[Flashback'> USS Sengoku - 3 Aprile 2399 10:00
"Lory, lo so che fa paura ma dobbiamo farlo, siamo andati troppo oltre! Il maestro ci ucciderebbe se ci tirassimo indietro, e oltretutto mineremmo gli obiettivi della nostra missione..."
Durston parlava con voce sicura, ma l'agitazione era tradita dal suo sguardo, Lory May non poteva non notarlo.
"Carl non ci credi neanche tu, saremo arrestati, sempre che sopravviviamo... Non potremo più stare insieme. Non ci vediamo da mesi..."
"Lo so Lory, ma la Sengoku ora è sotto il nostro controllo, dopo la cerimonia torneremo a bordo in tempo per fuggire a massima curvatura. Staremo assieme, nessuna federazione potrà più mettersi tra noi" Lory odiava quando vedeva questo sguardo. Era lo sguardo di chi stava completamente abbandonando ogni ragionevolezza per uno slogan.
"Spero che tu abbia ragione. A volte penso che tutto questo sia troppo idealistico, tuo fratello avrà anche avuto grandi idee. Ma è morto in una prigione federale, certi giorni mi chiedo se avrebbe..."
"Zitta! Cosa stai dicendo? Hai deciso di farci uccidere??"
La conversazione si interruppe bruscamente, entrambi ora avevano uno sguardo spaventato.
"A breve entreremo in orbita, ho delle lettere da scrivere... Sai in caso.... nulla... Ci rivedremo presto. Ti amo".
"Anche ..." chiuse la comunicazione prima di poter sentire la fine della risposta. Sentiva il corpo fremere di rabbia
Carl si alzò dal letto, risistemò l'uniforme e prese a lavorare al computer. Niente comandi vocali, scriveva le sue lettere usando le dita, come i suoi antenati.
Qualche minuto e svariati cambi di posizione dopo resero evidente che era troppo nervoso per questo.
Meglio un po' di palestra.
"Se qualcosa va storto sarà stato tutto inutile..." pensò tra sé e sé.
"Nulla andrà storto".
USS Sengoku - 7 Aprile 2399 ore 3:30
Lory rientrò a bordo, restò un attimo in attesa ascoltando i suoni nella stanza.
Nessun ronzio di motori a curvatura, nessuna vibrazione.
Non era ancora stato dato l'allarme.
Non fece in tempo a muovere il primo passo che le luci della stanza presero a lampeggiare di rosso e il familiare ronzio sembrò riempire le orecchie dell'ufficiale medico. Erano a curvatura. La fuga era iniziata. Sperando che il trambusto desse loro abbastanza tempo.
"Ora si può sapere dove..."
"No." A rispondere un uomo alto e magro dalla carnagione pallida, perentorio. Al suo colletto scintillavano i gradi di primo ufficiale. Sembrò non notare il lampo negli occhi di Lory alla vista dei gradi.
"Lo saprai al rendez-vouz. Questioni di sicurezza. Ma sei stata brava. Va a riposare" la voce dell'uomo ora era addolcita.
Lory uscì dalla stanza a passi incerti.
Non poteva andare nel Suo alloggio. Non ancora... Come poteva dormirci sopra proprio ora...
Dove sarebbe andata?
Quasi senza che ne fosse consapevole i piedi la portarono in sala mensa.
Fù accolta da un boato di festeggiamenti. Mezzo equipaggio era lì per celebrare il completo successo della missione.
USS Tokugawa - 8 Aprile 2399 9:00
"Capitano a tutto l'equipaggio, avete l'ordine immediato di tornare a bordo. Lasciate tutte le vostre attività e rientrate sulla nave immediatamente. Pena l'arresto."
Quando le luci del teletrasporto svanirono De Chirico si ritrovò in uno scenario surreale, la piattaforma era circondata da ufficiali federali della sicurezza dall'aspetto vagamente minaccioso.
"Dottore, rientri nel suo alloggio e non parli con nessuno strada facendo"
Il dottore si incamminò, immediatamente seguito da un ufficiale armato di fucile al phaser.
Attraversando i corridoi silenziosi della Tokugawa passarono davanti all'ufficio del capitano dove la voce di un furioso Hesse riecheggiò "Non può mettere in arresto tutto il mio equipaggio senza un'accusa o un mandato federale! È illegale! Mi rivolgerò al ..."
Un tonfo sordo fece intuire al dottore che non avrebbe mai saputo a chi voleva rivolgersi il capitano.
Entrando nel suo alloggio De Chirico con una certa sorpresa lo trovò occupato, un attonito Hair era seduto sul pavimento con la testa tra le mani.
"Albert! Ma che succede?"
"Non lo so, ero in laboratorio e studiavo le rotte in ingresso e in uscita dal sistema solare prima e dopo l'attentato, quando sono entrati e mi hanno arrestato. Poi mi hanno portato qui."
USS Tokugawa Alloggio del Tenente Alluso - 8 Aprile 2399 contemporaneamente'>/p'>
Asami era sdraiata sul pavimento dell'alloggio di Francesca Alluso con le braccia aperte, respirava profondamente tentando di non focalizzarsi su nessun pensiero in particolare.
Non riusciva a fare a meno però di sentire fitte crescenti di ansia annodarle le viscere. Per quanto tentasse di lasciarla andare sembrava una presenza sempre più ingombrante sul fondo del suo stomaco.
L'alloggio non era stato toccato, ma una guardia armata sorvegliava l'ingresso.
Attraverso le sottili paratie poteva sentire qualcuno che veniva scaricato senza troppi complimenti nell'alloggio a fianco.
Accusati di terrorismo?
Come poteva essere possibile?
Sentiva l'ansia del suo vicino di appartamento. E questo non migliorava la situazione. Panico, panico.
"Respira: dentro, fuori, dentro, fuori"
Meglio.
Come poteva essere possibile che l'equipaggio fosse accusato di terrorismo?
L'attentato era stato rivendicato, il colpevole identificato...
Qualcosa decisamente non tornava.
La porta dell'alloggio si aprì, e una donna fu scaricata dentro come un sacco di patate.
"aaahh" Francesca si alzò in piedi come una furia avventandosi contro la porta urlando.
Riuscì però solo a prendere a pugni la porta chiusa che veniva bloccata.
Un urlo di rabbia e frustrazione.
Asami era al suo fianco:"calmati Francesca, non migliorerà la situazione"
Mentre l'ufficiale alla sicurezza si calmava una vibrazione sembrò scuotere il pavimento e le stelle fuori dall'alloggio iniziarono a sembrare sottili strisce nel cielo.
La nave si stava muovendo.