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ISS THUNDER - MISSIONE 03 RSS ISS THUNDER - Missione 03

03.04 " L'orlo del baratro "

di Ricardo Seldon, Pubblicato il 13-11-2014

ISS Thunder - 10/03/2283 - ore 1020

Alloggio del Tenente Comandante T'Val


I piccoli denti bianchi ed affilati, dai quali usciva una sorta di suono roco simile alle fusa feline, rilucevano nella stanza.
T'val indietreggiò lentamente mentre la mano destra raggiungeva con la stessa lentezza il pugnale che portava alla cintura.
Il suono roco emesso dalla palla di pelo crebbe d'intensità, mentre lo sguardo della vulcaniana fronteggiava quelle insolite fauci.
Il rantolo della creatura crebbe, assumendo sempre più le connotazioni di una sorta di ruggito.
T'Val si concesse un impercettibile segno del volto non appena le sue dita toccarono il freddo metallo del pugnale.
*Ora sono pronta*
Il tribolo, mosso da un'inaspettata energia, sembrò prendere alla sprovvista la vulcaniana, spiccando un salto verso il suo addome.
Con l'eleganza e l'agilità tipica della sua razza provò a schivare l'attacco di quell'essere peloso. I denti della creatura pur mancando il bersaglio designato, riuscirono ad andare a segno, graffiando il dorso della sua mano sinistra.
T'Val si girò verso il tribolo, incurante della ferita il tribolo atterrò su un tappeto, ruotò su sé stesso mostrando nuovamente i minacciosi denti.
Contemporaneamente un sibilo fendette l'aria ed il pugnale della vulcaniana si conficcò nella cavità orale dell'essere peloso, che restò inchiodato al tappeto emettendo un sinistro squittio.
Un liquido giallo-arancio e denso iniziò a fuoriuscire dal tribolo morto, mentre la vulcaniana si avvicinò al comunicatore .

^!^ T'Val a Laris ^!^

Silenzio

^!^ T'Val a Laris ^!^

Ancora silenzio.

T'Val portò quasi istintivamente la mano destra sul palmo della sinistra, rendendosi così conto di essere stata ferita dal tribolo.

^!^ T'Val a dottor Van Ladden ^!^

^!^ Comandante......^!^ fu la laconica risposta del medico
^!^ Dottore, venga nel mio alloggio e porti la sua attrezzatura medica. Vorrei che curasse una piccola ferita e che venisse a prendere un piccolo presente. ^!^

T'Val prese un tricorder. e lo avvicinò al tribolo.
Era effettivamente morto.
Guardò in terra e pensò : * Un vero peccato dover rinunciare ad un prezioso tappeto Bak'lara*



Laboratorio scientifico 2 - Contemporaneamente


Bellatrix indietreggiò istintivamente, andando a sbattere contro uno scaffale che cadde rumorosamente.
Era sola, irrimediabilmente sola.
La razionalità per un attimo sembrò nuovamente sommergere la paura sebbene non poté fare a meno di urlare ^!^ COMPUTER LUCI ^!^
Solo una parte della stanza si illuminò, mentre la figura umanoide ed i suoi occhi blu intenso tornavano a nascondersi nella parte del laboratorio rimasta in penombra.
Istintivamente la donna prese il pugnale.
"Chi c'è lì?"

Silenzio

"Vieni fuori."

Un rantolo sommesso fu la sola risposta che ottenne.
Gli occhi blu intenso tornarono a fissarla dalla penombra.
Un odore pungente di sudore e morte si diffuse nell'aria.
Le tempie le pulsavano all'impazzata. " Tenente Henderson?"
Si mosse con fare circospetto al limite della zona di luce. Tutti i suoi sensi erano all'erta. La tensione le fece sudare la mano che stringeva il pugnale tanto che ebbe la sensazione di perderlo. Strinse l'elsa con maggiore forza. Il cuore pulsava così forte che le sembrò volesse schizzare via dal suo corpo.
Rivoli di sudore le percorsero la schiena.
"Henderson?"
La luce nella stanza continuava a pulsare intermittente

Ancora un rantolo, questa volta più definito.
Il piede di Laris incontrò un ostacolo, istintivamente fece un balzo all'indietro poi armatasi di coraggio e cercando di adattare gli occhi alla penombra.

"LLLLAAAAARRRIIISSSSS"
il sibilo era intenso e le disturbò l'udito

"Henderson, IDIOTA! questo scherzo ti costerà caro!"

"LARRRIIIISSSSSSSSSSSSSS"
"Henderson, dopo che ti avrò rinchiuso personalmente nella camera agonizzatrice, mi divertirò a guardarti mentre la "statua" ti farà la visita di controllo"

"NONONONONO" Gli occhi azzurri abbandonarono la penombra, l'odore di sudore e morte aumentò e Laris si ritrovò davanti un essere umanoide dal corpo bluastro e peloso con dei brandelli di una divisa MACO .


Alloggio del comandante T'Val ore 1025

La "Statua", dopo aver medicato la vulcaniana, iniziò a prelevare campioni di sangue e pelle, nonché a registrare ogni parametro della donna.
L'aver trovato poi un tribolo morto per un colpo di un'arma bianca e senza che si fosse scisso, fece comparire nel volto del medico un ghigno di soddisfazione.
* Allora c'è un modo per evitare la loro partenogenesi. Potrebbe essere che il pugnale possa aver colpito un centro nervoso che presiede al comando di riproduzione* Si voltò verso la vulcaniana e disse :"Comandante, devo purtroppo requisirle il tappeto, anzi i tappeti.....- trattenendo a stento un mezzo ghigno beffardo - per fare delle analisi urgenti."
T'Val guardò in tralice il medico. Pur avendo vissuto a lungo a contatto con gli umani non ne comprendeva quello che loro chiamavano "senso dell'umorismo".
"Certamente dottore, il tappeto è suo, per ora....."
"Capisco che il tappeto abbia un valore non indifferente.....un bak'mara credo..."
"Bak'lara, dottore. Per fare un paragone, per noi vulcaniani un Bak'lara è come per voi terrestri un tappeto persiano."
Luther la guardò con il suo solito sguardo inespressivo
"Credo che lei mi debba un favore. Le permetterò di smacchiare il tappeto, potrà anche tenerlo se vuole, ma voglio conoscere gli esiti del processo di pulitura...Dottore".
"prego?"
"QUEL tappeto è mio, dottore. Non vorrei doverla denunciare per essersi appropriato di beni che non sono suoi... - T'Val andò verso il replicatore e chiese una tazza di the verde - D'altro canto, dottore se gli esiti della smacchiatura saranno soddisfacenti è opportuno che il legittimo proprietario sia il primo ad esserne informato"
Luther la sovrastò in silenzio, mentre la vulcaniana sorseggiava il suo the.
"Non potrò riavere inalterato ciò che è mio, ma sapere come si sia rovinato eviterebbe a lei le spiacevoli conseguenze di una segnalazione per una sbadata dimenticanza dei protocolli di sicurezza medica e della nave. Ci pensi bene."
"E' tutto molto chiaro, comandante."
Luther arrotolò il tappeto facendo attenzione a non toccare né il tribolo, né il fluido giallo e si avvicinò alla porta.
"Dottore?"
"Sì, comandante?"
"Posso riavere il mio pugnale?"
Luther, poggiò a terra il tappeto ed estrasse il pugnale. Pulì la lama su una frangia del Bak'lara e porse l'arma alla vulcaniana. Riavvolse il tribolo nel tappeto e guadagnò l'uscita.


Corridoio 4 ore 1040

Luther era pensieroso. Aveva bisogno di Laris per le analisi ma non poteva permettersi che lei giungesse per prima alle conclusioni..
Oppure sì....poteva lasciare che lei facesse il lavoro, soprattutto quello che comportava l'uso delle radiazioni e dei laboratori scientifici. Poi poteva ridurla al silenzio con qualche droga di sua esclusiva conoscenza, anche ucciderla se fosse stato necessario.
Sarebbe stato però un vero peccato avrebbe voluto anche farsela ma sapeva che era una donna troppo pericolosa, bastava accedere al so file personale per sapere come aveva liquidato il suo amato Fabien.....
La sua mente tornò ad analizzare le altre pedine dello scacchiere.
Non gli andava giù che quella strega vulcaniana pretendesse una sorta di prelazione sui suoi studi. Forse, se avesse rallentato la ricerca di un antidoto ai fluidi dei triboli, la strega, l'andoriano sanguinario e l'amichetta del capitano potevano subire delle spiacevoli conseguenze.
Tutto però doveva giocare a suo favore in un delicato e preciso gioco di incastri, per non essere accusato di aver deliberatamente provocato il fallimento della missione della nave.
Il capitano poi, sarebbe stato fatto fuori dallo stesso Klink o da uno scagnozzo dell'imperatore per non aver potuto soffocare la rivolta di Ptolomeus III.
Rimaneva la soldatina di piombo in stasi.....e per lei bastava spingere oltre il lecito le ricerche mediche per un antidoto: una vittima immolatasi per il bene della scienza e della gloria dell'Impero.
Sarebbe diventata un'eroina e magari le avrebbero perfino intestato una strada.
Si accorse che la sua mente stava correndo troppo in fretta quando passò di fronte al laboratorio 2.
La sua attenzione fu catturata dalla strana intermittenza del simbolo luminoso che indicava l'uso di radiazioni nella stanza.
Entrò nel laboratorio.


Stiva di carico 6 - ore 1020

Il capo di prima classe Gant entrò nella stiva. Si guardò intorno e si avvicinò ad un contenitore metallico.
Lo aprì e lo richiuse.
"Ma dove cazzo hanno messo i bulbi di Lopra?"
Aprì e richiuse lo stesso contenitore per altre due volte.
Si sedette in terra.
Era il segnale.
Due figure si avvicinarono, attivando un dispositivo simile ad uno stilo sormontato da alcuni led."
"Il disturbatore è attivo Gant. Parla pure"
"Il piano sta andando avanti secondo le nostre aspettative. Ho disattivato la registrazione che aveva programmato la "Statua" durante il suo esperimento.
Ho bombardato con raggi gamma le teche con il sodio metallico ed il cobalto. Per sviare le indagini ho bucato la teca che conteneva il tribolo con l'acciaio liquido e quello che era stato ricoperto di anidride carbonica solida, distruggendone i relativi contenuti."
"Aver trovato quegli appunti del dottor Palox è stato un vero colpo di fortuna" disse Zoran
"Chi avrebbe mai detto che la salvezza del nostro amato Ptolomeus III e della nostra causa arrivasse da uno scienziato imperiale considerato folle ed esiliato?" aggiunse Gant
"Non dobbiamo cantare subito vittoria - disse Telok - piuttosto dobbiamo ancora evitare di esporci. Rallentare la marcia della nave, permetterà ai nostri compatrioti di organizzare la resistenza contro l'Impero"
"Certo che mettere quasi sotto il naso del medico quei triboli durante la ricognizione sull'ultimo pianeta visitato è stato un colpo di genio" aggiunse Gant.
"Quanti triboli in stasi ci sono rimasti, Gant?"
"Altri cinque, Telok"
"Le scorte di antidoto?"
"Sufficienti per noi tre"
"Va bene. io mando il messaggio ai nostri compatrioti voi uscite da qui ma non assieme. Non dobbiamo dare nell'occhio."
"Va bene Zoran"
"Ptolomeus Libero!"
"Ptolomeus libero" fecero eco gli altri due.