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USS TOKUGAWA - MISSIONE 03 RSS USS TOKUGAWA - Missione 03

03.09 " La Memoria della Pietra "

di Raji Vikram, Pubblicato il 24-06-2014

Pianeta Iridis, Insulae di Kerelt, sala ricreazione - 16/06/2392, ore 18:44



L'ambasciatore Rykhan aveva lo sguardo che vagava nervosamente nella sala. Da quando Tracey, Carpenter ed Hair erano usciti si era chiusa in un silenzio che  tanto assomigliava alla quiete che anticipa la tempesta.
Il Tenente comandante Vikram sentiva comunque il bisogno quasi impellente di confrontarsi con l'ambasciatore. Il sospetto che stava nascendo in lui era che  la Federazione fosse coinvolta in qualche cosa di più grande che riguardava  l'ammissione alla Federazione del pianeta Iridis e che i recenti accadimenti  fossero solo la punta dell'iceberg
"Ambasciatore, posso...permettermi una domanda?" chiese, mentre il suo sguardo  scendeva sul corpo perfetto della donna
Lei, senza neppure girare il capo verso il capo Ops, fece un cenno d'assensocon la mano
"Come è nata l'istanza di ammissione di Iridis alla federazione?...intendo, è nato dal governo centrale delle insulae oppure si è approcciata la Federazione per prima?"
L'ambasciatore rimase un attimo interdetta "Qual è lo scopo della sua domanda, Tenente?" disse con tono tagliente e freddo.
Vikram si passò la mano sui capelli, imbarazzato "Vede, non capisco quale interessa possa avere un pianeta profondamente isolazionista ad entrare nella cosmopolita federazione, tantomeno non riesco a trovare quali guadagni possa avere la Federazione nell'avere come membro un pianeta con difficoltà crescenti  ambientali e una tecnologia....non poi così allineata con quella della Flotta  Stellare...."
Lei sorrise e rimase qualche secondo in silenzio. Momenti che parvero un'eternità per Raji, che già si immaginava deportato in qualche ufficio logistico di un remoto avamposto federale.
"Ho letto il suo curriculum attentamente e la sua domanda, in realtà, non doveva...stupirmi. Ha una certa predisposizione all'empatia e alla valutazione intuitiva."
Raji sorrise, non capendo quale gioco stesse ora giocando Rykhan "Si chiama Kochmà secondo la mistica ebraica terrestre. E' una sorta di capacità di cogliere...gli aspetti generali."
"Lei però non è di origini ebraiche?" domandò provocatoriamente l'ambasciatore
"Lo era mio padre. Io in realtà avrei...origini indiane, quindi più vicine alla filosofica islamica....ma questo è un altro tema"
Rykhan fece un sospiro "Si tratta di...' un altro tema', anche nel caso di Iridis"
"Può parlarmene?" chiese il capo OPS, con tono delicato
Lei fece un cenno con il capo "giunti a questo punto, con la vita di Mogawa inpericolo e noi prigionieri...della nostra stessa bramosia....direi proprio di sì"


Insulae di Kerelt, Sala secondaria di controllo sensori interni - 16/06/2392, ore 18:48



John Carpenter comprese come le parole della giovane Khaleesi fossero profondamente vere. 
"Ma non avete sospetti? Chi può essere dietro queste azioni di mistificazione e inganno? A quale scopo?"
La ragazza abbassò il capo "Credo che una certa fazione non desideri che Iridis entri nella Federazione.."
*tutto qua?* pensò tra sè l'ufficiale scientifico. Dovevano esserci altri elementi, oltre a semplici lotte interne tra diverse fazioni politiche di Iridis.
"Puoi raccontarmi qualcosa in più...su questi improvvisi cambi di comportamento delle persone? Lei fece un cenno d'assenso "Conoscevo un ragazzo, un amministrativo assistente del Mekhta, a dire il vero...uscivamo insieme. Un giorno mi disse di aver scoperto qualcosa di anomalo in un alcune partite di fornitura di approvvigionamenti Aveva deciso di dare un'occhiata direttamente nei magazzini.... Poi quando lo rincontrai, non mi salutò neppure, era come se non mi conoscesse"
*interessante. Un qualche tipo di condizionamento* rimuginò John. "Riesci ad indicarmi...la posizione di questi magazzini?" chiese, sapendo tra sè che si stava mettendo senza alcun dubbio nei guai.

Insulae di Kerelt, infermeria d'emergenza - Contemporaneamente



Per essere il capo ingegnere Albert non poteva trovare una cosa più interessante dello strano oggetto che teneva tra le mani. Il cilindro metallico, lievemente striato ai bordi del colore lilla del sangue dei nativi di Iridis, stava nel palmo della mano ed emetteva una luce ad intermittenza, come se ricevesse impulsi da distanza. Data la sua esperienza era stato in grado di riconoscere prontamente l'origine di quel manufatto, ma ora il difficile era capirne la funzione. La donna, immobilizzata a terra, farfugliò qualcosa. Lui si avvicinò
"Che cosa ha da dirmi, oltre al fatto che stava cercando di uccidere il nostro ambasciatore?" chiese con freddezza Hair.
La donna, dal cui naso uscì un sottile flusso di sangue lilla, ripetè "..dove mi trovo? che cosa succede?.."
Eppure l'estrazione dal petto del suo dispositivo non poteva averle arrecato anche danni mentali. Sembrava confusa, disorientata, come se...non fosse più in lei.
"Si ricorda come si chiama?"
"...A..A..Alinor" disse incerta "Ma non...so dire come sono finita in infermeria"
"Con un camice medico, inoltre" aggiunse con sarcasmo il capo ingegnere piuttosto basito di quanto stesse accadendo,
"Ricordo solo...che ero stata nel sotterraneo Beta1, e poi...non ricordo più nulla"
Albert alzò un sopracciglio e passò il tricorder attorno all'oggetto. C'era un flusso di energia in entrata e uscita. Quindi qualcosa o qualcuno stava scambiando informazioni da remoto con quel cilindro
"Che cosa è...quello?" chiese Alinor indicando il cilindro. Albert inclinò il capo "Se la sente di venire con me?" chiese lanciando uno sguardo a Mogawa, ora sedato sul lettino, in condizioni stazionarie.

Insulae di Kerelt, Sotterranei - 16/06/2392, ore 18:48



Maximillien aveva seguito in parte il suo istinto, in parte alcune tracce anomale energetiche che uscivano dall'infermeria, dove doveva esserci l'ambasciatore Megawa, e si disperdevano verso i piani più bassi, con un anomalo effetto a raggiera, incrementandosi con la discesa di livello. Si era staccato da Hair e Carpenter e, muovendosi come era abituato a fare nella situazioni critiche con grande circospezione era riuscito a giungere nei pressi di un grande portello metallico che si apriva nel mezzo delle pietre, probabilmente scogli affiorati, su cui poggiava l'intera costruzione dell'insulae. Il problema era come poter aprire questo portello. Le emissioni energetiche oltre tale barriera sembravano essere molto forti, come se un potente generatore fosse ospitato nelle viscere di Kerelt. La situazione lo intrigava al punto che dentro di sè era certo che non avrebbe rinunciato a scoprire che cosa fosse celato al di là del portello.
Non c'erano però placche di controllo esterne della porta e neppure sistemi di diagnostica. Tutto appariva come partorìto dalla roccia stessa e con essa fuso in un intricato nocciolo di tecnologia e biologia. Inaspettatamente affascinante per il popolo dalle limitate risorse come quello di Idris.
Appoggiò la mano sulla porta e di colpo fu respinto lontano da un campo di contenimento molto potente. I dati di emissioni di energia avevano di fatto occultato questo campo di sicurezza.
La situazione si faceva ancora più interessante, pensava Tracey mentre si rialzava da terra pulendosi la divisa dalla sabbia: ciò che la porta custodiva doveva essere di grande importanza e se c'era un campo di sicurezza, da qualche parte all'esterno doveva esserci necessariamente un emettitore. 
Maxmillien sorrise, sapendo di aver intravisto la vittoria.

Pianeta Iridis, Insulae di Kerelt, sala ricreazione - 16/06/2392, ore 18:49



"Iridis è un pianeta particolare. Si trova in una posizione...particolare. Ambito da Cardassia e dalla Federazione. Apparentemente con poche risorse, ma con un grande...potenziale" disse Rykhan pensierosa "Quando la Federazione entrò in contatto per la prima volta con il governo Iridis si accorse di un aspetto alquanto anomalo. Mentre la popolazione viveva in condizioni mediamente agiate, senza grosse tensioni sociali e una ricchezza procapite non bassa, il pianeta in realtà aveva ben poche risorse. Questo incuriosì molto l'ammiragliato che mandarono l'intelligence ad indagare sotto copertura"
Raji sentì una lieve agitazione che stava sorgendo in lui
"E che cosa scoprirono?"
Rykhan sorrise "inizialmente poco, in quanto gli agenti inviati scomparvero, o meglio, smisero di fare rapporti. La cosa ovviamente insospettì a tal punto i vertici della Federazione che decisero di indagare in modo più approfondito..."
"In che termini, ambasciatore"
"Questo non posso rivelarlo. Posso solo confermarle che gli agenti inviati 
erano ancora vivi....ma non erano mentalmente più loro. Avevano subito una sorta di condizionamento"
Raji fece un cenno d'assenso, catturato dallo sviluppo della situazione " Però i nuovi metodi, diciamo, individuati dalla Federazione per carpire informazioni iniziarono, seppur lentamente, a dare i loro frutti. Le faccio io ora una domanda: secondo lei che cosa può dare tanto vantaggio ad un popolo privo di risorse, per poter garantire anche una florida economia?"
il Tenente comandante Vikram alzò le spalle "...il mito di Prometeo"
Lei scoppiò a ridere, quasi compiaciuta "Se non fosse un uomo sposato la inviterei ad uscire a cena. E' in grado di dire la cosa giusta, senza mezzi termini"
Lui arrossì mentre la donna proseguiva il racconto "Proprio così...una fonte di energia. Una nuova risorsa, aggiungo io, mai conosciuta prima e sviluppata da anni...dalla popolazione di Iridis"
Raji rimase perplesso "Questo però contrasta con il livello tecnologico"
"E' proprio questo il punto" disse Rykhan e in quel momento venne interrotta dalla porta della sala ricreativa che si apriva con un leggero soffio d'aria.
Entrò Hair, che portava sulle spalle un corpo umano, seguito da una ragazza ferita
"Che cosa succede?" chiese Vikram
"Ho salvato l'ambasciatore, ho trovato qualcosa di importante e...anche un alleato" disse con ironia lanciando uno sguardo ad Alinor.
"In che condizioni si trova l'Ambasciatore?" chiese Rykhan con voce tesa Hair scosse il capo "Stando alle letture biomediche che ho rilevato in infermeria è in condizioni stabili. E' stato.....sedato da lei"
Gli occhi dei presenti si voltarono verso la ragazza dalla divisa squarciata nel petto e macchiata di sangue "Ma non doveva essere un'alleata?" chiese Vikram
"Lo sono. Sono qui per aiutarvi"
Hair intervenne mostrando ai presenti lo strano cilindro "Dopo che le ho estratto dal petto questo dispositivo è tornata in possesso delle sua reali facoltà. Credo sia parte di un sofisticato sistema di controllo della personalità."
Vikram fece un cenno con il capo "In poche parole...condizionamento" disse pensando alle recenti parole di Rykhan "Ma chi può essere stato? A quale scopo?"
Rykhan diede un colpo di tosse "E' giunto il momento che vi metta tutti al corrente di qualche altra informazione" i presenti si voltarono incuriositi
"Ma prima di iniziare vorrei proprio sapere dove sia finito il vostro capitano"

Insulae di Kerelt, Sotterranei - 16/06/2392, ore 19:00



Era stato inutile cercare alcun dispositivo nelle pareti rocciose degli scogli. Il soffitto era anch'esso un aggregato di stalattiti e ammassi informi. Che altro rimaneva da valutare? pensò tra sè il capitano Tracey. Inclinò lo sguardo verso il terreno e si accorse che, in modo invece innaturale, rispetto alle altre superfici, era connotato da una conformazione rocciosa con striature e infinitesime cabalette artificiali. Si avvicinò per guardare meglio, mettendosi a carponi, e si accorse che le scanalature erano costituire da sottile bande metalliche, ormai opacizzate che ben si confondevano con il terreno e le ombre proiettato. Si alzò e cercò di avere una visione più completa e pota constatare che le cabalette assumevano la configurazioni di raggi che uscivano da un certo punto del terreno. Si avvicinò e il centro individuato era una piccola borchia metallica. La guardò con maggiore attenzione. Conosceva la tecnologia. Era federale. Era un hup di controllo di un emettitore. Scosse il capo sempre più incuriosito. 
C'era solo un modo per scoprire perché Iridis stesse usando tecnologia federale. Puntò il phaser alla massima potenza sulla piccola borchia. "Addio segreti" disse a voce alta, mentre un sottile raggio colpì perfettamente il bersaglio. La raggiera di cabalette si irradiò di una luce opalescente e di colpo la porta si aprì lentamente, con un sordo rumore di ferraglia e antichi manufatti che si muovevano dopo tanti anni. 
Subito Tracey si diresse verso ciò che stava al di là della porta. Regnava una profonda oscurità, che ammantava in modo indistinto tutto ciò che veniva tanto segretamente celato. 
Tranne, forse, la cosa più interessante che Tracey aveva visto da tanto tempo.
Nel centro della buia sala, sorgeva una gigantesca struttura metallica 
biancastra di profilo circolare. Qua e là il profilo era stato lesionato e ora ne restava visibile solo una parte. 
Ma pur sempre sufficiente da poter essere riconosciuta da Maximillien. 
Al centro del profilo a disco, sorgeva una scritta. Caratteri umani. Ancora leggibile in una ormai antica vernice nera: USS Mykos NCC6705.
Tracey era senza fiato. Era un nave della Federazione. Probabilmente il numero di matricola risaliva al 2260 o 80 circa. Ai primi viaggi quinquennali. Scosse il capo ed osò entrare nell'oscurità, come catturato dalla meraviglia di un simile reperto.
Fece un paio di passi verso l'enorme disco che sembrava incastrato verticalmente nel pavimento, quando una voce la raggiunse
"Vi aspettavo" disse con tono profondo.