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USS PYTHEAS - MISSIONE 03 RSS USS PYTHEAS - Missione 03

03.12 "Colpo di mano"

di Alan Brown, Pubblicato il 06-10-2014

Uss Baffin - Stiva di carcio 2 - 31 marzo 2393 - Ore 7:15


"Ve lo dico io cosa è successo. Siamo stati catturati da questi traditori al soldo dell'impero Klingon." Disse un altro ufficiale non appena l'infermiera della Baffin se ne fu andata. "Altrimenti per quale motivo ci terrebbero praticamente rinchiusi in questa stiva senza lasciarci ne uscire ne parlare con il loro capitano?"
"Ma Comandante, le cure che ci stanno prestando sono reali e i nostri uomini ne hanno bisogno." Gli rispose un altro ufficiale seduto lì accanto.
Il primo ufficiale scattò in piedi e dalla rabbia quasi schiaffeggiò il collega: "Dottor Jenner non mi chiami Comandante! Se queste persone si accorgono che eravamo gli ufficiali superiori della Curie ci tortureranno per estorcerci informazioni. Quella stupida Guardiamarina si stava già lasciando sfuggire troppe informazione." I lunghi capelli scompigliati gli coprivano parte del volto e ricadevano sulle possenti spalle. La lunga barba nera, un po' arruffata, gli incorniciava il mento. "Si tolga i gradi anche lei e cerchi di capire su quanti uomini possiamo contare. Dobbiamo riuscire ad impossessarci di questa nave."
"Signor si, signore. Ho già visto che il capitano non è stato teletrasportato, quindi è lei ad avere il comando".
"Tanto meglio: ho sempre odiato i Trill e il capitano Tynan non faceva eccezioni. Non è normale andare in giro con un verme nella pancia che ti dice cosa devi fare. Non dovrebbero permettere ai Trill di diventare ufficiali."
"Signore, dopo che l'impero Klingon ci ha quasi annientato, abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile. Se combatti bene sei dei nostri, altrimenti sei uno schiavo." Rispose il dottor Jenner. I capelli erano completamente rasati e una cicatrice gli percorreva la testa dall'occhio destro fin dietro la nuca.
"Si certo, oppure tuo padre è il più grande contrabbandiere del quadrante e rifornisce il Comandante Supremo del suo divertimento preferito: schiave. Probabilmente anche lui era figlio di una di quelle. Ma adesso finiamola con queste chiacchierare. Ho visto che anche questa nave ha subito notevoli danni. Non so di che cosa si sia trattato, ma ci vorranno dei giorni per le riparazioni. Saranno tutti impegnati e noi avremo più possibilità di prendere il controllo."
"Ascoltando un po' in giro mi è sembrato che facessero riferimento ad una nebulosa." Disse Jenner. "Se sono in queste condizioni devono aver cercato di catturare il Cortex anche loro. Se è così e senza più la Curie nei paraggi, saranno già stati contattati dalle navi della Federazione che ci hanno attaccato prima che l'esplosione ci investisse."
"Quei maledetti ibridi! E' sicuramente colpa loro se il Cortex ha cominciato a dare segni di instabilità. Gli ultimi rapporti parlavano di una sorta di interferenza gravimetrica. Vorranno tenersi il Cortex per alimentare i loro giochetti metà carne e metà metallo. Sistemeremo anche loro. Io, mentre lei ascoltava le conversazioni dell'equipaggio ho convinto un paio di guardiamarina a darmi queste. All'inizio non erano molto d'accordo ma poi sono stati più accondiscendenti..." Con un ghigno divertito mostrò all'altro ufficiale tre faser e un tricorder. "Diamoci da fare e mettiamo fine a questo zoo."
"Ho con me alcuni stimolanti e altri farmaci, vedo se posso mettere in sesto qualcuno della sicurezza."
"Bene, io controllo se in questa maledetta stiva c'è rimasto qualcosa che ci possa essere utile."
Il Comandante sapeva che dovevano fare presto. Prima di tutto avrebbero dovuto trovare il modo di accedere al computer di bordo per capire come era fatta la nave e studiare un piano per impossessarsene. Sicuramente non era una nave della Federazione: in giro non si vedevano strutture Borg e la temperatura dell'ambiente era troppo alta. Questo era già un buon segno. A prima vista non sembrava una nave dell'impero, anche se molto dell'architettura lo ricordava. Gli sembrava che ci fosse più luce e la struttura fosse più leggera, più snella. Sicuramente non era una nave da battaglia. Un altro buon segno. La prima sorpresa fu il computer. L'interfaccia era identica a quella usata sulle navi dell'impero, la stessa che lui conosceva. La seconda sorpresa fu quando il computer lo riconobbe e gli garantì l'accesso completo a tutte le informazioni della nave tramite il suo codice identificativo personale. Come era possibile? Dove diavolo erano capitati? Cominciò a digitare freneticamente sullo schermo finché non apparvero i dati della persona che stava cercando. Gli occhi gli si illuminarono e sul viso gli ritornò un ghigno malvagio.
"Signore, ci sono dodici uomini pronti a combattere al suo servizio, signore."
"Molto bene Jenner: li riunisca. Ho scoperto cose interessanti su questa nave. E ho trovato una mia vecchia conoscenza che ci potrà essere molto utile."
Jenner, allungando il collo, ma poté vedere solo l'immagine di un omone completamente calvo con le braccia conserte e l'espressione un po' irritata.

Uss Baffin - Sala Riunioni 1 - 31 marzo 2393 - Ore 7:40


"Naniti?!" Il Capitano Enizia era stupita.
"Interessante..." anche il Capitano Suri, a suo modo.
"Reagiscono quando sono a contatto con l'antimateria dei nuclei a curvatura. Abbiamo fatto una simulazione al computer: tentano di mettere in stasi il nucleo propagando un'onda gravimetrica che interferisce con la frequenza di lavoro del nucleo. In sostanza inducono il blocco della reazione che genera energia dall'annichilazione materia/antimateria." Spiegò il tenente Sorin.
"Mi sfugge il perché vogliano che ci andiamo noi nel passato ad iniettare questi naniti nella nebulosa." Intervenne Samak.
"Secondo i nostri dati questo blocco non è uniforme." Intervenne Brown. "In alcune zone della nebulosa il blocco crea un accumularsi di energia che non riesce ad essere incanalata internamente e esplode con tale potenza da creare dei varchi spazio-temporali tra nebulose esistenti in tempi e luoghi diversi."
"Perché Tenente Comandante Brown dalla sua espressione ho la certezza che non sia tutto quello che avete scoperto?" disse Volkoff con un sorriso beffardo.
"Continuate Signori, abbiamo una teoria?"
"In effetti una teoria ci sarebbe." Precisò a quel punto Sorin. "Immaginate il volume di una sfera come l'insieme di tutte queste nebulose esistenti nel passato, nel presente e nel futuro. In questo universo e negli altri. Se per qualche motivo, a noi per ora ignoto, la nebulosa che abbiamo qui ora, quella da cui siamo venuti e altre due nel futuro dove vuole andare il Capitano Lumex fossero quattro punti qualsiasi della superficie di questa sfera, potremmo ricavare un informazione importante."
"Il centro della sfera." Intervenne Suri, che non aveva ancora perso il filo del discorso.
"Esatto Capitano, la prima nebulosa di questo tipo. Aprendo i tre varchi contemporaneamente raggiungeremmo la nebulosa che ha dato il via a tutte le altre." Concluse Sorin.
"E questo non ti ha stupito minimamente?" sussurrò Piotr ad Alan, senza guardarlo, inclinandosi di lato nella sua direzione.
Il movimento oscillante della mano aperta di Brown e la sua espressione di sufficienza furono la risposta di quest'ultimo.

Uss Baffin - Alloggi Tenente Volkoff - 31 marzo 2393 - Ore 8:30


=^=Tenente Volkoff, qui Guardiamarina Abrams. Abbiamo dei problemi con l'equipaggio della Curie nella stiva di carico 2. =^=
"Che tipo di problemi Abrams?"
=^=E' scoppiata una rissa. Io e il Guardiamarina Martinez non riusciamo ... =^=
"Abrams! Abrams!"
"Sicurezza, qui Volkoff, una squadra alla stiva di carico 2. Io sto arrivando."

Uss Baffin - Stiva di carcio 2 - 31 marzo 2393 - Ore 8:35


Quando Volkoff arrivò alla stiva gli uomini della sicurezza erano già lì. Fuori dalla porta c'erano un paio di guardie e dentro tre uomini avevano circondato un altro paio che giacevano a terra svenuti. Volkoff ebbe subito l'impressione che qualcosa non andasse per il verso giusto. Entrando nella stiva si tenne pronto. Quando una delle guardie si mosse col faser in pugno Volkoff finalmente capì: quello non era uno dei suoi uomini. Con un solo movimento fece qualche passo all'indietro e si portò a fianco della guardia. Prima che questi riuscisse a sparare, l'ex agente, gli aveva già stretto il braccio in una morsa portandoglielo dietro la schiena. In quella posizione un colpo partì lo stesso e l'altra guardia non ebbe neanche il tempo di intervenire quando fu colpita dal raggio. A quel punto Volkoff spinse per terra l'avversario e puntò il faser sul gruppo di uomini di fronte a lui.
"Basta così Piotr, getta per terra quell'arma o il tuo amico Abrams, qui, ci lascia le penne ancora prima di dire Dasvidania".
Da dietro una colonna uscì un uomo alto e massiccio dai capelli lunghi che teneva in ostaggio il Guardiamarina Abrams con un coltellaccio puntato alla gola.
Volkoff messo alle strette gettò il faser. "Chi siete? Cosa avete intenzione di fare?".
L'uomo si avvicinò di qualche passo, ma non troppo. Evidentemente conosceva colui con cui aveva a che fare. "Come tovarish, non mi riconosci?"
Volkoff non riuscì subito a riconoscere quell'uomo, per via della barba e dei capelli lunghi. Riconobbe invece quel coltello brunito con i simboli cirillici impressi sopra. Era esattamente il suo.