La navetta era appena partita dalla Nibiru. Andrew ci aveva mandato il vice ai comandi.
Dopo un colloquio con il Comandante Black ovviamente.
A Sue non piaceva, e non poteva essere altrimenti, l’Ambasciatore andoriano. Il simpaticone non si era fatto amare sicuramente da quando era salito a bordo e sprizzava arroganza da tutti i pori.
Con ben tre ufficiali superiori in missione, e con una minaccia come Gharan a bordo, avevano concordato che il posto di Andrew era in plancia al fianco del Capitano e di Delgado.
Tali campi energetici e magnetici sicuramente generavano disturbi sulle comunicazioni: occorreva mettersi in contatto con la base scientifica o comunque cercare di captare più informazioni possibili. Miguel era alacremente all’opera.
Ma anche la Nibiru se fosse stata colpita da una di quelle tremende scariche elettriche violacee che circondavano in maniera irregolare il pianeta si sarebbe trovata in difficoltà. Motivo per cui anche Gill aveva dato il suo benestare alla presenza di Reed in plancia.
Il Capitano sentiva la mancanza della Correls: si fidava dei suoi uomini e della Black ma la sua amica rappresentava la sua controparte perfetta. Sarebbe voluta scendere lei sul pianeta ed affidare la Nibiru all’amica... come ai vecchi tempi... la nave e quell’essere sgradevole di Gharan.
L’Ambasciatore andoriano, dopo il suo allontanamento dalla plancia, si era ritirato nella cabina alloggi a lui riservata, sparendo per circa un’ora, con notevole sollievo da parte di tutti.
Gharan aveva utilizzato quel tempo per effettuare debite comunicazioni ai propri referenti presso la Flotta Stellare. Delgado ne aveva intercettato ed autorizzato la trasmissione. A tutti gli effetti si era trattato di uno sfogo fuori controllo in cui esprimeva tutte le sue lamentele. In risposta gli erano giunte due comunicazioni. Una scaricata tramite D-Pad e protetta dal segreto diplomatico.
L’altra ufficiale... ed era la seconda che aveva messo nei guai la pazienza di tutti sulla nave.
Di fatto l’Ambasciata Andoriana aveva fatto pressioni affinché Gharan potesse accertare che la Nibiru non perdesse tempo prezioso, a danno delle trattative. Ammiragliato aveva accettato e dato istruzioni al Capitano. Gill avrebbe dovuto permettere l’accesso in plancia all’andoriano purché questi mantenesse un comportamento consono.
Gill sorrise a malincuore.
Convincere l’andoriano di stare esagerando fu praticamente impossibile. L’unico modo sarebbe stato ributtarlo fuori dalla plancia chiamando la sicurezza. Con un problema diplomatico di non poco conto. Rimpianse ancora una volta l’amica Correls ed anche Sue.
Era certa che entrambe avrebbero addomesticato l’andoriano.
Ed invece questi non aveva cessato di protestare un istante, sebbene con minor convinzione della prima sua irruzione in plancia. Pretendeva di entrare ed uscire a piacimento, trovava il modo per accomodarsi in postazioni secondarie di controllo affermando di voler tenere d’occhio la situazione a scanso di equivoci.
Se fosse arrivato tardi nel sistema di Baridia voleva dire che la colpa era di quelli della Nibiru, traditori e parte del complotto romulano contro le trattative.
O aveva altri scopi?
Più volte si era lasciato andare a commenti negativi e lesivi o con la scusa di chiedere informazioni più volte aveva messo mano a strumenti che non avrebbe dovuto toccare.
Il Capitano O’Riordan l’avrebbe ucciso ma continuava a sfornare sorrisi di circostanza e ripeteva
gli stessi moniti all’ambasciatore... minacciando di consegnarlo nei suoi alloggi.
‘Andrew non toccare ciò che non si può toccare.’
Reed ripensò a quella frase che la madre spesso gli ripeteva da piccolo e con un sorriso meditava diabolicamente un’espulsione dello sgradito ospite in spazio aperto...
Quando incrociava gli occhi con Miguel era certo che per lui fosse lo stesso.
I due avevano legato con facilità: erano i più giovani fra gli ufficiali in plancia... entrambi scherzosi avevano sin da subito dimostrato un ottimo feeling e identità di vedute.
Un ottimo modo per passare il tempo durante i turni di navigazione.
Gill aveva notato il legame e sebbene preferisse non trovarsi in mezzo durante gli scambi di battute fra i due, non di rado erano riusciti a farle tornare il sorriso. Che lei tentava di mascherare, ma dentro si sentiva più leggera... era un modo per vincere la tensione.
Ma con Gharan in plancia tutto era più difficile. Anche nei sottoposti il nervosismo era palpabile.
Nulla andava a genio all’andoriano.
Ed i più cercavano di ignorarlo...
…i più.
Dopo il colloquio con Sue, Andrew aveva informato il Tenente Starn: qualcosa non tornava a nessuno dei tre. L’andoriano faceva di proposito allusioni ed angherie allo scopo di irritare e venire ignorato... ma perché?
E soprattutto essere ignorato per fare cosa?
Nemmeno a Gill era sfuggito che dopo i primi momenti di furore avverso ora l’andoriano sfogava la sua rabbia, vera o finta che fosse verso un fantomatico ritardo sulla tabella di marcia, cercando di ottenere sempre maggiori dettagli sulla spedizione di Kar Ver.
Ma si era anche convinta che era meglio lasciarlo perdere e centellinare le informazioni durante la sua presenza in plancia…
“Capitano? - la voce squillante di Reed regnò per un attimo nella plancia silenziosa e carica di tensione - …la navetta è pronta ed in posizione in orbita attorno al pianeta... attendono nuove disposizioni...”
Anche Gill si ridestò dai suoi pensieri chiedendo a Delgado novità sulle comunicazioni.
La risposta fu negativa. Ancora impossibile avere un canale stabile con la superficie del pianeta.
Gill fece cenno di aprire le comunicazioni con la navetta.
=^= Comandante Black... =^= esordì... ma fu interrotta all’improvviso da un fischio... un trillo acuto di pochi istanti... e poi uno scoppio...
La voce di Sue strillava dal comunicatore lasciato aperto... mentre il segnale d’allarme rosso lanciato da Andrew si propagava anche negli angusti spazi della navetta.