03.08 " Rivelazioni "
di Albert K. Hair, Pubblicato il 24-06-2014
Insulae di Kerelt, infermeria d'emergenza - 16/06/2392, ore 18:31
La strana figura femminile con la pelle perlacea e le iridi con riflessi viola era riuscita con non poche difficoltà a convincere il medico di turno e i suoi infermieri che lei era un'esperta nel campo dell'esomedicina e che non aveva bisogno di nessun altro per riuscire a trattare l'Ambasciatore terrestre ferito alla parte inferiore del corpo.
Richiuse finalmente dietro di sé la porta della camera e cominciò a girare intorno al corpo sdraiato di schiena di Mogawa.
Gli occhi di quest'ultimo la seguivano con una punta di terrore. Era indeciso se abbandonarsi alla donna fidandosi di ciò che aveva detto fino a quel momento o se iniziare a preoccuparsi seriamente per la sua incolumità.
Insulae di Kerelt, Sala secondaria di controllo sensori interni - 16/06/2392, ore 18:34
Carpenter era riuscito ad interfacciare il suo padd con la griglia dei sensori interni e si accorse che erano davvero fuori uso. La riparazione sarebbe stata una bella seccatura per i tecnici addetti ma il terrestre aveva anche già diagnosticato il problema. A lui servivano i sensori e decise che se ne sarebbe fregato delle conseguenze di un'eventuale accusa di interferenza negli affari di una razza aliena. In fondo erano alla ricerca di un Ambasciatore della Federazione che, dai dati raccolti fino a quel momento, sembrava essere in pericolo.
Chiamò a se Khaleesi e le spiegò quali fossero i problemi della griglia. Questa all'inizio si stupì per la celerità con la quale Carpenter ebbe scovato il problema ma poi, capendo che la tecnologia della Federazione era davvero avanzata, mise due dei suoi tecnici a lavorare su una console nella sala e ne mandò altri due in una sala nell'altro corridoio per il completamento dell'azione.
"Tenente Comandante Carpenter, se mi posso permettere, c'è una cosa che mi lascia molto perplessa."
"La lascio continuare se mi chiama John." replicò il terrestre con un sorriso.
Khaleesi rispose al sorriso e continuò: "Bene, John, il guasto che lei ha rilevato è complicato da risolvere ma credo che ci riusciremo con gli uomini che abbiamo a disposizione, però di certo non è stato causato dalle condizioni climatiche."
"Ah, no? E come giustifica la sua affermazione?"
"Noi abbiamo delle tempeste parecchio violente su questo pianeta, e questa è sì una delle più violente ma non è né anomala, né la più violenta che c'è stata negli ultimi anni. Di media una volta ogni quasi tre anni c'è una tempesta di questo tipo."
"Continui..."
"I nostri sistemi, quindi, sono costruiti con una certa robustezza e con ridondanze decisamente abbondanti."
"Certo, per evitare che il malfunzionamento di un'apparecchiatura blocchi tutti i sistemi, questa viene replicata da un sistema di backup o da una serie di accorgimenti perché l'apporto che dovrebbe fornire venga mantenuto costante da altri apparati."
"Esattamente. Non dovevo neanche spiegarglielo, probabilmente. Ma ecco cos'è successo: il malfunzionamento di questo generatore per la griglia dei sensori interni avrebbe dovuto far entrare in linea un sistema di backup, che però non è entrato in funzione per un calo di energia che, contemporaneamente, ha fatto andare in crisi la schermatura in alcune zone di quest'Insulae. Certo, può essere una coincidenza ma io credo poco alle coincidenze, specie quando i sistemi energetici che sono quelli progettati con più attenzione in previsione di questi eventi non vengono adeguatamente supportati dalle ridondanze che invece vanno fuori linea."
John capì che non aveva a che fare con dei novellini e che la sua prima impressione era sbagliata.
"Lei mi sta parlando di sabotaggio. Visto che si è fidata fino a questo punto di me, voglio fidarmi anch'io. Da quando sono su questo pianeta ho la netta sensazione che ci sia in atto un'opera di travisamento della realtà, come se qualcuno stesse complottando per fare in modo che nessuno della Federazione sia nei paraggi mentre continua le proprie attività con più libertà."
"Qualcuno di noi ha la stessa sensazione ma evita di fare troppe domande perché chi lo fa... diciamo che poi non sembra più se stesso."
Insulae di Kerelt, nei pressi dell'infermeria d'emergenza - 16/06/2392, ore 18:39
Albert stava girando con circospezione i corridoi quando, dopo essersi nascosto per aver sentito un gruppo di persone che si allontanavano, scandagliò la zona con il suo PADD e rilevò tracce di vita umane nei dintorni. Era arrivato nei pressi di una porta doppia, chiusa, e non sapeva esattamente il da farsi. Temeva che comunicare a voce con Carpenter o il Capitano potesse tradirlo e quindi si avvicinò per captare meglio i segnali che gli arrivavano dall'ambiente circostante ma soprattutto dalla stanza che aveva vicino. C'erano due segnali vitali e, anche se uno di questi era indubitabilmente umano, l'altro lo lasciava perplesso perché era sì un segnale che dava conto di una presenza iridiana nella stanza ma era troppo... perfetta. Una cosa era certa, però. I segnali di vita del terrestre erano parecchio sballati e in qualche misura critici, quindi decise di agire. Trasmise a Carpenter e al capitano ciò che aveva registrato con il PADD e tentò di aprire la porta. Questa era serrata e allora sparò con il phaser alla serratura.
All'interno della stanza vide il corpo dell'Ambasciatore su un tavolo ma nessuna traccia dell'altra persona che avrebbe dovuto essere lì con lui.
USS Tokugawa, Sala Macchine - 16/06/2392, ore 18:40
"Lind a Plancia." comunicò con voce eccitata.
=^=Qui Plancia.=^= rispose il Primo Ufficiale. =^=Ha trovato qualcosa?=^=
"Ciò che abbiamo ricevuto dai nostri comunicatori non arrivavano effettivamente da loro. Il segnale era troppo perfetto e troppo pulito. Ciò che è effettivamente stato ricevuto era un segnale che replicava praticamente in tutto le nostre caratteristiche di trasmissione ma che non era generato dai nostri comunicatori."
=^=Questo vuol dire che...=^= Ma Juliette non lo fece proseguire: "La trasmissione che abbiamo ricevuto è arrivata sì dal pianeta ma da un ripetitore che ha re-indirizzato un segnale proveniente dall'orbita. I nostri sono in pericolo!"
USS Tokugawa, Plancia - Contemporaneamente
"Sì, lo capisco ma non facciamoci prendere dal panico. Finché non diamo l'impressione di aver scoperto l'inganno credo che i nostri non subiranno nessuna conseguenza."
=^=Comandante, ho un'idea.=^= propose Lind.
"Mi dica..."
=^=La posizione dell'orbita che ho rilevato a questo punto potrebbe essere cambiata. Se noi inviamo una comunicazione ai nostri a terra, chiunque intercetti e ci risponda deve comunque generare una nuova comunicazione. Potrei rilevare la posizione e noi potremmo agire di conseguenza.=^=
"Sì, l'idea mi piace. La terremo in serbo per quando avremo l'estremo bisogno di intervenire su chiunque ci stia tenendo d'occhio. Per ora non vorrei scatenare una crisi diplomatica. Si prepari all'azione, comunque."
=^=Sì, signore...=^= rispose un po' affranta Juliette.
Insulae di Kerelt, infermeria d'emergenza - Contemporaneamente
Albert teneva la braccia davanti al viso incrociando i polsi nel tentativo di tenere lontana la lama che stava avvicinandosi inesorabilmente ai suoi occhi. La donna usava tutto il suo peso per far scendere, centimetro dopo centimetro, il bisturi verso il viso del terrestre. L'Ingegnere Capo si era già trovato in situazioni simili e malediva la sua sfortuna perché, qualunque fosse la razza dell'aliena che lo stava tenendo sotto minaccia, la natura le aveva conferito un peso corporeo di più di 90kg. Hair inarcò la schiena con un grande sforzo e, facendo scendere e rialzare il bacino di colpo, fece perdere l'equilibrio alla donna. Con un braccio libero riuscì a bloccare il polso del braccio che brandiva il bisturi e lo torse fino a sentire un rumore secco nell'articolazione del gomito. La donna urlò di dolore e lasciò cadere la lama. Albert riuscì a sopraffarla e la bloccò con la faccia a terra. Fece una striscia di tela dal lenzuolo che si trovava nella stanza e bloccò i piedi dell'aliena al tavolo su cui giaceva l'Ambasciatore. Non contento, legò anche il braccio sano alla gamba del tavolo. Ora era seduta in una posizione innaturale, bloccata al tavolo. Albert non ebbe molta pena del dolore dell'aliena e riprese possesso del phaser. Mentre la teneva sotto tiro, con il PADD iniziò a scandagliare prima l'Ambiasciatore e poi, vedendo che quest'ultimo era in un certo senso stabilizzato, la donna. Ancora i segni vitali erano troppo perfettamente iridiani per cui impostò il PADD per una scansione delle fonti energetiche. Individuò un punto al centro del petto. Con il bisturi fece un'incisione sulla tuta della donna, rivelando parte della pelle e dei seni, e scoprì una protuberanza proprio nell'incavo degli stessi. Stava per avvicinarsi con il bisturi quando la donna tentò di ripararsi con il braccio leso, non senza una smorfia di dolore sul viso.
"O mi lascia fare o le sparo. Non avendo ancora capito la razza a cui appartiene potrei anche sbagliare dosaggio e potrebbe non rimanere stordita."
A quel punto lei si arrese e lasciò che Hair operasse. L'estrazione non fu priva di dolore ma l'oggetto cilindrico recuperato, largo circa 1 centimetro e lungo 4, era davvero interessante. Portava segni che, per Albert, erano facili da interpretare. Cardassiano.