03.07 "Polvere negli occhi"
di Timeran Bhreel Legen, Pubblicato il 30-06-2014
USS Baffin - Interno nebulosa - Plancia di comando - 30 marzo 2393 - Ore 15.32
"E questo cos'era?"
Enizia si era retta allo schienale della poltroncina di Sorin per non cadere durante lo scossone. Negli ultimi quindici minuti si erano fatti più violenti e la mancanza di spiegazioni certe le piaceva anche meno di essere intrappolata con tutto l'equipaggio dentro quella specie di nuvola a curvatura.
"Sto rilevando un'intensificazione nell'emissione di radiazione dal gas ionizzato che circonda il nucleo di curvatura. E' possibile che si tratti di un riassestamento dell'equilibrio interno. La distanza tra le due sfere ha iniziato ad oscillare sinusoidalmente con una frequenza di 42, 354 MH..."
Enizia alzò una mano, interrmpendo la spiegazione del vulcaniano, che minacciava di essere prolissa più di quanto lei fosse disposta ad ascoltare in quel momento.
"Sa dirmi da cosa è causato?"
"No, è impossibile con i dati in nostro possesso. Forse un'analisi del fenomeno dall'esterno potrebbe darci qualche dato in più. Ma dalla nostra posizione, con i dati attuali, non posso dire con certezza cosa stia accadendo."
"Capisco, quindi..."
Il trillo dell'interfono la interruppe.
=^= Brown a Enizia.=^=
=^= Qui Enizia, Comandante. =^=
=^= Capitano qualunque cosa stiate facendo è meglio che la interrompiate subito, prima che i miei motori esplodano! =^=
Enizia si voltò a guardare Sorin, questa volta senza poter nascondere la sorpresa. In risposta ebbe soltanto, com'è ovvio, un sopracciglio vulcaniano inarcato. Sospirò. Era tutto quello che poteva pretendere.
=^= Comandante, noi non stiamo facendo nulla qui. Ma immagino che qualcosa stia succedendo lì da lei... =^=
=^= Lo può dire forte, Capitano. La produzione energetica del nucleo ha iniziato a crescere all'improvviso. Abbiamo un'efficienza del 115% attualmente. E le assicuro che non sono stato io. E se voi non state tentando di creare una bolla a curvatura qui dentro, significa che basta la sola vicinanza a quell'affare là fuori per far entrare in iperattività il mio nucleo. Dobbiamo andarcene. E alla svelta. =^=
Il problema era che un modo per andarsene sembrava non esistere.
USS Curie - Interno nebulosa - Plancia di comando - 30 marzo 2393 - Contemporaneamente
I detriti avevano investito la Curie come uno sciame di asteroidi. Gli scudi avevano retto, ma solamente all'inizio. Una parte della sezione posteriore di una delle navi Kazon più piccole, spinta a velocità innaturalmente alta dalla reazione esplosiva del bordo esterno della nebulosa, aveva letteralmente abbattuto il deflettore di prua come un sasso rompe il vetro di una finestra. Mentre la Curie e le restanti navi Kazon venivano inghiottite dalla nebulosa, senza controllo e completamente alla mercé del gas, quello che rimaneva del piccolo vascello alieno aveva aperto un bello squarcio grande nella sezione a disco. La plancia, o quel che ne rimaneva, stava ricevendo segnalazioni di danni e feriti da tutta la nave. O almeno dalle sezioni che avevano ancora i mezzi per comunicare o qualcuno in grado di farlo.
Non che loro stessi non avessero un bel da fare.
Tynan si stava rialzando da terra in tutta fretta, alla ricerca di risposte che avrebbero dovuto arrivargli dalla consolle sfarfallante. Verificò con gratitudine di non aver più di qualche livido e soprattutto di avere ancora una consolle.
Suri esibiva un bel taglio sanguinante che stava tamponando con la manica dell'uniforme, mentre ordinava a tutte le postazioni di fare rapporto. Le condizioni discutibili in cui si trovava erano il meglio in cui potesse sperare.
Timeran era china sulla Hwang, distesa a terra ai piedi della sua consolle. Con la sinistra si tolse i capelli dal viso e tossì nel fumo denso. Posò due dita sulla gola della ragazza.
"Capitano..." scosse la testa, prima di rialzarsi. La consolle di navigazione era un bel mucchio di rottami anneriti.
"Capitano... i sensori non mi danno letture chiare... ma siamo dentro la nebulosa."
"Come è successo?"
Tynan scosse la testa, senza togliere dita e occhi dai pochi dati che lampeggiavano davanti a lui.
"Potrebbe essere stato lo stesso fenomeno che ha colpito la Baffin... o forse sono stati i Kazon... è possibile che abbiano destabilizzato qualche cosa tentando di aprirsi un varco."
"Sarebbe interessante capire perché volevano entrare qui dentro..."
Timeran aveva tutta l'aria di una che è appena sopravvissuta ad un naufragio e più o meno la stessa propensione alla gioia.
"Ma non so quanto saranno inclini a dircelo..." proseguì.
"Con ogni probabilità molto poco. Signor Pierce, lei..."
"Capitano..."
La voce di Lorelai Jenkins interruppe Suri dal retro della plancia. Era poco più di un sussurro, ma tutti si voltarono nella sua direzione.
"Capitano, il comandante Pierce è morto."
USS Baffin - Interno nebulosa - Plancia di comando - 30 marzo 2393 - Ore 15.43
"E' sicuro che siano loro?"
Enizia aveva preso posto ormai stabilmente accanto alla poltroncina di Sorin. Non tutto quello che scorreva sul suo display aveva un senso per lei e i vulcaniani non si lasciano influenzare quanto le altre razze da un capitano nervoso appollaiato sulla propria spalla. Per cui la sua presenza in quel metro quadro di plancia non aveva una vera utilità pratica.
Ma Enizia non era il tipo da poltrona. Aveva avuto ufficiali in comando che non lasciavano il proprio posto per alcuna ragione al mondo, ma lei non ne era mai stata in grado. O forse non ne era mai stata legata.
Sorin non si mosse tranne che per le dita, che volavano sul piano della consolle.
"La traccia energetica è sicuramente federale. Ritengo improbabile che un'altra nave della Flotta Stellare sia giunta qui a nostra insaputa. Per cui, sì, è altamente probabile che si tratti della Curie, Capitano."
"Se sono loro, sono danneggiati. Pesantemente danneggiati, a giudicare dai dati."
Piotr sembrava preoccupato. Se per la loro situazione o per quella della Curie non si poteva dire. Ma l'espressione sul volto del russo dava una chiarissima idea, secondo molti dei presenti in plancia, di quanto fosse drammatica la situazione.
"E non sono soli. Sto rilevando alcune tracce Kazon nelle immediate vicinanze della Curie. Sembrano in brutte condizioni anche loro. Non dovrebbero essere una minaccia."
"Suggerirei comunque di raggiungere la Curie, Capitano."
Al contrario di Piotr, l'espressione di Samak esprimeva la stessa preoccupazione di una paratia sul punto di essere divelta dalla propria posizione. Dovendo scommettere in una gara di espressività, Piotr avrebbe comunque puntato sulla paratia.
"Siamo a portata di comunicazione?"
Enizia lasciò per la prima volta in un'ora la spalla di Sorin e si rivolse all'ufficiale addetto. Le comunicazioni erano disturbate all'interno della nebulosa, ma, sì, probabilmente sarebbero riusciti a chiamare la Curie.
La donna fece due passi avanti, verso lo schermo principale.
L'immagine multicolore della nebulosa e quella sfavillante delle due sfere gemelle da cui avevano dovuto allontanarsi prima che le emissioni mandassero in risonanza i loro motori - provocando, tra l'altro, un sicuro attacco apoplettico a Brown - svanirono. Al loro posto per un istante solo interferenza statica. Poi il viso di Suri, impassibile ma ferita alla tempia, scompigliata. Alle sue spalle una plancia semibuia, fumo, consolle esplose, scintille.
=^= Capitano... =^= la sua voce suonava roca, per le interferenze e il fumo =^= se la situazione non fosse così grave, le direi che sono lieta di vedere che lei e la sua nave non avete subito danni. =^=
Enizia nascose l'espressione che minacciava di comparirle in volto, gli occhi puntati allo schermo a esaminare la scena, le antenne protese in avanti.
=^= Vi raggiungeremo tra pochi minuti e forniremo l'assistenza necessaria... siete sotto attacco?=^=
=^= No, quel poco che i nostri sensori possono ancora rilevare hanno evidenziato la presenza di navi Kazon. Ma sembrano danneggiate almeno quanto noi e non rispondono alle chiamate =^=
=^= Capisco. Non muovetevi, arriviamo subito. =^=
=^= Anche volendo, non credo che potremmo andare in nessun luogo. =^=
La comunicazione si chiuse.
USS Curie - Esterno nebulosa - Plancia di comando - 30 marzo 2393 - Ore 15.32
I detriti avevano investito la Curie come uno sciame di asteroidi. Gli scudi avevano retto, ma alcuni dei frammenti più grandi, impattando contro i deflettori, avevano causato un sovraccarico delle rete EPS. La plancia stava ricevendo segnalazioni di danni e feriti da tutta la nave.
Non che loro stessi non avessero un bel da fare.
Hwang e Tynan si stavano rialzando da terra in tutta fretta, ognuno alla ricerca di risposte che avrebbero dovuto arrivare loro dalle consolle sfarfallanti.
Suri aveva aiutato Timeran a rimettersi in piedi dopo aver avuto un incontro ravvicinato con lo spigolo del gradino che separa la zona centrale della plancia da quella posteriore. Il consigliere esibiva un bel taglio sanguinante che stava tamponando con la manica dell'uniforme, mentre il capitano richiedeva con stoica calma vulcaniana un rapporto sulla situazione.
Era stato Pierce il primo ad ipotizzare che ciò che li aveva colpiti fosse stato quel che restava delle navi Kazon che avevano tentato di aprirsi un varco. La loro idea, dopotutto, non era sembrata molto promettente fin dall'inizio. Considerando che la nebulosa, di qualunque cosa si trattasse in realtà, aveva arrostito parecchie delle navi inviate durante il primo sopraluogo, non sembrava cercare di entrarci la cosa più ragionevole da fare. Semmai la più stupida.
"A meno che lì dentro non ci sia qualcosa..."
Pierce era tornato a sedersi accanto a Suri, mentre i rapporti sembravano confermare la sua idea e le segnalazioni danni e feriti venivano elaborate. La situazione, grazie a tutti gli dei di Vulcano, non era grave. Il capitano aveva spedito Timeran in infermeria, accompagnata da un marinaio della sicurezza che dall'espressione persa sembrava quasi essere lì per caso.
"Per ora lì dentro, per quanto ci riguarda direttamente, c'è soltanto la Baffin, Signor Pierce. A meno che non sia stata distrutta, naturalmente."
Si trattava di un'ipotesi che avevano dovuto prendere in considerazione sin dall'inizio. Tuttavia, sentirla pronunciare ad alta voce dal capitano, dopo aver assistito alla distruzione di una manciata di navi Kazon, la rendeva dannatamente più reale.
"Non è stato rilevato alcun detrito della Baffin."
"No e sembra improbabile che, nell'ipotesi di un'esplosione, non sia rimasto assolutamente nulla da raccogliere. Almeno a giudicare dal destino della flotta Kazon. Le altre navi sono ancora in posizione?"
Jenkins annuì dalla sua postazione.
"Sono sempre lì, ferme. E non danno segno di averci rilevato."
"Bene. Rapporto sulla nebulosa, Signor Tynan?"
"Sembra tornata stabile, Capitano. Almeno stando ai valori iniziale che abbiamo rilevato quando siamo arrivati qui."
Lo scienziato Trill sembrava perplesso più che preoccupato. Il fenomeno era decisamente al di fuori della sua esperienza. Presumibilmente dell'esperienza di chiunque. Non si comportava come una nebulosa, non aveva le caratteristiche di una nebulosa. In definitiva assomigliava soltanto ad una nebulosa. E ora che la osservava da vicino, neppure troppo.
Ma qualunque altra descrizione, qualunque tentativo di incasellare il fenomeno, di interpretarlo sembrava inutile. Poteva essere la più grande scoperta scientifica del secolo.
O la causa della loro distrizione.
Insomma, una delle due.