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USS RAZIEL - MISSIONE 12 RSS USS RAZIEL - Missione 12

12.12 " SO CHE SAI CHE IO SO...O FORSE NO! "

di T'Pak figlia di Sandor, Pubblicato il 05-03-2022

Zona Neutrale Romulana
Alpha Mensa V - Città di Adiug
Casa base Servizi Investigativi
05 febbraio 2401 - ore 07:37


La squadra di T'Pak era radunata nel salotto, che fungeva da sala riunioni, della casa che avevano affittato per usarla come base operativa.
Mentre lei era chiusa da quasi mezz'ora nella sua camera in collegamento criptato col Contrammiraglio Mattei, responsabile dei Reparti Investigativi della Flotta, i restanti sei membri della squadra attendevano, certi che il loro Superiore non avrebbe dato loro buone notizie.
Finalmente T'Pak uscì dalla stanza con l'aria in apparenza imperturbabile, anche se Gomez, suo braccio destro da sempre, aveva notato quella scintilla di rabbia ferina nello sguardo della sua collega e amica.
Nessuno fiatò, aspettando che fosse il loro capo a parlare.
"Raccogliete tutte le attrezzature, torniamo a casa!" disse con il suo solito modo scarno di comunicare
"Ma perché? Siamo ad un passo da capire chi ha ordinato di comprare quella maledetta bomba! Ieri sera non è andata come previsto, ma possiamo ancora..." Gomez non finì di parlare che venne interrotto da T'Pak.
"No. Il caso non è più nostro. Ci ringraziano per il lavoro svolto, ma dobbiamo consegnare quello che abbiamo scoperto finora al Comandante Vega e lasciare che la Tal Shiar porti a termine il nostro lavoro" rispose mentre finiva di allacciarsi il giubbetto con cappuccio.
L'uomo batté un pugno sul tavolo che aveva davanti, mentre gli altri membri del team, delusi e amareggiati per il tempo sprecato in quella missione, si misero immediatamente all'opera per chiudere le loro attrezzature e prepararle per il trasporto.
"Tu dove vai?" chiese Gomez, notando che la Klingon/Vulcaniana aveva preso con sé il suo d'k thag, coltello che portava con sé quando prevedeva scontri.
"A schiarirmi le idee!" rispose lei mentre usciva ed alzava il cappuccio a celare la rabbia a stento trattenuta.
Cominciò a camminare a passo svelto, per una volta senza indossare i suoi amati tacchi, che metteva sempre, tranne che con la divisa e su cui volteggiava con eleganza, stupendo tutti per come riuscisse anche a combattere su quei trampoli.
Stava usando tutte le tecniche di controllo delle emozioni apprese da suo padre, ma faticava a reprimere la rabbia per quella estromissione dalle indagini su cui lei e il suo team stavano lavorando da settimane.
Non era giusto e in più il Contrammiraglio si era trincerato dietro ordini superiori e non le aveva chiarito il perché le avesse imposto di chiudere baracca e burattini e lasciare il pianeta al più presto.
Aveva il sospetto che dietro ci potesse essere qualcuno di potente perché, a breve, avrebbe avuto le prove per incriminare un paio di Ammiragli coinvolti nel piano del massone Linus ed aveva provato a dirlo a Mattei, ma l'uomo non aveva nemmeno voluto vedere le prove che avevano finora raccolto.
Aveva bisogno di spiegazioni e aveva il sospetto che su quel buco di pianeta ci fosse solo una persona che poteva dargliele.

Zona Neutrale Romulana
Alpha Mensa V - città di Adiug
Hotel Mundi
05 febbraio 2401 - ore 08:15


Non fu un caso se T'Pak si ritrovò davanti all'ingresso dell'hotel Mundi, unico posto decente dove dormire senza rischiare la vita su quel pianeta senza legge.
Entrò decisa e non fu difficile per lei convincere il portiere che era attesa da uno degli ospiti, sapendo anche in quale stanza alloggiava, avendolo fatto seguire dalla volta che avevano visto Linus avvicinarlo.
Aprì la porta senza fare rumore ed entrò, silenziosamente, prestando attenzione ad ogni minimo suono.
Il respiro regolare che proveniva dal letto sembrava testimoniare il fatto che l'uomo dormiva, probabilmente in modo pesante, visto tutto l'alcool che aveva ingurgitato la notte precedente.
T'Pak si prese qualche secondo per abituarsi al buio della stanza, quindi si avvicinò al letto a due piazze, che sembrava faticare a contenere la mole seminuda del Risiano, fermandosi alla sua destra, all'altezza della testa per studiarne l'aspetto più da vicino .
Anche nell'oscurità della camera poteva vedere i lineamenti del suo volto, così rilassati nell'abbandono del sonno, che fu quasi tentata di andarsene.
Improvvisamente una mano, forte come una morsa, le prese il braccio destro e la trascinò sul letto.
In un istante, T'Pak si ritrovò immobile sotto il possente corpo di Hazyel, il cui bel viso, che ora sfiorava il suo, aveva un odioso sorriso di superiorità stampato sopra, mentre le poggiava sul collo la lama sottile di un piccolo coltello.
Sorriso che scomparve istantaneamente quando sentì il freddo di una lama che gli premeva all'altezza dell'inguine infatti, nello stesso tempo in cui lui aveva immobilizzato l'ospite inattesa, T'Pak aveva estratto il suo pugnale Klingon e lo aveva puntato in direzione delle parti più nobili del Capitano Risiano.
Toccò alla mezza Vulcaniana sorridere con soddisfazione.
"Ora che abbiamo stabilito quanto siamo in gamba, ti dispiace dirmi chi sei e cosa vuoi da me? Denaro? Perché allora cadi male!" domandò Hazyel sollevandosi con cautela a sedere sui talloni, a distanza di sicurezza e tenendo comunque la mano sul coltello.
T'Pak ripose il suo d'k thag nel fodero e si mise seduta, sistemandosi i capelli dietro l'orecchio per ricomporsi.
"Bella domanda Capitano Hazyel, cosa voglio? Tante cose, ma, al momento, mi accontenterò di sapere perché ho dovuto buttare al vento settimane di indagini!"
"E cosa c'entro io? A proposito.. visto che sai già chi sono, se volessi farmi la cortesia di dirmi chi sei tu, magari posso capirci qualcosa" rispose lui, ma la reazione, apparentemente stupita, del gigante non trasse in inganno la detective che aveva una dote particolare nello scoprire da lontano una recita, anche la migliore.
"Comandante T'Pak del Corpo dei Reparti Investigativi. Io e la mia squadra da tempo siamo sulle tracce di una banda criminale specializzata nel recupero e contrabbando di armi estremamente pericolose. Ieri sera dovevamo intercettare lo scambio col compratore al The Saloon, ma la tua presenza, oltre a quella della Tal Shiar, ha mandato tutto all'aria. E in più, stamattina, il mio superiore ha ordinato di lasciare il pianeta, senza una spiegazione. Ora, gli ordini non si discutono, ma odio far sprecare tempo ed energie alla mia squadra, e quindi ho pensato che forse tu potevi avere qualche risposta, anche in via ufficiosa."
"E perché dovrei sapere qualcosa? Sono qui in licenza!" rispose Hazyel con una scrollata di spalle.
"Sì, come no. E, casualmente, hai incontrato il mio principale sospettato e ieri sera ti sei messo a bere con uno dei suoi uomini"
"Chi? Il Rutiano? Giuro che l'ho incontrato al bar per la prima volta: simpatico ragazzo, ma non tiene l'alcool. A proposito, posso offrirti qualcosa? O è vera la leggenda per cui i Vulcaniani non bevono?" domandò Hazyel alzandosi per versarsi da bere.
"E chi ti ha detto che sono Vulcaniana?" chiese retoricamente T'Pak rimettendo i capelli dietro l'orecchio a mostrare le punte affusolate prima di aggiungere "mi raccomando fallo doppio, non lesinare"
Il Capitano della Raziel versò del Whisky in due bicchieri continuando a studiare la donna appoggiata alla testiera del letto. Lo sguardo fiero e orgoglioso e l'abilità mostrata nel breve scontro fisico, ne denotavano una origine ben precisa.
"Da come combatti sembreresti Klingon" disse porgendole il bicchiere.
"Ma, a parte il tipico coltello, non ne ho l'aspetto." terminò lei seguendo il filo dei pensieri dell'uomo.
"Esatto"
"Indovinato, madre genetista" rispose T'Pak e svuotò il bicchiere in un sorso "ma non cambiare discorso: cosa ci facevi col braccio destro del defunto Linus?"
Hazyel si girò per riempire di nuovo i bicchieri pensando a quello che era successo la sera prima e di cosa potesse essere veramente al corrente la donna, ma, quando si voltò per porgerle da bere, il suo viso era imperturbabile come sempre, l'immagine dell'innocenza.
"Bevevo per dimenticare! È proibito?"
"Smettila, ho capito che eri in pieno controllo della situazione quando ti sei accorto della mia presenza. Cosa sai di un'organizzazione guidata da un certo Jak'Al?" chiese T'Pak sfiorandogli la mano mentre prendeva il bicchiere che Hazyel le offriva.
"Non so chi sia"
T'Pak aprì la sua mente e nel breve contatto fisico cercò di leggere la verità dei pensieri del Risiano e fu certa che l'uomo fosse più di quello che sosteneva di essere, perché le sue barriere mentali erano solide, frutto di addestramento. Voleva fare altre domande, quando il suo comunicatore trillò.
"Cosa vuoi Gomez?" domandò T'Pak spazientita alzandosi dal letto e portandosi all'angolo opposto della stanza per avere una parvenza di privacy.
=^=Qui siamo pronti per partire, la nave che ci porta a casa è arrivata: tu dove sei?=^=
"Di già? Hanno proprio fretta di liberarsi di noi. Arrivo. Datemi ancora un attimo" rispose la donna e chiuse la comunicazione, tornando a girarsi verso il Capitano della Raziel.
"Mi sarebbe piaciuto continuare la conversazione, siamo partiti col piede sbagliato, ma sei una persona che vale la pena approfondire"
"Chissà! Sai come si dice: mai dire mai. Non poniamo limiti al caso."
"Io non credo nel destino, penso che ognuno se lo crea da sé il suo futuro. Addio Capitano" rispose T'Pak e lasciò la camera silenziosa come era arrivata.
"Arrivederci..." pensò Hazyel guardando la porta che si chiudeva.

USS Turikan
05 Febbraio 2401 - ore 12:30


T'Pak e la sua squadra erano a bordo da quasi due ore della piccola nave di classe Nova venuta a recuperarli ed apparsa, quasi per magia, poco dopo aver ricevuto l'ordine di interrompere la loro indagine.
Tuttavia, ancora non erano partiti.
Il viaggio sarebbe durato una decina di giorni ed il Capitano Iside aveva assegnato loro due alloggi in cui sistemarsi: sarebbero stati un po' stretti, ma non avevano altro spazio da offrire.
Lei divideva l'alloggio con la giovane Li Han, l'esperta informatica della squadra, e con Gomez, il suo secondo.
T'Pak si era cambiata d'abito dopo l'incontro con Hazyel ed indossava la sua tenuta standard, formata da una corta giacca nera molto attillata, portata su una gonna aderente, sempre nera, che le scopriva le ginocchia e un paio di decoltè con tacco a stiletto di almeno quindici centimetri: l'unico elemento che denotava la sua appartenenza alla Flotta erano i gradi e il comunicatore appuntati al bavero della giacca.
Si passò un filo di rossetto e si guardò allo specchio: non accettava meno che la perfezione da sé stessa, in ogni dettaglio.
"Vado a sentire perché non si parte, avevano così fretta di portarci via!" disse rivolta a Gomez che stava rileggendo alcuni appunti steso sul letto.
"Esco anch'io" rispose Han "faccio un giro sulla nave e raggiungo i ragazzi. Ci troviamo per pranzo?"
"In sala mensa alle 13.30" rispose asciutta T'Pak.
"Perfetto" risposero in coro Gomez e Han.
Uscite dalla stanza, le due donne si separarono: T'Pak girò a destra lungo il corridoio che portava al turbo ascensore e davanti vi trovò Jackson, Primo Ufficiale della nave.
"Comandante, come mai non siamo ancora partiti?" chiese con finta indifferenza: quando voleva era una perfetta Vulcaniana..
"Stavamo aspettando qualcun altro che, a quanto pare, era in ritardo: lo sto andando a ricevere adesso!"
"Posso farle compagnia?" chiese incuriosita su chi potesse scomodare il Primo Ufficiale col suo arrivo.
Jackson, che non riusciva a staccare gli occhi dalle sue labbra così sensuali, fu quasi colto di sorpresa dalla richiesta e ci mise un secondo di troppo a rispondere.
"Comandante?" dovette insistere T'Pak.
"Sì, certo. Sarà un piacere. Dopo di lei" disse quando si aprirono le porte del turbo ascensore.

USS Turikan
Sala teletrasporto
05 Febbraio 2401 - ore 12.45


Quando lo sfarfallio tipico del teletrasporto svanì, lasciando il posto all'imponente sagoma del Capitano Hazyel, a T'Pak cominciò a suonare un campanello d'allarme.
Non capiva come il fatto che sia lei e la sua squadra, sia l'uomo che, indirettamente, era coinvolto nelle sue indagini sui massoni che avevano contrabbandato una bomba ad alto potenziale da far detonare su Alpha Mensa, fossero portati via nello stesso momento, dalla medesima nave Federale, casualmente così vicina alla Zona Neutrale Romulana.
Non intuiva cosa, ma c'era qualcosa di stonato nella faccenda.
La montagna Risiana scese dalla piattaforma dopo aver chiesto il permesso di salire a bordo all'addetto al teletrasporto.
"Capitano, benvenuto a bordo" disse Jackson porgendogli la mano, che Hazyel quasi stritolò, giusto per far capire che non c'era aria sotto quella massa di muscoli.
"Posso presentarle il Comandante T'Pak? Farà il viaggio insieme a noi" disse Jackson massaggiandosi la mano destra.
"Comandante" rispose Hazyel facendo un leggero inchino con la testa verso la sua direzione e senza tradire il fatto che si erano già conosciuti.
"Scusate se vi ho fatto attendere, ma mi hanno avvisato all'ultimo che sarei ripartito con voi e non ero pronto" continuò il Capitano della Raziel.
"Non si preoccupi, un paio di ore non faranno la differenza nei nostri piani di viaggio. Venga le mostro la sua stanza"
Uscirono tutti e tre dalla sala teletrasporto e T'Pak si girò verso Hazyel con la sua aria più innocente, dicendogli "Capitano, alle 13.30 la mia squadra ed io saremo in mensa a mangiare qualcosa.. se vuole unirsi a noi, così possiamo conoscerci meglio, dato che dovremo passare del tempo sulla stessa nave."
"Sarà un vero piacere" rispose il Risiano con un sorriso di cortesia

USS Turikan
Sala mensa
05 Febbraio 2401 - ore 13.35


Hazyel varcò la soglia della sala mensa, piccola e ben organizzata con una calda atmosfera: si vedeva da quei particolari che il Capitano teneva al suo equipaggio, dando loro la possibilità di vivere momenti di convivialità in un ambiente rilassante.
Visto le dimensioni della stanza, vide subito il gruppo di T'Pak, che aveva unito due tavoli per potersi sedere tutti vicini.
Lei era già seduta a capotavola, con alla sua destra un uomo dalla carnagione scura, una folta chioma nera e due enormi baffi con le punte arrotolate.
I due stavano parlando tranquilli, mentre due giganti dai capelli rossi si affannavano a portare vettovaglie e altri tre, una giovane dai tratti asiatici, un Vulcaniano ed un Trill, erano seduti dall'altra parte del tavolo: nessuno indossava l'uniforme, tutti avevano un abbigliamento informale e lui fu lieto di non aver indossato la sua.
T'Pak lo vide quasi subito e si alzò per riceverlo e presentarlo agli altri.
"Benvenuto Capitano, lasci che le presenti i miei ragazzi: i Tenenti Gomez, Sontek e Thes" disse indicando l'uomo coi baffi, il Vulcaniano ed il Trill "il Guardiamarina Han" indicando la giovane donna "ed i gemelli O'Donnell" lasciando per ultimi i due giganti che potevano quasi competere con lui per l'imponenza fisica.
"Molto piacere ragazzi. Il vostro Capo mi ha chiesto di unirmi a voi e spero di non rovinare l'armonia del gruppo."
"Tranquillo Signore più siamo, meglio è!" rispose uno dei gemelli che reggeva tra le mani quattro bottiglie di vino.
"Si sieda" disse la mezzo Klingon indicandogli il posto alla sua sinistra "Ho detto ai ragazzi di considerare questo viaggio alla stregua di una licenza, quindi li perdoni se i loro modi saranno un po' sopra le righe".
Un'ora dopo il loro tavolo era ancora l'unico occupato in mensa, in quanto gli uomini della Turikan avevano ripreso le loro abituali attività e, una volta rimasti soli, Hazyel chiese a T'Pak:
"Da chi avete ricevuto l'ordine di imbarcarvi su questa nave?"
"Gomez ha ricevuto la chiamata" rispose lei incoraggiando il suo secondo a raccontare.
"Esattamente. Mi ha contattato il Capitano Iside: ha detto che il Comando di Flotta le aveva ordinato di recuperare la nostra squadra, ma, quando abbiamo provato a chiamare per avere conferma dell'ordine, non siamo riusciti a parlare con nessuno che sapesse qualcosa di preciso. "
"Sì, anche il nostro diretto superiore, il Contrammiraglio Mattei, sembra non rintracciabile. E lei come è arrivato quassù?"
"Stessa procedura" rispose Hazyel restando sul vago e ripensando agli ultimi avvenimenti.
Durante il finto flirt con Miss Roland, era riuscito ad ottenere informazioni dalla Stromm circa l'attuale reale situazione della USS Raziel.
In effetti, la loro unità era sparita dai radar, ma i Nove avevano una traccia: non voleva dire nulla, ovviamente, ma sapeva che non avrebbero mollato le ricerche tanto facilmente.. e quello era un motivo di speranza, dopo tutto.
La notte precedente, prima di crollare a letto, era anche riuscito a parlare con Terr che, come presumeva, aveva preso commiato: qualunque fosse la missione di Mister Roland sarebbe stata in solitaria e lontana da Empireo.
Malin Stromm non l'aveva presa bene, ma era stata al gioco, dapprima fingendo una furiosa litigata con il compagno e, in un secondo momento, simulando una scampata aggressione alla sua persona di cui aveva accusato proprio Mister Roland.
Quelle mosse avevano permesso l'uscita di scena della donna, evitando azioni ai suoi danni, ma occorreva sempre evacuare in sicurezza da Alpha Mensa IV.
Sfruttando la possibilità della Stromm di poter contattare i Nove senza restrizioni, Hazyel aveva scoperto che vi era un'unità della Flotta, la USS Turikan, fin troppo a ridosso della Zona Neutrale, quasi fosse in attesa dell'irreparabile.
Al Risiano fu evidente che quella nave aveva qualcosa di interessante e che qualcuno a bordo, fra gli ufficiali superiori, fosse coinvolto del piano di Linus.
Spiegò alla Stromm quale fosse il suo piano: i massoni avevano perso i loro riferimenti sul pianeta ed ottenuto sicuramente informazioni parziali e frammentarie sull'esito degli eventi.
Per Malin Stromm non sarebbe stato difficile far credere di essere in pericolo: non solo perché cittadina federale appena scampata ad un tentativo di assassinio, ma perché avrebbe citato fin troppe notizie su circostanze ed avvenimenti accaduti che solo un'adepta di Linus avrebbe potuto conoscere.
Una volta a bordo, come tocco di classe, avrebbe dovuto implorare di salvare anche il suo amante: un Capitano della Flotta Stellare sincero aderente alla causa, ovvero Hazyel.
Chiunque fosse stato coinvolto, avrebbe avuto varie strade da percorrere: dall'ignorare la richiesta, generando, però, qualche dubbio sul proprio operato nei colleghi a bordo della USS Turikan, mettere entrambi agli arresti in attesa di approfondimenti in merito, sollevando un polverone senza prove, oppure tergiversare in attesa di ordini dal Comando, o meglio ancora, dalla talpa che aveva fornito informazioni a Linus.
Non potendo immaginare che Hazyel avesse tradito o abbandonato la causa, la USS Turikan avrebbe ricevuto l'ordine di portarlo a bordo, sano ed incolume, in attesa di capire come effettuare le mosse successive.
E così avvenne: Miss Roland, con la scusa che Hazyel doveva portare personalmente preziose informazioni top secret alla Loggia del Bufalo d'Acqua, aveva convinto il Capitano Iside non solo a fidarsi ciecamente della sua versione, ma anche a pazientare l'arrivo a bordo di Hazyel in quanto impegnato a recuperare una preziosa valigetta schermata che doveva essere direttamente teletrasportata nell'alloggio messo a loro disposizione, evitando così eventuali domande indiscrete da parte di ufficiali non afferenti all'ordine massonico.
Un colpo di tosse da parte di uno dei due gemelli O'Donnell riscosse Hazyel dai suoi pensieri, portandolo, mentre rigirava tra le mani un bicchiere di amaro, a porre una domanda a bruciapelo a T'Pak: "Cosa ne pensa?" accennando con lo sguardo alla situazione in cui si trovavano
"Sono certa che qualcuno dall'interno della Flotta ha collaborato con Linus, aveva informazioni che solo da dentro potevano avergli fornito"
"Concordo"
"E non vorrei che questo qualcuno avesse mandato dei complici a ripulire le tracce che potrebbe aver lasciato Linus, sa per coprirsi le spalle."
"E dice che la Turikan sia al servizio di questo qualcuno?" Hazyel non faticava a seguire i pensieri della donna
"Non serve tutta una nave, basterebbe il Primo Ufficiale!" intervenne Gomez
"O il Capitano!" propose T'Pak.
Hazyel mentalmente sorrise: erano arrivati alle sue stesse conclusioni.

USS Turikan
Alloggio del Capitano
5 febbraio 2401 - ore 14.40


Iside era una donna sulla cinquantina, non bella ma interessante, con una intelligenza viva, ma con una scarsa propensione a farsi gli amici giusti ed era per quello che la sua carriera non aveva raccolto tutto quello che avrebbe meritato.
Almeno fino all'anno precedente, quando era stata avvicinata da un massone, un Ammiraglio, che aveva visto in lei le capacità che nessuno dei suoi superiori aveva visto.
In poco tempo, dopo che aveva aderito al progetto di rinnovamento che il gruppo a cui apparteneva l'uomo si propugnava di mettere in atto, era arrivata la promozione a Capitano e il comando della USS Turikan.
Certo non era una grande nave, ma era certa che presto la sua posizione sarebbe migliorata ulteriormente.
Aveva dieci giorni per eliminare ogni possibile collegamento tra quel piccolo borioso di Linus, che aveva, se non altro, evitato di farsi catturare vivo, ed il suo protettore.
E lei non avrebbe fallito!