, lasciando cogliere solo frammenti di parola, troppo pochi perché se ne capisse il senso poi la comunicazione s'interruppe.
Passarono alcuni secondi, poi il cicalino tornò a ronzare. Con un gesto d'impazienza, il capitano ordinò di aprire il canale.
USS Thunder - Infermeria
I tre imperiali erano in piedi sulla pedana del teletrasporto medico, Seldon ancora intontito dai sedativi, Miral impettito alla sua sinistra che guardava fisso davanti a sé, T'Val dall'altra parte intenta a scrutare l'ambiente, come per fissarselo nella memoria. Gli uomini della sicurezza, schierati tutto attorno, avevano le armi spianate, ma la betazoide al centro del semicerchio teneva invece in mano un tricorder sporco e quello che sembrava un componente elettronico.
"Venti secondi al picco. Prepararsi a dare energia."
Van Ladden era tornato a operare al suo posto, a comandare il teletrasporto, il capo Donovan era venuto a seguire di persona la partenza del trio, e nessuno poteva dire a che livello fosse settato il suo faser.
"Comandante Miral... mi rivolgo a lei, dato che il suo superiore non è ancora pienamente efficiente. Cerchi di fare in modo che non si verifichino altri di questi scambi. Ognuno di noi appartiene al suo universo e alla sua società, e quello che a ciascuno sembra naturale è orribilmente fuori posto dall'altra parte."
Miral strinse le labbra e annuì una sola volta.
"Cinque... quattro... tre... due... uno... energia."
Donovan spinse i cursori, tentato solo per una frazione di secondo di alterare i comandi.
Lo sfarfallio continuò, e il sottufficiale riportò dolcemente i cursori a zero.
Apparentemente, l'unico effetto era stato quello di cambiare gli indumenti ai tre.
Seldon guardò Laris con ammirazione. "Ce l'ha fatta! Perbacco, ce l'ha fatta davvero! Presto, mi faccia tornare in plancia!"
Miral si guardò attorno, ancora lievemente incredulo, e chiese, a nessuno in particolare: "Dov'è il tenente comandante Miller?"
T'Val colse il trasalimento del caposquadra della sicurezza, e mentalmente si preparò ad aiutare l'andoriano ad affrontare le cattive notizie che quell'occhiata chiaramente faceva presagire.
ISS Thunder - Infermeria
Il sottufficiale riportò dolcemente i cursori a zero.
Apparentemente, l'unico effetto era stato quello di cambiare gli indumenti ai tre.
Seldon guardò Laris con irritazione e bofonchiò: "Alla buon'ora... Presto, mi porti in plancia!"
Miral si guardò attorno, ancora lievemente incredulo, e salutò la comandante della squadra dei MACO: "Ben ritrovata, maggiore Miller."
T'Val colse la reazione della donna, e mentalmente si preparò ad affrontarne l'ostilità al suo accoppiamento con l'andoriano che quell'occhiata chiaramente faceva presagire.
* * *
20 maggio 2282 - ISS Thunder, sala rapporto ufficiali
"E veniamo all'ultimo punto della riunione. Il comando del 47mo ha appena comunicato che l'ultimo nido di resistenza klingon è stato spezzato. La missione affidataci dall'imperatore," concluse Seldon, "è riuscita."
L'ufficiale politico annuì. "In circostanze indubbiamente diverse da quelle previste, ma la vittoria non si discute."
"Abbiamo ricevuto ordini" riprese il deltano "di recuperare il battaglione e fare rotta su Gamma II, un planetoide disabitato che ospita una stazione automatica di comunicazioni e astrogazione. Sarà certamente una missione meno movimentata di quella appena conclusa."
"A proposito di questo... abbiamo notizie dall'altro universo?" chiese il primo ufficiale.
Laris scosse la testa. "Il contatto telepatico con la mia omologa si è interrotto nell'istante in cui l'abbiamo spedita via."
Seldon si appoggiò all'indietro sullo schienale della poltroncina. "A volte mi chiedo... quella gente è così incredibilmente naïf, spaventata dall'uso della forza, e in conflitto con dei klingon tanto simili ai nostri eppure più avanzati tecnologicamente. Come possono espandersi? Al diavolo, come possono sopravvivere?"
"Non se ne dia pensiero, capitano," tagliò corto T'Val. "Dia loro qualche decennio, e vedrà che i klingon ne faranno un solo boccone, magari con l'aiuto di qualche altra potenza."
Su questo, tutti si dissero d'accordo.