01.09 " Hide and Seek "
di Suri figlia di Kellam , Pubblicato il 26-05-2014
Pianeta Ocampa - Ultimo livello - Ore 23:30
"Direi che siamo arrivati. - mormorò il Tenente Volkoff - Quello non può essere che il manufatto."
La colonna emanava un rumore sordo, simile al ronzio dei motori a curvatura, che si accordava stranamente ai fasci di luce verde che percorrevano l'enorme caverna, inquadrando a tratti le carcasse di dozzine di navi abbandonate sul terreno. Con quelle che avevano già visto alle pareti del magazzino alle loro spalle, dovevano essere almeno un centinaio, calcolò l'Ufficiale Scientifico.
Non poteva fare a meno di trovare inquietante quella vista. Come potevano essere arrivate quelle navi, lì sotto? Quanti prigionieri erano passati per le celle che loro avevano appena lasciato?
E? che fine avevano fatto quei prigionieri?
"Già. Questo in effetti è preoccupante, non vi pare?"
Tynan si girò. Rexon era rimasto dietro di lui.
Il talassiano avanzò di un passo, andando ad appoggiarsi sulla ringhiera che li separava dalla caverna principale. La luce verde emanata dalla colonna approfondiva le rughe sulla fronte dell'uomo, che adesso sembrava più vecchio di quanto gli fosse apparso prima.
"Che vuol dire?" domandò Tynan.
Istintivamente aveva abbassato la voce.
Rexon sospirò.
"Se ho ben capito la situazione, quello che abbiamo di fronte è il cuore pulsante del pianeta. - disse, accennando con un dito al manufatto - Ho passato molti anni in giro per il Quadrante, ma pensavo di passarne molti altri prima di incontrare una specie che tenesse così poco alle proprie risorse energetiche al punto da lasciarle praticamente incustodite. Siamo entrati qui dentro senza quasi incontrare resistenza. Possibile che non ci sia nessuno di guardia? Nessun sistema anti intrusione nel magazzino?"
"Ha ragione. - riconobbe Tynan - Trovare questo posto è stato fin troppo facile."
"In ogni caso, non possiamo fermarci qui. - disse Volkoff - Il piccolo trucco olografico che ho usato non potrà depistare i nostri inseguitori ancora a lungo. Comandante, sarà meglio informare il Capitano che abbiamo trovato il manufatto."
Tynan batté i denti e toccò il lato del collo dove il russo aveva inserito l'impianto sottocutaneo.
Il dolore causato dall'impianto non era diminuito che in parte.
=^= Comandante Tynan a Curie? - chiamò - ?Comandante a Capitano Suri? Mi ricevete? Mi ricevete? =^=
Il russo si voltò a fissarlo, avvertendo l'urgenza nella voce dell'ufficiale scientifico. Tynan scosse la testa.
"Non può essersi già esaurita l'energia dell'impianto!" reagì il Capo Sicurezza della Baffin.
"Non sento più niente da quando siamo entrati in questo magazzino." disse il trill.
Guardò il russo premere inutilmente il proprio comunicatore.
"Forse questo posto non è indifeso come ci sembrava prima." commentò Rexon, tornando a guardare verso la caverna.
"O forse i Kazon ci stanno arrivando addosso. - replicò Volkoff - Dobbiamo toglierci da qui, e subito!"
Tynan si guardò intorno.
"Da questa parte!" corse in direzione di un punto della ringhiera e la valicò, calandosi sul tetto di una nave abbandonata. Si tenne aggrappato alla ringhiera per cercare una presa solida sul titanio polveroso della nave, che appariva in equilibrio precario.
"Buona idea?" approvò il Tenente Volkoff, calandosi a sua volta.
Il peso del russo fece vibrare le strutture metalliche.
"Sicuro che sia una buona idea? - il talassiano non sembrava affatto convinto - Deve esserci un altro modo per arrivare al manufatto. Voglio dire: gli Ocampa ed i Kazon dovrebbero avere messo un ascensore, forse anche una scala?"
"Se vuoi restare a cercarlo da lassù?" gli gridò Tynan, chinandosi per farsi scivolare lungo la superficie pendente.
Il rumore gli fece quasi perdere l'equilibrio. Voci laceranti attraversarono l'aria riecheggiando nell'immenso vuoto della caverna, arrivando a lui intraducibili e centuplicate.
"Ci hanno trovato!"
Sentì Volkoff lanciare una esclamazione, per poi slanciarsi attraverso la nave. Abbandonando ogni precauzione, Tynan si gettò in avanti, cercando un qualunque riparo.
Il tetto vibrò ancora sotto il peso del talassiano saltato dalla ringhiera, facendo barcollare il trill mentre cercava di raggiungere Volkoff al bordo del tetto. Il russo si era girato, sdraiandosi sul bordo del tetto ed estraendo il phaser dalla cintura urlò "Vi copro! Buttatevi giù. A terra!"
Il russo premette il contatto del phaser. Lo premette ancora. Una interiezione salì alle labbra di Volkoff mentre l'arma rimaneva muta e l'aria era riempita dalle urla dei Kazon che li inseguivano.
Tynan afferrò il russo per una spalla.
"Lascia perdere! Non hai capito? Qui non funzionano le armi ad energia! Non vicino al manufatto! - gridò - Ma neanche loro possono spararci!"
Si sporse oltre il bordo: il terreno era ad almeno tre metri di distanza dalla loro posizione. L'Ufficiale Scientifico si afferrò al bordo e stringendo i denti si fece cadere, cercando di attutire l'impatto con la roccia.
USS Baffin - Sala riunioni 1 - Ore 23:32
La porta della sala riunioni si aprì con un breve sussurro. Enizia alzò lo sguardo ad incontrare il volto allarmato del Comandante Thurax. Dietro di lui apparve il Capo Ingegnere. L'uomo fece per parlare, ma l'andoriana gli fece cenno di attendere ed interruppe la comunicazione olografica con l'altra nave. Le ombre del Capitano Suri e della Kazon scomparvero dalla sala, rimpiazzate dalle piastre nere dei proiettori olografici.
"Che succede?" domandò il Capitano.
"Dobbiamo andarcene da qui, Capitano."
La voce di Alan Brown non voleva suonare allarmata, ma non poteva fare a meno di mostrare la sua preoccupazione. L'uomo si avvicinò allo schermo centrale. Senza attendere un ordine, il Capo Ingegnere premette dei pulsanti sulla consolle di comando.
"Questi sono i risultati degli ultimi test. Ho pensato fosse meglio farglieli vedere di persona."
Le antenne del Capitano Enizia vibrarono leggermente mentre si avvicinava al monitor. Alle sue spalle si pose il Consigliere.
"I livelli di perdita di energia sono stati in costante diminuzione per ore. Negli ultimi minuti, sono aumentati in maniera esponenziale. - riferì l'uomo - Di questo passo, la nave non avrà energia per scudi ed armi entro venti minuti. Ancora tre ore, e non avremo più nemmeno il supporto vitale. Ho chiamato la Curie e Vizzini sta ultimando i test sulla sua nave: i dati corrispondono in tutto alle nostre rilevazioni."
"Da dove proviene la perdita?"
"Dal pianeta." intervenne il Comandante Thurax.
Il trill si avvicinò a sua volta al monitor. La visuale cambiò, mostrando una immagine del pianeta.
"Non vedo nulla di strano." disse il Consigliere, intervenendo per la prima volta.
"Neanche noi lo vedevamo. - assentì Brown - Abbiamo ricalibrato i sensori. Ancora nulla. Solo quando abbiamo pensato a ricalibrarli in maniera da comprendere le frequenze delle onde soliton abbiamo visto questo?"
Premette un pulsante. Enizia sbatté gli occhi sotto l'improvvisa luce azzurra che riempiva lo schermo oscurando il pianeta sottostante.
"Cosa?? - iniziò - Di che si tratta?"
"Non eravamo in grado di vederlo, ma è tutto intorno a noi. - disse l'Ingegnere Capo - Ho lanciato una piccola sonda per analizzare la radiazione azzurra che ci investe. La sonda è riuscita ad oltrepassare la nuvola, ma al costo di perdere ogni microjoule di energia in pochissimi secondi? Ed è caduta verso l'atmosfera."
"Tuttavia le rilevazioni della sonda erano continuamente monitorate. - aggiunse il Comandante Thurax - Prima che bruciasse al contatto dell'atmosfera, siamo riusciti ad ottenere un'occhiata da molto vicino alla nuvola soliton che ci circonda. Ecco?"
Sfiorò il monitor su una freccia, avviando il filmato. Enizia ebbe la sensazione di stare navigando alla cieca all'interno di una massa lattiginosa increspata da mille piccole onde azzurrine che sembravano aumentare ed intorbidarsi a mano a mano che la sonda procedeva verso il pianeta fino a diventare pesante come nebbia.
"Non è nebbia?" mormorò.
"Infatti? - confermò Brown - ?è composta da una fittissima rete di onde soliton. La rete non è omogenea: si infittisce verso il punto di origine."
"Il pianeta." non era una domanda, ma Thurax assentì.
"Un punto preciso sul pianeta. Molto vicino all'ultima posizione in cui abbiamo rilevato il Tenente Volkoff ed il Comandante Tynan. È sicuramente il manufatto alieno di cui ci ha parlato Tynan."
"In altre parole, la cosa che ci ha portato qui, è la stessa che minaccia l'esistenza delle nostre navi e dei loro equipaggi. - concluse Enizia, spense il monitor - Non abbiamo altra scelta. Dobbiamo distruggere quel manufatto. Fate in modo che i nostri tornino a bordo, poi? Faremo fuoco con tutto quello che abbiamo."
USS Curie - Sala riunioni 1 - Ore 23:33
Il Capitano Suri guardò la sua controparte svanire dall'altro capo della stanza. Si girò di nuovo verso Telsa. Sul volto della ragazza era comparso uno strano sorriso.
* Deve essere successo qualcosa. - pensò Suri in un lampo - Qualcosa che questa Kazon si stava aspettando. Devo tagliare corto? *
"Collaborare a cosa? - ribatté la giovane Kazon - Alla nostra distruzione? - la ragazza si alzò - No, Signora. Semplicemente: no."
Accanto a lei, i due uomini della sicurezza che la sorvegliavano si tesero immediatamente, con le mani sul calcio dei phaser. Telsa si limitò a fissare il Capitano dritto negli occhi.
Il breve istante di incertezza che Suri aveva visto in lei qualche minuto prima era già sparito.
"Cosa credete? Che non ci abbiano già provato? - riprese lei - Non siete i primi ad essere stati trasportati fin qui dall'onda soliton. La maggior parte di quelli che sono arrivati ha finito con l'adattarsi a vivere in pace sul pianeta. Perché non dovreste anche voi?"
"Perché vogliamo essere noi a decidere del nostro destino? - ribatté Suri - Così come voi avete deciso del vostro."
"Deciso? - Telsa rise - Noi non abbiamo deciso proprio nulla. Nemmeno gli Ocampa hanno deciso nulla. È stata Kes a decidere per tutti, il giorno in cui è tornata ed ha riattivato il manufatto. E poi è morta? Senza dirci come usare un manufatto dotato di tecnologia che nessuno in questo Quadrante era in grado di capire." sembrava ridere, ma la sua voce aveva un tono amaro.
"Ma noi non veniamo da questo Quadrante? - replicò Suri, alzandosi in piedi a sua volta - Hai pensato che forse noi, con le nostre tecnologie superiori alle vostre, potremmo essere in grado di analizzare il manufatto? Di capirlo? Che potremmo scoprire come evitare agli equipaggi di tutte le navi che si trovano a navigare vicino al pianeta di rimanervi sequestrati una volta per tutte, voi Kazon compresi?"
"Non sarà la vostra stupida presunzione ad impedire al manufatto?" Telsa si interruppe.
"Impedire al manufatto?? Cosa? Cosa stava per dire?"
La ragazza strinse le labbra. Suri la fissò, quindi aggirò il tavolo, lentamente.
"Avrei preferito che mi dessi spontaneamente le informazioni che mi occorrono? Ma vedo che non posso contare sulla tua collaborazione?"
Ad un gesto del Capitano, una delle guardie bloccò Telsa per le spalle. Suri sfiorò la fronte della ragazza, scostandole i pesanti capelli bruni per posare le punte delle dita sui gangli della fusione.
"La tua mente è la mia mente?"
Pianeta Ocampa - Ultimo livello - Ore 23:40
Accanto a lui, i corpi del russo e del talassiano erano solo due ombre semi nascoste dai pezzi delle carcasse delle navi abbandonate. Le voci dei Kazon si avvicinavano e si allontanavano nella vastità della caverna.
* Se non altro, su di noi hanno solo il vantaggio del numero?* rifletté l'Ufficiale Scientifico.
Da quello che riusciva a vedere, la squadra dei Kazon si era separata in varie unità che stavano setacciando uno dopo l'altro i cadaveri delle navi. Una delle ombre, la più grossa delle due, si avvicinò senza quasi far scricchiolare la polvere del terreno.
"Come faceva a sapere che le armi dei Kazon non avrebbero funzionato?"
Volkoff gli alitò nell'orecchio.
Tynan si accostò a sua volta all'orecchio dell'altro.
"È il manufatto. - sussurrò - Non produce energia. La prende? dovremmo dire la ruba? da tutte le fonti che riesca a raggiungere, probabilmente investendola con una gran massa di onde soliton che aggrediscono ed aspirano la fonte. Poi la rielabora e la restituisce pura agli Ocampa. È per questo che attira le navi e non permette che si allontanino. In sua presenza, nessun apparecchio può funzionare? Nemmeno le torce elettriche. O i sensori. E nemmeno i teletrasporti, purtroppo. O le armi come i phaser?"
"Vuol dire che la mia nave è stata depredata. - Tynan non si era accorto che il talassiano si era avvicinato a portata di udito - Mi avevano fatto credere che fosse stato una specie di incidente se la mia nave era finita qui. E invece?"
"E invece? - si inserì Volkoff - Sono contento di aver portato con me qualcosa di molto vecchio stile?"
Un rapido movimento fece baluginare nella luce verde del manufatto una coppia di lucidi pugnali.
Il russo ne passò uno all'Ufficiale Scientifico.
"Come sta messo nel combattimento corpo a corpo, Comandante?" domandò.
"Me la caverò." rispose il trill.
"Io, niente?" fece Rexon.
Il russo lo ignorò.
"Dobbiamo trovare il modo di entrare nel manufatto senza farci scorgere?"
"Io credo di avere una idea?"