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USS HOPE - MISSIONE 03 RSS USS HOPE - Missione 03

03.13 " Scacco al Re "

di Ferris Bueller, Pubblicato il 18-05-2016

U.S.S. Hope - Plancia - 03 Febbraio 2395 - Ore 18.12


Il turbo ascensore si aprì e Caytlin entrò in plancia seguita da Luna.
Nonostante le due avessero concordato una bozza di piano, soprattutto nel rimanere assolutamente tranquille per non destare sospetti nel mutaforma, sempre che fosse davvero lui nei panni della dottoressa, le due giovani erano estremamente ansiose.
In plancia era presente il turno Beta. Xyr aveva scambiato i turni per permettere al turno Alfa di riposare prima dell'arrivo a Manlas, ma nessuno di loro stava riposando. Il consigliere sorrise pensando che quello fosse un grande equipaggio... nonostante ognuno di loro, preso singolarmente, fosse un totale disastro.

Rest era di fianco al suo collega del turno attivo e sembrava immerso in una conversazione relativa a dei codici di accesso. La sua vicinanza alla console della sicurezza rendeva più facile il loro piano. Aveva una fiducia totale nelle capacità analitiche del vulcaniano e sapeva che avrebbe reagito in un attimo a qualsiasi ordine. Il problema era il suo ego... avrebbe accettato un ordine partito da lei?
Bueller invece era seduto scompostamente sulla poltrona di comando e faceva gli occhi dolci alla dottoressa. La cosa strana era che lei non sembrava dispiacersi di quelle avances, il che rendeva Ferris sempre più baldanzoso e compiaciuto. Forse un giorno quel giovane avrebbe stemperato quel suo ardore giovanile e sarebbe diventato un Capitano migliore.

"Se il Signor Basta non potrà presenziare alla cena di gala su Manlas, spero che permetterà a me di accompagnarla." le disse lui in tono suadente.
"Certamente Capitano, mi piacerebbe molto..." anche la voce della dottoressa Graahn aveva un tono invitante e il suo linguaggio del corpo mostrava interesse nei confronti del giovane ufficiale.

*Niente da fare... quando si tratta di una bella donna a Ferris va in pappa il cervello.* pensò Caytlin infastidita. Anche se trovava adorabile quella parte di lui, in quel momento avrebbe voluto colpirlo in testa con qualcosa di pesante.

"Ah Consigliere, che piacere vederla! Stavo proprio pensando a lei... le dispiace se le chiedo una cosa in privato? Sarò velocissimo. Melanne, mi prometti che non te ne vai vero?" il sorriso del Capitano della Hope aveva un che di disarmante e sul volto della dottoressa apparve un leggero rossore e un sorriso.

"Certo Capitano, volevo giusto chiederle per la cena di stasera, ma vedo che si è già organizzato!" Caytlin fece un occhiolino di complicità alla dottoressa che rispose con un sorriso imbarazzato.
"Ah mi dispiace ma stasera ho già una damigella!" esclamò toccando il braccio della dottoressa mentre si alzava e si dirigeva verso la sala tattica seguito dal Consigliere.

"Luna tieni impegnata Melanne, ma non cercare di scoprire niente. Comportati come sempre..." bisbigliò lei prima di allontanarsi.

"Dottoressa! E io che speravo di arrivare prima del Capitano per invitarla alla cena..." sentì esclamare a Luna prima che la porta dell'ufficio si chiudesse dietro di loro.

"Capitano mi ascolti bene..." sarebbe stato difficile spiegare a Bueller la situazione, soprattutto perché non avevano prove tranne la passione di Luna per il fondoschiena di Melanne e, per quanto aveva visto, lo strano comportamento di lei nei confronti di Bueller. Di solito la dottoressa era troppo timida per accettare certe avances, ma nessuna di queste pareva un prova.

"Non c'è tempo Caytlin!" il sorriso di Ferris scomparve di colpo facendosi immediatamente serio. La ragazza per un attimo sbiancò temendo di essersi sbagliata. E se il mutaforma fosse lo stesso Capitano?

Ferris si grattò la guancia pensieroso, sembrava non riuscire a focalizzare la situazione.

"Qualcosa non va?" chiese lei titubante. Se il mutaforma era lui doveva fare in modo di tornare in plancia per mettere in atto il suo piano.

Bueller fece un verso disgustato e alla fine, spazientito, usò entrambe le mani per scompigliarsi i capelli. "Non lo so Cayt! Ti sembrerà assurdo ma la dottoressa ha qualcosa che non va!"

Lei rimase basita per un attimo per la sorpresa. Si aspettava tutto fuorché quello da lui.

"Non so cos'è, c'è qualcosa che non va in lei, ma non saprei dirti cosa!" il giovane sembrava cercare di strapparsi un particolare o una spiegazione dalla mente senza troppo successo.

"Il suo sedere forse?" lo aiutò lei sorridendo.

"Esatto!" esclamò Bueller come se finalmente l'ultimo pezzo del puzzle fosse andato al suo posto, per poi bloccarsi subito dopo di colpo con un espressione attonita "E tu come diavolo..."
"Lasciamo a dopo le spiegazioni, ma adesso finalmente capisco come mai tu e Luna siete così amici. Ecco il mio piano..."



U.S.S. Hope - Plancia - 03 Febbraio 2395 - Ore 18.20


La risata cristallina del Consigliere annunciò la riapertura delle porte della sala tattica. Qualsiasi fosse stata la battuta doveva aver effetto perché i due sorridevano in maniera complice.

Il mutaforma che possedeva il medico di bordo, tornò a prestare la sua attenzione alla giovane che la stava intrattenendo. Trovava le avances di quel giovane timoniere estremamente fastidiose e se non era così importante per lui tornare sulla Armand prima dell'arrivo su Manlas, se ne sarebbe certamente andata già dopo la prima frase.
Avrebbe fatto pagare a questi ragazzini tutta la fatica che stava facendo per tenere in piedi il piano del Direttorio. Un anno di preparazione spazzati via in pochi giorni per colpa loro.

Lui e Waluk, il mutaforma corporeo, erano esponenti di due razze presenti su uno stesso pianeta posto in una zona, ancora inesplorata dalla Federazione, del quadrante Gamma. Le due razze erano una simbiota dell'altra.
I corporei avevano bisogno delle energie ionizzate dei gassosi e delle loro capacità di replicare elementi chimici assenti nei corpi ospiti per sopravvivere. Potevano resistere una settimana senza un ospite gassoso, poi il loro corpo iniziava una lenta ma inesorabile degenerazione che li avrebbe portati alla morte e solo un altro gassoso poteva bloccare questa orribile fine.
Al contrario i gassosi iniziavano a perdere coesione per ogni singolo minuto fuori dal corpo che li ospitava. Potevano entrare per un breve periodo in un qualsiasi corpo, ma ben presto l'energia ionizzata che emettevano lo avrebbe fatto ammalare fino a portarlo alla morte. Solo i corporei potevano ospitarli virtualmente all'infinito, ma questa possibilità di vivere anche in altri corpi e soprattutto la loro capacità di replicare elementi chimici che potevano ferire o addirittura uccidere il loro ospite, ponevano i gassosi ad un gradino più alto dell'evoluzione delle due razze e di conseguenza i veri padroni del pianeta.

Poi un secolo prima era arrivato il Direttorio, e la loro società era inesorabilmente cambiata. All'inizio erano stati solo dei contatti commerciali, ma piano piano gli alieni avevano acquisito sempre più importanza fino a controllare quasi totalmente le decisioni politiche del loro mondo.
Non sapeva quali fossero i progetti di quegli esseri o del suo stesso governo, in fondo lui e Waluk erano solo una pedina... due soldati che convivevano forzatamente e che non si piacevano. Avrebbero fatto il loro lavoro per quanto suicida potesse essere.

Il piano iniziale era semplice anche se tedioso: Waluk avrebbe preso la forma dell'Ambasciatore mentre lui lo alimentava, avrebbero fatto fallire i trattati di pace e l'entrata di Manlas nella Federazione. Le trattative, che volevano sabotare, avrebbero permesso a Waluk di avvicinarsi abbastanza al Presidente del Consorzio che racchiudeva i mondi del sistema di Manlas e prenderne il posto. Poi avrebbero atteso che le acque si calmassero fino all'arrivo del Direttorio che avrebbe preso, con il tempo, il controllo del Consorzio fino ad inglobarlo dentro di sè.

"Doc?" la voce di Luna riportò il mutaforma alla realtà.
"Scusami, dopo quello che è successo in questi giorni... sono solo molto stanca." Rispose lui cercando di chiudere la conversazione velocemente per tornarsene sulla Armand.
"Forse dovresti riposarti fino a stasera, abbiamo un appuntamento ricordi?" le disse Bueller avvicinandosi a lei con fare intimo. "Oppure stai cercando una scusa per rifiutare l'invito?"

"O forse cerco una scusa per trovare qualcosa di più piacevole da fare..." rispose la dottoressa con voce sensuale guardando intensamente il giovane Capitano della Hope. Gli avrebbe promesso quello che voleva in cambio di un teletrasporto verso l'altra nave.

Bueller deglutì vistosamente. "Dio quanto vorrei che fosse vero!" Detto questo saltò addosso alla dottoressa bloccandole le braccia lungo il corpo.

"Adesso Cayt!"

"Computer attivare!" urlò il Consigliere e un'istante dopo il corpo del Capitano e della dottoressa furono avvolti dal luccichio del teletrasporto. "Rest presto! Attivi un campo di forza di livello dieci alle celle detentive!"

L'ufficiale tattico non perse tempo in futili domande e eseguì la richiesta tramite la console della sicurezza. Chiunque altro avrebbe avuto bisogno di spiegazioni, ma Rest era Rest, quindi fece quello che gli era stato ordinato... probabilmente dopo aver analizzato e risolto la situazione nella sua mente in una frazione di secondo.



U.S.S. Hope - Celle detentive - 03 Febbraio 2395 - Ore 18.35


"Capitano è impazzito?" esclamò Melanne spingendosi via dal suo abbraccio.
"Non voleva rimanere solo con me dottoressa?" un sorriso sbarazzino si dipinse sul volto del giovane. "Per la cronaca, abbiamo analizzato la sua traccia di energia ionizzata e abbiamo pensato di caricare lo scudo della cella di una carica opposta. Credo che troverà difficile fuggire da qui."
"Ma che diavolo sta dicendo?! Pensa che io sia posseduta dal mutaforma gassoso?"
"No certo, io sono sicuro che lei sia posseduta... ma non sono sicuro da quale dei due a dire il vero." Con un sorriso si buttò sulla branda per poi rivolgersi agli uomini della sicurezza che lo guardavano attoniti. "Ragazzi per nessun motivo, nemmeno se ve lo ordinassi io stesso, dovete eliminare il campo di forza. Potrei non essere io a ordinarvelo."

Gli uomini della Sicurezza si guardarono fra loro titubanti ma poi assentirono.

"Mandate a chiamare Xyr, sto per farle il più grande regalo della sua vita!"

"Quale signore?"

"Guardarmi attraverso le sbarre di una cella..." rispose lui mettendosi comodo.