USS Nibiru - Corridoi - 25 aprile 2310 - Ore 11:35
L’Ambasciatore fremeva di rabbia.
Camminava lungo i corridoi della Nibiru in direzione dei suoi alloggi con passo pesante e veloce. Dire che era contrariato era poco.
* Maledetti… siano maledetti loro e la loro dannata curiosità scientifica! *
Si fermò improvvisamente e chiuse gli occhi mentre tirava il fiato nel tentativo di ricomporsi.
I tempi della missione erano a rischio. Il tempismo gli era stato raccomandato.
Anche la parola raccomandato era un eufemismo… i suoi superiori lo avrebbero scuoiato in caso di fallimento, e quello non era una metafora.
“Signor Ambasciatore, si sente bene?”
Aprì gli occhi e si ritrovò di fronte il Primo Ufficiale.
Aveva detestato da subito quella donna apparentemente imperturbabile. Contenne a stento il tono di voce nel risponderle.
“Quando riprenderemo il cammino verso la sede dei negoziati starò sicuramente meglio!”
Sue definiva quel genere di tono come urlare sottovoce.
Era ovvio che l’andoriano era furente, e lo mascherava a stento; l’aver tenuto il volume della voce basso non aveva mascherato il tono.
Sue decise di rispondere a quella ennesima manifestazione di aperta antipatia nel modo che, grazie alla sua esperienza di psicologa, aveva colto generasse il maggiore fastidio possibile in quel politico.
Sorrise solare inclinando leggermente il capo con fare pacato.
“Sono certa, signor ambasciatore, che saremo a destinazione in tempo.”
Per un istante ebbe l’impressione che dalle antenne dell’andoriano uscisse del fumo nero.
Poi questi sbottò.
“OHH! SI SPOSTI E TENETEMI AGGIORNATO.!!!”
Senza aspettare alcuna replica riprese il suo cammino e si allontanò. Sue ebbe un lampo di perfida ironia negli occhi e riprese a camminare.
Per lei era raro provare una istantanea antipatia per qualcuno, ma l’Ambasciatore Gharan aveva fatto del suo meglio per farsi detestare da chiunque, e lei non faceva eccezione.
La sua formazione comunque la aveva portata a riflettere su questo atteggiamento così vistosamente spocchioso ed arrogante, ed era giunta all’ipotesi che l’ambasciatore utilizzasse questo atteggiamento come strumento alcune volte anche in modo strumentale… era certo molto più difficile entrare in empatia con una persona così, e quindi era molto più difficile leggere il suo comportamento. Era uno strumento della personale valigetta degli attrezzi dell’astuto diplomatico.
Questa analisi comunque non le aveva impedito di provare una piccola soddisfazione nel fare la finta tonta e provocarlo un po’.
Sorrise mentre andava verso il ponte comando.
USS Nibiru - Plancia - Pochi minuti dopo
“Ha bisogno di un aggiornamento Comandante?”
Gill sorrise mentre faceva questa domanda, come se si aspettasse una risposta precisa.
Sue si fermò di lato alla poltroncina del Capitano, poi si spostò ad una delle postazioni dietro le sue spalle.
“La ringrazio Capitano, ho seguito gli sviluppi da terminale. A meno che non sia successo qualcosa mentre la raggiungevo credo di non dovervi far perdere tempo.”
Gill annui con impercettibile soddisfazione e riprese a parlare.
“Bene allora, mi aggiorni lei su quello che ha scoperto circa questo pianeta.
“Si Capitano.”
Sue sfiorò il terminale della consolle davanti a lei e iniziò a leggere il risultato delle sue ricerche.
“Bordius è un pianeta morto. Ha sicuramente ospitato parecchi milioni di anni fa vita animale e vegetale, a dispetto di una scarsità d’acqua molto pronunciata. Una depressione molto grande nell’area equatoriale sembra essere testimonianza di un impatto meteorico talmente violento da spingere il pianeta su di un’orbita più bassa. Le polveri e il surriscaldamento hanno azzerato acqua e vita su questo che oramai è un pezzo di roccia e sabbia. Al momento il pianeta ospita solamente una spedizione archeologica privata autorizzata dalla Federazione… personale accademico terrestre e vulcaniano. Il responsabile della spedizione è il Professor Kar Ver, dell’Accademia delle Scienze di Vulcano.”
Gill annuì pensierosa e volse lo sguardo verso il suo ufficiale alle comunicazioni.
“Signor Delgado, ha rilevato delle comunicazioni dalla superficie?”
“No Capitano, ma anche volendo la quantità di elettromagnetismo generato dalle vergenze dei tunnel è tale da impedire qualsiasi comunicazione.”
Gill si alzò in piedi e si volse verso Bork Sellen. L’Ufficiale Scientifico era concentrato sulla raccolta di dati al punto tale che dovette essere richiamato un paio di volte.
“Signor Sellen?...... Signor Sellen?...”
Lui emerse dalla sua bolla intellettuale quasi scocciato, ma si contenne. Gill aveva imparato che l’auto estraniarsi era il suo modo di esternare l’emozione della scoperta scientifica.
“Sì Capitano, ci sono delle novità.”
Di contro il tono monocorde dava in qualsiasi frangente l’impressione che parlasse della più trita delle routine.
“Se gia di per sé la scoperta di un singolo tunnel su cui effettuare studi sarebbe un evento eccezionale, può immaginare che uno sciame vero e proprio di queste singolarità spazio temporali è un evento unico che merita la nostra massima attenzione.”
Gill lo guardò.
“Dal suo tono mi pare di intuire che c’è dell’altro…”
“Sì Capitano.”
Sellen si prese un attimo mettendosi dritto con le braccia conserte dietro la schiena.
“In natura la fisica propone determinate geometrie, sequenze… e certi schemi sono evidentemente legati a fenomeni naturali, come ad esempi la sequenza di Fibonacci, che genera con ottima approssimazione una spirale aurea.”
Gill annuì immaginando la forma di una galassia a spirale, evidenza cosmica di quanto Sellen affermava, ma lo scienziato continuò.
“C’è in dove e in ogni quanto appaiono e scompaiono i tunnel una precisa sequenza geometrica, evidentemente generata da una numerazione a base decimale… che in natura è difficile trovare, e ancor meno nella fisica.”
Il Capitano lo guardò stupita.
“Quindi lei mi sta dicendo…”
“Sì Capitano, non è un fenomeno naturale, è generato artificialmente.”
Pianeta Boridius - Zona polare - Stesso istante
Matteo non sapeva se pensare a uno scherzo o mettersi ad urlare.
Non sapeva dove fosse né come ci fosse arrivato, e davanti a sé c’era qualcuno… che sembrava uscito o da un racconto di Tolkien o dalle puntate di quel telefilm che certi suoi amici appassionati avevano cercato senza successo di proporli… Space Quest gli pareva si chiamasse…
Fece un passo indietro aspettandosi una qualche reazione da quell’essere, ma ricevette solo in risposta una occhiata imperturbabile, che in altri momenti avrebbe trovato quasi insultante nella indifferenza che esprimeva.
Riprovò a parlargli nel migliore inglese potesse tirare fuori in quel frangente, anche se ad un certo punto gli venne in mente che il concetto di lingua internazionale era molto diverso li dove era capitato, ovunque fosse.
“Mi aiuti, la prego! - stese il braccio dietro di se col dito teso ad indicare - Lì c’è un mio amico gravemente ferito.”
Rimase per un attimo paralizzato dallo stupore quando, in un inglese perfetto per quanto privo di accento e dal tono assente, quella creatura gli rispose.
“Mi accompagni a prestargli soccorso.”
Matteo gli corse dietro impacciato. Non sapeva cosa pensare. Si abbandonò all’istinto. Tutto gli parve grottesco per un istante… quella creatura rispondeva allo stereotipo dell’alieno razionale e privo di emozioni che lo aveva fatto ridere in quello stramaledetto telefilm che si era rifiutato di guardare.
E forse aveva fatto male.
USS Nibiru - Ponte di comando - Ore 12:00
Gill tamburellava le dita mentre riesaminava i dati raccolti dal suo Ufficiale Scientifico. Tirò il fiato e cercò di contenere le emozioni contrastanti che una scoperta del genere suscitava in lei.
Poi guardò il suo Primo Ufficiale.
“Comandante Black, dato che il teletrasporto è evidentemente impossibile attrezzi uno shuttle per scendere sulla superficie. Direi che il luogo migliore per l’atterraggio è in prossimità delle coordinate conosciute dell’insediamento scientifico.”
“Concordo Capitano, se permette con me porterei ovviamente il Signor Sellen ma anche la Dottoressa Squirtaker.”
“Accordato.”
Gill per un istante pensò alle implicazioni di quella scoperta.
Smise subito, la prospettiva di una tecnologia in grado di generare tutto ciò apriva scenari sconfinati… ed inquietanti.
Alloggio dell’Ambasciatore Gharan - Stesso momento
Le comunicazioni su linea riservata messe a disposizione dalla Flotta Stellare ai suoi Ambasciatori offrivano molte possibilità, compresa quella di inviare pacchetti di dati criptati oltre alle normali comunicazioni.
Il posto più buio, dicevano i terrestri, è sotto la candela, ed era proprio questo il caso.
La risposta arrivò a breve.
Erano apparentemente aggiornamenti sulla veste ufficiale della sua missione, ma una volta passati al suo D-Pad poteva decrittarli. In breve ebbe una risposta, e nuove istruzioni sul da farsi. Il piano era cambiato radicalmente.
A lui importava poco, bastava che il committente pagasse.