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USS PYTHEAS - MISSIONE 01 RSS USS PYTHEAS - Missione 01

01.03 " Il tappo della bottiglia "

di Suri figlia di Kellam , Pubblicato il 29-04-2014

Pianeta Ocampa - Serra - Ore 18:30

Brennon Tynan rimase immobile per un secondo, senza capire. Le due donne erano semplicemente svanite sotto i suoi occhi.
* Un teletrasporto? * pensò, ma scartò subito l'idea.
Non era possibile: la Ocampa e la Kazon erano scomparse senza alcuno sfarfallio. Non aveva sentito nemmeno il fruscio tipico dello spostamento d'aria.
Superò l'angolo del corridoio.
Di fronte a lui, si estendevano le vaste piscine delle coltivazioni idroponiche, sorvegliate da una serie di macchinari dalle lunghe braccia snodate, che scorrevano su  binari posti nella parte alta delle serre. L'atmosfera era calda, densa dell'odore di erbe e di minerali, con una nebbiolina di gocce d'acqua sospese che facevano vibrare l'aria in distanza e rendevano quasi penoso respirare. I macchinari scivolavano quasi senza rumore lungo i binari, immergendosi e riemergendo fra le piante.
Sembravano nuovi, o comunque privi di segni di usura.
Nessun senziente in vista, a meno che le macchine non fossero controllate da un qualche tipo di intelligenza artificiale.
Era il genere di mistero che sarebbe stato contenuto in uno degli oloromanzi di sua madre, pensò Tynan, appoggiandosi alla ringhiera che circondava la piscina.
Come mai c'era una Kazon?
I sensori della Curie avevano rilevato soltanto un piccolo insediamento Ocampa sul pianeta: nessuna traccia di Kazon, a parte le rovine della colonia superficiale.
Ma quelle serre...?
Il trill si rialzò guardandosi intorno. Le rilevazioni fatte dalla Curie parlavano di serre idroponiche si estendevano per miglia e miglia sotto la superficie del pianeta.
Tutto quel cibo, per un numero così limitato di Ocampa?
C'era una sola spiegazione, rifletté Tynan, avvertendo un fremito provenire dal proprio simbionte. Quella che aveva visto non doveva essere l'unica Kazon rimasta sul pianeta.
C'erano altri insediamenti. Ma dove?
Senza neanche accorgersi di averlo pensato, estrasse il tricorder ed iniziò a fare rilevazioni. L'acqua era rigenerata, scoprì. Questo spiegava dove avessero trovato acqua sufficiente in un pianeta interamente desertico, ma apriva lo spazio a nuove domande. Per replicare una massa d'acqua sufficiente a rifornire un sistema idroponico del genere occorrevano dei replicatori immensi, che richiedevano una spaventosa quantità di energia per funzionare. Dove potevano trovarla? Se non ricordava male i rapporti della Voyager sul pianeta, gli Ocampa solo vent'anni prima erano completamente privi di fonti energetiche e dipendevano interamente da quello che forniva loro il Custode...
Tanto era vero che il Custode, prima di morire, aveva provveduto ad accumulare energia sufficiente per cinque anni.
Cinque anni.
Ma ne erano passati venti. E da allora, sembrava che gli Ocampa avessero deciso di avviare una imponente terraformazione del loro pianeta.
Modificò i parametri da ricercare. Sul piccolo monitor del tricorder apparve una riproduzione della serra, in cui venne evidenziata l'impronta elettromagnetica dei condotti energetici. Una serie di canali passava sotto il pavimento, scomparendo sotto le piscine.
Tynan voltò le spalle alla piscina, risalendo la traccia del condotto. Come era da prevedersi, il condotto si incuneava all'interno delle pareti.
Aggrottò le sopracciglia. Le tracce del condotto all'interno delle pareti piegavano dove, secondo ogni logica, avrebbero dovuto proseguire in linea retta. Si rese conto che il punto dove i condotti piegavano era anche il luogo dove erano scomparse le due donne, poco prima.
* C'è una porta! * comprese.
Era nascosta da un proiettore olografico che simulava in maniera realistica la parete, ma la porta era lì. Sorridendo tra sé, allungò una mano per saggiare il muro. La mano affondò senza trovare resistenza.
Respirando a fondo, avanzò di un passo. E si rese conto di aver commesso un grave errore.

Pianeta Ocampa - Sala Concerti - Ore 18:40

"Credo che sia l'ora di accomiatarci..." mormorò il Capitano Suri.
Enizia si guardò intorno. Gli Ocampa che fino a qualche minuto prima stavano applaudendo i concertisti sembravano raccogliersi in crocchi vicino alle uscite.
"Sono d'accordo... - rispose - Tanto più che il nostro ospite, a quanto pare, è stato richiamato da qualche altra parte. Curioso che se ne sia andato così di soppiatto, vero?"
"Sono sicura che il Consigliere Appel... - accennò all'uomo, che si trovava a pochi passi di distanza da loro, intento a chiacchierare con la Dottoressa Fuentes - ...direbbe che conosciamo troppo poco degli usi di questo pianeta per poter commentare il comportamento del Governatore Sannis. La verità è che non credo che avremo da questa gente delle risposte... Tuttavia..."
Tacque, notando che Teratis si stava avvicinando con una espressione tesa in volto.  Suri si mise immediatamente sulla difensiva. Enizia richiamò con un gesto l'attenzione del capo della sicurezza, che abbandonò la ricerca del Governatore per mettersi alle loro spalle.
Il giovane assistente del Governatore si fermò di fronte a loro, respirando con forza.
"Mi... mi dispiace... - balbettò - ...io... Non so che cosa dire... Mi dispiace!" ripeté.
Suri scambiò un'occhiata con Enizia. Le antenne dell'andoriana erano ritte sulla testa.
"Che cosa? - domandò brusca il Capitano - Che cosa è successo?"
"Avremmo dovuto avvertirvi di non entrare nelle serre..." cominciò Teratis.
Le sue mani si torcevano in una evidente espressione di dolore. Troppo evidente, pensò Suri. Appel e la Dottoressa Fuentes si erano accorti che qualcosa non andava, e si stavano accostando al loro gruppo. Luz fece per parlare, ma Appel la fermò, scrutando l'Ocampa con sguardo accigliato.
"Cosa è successo?" si interpose Enizia.
"C'è... c'è stato un incidente. Alle serre." disse Teratis in fretta.
"Chi è rimasto ferito?" chiese Suri.
"Mi dispiace. Il vostro... Non ricordo il suo nome... - l'uomo scosse la testa - ...è... morto."
Luz emise un gemito.
"Manca Brennon... Il Comandante Tynan, l'Ufficiale Scientifico. - fece la donna - Si è allontanato prima della fine del concerto. È lui?"
"Ecco... Sì, lui." confermò Teratis, chinando il capo.
Enizia fece un passo avanti, costringendo Teratis a guardarla.
"Come è successo? - sibilò - Voglio avere una spiegazione e voglio averla subito!"
"È stato un incidente!" si difese Teratis.
Suri guardandosi attorno, notò che gli Ocampa che avevano assistito al concerto si stavano allontanando alla spicciolata. Teratis continuò.
"Il Governatore è stato appena informato... Si è recato immediatamente alle serre. Mi dispiace... - ripeté, con voce lamentosa - ...tutta la nostra gente sa di doverne stare lontano. Ma naturalmente il vostro ufficiale non era in grado di conoscere il rischio."
"Quale rischio?" si impose Enizia.
"I macchinari delle serre sono programmati in modo da eliminare elementi considerati nocivi per la crescita delle piante... In pratica, vengono sterilizzate tutte le forme di vita che riescono a penetrare nelle serre."
"Che intende con sterilizzare?" chiese Suri.
"Bruciare. Con un raggio ad alta potenza. - il volto di Teratis trasmetteva imbarazzo e confusione - Lui dev'essere entrato da una porta lasciata accidentalmente aperta da un operatore e..."
I federali si scambiarono un'occhiata.
"Le vostre parole, Teratis, non ci bastano. - disse Suri con decisione - Il Comandante Tynan faceva parte del mio equipaggio e mi aspetto che il governatore in persona venga a dirmi che cosa gli è successo."
"Naturalmente, naturalmente..." sulla fronte dell'Ocampa erano apparse goccioline di traspirazione.
L'uomo si guardò attorno, come cercando una via di uscita, quindi si rivolse di nuovo all'andoriana.
"Sono sicuro che il governatore accetterà qualunque ragionevole richiesta di riparazione... Insieme alle nostre scuse." disse.
Enizia fece per parlare, ma Suri la trattenne.
"Ha detto che il Governatore si è recato alle serre... vero?"
Teratis le lanciò uno sguardo interrogativo ed assentì.
"Dunque, in questo momento quei macchinari che rendono così pericoloso l'accesso alle serre sono stati spenti."
Teratis assentì di nuovo.
"Certo... È la normale procedura quando accade un incidente..."
"Quando accade un incidente? - intervenne Appel - Quanti incidenti sono avvenuti alle serre?"
"Non è mai successo... Che io sappia..." borbottò Teratis.
"Normale procedura, ha detto? - domandò Suri - Io sono il Capitano della nave su cui Brennon Tynan è... Era imbarcato. Per la mia gente la normale procedura in caso di incidente è di effettuare una inchiesta sull'incidente stesso. - si rivolse al Capitano Enizia - Il mio Capo Sicurezza è rimasto a bordo. Posso chiedere il supporto del Tenente Volkoff?"
"Naturalmente." rispose l'andoriana, facendo cenno al russo di avvicinarsi.
Suri si rivolse all'uomo, senza mai perdere di vista le reazioni di Teratis.
"Tenente, fra qualche minuto la raggiungerà anche il Tenente Jenkins della Curie. La Dottoressa Fuentes... - si girò verso la donna - ...verrà con voi, in qualità di medico della vittima. Andate alle serre. Pretendo di sapere che cosa è successo e come. È chiaro?"
"Sì, Signore." rispose Piotr.
Un lampo negli occhi del russo le fece capire che l'uomo aveva compreso perfettamente che l'ultima frase non era diretta a lui, ma all'Ocampa.
"Noi non abbiamo più nulla da fare, qui." disse Enizia.
Premette il pulsante del comunicatore, e pochi istanti più tardi il gruppo dei federali scomparve in un baluginare di particelle.


USS Curie - Sala Teletrasporto 1 - Ore 18:55

Suri scese di corsa dalla pedana del teletrasporto. Colse al volo lo sguardo sorpreso dell'addetto al teletrasporto mentre guadagnava la porta della sala. La notizia della morte dell'Ufficiale Scientifico si sarebbe diffusa anche troppo rapidamente, pensò Suri.
Più tardi avrebbe pensato a fare un comunicato a tutto il personale.
Adesso, doveva parlare con il Capitano Enizia dove gli Ocampa non avrebbero potuto sentirle.
Dopo pochi minuti, entrò in Sala Riunioni 1, dove già l'attendevano le immagini olografiche del Capitano Enizia e del Consigliere Appel.
L'uomo non attese di essere interpellato per rivolgersi al proprio Capitano.
"Stanno mentendo. - disse - Io non sono un betazoide, ma so analizzare il linguaggio del corpo di una persona non addestrata a mentire abitualmente... Teratis non è un oloattore. Non è abituato a mentire. Ma è quello che stava facendo."
"Sì, ne sono convinta anche io." disse l'andoriana, rivolgendosi a Suri.
Vi era un ritardo di immagine di almeno venti centesimi di secondo, che creava un fastidioso effetto scia ad ogni gesto delle controparti, notò la vulcaniana. Avrebbe dovuto chiedere al Capo Ingegnere di regolare gli emettitori olografici.
Ma non in quel momento.
"Credo che su questo punto siamo tutti d'accordo. - disse - Ci stanno nascondendo molte cose. Questo ci porta al prossimo punto: come possiamo scoprire cosa stanno nascondendo? E che cosa è realmente successo all'ufficiale scientifico?"


Pianeta Ocampa - Luogo indefinito - Ore 19:05

La punta dell'arma ad energia era conficcata esattamente al centro della sua spina dorsale.
Le mani, strette da un laccio sottile dietro la schiena, cominciavano a formicolargli per la carenza di circolazione. Brennon mosse le dita con prudenza, ma venne ricompensato da un colpo... non forte, appena quel tanto da fargli capire di smetterla... alla base del cranio. Si morse le labbra, per evitare di emettere un gemito. Non poteva fare molto, in quelle circostanze, ma almeno non avrebbe dato a quel dannato gruppo di Kazon la soddisfazione di vedere la sua sofferenza.
A sorvegliarlo erano in tre.
Erano troppo armati e lui era legato. Di sicuro non poteva sperare di riuscire a fuggire senza aiuto. Ma non gli avrebbe fatto male studiarne la posizione.
Due Kazon: la ragazza, in piedi vicino alla porta, era quella che aveva visto parlottare con Keris.
Seduto di fronte a lui, c'era il maschio Ocampa dall'aria cupa, che continuava ad aprire e chiudere nervosamente la mano attorno all'impugnatura della sua arma, come se non avesse ancora deciso se usarla o meno. L'altro Kazon era dietro di lui, con l'arma puntata alla sua schiena e non aveva avuto il tempo di guardarlo bene prima di essere catturato.
Gli era solo rimasta l'impressione di un corpo molto grosso e - dall'odore che sentiva - non troppo pulito. Non il tipo d'uomo che ha un grado elevato nella gerarchia Kazon. La ragazza, da come si comportava, sembrava più in alto nella catena alimentare.
Non poteva essere passato molto tempo, rifletté, ma i suoi superiori in ogni caso dovevano essersi accorti della sua assenza. A quell'ora, erano sicuramente scattate le ricerche, e non aveva alcun dubbio sul fatto che sarebbero riusciti a trovarlo. Per quanto la situazione di quel pianeta potesse essere cambiata, nei vent'anni che erano passati dalla prima visita di una nave della Flotta Stellare, gli Ocampa ed i Kazon non potevano avere raggiunto un livello di tecnologia e di armamenti tali da impensierire due navi come la Curie e la Baffin.
Forse i suoi rapitori avrebbero preteso un riscatto...
Le ginocchia a contatto con il cemento dell'impiantito cominciavano a trasmettergli impulsi dolorosi. Tornò a guardare i suoi sorveglianti.
Che cosa avevano intenzione di fare, di lui?
Brennon avvertì un rumore di passi, che fece sussultare i suoi tre sorveglianti. La ragazza Kazon si eresse in tutta la sua altezza per fronteggiare l'uomo che aprì la porta.
Non fu sorpreso nel riconoscere il Governatore Sannis. Era logico, rifletté, che un complotto di quelle dimensioni coinvolgesse i più alti livelli locali...
L'Ocampa gli si avvicinò. Brennon alzò lo sguardo a fissarlo negli occhi, senza badare all'arma che gli premeva sulla schiena.
"Mi dispiace di tutto questo." disse il governatore.
Sembrava proprio sincero, pensò Brennon acido.
"Se le dispiace così tanto, perché non mi libera?" domandò.
"Mi crede, se le dico che vorrei farlo? Lo vorrei, sinceramente." il giovane Ocampa che l'aveva tenuto sotto tiro si alzò, cedendo il posto al Governatore.
L'uomo si sedette.
"Perché è voluto andare a curiosare?" domandò Sannis.
"E voi, perché ci avete portato fino qui? - ritorse l'Ufficiale Scientifico - Non saremmo mai arrivati nel vostro territorio se non ci aveste richiamato con l'onda soliton."
"Non siamo stati noi... O meglio... - si corresse - ...non volontariamente. Anzi, le dirò: se avessimo potuto evitarlo... Ma adesso, questo è una pura discussione accademica. Non possiamo permetterle, Tynan, di tornare a bordo della sua nave, a riferire quello che ha visto... Non adesso, almeno."
"Perché?" chiese Brennon.
Sannis si alzò.
"Nessuno di noi era nato quando la vostra gente è venuta su questo pianeta, richiamata dal nostro Custode. Ma nessuno qui ignora che è stata la vostra gente a distruggere il manufatto da cui gli Ocampa traevano la loro sopravvivenza."
"La Voyager lo ha fatto per voi! - gridò Brennon - Per evitare che il manufatto cadesse nelle mani dei Kazon!"
La giovane Kazon emise un gemito.
"È per questo che lo avete distrutto? Visto che non potevate averlo, lo avete distrutto solo perché non lo avessimo noi?"
Sannis sollevò una mano, accennandole di stare calma. Tynan protestò.
"Fu il Custode a volerlo, per proteggere gli Ocampa. Non poteva sapere che un giorno o l'altro vi sareste accordati con i vostri nemici storici."
"Abbiamo dovuto fare di necessità, virtù. - replicò Sannis - Oggi è la stessa cosa: voi, la vostra nave distruggereste le nostre fonti di sostentamento. Per noi che viviamo su questo pianeta, sarebbe la distruzione totale."
Il trill scosse la testa, incredulo.
"Non capisco. Perché dovremmo distruggere le vostre fonti di sostentamento? - chiese - Che cosa pensate ne ricaveremmo, a parte la consapevolezza di aver commesso un genocidio?"
"Per tornare a casa." rispose.
Brennon non credeva alle proprie orecchie.
"Cosa?"
"Mi ha capito. Per tornare a casa... - ripeté il Governatore - ...perché le vostre navi, nonostante tutta la loro potenza non potranno allontanarsi da questo pianeta: la stessa onda soliton che li ha trasportati fino qui, le riporterà indietro, se... anzi, quando... proveranno a lasciare il nostro sistema solare. Non creda che me lo stia inventando: è già successo. Più di una volta, in realtà. - terminò con un sussurro, poi sospirò - La nostra comunità ha accolto tutte le creature che l'onda soliton ha portato fin qua. Faremo lo stesso con la vostra gente, non appena vi sarete resi conto di non poter ripartire da qui. E faremo di tutto per proteggere anche voi... La vostra sopravvivenza, nel momento in cui diventerete parte di noi."
"Un momento... adesso ho capito..." mormorò il trill fra sé.
"Cosa ha capito?"
L'Ufficiale Scientifico alzò la testa ad incrociare lo sguardo di Sannis.
"C'è un altro manufatto... Vero?"