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USS VANCOUVER - MISSIONE 03 RSS USS VANCOUVER - Missione 03

03.13 "Il Tachione di Schrödinger"

di Flora Ediselie Leclair, Pubblicato il 16-11-2025


USS Vancouver - Ufficio del Consigliere
01/01/2400 ore 23:45 - D.S. 77002.71


"Decisamente interessante come comportamento il suo, Comandante Leclair. Sebbene io non disdegni una seduta nonostante l'orario, mi sorprende che un umano abbia così tanta 'voglia di parlare', nonostante tutto. Abbiamo avuto il nostro primo colloquio ancor prima che io fossi fisicamente sulla nave, e mi son preso qualche appunto. Ora abbiamo tutto il tempo che serve."
Flora, sprofondata su un'ampia poltrona tipica degli studi dei consiglieri, sbuffò sonoramente. Molti pensieri le passavano per la testa, di diverse intensità, e la sua proverbiale chiacchierata allo specchio con sé stessa questa volta sicuramente non avrebbe sortito effetto alcuno.
Aveva palesemente bisogno di un Consigliere.
Il Capitano aveva accordato, seguendo i regolamenti di Flotta, a un colloquio preliminare vista la situazione e considerato l'accaduto, quantomeno per mettere ordine nella testa. Temporaneamente.

"Non è che sto cercando una spalla su cui piangere... vorrei solo comprendere meglio un po' il tutto, la mia esperienza...del perché non ne sono uscita pazza o col cervello esploso...voglio dare un chiaro ordine logico alle cose."

Tenok fissò il Comandante per un attimo, mentre sistemava dei libri su un piccolo scaffale dietro alla sua scrivania. L'allineamento dei libri accolti in quello spazio era magistrale.

"Fermo restando che non sono di certo incline al, come dire, supporto per la manifestazione di emozioni puramente...terrestri, condivido la parte finale del suo divagare, la trovo estremamente stimolante. La logica può essere una valida alleata per dipanare dubbi e comprendere ciò che è necessario. Se non altro, se vagasse per la nave piangendo, dubito che questa porta si aprirebbe mai"
Flora lo squadrò torva.
"Ha per caso messo un sensore anti-lacrime sulla porta?"
"Non ancora" fu la risposta "ma ove non bastasse che io blocchi la porta stessa, potrei pensarci, come opzione".
La scienziata fece spallucce, di fatto accettando l'appunto del nuovo Consigliere, appena arrivato Starfleet aveva sicuramente scelto il momento perfetto per darne uno alla Vancouver.
"Computer, Seduta Numero Uno, annota la data stellare, Comandante Flora Ediselie Leclair. Possiamo iniziare?"
La donna annuì, e sbuffando ancora una volta, iniziò a raccontare quanto accaduto.

***FLASHBACK***
USS Vancouver - Laboratorio Scientifico
21/12/2399 ore 5:20 — D.S.76970.47


Leclair, Bohr e Sev stavano lavorando nel laboratorio da diverse ore, cercando il modo di riuscire a mantenere la promessa fatta dal Capitano ai Tachioni, ossia di garantire la loro sopravvivenza. Il primo ostacolo da affrontare era però quello di riuscire a instaurare un canale di comunicazione con loro, cosa utopistica per via dell'entità da contattare, ma da dover rendere possibile.
"Noi tutti abbiamo un mal di testa abbastanza importante, che per fortuna va scemando. Tralasciando questo simpatico dettaglio detto solo per iniziare il discorso, è come se sentissimo delle voci, o per meglio dire dei sussurri, che sembrano dirci qualcosa, ma è tutto e niente. Un collegamento pertanto esiste, e per le informazioni in nostro possesso sembrerebbe come se dovessimo trovare la giusta frequenza per ascoltare e interagire con la nostra radio preferita."
Sev annuì lieve, mentre studiava i dati raccolti su una consolle, sbadigliando ogni tanto.
"Già avevo avuto questa idea, il problema è che dovremmo subire di nuovo l'Allineamento, e anche se magari consenzienti non si sa mai cosa potrebbe accadere...dubito che il Capitano possa approvare una cosa del genere, nonostante la promessa fatta."
Bohr osservò Flora, poi Sev.
"Probabilmente dopo la sortita di Nephele su di te quando eravamo ai ferri corti con la K'Varn, potrebbe anche pensarci due volte"
"Non sono nemmeno così sicuro che ci fossimo Allineati di nuovo...di certo non ha dato credito ai Tachioni, né in quel frangente, né tanto meno quanto successo a Seppia..."
I due stavano ancora discutendo quando sentirono il flebile suono del comunicatore di Flora attivarsi al suo tocco.
^=^ Leclair a Kuribayashi =^=
La voce del Capitano risuonò nel laboratorio, lievemente assonnata, dopo qualche istante.

=^= La ascolto, Comandante. Avete novità? =^=
^=^ Sì, signore, sfortunatamente dovremo ricorrere di nuovo all'Allineamento.^=^

La schiettezza di Flora bloccò immediatamente i due Bajoriani nel loro parlare, che osservarono la donna solo spostando gli occhi, quasi immaginando la risposta del loro superiore.
Fortunatamente per i loro obiettivi, furono smentiti.

=^= Lo immaginavo. Non abbiamo nessun'altra alternativa percorribile, siete sicuri? =^=

^=^ Purtroppo non abbiamo una tecnologia sufficiente per replicare in totale sicurezza quella usata dai Tachioni. Mi dispiace, signore, dovremo modulare le frequenze in uno spazio circoscritto per poterli far manifestare e dar loro sufficiente energia per manifestarsi, ma prima di quello abbiamo bisogno di un'ulteriore interazione con loro per magari avere delle dritte su come raggiungere la giusta frequenza ^=^

=^= Il Dono della Parola, intende? =^=

^=^ Precisamente Capitano ^=^ incalzò Sev.
^=^ Nephele mi ha passato molte informazioni ma, probabilmente, nell'ottica del non fidarsi completamente di noi, ha omesso dei dettagli che ci costringono ancora ad aver bisogno di loro tramite Allineamento. Ora sicuramente il nostro rapporto con loro è migliorato, ma all'epoca, sicuramente l'hanno scelto come asso nella manica, da usare al momento opportuno.^=^

Si udì un non troppo velato sbuffo di disapprovazione dall'altra parte, ma con lo stato attuale, pareva davvero non esserci alternativa.

=^= Procedete con l'Allineamento dunque. Manderò Di Maria subito da voi, non sarà felicissimo dell'orario ma non abbiamo molto tempo. Voglio assicurarmi che non vi sia il minimo errore, sappiamo i rischi che corriamo sia per voi, che per la stessa nave, pertanto adotteremo un approccio magistrale. Sono stato chiaro, signori? =^=

I tre risposero positivamente, e vennero congedati poco dopo, con il comunicatore che tornò in standby.

USS Vancouver - Ufficio del Consigliere
02/01/2400 ore 2:15 — D.S. 77003.00


Tenok prese a camminare lentamente seguendo le pareti del suo ufficio, pensieroso per una decade di secondi, prima di riprendere a parlare.
"Nei rapporti che mi è stato concesso leggere, mi pare di aver capito che avete avuto dei problemi inizialmente, che l'Allineamento semplicemente non avveniva. Nessun rischio reale, ma l'interazione coi Tachioni era come se fosse bloccata. Arriviamo quindi, al primo dei suoi problemi, Comandante."
Leclair sbuffò, di nuovo.
"Non sono per nulla convinta della proposta che ho avanzato. Al momento mi sembrava la scelta giusta da fare..."
Il Consigliere scosse lievemente il capo.
"Logicamente era una via percorribile. Non l'unica, non la migliore, ma sicuramente non quella sbagliata. Va denotato un lavoro encomiabile della squadra addetta al teletrasporto per un oggetto di quella consistenza, e in quella circostanza...si tratta comunque di una parte di un cubo Borg, i rischi sono già preventivati."
Lo sguardo di Flora era rabbuiato, e non ci fu una risposta alle ultime parole, perciò venne adottato per lei un diverso approccio.
"Depotenziamo la componente emotiva, Comandante. Andiamo per gradi, elimini i dettagli al momento superflui circa le sue considerazioni, e ripercorriamo quanto successo."
Gli occhi di lei ora lo guardavano fisso, senza che muovesse la testa nel farlo.
"Superiamo il momento della proposta di portare, con tutte le precauzioni del caso, una parte specifica del cubo Borg a bordo della Vancouver, per usarlo come amplificatore per la reazione con i Tachioni. Me lo racconti, evitando i dettagli."
Tenok si riarmò quindi del suo PADD, sedendosi nuovamente dietro la scrivania, pronto a prendere altri appunti.

***FLASHBACK***
USS Vancouver - Infermeria
21/12/2399 ore 12.30 — D.S. 76971.29


Otello aveva passato le ultime ore a fare test, perfino simulazioni per tentare di verificare eventuali problematiche che potevano insorgere durante l'Allineamento, seppur in uno scenario aspettato e consenziente. Le sferette luminescenti che indistintamente custodivano le entità di Alinka, Lunvo e Nephele roteavano attorno al Dottore, quasi come se attendessero trepidanti un suo 'eureka' o qualcosa di molto simile. Bohr, Sev e Flora si erano congedati per qualche ora di riposo visto la veglia che avevano scelto di fare. Glielo avrebbe imposto lui stesso, visto i continui sbadigli di tutti, anche se li avrebbe sbattuti fuori da qualunque luogo di lavoro, visto che Leclair continuava scherzosamente a ripetergli che a sto giro non sarebbe servito il suo Hypospray nascosto dietro la consolle per spedirla nel mondo dei sogni.
La consolle suonava come un'orchestra per tutte le operazioni che stava eseguendo, ma i risultati non erano promettenti. Non tanto per l'incolumità degli Ufficiali, quanto per il fatto che pur non avendo un risultato certo, l'incognita di una non riuscita dell'Allineamento era sempre presente. Prima di congedarsi, i tre ufficiali avevano tentato di eseguire l'Allineamento su Sev, considerato le conoscenze che poteva condividere con Nephele, ma a detta di una sensazione percepita dal Bajoriano, il tutto sembrava essere "fallimento, persino un blocco".
Questo apriva scenari estremamente preoccupanti, in quanto prospettava un non mantenimento della promessa fatta dal Capitano ai Tachioni, ossia quella di dotare loro di un'esistenza vera e propria, e non di quella "soluzione di mezzo" costantemente da sostentare con un rischioso costo chiesto in cambio.
Otello toccò quindi il suo comunicatore, sbuffando.

^=^ Di Maria a Kuribayashi ^=^
^=^ La ascolto, dottore. ^=^
^=^ Personalmente non ho brutte notizie da dargli circa la sicurezza dei nostri Ufficiali in vista dell'Allineamento. Il problema è che basandosi sui dati raccolti oltre che dal fallito tentativo fatto con Sev qualche ora fa, non c'è nessun problema per l'Allineamento, dato che allo stato attuale è impossibile farlo avvenire di nuovo. ^=^

^=^ Impossibile è una parola non contemplata su questa nave, dottore...mi spieghi cosa ci impedisce di eseguire l'Allineamento. ^=^

L'uomo osservò ancora per un momento la simulazione fallita con la scritta che campeggiava ben visibile sulla sua consolle, e si prese qualche secondo prima di riprendere a parlare.

^=^ Se devo seguire le...percezioni di Sev, quanto riferitomi è stato un senso di fallimento nell'esecuzione dell'Allineamento, oltre che la sensazione di avere un vero e proprio blocco per la sua riuscita. Se posso azzardare una mia ipotesi, e qui da qualche giorno ne stiamo facendo parecchie, penso che l'Unità stia giocando un ruolo attivo nel porre questo blocco. Siamo sicuri che i Tachioni abbiano reagito all'interno del cubo Borg, per via della creazione del virus tecno-organico generatosi da quella interazione. Nulla mi porta via dal pensiero che alcune della abilità tipiche dei Borg possano essere state, ironicamente, "assimilate" dall'Unità, e che quindi questa possa impedire l'accesso a quel "piano di realtà" dove si era trovato lei stesso quando era privo di sensi, sia che questa sia direttamente connessa ai nostri nuovi amici, sia che non lo sia. ^=^

Kuribayashi rimase pensieroso per quasi un minuto, mentre il Dottore non osò disturbarlo, conoscendo questi silenzi. Si affrettò a ripetere una nuova simulazione con parametri differenti, usando ogni Ufficiale in ogni prova, ma l'esito era il medesimo: Fallimento.

"Se posso, io e Sev avremmo un'altra opzione..."

Leclair e il Bajoriano erano appena entrati in Infermeria e avevano sentito l'ultima parte del discorso di Otello, rimanendo silenti finché non terminò di parlare, lui non si era minimamente accorto della loro presenza.

^=^ Ben svegliati, Signori ^=^ esordì il Capitano, incalzando poi. ^=^ Qual'è il vostro suggerimento? ^=^

Sev si avvicinò ad Otello, abbozzando un sorrisetto al medico, già decisamente stanco per essere solo agli inizi del pomeriggio alzò poi lo sguardo un minimo, con l'audio che riproduceva la voce di Kuribayashi nell'intera infermeria in attesa di una sua risposta.

^=^ Ci serve una fonte Borg, signore ^=^

Non servirono sbuffi o qualsivoglia altro suono per comprendere cosa pensasse il Capitano in quel momento i suoi silenzi, molte volte, dicevano più di mille discorsi. Solo Flora rimase un attimo interdetta, non comprendendo subito il reclinamento del capo dei suoi due colleghi, effettuato quasi in contemporanea.
Capì qualche secondo più tardi, quando Kuribayashi chiuse la comunicazione, senza dire più nulla.

USS Vancouver - Ufficio del Consigliere
02/01/2400 ore 4:15 è D.S. 77003.22


Tenok ripose il PADD sulla scrivania, annuendo lieve e sospirando, mostrando soddisfazione.
"Molto bene, Comandante. Abbiamo pertanto appurato che la proposta del teletrasporto del cubo Borg sulla Vancouver lo avete proposto voi e il Capo della Sicurezza, che di fronte alla vostra proposta avrà sicuramente valutato ogni beneficio ed ogni rischio possibile ove fosse stata accettata dal Capitano.
...che è stata accettata o ha rimorsi perchè ha agito di testa sua?"
Leclair si sistemò un attimo meglio sulla poltrona, quasi infastidita dalle parole del Consigliere.
"Ci ricontattò poco dopo per dare l'ok all'operazione, che eseguimmo nel giro di poco tempo. La Vancouver poteva contare ancora sui motori ad impulso fortunatamente, e modulando gli scudi e la posizione del vascello per evitare le interferenze solari, riuscimmo nell'intento."
"Sta divagando, Comandante. Sa bene di cosa dobbiamo parlare ora."
La donna reclinò il capo, visibilmente a disagio.
"Il Piano Ascendente, Leclair. Me ne parli."

***FLASHBACK***
Posto Indefinito - Sala delle Cerimonie
Tempo Indefinito


Kuribayashi riaprì gli occhi dopo vari secondi, la sensazione che l'attivazione del fascio tachionico gli aveva causato era notevolmente fastidiosa e oltre che dare un forte mal di testa, sicuramente aveva avuto un contraccolpo anche sullo stomaco. Sperando che fosse solo quello. La luce era completamente sparita, l'unica illuminazione, fioca, proveniva da lampade appese al soffitto dell'enorme stanza in cui si trovava, con fluttuanti sfere luminescenti che rendevano il luogo quasi tetro. Il terreno pareva essere fatto di marmo, lievemente luminescente anch'esso, ma con un dominio di colori scuri alternati a uno strano chiarore, con il luogo che in generale pareva privare tutto di ogni colore. La divisa infatti, pareva quasi grigia.
Si guardò intorno, e sulle ginocchia ritrovò i suoi Ufficiali con lui fino a qualche tempo prima in infermeria fece sollevare sulle proprie gambe Otello, Flora e Bohr, mentre Sev comparve dal buio verso il gruppetto poco più tardi.
Cercarono di parlarsi, ma un vento che non soffiava rendeva le loro parole come fossero lontane in un momento, ovattate in un altro. Passarono almeno una decina di minuti a tentare di comunicare fra loro almeno a gesti o segni, ma la preoccupazione principale era capire dove erano finiti, e se era possibile uscirne.
Si manifestò quindi una nuova figura davanti a loro, che li squadrava senza espressione, giudicandoli, quasi.
Il Capitano riconobbe l'infermiera Caterina Tunner la sua presenza ora rese possibile la normale conversazione.
"Infermiera!" esordì lui. "Ha idea di dove ci troviamo?"
Lo sguardo di lei però era vuoto, perso. Anche gli altri presenti tentarono di farsi riconoscere, ma non ci fu alcuna reazione per qualche minuto, fino a che una voce, o meglio, quelle che sembravano mille voci all'unisono, iniziarono a parlare tramite l'Infermiera.

"Siete i primi ad avere il Dono della Parola, senza che vi sia concesso. Sorprendente. Siete persino i primi a raggiungere questo luogo, dove possiamo manifestarci senza ricorrere all'Energia.
Quando le chiesi, Capitano, come la vostra gente comprendeva il mondo, le chiesi se facevate uso della Consapevolezza. Non mi rispose a quella domanda, fummo traditi dalla definizione che Noi fossimo un virus...tecno-organico.
Grazie ai vostri sforzi ora sappiamo che quello è collegato sì a noi, ma è una conseguenza del nostro agire senza criterio unito a una tecnologia assimilante aggressiva. Nulla che non siate riusciti ad affrontare, a quanto pare."

Kuribayashi capì al volo che si trovava di nuovo di fronte a quella figura indistinta quando lui era privo di sensi in Infermeria. La voce era diversa, più chiara anche se con molti toni diversi, quasi come se prima fosse solo un eco lontano.

"So che avete domande infinite, e risponderò ad alcune, quantomeno per premiare i vostri sforzi circa quello che state facendo.
Noi siamo l'Unità e-"

"No, voi siete l'Infermiera Caterina Tunner, e gradirei che mi fosse restituito il mio membro dell'equipaggio" tagliò corto il Capitano.
L'Unità non reagì in alcun modo, continuando a parlare.

"Noi siamo l'Unità, e guidiamo squadre di ricercatori al fine di raggiungere la manifestazione fisica. Noi esploriamo, noi cerchiamo, noi combattiamo un solo e unico nemico..."

Un tonfo sordo zittì però tutti, Unità compresa. Un fucile di grosse dimensioni venne lasciato cadere al suolo, mentre Kel'Rath avanzava, quasi ipnotizzato.

"Noi setacciamo, noi ripuliamo e noi combattiamo un solo e unico nemico..."

L'unità e l'entità aliena dissero però all'unisono:
"...e stiamo aspettando da molto tempo il compimento del nostro obiettivo."

Nessuno disse nulla per molte decine di secondi, Kel'Rath e l'Unità si limitarono a guardarsi, così come il gruppetto di Ufficiali non osava aprir bocca. D'un tratto però l'Unità prese ad urlare, sempre più forte, iniziando a disgregarsi con centinaia se non migliaia di piccole sfere che uscirono rapide dalla testa della Tunner ognuna di queste sfere iniziò a mostrare il volto di quelli che erano una volta i Tur-rin, lasciando di stucco i federali, che non potevano credere ai loro occhi.
Uno stuolo che praticamente riempiva tutta la sala e oltre si generò in pochi istanti.
L'infermiera della Vancouver camminò per qualche metro in avanti, prima di perdere i sensi e finire per terra, immobile.
Una delle entità fuoriuscite dalla sua testa, iniziò a parlare.

"La mia voce risuona, finalmente. In quell'unione di intenti v'era solo caos. Ho visto quanto avvenuto in tutto questo periodo, ma potevo di tanto in tanto osservare senza poter intervenire. L'utilizzo di una chiave di volta come quella sfruttata da questa 'Federazione' ha avuto un successo insperato ha disgregato l'Unità e reso possibile la nostra manifestazione. Chiediamo scusa per la presa sulla vostra amica, il tutto era dettato da una volontà creata dal miscuglio di molte altre."

Otello visitò sommariamente Caterina, giudicandola priva di sensi per quello che poteva vedere e diagnosticare, con un battito molto debole era sprovvisto di tricorder.
Kel'Rath dal canto suo guardava ancora in cagnesco la figura eterea non troppo distante da lui, per nulla tranquillo nemmeno si trovasse in un posto indefinito.

"Che vuol dire tutto questo? Mi avete assimilato alla vostra collettività, io assieme a questi pazzi della Federazione? Mi rifiuto di diventare una vostra marionetta!"

"No, Mans. Non diventerai mai una marionetta non lo farei mai contro un amico."

Kel'Rath rimase di stucco, ora davvero non capiva. Era stato chiamato con un altro nome, ma la cosa non lo faceva infuriare, qualcosa gli suggeriva che non era stato chiamato così per errore.

"Federazione, noi siamo nativi del pianeta Tur-rin, come saprete dalla nostra storia. Solo che non ci avevate visti tutti, non ancora almeno. Il nostro obiettivo vi è chiaro, ma mai senza l'utilizzo del vostro catalizzatore di tecnologia Borg saremmo riusciti ad arrivare a questo incontro. Sono conscio dei rischi che avete corso, ma sono allo stesso modo grato che la Federazione sappia mantenere le sue promesse.
A farci aprire gli occhi, a disgregare l'Unità, a ridarci anche se a livello etereo, la nostra identità personale.
Anche noi possediamo protocolli di Primo Contatto, Capitano.
Questo lo giudica rispettoso dei dettami della sua organizzazione, vero?"

Kuribayashi annuì, sorridendo lieve per un breve attimo, percependo l'importanza del momento. Bohr rarissime volte se non mai, aveva visto il Capitano così compiaciuto.
"La Federazione Unita dei Pianeti esplora, conosce..."

"...stringe alleanze, anela il progresso nella pace. Sì, ne sono al corrente." concluse la figura, che sorrideva molto di più del Capitano.

"Tornando a noi, Mans. Ti chiederai perchè ti ho chiamato così. Ti chiederai perché il tuo nome è Mans Tan, e il mio Lars Sen. Due persone che si sono conosciute per anni in un'altra vita, ora così diversi. Dopo probabilmente un'era, considerato che ho perso la cognizione del tempo, finalmente potremo spiegare."
La sala prese ad illuminarsi un poco di più, con quelle che parevano lingue di fuoco iniziare a girare randomicamente per la sala dopo essere comparse dal nulla, illuminando al loro passaggio più di quanto già poco non fosse.

"Quando avvenne l'esplosione, noi tutti fummo sparpagliati con violenza in tutte le direzioni. Noi soprattutto, al centro di quel tragico evento. Una parte di noi, come sappiamo, non ce la fece, altri iniziarono a vagare per lo spazio ben capendo quali dovevano essere le nostre nuove fonti di sostentamento.
Altri Tachioni furono più scaltri, più ingegnosi, forse perchè vi erano menti più ingegneristiche, non ne ho idea, ma vista l'impossibilità di parlare liberamente, decisero di creare un conglomerato di entità, che potesse fare da tramite fra di noi. Un qualcosa che ci potesse dare un posto dove poter parlare, sfruttando parte dell'energia che ci serviva per vivere.
L'Unità.
Non capimmo però che la sua stabilità proveniva dall'esperienza, e non dalla quantità, e perciò perdemmo la nostra Via.
Da punto nevralgico della nostra nuova civiltà, essa, composta da migliaia, da milioni di menti diverse, arrivò a non capire persino sé stessa, fino a darsi il ruolo di guida."

Kel'Rath ascoltava assorto, ora sedendosi per terra, imitato dai Federali.

"Dimenticò, dimenticammo...il motivo della sua stessa creazione. Indicare come raggiungere una primordiale forma fisica, imbrigliando o il potere di una stella, o energie residue di grossi fenomeni cosmici. Kel'Rath, o meglio, Mans Tan, ora ti chiedo, perché è lecito che tu non possa credere alle mie parole.
Da dove proviene la tua razza, da quale pianeta? Come si chiama la tua razza?"

L'alieno non seppe rispondere, e capì dove si voleva arrivare. Rimase silente.

"E' naturale, ciò che l'Unità doveva fare nei vostri confronti, non è stato fatto. E' stato un grande errore di valutazione da parte di tutti, con molti che ne hanno pagato le conseguenze, con un prezzo molto alto. Per questo me ne scuso." disse poi infine la figura eterea di Lars Sen.

Kuribayashi si rialzò, annuendo.
"Questo è vero, ma la Federazione sa riconoscere, nei rischi del Primo Contatto, che non tutte le cose non possono andare nel verso giusto, che possono sopraggiungere...complicazioni. Siamo consci che si può anche pagare un prezzo molto alto, ma essendo esploratori, dobbiamo essere pronti a tutto. Abbiamo delle regole che ci indicano come comportarci, come affrontare i problemi...e non cadere nella rabbia o nello sconforto. La mia civiltà ci ha messo secoli, se non millenni per capirlo, non sarò di certo io ad ammonirvi. Ci siamo imbattuti casualmente in voi, per via di una nostra missione, nostro compito è adattarci e rispettare il protocollo per quanto possibile. Le vostre scuse sono più che sufficienti."
Anche Flora si rialzò poco dopo, abbozzando un sorriso, osservando intensamente Lars Sen.

"Mi chiedevo, signor Lars...Alinka, Lunvo e Nephele come stanno? Sono qui anche loro?"
Bohr e Sev si alzarono di scatto appena sentirono quei nomi, sistemandosi la divisa un poco, quasi a voler fare eco alla domanda dell'Ufficiale Scientifico. Otello li seguì a ruota.

Lars Sen sorrise.

"Sì, stanno bene. Il loro permanere sul vostro piano li ha sfiancati parecchio, ma sono presenti. Potrebbero manifestarsi a breve."

Il Capitano si avvicinò di qualche passo a Lars, ancora curioso e desideroso di fare domande.
"Signor Lars, avrei la domanda più importante di tutte da porle. Con il ruolo che ricopro, è letteralmente mio dovere. Qual è la nostra posizione attualmente? Dove siamo?"

La figura eterea si avvicinò a sua volta al Federale, mantenendo sempre il suo tono calmo ed estremamente cordiale.

"Questo, Capitano Kuribayashi, noi lo chiamiamo Piano Ascendente. Una dimensione alternativa di uno specifico luogo nel mondo reale, non obbligatoriamente parallela ma speculare al luogo a cui fa riferimento. La sua esatta collocazione nello spazio tempo è mutevole, indefinita, sottoposta alla casualità posizionale.
Tramite le conoscenze apprese da Sev, sappiamo che voi conoscete una dimensione alternativa dove vivono letteralmente degli alter ego di voi stessi, ma qui è diverso.
La prima volta che si raggiunge questo luogo, non vi è nulla, solo fioca, incolore luce e spazio vuoto. Con la giusta conoscenza, possono essere anche costruite infinite città, perfino abitarle, seppur temporaneamente."

Tetsuya prese a camminare lentamente, assimilando tutte le informazioni ricevute, prima di chiedere, ancora.

"Quindi in sostanza, quello che noi chiamiamo Universo dello Specchio, è una sorta di Piano Ascendente pieno però di alter-ego, lo possiamo considerare così?"

Lars Sen scosse il capo.

"Il Piano Ascendente è un Piano, non è un Universo, sono due cose molto probabilmente ben distinte, non ho mai avuto modo di visitare il luogo di cui parlate voi. Quello che so, è che vi sono con certezza 'più Piani', da noi non accessibili. Saranno appartenenti ad altre razze, o sarà negato l'accesso, chi può dirlo."

"A proposito di questo, l'Unità ha bloccato l'accesso ai nostri tentativi di Allineamento inizialmente, perchè?"
La figura fece spallucce.
"Probabilmente voleva impedirvi di raggiungere questo luogo, di proteggere sé stessa dalla disgregazione, cosa che grazie alla tecnologia Borg siete comunque riusciti a fare, mettendola in un angolo e attivando il processo portando qui anche Mans Tan"

Kel'Rath/Mans Tan si destò come da un torpore, richiamato all'attenzione dalla voce di Lars.

"Credo che voi due abbiate molto di cui parlare" disse calmo Kuribayashi, cercando di iniziare le pratiche di congedo, vedendo che la situazione si era finalmente risolta ad ogni livello.
"...e molto da ricostruire, avete trascorso molto tempo lontani. Credo che due amici di vecchia data possano fare un bel lavoro, con la gioventù dalla loro parte, e probabilmente pure l'eternità a disposizione. La Federazione ammira popoli come il vostro, disposti ad andare sempre oltre, in pace. Quando sarete pronti, fatecelo sapere, penso di poter dire a nome del Comando di Flotta, che la vostra potenziale candidatura sarà presa in seria considerazione, e nonostante tutto, potrete pure dare delle referenze."

Kel'Rath/Mans Tan si avvicinò al Capitano, osservandolo intensamente, lo sguardo di rimando fu ricambiato in egual modo.
"Il nostro prossimo incontro sarà sicuramente migliore, Capitano"
Il federale annuì.
"Lo sarà sicuramente, Signor Tan."

La partenza dal Piano Ascendente cominciò poco dopo, con Alinka, Lunko e Nephele che si manifestarono in tempo per dire addio agli Ufficiali, che svanirono nel nulla qualche secondo più tardi.

USS Vancouver - Infermeria
21/12/2399 ore 20.30 — D.S. 76972.84


L'equipaggio portato nel Piano Ascendente si rimaterializzò in Infermeria, esattamente dove si trovavano qualche ora prima. Compresero autonomamente che il tempo in quel luogo scorreva di sicuro in maniera diversa, tutto quello che era successo sicuramente non poteva avvenire in un'ora scarsa.
Kuribayashi chiese aggiornamenti sullo stato della nave, e venne informato circa un aiuto offerto da una nave di passaggio, il motore della Vancouver necessitava importanti riparazioni e senza la curvatura disponibile, si doveva trovare ancora un modo per portare la nave ad un cantiere.
"Mi sa che a questo punto, potrò davvero trovarmi la B sul numero di registro..."
Bohr sbuffò divertito, con il sorriso che si spense guardando Otello, chino sul bioletto su di una figura sdraiata sopra.
Flora era appoggiata allo stipite della porta del laboratorio mentre osservava quel corpo immobile sul lettino. Non diceva nulla, e sembrava quasi paralizzata dalla paura.
"Dottore...?"
Lui scosse il capo, sconsolato.
"Non posso fare più niente per lei, l'Infermiera Tunner è morta, Capitano"

USS Vancouver - Ufficio del Consigliere
02/01/2400 ore 7.55 - D.S. 77003.34


"Se immagino quello che sta per dire, NON è colpa sua, Comandante. Non è logicamente plausibile assumersi la piena colpa di questo fatto. Mi ha ripetuto le testuali parole del Capitano Kuribayashi, un perfetto testamento circa i principi di Primo Contatto con regole ed eventualità affrontabili, un qualcosa da farci perfino un seminario in Accademia e lei vuole sminuire tutto questo per addossarsi delle responsabilità, peccando così erroneamente di egoismo?
Rifletta bene sui fatti e non ceda all'emotività, comprendo che la morte è sempre un dolore, ma cerchiamo di vedere razionalmente la questione."
Flora a quella poltrona si sentiva come se ci fosse legata sopra. Aveva passato le ultime ore a narrare tutti i fatti avvenuti con lucidità, ma l'epilogo della loro avventura l'aveva colpita veramente nel profondo.
Ancora una volta non era riuscita a salvare qualcuno, come sua sorella, come suo padre, e forse poteva farlo, forse no...il dubbio la stava divorando come allora.
"Io ho proposto che quello stramaledetto pezzo di cubo..."
"Lei, lei, lei, sempre lei. Si contenga, Comandante Leclair. Non si creda l'eroina di questa storia, crede forse di essere lei dietro la tastiera a scrivere i fatti che avvengono qui? Che lei possa influenzarli e definire chi è nel giusto e chi nello sbagliato?
La risposta è no. Si attenga ai fatti. Lei e Sev avete proposto il teletrasporto della porzione di cubo. Bohr ha sostenuto la vostra idea...il nostro Capitano, valutando benefici e possibili rischi, ha acconsentito.
Non. E'. Un. Suo. Sbaglio.
Siete un equipaggio, e lei per fortuna non è ancora un Capitano si maledirebbe da sola, se riuscisse a riacquistare un minimo di controllo. Che ha. Me lo dimostri."

Leclair sbuffò sonoramente più volte, trovando lentamente la calma, cercando di scacciare pensieri pesantissimi almeno per un attimo, così da affrontarli meglio. Si isolò per una decina di minuti, lavorando sul suo respiro.

"Ha ragione. Devo controllarmi, magari addossando un po' delle colpe anche a Sev mi ha portato lui a quella conclusione mentre beveva una bevanda ghiacciata."

Tenok fece spallucce, riconoscendo di nuovo l'approccio buffo e scanzonato tipico di Flora, un comportamento che sicuramente celava molto più di quello che voleva mostrare. Sicuramente l'indagine su questo dettaglio era un qualcosa che magari sarebbe stato fatto più avanti, sicuramente un altro giorno. La seduta trovò quindi una sua fine, e il Consigliere invitò la collega a una breve colazione in sala mensa prima di congedarsi, per il momento di tempo libero ne avevano a sufficienza, visto i lavori a cui doveva essere sottoposta la Vancouver.

"Dice che lo cambieranno mai il numero di registro a questa nave, Consigliere Tenok?"
"Non che la cosa possa attirare la mia attenzione, Comandante. Dovessero dare alla Vancouver la designazione B solo per i danni subiti, non sarebbe molto 'onorevole' per la nave stessa...se vogliamo vederla da un lato molto Klingon."
Leclair fischiettò interessata.
"Addirittura scomodare i Klingon per un paragone? Audace"
Tenok sbuffò lieve, entrando in mensa.
"Ma se invece alla nave dessero la designazione B, come una nuova nomenclatura, dato che la prima generazione della Vancouver ha salvato una civiltà eterea dall'estinzione?"
A questo quesito il Vulcaniano si mostrò colpito, nonché interessato.
"Interessante ipotesi, Comandante. Magari potremmo sottoporla al Comando, giusto per assicurarci che incollino quella lettera che ambisce per una nave che non comanda"
"Oh, ancora con questa storia! Ero triste emotivamente, dovevamo aspettarci che essere controllata dall'Unità per una persona sola sarebbe stato letale, sia che fosse stata Caterina...o perfino io. Questi momenti, se visti da una certa prospettiva, forgiano"
Tenok annuì.
"In un certo senso, sì."
Il comunicatore di Flora ad un certo punto suonò.

=^= Qui Leclair =^=
=^= Comandante, la invito a raggiungermi all'Hangar, immediatamente =^=
Il Capitano Kuribayashi richiamò all'ordine la donna, che recepì l'ordine e si congedò dal Consigliere in pochi secondi, ringraziandolo ancora per la seduta.
Lasciandolo con un cappuccino doppio zucchero e cannella bollente in mano.

USS Vancouver - Hangar - Magazzino 3
02/01/2400 ore 9.25 è D.S. 77003.44


"Bene, Comandante, è qui" esordì il Capitano.
"La squadra scientifica stava nuovamente analizzando la porzione di cubo borg recuperata, pensavo volesse essere presente"
Flora annuì sorridendo e ringraziando il proprio superiore, dando lei stessa il via alle analisi con vari tipi di sensore fortunatamente quelli interni funzionavano decisamente meglio di quelli esterni, ancora sotto riparazione.
In breve tempo, gli scienziati iniziarono a confabulare fra loro, tra l'incerto e l'incredulo.
"Signori? C'è qualche problema?" fu chiesto da Leclair.
"Sì, signore. Questo cubo, non...non è del nostro tempo. O meglio, non so, queste fluttuazioni sembrano simili a quelle di occultamento ma molto più avanzate delle attuali..."
La donna ascoltando quanto detto, decise di usare un'emissione tachionica sull'oggetto, e le letture presero a cambiare istantaneamente. Kuribayashi fece un passo indietro, quasi stupito da quello che stava avvenendo. Il cubo borg "inconsistente" iniziava a prendere una nuova forma, con le letture che questa volta lo identificavano come stabile, quindi che rivelava in tutto e per tutto quello che era.
"..ma questo è...un motore cronitonico funzionante! Com'è possibile che quindi i Tachioni potessero..."
D'un tratto, dal motore partì un audio, che al suo iniziare spaventò un minimo Flora.

"Reazione Tachionica per rilascio di agente semi-artificiale settata su motore Tur-rin...fzzz...Confermo....fzzz....Flotta Stellare non è al corrente del...informazion...enuta da...fzzzz...facente parte del Comando di Flot...fzzzz...corrente, di tutto.
...fzzz...one necessaria, con presenza di Ufficiali...fzzz... camuffare... fzzz.... occultamento... 31. Ogni qualsivoglia tentativo di .... fzzz ... sarà severamente punito. Lasciate che quei ... fzzz ... si distruggano fra loro. Sacrificio... fzzz ... Vancouver ... fzzz ... pretesto per eliminare chi non è del nostro... fzzz ... temporale. Contatt...Scientifico...fzzz... mi ignorerà. Mi ...fzzz ... già bloccata.
Qui Eva, chiudo."

Tutti rimasero senza parole, comprendendo a metà quello che l'audio aveva appena rivelato.
Tutti, tranne due persone.
Il Capitano si voltò verso Flora, sapendo, e rimanendo comunque colpito se non addirittura incredulo Leclair era completamente sbiancata in volto, dato che avrebbe riconosciuto quella voce tra mille, con un vecchio fendente ormai cicatrice sul fianco che sembrò darle perfino fastidio.
Sua sorella probabilmente era viva, ma la questione era venuta a galla nel peggiore dei modi.
Lo sguardo del Capitano diceva tutto, esigeva spiegazioni, ma senza dirlo calmo, o urlando.
Aveva uno di quegli sguardi che non necessitavano parole, uno di quelli dove erano più potenti i silenzi.