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USS VANCOUVER - MISSIONE 03 RSS USS VANCOUVER - Missione 03

03.09 "La verità viene a galla, e la missione cambia ancora"

di Nathel Sev, Pubblicato il 08-08-2025


USS Vancouver, Plancia
20/12/2399 ore 04.37 - D.S. 76967.65


Romanov e Leclair, dopo aver ricevuto l'autorizzazione del dottore, avevano rivoltato il sistema come il proverbiale calzino, senza trovare anomalie o fenomeni degni di nota. Il loro rapporto al Capitano sarebbe stato poco interessante.

Ma Kuribayashi temeva che le risposte che cercava non sarebbero arrivate da fenomeni o anomalie, qualcosa in lui sentiva che la strada giusta fosse un'altra. Infatti qualche ora prima, mentre i suoi ufficiali iniziavano le analisi, aveva chiesto al dottore di procedere con lo studio dei due "pazienti". Lo scopo principale era ovviamente preservarli da qualunque danno, ma anche cercare uno spiraglio di comprensione.

Quando Romanov e Leclair illustrarono il risultato delle scansioni, il Capitano non si scompose.

"Ottimo lavoro signori, anche se non sono arrivate sorprese sappiamo quantomeno dove non cercare." Si alzò dalla poltrona e si diresse verso il turboascensore. "Ora vediamo se un'intuizione paga. Infermeria." Ordinò al computer, e mentre le porte si stavano chiudendo riprese. "A lei la plancia Romanov."

USS Vancouver, Infermeria
20/12/2399 ore 04.45 - D.S. 76967.66


Kuribayashi era arrivato in infermeria e stava attendendo che Di Maria terminasse un'analisi. Durante l'attesa rimase pensieroso in disparte.

Qualche minuto dopo il dottore fece cenno al Capitano di seguirlo nel suo ufficio, dove entrarono e si sedettero.

"Sono tutt'orecchi Dottore. Mi dica."

Prima di partire Otello prese fiato, per riordinare le idee.

"Si può fare. Non è semplice ma abbiamo trovato quello che credo sia il modo per liberare Bohr e Sev."

"Rischi?"

"Dolore e tempo di recupero alti. Ma danni permanenti no."

"L'alternativa?"

"Non ho certezze, non conosciamo questa 'fusione' e non ho modo di prevedere adeguatamente la situazione."

Kuribayashi rimase pensieroso per qualche momento.

"Quanto tempo le serve per prepararsi all'operazione?"

"È praticamente tutto pronto, mi sono preso la libertà di coinvolgere la sala macchine per approntare campi di forza modulari, e attendono un mio ordine."

Annuendo il Capitano si alzò dalla sedia "Eccellente Dottore, semplicemente eccellente." Si aggiustò la parte superiore della divisa che si era leggermente sgualcita sedendosi, e si diresse verso l'uscita dell'ufficio. "Si prepari ad ogni evenienza, lo spettacolo inizia."

USS Vancouver, Infermeria
20/12/2399 ore 04.59 - D.S. 76967.69


Il Capitano si avvicinò ai suoi due ufficiali e li salutò con un gesto.

"Signori, abbiamo un problema che dobbiamo risolvere." Esordì "Andiamo dritti al punto, ciò che state facendo ai miei due ufficiali non è più tollerabile, pertanto vi chiedo di lasciarli."

I due bajoriani si guardarono e dopo poco Lunvo/Bohr parlò.

"Capitano. Lei ci sta parlando francamente, e ci creda quando le diciamo che ci dispiace essere in questa situazione, ma le garantiamo che non abbiamo scelta."

"Vi credo, ma ho degli obblighi, oltre che un'etica. E non posso permettere che questa situazione prosegua. Vi intimo pertanto di rilasciare i miei uomini, o sarò costretto a procedere." Lo sguardo di Kuribayashi era saldo e deciso, non lasciava spazio ad interpretazioni: era pronto a tutto.

Nephele/Sev intervenne. Non era chiaro quanto della personalità dell'ospite, per così dire, influenzasse l'entità, o fosse solamente un'enorme coincidenza, ma lo sguardo di Nephele/Sev era beffardo come spesso il capo sicurezza faceva quando doveva correre un rischio, per incoraggiarsi e prendersi gioco delle avversità.

"Capitano, non faccia qualcosa di cui potr...." All'improvviso si fermò vedendo l'espressione di Lunvo/Bohr, un misto di paura e dolore. Non capendo la situazione guardò nuovamente il Capitano, che a sua volta stava guardando il Dottore.

Di Maria aveva in mano un tricorder, puntato verso di Lunvo/Bohr.

Ad un cenno di Kuribayashi però lo spostò e il bajoriano tornò normale. Non attese che il suo compagno reagisse e intervenì.

"Come dicevo, è inaccettabile proseguire in questa situazione, pertanto abbiamo trovato il modo di risolvere la situazione. Se non li libererete voi provv..." Il Capitano fu interrotto da Nephele/Sev che fece per allungare una mano verso di lui, ma fu fermato da un campo di forza.

Stupito provò a toccare il suo compagno, ma anche in questa situazione fu bloccato da un campo di forza.

"Co...cosa...cosa succede...?" chiese Lunvo/Bohr

"Capitano, la prego di non fare..."

"Sia chiaro, io non voglio fare niente di male a nessuno, ma come detto prima: dovere. Io devo garantire la sicurezza dei miei sottoposti. Ora voi dovete liberarli." Fece una breve pausa mentre i due iniziarono a guardarsi, per poi riprendere. "O ci penseremo noi."

Dopo qualche secondo i due bajoriani ripresero a guardare Kuribayashi, e Nephele/Sev prese la parola.

"Non ci lascia molta scelta..." con tono minaccioso, ma fu interrotto da Lunvo/Bohr.

"Aspetta...forse c'è un'altra opzione"

Nephele/Sev lo guardò stupito "Non vorrai...?"

"Forse è il momento...abbiamo sempre evitato di..."

"Per una buona ragione!"

"E se non lo fosse una buo..."

Lo scambio tra i due fu interrotto da uno spazientito Kuribayashi.

"Signori, ora basta con questo teatrino. Se ci sono informazioni che dovete darci, fatelo ora."

Il tono perentorio, non aggressivo ma fermo, del Capitano ebbe l'effetto sperato e fece effettivamente fermare i due Bajoriani.

Dopo un rapido sguardo di intesa tra i due, Lunvo/Bohr iniziò a parlare.

K'Vam, Plancia
20/12/2399 ore 06.07 - D.S. 76967.82


Xel'Rath era impaziente, girava per la plancia della sua nave urlando ogni tanto gli ordini per i suoi sottoposti, che vedendo lo stato d'animo del capitano eseguivano con celerità e in silenzio.

Timidamente il primo ufficiale gli rivolse la parola ma fu immediatamente zittito.

"La conosco la situazione!!" gli urlò "Sto cercando di capire se attaccare ora o meno...quella nave è più potente della nostra...e se la stanno occupando potremmo non avere un'altra chance...ma se non fosse così potrebbe essere la fine per noi...."

Dopo qualche minuto di silenzio ringhiò i comandi.

"Caricate i siluri, date energia ai phaser. Tutti ai posti di combattimento. Pronti ad un mio comando!"

USS Vancouver, Infermeria
20/12/2399 ore 06.12 - D.S. 76967.83


Il racconto dei due ospiti partì dall'inizio, da come una volta erano come la Federazione: esploratori. La sete di conoscenza aveva spinto le più grandi menti a scoperte eccezionali. Aveva ispirato artisti portandoli alla creazione di opere eccezionali. Le loro stesse navi spaziali erano un connubio di arte e ingegneria. L'impulso d'esplorazione era talmente prioritario per loro al punto che gli si è ritorto contro. Occupati com'erano ad ammirare, e agognare, le profondità misteriose del cosmo non si erano accorti del problema nel loro giardino. Una cometa di passaggio nascondeva, tra le sue meraviglie, un'insidia tremenda, che si mostrò quando entrò in contatto con la tecnologia dei loro motori, annientando la materia presente. Ma solo la materia fu dissolta, le loro coscienze, misteriosamente e miracolosamente, permasero, cambiando forma.

La loro società cessò di esistere, ma la loro comunità persistette, evolvendosi nell'arco di un infinito secondo. Nuove necessità comparvero, ma l'impulso all'esplorazione rimase forte come prima. Come tutto il resto anch'esso si modificò, diventando la spinta per recuperare la fisicità perduta, per uscire da una condizione che aveva vantaggi, ma anche innumerevoli svantaggi.

Ora la dipendenza dall'energia era totale, erano una forma di energia con coscienza. Ma l'energia era limitata. Per secoli, o giorni, o secondi, la loro priorità fu l'ottenere energia per permettere a tutte le coscienze di esistere, ma si resero conto che era una lotta impari contro un destino che sembrava segnato.

Iniziarono quindi a cercare aiuto, da tutte le forme di vita. Alle più elementari non potevano chiedere niente più che la loro energia, e iniziarono quindi ad assorbirle. Pian piano incontrarono forme di vita più evolute, tecnologicamente sviluppate. Da loro potevano ottenere molto, ma per riuscire ad esistere nella loro dimensione e interagire coi loro sistemi avevano bisogno di una quantità di energia esorbitante. Quindi, con rammarico, desistettero.

Passati altri anni, giorni, secondi, quello che in passato era uno dei loro più illustri scienziati, trovò una metodologia particolare. Scoprì che potevano prendere il controllo di un corpo per un periodo limitato ti tempo, con un consumo accettabile di energia.

I primi tentativi con animali, o in generale forme meno evolute, furono promettenti, e per del tempo proseguirono per questa strada. Ma le opzioni a loro disposizione non erano sufficienti.

Procedettero quindi con umanoidi evoluti, ma i primi tentativi furono un disastro, conclusi tutti con la morte dell'ospite. Uno dei popoli che incontrarono per primi fu proprio quello di Xel'Rath, scatenando una furia vendicativa senza precedenti.

Pensavano di essere al sicuro dopo del tempo, e svariati anni luce di mezzo, ma non si erano accorti che la loro "possessione", nel momento della morte dell'ospite, generasse un organismo specifico. Questo organismo, un virus, era particolare ed emetteva una radiazione di fondo specifica, che veniva usata dalla gente di Xel'Rath per rintracciarli. Per giungere a questa scoperta furono necessari altri anni, giorni, secondi. Ma quando lo capirono si imbatterono in un vascello con della tecnologia incredibile a bordo, ma soprattutto con individui di svariate razze ma con una mente comune, e un'abilità di adattamento unica.

Tentarono la possessione di uno di questi individui, ma lo shock fu tale che l'ospite perì immediatamente, causando, questa volta, la morte anche dell'intruso.

Dopo aver rivisto Xel'Rath e la sua gente, appena furono apparsi gli ufficiali della Federazione si affrettarono ad entrare in loro. Fu una scelta dettata dalla fretta, ma fu decisamente fortuita. Grazie all'ospite Leclair furono in grado di identificare il virus, che era diventato qualcosa di più, come detto dal Dottore, un virus tecno-organico.

"Come forse avrà capito Capitano, noi stiamo cercando di stabilizzare la nostra esistenza. Non vogliamo molto, solo esistere." Lunvo/Bohr prese fiato con una breve pausa e riprese. "Molti di noi non vedranno di buon grado questa nostra apertura, ma come dicevo prima, forse abbiamo sempre sbagliato..."

"Grazie per la spiegazione. " Intervenne il Capitano che aveva ascoltato con enorme interesse tutta la storia. "Noi siamo esploratori, pacifici, pertanto vi vogliamo aiutare. Ma come ho detto prima, è necessario che i miei ufficiali siano rilasciati. Come dite la possessione è rischiosa, e non ho intenzione di correre rischi.

"Certo Capitano, capiamo, ma la nostra procedura è migliorata e i rischi sono praticamente spariti..." Disse Nephele/Sev, ma venne interrotto da Kuribayashi.

"Non importa. Non voglio correre rischi. Rilasciateli, e noi cercheremo un modo per aiutarvi. Avete la mia parola."

I due Bajoriani si guardarono stupiti.

"Cosa significa 'la parola'?

"Consideratela la nostra più grande promessa. Non accettiamo di non mantenere un impegno."

"D'accordo...ma avremo bisogno di comunicare in qualche modo..."

"L'ospite da lei occupato è il nostro Ufficiale OPS, è la persona più indicata per trovare una soluzione, appena rilasciato gli ordinerò di mettersi subito all'opera."

"Va bene, credo di essere riuscito a passargli qualche informazione che potrebbe risultare utile."

"Bene, abbiamo un accordo. Ora. Procedete." Kuribayashi era cordiale ma si percepiva che il suo fosse un vero e proprio ultimatum.

I due Bajoriani dopo un attimo crollarono a terra, in ginocchio. Subito Di Maria e lo staff corsero ad analizzarli.

"Dopo una veloce scansione direi che sono liberi, signore." Disse il Dottore "Ma ho bisogno di altri esami per essere certo del loro stato."

"Proceda, in fretta." Poi guardò il Capo OPS. "Signor Bohr, ha qualche idea di quello che è successo?"

Il bajoriano, un po' frastornato, rispose.

"Si signore, mi metto a lavoro subito."

"Ottimo. Sev, lei invece vada in plancia, e aiuti Romanov con le informazioni che ha."

Il Capo Sicurezza si passò una mano sulla fronte e rispose. "Subito signore, ma avrò bisogno di qualcosa per questo mal di testa formato pianeta..." e abbozzò un piccolo sorriso mentre si alzava.

Il Capitano gli fece un cenno, Sev stava scherzando, e questo era un buon segno. Non fece in tempo a passare al problema successivo che il suo Primo Ufficiale lo contattò.

=^= Capitano Kuribayashi in plancia. La K'Vam sta attivando i sistemi d'attacco =^=

*Mai un secondo di tranquillità* Penso il Capitano, poi rispose.

=^= Arrivo subito, allarme rosso. Il capitano Xel'Rath deve rispondere di parecchie cose. =^=