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USS RAZIEL - MISSIONE 12 RSS USS RAZIEL - Missione 12

12.04 " UNA RICERCA PROBLEMATICA "

di Lucius Fox, Pubblicato il 01-08-2021

FLASHBACK
USS Zen - NCC-79667
Ufficio del Capitano
7 Settembre 2400 - ore 18:00


Zukov aveva i nervi a fior di pelle: "Sala Macchine, a che punto siete con le riparazioni?"
=^=Capitano ci dispiace, ma quell'ultima scarica di plasma ha sovraccaricato una delle linee EPS principali e la dobbiamo sistemare prima di riprendere la marcia, altrimenti rischiamo di avere troppo carico sulla secondaria. Ci vorranno almeno altre quindici ore=^=
"Ve ne concedo otto"
*Ti'Kal è chissà dove e noi fermi in mezzo allo spazio profondo per un guasto imbecille.. Per inseguire una falsa pista per giunta!* pensò il Capitano tra sé e sé.
Zukov si avvicinò al replicatore e chiese un te' caldo.
Mescolando distrattamente, iniziò a riguardare il materiale che l'Ammiraglio Rexen gli aveva inoltrato sperando di notare un collegamento o un dettaglio che gli era sfuggito.
Dopo parecchi minuti, il suo rimuginare fu interrotto dal suono del comunicatore:
=^=Capitano c'è una chiamata in entrata per lei da parte di un certo Marcus Dixon=^=
"Grazie, passatelo pure nel mio ufficio"
Marcus Dixon era una vecchia conoscenza di Zukov nella Intelligence della Flotta Stellare: aveva, da sempre, ricoperto ruoli solo burocratici.
Appariva, per lo più, come un passacarte neanche troppo importante, ma, in verità, aveva partecipato a numerose missioni di infiltrazione tra i ranghi delle peggiori organizzazioni criminali e sapeva toccare le corde giuste per ricavare le informazioni che voleva.
Era uno dei più vecchi amici di Zukov che, dopo anni passati da agente operativo, aveva deciso di ritirarsi a vita più mite dedicando tempo alla famiglia e alla sua fattoria nei pressi di Nuova Berlino.
Sullo schermo della scrivania del Capitano della USS Zen apparve il viso di un maschio umano, di colore, sulla cinquantina, dall'aspetto ben curato, con la barba tagliata di fresco ed i capelli neri dai quali facevano capolino delle strisce bianche sulle tempie.
"Ciao Marcus, grazie per avermi chiamato. Hai letto il mio messaggio?"
=^=Sì Georgij, l'ho visto. E, dal tono, ho capito la gravità della situazione.. Mi sono attivato subito e ho sentito i vecchi informatori.. ma si può sapere dove siete? Sembra di guardare la scena di uno scontro!=^=
"Stavamo eseguendo un'indagine, dovevamo avere un rende-vous con una nave Orioniana per scambiarci informazioni, ma, invece, non si è presentato nessuno e siamo incappati una tempesta di plasma che ci ha fatto ballare un po'. Hai qualcosa per me?"
=^=Niente di certo, ma molti dei miei contatti sono stati un po' troppo silenziosi e questo non è un buon segno, vuol dire che qualcosa bolle in pentola e non vogliono alzare un polverone.=^=
"Dannazione.."
=^=Però ho qualcosa: una persona fidata, con cui ho lavorato diverse volte, ha visto passare una informazione interessante nelle piattaforme frequentate da chi cerca servizi di pulizia di un certo tipo=^= disse Marcus mimando le virgolette con le lunghe dita affusolate
"Cioè?" domandò il Capitano della USS Zen
=^=Molti si congratulavano con l'utente Hunter Dream, di cui ti sto inviando i dati, per aver fatto un colpo da novanta... lui non ha mai risposto, ma, anzi, l'account è stato chiuso in brevissimo tempo. Sono, però, riuscito a rintracciare l'indirizzo fisico del terminale da cui ha effettuato la registrazione.=^=
"E questo come ci aiuta?" chiese Zukov massaggiandosi le tempie
=^=Lo stesso indirizzo è stato usato anche per accedere ad un registro pubblico di Vulcano esattamente quarantotto ore prima della morte del nostro amico Broyles. Ma non è tanto questo ciò che deve destare il nostro interesse, quanto un messaggio che sono riusciti a recuperare dell'account chiuso di Hunter Dream che fa riferimento ad un, cito testualmente, un grande regalo per un grosso favore=^=
"Non è molto su cui indagare Marcus, non pensi?" esclamò sarcastico Zukov.
=^=In una situazione normale non darei peso all'informazione... ma nel messaggio erano presenti le coordinate della consegna, Base Stellare 343. Vale la pena indagare...=^=

USS Raziel - NCC-79016
Ponte 1 - Plancia
2 Febbraio 2401 - ore 10:00


Dal momento in cui Wood aveva effettuato le rilevazioni, la Raziel era partita all'inseguimento della scia della USS Zen e stavano per arrivare al punto in cui la distorta traccia di curvatura presumevano portasse.
Alexander ci aveva dato dentro con l'analisi della scia della nave federale, confrontando i dati raccolti con i database della Federazione alla ricerca di qualche tipo di corrispondenza, ma la ricerca era stata infruttuosa.
Il computer continuava a segnalare un'anomalia che andava a distorcere l'impronta energetica della USS Zen come se qualcosa l'avesse modificata attivamente.
Prima di ritirarsi a riposare per qualche ora, Wood aveva disposto un'analisi costante, ma, puntualmente, ci si trovava ad escludere che si trattasse di una nave lanciata all'inseguimento della USS Zen ma, piuttosto, qualcosa che aveva modificato dall'interno la sua emissione di curvatura.
Moses era nervoso ed anche a bordo l'euforia era scemata: non erano riusciti a fare un minimo di luce sulla scomparsa della USS Zen e, anzi, più procedevano, più aumentavano ipotesi e dubbi.
Quando non pensava alla ricerca, la mente di Frank correva alla mancanza del Capitano e dell'Ufficiale della Sicurezza.
L'esperienza di Terr avrebbe giovato in quel frangente, così come l'intuito del Risiano.
Non sapeva dove lo avessero condotto le indagini del primo e non aveva alcuna notizia del secondo.. Frank era sicuro che quel satanasso di Hazyel se la sarebbe sicuramente cavata anche da solo, ma chissà in che quale nido di vespe stava mettendo le mani.
Il timoniere Grayson, che stava dando il cambio ad Atena, si rivolse a Moses:
"Ci stiamo avvicinando alle coordinate indicate dal Comandante Wood, Signore. Tempo stimato trenta minuti circa."
"Mmpf, mantenga la velocità costante e richiami gli ufficiali superiori in plancia"
Mentre era concentrato a guardare lo schermo principale, Frank sentì le porte della plancia spalancarsi, lasciando spazio a Victoria e Atena, i cui visi erano tirati dalla stanchezza e dai pensieri che assillavano le loro menti.
"Comandante Moses, abbiamo bisogno di parlarle, crediamo di aver trovato qualcosa che potrebbe esserci utile" disse la timoniera con voce tesa.
"Mmpf, che c'è Tenente?"
Intuendo l'insofferenza del patrigno, fu Victoria a prendere per prima la parola: "Abbiamo studiato i rapporti che ci hanno inviato dalla base 343 e Atena ha trovato un'incongruenza. La USS Zen ha fatto sosta per rifornimenti di vario tipo, nel registro di carico sono state indicate nuove bobine di scambio per i conduttori della sala macchine, schede di memoria per il computer centrale, ricarico dei liquidi di raffreddamento.."
"Mi sembra che siano rifornimenti classici per una nave stellare"
"Sì Signore ha ragione, ma la cosa strana è che, per ogni elemento imbarcato sulla nave, oltre ad essere aggiornato il registro di carico e scarico, vengono fatti anche rilevamenti in base al peso di ciascun oggetto caricato in stiva e tanto viene fatto entrare, tanto deve corrispondere nel peso finale. Ma guardi qua, vi è un'eccedenza di ben 200 kg!"
Moses inarcò il sopracciglio: "Non può essere un banale errore di rendicontazione?"
"Ne dubito signore, i carichi sono effettuati dal sistema automatico di logistica della stazione che scansiona i vari codici a barre di ogni singolo elemento da mettere in stiva e non è possibile manomettere la lettura del codice o del sistema di carico a meno di privilegi elevati. Oltre a questo, a conferma del peso in eccedenza, anche il numero di elementi non corrisponde a quanto preventivato. Atena prese un altro pad e mostrò a Moses la bolla di uscita della stazione e la mise a confronto con il registro di carico della Zen:
"Come vede, vi è un elemento sconosciuto che non risulta sui registri di scarico della stazione, ma segnato in entrata in stiva nel magazzino due"
Moses grugnì: "Come mai nessuno si è accorto dell'errore? Il sistema non è supervisionato?"
"Normalmente no signore, vengono effettuati dei controlli a campione per verificarne l'efficienza, ma non vi era motivo di dubitare di un errore: a quanto pare il sistema non ha mai avuto malfunzionamenti dalla sua attivazione e non sono state effettuate manutenzioni di recente."
C'era qualcosa che non quadrava in quella faccenda: Moses conosceva gli elementi sulla USS Zen ed il suo personale era particolarmente meticoloso ed efficiente, difficilmente gli uomini di Zukov avrebbero fatto un errore del genere e di sicuro non erano i tipi da fare contrabbando.
"Guardiamarina Grayson invii una comunicazione alla base stellare 343 e gli riferisca dell'incongruenza che abbiamo trovato, voglio sapere cosa è stato portato sulla Zen di non autorizzato. Ottimo lavoro Prince"
"Signore, non riesco a contattare la base stellare, il computer dice che non e' possibile stabilire un collegamento"
"Moses a Mendel. Comandante che succede alle comunicazioni? Abbiamo perso i contatti con la 343"
=^=Qui Mendel, ci sto lavorando. E' iniziato con dei ping estremamente alti, poi abbiamo iniziato a perdere pacchetti in maniera anomale e...=^=
"Non mi interessa un'analisi in tempo reale, riesce a ripristinare il collegamento?"
=^=Sto eseguendo una diagnostica..=^=
In plancia arrivò Fox, seguito a ruota dai coniugi Wood
"Siamo arrivati?" chiese Alexander.
"Andate ai vostri posti: abbiamo perso il collegamento con la base stellare. Allarme giallo"
"Usciamo dalla curvatura... ora!" Atena aveva ripreso la sua postazione.
Moses scattò in piedi: di fronte a loro, a qualche milione di km di distanza, un enorme wormhole emetteva lampi di plasma ed attirava a sé i frammenti di quella che probabilmente era stata una luna.
"Prince, inverta la spinta dei motori e ci porti ad una distanza di sicurezza! Fox, sprema quei motori fino all'ultima goccia!"

Luogo Sconosciuto - Spiaggia
2 Febbraio 2401 - ore 17:00


Il Capitano Zukov era seduto sotto una tenda di fortuna, costruita con le fronde secche di quelle che sembravano delle palme, ad ascoltare i rapporti degli ufficiali reggendosi al bastone improvvisato che la Dottoressa T'Bin gli aveva ordinato di utilizzare per non gravare troppo sulla caviglia fasciata.
I due piccoli soli, che rischiaravano il pianeta su cui erano precipitati, garantivano poche ore di luce, il che per l'equipaggio della Zen non rappresentava la situazione ideale per una serie di motivi.
Innanzitutto, non consentiva loro di caricare a sufficienza le batterie per alimentare il perimetro di sicurezza che circondava il campo di fortuna.
A ciò si doveva aggiungere la circostanza per cui i vari strumenti di uso abituale erano divenuti inutilizzabili: per qualche ragione ancora sconosciuta, dal loro arrivo alla spiaggia tutte le batterie, o le fonti energetiche, avevano subito un drenaggio di potenza incontrollato.
I tricorder, per esempio, erano diventati inservibili dopo poche ore.
L'unica cosa che erano riusciti a scoprire era che, più potente era la fonte di energia, più velocemente si scaricava.
Come se tutto questo non bastasse, con il favore delle tenebre, avevano già perso molti membri dell'equipaggio senza che nessuno si accorgesse del rapimento.
Il Comandante Kays stava facendo un elenco delle scorte rimaste: "ci rimangono razioni per ancora un paio di giorni, mentre le batterie di emergenza hanno carica sufficiente per alimentare il perimetro per non più di qualche ora oppure potremmo tentare di ricaricare i tricorder e cercare di captare qualche segnale intorno a noi da sfruttare per una richiesta d'aiuto. Anche se propenderei per caricare il più possibile le armi e predisporre un perimetro di difesa"
Chase si intromise: "Difenderci da cosa? Siamo completamente ciechi! Dovremmo dare energia ai tricorder e capire con chi o cosa abbiamo a che fare!"
Kays rispose impettito: "E a quel punto cosa dovremmo fare? Chiedere gentilmente che ci restituiscano i nostri colleghi? Le intenzioni sono chiare: serve una risposta misurata alla provocazione!"
"Ma si sente? Sta suggerendo di caricare e sparare alla rinfusa all'interno della giungla a non si sa bene cosa: e se per sbaglio colpissimo uno dei nostri?"
"E' un rischio calcolato! Cosa sappiamo che non siano stati condizionati mentalmente da qualche specie aliena di questo pianeta o peggio, siano caduti cercando di resistere? Niente e nessuno ci assicura che noi non faremo la loro stessa fine se non ci diamo una mossa!" disse Kays alzando la voce e puntando il dito in direzione della giungla.
Chase, in un impeto di irruenza, si rivolse direttamente al collega senza badare alle formalità dei loro gradi "Questa mi sembra proprio una scemenza! Non tutti vogliono ricondizionare menti o mangiarti! Esiste anche una piccola zona grigia in cui magari chi vive su questo dannato pianeta ha solo paura e vuole imparare a comunicare con noi: se fossero stati uccisi avremmo trovato quantomeno gli indumenti o tracce sparse per la foresta! Ti consiglio di andare a mettere la testa in acqua a rinfrescarti le idee..."
Kays fece per muoversi con fare iroso verso Chase, ma fu colto alla sprovvista dall'urlo del suo Capitano.
"BASTA COSÌ!" sbraitò Zukov sbattendo un pugno sul tavolo di canneto e facendo rovesciare una tazza di alluminio.
"Volete darvi un tono per l'amor del cielo? Siete ufficiali superiori, sono il primo ad essere preoccupato per il mio equipaggio, ma dobbiamo mantenere la calma. Ora..." disse il Capitano alzandosi "Come avrete notato la marea si sta alzando e seppellendo la Zen sempre di più."
Zukov indicò con il bastone la sua nave affossata con una stretta al cuore.. rimase in silenzio qualche secondo prima di continuare a parlare
"L'unica speranza è provare ad usare quel poco di energia residua della nave e fare una scansione della superficie. Visto come la marea avanza dovremo cercare di portare alla spiaggia tutto ciò che potremmo aver lasciato indietro dal nostro arrivo: cercheremo batterie, armi, altri materiali per costruire fonti di energia alternative, cibo, indumenti. Anche questa volta credo sia opportuno dividerci in modo tale da massimizzare la ricerca: qualcuno dovrà scendere in sala macchine a prendere materiali e batterie, mentre gli altri andranno verso la mensa e nei magazzini adibiti a cambusa e nelle stive superiori: dovremo recuperare tutto ciò che ci può servire per tirare avanti il più a lungo possibile fino all'arrivo dei soccorsi. Chi non farà parte dei team di ricerca rimarrà alla spiaggia a fare da sentinella al campo."
La Dottoressa T'Bin intervenne: "Capitano lei non può ancora muoversi, la sua caviglia è malridotta e le sconsiglio di..." Zukov alzò una mano nella sua direzione. "Non c'è' bisogno che me lo ricordi di nuovo, ma non posso rimanere seduto come un vecchio in pensione."
Chase prese la parola: "E Signore, come facciamo per quell'altra questione?"
"Dovremo stare lontano dai ponti bassi, specie dalle stive di carico. Entriamo, prendiamo quello che ci serve e usciamo"
All'improvviso, il gruppo fu interrotto da un grido animalesco che squarciò il silenzio dell'imbrunire. Proveniva a ovest da qualche parte dentro la giungla.
"Quanto è grande l'animale che produce un grido del genere?" domandò Chase.
Nessuno fece in tempo a replicare che il rumore, stavolta proveniente da est, si fece più forte.
Il suono, col passare dei secondi, si faceva più chiaro: non poteva essere di certo un animale, assomigliava di più ad una sirena accompagnata da suoni meccanici e catene sferraglianti.
"Se è uno solo, è troppo veloce... se sono più di uno, siamo spacciati" Kays prese il fucile phaser inserendo le batterie nell'alloggiamento.
Udirono ancora una volta il rumore seguito da una forte esplosione e grida di uomini: tutti presero a correre in direzione delle urla.
Arrivati dall'altro lato della spiaggia, una gigantesca nuvola di fumo nero si stagliava di fronte agli ufficiali: con quello che sembrava un tentacolo stava facendo penzolare uno dei membri dell'equipaggio ad almeno tre metri dal suolo.
Kays diede energia al fucile che si accese con sibilo: la cosa non piacque particolarmente al mostro di fumo che fulmineo allungò un tentacolo e scaraventando all'indietro il responsabile della sicurezza della USS Zen, facendogli cadere il fucile a terra.
Uno dei suoi uomini corse in direzione del fucile e lo raccolse sparando all'impazzata contro il fumo, ma i colpi gli passarono attraverso come niente.
Il mostro allungò nuovamente un tentacolo e strinse con forza l'uomo che emise un urlo di dolore, mentre veniva scagliato in tutte le direzioni con violenza fino a cadere, esanime, a terra ricoperto di ferite e tagli.
Zukov capì immediatamente che erano inermi ed urlò la ritirata a pieni polmoni: "Sparpagliatevi! Prendete le zattere o raggiungete la giungla!"
L'equipaggio della Zen prese a correre in tutte le direzioni..
Chase si inoltrò all'interno della giungla, spostando i rami e le foglie, sorreggendo Zukov.
Arrivarono ad un grande albero, il cui tronco nodoso si apriva formando una sorta di cantuccio, ricoperto di foglie, nel quale si nascosero e tesero le orecchie per sentire.
Il rumore meccanico si faceva sempre più lontano, ma pareva fosse ancora intorno a loro.
Ansimante per lo scatto della corsa, Dave prese una fronda e fece per spostarla per guardare meglio nella giungla, ma, tirando la liana, sentì un meccanismo scattare sotto di loro e, in un attimo, Chase ed il Capitano si ritrovarono a cadere lungo uno scivolo buio.
Atterrati violentemente su una superficie dura e fredda, Zukov emise un lamento sordo e si portò le braccia al fianco.
Chase, invece, collezionò una ferita alla nuca: sentiva il rivolo caldo di sangue scorrere alla base del collo che gli bruciava fortissimo, ma riuscì a mettersi in piedi.
"Capitano si sente bene?" domandò Dave, caricando la dinamo della torcia di emergenza, che teneva sempre con sé, per poi afferrarla fra i denti, illuminando la sagoma del superiore e tastando il fianco dolente "Non sono un bravo medico, Signore, ma credo che abbia una costola incrinata..."
"Solo una?? Tu dici?" esclamò il Capitano sarcastico "dai.. aiutami ad alzarmi".
I due si misero in piedi e Chase illuminò il corridoio: "dove diavolo siamo?"