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DS16GAMMA - MISSIONE 31 RSS DS16GAMMA - Missione 31

31.04 "Le cinque prescelte"

di Bly Dorien, Pubblicato il 01-10-2025

DS16 Gamma - Stiva 2
01/07/2405 - ore 11:40


Aymane e Rerin uscirono di corsa dalla Stiva 2, mentre le sirene d'allarme continuavano a risuonare per tutto il corridoio senza tuttavia poter risolvere il problema che si era appena creato.

"Disattivare quelle maledette sirene!" tuonò Aymane, la sua voce, sebbene non un grido, aveva un'autorità tale da sovrastare la baraonda. Pochi istanti dopo, il silenzio tornò, più pesante di prima.

Furono subito raggiunti dal capo della sicurezza, il tenente comandante Riccardi, seguito da una squadra di agenti pronti all'azione. Riccardi scansionò l'area con il suo tricorder, ma la sua espressione rimase impassibile, segno che non trovava anomalie immediate.

"Capitano, cosa è successo?"

"C'è stata un'intrusione" rispose Rerin, la sua voce era un sussurro di frustrazione "Nella Stiva di carico 2, con annesso furto dei reperti..."

L'espressione di Riccardi si incupì "L'ambasciatore Rogal non ne sarà affatto contento" l'uomo rimase in silenzio per un attimo, il tempo necessario per assimilare il peso della situazione, poi la sua preparazione da capo della sicurezza ebbe il sopravvento. "Sto controllando i registri... Qualcuno ha attivato l'allarme dalla console del corridoio, ma quel pannello si trova su un altro ponte, quello superiore. Questo significa che chi ha dato l'allarme non si trovava nemmeno qui! Come faceva a sapere che era avvenuto un furto?"

Le parole di Riccardi gettarono nuovamente i due ufficiali al comando nella confusione: il mistero sembrava farsi sempre più fitto mentre i due ufficiali cercavano di comprendere cosa stesse succedendo.

"Non ha senso..." Riccardi scosse il capo "Cosa dovrei pensare? Che qualcuno è venuto qui, evitato i sistemi di controllo e trafugato i reperti, solo per salire di qualche ponte e denunciare l'avvenuto furto?! Se non fossero scattate le sirene si sarebbe potuto imbarcare con la refurtiva nel primo cargo in partenza, sperando che l'assenza di quegli oggetti fosse scoperta il più tardi possibile... a questo punto è bloccato alla base! Che senso ha rischiare così tanto?"

"Potrebbe trattarsi di qualcosa di più di un furto, ma di un'operazione coordinata..." il suono delle parole di Rerin suonava fin da subito poco convinta "Qualcuno ha portato a termine il furto e, subito dopo, il suo complice ha lanciato l'allarme informandoci dell'avvenuto reato. Ma anche così sarebbe un gesto del tutto incomprensibile... a meno che non siano stati i klingon per dimostrarci che non siamo in grado di tenere al sicuro i loro cimeli storici ma..."

"No, se ci fosse stato dietro Rogal ora sarebbe qui a pretendere anche la consegna dell'armatura. Inoltre, parliamoci chiaro, questo non è affatto il modus operandi dei klingon... potrei crederci se fossero romulani o cardassiani ma... i klingon?" Steje scosse il capo cercando di riordinare le idee "No, ma resta un'altra possibilità. Qualcuno ha portato a termine il furto ma c'era chi ne era informato e ha tentato di fermarlo"

Riccardi fece una mezza smorfia "E ha pensato bene di informarci dopo che era avvenuto il furto?"

"Non possiamo escludere che abbia agito il prima possibile e, semplicemente, qualcosa gli abbia impedito di avvertirci prima" Rerin scosse il capo "Quello che mi lascia perplesso è... perché volerci avvertire facendo tutto ciò che poteva per non essere identificato? Stava solo denunciando un furto o aveva qualcosa da nascondere?"

"Fosse l'unica stranezza..." il Capitano si perse nuovamente nei suoi pensieri prima di tornare a guardare in direzione della stiva "Eppure mi domando se quella dannata armatura abbia qualcosa a che fare con questo" Aymane sospirò con un'espressione di profonda preoccupazione sul volto "L'armatura, eravamo certi che tutte le stranezze girassero attorno ad essa... noi stessi ne siamo rimasti abbagliati... eppure è ancora là! Perché non hanno preso quella dannata armatura? E perché diavolo hanno preso il resto?"

Riccardi, preso alla sprovvista, si voltò verso il Capitano "L'armatura non è stata presa con il resto della refurtiva?"

"No," rispose Aymane. "È ancora lì."

Riccardi annuì, il suo volto era pensieroso mentre cercava di analizzare la situazione "Forse il ladro non ha avuto tempo... forse è stato disturbato dalle sirene, ha capito che lo avreste raggiunto ed è scappato il più rapidamente impossibile"

"Rubando di tutto, tranne il pezzo di maggior valore? E credetemi, non mi sto lamentando! Se avessero preso l'armatura, Rogal avrebbe smontato la base bullone per bullone per ritrovarla!" Rerin scosse il capo "Anche se, in effetti, potrebbe tentare di farlo lo stesso... ed è strano che non sia già qui a controllare che succede..."

Aymane si guardò intorno, la sua espressione era pensierosa "A proposito di klingon che mancano all'appello, dove diavolo è il tenente Durani? Mi aspettavo che fosse qui... normalmente è tra i primi ad arrivare quando scatta un allarme!"

Riccardi, che stava per andarsene, si fermò "Ora che ci penso, signore, è strano che non sia qui"

"Già... Sembra che in questo momento non ci siano donne disponibili. Non ho mai visto così tanti uomini in un solo posto" disse Aymane, con un sorriso sarcastico, poi scosse il capo "Non importa. Fai analizzare la stanza dalla scientifica. Sigilla la stiva, e controlla tutte le riprese ambientali, io voglio sapere chi è entrato per ultimo. Voglio sapere cosa è successo"

Riccardi si limitò ad annuire, dando ordine ai suoi uomini di mettersi al lavoro. Aymane si voltò verso Rerin, il suo sguardo era quasi retorico "E ora chi lo dice all'ambasciatore?"

"Privilegio del Capitano" Rerin, con un'espressione di ironia sul volto, si limitò a rispondere con una scollata delle spalle "Se preferisce possiamo parlare del peso del comando, signore"

=^=Vorn a Comandante Rerin, Isaryel vuole sapere quando tornerà in alloggio!=^=

Steje ridacchiò all'alzata di occhi di Rerin "Immagino che questo sia uno dei privilegi di essere padre, vada pure... ne riparleremo domattina, dopo che mi sarò fatto scuoiare dall'ambasciatore"



DS16 Gamma - Ufficio del Capitano
02/07/2405 - ore 00:03


La notizia che la Stiva 2 era stata profanata giunse all'ambasciatore Rogal come un'offesa personale, una macchia sul suo onore e su quello del suo popolo. Entrò nell'ufficio del capitano Aymane con la stessa grazia di un uragano forza dieci. I suoi passi pesanti fecero vibrare il pavimento, mentre tutto il suo essere sembrava tremare dalla rabbia.

"Capitano" esordì con un ruggito, la sua voce era un tuono "Mi avete assicurato che l'area sarebbe stata al sicuro! E ora mi dite che un gruppo di ladri ha osato violare lo spazio della vostra Federazione, profanando un'area che contiene un nostro tesoro?! Eppure eravate certo che l'armatura in mano vostra fosse assolutamente al sicuro!"

"Ambasciatore" rispose Aymane con calma "Abbiamo subito un'intrusione nella stiva di carico 2, e le garantisco che le nostre indagini sono già in corso, ma l'armatura non è stata rubata. Hanno rubato il resto"

"Il resto?" chiese Rogal, fissando il federale con espressione perplessa "Cosa intendete per il resto? Sappiamo tutti molto bene che il pezzo di maggior valore è proprio l'armatura!"

Aymane sospirò stringendosi nelle spalle "Eppure l'armatura è ancora lì! Hanno preso le armi cerimoniali, e forse qualche altro reperto. Potremo avere la lista completa solo dopo che la scientifica avrà avuto modo di fare un controllo più approfondito"

Rogal scosse il capo con un'espressione di sdegno sul volto, poi si mise a fare un passo avanti e indietro per l'ufficio "Questo non ha senso. L'armatura è il nostro tesoro più prezioso. Perché un ladro non la prenderebbe?"

"Non lo so" il Capitano si passò una mano tra i capelli, l'altra appoggiata al vetro dell'oblò, mentre lo sguardo si perdeva nello spazio profondo "Forse il ladro non era interessato all'armatura, ma agli altri reperti. O forse..." Aymane si interruppe, il suo volto si contrasse per il disagio. Sapeva che ciò che stava per dire avrebbe suonato folle "O forse l'armatura ha scelto di rimanere"

L'Ambasciatore Rogal lo fissò incredulo. Ripeté le parole, una a una, come se non potesse credere che fossero uscite dalla bocca del Capitano "L'armatura... ha... deciso... di... rimanere?" Il suo ruggito si abbassò a un tono gutturale e pericoloso "Mi sta dicendo che un nostro cimelio storico abbia parlato al ladro, dicendogli di lasciarla esattamente dove si trovava? Ma di cosa sta parlando? Un'arma non ha una volontà!"

Aymane si voltò a guardarlo, con uno sguardo fermo e risoluto "Non ho detto che ha parlato, Ambasciatore. Ho detto che ha scelto. E le assicuro che, da quanto abbiamo osservato, quell'oggetto è tutto fuorché un semplice cimelio! Del resto lo ha ammesso anche lei come non abbia senso che l'unica cosa che sia rimasta nella stiva sia proprio l'armatura. Un oggetto così prezioso, inestimabile... doveva essere il primo a sparire! In più ha già causato dei problemi al nostro equipaggio..."

La fronte di Rogal si corrugò "Problemi? Quali problemi?"

"Non posso entrare nei dettagli perché io e Rerin stavamo ancora cercando di capirci qualcosa" rispose Aymane con cautela "Tuttavia, in base alle nostre indagini, l'armatura sembra influenzare il nostro personale. O, per lo meno, una parte di esso. In particolare, sembrano essere tutte donne"

Rogal si fece di colpo rigido, nella sua mente apparve l'immagine di Tara: quante volte si era interrogato nelle ultime ore su cosa fosse successo alla sua compagna? Inizialmente era arrivato a presumere che soffrisse di gelosia nei confronti della sua sposa incinta ma ora... sapeva che qualcosa non quadrava ma non aveva avuto modo di indagare a fondo. "Tutte donne? Quale genere di influenza avrebbero avuto?"

"Visioni. Sogni. Sensazioni. Stiamo ancora cercando di capire... anche perché finora soltanto una donna si è fatta avanti... la Guardiamarina K'Tora" Aymane scosse il capo sospirando "Si tratta di un membro della sicurezza, metà klingon e metà betazoide. L'armatura le ha mostrato tanti morti e la sua reazione è stata di terrore. Appena ripresasi dallo svenimento ha bofonchiato qualcosa sul fatto di non aver superato la prova ma poi era troppo confusa e, in poco tempo, i suoi ricordi si sono fatti sempre più labili. Per quanto riguarda le altre donne, sono solo ipotesi del mio numero uno ma mi vedono concorde con lui"

"C'è Tara fra quelle donne, vero?"

"Vedo che anche lei ha notato qualche stranezza nella sua compagna o non me lo starebbe chiedendo" continuò Aymane, studiando attentamente la reazione del Klingon. "Per voi, potrebbe trattarsi solo di un cimelio storico, ma ho il sospetto che per le donne della nostra base abbia una storia molto diversa. Ha per caso a che fare con la sua storia personale? O con i miti del suo popolo? Ha mai sentito parlare dell'armatura di Lady Lukaria prima di adesso?"

Rogal, che fino a quel momento aveva agito con l'orgoglio di un guerriero, si bloccò, l'espressione sul suo volto un mix di confusione e sorpresa. Era chiaro che le parole di Aymane lo avevano colto di sorpresa. Si passò una mano sul viso "Questo è... questo è fuori da ogni mia esperienza. Magari Vorn potrebbe saperne qualcosa, sempre che Isaryel abbia deciso di lasciarlo andare!"

Alle parole di Rogal, il trill non poté far altro che ridacchiare "Quella bambina sa ottenere quello che vuole"

"Avrà anche le fattezze di una piccola andoriana, ma in lei batte il cuore di una piccola guerriera klingon!" le parole dell'ambasciatore suonarono con un mix di affetto ed orgoglio "Isaryel ci darà grandi soddisfazioni da grande"

Pochi istanti dopo essere stato convocato, Vorn, il vecchio assistente di Rogal, entrò nell'ufficio con un'espressione indecifrabile sul volto "Mi è stato chiesto di parlarvi delle leggende che girano attorno all'armatura di Lady Lukaria. Personalmente non capisco a cosa possano servirvi delle vecchie storie..."

"La prego di accontentarci..."

Le parole di Aymane furono interrotte da Rogal "Quindi c'è davvero una leggenda che io non conosco?"

Vorn si schiarì la gola ancora sorpreso dalla strana domanda "Ci sono canzoni e leggende che un guerriero come lei non avrebbe mai tempo di ascoltare" il vecchio klingon si accomodò osservando i presenti "La cultura klingon è piena di miti, più o meno importanti... su alcuni dei quali non sappiamo nemmeno la provenienza e..."

"Vorn" Rogal sembrava intenzionato a tagliar corto "Racconti al Capitano Aymane ciò che sapete dell'armatura di Lady Lukara. E non tralasci nulla"

"Secondo le leggede, quell'armatura non è solo un cimelio. È un ricettacolo, un simbolo. La leggenda narra che Lady Lukara, la compagna di Kahless, non fosse solo una guerriera, ma anche una mistica. Il loro amore fu la più grande delle alleanze, una fusione di forza e pensiero"

Vorn si interruppe, lo sguardo perso in un passato lontano.

"Quando Kahless e Lukara marciarono verso la battaglia finale per unire il nostro popolo, erano accompagnati da cinque generali, i più fedeli e valorosi guerrieri dell'Impero. Cinque anime forgiate nella battaglia, ognuna con la propria lama. L'armatura di Lukara fu forgiata da un metallo speciale, creato da Lukara stessa, che lo infuocò con la sua stessa essenza, e vi impresse l'onore di quei cinque generali. Per onorare il loro sacrificio, Lukara creò cinque armi cerimoniali identiche, ognuna un simbolo del legame indissolubile tra lei e i suoi guerrieri. L'armatura divenne il simbolo del suo potere, le spade il simbolo della loro fedeltà"

Rogal strinse le mani a pugno "Quindi le armi cerimoniali sarebbero legati all'armatura?"

Vorn sospirò "Secondo il mito, sì... ma sebbene Lady Lukara sia una figura storica importante per la cultura Klingon, in quanto compagna di Kahless l'Indimenticabile, i dettagli sulla sua vita sono relegati a menzioni verbali e miti... rimane una delle figure più misteriose del passato e pochi ne conoscono la storia"

"Può dirci altro su queste spade, Vorn?"

Alla richiesta del Capitano federale, Vorn riprese la parola "Quando Lukara morì, l'armatura e le sue cinque spade non passarono a Kahless, ma furono affidate a un clan che doveva proteggerle per sempre. Si diceva che le spade non potessero mai essere separate dal loro ricettacolo, l'armatura, per troppo tempo. Se lo fossero, il potere di Lukara si sarebbe perso e il popolo Klingon sarebbe tornato alla guerra. Il mito dice che Lukara ha lasciato un messaggio, un'eredità. Ha profetizzato che le cinque spade si sarebbero separate solo per un motivo: cercare l'erede, un'anima degna di riunire tutte le forze dell'Impero. E ora, le spade sono state separate... sono state rubate, mentre l'armatura è rimasta qui... secondo la leggenda, questo significa che presto i clan dell'impero torneranno a darsi battaglia"

Aymane ascoltava, stupito "E perché l'armatura ha scelto le donne?"

"Perché la sua storia è una storia di donne" rispose Vorn "Le cinque lame sono state forgiate su ordine di Lukara e, per l'onore della sua proprietaria, l'armatura non sceglierà dei guerrieri, ma cinque guerriere. Donne che abbiano il coraggio di Kahless, ma anche la saggezza di Lukara. Solo loro potrebbero individuare il successore di Kahless, un uomo che, secondo la leggenda, dovrà essere un faro di speranza e una guida per il nostro popolo"

Rogal, che aveva ascoltato in silenzio, si voltò a guardare Vorn "Mi stai dicendo che l'armatura di Lukara ha trovato cinque donne che ora dovrebbero essere alla ricerca di un successore di Kahless?!" lo sguardo da scettico si era fatto via via più serio e concentrato "Tutta questa storia mi sembra assurda"

Aymane si passò una mano sul viso "Ambasciatore, il mito è solo una parte della storia. L'altra parte è la realtà. E la realtà è che qualcuno ha rubato gli altri reperti, e noi dobbiamo capire il perché. E dobbiamo farlo prima che il popolo Klingon scopra che le loro spade sono state rubate, altrimenti c'è il forte pericolo che entrino davvero in guerra... ma con la Federazione!" il Capitano sospirò nuovamente "Intanto proverò a convocare le donne che potrebbero essere coinvolte nella situazione, ma non adesso. Se le chiamassi a rapporto a quest'ora capirebbero che c'è qualcosa che non va... inoltre, anche se avessero compiuto loro quel furto, non possono andarsene dalla base. La farò venire separatamente nel mio ufficio domattina e tenterò di andare a fondo della cosa"

"E per quanto riguarda l'armatura?!" Rogal tornò alla carica, ma prima che Steje potesse rispondergli avanzò le sue pretese "Restituitemela, quell'armatura si troverà molto meglio all'interno dell'impero!"

Aymane scosse la testa "Non posso permettere che un reperto con questi potenziali effetti psichici e un tale valore storico lasci la base... senza contare che rimane sempre una delle prove nel processo per ricettazione!" Steje sospirò cercando una soluzione accettabile "Ma sono disposto a proporle un compromesso"

"Parli capitano, cos'ha in mente?"

Aymane si chinò in avanti, i suoi occhi in quelli del Klingon "L'armatura sarà trasferita nella sua Ambasciata, nei suoi alloggi personali qui su DS16 Gamma. Sarà sotto la sua sorveglianza diretta, ventiquattr'ore su ventiquattro. Ma in cambio, chiedo la sua parola d'onore, Ambasciatore"

Rogal lo fissò, le narici dilatate "La mia parola d'onore?"

"Sì" disse Aymane, la sua voce ferma e priva di esitazioni "Lei si impegnerà a non tentare di rimuovere l'armatura da questa base spaziale prima che la nostra indagine, nonché il processo, si siano conclusi. Questo accordo proteggerà sia l'onore del suo popolo, sia la sicurezza della mia stazione. Se la infrangesse, sarebbe una dichiarazione di guerra personale"

Rogal esitò ma in verità sentì di non avere scelta. Era il ritorno dell'armatura contro un vincolo temporaneo di movimento.

"Accetto il vostro compromesso" annuì infine "Avete la mia parola d'onore. La gloriosa armatura di Lukara rimarrà sulla base fino a quando non avrò l'autorizzazione a riportarla su Qo'noS. Ora, datemi l'autorizzazione per il trasferimento"

L'accordo, e il patto d'onore, era stato stretto.



DS16 Gamma - Sala Olografica 3
02/07/2405 - contemporaneamente


Mentre Rogal e Aymane discutevano, le quattro donne si erano radunate nella Sala Olografica 3. Erano agitate, i loro sensi tesi per il cambiamento che sentivano. Nelle loro menti risuonava il richiamo dell'armatura, una forte risonanza spezzata, un'indicazione che il piano mistico era in movimento.

"Siamo qui" esordì T'Lani "Il richiamo è chiaro. Siamo le prime quattro. La guaritrice, la figlia del sangue diviso, la guerriera senza gloria e l'erede di pensiero"

"Lo sentiamo tutte" intervenne Bly "La missione è trovare la quinta. Le cinque armi richiedono cinque anime per essere riunite. Ma ora non ci sono più. Qualcuno ha agito. Sentiamo che le spade non sono state perdute, ma trasferite"

"La quinta si nasconde!" sibilò Durani "Qualcuno ha interrotto il nostro rito! Chi ha osato prendere le armi?"

Tara si strinse le braccia "Il richiamo è adesso caotico, non rotto. Le spade sono in movimento. Dobbiamo trovare la quinta subito, ma soprattutto dobbiamo trovare chi ha agito. Non sappiamo se l'agente che ha preso le armi stia seguendo il piano di Lukara o voglia comprometterlo!"

Proprio in quel momento, la porta della Sala Olografica 3 si aprì. Una quinta figura, avvolta in una giacca scura da viaggio, entrò. Era T'Liren, la vulcaniana del dipartimento operazioni, i cui occhi tradivano un'inattesa angoscia.

T'Liren si tolse la giacca scura e la lasciò cadere a terra.

"Non cercate più la quinta eletta" disse T'Liren, la sua voce, sebbene misurata, risuonava di una tale convinzione da mettere quasi in soggezione "Sono io. La custode della volontà. E le spade non sono state rubate, sorelle. Sono state messe al sicuro. Sono stata io a prenderle"

Ci fu un attimo di silenzio carico di tensione, rotto solo dal sospiro trattenuto di Tara.

"Perché?" chiese Durani, la sua rabbia Klingon si trasformò in un'accusa tagliente "Perché agire da sola, fuori dal nostro patto? Hai messo a rischio la missione, Custode!"

"La mia azione era logica e necessaria" rispose T'Liren "L'armatura mi ha mostrato che le spade erano in pericolo, non di furto, ma di contaminazione. Lukara voleva che le lame fossero pronte per il vero scopo"

T'Lani, in quanto vulcaniana, sembrò capire prima degli altri quella spiegazione ed annuì lentamente "Il richiamo si è stabilizzato. Ora che siamo al completo, siamo in grado di decifrare il passo successivo. Siamo le cinque, e dobbiamo trovare il sesto"

"Il sesto è il prescelto" confermò T'Lani "Noi siamo le cinque che lo condurranno alla prova finale. Le nostre cinque spade devono testare la sua anima"

Tara sollevò la testa, i suoi occhi di figlia del sangue diviso brillavano di rinnovata determinazione "Dunque, il piano è chiaro. Ognuna di noi deve trovare un potenziale candidato degno. Un individuo che incarni il vero spirito di Lukara e Kahless. E non intendo solo un Klingon. L'eredità di Kahless risiede nel cuore, non nel sangue. Il Prescelto può nascondersi in qualsiasi specie, in qualsiasi angolo della galassia"

"Esattamente" disse T'Liren "Ho nascosto le cinque spade. Ognuna ne prenderà una. Vi darò l'ubicazione e un tempo limite. Non possiamo agire insieme ma tutto dovrà avvenire entro due ore. La prova deve essere personale e inaspettata ma se protrarremo troppo la nostra ricerca potremmo rischiare di essere scoperte"

Durani, la guerriera senza gloria, strinse il pugno "Allora è una caccia... Bene, il mio candidato dovrà dimostrare l'onore di un vero guerriero, indipendentemente dalla sua specie"

"Non il più forte, Durani" la corresse Bly, la guaritrice, con fermezza "Il più degno del titolo. Il mio candidato dovrà dimostrare compassione, non solo forza. La capacità di accettare il dolore per curare ciò che è stato spezzato"

T'Lani, l'erede di Pensiero, incrociò le mani, calma e risoluta "Io cercherò l'uomo la cui logica e saggezza possano reggere il peso dell'Impero. Colui che antepone il benessere collettivo alla gloria personale"

Tara si fece avanti "Il mio candidato sarà quello che accetterà la dualità dentro di sé. Colui che unirà le fazioni e porrà fine all'eterna lotta interna, sia essa fra specie o ideologie"

T'Liren, La Custode della Volontà, si limitò ad annuire "Il mio compito sarà diverso: dovrò sorvegliare l'armatura. Ho già dovuto agire per mettere al sicuro il mio prescelto: Korda, un giovane ragazzo cardassiano. Ora lui è pronto a incontrare coloro che sceglierete. Ricordate bene le mie parole, sarà la spada a mostrare se è lui il vostro prescelto."

Durani sorrise "E qual è la prova, Custode? Un duello?"

"No" rispose T'Liren, la sua voce ferma e misurata "La prova è la verità. Ognuna dovrà porre al proprio candidato la stessa domanda, ma con la propria spada in mano. E se è il Prescelto, la spada risponderà. Questo ci darà cinque candidati degni"

T'Lani annuì "È solo l'inizio. I cinque che passeranno questo giudizio della verità si affronteranno in una prova d'onore a eliminazione. Sarà una battaglia di morte, una vera dimostrazione di abilità e onore. Colui che saprà sottomettere gli altri quattro, guadagnandosi il rispetto del vinto, sarà il solo ad avanzare"

"Un duello rituale" mormorò Durani con soddisfazione "La vera prova di un guerriero"

Bly si fece seria "E il vincitore?"

"Il vincitore" concluse T'Liren, i suoi occhi fissi sulla dottoressa "Sarà condotto all'armatura di Lukara per il rito finale. Se l'Armatura lo accetterà, si rivelerà come il nuovo erede di Kahless. Questo è il piano di Lukara. Noi dobbiamo solo eseguirlo."

Le cinque donne si guardarono. La paura era svanita, sostituita da una fiducia incrollabile nel loro destino. La caccia poteva finalmente iniziare.



DS16 Gamma - Ufficio della sicurezza
02/07/2405 - ore 00:15


Durani, la guerriera senza gloria, non aveva perso tempo. Si era mossa attraverso i corridoi quasi vuoti di DS16 Gamma dopo mezzanotte, dirigendosi verso i settori della sicurezza. Il suo candidato non era un klingon, ma incarnava l'onore di un vero guerriero: il tenente comandante Riccardi, capo della Sicurezza della base.

Dopo aver recuperato la sua spada cerimoniale Klingon - una lama ricurva e pesante, le cui incisioni arcaiche brillavano appena nella penombra - da un condotto di manutenzione, si era diretta verso l'ufficio di Riccardi.

La porta scorrevole si aprì con un sibilo. L'ufficio era illuminato solo dai monitor luminosi che proiettavano immagini statiche. Riccardi era seduto alla sua scrivania, completamente assorto. Il suo sguardo era fisso su una sequenza di immagini di sorveglianza, presumibilmente relative al furto delle spade. Era concentrato, le spalle tese sotto l'uniforme della Flotta Stellare.

Durani non si annunciò.

Entrò e si posizionò di fronte a lui, appoggiando la punta della pesante spada a terra senza fare rumore "Ti ho trovato"

"Congratulazioni, hai vinto un po' di lavoro extra... come tutti noi del resto" lo sguardo di Riccardi non si alzò nemmeno dallo schermo mentre, senza darci peso, si limitò a continuare a parlarle "Piuttosto... la domanda è dove diavolo eri finita tu?! Possibile che non hai sentito la baraonda di poco fa? Hanno rubato dei reperti dalla stiva di carico 2 e noi dobbiamo trovarli prima che tutto precipiti. Rogal aveva ricevuto l'incarico di riportare su Qo'nos quei cimeli dall'imperatore stesso, il rischio che il suo casato venga messo in forte imbarazzo all'interno dell'impero è un rischio fin troppo reale... e tu sai già quello che significa, si tratta di uno dei più importanti casati klingon al fianco dell'attuale cancelliere, una loro caduta in disgrazia potrebbe destabilizzare il loro impero. Onore perduto e desiderio di gloria potrebbero spingere il cancelliere a dichiarare guerra alla Federazione... o ancora, casati minori potrebbero prendere la palla al balzo per tentare un capovolgimento degli equilibri di potere nelle politiche klingon... in poche parole, siamo nei guai"

Durani ignorò la sua disattenzione, spinta dal richiamo interiore. Era il momento della verità. Sollevò la spada cerimoniale stringendo con forza la sua elsa nella mano destra.

"Quando il tuo Impero è in ginocchio, l'onore è un peso, e la gloria è perduta: cosa sacrifichi per risollevarlo?"

Riccardi, spazientito per l'interruzione, continuò a guardare sempre lo schermo, le dita che tamburellavano sulla scrivania mentre desiderava con tutte le sue forze riuscire ad avere un'immagine nitida del volto del ladro. Era stanco, lavorava da ore, e il primo ufficiale tattico sembrava stranamente desiderosa di instaurare una conversazione senza senso.

"Se è una domanda ipotetica legata al furto" rispose con tono monotono e apatico, senza distogliere lo sguardo dal monitor "la perdita di quei reperti non metterà in ginocchio l'Impero Klingon. Li ritroveremo, e il casato di Rogal non verrà accusato di aver lasciato in mano alla Flotta Stellare cimeli storici così importanti per la loro storia. Il Cancelliere non si vedrà tremare la poltrona sotto il suo importantissimo fondoschiena e le relazioni con la Federazione continueranno come se nulla fosse mai successo... Quindi, zero sacrifici. Solo lavoro."

Durani sentì la frustrazione crescere. Non era la risposta di un guerriero, ma di un burocrate stanco. "Cosa sei disposto a sacrificare, se la tua intera civiltà affrontasse la rovina?"

"Sono stanco, non ti sembra tardi per mettersi a discutere di questo?" Riccardi sbuffò, il primo segno di aver perso la pazienza, e per la prima volta si interruppe. Si strofinò la fronte chiudendo gli occhi per riposarli un attimo "Farò tutto il possibile per evitare che l'Impero entri in guerra con la Federazione, o che una guerra intestina fra casati distrugga i klingon. La guerra non è mai la risposta giusta. Ma se vuoi sapere di cosa farei davvero a meno, è di certo il vostro dannato orgoglio klingon, foste persone più posate avreste evitato molti spargimenti di sangue"

In quell'istante, Durani sentì una forte vibrazione lungo il manico della spada, che emanò un debole bagliore rosso che solo lei poteva vedere. Il suo cuore sussultò. La lama aveva risposto.

"La spada ti ha accettato" sussurrò Durani, i suoi occhi ardenti di una mistica comprensione "Sei degno, Tenente Comandante"

A quell'accenno incomprensibile sulla spada, finalmente Riccardi alzò lo sguardo dal monitor. I suoi occhi si spalancarono non per la spada, ma per la luce abbagliante che vide improvvisamente davanti a sé: Durani gli puntava contro un Phaser della Flotta Stellare, recuperato furtivamente dall'armeria.

Il capo della sicurezza non fece in tempo a sfiorare il comunicatore che tutto si fece nero.



DS16 Gamma - Ambasciata Klingon
Alloggi personali dell'Ambasciatore Rogal
02/07/2405 - ore 00:30


Tara Keane, la Figlia del Sangue Diviso, si mosse con cautela. La sua preda era l'Ambasciatore Rogal, perché, sebbene fosse una scelta rischiosa, in lui c'era sempre stata una grande dualità, qualcosa che la affascinava da sempre: la tensione costante tra il diplomatico in uniforme e il guerriero nel sangue. Se qualcuno poteva unire le fazioni, era un leader nato come lui, abituato a servire due padroni.

Aveva recuperato la sua spada cerimoniale e aveva utilizzato i suoi accessi come compagna dell'Ambasciatore per raggiungere il settore diplomatico Klingon.

La porta dell'alloggio personale di Rogal era chiusa ma lei aveva i codici d'accesso, un dettaglio che le permise di scivolare silenziosamente all'interno. L'ampia stanza, arredata in modo spartano con forti accenti Klingon, ospitava ora il suo trofeo.

L'Armatura di Lady Lukara si trovava al centro, illuminata debolmente da una luce ambientale. Era imponente, oscura e potente, l'unica cosa rimasta del tesoro. Tara si avvicinò, sentendo la stessa risonanza spezzata che aveva guidato T'Liren. Un'urgenza vibrava nell'aria. Poteva quasi percepire l'essenza di Lukara, e l'Armatura le sembrò guardarla, come se la stesse esaminando.

Fu in quel momento che la porta principale si aprì. Rogal entrò. Era stanco, la sua uniforme da Ambasciatore aveva le pieghe di una lunga giornata di trattative politiche, e l'espressione contrariata sul suo viso era la prova della stanchezza che aveva addosso.

La sua espressione, però, si trasformò immediatamente in una confusa preoccupazione. I discorsi fatti dal Capitano lo avevano messo in allarme anche nei confronti di Tara ma non si sarebbe mai aspettato di trovarsi di fronte ad una scena simile.: la sua compagna, un tenente comandante della Flotta Stellare, era in piedi accanto al prezioso cimelio, stringendo in una mano un Phaser e nell'altra una spada cerimoniale Klingon che era stata ufficialmente rubata.

Tara non era più la stessa e l'unica cosa che continuava a martellare nella mente di Rogal era l'idea che, probabilmente, quella visita fosse solo un trucco per prendere anche l'armatura.

"Tara? Cosa diavolo stai facendo?" la voce dell'Ambasciatore era rotta da un misto di allarme e affetto "Perché hai quell'arma? E dove hai preso quella spada?"

I suoi occhi si fissarono sul bagliore opaco della lama. Non si mosse, ma i suoi muscoli si tesero come corde. Il suo istinto di guerriero gli diceva di agire, ma la mente del compagno lo costrinse a fermarsi. "Butta giù quell'arma, Tara, per l'onore di Kahless. Cosa c'è che non va?"

Tara sollevò la spada cerimoniale. Non rispose.

I suoi occhi su Rogal erano distanti, freddi, privati di ogni emozione.

"Ascoltami, tesoro" sussurrò Rogal, cercando di usare la loro intimità per riportarla alla ragione "Spiegami cosa sta succedendo. Sei sotto l'influenza dell'armatura? Oppure sono le spade rubate che ti stanno parlando? Queste azioni.... non sono da te"

Tara lo ignorò, la sua missione era più forte di ogni legame.

"Quando il tuo Impero è in ginocchio, l'onore è un peso, e la gloria è perduta: cosa sacrifichi per risollevarlo?"

Rogal la fissò. Il suo volto si contorse in una smorfia di rabbia frustrata. Cercò di usare la logica per smontare la minaccia e per proteggerla da questa follia che sembrava averla colpita.

"Ti prego, Tara, non parlare così! Chi ti ha messo in testa questa domanda? Sono versi di Lukara? Stai subendo delle allucinazioni?"

"Rispondi!" intimò Tara

Rogal strinse i pugni, il suo cuore di guerriero si scontrò con la sua mente di diplomatico, e con il suo amore "È una domanda stupida, Tara!" disse con veemenza, sentendosi tradito da questa follia "Noi siamo Klingon! Non c'è sacrificio troppo grande per l'onore dell'Impero. Sacrifichiamo tutto e subito per la gloria!"

Mentre Rogal affermava il suo sacrificio totale, la spada di Tara vibrò intensamente, emettendo un bagliore rossastro che vide solo la donna. L'accettazione del sacrificio senza limiti era il test superato.

"Sei degno" mormorò Tara, ma non c'era gioia, solo risoluzione.

Rogal non comprese le sue parole. Stava per muovere un passo per disarmarla, quando Tara premette il grilletto del Phaser. La scarica lo colpì in pieno facendo cadere a terra il possente Abasciatore.



DS16 Gamma - Alloggi del Capitano Aymane
02/07/2405 - ore 00:45


T'Lani, l'Erede di Pensiero, si mosse con l'efficienza clinica tipica della sua specie. Il suo candidato, colui che avrebbe sacrificato l'antica tradizione cieca per la fredda e necessaria ragione, era il Capitano Steje.

L'ambasciatrice recuperò la sua spada cerimoniale Klingon tenendola avvolta in un panno spesso e si diresse all'alloggio di Steje, azionando il sensore della porta. Se voleva un confronto diretto e consapevole con quell'uomo sapeva di non poter tentare di forzare l'ingresso, era necessario che fosse lui a volerla ricevere.

Il Capitano, probabilmente in procinto di riposare, apparve subito dietro la porta. La sua espressione, già tesa per gli eventi recenti, si fece di pura sorpresa nel vedere l'Ambasciatrice vulcaniana.

"Ambasciatrice T'Lani" disse Steje, la voce controllata ma il cui tono non celava lo stupore "È tardi. Qual è la necessità che la porta al mio alloggio a quest'ora?"

"Capitano" replicò T'Lani, la sua voce piatta e perfettamente misurata "La necessità è logica. Ho bisogno di porle una domanda che può avere ramificazioni significative per la sicurezza della base"

Steje la studiò. Era assurdo, ma la calma inamovibile della Vulcana lo incuriosì.

Non aveva idea di cosa avesse colpito quelle donne né di quale piano stessero ordendo ma, purtroppo per lui, si era tolto il comunicatore pochi attimi prima e non avrebbe mai avuto il tempo di chiedere l'intervento della sicurezza.

Era solo e doveva tentare di sfruttare la cosa a suo vantaggio.

"Molto bene. Entri"

Appena dentro, T'Lani dispiegò il panno, rivelando la spada cerimoniale. La lama luccicò nella luce fioca.

"Vedo che si gioca fin da subito a carte scoperte..." Steje non si mosse, se voleva delle informazioni era costretto a restare al gioco "Ambasciatrice, questa è una delle armi rubate. Sono costretto a chiederle di deporla immediatamente"

"Non è un'arma, Capitano" ribatté T'Lani "È uno strumento di verità"

Steje lasciò andare un piccolo, esasperato sospiro "Strano" replicò con sarcasmo controllato "Perché a me sembra proprio una spada. Vede, ha una lama, un'elsa.... in tutto e per tutto la definirei una spada. Ma la logica di questi giorni è molto fluida, non è vero? Che sia uno strumento di verità, o un'arma rubata, la posi a terra. Non voglio perder tempo"

T'Lani lo ignorò, la sua mente concentrata unicamente sul test "Quando il tuo Impero è in ginocchio, l'onore è un peso, e la gloria è perduta: cosa sacrifichi per risollevarlo?"

Il Capitano Steje si prese un momento "Sono pronto a darle una risposta, Ambasciatrice. Ma lei deve prima rispondere alle mie"

"Le mie risposte non sono rilevanti ai fini della sua prova" replicò T'Lani, inamovibile "L'unica logica in questo contesto è la sua verità"

"La sua affermazione è illogica, T'Lani" ribatté Steje "La mia verità è influenzata dal contesto. E il contesto è che lei, un'Ambasciatrice della Federazione, è qui, armata di un reperto rubato, chiedendomi di sacrificarmi per un impero che non è il mio. Prima che io risponda a una domanda sul sacrificio, mi dica: è l'Armatura a voler conoscere la risposta?"

"Le motivazioni del mezzo sono irrilevanti" disse T'Lani "L'unica logica è l'obiettivo. Il suo compito è rispondere, non interrogare"

"Al contrario" incalzò Steje "Se l'obiettivo è la sicurezza della mia base, e la domanda è collegata al furto, la logica mi impone di comprendere la sua influenza. Risponda: è la Flotta Stellare a conoscenza del suo possesso di quell'arma?"

"Quella è un'informazione classificata e non necessaria per l'analisi del suo carattere" rispose T'Lani. La sua voce restava calma, ma la sua disciplina era come una diga che rischiava di strabordare "Il suo rifiuto di rispondere indica una priorità più alta dell'onestà. Questo è illogico e molto fastidioso"

Steje fece un passo avanti. Era curioso di vedere se la logica impeccabile dell'Ambasciatrice fosse da sola sufficiente a farla riprendere da quello strano controllo mentale "Allora le darò una risposta che non le piacerà. Io sacrificherei.... la logica stessa"

T'Lani rimase immobile, da vulcaniana non avrebbe mai accettato di sacrificare la logica per nessuna ragione. Il Capitano notò quel piccolo cedimento e tornò alla carica.

"Sì, Ambasciatrice," continuò Steje. "Per salvare la mia gente, sacrificherei l'ossessione per i calcoli e le procedure. Sacrificherei ogni Protocollo della Flotta Stellare. Sarei disposto a operare nella pura, caotica irrazionalità, se questo fosse l'unico percorso logico per la sopravvivenza"

Un istante di silenzio assoluto cadde nella stanza. Aymane ebbe la sensazione che qualcosa si stesse muovendo nella testa dell'Ambasciatrice ma il tutto durò soltanto un attimo.

Poi, la spada nella mano di T'Lani emise una vibrazione fredda, quasi chirurgica, e la donna vide un bagliore rosso tingere tutta l'elsa della spada. Il Capitano Steje era pronto a sacrificare il proprio io.

"Sei degno"

Steje non capì, ma poi vide l'ambasciatrice lanciarsi su di lui.

"Ambasciatrice, le ordino di...."

T'Lani eseguì una perfetta presa vulcaniana. Il dolore si propagò dalla spalla del Capitano in maniera così istantanea da farlo svenire in pochi istanti.



DS16 Gamma - Alloggi del Primo Ufficiale
02/07/2405 - ore 01:15


La Dottoressa Bly, la guaritrice, si mosse verso il suo candidato: l'uomo a cui era legata non solo dal dovere, ma da un filo invisibile di affetto e telepatia, il Primo Ufficiale Rerin Th'Tharek. Lo aveva scelto perché il suo candidato doveva dimostrare compassione e la capacità di accettare il dolore per curare ciò che è stato spezzato, questo gli aveva fatto pensare subito a lui.

La sua destinazione era il suo alloggio personale. Da quando aveva scoperto le gioie della paternità, difficilmente andava a "far visita" all'equipaggio femminile a tarda notte.

Bly usò i codici di emergenza come Ufficiale Medico Capo per bypassare il blocco della porta. Entrò e si soffermò a studiare l'alloggio: dei suoi provenivano dalla camera da letto, segno che l'uomo era ancora sveglio.

"Rerin" chiamò Bly, la sua voce era insolitamente tesa. Il suo controllo emotivo, nonostante fosse Betazoide, era messo alla prova dalla missione che l'armatura le aveva imposto.

La porta della camera da letto si aprì. Rerin Th'Tharek uscì, non vestito con la sua uniforme, ma con abiti civili semplici. Nel braccio destro teneva la piccola Isaryel, che ora aveva circa due anni e sette mesi, mentre nella mano sinistra aveva un biberon pieno di latte: nel frattempo la bambina, con le sue antenne blu che si muovevano stanche, si lamentava pigramente, combattendo il sonno.

L'attenzione di Rerin fu subito travolta da due cose: il peso emotivo della dottoressa, e la visione di ciò che aveva in mano. Bly stringeva la pesante spada cerimoniale Klingon e, peggio ancora, un phaser puntato verso di lui.

Rerin non gridò, ma l'orrore gli si attorcigliò nello stomaco, una reazione intensificata dalla telepatia condivisa. La sua prima, unica reazione fu la protezione.

Si abbassò con un movimento fluido e attento, nonostante la tensione muscolare, poggiando la piccola Isaryel sul tappeto. Non voleva terrorizzare la figlia ma doveva assolutamente mandarla via di lì.

"Vai, tesoro, adesso facciamo un gioco bellissimo... giochiamo a nascondino. Nasconditi molto bene, Isaryel, e non fare rumore, che poi papà ti cerca"

La piccola, confusa ma affascinata dall'idea del gioco notturno, si allontanò zampettando in un angolo della camera da letto.

Solo quando fu certo che la figlia fosse lontana, Rerin si rialzò e si voltò per affrontare Bly, il volto tirato da una furia fredda che superava la sua compostezza di Primo Ufficiale "Spiegati... Adesso" tuonò Rerin, la sua voce appena sopra il sussurro, per non spaventare la bambina "Sei entrata nel mio alloggio con i tuoi codici di emergenza, armata di un reperto rubato e di un phaser, mettendo a rischio mia figlia. Qualunque cosa tu stia facendo, ti voglio immediatamente fuori dal mio alloggio"

Bly, costretta ad affrontare l'ira dell'andoriano e il peso del suo destino, sollevò la spada.

"Quando il tuo Impero è in ginocchio, l'onore è un peso, e la gloria è perduta: cosa sacrifichi per risollevarlo?"

"Sacrificio?" Rerin fece un passo in avanti, noncurante della spada "Mi importa del mio equipaggio, di questa stazione, e della mia famiglia! L'Impero Klingon non è il mio impero! Me ne frego completamente della vostra gloria, e del vostro onore se mette in pericolo mia figlia! Voglio che tu sparisca, adesso, prima che recuperi il comunicatore e chiami la sicurezza!"

La Betazoide non vacillò. Tenne alto il phaser, puntandolo contro il petto di lui.

"Rispondi, Rerin. L'onore e il destino non chiedono la tua approvazione, ma la tua verità" incalzò Bly.

Rerin la fissò, la telepatia che gli inondava la mente con l'assoluta serietà della sua missione. Poi, la sua furia si dissolse in una calma determinazione. Guardò la camera da letto.

"Se ti rispondo lascerai in pace mia figlia?" Rerin attesa di veder annuire la betazoide e solo allora rispose "Per ciò che vale davvero sono disposto a sacrificare me stesso. Se devi proprio sparare a qualcuno, spara a me. Portami via, usami, fai quello che devi, ma lascia stare la piccola. Sacrifico la mia libertà e la mia vita per la sua"

In quell'istante, mentre Rerin offriva il suo sacrificio ultimo e incondizionato, la spada di Bly vibrò con un calore inatteso, diffondendo un bagliore rosso che vide soltanto lei.

"Sei degno," mormorò Bly, i suoi occhi che mostravano per la prima volta un lampo di vera emozione, ma Rerin non ebbe tempo di reagire a quelle parole criptiche. Bly premette il grilletto. Il Primo Ufficiale crollò sul pavimento, privo di sensi.

Bly avvolse la spada nel panno, poi si mosse rapidamente prima di abbassarsi a guardare l'uomo a terra. La sua missione era compiuta, stava per procedere con il resto quando qualcosa la colpì in testa. Guardò a terra per capire cosa le fosse arrivato addosso e ne rimase sorpresa: era la scarpetta di una bambina.

La betazoide alzò lo sguardo e lì, proprio sull'uscio della porta, c'era la piccola Isaryel con un'espressione tra lo spaventato e l'arrabbiato.

La bambina non aveva il coraggio di fare un passo oltre ma evidentemente non era felice di vedere suo padre a terra, tanto che gli urlò addosso "PetaQ!!"

Per un attimo qualcosa si mosse in Bly ma durò meno di un attimo, poi scomparve con il teletrasporto assieme a Rerin e alla spada. Isaryel, ritrovandosi sola in un alloggio aperto, uscì in corridoio iniziando a vagare senza alcun controllo.



DS16 Gamma - Amabasciata klingon
Alloggi personali di Vorn
02/07/2405 - ore 01:20


Vorn era ancora lì che fissava ad occhi sgranati la piccola Isaryel che gli si era accoccolata addosso terrorizzata ed in preda ad un attacco di pianto incontrollabile. Per quanto cercasse di capire quello che stava succedendo, tutto gli sembrava irreale.

"Voi due! Ripetetemi esattamente quello che è successo!"

Una delle guardie del corpo di Rogal, un giovane di nome Thoral, fece un passo avanti con espressione perplessa "Posso provarci ma anche noi non capiamo come possa essere successo. Stavamo andando in passeggiata per svagarci un po' fuori dal nostro turno quando abbiamo sentito una bambina strillare ad una decina di metri da noi. Quando ci siamo avvicinati abbiamo visto Isaryel in braccio ad una completa sconosciuta, così le abbiamo ordinato di consegnarci la piccola e dirci perché l'avesse presa. Inizialmente la donna ha fatto resistenza ma, quando ha visto che la piccola voleva venire in braccio a me, si è arresa e ci ha detto di averla trovata a girovagare da sola nel piano degli alloggi"

Vorn fece un mezzo grugnito "Perché non ha contattato il padre?"

"Si tratta di una nuova, non conosce Isaryel, per questo ha pensato che avrebbe trovato qualcuno che la conoscesse in passeggiata. E poi, anche a tentare di contattare Rerin, non avrebbe risolto nulla" Thoral si limitò a rispondere in modo rapido ed efficiente "Lo so perché ci ho già provato, ma Rerin non risponde"

Vorn scosse il capo mentre coccolava la piccola per farla calmare "Tutto questo non ha senso... chiamate l'Ambasciatore, sta succedendo qualcosa di strano alla base"

Le guardie si allontanarono solo per tornare pochi attimi dopo con espressione allarmata "L'ambasciatore è scomparso... e con lui anche l'armatura di Lady Lukaria!"



DS16 Gamma - Sala controllo
02/07/2405 - contemporaneamente


La Sala di Controllo Principale di DS16 Gamma, generalmente calma a quell'ora, era illuminata solo dalla luce fioca dei pannelli. Al posto di comando c'era il primo ufficiale scientifico Lucas Warren. Il Capitano Steje e il Primo Ufficiale Rerin Th'Tharek erano scomparsi, ma Warren non lo sapeva ancora credeva semplicemente fossero fuori servizio.

La prima anomalia arrivò silenziosamente, come un sussurro nel sistema, senza che nessuno vi prestasse davvero attenzione. L'Ufficiale OPS, Tenente D'Arra, sollevò la testa dalla sua consolle mentre con voce atona faceva rapporto.

"Comandante Warren, sto rilevando una strana attività di teletrasporto" annunciò D'Arra, la sua voce increspata da una nota di confusione.

Lucas Warren si avvicinò alla postazione, il suo viso illuminato dal bagliore verde dei monitor scientifici "Strana come, Tenente? Navette di rifornimento tardive?"

"No, Comandante. Sono stati cinque eventi distinti, ma concentrati nell'ultima ora e mezza" rispose D'Arra, tamburellando sulla consolle "Il problema è che il sistema di bordo non ha registrato la fonte o la destinazione in modo chiaro. I log indicano che i segnali sono stati intercettati, ma.... tutte le informazioni di destinazione e origine sono state bloccate"

Warren aggrottò la fronte. Era un'anomalia ma più che altro suonava tanto da scocciatura.

"Bloccate? Da chi? Controlli i registri di accesso. Un blocco di questa portata richiede un codice di sicurezza di un certo livello, di certo non potrebbe farlo un semplice guardiamarina annoiato"

D'Arra eseguì rapidamente l'override del sistema, il suo viso che si fece sempre più teso man mano che i dati apparivano "Comandante, l'accesso che ha eseguito il blocco e la cancellazione selettiva dei log di bordo è quello di un ufficiale superiore.... è il codice di sicurezza del Capo Ufficiale Operazioni, il Tenente Comandante Tara Keane"

Un silenzio carico di tensione cadde sulla plancia. Il Capo OPS, senza un motivo chiaro, aveva appena oscurato una serie di teletrasporti non autorizzati proprio sotto il naso del comando. Warren si raddrizzò, la metodicità sostituita da un allarme crescente.

"Qualcosa non va. Non è un errore, è un'operazione di qualche tipo condotta senza informare la sala controllo. Chiama subito il Comandante Keane"

L'ufficiale alle comunicazioni, il Guardiamarina Alaris, provò e riprovò a contattare Tara Keane. Il comunicatore emetteva solo un silenzio piatto e metallico.

"Nessuna risposta dal Comandante Keane" riportò Alaris, con un tono che mischiava imbarazzo e crescente inquietudine "La sua frequenza personale è offline"

Lucas Warren si strinse le labbra. Conosceva i suoi colleghi da anni: il Capo OPS non spariva, né disattivava i log di teletrasporto. Tutto questo non aveva assolutamente senso. Ma prima che Warren potesse elaborare un ordine, un altro allarme si fece sentire, questa volta proveniente dall'ambasciata klingon.

=^= Vorn a Sala Controllo. Non riusciamo a contattare il Primo Ufficiale Rerin Th'Tharek. Segnaliamo inoltre che l'Ambasciatore Rogal e l'Armatura di Lady Lukara sono scomparsi dall'Ambasciata Klingon! =^=

Warren si sentì gelare.

Rogal. L'armatura.

Anche loro spariti nel nulla.

"Comandante D'Arra" ordinò Warren, cercando di mantenere la calma "...provi a localizzare il Primo Ufficiale"

D'Arra digitò febbrilmente "Nessuna traccia, Comandante. Il suo comunicatore è disattivato"

"Contatta il Capitano Steje" ordinò Warren "Chiamalo su una frequenza protetta e informalo immediatamente della situazione"

Il silenzio che seguì fu assordante.

"Comandante" disse Alaris "...nessuna risposta. Il Capitano non è nel suo alloggio e non risponde su nessuna frequenza"

Un nuovo allarme visivo si accese: il pannello del Controllo Volo lampeggiava di rosso.

"Comandante Warren, abbiamo un vascello che sta procedendo con un decollo non autorizzato... si tratta della nave del tenente Durani"

Warren si precipitò al pannello di controllo della sicurezza

"Impeditele la partenza! Attivate i campi di forza ed i raggi traenti se fosse necessario!"

Il Tenente D'Arra scosse la testa, con gli occhi spalancati

"Comandante, i sistemi di blocco sono offline. Tutti i protocolli di sicurezza dell'hangar quattro sono stati disattivati.... con i codici di sicurezza del tenente Durani"

L'immagine della navetta che sfrecciava lontano dalla base apparve sul monitor principale, in rapida dissolvenza.

La situazione si fece palesemente e inequivocabilmente preoccupante. Cinque teletrasporti di cui non si avevano informazioni, l'armatura scomparsa, e ora tre ufficiali chiave e un ambasciatore Klingon svaniti, con una serie di ufficiali che avevano utilizzato i codici di sicurezza di massimo livello per oscurare o fuggire.

Warren si voltò verso la sala controllo. Erano tutti su quella nave?

"Computer" disse Lucas Warren, la sua voce ora era quella del comandante che sa di essere nel pieno di una crisi "...cerca e identifica la posizione attuale dei seguenti ufficiali superiori registrati a DS16 Gamma: Capitano Steje, Primo Ufficiale Th'Tharek, Capo della Sicurezza Riccardi, Primo ufficiale tattico Durani, Ufficiale Medico Capo Bly, e Capo Operazioni Keane"

Il computer rispose con la calma spietata della logica:

=^=Tutti i soggetti richiesti non sono più presenti a bordo della stazionei=^=

Qualcuno nella plancia lanciò un'idea.

"Comandante, dobbiamo avere una linea guida! Forse l'Ambasciatrice T'Lani può darci consiglio, è l'unica rimasta qui in un ruolo di alto profilo!"

Warren annuì "Computer, posizione e contatta l'Ambasciatrice T'Lani"

"Ambasciatrice T'Lani: non localizzata sulla base"

Lucas Warren si ritrovò, nel cuore della notte, ad essere l'unico ufficiale superiore al comando di un'intera stazione "Apritemi un canale diretto con il Comando di Flotta. Massima priorità"

Per alcuni istanti, lo scienziato fu rimpallato da un ufficiale all'altro sino a che, finalmente riuscirono a contattare l'unico che forse avrebbe potuto aiutarli. Così, pochi secondi dopo, un volto severo e familiare riempì il monitor. Era l'Ammiraglio Darion, direttamente da casa sua, con l'espressione di chi era appena stato tirato giù dal letto.

"Warren" disse l'Ammiraglio, la sua espressione era già scocciata "Perché stai scavalcando la catena di comando della stazione per chiamare direttamente il Comando in piena notte? È successo qualcosa alla base?"

Warren inghiottì. La risposta era semplice, agghiacciante e incredibile.

"Ammiraglio, mi scusi per aver scavalcato il protocollo, ma in questo momento non c'è più alcuna catena di comando sulla base. A parte me, sono scomparsi tutti gli ufficiali superiori"