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USS PYTHEAS - MISSIONE 01 RSS USS PYTHEAS - Missione 01

01.10 " Polvere e luce "

di Brennon Boram Tynan, Pubblicato il 02-06-2014

Flashback
USS Curie - Sala riunioni 1 - Ore 23:35


Era ormai da un paio di minuti che il Capitano Suri lottava all'interno della mente della giovane Kazon, alla ricerca delle informazioni che le servivano.
Se non si fossero trovate ai lati opposti della trincea, impegnate ognuna ad operare nel migliore dei modi per ottenere la vittoria della propria parte e la salvezza dei propri compagni la vulcaniana avrebbe probabilmente elogiato la giovane Telsa per la sorprendente abilità con cui, in qualche modo, era stata in grado di contrastarla.
"La tua mente è la mia mente..." ripeté ancora una volta, mentre sentiva la stanchezza derivante dalla fusione sorprenderla alle spalle per poi iniziare attanagliarla lentamente, ma non avrebbe desistito nel suo intento.
Non sapeva se i Kazon fossero biologicamente refrattari al rituale vulcaniano, se per qualche strano motivo a lei ignoto era abitudine di quella razza guerriera allenarsi in una qualche tecnica di resistenza psichica oppure se, semplicemente, era tutto dovuto all'estrema cocciutaggine della ragazza, ma di fatto le sembrava di essere costretta a navigare nel bel mezzo di una burrascosa tempesta con una piccola barca a remi.Ogni sua piccola azione, ogni piccola domanda che la sua mente rivolgeva alla controparte Kazon veniva ostacolata e in qualche modo reindirizzata verso qualche oscuro ricordo a volte represso, rendendo la mente di Telsa viscida e sdrucciolevole, simile per alcuni versi ad un grosso libro privo di indice e dai capitoli riordinati in maniera casuale senza alcun nesso logico.
"La tua mente..."
"Non otterrai nulla, Federale..."
Il rituale venne bruscamente interrotto dalle parole sputate in tono stanco ma evidentemente sprezzante dalla giovane indigena del Delta, mostrando a Suri quanto quel braccio di ferro mentale stesse realmente provando la Kazon, ma altresì, convincendola di essere oramai vicina al traguardo.
"La tua mente..."
Riprese, immergendosi nei ricordi e nei pensieri di Telsa, facendo riaffiorare alcuni ricordi d'infanzia della giovane. Dolori ricordi riguardanti suo padre, Jabin, e il precedente Governatore di Ocampa.
"...è la mia mente..."
Scartò rapidamente un altro blocco di pensieri recenti riguardanti Sannis e la Federazione. Pensieri carichi di astio e di disprezzo, poi fece il suo affondo con risolutezza.
"...i tuoi pensieri..."
Qualcosa scattò, o forse si ruppe, all'interno della mente della giovane Kazon, probabilmente a causa dello stress psicologico causato dalla fusione stessa. Le barriere mentali faticosamente erette iniziarono a rapidamente a scricchiolare e a disintegrarsi, lasciando passare la coscienza della vulcaniana.
"...sono i miei pensieri."
Terminò alfine il Capitano Suri, riaprendo gli occhi per poi incrociare il fiero ma stanco sguardo della Kazon oramai sconfitta.
"È troppo tardi... - affermò con sprezzo Telsa, mentre il Capitano Suri le toglieva le mani dal volto, avvicinandole al comunicatore - ...prima che riusciate a prendere qualsiasi contromisura la vostra energia sarà risucchiata e allora..."
"Allora dobbiamo semplicemente metterci in moto prima che la nostra energia venga a mancare completamente..."

Pianeta Ocampa - Ultimo livello - Ore 23:42

"Presto, da questa parte!" urlò il Kazon che guidava il più vicino dei distaccamenti, infilandosi poi nello spazio fra i cadaveri di un paio di piccoli vascelli mentre gli altri lo seguivano dappresso, cercando di non perderlo di vista a causa della fastidiosa nube polverosa che si stava levando al loro passaggio.
Il Trill rigirò nervosamente fra le mani sudaticce l'impugnatura del pugnale di Volkoff, intento a contare mentalmente il numero di ombre che sciamavano davanti all'imboccatura del piccolo pertugio in cui si era rifugiato.
Il piano che aveva frettolosamente ideato e messo in atto era semplice e alquanto banale ma sembrava funzionare abbastanza bene, almeno per il momento, malgrado non facesse altro che sfruttare un trucco oramai logoro e obsoleto. Un semplice diversivo, volto ad ingannare i Kazon, costringendoli a credere che si fossero diretti verso una zona della grossa caverna piuttosto che in un altra.
Non ci era voluto molto a dir la verità per mettere in atto quel piccolo trucco, era bastato un pezzo della sua uniforme e la penombra che permeava il perimetro dell'installazione sotterranea per far sì che buona parte dei Kazon si dirigessero a testa bassa verso quella trappola, quasi fossero cani da caccia all'inseguimento della propria preda. Era una reazione plausibile, infondo non potendo utilizzare armi ad energia l'unica altra opzione che avevano era di catturare fisicamente i fuggitivi e questa era stata la scintilla che aveva dato al Trill quell'idea balorda.
Tynan si coprì il volto con la mano, faticando a non tossire a causa della grande nube di polvere sollevata dalla transumanza degli indigeni e spostandosi di lato per fuggire nella direzione opposta alla loro, senza accorgersi di dirigersi letteralmente in braccio a un Kazon ritardatario.
Tutto accadde nel giro di una manciata di secondi.
Decisamente molto prima che Brennon si accorgesse dell'imponente mole del russo-ombra intenta con un atletico guizzo ad uscire fuori dal suo nascondiglio per poi agguantare alle spalle il malcapitato indigeno che si ritrovò in un attimo soggetto ad una presa volta allo strangolamento.
"Andiamocene di qui prima che si accorgano di noi!" affermò in tono autorevole ma a bassa voce Volkoff, mentre apparentemente senza sforzo teneva testa al Kazon.
Il Trill si limitò ad annuire con un gesto veloce del capo, osservando il giovane indigeno perdere rapidamente i sensi, felice di essere dalla stessa parte di quell'omone dai bicipiti grossi quasi quanto la sua testa.

USS Baffin - Sala riunioni 1 - Contemporaneamente

"Se non interveniamo immediatamente, probabilmente non ne saremo più in grado. - affermò il Capitano Enizia dalla sua postazione che aveva abbandonato per meno di una decina di minuti, le antenne fisse sulla sua controparte della Curie - Ma l'ultima posizione di Volkoff e di Tynan..."
=^= Troppo vicina all'ipotetica posizione del manufatto. - Si inserì la vulcaniana interrompendola e anticipando quello che l'andoriana voleva dire - senza contare che l'energia dei nostri phaser sarebbe comunque risucchiata prima di riuscire anche solo a scalfire il manufatto. =^=
"Dannazione, se riuscissimo almeno a guadagnare abbastanza tempo..."
=^= Un modo c'è ... - replicò la Vulcaniana olografica - ...ma dubito che ne sarà entusiasta... =^=

Pianeta Ocampa - Ultimo livello - Ore 23:44

Benché non avessero un'idea precisa di come entrare all'interno del manufatto, il piccolo gruppetto di avventurieri aveva deciso come prima cosa di provare una sorta di approccio diretto, e ciò li aveva fatti rapidamente avvicinare alla base dell'oggetto cilindrico.
Probabilmente era l'opzione più rischiosa fra quelle che avevano, dato che l'oggetto irradiava la sua luce verdastra come grossa lampada alogena, ma risalire la pila di carcasse senza attirare l'attenzione dei Kazon sarebbe stata una sfida ancora più ardua. Senza contare che ancora non avevano individuato alcun punto di accesso.
"È improbabile che l'ingresso si trovi in questa parte del manufatto..." affermò Tynan osservando l'oggetto ronzante, al riparo dietro una delle carcasse più vicine.
"Abbiamo pochi minuti, forse addirittura meno, prima che i Kazon tornino a perlustrare questa... discarica... - affermò Volkoff cercando con lo sguardo di verificare la posizione dei vari gruppi - ...dobbiamo giocarci le carte a nostra disposizione."
"Guardate... - affermò d'un tratto il loro compagno talassiano indicando un punto della struttura - ...là a destra... non potrebbe essere un'apertura?"
I due Ufficiali si scambiarono un rapido sguardo, prima di guardare nella direzione puntata dall'alieno, notando solo in quel momento fra le innumerevoli venature luminose del manufatto, quella che vagamente rassomigliava alla porta di un turbo-ascensore.
"Perdiana..." si lasciò sfuggire dalla labbra il Trill, stupendosi di non aver individuato quel piccolo dettaglio prima di essere imbeccato da Rexon, ma lo stupore durò solo un paio di secondi, interrotto bruscamente dai suoni di almeno una decina di Kazon in avvicinamento.
"Presto!... - affermò Volkoff, fortunatamente coperto dal ronzio dell'apparecchio - ...è la nostra unica possibilità!" concluse, dirigendosi poi di gran carriera verso l'apertura, seguito a ruota dai due colleghi di sventura.
La porta, una volta arrivati alla giusta distanza, si aprì autonomamente e il gruppetto si ritrovò all'interno di una grande stanza pervasa da un innaturale color menta.
"Benvenuti, vi stavo aspettando..."