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USS PYTHEAS - MISSIONE 03 RSS USS PYTHEAS - Missione 03

03.11 "Nemici inaspettati"

di Samak figlia di Kum , Pubblicato il 08-09-2014

USS Baffin - Sala Riunioni 1 - 30 marzo 2393 - Ore 20.00


Dopo pochissimi minuti da quando i Enizia e Suri erano tornate sulle rispettive navi, fu indetta dalla prima una riunione a bordo della Baffin per fare il punto della situazione e per chiarire a tutti gli ufficiali quello che i due capitani avevano scoperto.
Prese la parola per prima il Capitano Suri, la quale dove aver
incrociato lo sguardo incerto dei sui ufficiali decise di spiegare tutto l'accaduto: "Insomma, pare proprio che nel futuro la razza Borg sia entrata a far parte della Federazione. Capisco che questo possa sembrare strano, ma fino a prova contraria è la realtà dei fatti.
Quella strana nebulosa in cui ci siamo imbattuti non era un fenomeno naturale ma un loro esperimento mal riuscito..." - mentre Suri descriveva il loro incontro con quella gente del futuro, parte degli ufficiali, Volkoff e Pierce più di tutti, erano visibilmente preoccupati e contrariati da questa alleanza.
"Signori, anche a me questo futuro non piace per nulla - prese la parola Enizia - e devo dire che il loro Capitano non mi ispira assolutamente fiducia, ma purtroppo le cose stanno e saranno così.
Adesso la nostra missione è quella di iniettare un composto, chiamato 'Fattore Isilya', nel nucleo a curvatura sia in questo tempo e nel nostro passato...e per poterlo fare contemporaneamente come ci hanno chiesto, dovremo separarci: la Curie rimarrà in questo presente e la Baffin tornerà indietro. Sarà una missione molto dura e delicata."
"Signori, io non voglio assolutamente mettere in dubbio questa decisione ma, accettare così quasi ad occhi chiusi questa proposta non mi sembra davvero una scelta saggia! - Esclamò quasi gridando il capo della sicurezza della Baffin - Maledizione, ci stiamo fidando di un gruppo di Borg e di un Trill che non sappiamo neanche chi sia, mi dispiace ma questa volta proprio non capisco e non condivido quello che stiamo per fare!" Volkoff era visibilmente agitato, la cosa di separare le due navi e di spargerle nello spazio tempo con quella leggerezza davvero non gli piaceva.
"Tenente - parlò Suri molto duramente - lei non ha il dovere di condividere le nostre decisioni, lei deve solo rispettare gli ordini che gli vengono impartiti."

A questa frase, l'ufficiale quasi avrebbe voluto alzarsi e andare via da quella stanza, ma non lo fece... Enizia invece lanciò un'occhiataccia a Suri, stava quasi per parlare e ricordarle di occuparsi solo dei suoi uomini, ma neanche lei lo fece. Non era il caso di scatenare una rissa in quel momento così delicato.

"Signor Vizzini - riprese la Vulcaniana - tra quanto saranno complete le riparazioni alla nave?"

Vizzini riferì che le riparazioni erano quasi complete e che nel giro di 30 ore la nave sarebbe stata pronta a ripartire. Brown confermò gli stessi tempi per le riparazioni sulla Baffin.

"Se non sbaglio, il Capitano Lumex ha detto che loro saranno pronti a partire solo tra tre giorni, - prese la parola Tynan - potremmo approfittare di questo vantaggio per condurre delle analisi più approfondite, magari su questo Fattore Isilya che dovremmo iniettare nei nuclei..." e Samak fece notare che la Baffin aveva a disposizione anche dei dati sulla nebulosa che erano stati raccolti in precedenza e che sarebbe stato meglio analizzare prima di procedere.

La riunione stava quasi per volgere al termine quando l'ufficiale medico espose il suo grosso dubbio nei riguardi della missione. Secondo quanto esposto dal Dottor Fuentes, se avessero completato la missione con successo, i membri dell'equipaggio salvati dalla Curie andata in pezzi sarebbero scomparsi. Quelle erano persone vive e vegete, anche se doppioni: Luz li aveva analizzati con attenzione ed erano proprio esseri umani in carne ed ossa con lo stesso diritto alla vita di tutti gli altri. Nessuno ci stava pensando a loro...

"Parlerò con Lumex di questa implicazione, dottoressa, - intervenne Enizia - onestamente non so ancora bene come sia stato possibile lo sdoppiamento della Curie, appena avremo dati più certi ne riparleremo."

Di certo per la dottoressa questa risposta frettolosa ed inconcludente non era sufficiente, ma del resto, così era e in quel momento nessuno aveva le idee molto chiare di quello che era successo e di quello che avrebbero dovuto fare. Quindi si accontentò.

Dopo qualche istante di silenzio, era ormai evidente che ognuno di loro avesse espresso i propri dubbi e che alla fine nessuno si fosse davvero convinto...

"Bene, ci siamo detti tutto - concluse quindi il Capitano Enizia - adesso andate a riposarvi, sarà necessario avervi tutti ben vigili, non voglio un equipaggio stanco!"

A queste parole, tutti gli ufficiali un po' alla volta si alzarono ed andarono verso le loro stanze...in silenzio.

USS Baffin - Alloggio del Tenente Samak - 31 marzo 2393 - Ore 2.00


Samak aveva davvero bisogno di rilassarsi, e da vulcaniana che era, l'unico buon modo per farlo era quello di meditare. In poco tempo il suo alloggio si era riempito di candele accese che regalavano a quell'ambiente un'atmosfera molto rilassante. A lei piacevano particolarmente quelle di colore blue, facevano una luce particolare pensava, che l'aiutavano a meditare meglio. A gambe incrociate, in pochissimi istanti Samak sprofondò nella sua anima.

Erano passate tre ore quando la Vulcaniana riprese coscienza di sé: erano quasi le 6 di mattina ed il suo turno in plancia sarebbe cominciato solo alle 7.30. Decise quindi di farsi una bella doccia sonica e di andare in sala mensa per una colazione e per leggere: a quell'ora quella sala era quasi del tutto infrequentata, avrebbe avuto la possibilità di starsene tranquilla e senza distrazioni.

USS Baffin - Stiva di carico 2 - Contemporaneamente


Tutti i sopravvissuti della seconda Curie erano stati alloggiati nella Stiva di carico 2, la quale era stata allestita ad infermeria per poter permettere al personale medico della Baffin di prestare le cure necessarie a quei poveri uomini. C'erano diversi feriti gravi, ma nessuno di loro era in pericolo di vita. Di sicuro il loro morale era a terra: erano tutti molto scossi per l'accaduto, una donna in uniforme scientifica era raggomitolata nel suo letto e si lamentava di continuo, un ufficiale sulla quarantina, umano, batteva i pugni sulla porta e chiedeva di essere portato dal capitano.

L'infermiera di turno della Baffin stava completando il suo giro di analisi sui pazienti allettati quando esausta, disse alla donna che stava visitando in quel momento "Siete tutti sotto shock, il dottore avrebbe fatto meglio a prescrivervi una bella dose di calmante".

"Ha ragione dottoressa..." si sentì rispondere con una flebile voce. Quello era il primo paziente che aveva la mente abbastanza lucida da poter intraprendere una conversazione, era un guardiamarina abbastanza giovane, probabilmente alla sua prima missione: una bella donna di colore che era di turno in sala macchine al momento dell'esplosione. Dopo qualche secondo di esitazione continuò a parlare: "nessuno tra noi è riuscito a capire cos'è successo prima, è stato così, all'improvviso... e adesso stanno tutti impazzendo."

"Beh - prese la parola l'infermiera della Baffin - per quello che ne so io la Curie doveva essere fuori da quella specie di nebulosa a cercare di non farsi attaccare dai Kazon, quando ne è stata inghiottita... non è andata forse così?" In realtà all'infermiera non interessava davvero la risposta che le avrebbe dato quella donna, che nel frattempo aveva scoperto si chiamasse Janet, voleva solo farla parlare un po' per tenerle compagnia e per cercare di capire se almeno qualcuna tra quelle trenta persone avesse ancora la mente lucida e salda.

"Infermiera, non credo proprio che le cose sia davvero andate così, la Curie stava viaggiando a curvatura 1.5 ed eravamo diretti in missione di ricognizione su un pianeta dell'ammasso di Mate. Non so bene cosa sia successo, ma ad un certo punto sono iniziate delle esplosioni e il Capitano Tynan ci ha ordinato di evacuare la sala macchine. Poi credo di aver perso i sensi e mi sono risvegliata qua su questo letto..."

*Si come no...* pensò l'infermiera scuotendo la testa con una piccola smorfia di disappunto

"Non mi crede neanche lei, vero? - continuò la ragazza - ho detto la stessa cosa ad un ufficiale che è venuto qua a farci qualche domanda, e..."

A quel punto l'infermiera sorrise e disse: "Non è che non le credo Janet, ma penso che lei adesso dovrebbe solo farsi una bella dormita. Avete tutti bisogno di riposare, i vostri rapporti sull'accaduto li farete domattina." Le diede così un blando sedativo ed andò via da quell'ospedale.

"Janet, ma cosa diavolo ci è successo?!?" disse un ufficiale che aveva il letto a fianco a quello del Guardiamarina e che aveva sentito tutta la conversazione... "Non lo so Marc, davvero non lo so..." e si addormentò dopo poco.

USS Baffin - Sala mensa - 31 marzo 2393 - Ore 6:50


Samak stava tranquillamente leggendo il suo libro seduta ad un tavolino appartato in quella stanza che via via si iniziava a popolare di ufficiali appena svegli. Fortunatamente non c'era ancora confusione...

Tutt'a un tratto le si alzò il sopracciglio e la sua mente iniziò ad analizzare dettagli su dettagli riguardo alla situazione che stavano vivendo: c'era qualcosa che davvero non le tornava... aveva avuto un'intuizione? No, il suo era solo il frutto di un ragionamento logico. Subito toccò il comunicatore:

=^= Samak a Capitano Enizia =^=

Il Capitano si era appena svegliato e stava per entrare sotto la doccia... =^=Buongiorno Tenente, ha riposato bene? =^= rispose con un tono quasi sarcastico sapendo che la Vulcaniana in realtà non aveva affatto dormito durante la notte.

=^= Sì Capitano, grazie. Le vorrei parlare di una questione piuttosto urgente Capitano. =^=

=^= Va bene Tenente, ci vediamo nel mio ufficio un quarto d'ora prima dell'inizio del turno in Plancia. Chiudo. =^=

USS Baffin - Ufficio del Capitano - 31 marzo 2393 - Ore 7:15


Quando il Tenente Vulcaniano arrivò nello studio del Capitano, questa era già operativa da parecchio e stava studiando alcuni rapporti sullo stato delle riparazioni e sulle condizioni di salute dei trenta membri dell'equipaggio della Curie andata distrutta.

"Bene Samak, mi dica cos'è successo. Leggendo i rapporti che mi sono arrivati mi pare che sia tutto nella norma... "

"Capitano, onestamente io non credo che, seppur in un futuro molto remoto, i Borg possano essere alleati della Federazione e..."

A questa frase Enizia sgranò gli occhi e disse con aria seccata: "Signor Samak, non immaginavo che anche lei si facesse prendere da questa diffidenza razziale. La potrei capire da qualunque altro ufficiale, ma non da lei..."

"Capitano, non si tratta di intolleranza o razzismo o diffidenza - rispose Samak visibilmente contrariata - i Vulcaniani non provano certe emozioni. Si tratta solo di logica. Qua abbiamo un cubo Borg che si dice faccia parte della Federazione, cosa molto improbabile. Abbiamo dei membri di una Curie ormai distrutta, doppioni esatti dei rispettivi uomini sulla nostra Curie che riferiscono che il loro Capitano fosse stato Tynan, avrà letto anche lei i loro rapporti...le loro vite non sembrano affatto simili a quelle che invece avrebbero dovuto avere, ed anche i loro caratteri sembrano diversi di quelli che noi conosciamo."

Mentre Samak parlava, Enizia sembrava sempre più convinta delle parole che stava ascoltando.

"Tenente, mi sta dicendo che secondo lei siamo saltati in un'altra dimensione invece che nel futuro?"

"Esattamente Capitano, questo spiegherebbe molte più cose: l'alleanza strana con i Borg, i rapporti dei superstiti, potrebbe anche essere che in qualche modo i Kazon abbiano scoperto il varco, e stanno cercando di oltrepassarlo. Certo, senza dati certi il salto dimensionale è solo più plausibile rispetto al salto temporale, ma ne dobbiamo essere certi perché in questo caso, il nostro fattore Isilya potrebbe essere qualunque cosa, anche un'arma..."