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USS TOKUGAWA - MISSIONE 10 RSS USS TOKUGAWA - Missione 10

10.08 " L'anticura "

di Cesare Tommaso Mouri, Pubblicato il 27-07-2019

Luogo e tempo sconosciuto



Aveva creduto nella Cura.
Ci aveva creduto con tutto sé stesso nell'Ideale di proteggere le peculiarità e le caratteristiche delle varie razze della Federazione.
Odiava la globalizzazione in cui stava evolvendo la civiltà e temeva gli effetti della perdita culturale.
Ciò l'aveva avvicinato alla Cura. I suoi membri più importanti l'avevano contattato e fatto entrare nell'organizzazione.
Avevano steso tappeti rossi e promesso incarichi importanti e Alphonse Grandis aveva accettato tutto ciò sposando gli ideali portati avanti dalla Cura.
Alphonse aveva rapidamente scalato l'organizzazione e grazie alle sue abilità aveva rapidamente scalato le verie posizioni giungendo trentottesimo nella catena di comando . Si era fatto paladino di tutte quelle usanze, modi di fare, tradizioni e comportamenti delle varie razze della Federazione
Poi c'era stata la rottura con la Cura.
La Cura era diventata violenta. Aveva deciso di armarsi e colpire al cuore la Federazione per perseguire i suoi scopi. Alphonse non poteva minimamente accettarlo e tollerarlo. Voleva proteggere le culture della Federazione scatenando un forte cambiamento nella civiltà ma non poteva accettare di creare il suo sogno con la morte di milioni di persone.
Il capo della Cura, il numero 1 avrebbe scatenato una guerra civile, avrebbe messo in ginocchio l'intera Flotta Stellare e distrutto la Federazione.
Quando scoprì ciò, Alphonse provo un senso di ribrezzo e un forte disgusto.
Si sentì tradito e ingannato.
Dopo un sofferto ragionamento prese la sua decisione e si rivoltò contro la Cura.
Nella sua vita precedente era stato un ufficiale dei servizi segreti e inscenare la sua morte fu piuttosto semplice.
Si nascose e attese.
Attendere era il suo forte. Come un predatore sapeva attendere il momento giusto per colpire con la massima forza per creare il massimo danno.
Nella penombra del suo nascondiglio attese, ponto a colpire.

USS Tokugawa Hangar 09 aprile 2399 - ore 12:33



Il grosso dell'equipaggio era stato radunato nell'hangar principale ed era decisamente irrequieto. Correvano infatti migliaia di voci sulla sorte del capitano Hesse e degli altri ufficiali superiori. C'era chi era rimasto inorridito nello scoprire che il loro comandante aveva avuto una parte attiva nell'attentato. Tuttavia la maggior parte dell'equipaggio era concorde nel pensare che il capitano fosse innocente. Erano i marinai e gli ufficiali che erano da più tempo sulla nave ed erano quelli che conoscevano meglio Hesse e lo staff di comando.
Cosa che innervosiva ulteriormente era la presenza di guardie armate tutto attorno a loro. Facevano anche loro parte della Flotta ma erano pesantemente armati con fucili phaser tipo 3 e li guardavano con fare minaccioso.
C'era qualcosa di strano in loro. L'equipaggio aveva difficoltà a stabilire che cosa non andava: era come se fossero membri della flotta stellare ma al contempo non lo fossero.

USS Tokugawa Alloggio del capitano Hesse - ore 12:34



Hesse era nel suo alloggio.
L'ultima cosa che si ricordava era l'inaspettato attacco a tradimento che aveva subito poi il buio più totale.
A ridestarlo era stato una sensazione di freddo sulla giancia. Lentamente aveva ripreso i sensi. Con enorme fatica si alzò e lottò contro il senso di vertigine. Barcollò ma riuscì a riprendere il controllo
Che cosa stava succedendo? Si chiese.
La situazione era precipitata troppo presto. Avevano scoperto che l'attentatore era in realtà un comandante della flotta stellare e che questi era stato molto probabilmente ucciso.
Poi delle forze speciali erano salite a bordo e preso il controllo dell'intera nave.
Troppe cose non quadravano e non lo convincevano affatto.
Iniziava a sospettare che chi aveva assunto il comando della nave non erano leali alla Federazione. Tuttavia trovava difficile crede che qualcuno stesse per ammutinarsi e tradire la Flotta Stellare.
Era difficile e doloroso crederlo eppure doveva constatare che tutte le prove conducevano lì.
Decise allora di scoprirlo e di agire in contro piede contro chi aveva preso il comando della nave.
Cercò per diverso tempo nel suo alloggio qualcosa che potesse aiutarlo, tuttavia il replicatore era scollegato e tra i suoi effetti personali non c'era nulla che potesse aiutarlo.
Stava armeggiando con una vecchia statua per ottenere una specie di clava quando sentì dei rumori forti e delle urla.
Incuriosito si avvicinò alla porta pronto a colpire. Giunse a pochi passi quando essa di aprì di scatto.

USS Tokugawa Ponte 1 - Plancia 09 aprile 2399 - ore 12:34



De Rais era infastidito. Molto irritato. Aveva preso il comando della nave ma ora stava registrando diversi malfunzionamenti. Se la sua azione non fosse stata così fulminea avrebbe pensato che si trattasse di un sabotaggiodegli ufficiali superiori.
"Come è possibile?" Chiese l'umano furioso al suo agente al tattico.
"I sensori interni hanno dei malfunzionamenti... non capisco." Rispose l'addetto.
"Non capisci?"
"I sensori erano in manutenzione quando abbiamo preso il controllo della nave e ora li sto ricalibrando... a fatica è come se fossero stati sabotati."
De Rais fu sul punto di scatenare la sua furia ma nel mentre arrivo una seconda brutta notizia:=^=Sala macchine a plancia:=^=
"Cosa c'e?" Tuonò.
=^=Abbiamo delle difficoltà a tenere la curvatura... siamo in pochi quaggiù per manovrare una nave stellare.=^=
De Rais batté il pugno contro la console. "Questo è inaccettabile, se veniamo raggiunti da una nave di lealisti ci faranno a pezzi."
=^=Lo so signore ma non posso farci nulla.=^=
"Bene liberate l'ingegnere capo e fatevi aiutare da lui." Rispose secco il facente funzione di capitano.
=^=Si signore.=^=
De Rais chiuse la comunicazione e guardò l'ufficiale al tattico iluale rispose:" I sensori sono nuovamente in linea... acidenti, rilevo senali vitali Klingon vicino ali alloggi degli ufficiali."

USS Sengoku Ponte 1 - Plancia 09 aprile 2399 - contemporaneamente



"Ci siamo quasi." Disse Vlad.
"Manca poco al redez vous?" chiese Lory.
"Sì."
Lory inspirò fortemente e una strana angoscia pervase il suo essere.
Si chiese se stava percorrendo la strada giusta.
Perchè Vlad aveva giustiziato tutti i lealisti?
Che senso aveva?
Solo per ingraziarsi il numero 1 o per cieco fanatismo verso la Cura?
Il fine giustificava i mezzi si chiese più volte.
Eppure non poteva accettare di realizzare gli ideali del suo amator Carl su un mare di sangue.
Se avesse avuto un'altra possibilità... .

USS Tokugawa Alloggio del capitano Hesse - ore 12:35



Stava armeggiando con una vecchia statua per ottenere una specie di clava quando sentì dei rumori forti e delle urla.
Incuriosito si avvicinò alla porta pronto a colpire. Giunse a pochi passi quando essa di aprì di scatto.
La porta si spalancò di colpo e Hesse riconobbe immediatamente il volto dell'investigatore Kret'Aq. Il Klingon era ferito, sudato con tutti i vestiti rovinati. Sembrava che avesse appena finito di lottare contro un formidabile avversario.
I due non fecero tempo a dire nulla. Si sentì un rumore di scarica energetica, un forte odore di ozono e una piccola esplosione che illuminò l'ingresso.
Kret'Aq urlò di dolore e cadde a terra.
A Hesse cadde la statuetta dalle mani. Sia il Klingon che l'oggetto caddero a terra nello stesso istante.
Il capitano capì subito che era morto, colpito alle spalle da una scarica di phaser settata su uccidere.
Arrivarono quasi subito due guardia.
Una puntò l'arma fumante contro Hesse il quale alzò subito le mani in segno di resa.
L'altra portò via il Klingon e uscì.
La guardia con il fucile phaser disse: "Questo succede a chi non ci ubbidisce, faccia attenzione capitano Hesse."
Detto uscì e sigillò la porta.
Hesse rimase solo e in silenzio per diversi minuti. Come potevano dei membri della flotta stellare agire in quel modo? Si chiese sconcertato dal comportamento delle guardie.
Inaspettatamente arrivò la risposta.
"Loro sono delle bestie... questi sono i loro modi di fare."
Una figura emerse dalla penombra.
Hesse si voltò a guardarla.
Era un umano sui quarant'anni. Vestito di nero scuro. Si avvicinava lentamente al capitano dicendo:" Ho approfittato della confusione per introdurmi da lei capitano Hesse, il mio nome è Alphonse Grandis."
Il capitano cercò di allungare una mano per riprendere la statuetta, il suo unico strumento di difesa.
Alphonse capì subito l'intenzione del capitano e sorrise dicendo: "Non si preoccupi capitano Hesse non sono un nemico ma bensì un alleato. Sono qui per aiutarla a riprendersi la sua nave."
Hesse lo squadrò per un lunghissimo istante come per cercare di leggergli nell'anima: "Sei della Cura?"
Grandis scosse il capo dicendo: "Facevo parte della Cura, ma non ho accettato i loro metodi."
Hesse fece la domande che da tempo gli vorticava in testa:"E' la Cura che ha preso la mia nave?"
"Sì sono loro e io sono qui per aiutarla a riprendere il comando... io sono l'anti Cura."