03.10 " Il dono della sapienza "
di Maximilien Tracey, Pubblicato il 24-06-2014
Insulae di Kerelt - Sotterranei - Qualche minuto più tardi
Maximilien si voltò prontamente verso la fonte della voce ubicata alle sue spalle, estraendo la propria arma pronto a difendersi, ritrovandosi però davanti solamente il ghigno compiaciuto di uno uno dei locali. Benchè la totale mancanza di peli corporei e l'aspetto untuoso della pelle tipica degli indigeni gli rendessero particolarmente difficile collocarlo in una fascia di età, il Capitano Tracey ipotizzò dal suo portamento che si trattasse di un anziano.
"O forse ... - continuò l'alieno avvicinandosi lentamente. Solo allora Maximilien notò la spessa patina lattigginosa che ricopriva gli occhi del suo interlocutore - ... forse dovrei dire che ti aspettavo, pedina ..."
"Pedina? - gli fece eco il Capitano rinfoderando nuovamente la sua arma prima di avvicinrsi a sua volta di qualche passo verso la macilenta creatura - Pedina di chi?"
"Cardassia ... Federazione ... segli tu ... tanto una vale l'altra." replicò l'anziano indigeno sputando le parole con evidente disprezzo prima di prodursi in una risata catarrosa, interrotta solo da una serie di violenti colpi di tosse, talmente violenti da far pensare al Capitano Tracey che il vecchio non avrebbe potuto superarli.
"Questa è la tua convinzione, vecchio, convinzione che per inciso mi interessa ben poco ... - replicò acido Maximilien. Non c'era bisogno della sua metà betazoide per individuare nello sguardo vitreo dell'indigeno il suo disprezzo e questa sua sincerità aveva colpito il Capitano della USS Tokugawa. Nessuno dei locali si era espresso così sinceramente fino a quel momento, rimanendo emozionalmente distanti e limitandosi ad una malcelata diffidenza nei confronti dei visitatori - ... ma hai detto che mi stavi aspettando ... chi sei e come facevi a sapere che sarei arrivato qui?"
"Puoi chiamarmi Balen, se non ne puoi fare a meno..."
Insulae di Kerelt - Nei pressi dell'Infermeria d'emergenza - 16/06/2392 - Ore 19:05
"Abbiamo perso Alinor ..." affermò un indigeno dagli occhi infossati e la mano destra sepolta in profondità all'interno di una divisa da infermiere,mentre con l'altra sorreggeva un piccolo aggeggio non troppo dissimile ad uno di quei vecchi comunicatori in dotazione alla Flotta Stellare .
=^=L'Ambasciatore?=^= fu la laconica replica che invece restituì il comunicatore, la voce roca all'altro capo dell'apparecchio non sembrava affatto contenta di sentire ciò che il giovane aveva da dire.
"Perso ... - si limitò altrettanto laconicamente a rispondere l'indigeno, appoggiando la schiena alla parete dell'edificio ora adibito ad infermeria d'emergenza - ... un federale ... ha estratto l'impianto da Alinor e ha raggiunto i suoi portandosi dietro Mogawa ..."
Il suo interlocutore non rispose inizialmente alle parole dell'indigeno, ma l'atavico grido che venne trasmesso dal piccolo apparecchio assieme al rumore di qualcosa che si infrangeva in milioni di pezzi bastò per fargli capire quanto avesse gradito la notizia.
"Non c'è più tempo... - aggiunse poi glissando agilmente sulla sfuriata che aveva appena ascoltato, replicando in tono calmo e disteso - ... dobbiamo agire a carte scoperte ..."
=^= Bene ... - rispose via radio il suo interlocutore dopo essersi preso un paio di secondi per riguadagnare la calma perduta - ... contatta quell'idiota di Iren, digli di prepararsi. Io mi occuperò di isolarli completamente dalla loro nave. Mirak non tollererà altri fallimenti, mi sono spiegato?=^=
"Non preoccuparti ...- replicò nuovamente il giovane, estraendo la mano che fino ad allora aveva tenuto in tasca, estraendo con essa un'arma non troppo dissimile ad un coltello a farfalla terrestre per poi iniziare a giocherellarci con estrema destrezza - non fallirò"
USS Tokugawa, Sala Macchine - 16/06/2392 - Ore 19:10
Juliette si lasciò andare mollemente sulla sedia a cui era seduta, sospirando mesta mentre gettando indietro il collo si stropicciava la faccia con le mani. Era passata quasi mezz'ora da quando si era conto che il segnale che gli veniva restituito dal pianeta non proveniva dalla squadra sbarcata in precedenza, ma non era ancora riuscita ad oltrepassare quella barriera. Anzi, negli ultimi minuti la situazione era addirittura peggiorata e non riusciva nemmeno ad individuare la posizione dei componenti della squadra, men che meno riuscire a comunicare con loro.
Il Comandante Miller ora se la stava vedendo con il governo di Iridis con scarsi risultati a causa della loro naturale diffidenza, senza contare che probabilmente nemmeno i burocrati del governo centrale sapevano con esattezza cosa stesse accadendo sull'insulae ora come ora.
Osservò per un paio di secondi il soffitto della sala macchine mentre il pensiero volava ad Albert e, rapido e subdolo, il panico le attanagliò immediatamente il cuore in una morsa, come per imprigionarlo in una dolorosa gabbia fatta di spilli avvelenati.
Sospirò nuovamente, cercando di riguadagnare la calma perduta chiudendo gli occhi.
"Ce la farà ..." affermò a bassa voce, cercando di infondersi fiducia convincendosi della sua affermazione. Infondo Albert ce l'aveva sempre fatta, uscendo anche da situazioni ben peggiori senza nemmeno un graffio, o quasi. Doveva avere fiducia, in lui e nella divina provvidenza, ma soprattutto doveva riuscire a riattivare le comunicazioni con la squadra sbarcata sul pianeta.
Aprì di nuovo gli occhi, quasi si stesse risvegliando da un lungo sonno ristoratore con nuova determinazione e si rimise nuovamente al lavoro. Così come aveva fiducia in Albert, aveva fiducia anche nelle proprie capacità.
Insulae di Kerelt - Sala ricreazione - Contemporaneamente
"Rykhan a Tokugawa ..."
Nessuna risposta.
"Rykhan a Capitano Tracey, risponda per favore ..."
Anche questa volta, l'unica risposta che l'attraente ambasciatrice ottenne fu il silenzio.
Alinor la osservò sospirare mesta mentre gli altri occupanti della stanza sembravano ancora più irrequieti.
"Ci stanno tagliando fuori ... - affermò Hair inserendo qualche rapido comando sul suo tricorder - ... vuol dire che stanno passando all'attacco."
"E credo proprio che l'ambasciatore sia il loro bersaglio ... - affermò Vikram lanciando una rapida occhiata all'umano dai tratti orientali ancora privo di conoscenza, posizionato al fianco di dove era seduta Alinor -... dobbiamo predisporre un piano d'azione."
"La nostra priorità è l'ambasciatore. Avevo intenzione di trasportarlo al sicuro sulla nave ... - replicò Rykhan intervenendo nella conversazione - ... e di ritornare a riprenderci i nostri, ma a quanto sembra ci hanno battuti sul tempo ..."
Alinor smise in quel momento di ascoltarli, concentrando la sua attenzione sulla ferita aperta che aveva in mezzo al petto, esaminando poi il vischioso liquido violaceo quasi completamente rappreso dopo averlo raccolto con due delle sue dita affusolate assorta in una miriade di pensieri diversi. Ancora non ricordava nulla di quello che era successo dopo il suo arrivo in quel fatidico sotterraneo Beta Uno, ma ricordava bene che non era lontano, se si fossero diretti là forse avrebbero finalmente scoperto cosa stava accadendo. Sentì l'ambasciatore gemere al suo fianco e spostò lo sguardo su di lui, notando che lentamente stava aprendo gli occhi.
"Sta riprendendo conoscenza ..." affermò attirando l'attenzione di tutti su di lei e l'ambasciatore Mogawa.
Insulae di Kerelt - Sotterranei - Contemporaneamente
"Presto, Federazione ... - affermò Balen con astio. Dopo che gli aveva rivelato di essere un Federale il vecchio aveva semplicemente smesso di chiamarlo pedina per affibbiargli invece un altro nomignolo che Maximilién detestava ancor di più del primo. Ma quell'uomo lo incuriosiva e, in qualche modo, gli ispirava fiducia benché i suoi modi fossero perfino più rudi dei suoi. - ... dannazione, non vi addestrano ad essere più veloci in quella vostra stupida accademia?"
Il Capitano Tracey gli riservò un'occhiata tagliente. Dopo una breve e laconica presentazione davanti al relitto della Mykos, lo aveva seguito con la promessa che una volta arrivati a destinazione gli avrebbe rivelato quelli che Balen definiva "i veri segreti di Iridis". In quei pochi minuti intercorsi dal loro incontro quindi lo aveva seguito per angusti corridoi dismessi in cui l'anziano indigeno sembrava orientarsi con estrema agilità, benché fosse evidentemente ceco.
"No - replicò secco, aggiungendo poi una nota a dir poco sarcastica - siamo esploratori, non cavalli da corsa"
Balen non rispose, limitandosi ad uno sbuffo che Maximilien interpretò come l'incipit di una risata soffocata sul nascere e pensò che fosse il momento giusto per provare a sondare nuovamente il terreno.
"Cosa sai riguardo alla Mykos ..."
"Abbastanza... - lo interruppe secco l'anziano, fermandosi per una frazione di secondo, quasi per pensare come controbattere - ... abbastanza da starci il più lontano possibile."
Insulae di Kerelt - Nei pressi dei sotterranei - 16/06/2392 - Ore 19:15
John aveva seguito le indicazioni di Khaleesi alla lettera e ben presto si era ritrovato a vagare all'interno di corridoi che si inoltravano in profondità nella struttura, aggrovigliandosi e intersecandosi continuamente uno con l'altro. Con tutta probabilità quella era la parte più vecchia della struttura, risalente al periodo antecedente al relativamente recente boom economico-industriale del pianeta avvenuto un centinaio di anni prima, quantomeno a giudicare dai materiali utilizzati e dalla loro usura. Qua e là piccole toppe e innesti di materiali più recenti facevano capolino producendo uno strano connubio di vecchio e nuovo che affascinò enormemente l'Ufficiale Scientifico della nave.
*Impressionante come l'architettura locale sia cambiata nel giro di appena un secolo...*
Osservò per un attimo il proprio strumento per verificare la strada che doveva prendere quando sentì dei passi in avvicinamento, assieme ad alcune voci. Istintivamente si nascose dietro uno dei tanti svincoli in quella parte di struttura cercando di guadagnare una posizione dove potesse vedere chi si stava avvicinando senza però essere visto da loro.
"L'avevo detto io che dovevamo essere più rapidi. - sentì dire una delle voci - ora ci tocca andare a stanarli in giro per questo postaccio..."
"Dovresti essere contento. - replicò un'altra voce decisamente più stentorea- Non ci capita spesso di poter giocare al gatto col topo in questo modo..."
Sporgendosi lievemente di più verso l'angolo della parete dietro cui si era rifugiato, Carpenter riuscì finalmente a scorgere con la coda dell'occhio i due umanoidi in avvicinamento.
*Cardassiani! - pensò, riconoscendo la famigliare fisionomia delle due figure - Cosa diavolo...*
I suoi pensieri però vennero interrotti da una mano che gli si poggiò lentamente sulla spalla.
Insulae di Kerelt - Sotterranei - Pochi attimi dopo
"Eccoci ..." affermò l'anziano indigeno arrivato in quello a Maximilién non sembrò altro che un enorme spazio vuoto.
"Eccoci dove? - replicò il Capitano guardandosi intorno - Io non vedo altro che uno spazio vuoto"
"Questo è l'unico posto dove l'Ordine Ossidiano non ti troverà, Federazione ..."
"L'Ordine Ossidiano!? - Maximilien quasi urlò quelle parole volgendosi di colpo verso Balen - Cosa diavolo stai dicendo vecchio?"
"Sto dicendo che ti ho appena salvato quelle tue luride chiappette inamidate! - L'anziano urlò in faccia al Capitano, fissando però il vuoto con i suoi occhi biancastri - Sto dicendo che i Cardassiani e il loro stupido Ordine Ossidiano vi stanno dando la caccia, pezzo di idiota!"
Maximilien rimase basito per una manciata di secondi. Balen non diceva bugie, o quantomeno era convinto che quello che stava dicendo era la verità, l'anziano però sembrò invece utilizzare quel breve lasso di tempo per mettere in funzione gli ingranaggi del suo vecchio cervello.
"Oh... - affermò l'anziano prima di prodursi in una sonora risata, marcia e malata come e forse più della precedente - ... vuoi forse dire che la tua Federazione non ti ha effettivamente detto nulla su quello che sta accadendo su questo pianeta?"
"Erano informazioni riservate che potevo rivelare solo in caso di effettiva necessità. - una suadente voce femminile proveniente dalle spalle del Capitano rispose alla domanda dell'anziano Balen e voltandosi Maximilien non potè far a meno di notare la fluente chioma dell'ambasciatore Rykhan e, dietro di lei, l'interezza del suo team di sbarco, più un paio di aggiunte. Alinor e l'Ambasciatore Mogawa - Mi dispiace averglielo tenuto nascosto fino ad ora."
"Lei vuol dire - stavolta era il Capitano Tracey a gridare come un ossesso, furente, puntando il suo indice accusatore contro la bella ambasciatrice - che sapeva tutto ?! che sta mettendo volontariamente a repentaglio le vite del mio equipaggio per ..."
"Ordini superiori ... - tagliò corto Rykhan, interrompendolo - finchè non avessi avuto conferma di ciò che stava realmente accadendo qui."
"E che cosa di grazia sta accadendo qui?" domandò ancora più furente il Capitano Tracey allargando le braccia. Per un attimo, Hair ebbe il presentimento che il Capitano in preda alla furia avrebbe tirato un malrovescio alla povera ambasciatrice, ma ciò non accadde.
"Succede che questo mondo si sta auto distruggendo... - replicò la donna glissando con noncuranza sull'atteggiamento del mezzosangue betazione - ... il mio compito è impedire che i cardassiani sferrino il colpo di grazia, ma è anche quello di riparare al danno, in quanto è colpa nostra..."
"Colpa nostra? - sbottò nuovamente il Capitano, con molta più calma però che in precedenza - come sarebbe a dire che è colpa nostra?"
"Sarebbe a dire ... - un'altra voce, calma e cordiale, priva di un particolare tono rimbombò all'interno dello spazio vuoto. Maximilien voltandosi vide avvicinarsi un piccolo nugolo di nativi dagli strani lineamenti, al cui centro torreggiava la figura di una vulcaniana di mezza età o poco più vecchia. Il taglio e il colore della vecchia uniforme appartenente all'era del leggendario Kirk che la donna indossava la identificavano come un guardiamarina della sezione sicurezza - ... che è stata la Mykos centoventicinque anni fa a mettere in moto questi eventi."