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USS RAZIEL - MISSIONE 12 RSS USS RAZIEL - Missione 12

12.09 " IL TRANSITO "

di Lucius Fox, Pubblicato il 09-12-2021

USS Raziel
Ponte 2 - Sala teletrasporto 2
04 Febbraio 2401 - ore 12.20


Moses stava varcando, a grandi falcate, i corridoi della Raziel in direzione della Sala Teletrasporto 2 per andare ad accogliere il Capitano Zukov ed il suo vecchio commilitone Chase.
Le porte del turbo ascensore si aprirono e si ritrovò di fronte il suo capo ingegnere che reggeva in mano un pad su cui erano proiettate formule matematiche e disegni che Moses riconobbe essere gli schemi del motore a curvatura.
"Comandante stavo proprio venendo in plancia per mostrarle una cosa strana..." esordì Fox grattandosi la testa.
"Non ora, abbiamo appena recuperato Zukov e Chase e, a meno che non ci dica dove si trovi ora la Dottoressa Tarev, i problemi della sua sezione dovranno attendere. Dobbiamo capire cosa sia successo alla USS Zen e perché di un equipaggio di centonovanta persone, ne abbiamo rilevati solamente due!" rispose seccamente Moses scansando il Capo Ingegnere.
"Ma Comandante..." Lucius non fece in tempo a replicare che scattò l'allarme generale.
"Diamine! Che altro c'è ancora?" esclamò Moses con un ringhio.
Gli schermi posti ai lati dello stretto corridoio si illuminarono mostrando il simbolo del pericolo biologico e le strisce laterali assunsero un colore giallognolo.
=^=Allarme, rilevata presenza di agente esterno in camera teletrasporto 2. Si consiglia di evacuare il personale non necessario. Protocollo di quarantena avviato. Campi di contenimento attivi=^=
"Deve essere qualcosa che abbiamo portato su dal pianeta recuperando il Capitano Zukov e Dave. Strano che i biofiltri del teletrasporto non li abbiano eliminati. Computer riesci a classificare l'agente esterno? Batterio o Virus?" domandò il capo ingegnere.
=^=Agente esterno sconosciuto di natura sintetica. Matrice Borg rilevata=^=
"Borg?" si chiesero all'unisono Moses e Fox.
Quando i due ufficiali entrarono nella sala trovarono i commilitoni della USS Zen isolati sulla piattaforma di teletrasporto da un campo di forza circolare.
A prima vista, le loro condizioni sembravano buone, le divise un po' logore e una fasciatura alla caviglia di Zukov, ma niente che la sezione medica non potesse aggiustare.
"Alla buon'ora Frank, ce ne avete messo di tempo per trovarci!" esclamò Zukov.
"Non lamentarti, a voi piace giocare a nascondino nei tunnel spaziali" rispose Moses con un ghigno. "Cos'è questa storia dei Borg? Non ne abbiamo rilevato l'attività entrando in orbita"
"Lunga storia, ma prima dimmi: hai teletrasportato altri? Quanti dei miei sono a bordo?" rispose Zukov con il suo tipico accento russo
"Mi dispiace Georgij, per ora solo voi due"
Moses si girò attivando il suo comunicatore =^=Plancia: Signor Wood, affini la ricerca sopra e sotto la superficie del pianeta in cerca degli altri membri della Zen e mi tenga aggiornato=^=
=^=Sì Comandante..=^= il tono di voce dell'ufficiale scientifico era carico di tensione.
=^=Tenente Prince, si porti ad un'orbita più bassa, in modo da aumentare la precisione dei sensori=^=
La risposta di Atena non si fece attendere: =^=Eseguo Signore=^=
Chase, sentendo l'ordine di Moses, prese la prese la parola:
"Comandante, non si avvicini troppo! Dopo il passaggio, piuttosto burrascoso, all'interno del tunnel spaziale abbiamo riportato danni all'integrità strutturale della USS Zen.. i danni erano talmente ingenti che abbiamo cercato di mantenere l'orbita intorno al pianeta, ma qualcosa ha interferito con i flussi energetici del motore lasciandoci a secco in poche ore!"
"Che cosa?" esclamò Moses di scatto.
"Sì Frank, abbiamo rilevato un'insolita attività ionica all'interno della camera di compressione del dilitio, ma non abbiamo fatto in tempo ad analizzare i dati: tra i danni riportati nel passaggio ed i sistemi che si spegnevano uno dietro l'altro siamo stati costretti ad un atterraggio di fortuna ed è stata la nostra rovina" replicò Zukov.
"E' quello che stavo venendo prima a dirle Comandante..." aggiunse Fox
Frank si massaggiò le tempie.. per una volta che erano senza Hazyel, si sentiva come se stessero chiudendo tante piccole falle, ma, ogni volta che ne chiudevano una, si apriva una voragine.
Dov'è la buona stella di quel maledetto Risiano quando serve?
=^=Tenente Prince ignori il mio ordine, ci porti ad un'orbita più alta ed a distanza di sicurezza dal pianeta.. allertate l'infermeria che vengano a ripulire i nostri ospiti in modo che non siano più un pericolo Borg, biologico o di qualsiasi altro genere che non piace ai filtri interni della Raziel e poi voglio tutti gli ufficiali superiori in plancia. Dobbiamo riprendere il controllo della situazione=^= ordinò Moses.

USS Raziel
Ponte 1 - Plancia
04 Febbraio 2401 - ore 15.00


Analizzando il pulviscolo sulle casacche di Chase e di Zukov, ciò che i sensori interni della Raziel avevano rilevato come agenti esterni Borg si rivelarono naniti di una concezione obsoleta rispetto alle schematiche presenti negli archivi del computer della USS Raziel.
Pertanto, non fu difficile ripulire i due ufficiali della USS Zen con una piccola dose di onde elettromagnetiche controllate per dissolvere i micro legami che ancora tenevano insieme i naniti disattivati.
Dopo i controlli medici e le medicazioni necessarie a Zukov, tutti si ritrovarono in plancia e, finalmente, alcuni pezzi del puzzle iniziarono ad incastrarsi sul tavolo.
Il Capitano della Zen raccontò di come erano arrivati sul pianeta, delle fluttuazioni di energia e dell'atterraggio brusco di Chase, della creatura che si aggirava come una nuvola di polvere nella giungla e che aveva rapito e trascinato chissà dove il suo equipaggio e dell'installazione sotterranea dove dimorava un Borg creato dalla Federazione in quello che proprio quest'ultimo aveva definito laboratorio di ricerche avanzate sulle nanotecnologie.
Una volta che Zukov ebbe finito il racconto, ci fu un attimo di silenzio.
"Quindi per ricapitolare: abbiamo attraversato un tunnel spaziale trainati come fossimo un carro, abbiamo ancora l'equipaggio della USS Zen disperso alla merce' di una nuvola di naniti Borg affamata. Abbiamo fatto amicizia con un cyborg, almeno finché questi rimane in un bunker di cui nessuno sapeva l'esistenza.. siamo in questo settore di spazio non riportato in nessuna mappa stellare e stiamo perdendo energia come un animale sanguinante. Dimentico niente? Ah sì, ciliegina sulla torta: Elaina è usata come caparra in una specie di asilo sub-spaziale!" brontolò Wood sarcastico, esternando i propri pensieri ad un volume di voce più alto del necessario e con una malcelata preoccupazione per la compagna.
"Mmpf.. capisco perfettamente ciò che prova, ma le consiglio di mantenere un po' di sangue freddo.. siamo tutti stanchi e preoccupati, ma questo non ci dà il diritto di perdere il controllo come poppanti al primo anno di Accademia!" disse Moses tirando un lungo respiro.
"Non l'avrei mai pensato prima, ma inizio a credere che il Capitano Hazyel avrebbe potuto di lasciarci un po' della sua proverbiale fortuna prima della partenza... " borbottò Alexander mordendosi la lingua.
Come punto sul vivo, avendo egli stesso avuto quel pessimo pensiero, Moses tirò un pugno sul bracciolo della sua poltrona, scattando in piedi e puntando il dito verso l'Ufficiale Scientifico, anche se la sua ramanzina era rivolta a tutti, nessuno escluso
"Fortuna? Credete che tutto quello che abbiamo affrontato fino ad ora sia merito della sua buona stella? Possiamo ritenerci fortunati se ad una base stellare al bar ci offrono un dolcetto insieme al caffè piuttosto che una caramella, ma non intendo sentire altre stupidaggini! Siete stati scelti perché eravate, anzi, siete fra i migliori ufficiali dell'intera Flotta, quindi nervi d'acciaio e concentrati, chiaro?" sbraitò Frank quasi ringhiando.
Si rimise a sedere tirando un lungo sospiro dalle narici.
"Signor Fox, quanto tempo abbiamo prima di esaurire l'energia?"
"Secondo la mia stima, avendo preso un'orbita più elevata e grazie anche alle modifiche che abbiamo apportato ai motori della Raziel che deviano leggermente dalle specifiche rilasciate dalla Flotta Stellare, abbiamo un'efficienza energetica superiore a quella della Zen... senza offesa Capitano Zukov".
Il Capitano russo fece un cenno con la mano.
"Ciononostante, il drenaggio è ancora presente ed ogni nostro tentativo di compressione all'interno della camera di dilitio per avviare la reazione materia-antimateria innesca un processo a cascata per cui..."
Lucius fu interrotto da Moses spazientito "Capo, non occorre tutta la spiegazione, mi serve il tempo: Settimane? Giorni? Ore?"
Fox abbassò gli occhi: "senza usare la compressione del dilitio per produrre energia, tra le batterie e una riserva di combustibile solido che tenevamo a bordo possiamo arrivare a 90 ore, disattivando i sistemi non essenziali. "
"Bene, è già un inizio. Tenente Prince abbiamo un piano per rientrare nel nostro spazio?"
Atena, che fino a quel momento non aveva staccato gli occhi dal suo mentore, felice per averlo ritrovato tutto intero, si irrigidì sullo schienale, cercando di rimanere il più professionale possibile:
"Sì Comandante: aggiornandoci sullo studio compiuto dalla sezione Ingegneria sul drenaggio dell'energia, potremmo pensare una manovra a fionda sfruttando il pianeta come una catapulta e acquisendo abbastanza velocità per immettersi in traiettoria con il tunnel spaziale e riprendere il percorso dal quale siamo venuti. Questa manovra però ha un costo: sacrificare una navetta che, a quel punto, dovrà consumare tutta l'energia delle sue celle" illustrò la Timoniera indicando con un dito i calcoli tracciati sullo schema tridimensionale proiettato sullo schermo principale della Plancia.
"La situazione sul pianeta?" chiese Zukov
"Purtroppo è impossibile stabilirlo con certezza senza avvicinarsi ed affinare la portata dei sensori. Però qualche debole traccia siamo riusciti a ricavarla da questo versante dell'isola: sembra che su queste piccole catene rocciose insistano, in grande quantità, degli aggregati di silicio monocristallino, che fanno pensare a dei pannelli solari.
Probabilmente si tratta di un'installazione facente parte del complesso di laboratori sull'isola adatta all'immagazzinamento dell'energia, vista la posizione. Qua abbiamo rilevato deboli tracce di presenze organiche che ci fanno pensare all'equipaggio della Zen."
"Molto bene, avete quattro ore per trovare una soluzione su come scendere senza essere individuati dalla nube di naniti: di certo non possiamo sbarcare sulla spiaggia vicino alla Zen, siamo troppo lontani ed esposti" disse Moses alzandosi dalla poltrona facendo leva sui pugni serrati.
"Io e il Tenente Chase vi daremo una mano: abbiamo visto una radura a Nord rispetto alla posizione del bunker che abbiamo trovato. Potremmo atterrare lì con una navetta" replicò Zukov.
"No le navette sono fuori discussione: immagino che il plasma carico nelle gondole attirerebbe lo sciame..." Moses si grattò il mento in silenzio. "Pensavo a qualche approccio più acrobatico... qualcuno di voi ha voglia di fare paracadutismo?" domandò con un ghigno malefico sul volto.
"Si potrebbe pensare di usare le nostre tute ed usare il loro generatore per creare una sorta di interferenza che renderebbe difficile ai naniti individuarci. Ma stiamo ancora lavorando ad una soluzione che non consumi celle di energia come un orsetto a biscotti" concluse Fox ricambiando il sorriso del suo superiore.

Da qualche parte all'interno del tunnel spaziale
Luogo sconosciuto
Tempo non determinabile


Il ticchettio delle lancette dell'orologio posto sul comodino accanto al letto fece svegliare una assonnata Elaina dal torpore del suo sonno.
Le lenzuola, bianche come il latte, erano di una morbidezza al tatto che mai aveva provato prima d'ora e, ad ogni suo movimento, mentre stirava le braccia, facevano fiorire un leggero odore di bucato fresco asciugato all'aria.
Tese la mano in direzione dell'altro lato del letto alla ricerca del compagno.
"Amore, è ora di alzarsi... la tua dolce metà comincia ad avere fame..." disse lei con tono ammiccante e gli occhi ancora chiusi mentre sul suo volto si allargava un sorriso.
Non trovando, però, Alexander al lato del letto, aprì gli occhi e cominciò a tastare le coperte fino a tirarsi su di scatto.
La stanza era illuminata da una leggera luce proveniente dalle tende beige ricamate con una fantasia dorata.
Sulle pareti bianche erano sospesi piccoli candelabri con le candele accese e fluttuanti.
Di fronte all'enorme letto matrimoniale, erano disposti, a formare un piccolo salottino, due divani uno di fronte all'altro e, al centro, un grazioso tavolino da caffè anticato su cui era appoggiato un vaso con fiori freschi.
Adiacente al salottino, vi era un piano rialzato su cui si intravedeva la coda di un pianoforte.
La mente di Elaina si stava riprendendo dal torpore del sonno e ricordava gli ultimi avvenimenti: era a bordo della Raziel mentre stavano per entrare nel tunnel spaziale alla ricerca della Zen.
Con un gesto scostò le lenzuola e si accorse di indossare un pigiama di seta rosa. Appoggiò i piedi nudi sul parquet e prese ad osservare la stanza: passò di fronte ad uno specchio di sfuggita, ma fece subito un passo indietro. La sua immagine non veniva riflessa.
"Alex? Alex! Raziel, qui è la Dottoressa Tarev, mi ricevete?" domandò lei alzando la voce alla ricerca del suo badge.
Prese quindi ad aprire ogni anta dei cassettoni, ma ognuno di questi era vuoto.
Ad un certo punto, si accorse che, sulla scrivania, a fianco ai fiori, era apparso quello che sembrava un tricorder nero, ma senza schermi: solo pulsanti.
Lo prese in mano e premette il tasto rosso: di fronte al letto prese a scendere dal soffitto, con un ronzio, una grande tela bianca che si allungò per circa un metro.
Il grande rettangolo bianco fu inondato da una luce colorata che si trasformò subito in un'immagine: di fronte a lei due stelle binarie erano in piena eruzione solare ed un piccolo sottotitolo in alto a destra del pannello riportava la scritta KB 019 Alpha.
Premette un altro pulsante e la luce cambiò, mostrando questa volta un deserto colpito da una tempesta di sabbia ed un povero viandante che tentava di proteggersi il volto e trainava la sua bestia carica di merci.. anche la scritta cambiò in Deserto di Kestrell.
La Tarev cominciò a premere a ripetizione i tasti del telecomando e, ogni volta, trovava una scena diversa ed un titolo differenti: un mercato alieno gremito di gente (Pipas), l'esterno di una grande astronave (Sheldon), il fondo di un oceano pieno di creature mai viste (Fossa di Shibboleth), fino a quando non fu ridestata dal suono di un campanello che la fece trasalire, facendole cadere il telecomando a terra.
Elaina si avviò lentamente verso la porta della camera: "Sì?" chiese lei cercando di tenere un tono autoritario e guardandosi intorno alla ricerca di un'arma per difendersi. L'unico oggetto che trovò fu un appendiabiti.
"Servizio in camera!" disse una voce maschile timidamente.
Lei poggiò la mano sulla maniglia della porta e aprì la porta di scatto: di fronte a lei un piccolo ometto con uno strano elmetto che assomigliava ad uno scolapasta colorato stava rovistando in un carrello più grande di lui.
Dall'altro lato del carrello una donna dai capelli corti rossi, vestita da cameriera, stava ruminando rumorosamente una gomma da masticare e si guardava le unghie con fare annoiato.
"Servizio in camera! Benvenuta nel nostro Hotel, le bibite sono nel mini frigo dietro la scrivania, ma non le prenda se non strettamente necessario perché altrimenti dovremmo ripassare per rimetterle e con infinite camere può ben capire la perdita di tempo..."
Elaina si sporse fuori dalla camera e guardò alla sua sinistra il corridoio perdersi nell'infinito. Alla sua destra invece vi erano una decina di porte una di fianco all'altra che si affacciavano su quello che sembrava essere un ascensore.
"Hotel? Dove siamo? Voi chi siete?" chiese Elaina
"Glielo abbiamo detto, Servizio in Camera. Io sono Vinz e lei è Ketty"
La cameriera fece un enorme pallone rosa con la gomma che rumorosamente esplose e riprese a masticare a bocca aperta.
"Signor Vinz, come sono arrivata qui?"
Vinz si grattò la testa sotto lo scolapasta "immagino che una camera le sia stata assegnata dai Gestori. A me hanno pure offerto un impiego di lusso!"
"Un impiego?" domandò Elaina lei sgranando gli occhi.
"Sì certo! Prima di venire qui ero il lacchè di Gozer il viaggiatore, poi, aspettando il segnale, i Gestori mi hanno offerto il lavoro! "
"Quale segnale?" il discorso di Vinz non aveva senso per Elaina.
"Egli giungerà in una delle sue forme prescelte. Durante la rettificazione dei Vuldronaii egli giunse come un vasto e semovente Torb. Poi durante la riconciliazione degli ultimi supplicanti Meketrex scelsero una nuova forma per lui, quella di enorme Sloar! Molti Shub e Zuul perirono arrostiti nelle profondità dello Sloar quel giorno!"
"Vinz, basta con questa storia. Lo scusi sa... al giorno d'oggi è difficile trovare colleghi di qualità... tenga, il suo vestito ci è stato consegnato dalla lavanderia e questa è per lei" Ketty prese fuori dall'interno del carrello un vestito per Elaina piegato e stirato e le porse una lettera su cui in corsivo serpeggiava una firma leggera "Reception".
"Buona permanenza!" detto questo Vinz e Ketty spinsero il carrello nella camera a fianco mentre Elaina era incredula con il vestito in mano e leggeva la lettera: "è gradita la sua gentile presenza a colazione. Presentarsi alla reception"
"Servizio in camera!" disse Vinz alla porta a fianco che si aprì di scatto ed un primordiale ruggito proveniente dall'interno sbalzò il poveretto dall'altra parte del corridoio mandandolo a sbattere contro il muro. "Va bene, ripasso dopo..."

Luogo sconosciuto
Tempo non determinabile


Elaina, non avendo altre opzioni, si era cambiata: il vestito era un sobrio tailleur spezzato dalla giacca color blu mare ed i pantaloni bianchi.
Le scarpe avevano un leggero tacco e terminavano in punta di un tenue color rosa pallido. Tutto le calzava a pennello.
Si diresse, quindi, fuori dalla sua stanza ed entrò nell'ascensore aperto: vi erano solo due pulsanti: camera oppure reception.
Premette il secondo pulsante e, nel giro di una dozzina di secondi, le porte si aprirono mostrando un'enorme hall con viaggiatori alieni di ogni tipo, alcuni mai visti, che si spostavano con le loro valigie in giro per il salone.
C'erano Klingon che leggevano il giornale seduti sulle poltrone, donne Caitiane che parlavano al telefono pubblico ed un piccolo gruppo di insettoidi mai visti prima che stavano protestando per avere una camera più spaziosa al banco della Reception.
Elaina buttò l'occhio sulla prima pagina di un giornale e riconobbe la Raziel trainata da due navette ed il titolo in bianco e nero "Ennesima nave stellare al Transito!"
La Tarev cercò di parlare con le persone sedute, ma nessuno si mosse. Quando tentò di toccarli, la sua mano li attraversò come un fantasma.
Con il cuore che iniziò a battere velocemente, prese a camminare verso la porta girevole che dava sulla hall: attraverso i grandi vetri non riusciva a distinguere le forme, ma guizzi di luce passavano veloci in ogni direzione.
Tentò di attraversare la porta girevole, ma si ritrovò di nuovo all'interno dell'enorme stanza: ci riprovò tre volte prima che un giovane ragazzo, vestito con una blusa rossa e guanti bianchi, le si avvicinasse.
"Posso aiutarla?" chiese porgendo una mano verso di lei.
"Sì, voglio sapere dove mi trovo! Che razza di posto è questo? Dove sono i miei compagni?" domandò la Tarev con un filo di nervosismo in voce.
"Mi dispiace Signora, mi può ricordare il numero della sua camera? Vedremo di trovare una soluzione" disse il concierge senza scomporsi.
"Numero della mia camera? Non ne ho idea! Voglio solo andarmene di qui e ritrovare la mia nave!" detto questo, Elaina si girò per tentare di attraversare la porta girevole correndo, ma si ritrovò di nuovo di fronte al ragazzo.
"Signora la prego..." disse il giovane cercando di calmare la Dottoressa
"Dove ci troviamo!? Siete per caso dei Q?" chiese lei
"No Signora, non siamo di certo dei Q, ma se la può tranquillizzare posso andare a chiamare il Direttore. Potrà conferire direttamente a lui e porgerle tutte le domande che desidera"
Al cenno affermativo di Elaina, il ragazzo si tolse i guanti, gettandoli in un angolo, ed iniziò a svestirsi togliendosi la blusa. Sotto portava uno completo nero perfettamente stirato e con tutte le pieghe aggiustate alla perfezione.
Alla fine, il ragazzo fece per aggiustarsi il nodo della cravatta.
"Buongiorno Signora, sono il Direttore. Come posso aiutarla?"
Elaina era nuovamente interdetta. Si sentiva come in un surreale sogno da cui non riusciva a svegliarsi.
"Dove mi trovo?" chiese lei quasi balbettando.
"Mia cara, si trova al Transito! La simulazione è di suo gradimento?"
"Simulazione?"
"Quando lei e i suoi amici avete varcato il tunnel, siete passati all'interno del nostro spazio. Noi per tutelarci, quindi, abbiamo preteso un tributo.. in un certo senso, una garanzia che non ci avreste importunato oltre il necessario. Lei ha accettato e questo posto è il risultato delle ricerche compiute all'interno della sua mente, un qualcosa che fosse abbastanza digeribile alla sua parte cosciente"
Elaina stava cercando di assorbire tutte quelle informazioni. Si rese conto inoltre che non riusciva a percepire nulla dell'uomo di fronte a lei, ma solo sé stessa.
"Disponiamo di una tecnologia sofisticata Signora. Le sue interessanti capacità cognitive sono state inibite al momento"
"Quando potrò andarmene?" chiese Elaina con un nodo alla gola.
"Questo dipende dai suoi compagni: non possiamo impedire alle navi di attraversare i tunnel che si trovano ai confini tra il nostro e il vostro spazio, ma possiamo contrattare affinché questo avvenga un numero limitato di volte. Quando i suoi compagni torneranno indietro, lei potrà tornare da loro a patto che non decidano di varcare nuovamente il nostro spazio. Altrimenti dovremmo prendere provvedimenti più seri."
"Quanto ci vorrà?"
"Come le ho già detto, dipende dai suoi compagni. Abbiamo ospiti che sono qui da diversi millenni ormai. Ma nessuno si è mai lamentato della gestione!" rispose lui ridendo, prima di iniziare nuovamente il cambio d'abito
Una volta ricomposto come concierge, il ragazzo chiese ad Elaina "gradisce caffè a colazione?" domandò indicando cortesemente con il braccio in direzione di quella che doveva essere la sala ristorante.
La Tarev fu travolta dallo sconforto: senza poter contattare la Raziel e sentendosi privata della sua parte Betazoide, un nodo le avvolse lo stomaco e si limitò ad annuire, avviandosi verso la direzione indicata dal concierge.