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ISS THUNDER - MISSIONE 03 RSS ISS THUNDER - Missione 03

03.07 " Tribolazioni "

di Miral del clan Chelak, Pubblicato il 13-11-2014

10/02/2283 - Comando di battaglione

Il posto comando brulicava di uniformi nere. Gli specialisti del genio avevano collocato generatori di campo in corrispondenza di ogni apertura nelle già solidissime pareti dell'ufficio, e per ulteriore garanzia una squadra di assaltatori in tenuta EVA stazionava tutto attorno.
Il display tattico mostrava le due proiezioni canoniche della nave, con vaste aree codificate in un azzurro vivace attorno al tavolo, lo stato maggiore del 47mo studiava la situazione.
Miral esordì: "Signori, dall'analisi del primo scontro con questi esseri risultano chiari due elementi tatticamente importanti. Stoss, ci dica quali sono".
Il facente funzioni di capo di stato maggiore non batté ciglio. "Il peso preponderante del numero degli ostili e la loro anomala resistenza alle armi a rettificazione di fase".
Miral annuì. "Le esperienze e le analisi della Sezione Scientifica ci hanno fornito alcuni altri elementi. Primo, si conferma che l'armamento naturale di questi esseri è puramente materiale secondo, risultano vulnerabili ad attacchi con armi bianche".
"Ma che razza di combinazione!" sbottò Xaph. "In altre parole, dobbiamo eliminarli in corpo a corpo, e loro nel corpo a corpo ci sguazzano meglio di noi!"
"Questo non lo direi" interloquì Laitila, fresca di nomina al comando della terza compagnia. "Oltre ai faser e alle armi bianche, esistono le armi a proiettili..."
"Mia cara ragazza, sta forse suggerendo di usare armi da fuoco - o esplosivi - all'interno della nave? Mi chiedo se il Capitano Seldon sarebbe d'accordo!" Il mezzo sorriso sul volto di Stoss era apertamente sprezzante.
Laitila si accigliò e aprì la bocca per rispondere quando Miral intervenne, chiamando in causa l'ultimo comandante di compagnia. "Lei non ha detto ancora niente, Bellevue. Ci dica: se non possiamo usare armi a energia, né armi bianche, né armi esplosive, cosa userebbe lei per mettere fuori combattimento questi ostili?"
Bellevue, anche lui promosso da poco, rifletté per pochi istanti. "Mi rendo conto che il contesto d'uso è molto diverso da quello tradizionale, ma... potremmo usare le flechettes".
Miral annuì e piegò un angolo della bocca in un sorriso molto diverso da quello di Stoss. "Vedo che la sua analisi concorda con la mia, Bellevue. Stoss, ordini agli armieri di tirare fuori i lanciadardi li useremo contro gli ostili a partire dalle 15:30. E ora vediamo di decidere da dove inizieremo la bonifica della nave".


Plancia comando, ore 15:15

Seldon sedeva al suo solito posto, ponderando la situazione. Non c'erano alternative: la crisi andava risolta e subito, oppure ben presto al comando della Thunder ci sarebbe stato un altro. Ovviamente, prima della sua eventuale caduta in disgrazia sarebbe saltata la testa di Van Ladden, ma questa era per lui una ben magra consolazione.
Si chiese se la strega vulcaniana stesse brigando per fargli le scarpe, ma no, non era il tipo. Lei preferiva di gran lunga starsene a complottare al centro della sua ragnatela, tirando le fila dei suoi mille intrighi...
Rifletté che, per quanto potessero stargli sul gozzo, i MACO erano pur sempre l'unica forza imbarcata a non avere interesse diretto a sabotare i suoi sforzi. Naturalmente, se il Comando Incursori intendeva mettere in cattiva luce la Forza Pretoriana... ma avrebbero per questo sacrificato una delle loro migliori unità?
E poi c'era Alejana. Il pensiero di rimpiazzarla, per quanto l'equipaggio non fosse certo privo di belle donne, lo infastidì. Per un attimo lo colpì il ricordo dell'afrore della loro intimità, un cocktail di feromoni talmente potente che il condizionamento ambientale non riusciva a smaltirlo prima di qualche ora...
"Capitano?" lo interruppe la voce di Tawt dalla consolle tattica.
"Cosa c'è?" rispose stizzoso.
"Rilevo attività biologica anomala sul ponte 4, signore."
Seldon si drizzò sulla poltrona di comando. "Qui sotto? Dove esattamente?"
L'espressione di Tawt si fece incredula, poi allarmata.
"Esattamente qui sotto!"
Una minacciosa palla di pelo azzurro scelse quel preciso istante per erompere da una griglia e rotolare verso l'ufficiale più vicino.


Infermeria, nel frattempo

Gant si era messo al lavoro metodicamente e rapidamente, ma con le orecchie tese. Improvvisamente si irrigidì, alzando la testa in direzione della porta. Un lieve ticchettio di tacchi si avvicinava.
Con due balzi si portò dietro un bioletto di contenzione, estraendo l'agonizzatore. Con un sospiro, le porte si aprirono, e il calpestio dei passi si fece più vicino ma più incerto.
"Dottor Van Ladden...?" La Laris! Che insperata fortuna per gettare ulteriore discredito sul medico...
Gant attese fino a quando non fu certo che i passi stavano dirigendosi verso la scrivania di Van Ladden, poi silenziosamente si alzò in piedi e puntò l'arma alle spalle della betazoide.
Bellatrix percepì qualcosa all'ultimo momento, ma era troppo tardi per girarsi: la scarica di energia, regolata per la perdita istantanea della conoscenza, la colse senza che potesse vedere di chi si trattasse.
Gant si avvicinò al corpo esanime della scienziata e l'afferrò sotto le ascelle per trascinarla al più vicino lettino.
"Bravo, Gant" lo complimentò la voce beffarda di Van Ladden. Il tecnico restò per un attimo raggelato alla vista del massiccio medico che usciva da una camera di stasi inattiva. "Sei stato in gamba come sabotatore, ma l'idea di gettarmi addosso anche l'omicidio della Laris denota un'intelligenza da cospiratore nato. Peccato che adesso finirai in camera di tortura..."
Gant premette il pulsante di sparo, una volta, due volte. Il sorriso di Van Ladden si allargò in una sonora risata.
Con uno scatto, Gant estrasse il pugnale d'ordinanza e lo puntò alla gola della Laris ancora svenuta.
"Non un passo in più o le taglio la gola!"
Van Ladden lo guardò con uno sguardo dolorosamente incredulo.
"Adesso invece mi deludi, Gant. Perché mai la cosa dovrebbe preoccuparmi?"
E con quelle parole, Van Ladden scattò in avanti.


Ufficio Fedeltà, poco dopo

Era giunto il momento di passare all'ultima fase del piano. T'Val sedette alla sua scrivania, nella stanza pressoché vuota che usava come ufficio, dominata alle sue spalle da un ritratto dell'Imperatore e dall'emblema della Commissione Imperiale per la Fedeltà.
Sul quadro dei controlli premette il pulsante ostentatamente marcato "isolamento", poi tirò fuori da una delle numerose tasche interne della sua uniforme ciò che appariva come un normale chip isolineare. Fece scorrere il polpastrello dell'indice sinistro tutto attorno all'orlo fino a quando un puntino luminoso giallo brillò per tre volte in rapida successione. Ora davvero al sicuro dai circuiti spia che la sezione Ingegneria installava con futile regolarità, la vulcaniana premette un punto specifico del chip. Il punto luminoso tornò a mostrarsi, ma stavolta rimase fisso per diversi secondi.
L'ufficiale politico inarcò un sopracciglio.
Premette nuovamente, con cura se possibile ancora più meticolosa di prima, il punto esatto che le interessava.
La spia luminosa ripeté il suo segnale.
L'indice sinistro di T'Val seguì in senso inverso l'orlo del chip, riportando quel gioiellino d'ingegneria al suo stato originale.
Disattivato anche l'isolamento "ufficiale", T'Val attivò il comunicatore.
"Comune di prima classe Telok, a rapporto."
^!^ Qui Telok. ^!^
"Telok, ascolti. /Spunau bolayalar t'Wehku bolayalar t'Zamu il t'Veh/. Ripeto, /Spunau bolayalar t'Wehku bolayalar t'Zamu il t'Veh/."
Un lieve scatto metallico segnalò l'interruzione della comunicazione.
T'Val si appoggiò all'indietro sullo schienale della poltroncina e aspettò.


Sezione logistica

"Ma chi era? E in che lingua parlava?" chiese Zoran, stupito.
"Era T'Val, e parlava in vulcaniano," rispose Telok, con voce stranamente sommessa e monocorde.
Allarmato, Zoran si volse, trovandosi di fronte a un'arma spianata.
"Che significa? Telok, fratello mio!"
Un dardo di luce sottile come uno spillo partì dall'arma.
Sul volto di Zoran passò un'espressione di incredulo stupore, che trascolorò in una di subitanea comprensione e quindi si congelò in una smorfia di dolore. L'uomo cadde in ginocchio, portando le mani al petto a coprire la piccola bruciatura lasciata dal colpo, poi si accasciò all'indietro.
"Significa /Le// esigenze ///dei molti/// contano più di quelle dei pochi/, fratello".
Telok rinfoderò l'arma e uscì, senza più degnare di uno sguardo il compagno cospiratore morto.


Stiva 1, ore 15:30

"Forza, forza, FORZA!" I sottufficiali si sgolavano a inquadrare i MACO, ognuno dei quali, al posto del consueto faser d'assalto, brandiva un'arma dall'aspetto tozzo e antiquato, dalla canna di grosso diametro svasata all'estremità.
Il colonnello Miral osservava la scena da una passerella sopraelevata. Il piano operativo era molto semplice ogni ponte sarebbe stato spazzato da due compagnie, una in linea a bonificare il fronte d'avanzata e una scaglionata in profondità a eliminare eventuali superstiti e tentativi di rientro dagli altri ponti. Le compagnie che ora stavano per bonificare il ponte 16, una volta ricevuto il segnale dai commilitoni che il ponte 15 fosse stato a sua volta ripulito, sarebbero salite al ponte 14 e così via.
Ad ogni nuovo ponte le due compagnie si sarebbero alternate nei ruoli.
"Come sempre, più semplice è il piano, meno cose possono andare storte" pensò Miral.
Gli ultimi MACO stavano ancora armandosi, ma le compagnie di Stoss e Bellevue erano al completo.
Stoss alzò la testa verso la passerella e colse il cenno di Miral.
Portò il pugno al torace, e attese che l'andoriano rispondesse al saluto poi si volse a guardare i suoi assaltatori e diede l'attenti.
"Avete i vostri ordini. /Miralnu makrani/... avanti!"
La prima compagnia si mosse. Con la tranquilla scioltezza data da lunga pratica, nonostante le ingombranti tute protettive, gli uomini si divisero per plotoni, poi per squadre, e scomparvero dalle uscite della stiva.
A sua volta, il capitano Bellevue salutò e diede l'ordine, e la seconda compagnia seguì la prima nelle viscere della Thunder.
Miral osservò ancora per qualche attimo i ranghi delle altre due compagnie, poi si volse al sottufficiale al suo fianco.
"Andiamo, maresciallo. Si torna al comando ad aspettare notizie".


Infermeria

La porta si aprì con il solito soffio. Telok guardò con distacco la scena che gli si parava davanti. Bellatrix Laris giaceva in una pozza di sangue, che le intrideva anche tutto il davanti dell'uniforme, uscendo da una vasta ferita alla gola. Non lontano era disteso il corpo esanime del dottor Van Ladden, apparentemente intatto salvo per un filo di sangue uscito dalle orecchie. Appoggiato di schiena a un bioletto, con la testa ciondoloni, Gant respirava con un rumore raschiante.
L'uomo si accucciò vicino al sottufficiale.
"Che è successo, Gant?"
"Hhhhh... non so perché... con la statua l'agonizzatore non sembrava funzionare... hhhhhhhh... alla fine Van Ladden è crollato, ma mi aveva già spezzato il collo... hhhhhh... ammazzali tutti e due... hhhh"
Telok annuì fra sé, poi prese la testa di Gant fra le mani e diede una violenta torsione.
Aprì il comunicatore.
"Comandante T'Val, qui Telok."


Ponte 2, poco dopo

Con un'ultima occhiata, Seldon giudicò l'avvicinamento dei triboli che non si erano fermati a dilaniare gli addetti alla postazione tattica e a quella scientifica spintonò l'addetto alle comunicazioni oltre il varco, chiuse la porta stagna con una manata ai controlli e la bloccò in posizione di chiuso.
"Capitano, e adesso?" chiese sgomento il giovane guardiamarina.
Il deltano tacque per qualche istante, cercando un'alternativa che non si rivelasse ancora più disastrosa di come già non fosse la situazione.
Fu costretto ad ammettere che la perdita della plancia poteva essere la goccia che faceva traboccare il vaso.
Senza nemmeno rispondere, aprì il comunicatore.
"Seldon a Miral. Colonnello, mi riceve?"
^!^ Forte e chiaro, capitano. Le operazioni di bonifica della nave sono iniziate da pochi minuti, e conto di poterle restituire il controllo dei due ponti inferiori entro mezz'ora al massimo. ^!^
"Non è per quello che la chiamo. I triboli si sono infiltrati in plancia, e siamo stati costretti a ritirarci, È vitale che si riprenda subito il controllo!¨
^!^ Se posso chiedere... come mai tutta questa urgenza, Seldon? Nel giro di poche ore la nave sarà completamente ripulita da questi mostriciattoli."
"Questa zona di spazio è piena di distorsioni e rischi per la navigazione. Senza Aokawa o uno dei suoi ai controlli, rischiamo di andare a sbattere contro qualche anomalia spaziale o di sfiorare troppo da vicino qualche stella. Le chiedo formalmente di distaccare un reparto per assisterci nella riconquista della plancia."
^!^ Molto bene. Non ho reparti di cui poter fare a meno verrò io stesso col plotone comando. Dove la raggiungo?
"Ci siamo ritirati sul ponte 2, in direzione dell'osservatorio. Siamo rimasti in tre."
^!^ Tenete duro, arriviamo. Miral, chiudo.^!^