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USS MARCONI - MISSIONE 12 RSS USS MARCONI - Missione 12

12.06 "Mi concede questo ballo?"

di Keiji Kuwano, Pubblicato il 26-03-2015

Nave Aliena - 13/01/2395 - 06:20


"Direi che scalare la struttura a mani nude è fuori discussione..." Affermò il medico giapponese con aria pensierosa, cercando di sporgersi il più possibile dalla tasca della mezza klingon e scatenando al contempo una vivace reazione dal tellarita che, gli stava a fianco con espressione seccata.
"Davvero? Non l'avrei mai detto! - replicò sarcastico, l'alieno dal naso porcino alzando le braccia al cielo e rischiando di scivolare all'interno della tasca a causa del movimento improvviso - Sono più di cento metri e gli appigli sono una schifezza ... anche se è una Klingon la ragazza non è una scimmia arrampicatrice! - continuò, indicando alle sue spalle con il pollice, riferendosi ovviamente a Tara. - Senza contare che quelle bestiacce lassù difficilmente se ne starebbero buone buone con le ali in mano se ci vedessero durante la scalata ... e sorpresa! Non abbiamo modo di nasconderci..."
"Sshh! Zitti!" finalmente, la mezzosangue Klingon interruppe il brontolio dell'ingegnere capo accompagnando alle parole un gesto intimidatorio col dito, dall'aspetto decisamente imponente per i piccoli Ufficiali Mignon. Cercò di farsi più piccola e di nascondersi nella bassa vegetazione nei paraggi, mentre sollevava gli occhi al cielo seguendo con lo sguardo un piccolo gruppo di creature allontanarsi dal gruppo, dirigendosi verso la zona da cui erano arrivati.
"Sembrano irrequieti... - bisbigliò Dal, le cui dimensioni ridotte amplificarono lo smorzamento vocale, rendendo le sue parole appena percettibili -... potrebbe essere successo qualcosa..."
Le parole del mezzosangue cardassiano vennero però sovrastate da un inquietante lamento, per alcuni versi simile al canto di una balena terrestre, che venne sostituito a sua volta dall'atroce stridio di metallo contro metallo. L'intera nave vibrò per una manciata di secondi.

USS Marconi - Plancia - Qualche attimo prima


"I motori di una delle navi sono stati danneggiati... - affermò Durani con innaturale freddezza per una klingon, mantenendo gli occhi fissi sulla propria consolle. Aveva appena comandato che era riuscito ad oltrepassare gli scudi della nave nemica, ma non poteva concedersi un attimo di tregua. Era imperativo replicare il risultato e disabilitare il maggior numero di navi possibili, quantomeno per livellare la disparità numerica. -... sembra aver perso capacità di manovra."
"Ottimo... - replicò Shran, osservando la moltitudine di navi nere che sciamava velocemente sullo schermo principale davanti all'immensa nave generazionale. Quella era stata la risposta di Tylca. Lanciare un'ondata di quelle sue navi color pece contro la Marconi, segno evidente che le trattative diplomatiche erano cessate ancora prima di iniziare. L'andoriano sperava ardentemente in un ulteriore aiuto da parte dell'enorme nave che cercavano di proteggere, data la differenza di numeri, ma aveva il sentore che, non essendo stata attaccata direttamente, la nave generazionale si sarebbe limitata a fare da silente osservatrice dello scontro. Poteva e doveva quindi confidare solamente nelle abilità del proprio equipaggio. -... cerchi di mettere a segno altri centri come quello, ne abbiamo bisogno..."
"Signore, - replicò prontamente la klingon, aggrappandosi alla propria postazione per ovviare allo spostamento dovuto ad una manovra eccessivamente brusca. - la nave colpita continua a muoversi per inerzia... continuando così si schianterà contro la nave generazionale!"
l'andoriano strinse gli occhi, muovendo le antenne in maniera frenetica alla ricerca della piccola blatta ferita in mezzo a quella bolgia infernale. La individuò poco dopo, mentre si dirigeva a velocità smodata roteando su se stessa verso il ventre della nave generazionale, la quale rispose immediatamente cercando di schiacciare quell'orrido punto nero, ma questa volta i suoi siluri furono troppo lenti e la piccola blatta si schiantò sul suo enorme fianco, trascinandosi per qualche metro prima di esplodere.
"La nave generazionale non sembra aver subito danni... ma le sue armi ora sono puntate su di noi!"

Nave aliena - Contemporaneamente


"Cosa diavolo è stato?" domandò il medico asiatico cercando con lo sguardo la fonte del rumore, senza trovarlo.
"Sembrava provenire dall'esterno della nave... - affermò Tara, continuando a tenere sott'occhio le creature volanti che sembravano essersi radunate in un punto poco distante, nei pressi dello scafo, quasi come se fosse loro intenzione esaminarlo -... sarà meglio contattare la Marconi e..."
La donna fece per avvicinare la mano al comunicatore, ma la punta di una rudimentale lancia si frappose fra il suo arto e l'apparato di comunicazione. Voltandosi lentamente, si rese finalmente conto della presenza di uno dei nativi, intento ad osservarla, pronto a reagire nel qual caso lei avesse dato segno di ostilità. La sua mente si svuotò di ogni pensiero, mentre cercava inutilmente di capire come fosse stato possibile che un essere di più di due metri le fosse arrivato alle spalle senza che lei se ne accorgesse.
"Porca... come diavolo ha fatto? - affermò il Capo della Sicurezza dall'interno della taschino, lasciandosi andare ad un ulteriore commento al limite del percettibile - Questi tizi sono dei ninja..."
Tara cercò di nascondere delicatamente gli esserini che avevano preso dimora nella sua tasca con la mano. Il tellarite bofonchiò qualcosa a mo' di protesta, ma le parole non risultarono abbastanza intelleggibili nemmeno ai suoi compagni di tasca. L'alieno invece, mantenendo la lancia puntata verso la donna, blaterò qualcosa in quella sua lingua incomprensibile, mantenendo sul volto un'espressione dura, ma non cattiva. Perlomeno così sembrò alla mezzosangue klingon.
Tara cercò di riguadagnare la posizione eretta, dato che era ancora accucciata in modo da rendersi meno visibile, alzando una mano e mantenendo l'altra sul phaser.
"Mi spiace, non comprendo la tua..."
=^= Comandante Keane... - il comunicatore interruppe la mezzosangue klingon, scatenando una reazione stupita da parte della creatura che spostò immediatamente la punta della sua arma verso l'oggetto -... tutto a posto? Qui fuori la situazione si è fatta bollente e... =^=
Prima che la donna potesse replicare in alcun modo, l'alieno, in un unico e fluido gesto, compì un passo in avanti allungando la mano verso la fonte del suono. D'istinto, la mezza klingon tentò di agguantare il possente braccio, grosso quasi quanto la sua testa, ma l'alieno se ne avvide per tempo. Lasciò che la donna eseguisse la sua contromossa, ma poi, con un abile gesto della mano che ancora tratteneva la lancia, ne infilò l'asta fra i piedi della donna, in modo da farla sbilanciare. Ad un osservatore esterno, la scena sarebbe potuta sembrare un esibizione di danza, culminata da un improvvisato casqué.
Tara riuscì a reagire e a liberarsi solo dopo una manciata di secondi, ma questi pochi attimi permisero comunque all'alieno di agguantarle il comunicatore, strapparlo via e gettarlo a terra con forza. Per contro però, la mezzosangue klingon fu in grado di accaparrarsi la lancia che l'alieno aveva utilizzato per farle perdere l'equilibrio e con essa parò alla bell'e meglio un paio di sferzate della coda dell'alieno utilizzata a mo' di frusta, arretrando di qualche metro prima di piantare l'impugnatura della rudimentale arma a terra e di estrarre il phaser.
"Non intendo nuocerti... - intimò la donna, verso l'alieno che comunque non sembrava comprendere la sua lingua. -... ma non esiterò a sparare se devo!"
L'alieno blaterò nuovamente qualcosa nella sua lingua, ma, quasi avesse compreso le parole dell'Ufficiale Federale, rimase immobile, continuando ad osservarla.
"Tutto bene la dentro?" domandò la donna, sentendo i suoi colleghi tascabili muoversi all'interno dell'uniforme, senza però distogliere lo sguardo dall'imponente alieno.
"Dannazione! - replicarono all'unisono l'Ingegnere Capo e il medico, cercando di raggiungere arrampicandosi verso l'uscita. - La prossima volta che fa una cosa del genere, giuro che le vomito in tasca!"