03.06 " In due staffe "
di Luther Van Ladden, Pubblicato il 13-11-2014
Ufficio del Capitano - Ore 12.25
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Ricardo stava palleggiando da una mano all'altra una unità di memoria
quando Laris entrò nel suo ufficio.
La donna si fermò davanti alla scrivania di Seldon con la consueta protervia.
"Mi ha fatto chiamare capitano?"
Il tono era sferzante come una frusta e a Ricardo l'immagine di lei
che la faceva schioccare provocò un breve sorriso.
Infastidita dall'espressione del capitano Laris sbottò.
"Sono molto impegnata con le analisi scientifiche...."
Seldon si alzò di scatto, con la mano sinistra chiusa attorno al chip
e con la destra serrata sotto un indice spianato come una canna di
fucile.
"NON SI AZZARDI AD USATE QUESTO TONO CON ME! LEI E' UN MIO SOTTOPOSTO,
SE NE RICORDI.!!"
La Bellatrix, investita da questa furente ondata di aggressività quasi
fece un passo indietro.
Così come si era alterato altrettanto velocemente Ricardo tornò ad un
tono più suadente.
Fece il giro della scrivania e si avvicinò a lei.
Aprì la mano sinistra e prese fra le dita l'unità di memoria,
portandola vicino al viso di Laris e facendola ondeggiare di fronte ai
suoi occhi.
"Credo che lei immagini che informazioni ci sono trascritte qui..."
Laris ne era certa. Doveva avere quelle registrazioni se voleva
sentirsi completamente libera.
"Ho un presentimento capitano.."
"Immagina bene....le vuole?
Laris stette zitta.
Seldon proseguì.
"Certo che le vuole, la mia è una domanda retorica, decisamente..."
Poi la fece sparire nel proprio pugno con il gesto di un
prestigiatore e le fece vedere le mai aperte e vuote.
La Bellatrix non mutò espressione e prima di parlare diede tutto il
tempo a Seldon di tornare dietro la scrivania.
Poi disse:
"E cosa dovrei fare io, capitano?"
"Niente di che....mi basta la sua assicurazione che ogni novità che
fuoriesce dal laboratorio di Van Ladden passi prima da me...e NESSUN
altro..." intesi?"
Laris fece un breve cenno di assenso.
Ricardo sorrise sardonico e lanciò l'unità di memoria a Laris, che la
prese al volo con uno scatto rapidissimo del braccio.
Come una frustata.
Sezione medica nello stesso momento
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Luther fece lentamente il giro della sezione medica, soffermandosi ora
in un angolo ora nell'altro,
come un grosso animale che marchiava il suo territorio.
*Questo luogo è mio...ho faticato troppo per averlo...non lo perderò.*
Si sedette alla sua scrivania e li rimase con una espressione
apparentemente vuota.
Sistemò tutti gli oggetti della scrivania affinché fossero tutti
perfettamente disposti e allineati con i margini della sua postazione,
paralleli alla sua attuale esigenza di ordine....di UN ordine preciso
delle cose.
Poi iniziò a tamburellare le dita sulla scrivania.
L'infermiera Lassiter stava smontando dal turno in quel momento.
Vide Van Ladden seduto alla sua postazione con una espressione fissa.
A guardarlo con più attenzione però si capiva che era percorso da una
animata riflessione interiore.
Certi suoi tratti vibravano leggermente. Lei fece a meno di chiedergli
se andava tutto bene...aveva troppa paura di lui.
Ad un certo punto vide Luther piegare un angolo della bocca in un
sorriso beffardo. Decise che era giunto il momento di andarsene e di
disinteressarsi definitivamente della cosa.
*La statua...figlio di papà...raccomandato...*
Altre volte si era trovato in mezzo ai guai, circondato dalla
convinzione che oltre all'appoggio del padre non avesse strumenti per
farsi strada in quel mondo che decisamente non era per deboli.
Chiunque in passato si era mosso basandosi su questa convinzione aveva
pagato cara questa valutazione leggera e superficiale.
Nella solitudine del suo studio iniziò a giocherellare con uno dei
suoi bisturi antichi.
*Sei nella merda ragazzone*
*Lasciami in pace*
*Guarda che lo so, e so anche che puoi ricacciarmi via quando
vuoi....quella dannata cosa che hai in testa ti permette di mandarmi via
a tuo piacimento...*
* E allora? *
*E allora se mi lasci parlare è perché hai bisogno di me...ragazzone...*
*...Continua...*
*Tu hai bisogno della mia creatività...della mia capacità di
improvvisare. Non sei così bravo in queste cose e la capacità
analitica di cui sei così dotato non ti serve a niente in questo
momento...*
*Credi che non ti conosca? Lo so che vuoi qualcosa in cambio...*
*Voglio solo divertirmi un po' insieme a te....Quaggiù può essere molto buio...*
*E quindi...?*
*Cerca di coinvolgermi di più nella tua scarna vita sessuale...vedrai
che ti divertirai di più anche tu se segui qualche mio
suggerimento...gli strumenti per diventare popolare li hai...*
*Non ho bisogno di un atteggiamento epicureo in questo momento*
* E invece si cocco...anche di questo...ma soprattutto di capire chi può
essere un alleato e di chi ti ha messo nella merda...e quest'ultimo lo
faremo pagare come sappiamo*
Nel silenzio del suo ufficio Luther poggiò il bisturi con un gesto lento .
"E allora divertiamoci"
Sorrideva.
Corridoi della nave ore 13.00
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Laris procedeva con passo deciso ma misurato verso la sezione medica,
quando incrociò una infermiera che da li era appena uscita.
Era impaurita.
Van Ladden suscitava timore...ma terrore.. Era successo qualcosa di sicuro...
Non modificò la velocità del proprio passo ma di sicuro era
leggermente incuriosita....paura non ne provava...sapeva mantenere il
controllo in qualsiasi frangente. Era lei che comandava.
Entrò nell'infermeria come se ne fosse la padrona ma non poté fare a
meno di avere un impercettibile momento di stupore.
Il dottor Van Ladden era seduto su di un lettino e la guardava
sorridendo come un monello che meditava uno scherzo feroce, facendo
ondeggiare le gambe.
"Comandante! Che piacere rivederla..."
Saltò giu dal lettino con una sorprendente leggerezza.
Laris lo guardò di taglio e diede parola ad una strana percezione.
"Dottore...ma in quanti siamo in questa stanza?"
Luther fece un paio di passi avanti, tenendo le braccia incrociate
dietro il corpo.
Si fermò ad un metro da lei.
Poi, girandole attorno come uno squalo iniziò a parlare con una voce,
contrariamente al solito, estremamente espressiva.
"Comandante....lei non lo sa ma ha scoperto una cosa interessante sui
nostri amici pelosi!"
Laris evitò di seguire il suo girare in cerchio e si avviò verso la
postazione di Luther, sedendosi spavaldamente al suo posto.
*Troppo diverso dal solito....ma con chi sto parlando...?*
"Sentiamo, dottore...cosa avrei scoperto?"
Luther si avvicinò alla scrivania...leggermente spostato a lato.
"Il suo comportamento con Henderson è stato rivelatorio....La decisione
e lo sprezzo con cui lo ha investito con i ragi gamma avevano qualcosa
di personale...."
Laris segiuitò a guardare Luther tra l'incuriosito e l'infastidito.
"Continui..."
"Il nostro peluche blu la ha prima ancora seguita come un cucciolo sin
qui..Per poi accettare di essere massacrato di radiazioni."
Luther incrociò le braccia sul petto possente.
"Non mi interessa che tipo di rapporto ci sia fra lei e quel che resta
di Henderson...non rientra nei miei gusti....a me piace stare sopra.."
disse chinandosi leggermente verso di lei con un sorriso, facendosi
poi improvvisamente serio ."Ma quel che è certo è che la mutazione non
cancella precedenti condizionamenti, e quindi la struttura celebrale
viene toccata in modo marginale...almeno non tanto da cancellare l'io
cosciente."
Laris ebbe un sussulto.
Era vero.
I suoi occhi per qualche momento si spostarono verso un orizzonte
scientifico nuovo.
Poi riportò la sua attenzione su Luther e rimase intrappolata dai suoi
occhi puntati su di lei, immobili, gelidi ma insieme traboccanti di
pulsioni incontrollate.
"La voce della Bellatrix si fece improvvisamente calma...vellutata.
"Lei ha in mente qualcosa, Luther."
Van Ladden si concesse di far scivolare il suo sguardo si di lei senza
nasconderlo troppo.
"Ho in mente molte cose , comandante..."
Laris si alzò e camminò lentamente verso Van Ladden, fermandosi ad una
distanza tale che lui poteva sentire il leggero tepore del respiro di
lei.
"E quindi Luther...cosa desidera?"
Luther la guardò torreggiante.
"La cosa che meno desidero rispetto alle altre, ma di cui c'è maggior
urgenza, è una valutazione dell'ecosistema di cui sono originari quei
portacipria ambulanti."
Laris sorrise, come se si fosse figurata le altre priorità della <
>..
In fin dei conti Van Ladden sembrava dovesse essere meno freddo di
quel che si credeva, in situazioni meno istituzionali. Almeno una
parte di lui...una parte molto nascosta.
E autonoma.
Esterno della sezione medica ore 13:10
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Laris era appena uscita.
*Non avremo esagerato? Quella strega empatica ha capito qualcosa*
*Che pensi quello che vuole...*
*Gia...e se si fa troppo curiosa...beh gli incidenti accadono, e
successivi interventi....e...*
*Si...quante volte lo ho detto...*
"L'intervento è perfettamente riuscito, ma il paziente sfortunatamente è morto."
Luther scosse la testa con un sorriso, poi, con calma metodica iniziò
a lavorare. I monitor della sua postazione furono ben presto tutti
accesi, e a loro volta suddivisi in tutta una serie di raffigurazioni
di referti, dati, progressioni di crescita, mappe gnomiche.
*Qualcosa mi dice che qui ho tutto quello che serve per capire....*
*Lo credo anche io ragazzone...quel che ti manca è un pensiero
divergente....poi il processo logico lo farai tu.*
Lo sguardo di Luther abbracciò tutte le informazioni che aveva
davanti... sconcertato dalla loro incoerenza.
*prima che tu mi ricacci nel fondo della tua coscienza domandati....e se
tu dovessi creare una macchina da guerra biologica partendo da questi
tesserini, come faresti?*
Poi Luther rimase davvero solo, con l'intuizione di un approccio
diverso al problema.
Sezione medica ore 13:20
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Alejana entrò con la solita spavalderia nell'ambulatorio medico,
guardò di taglio l'unica infermiera presente e le ordinò con un cenno
inequivocabile di uscire. Poi rivolse la sua attenzione a Luther, che
nel frattempo aveva assistito alla scena quasi divertito.
Alejana però non aveva tempo e voglia di badare a questi dettagli. Si
mise davanti al dottore e lo guardò fisso.
" Lei mi deve garantire che nulla di quel che diremo adesso uscirà
dall'infermeria."
Luther la guardò con aria incuriosita.
Poi fece un cenno di assenso, forse mosso più che altro dalla curiosità .
Alejana si spogliò senza la minima incertezza e senza il minimo pudore.
Forse l'uomo non era sensibile a quella visione ma il dottore fu
attratto immediatamente da un altro particolare.
" Davvero interessante.... quindi chiunque sia stato ferito da quelle
creature subisce la contaminazione di materiale biologico alieno. Ma
la cosa davvero interessante è che lei, comandante, è stata la prima
ad essere contaminata eppure lo sviluppo della contaminazione è molto
più lento.
Lei replicò stizzita
" Mi fa piacere notare il suo interesse scientifico ma quello che mi
preme è sapere che ne sarà di me, se lei può darmi una tempistica
entro cui la trasformazione inizierà a essere incontrollabile.
Luther avvicinò un tricorder medico alla protuberanza che deturpava la
gamba dellaKing.
" Difficile dirlo, più lentamente che ad altri sicuramente, ma la cosa
davvero importante è che forse lei mi può offrire dati importanti su
tutta questa faccenda."
Alejana lo guardò con aria interrogativa ed infastidita, forse dal
tono troppo ironico del dottore.
Luther iniziò a parlare quasi più rivolto a se stesso.
" Dunque quale è la differenza principale dal punto di vista
fisiologico tra una Orioniana rispetto ad un umano?"
Sezione medica ore 13:50
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La capo infermiera Sanderson rientrò non appena la King, che poco
prima l'aveva cacciata, uscì si dedicò per un po' a tutte le
operazioni di routine dell'ingresso in servizio.... Controllo del
settaggio degli strumenti, verifica della fornitura di farmaci dal
deposito....Si dedicò con solerzia al suo nuovo incarico. Ora però
sembrava tutto così instabile, la fortuna del dottor Van Ladden pareva
aver voltato la faccia altrove
Non era passato poi tanto da quando lo aveva visto insediarsi al posto
di Bouvier...da quando lo aveva medicato da quella coltellata... da quando
aveva toccato quel corpo incapace di provare dolore.
Quante volte si era domandata, sola nel suo alloggio, se era solo
insensibile al dolore ...o ad altro.
Scosse la testa come a scacciare un torpore, attraversata dal pensiero
che in fin dei conti le sarebbe spiaciuto non vederlo più nella
sezione medica.
Lo guardò.
Era seduto alla sua postazione, probabilmente da un po'. Era diverso
dal solito però.
Esibiva un sorriso beato...come di chi guarda il puzzle che aveva completato.
Poi improvvisamente il dottore levò lo sguardo dai suoi studi per
fissarla sorridente.
Ellen si sentì lo sguardo di Luther addosso mentre questi si alzava e
veniva lentamente verso di lei.
Rimase immobile tenendo stretta asl petto il diario di giornata, come
se potesse proteggerla dal suo sguardo.
Sentiva che lui soppesava ogni dettaglio del suo corpo.
Le gambe ben tornite, i fianchi e il petto generosi, la vita stretta
le spalle morbide e proporzionate.
Avvampò in viso con il cuore che accelerava. E lui lo aveva notato.
Le arrivò vicinissimo, incombente.
"Miss Sanderson.....Ellen...Non ho ancora avuto modo di manifestarle la
mia soddisfazione per il suo modo di lavorare.."
Lei sorrise ma non riuscì a mascherare un tremore nella voce.
"Cerco solo di far bene il mio dovere dottore.."
Luther le fece scivolare la mano lungo il braccio fino alla spalla,
poi verso il collo e infine sulle gote.
Lei deglutì, percorsa da un brivido che non comprendeva.
Improvvisamente lui le mise la mano dietro la nuca e la baciò quasi
con brutalità.
Ellen si sentì le gambe tremare, ma un istinto quasi animale la portò
a cercare la sua pelle sotto la blusa della divisa, per poi
aggrapparsi alle sue spalle e piantargli unghie in quella schiena
nodosa percorsa da cicatrici.
Lui senza staccare le labbra da lei le mise le mani sulle natiche e la
sollevò da terra come un fuscello per poi portarla contro una
paratia. Sentì le sue gambe che lo cingevano con forza e tolse una
mano dai glutei per iniziare a frugare sotto la divisa. Lei mugolò
constatando che lui fosse insensibile solamente al dolore...e non ad
altro.
Sezione medica nello ore 14:30
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La sanderson se ne era appena andata e c'era del lavoro da fare prima
che la trappola venisse posizionata.
Un particolare gioco di luci restituì a Luther la sua immagine
riflessa su uno dei monitor della sua postazione.
Gli parve muovesse le labbra in autonomia.
*Grazie ragazzone di avermela fatta spassare un po' anche a me...*
*Cosa vuoi?*
*Lo sai che io salto fuori solo se tu lo vuoi...Lo sapevo che le donne
ti apprezzano in fondo...Vedi? Un paio di miei consigli....L'infermierina
gridava come un'ossessa.*
*lasciami in pace*
*Bella idea quella di usarla per raccogliere informazioni...ma se poi è
lei a tradire te?*
*Non lo farà*
*E come fai ad essere così sicuro?*
*Lei ha paura di me. Sa che se mi tradisce la schiaccio, e sa che non
è una metafora.*
*Bravo ragazzone...sono fiero di te!*
*Vattene*
*Comandi tu...ragazzone...*
Luther rimase solo, davanti al monitor. Non distingueva più il suo riflesso.
Ufficio del capitano stesso momento
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Ricardo annuì.
"Quindi forse davvero la statua non centra niente..."
Laris incrociò le braccia davanti a sé.
"Credo di si...anche se questo non lo esclude dall'aver calpestato ogni
norma e procedura per l'imbarco di materiale biologico estraneo "
"Questo è un elemento su cui indagherò personalmente"
Tagliò corto il capitano.
Lei constatò con un'alzata di spalle la possibilità che Seldon teneva
per sé. Quella di scaricare Van Ladden o di salvarlo.
Ricardo assunse un 'aria pensierosa.
"Quindi ricapitolando l'indizio che ci si trovi di fronte ad una
azione di sabotaggio deliberata è il comportamento di quella specie
nel suo ecosistema."
"Si, la loro forma di difesa come specie non è quella che stiamo
affrontando a bordo, ovvero l'iperaggressività e una mutazione
ultravoloce, ma la capacità di nascere sostanzialmente gia gravidi."
"ma non sarebbe possibile che i balocchi di Van Laden, sottoposti ai
suoi esperimenti abbiano sviluppato una risposta genetica che si è
espressa attraverso una mutazione?"
Laris scosse la testa con decisione.
"Una specie che basa il suo successo sulla riproduzione massiva? No,
lo escludo, e tanto meno in una sola generazione."
Il capitano alzò gli occhi verso di lei.
"Quindi Van Ladden sembra aver trovato la strada giusta..."
"Forse...o forse si sta confezionando un alibi er il fallimento della
missione verso Ptolomeus"
"Capire questo è affar mio, comandante, lei si preoccupi solo di
aggiornarmi sui progressi di Van Ladden"
"Sei lui mi rende partecipe dei suoi progressi..."
"Non mi pare che a lei manchino i mezzi per convincerlo....vero?"
Laris sorrise tagliente.
Ufficio del commissario politico ore 14:45
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T'Val stava esaminando ancora una volta il profilo del dottor Van
Ladden. Non perché non lo conoscesse, ma perché i curriculum degli
ufficiali erano sempre letture utili. Ogni volta saltava fuori qualche
dettaglio utile, sfumature a volte, altre volte elementi
insignificanti in altri contesti ma importanti in certi precisi
momenti.
È anche in quel caso era stato così.
Si alzò dalla scrivania e si avvicinò alla sedia destinata ai suoi
interlocutori, la distanziò leggermente dal tavolo e la abbassò. Poi
ritornò alla sua sedia.
Aspettò immobile per un paio di minuti, poi l'ospite che stava
aspettando l'arrivo.
La sagoma di Luther occupò tutta la sagoma della porta.
" Buongiorno comandante, la ringrazio di avermi ricevuto con un così
breve preavviso."
" si accomodi, dottore."
T'Val si accorse subito che c'era qualcosa di diverso nella abituale
maschera di pietra che Van Ladden in genere indossava. Non lo diede
però a vedere, celata dietro la propria espressione al tempo stesso
istante e indagatrice.
Luther si sedette, rendendosi conto subito che la sedia era stata
abbassata per farsi era seduto risultasse alto quanto l'ufficiale
politico che aveva di fronte.
Sorrise.
" Come sta il mio tappeto, dottore?"
" per ora è ancora uno dei protagonisti delle ricerche."
" E quindi, dottore?"
"E quindi appena avrò dei risultati conclusivi riferirò a tutti gli
ufficiali, lei compresa."
" Comandante, lei è in una posizione estremamente difficile, tale che
potrebbe essere addirittura accusato di sabotaggio e di essere un
fiancheggiatore dei ribelli."
Van Ladden non diede segno alcuna preoccupazione a questa stoccata.
Sembrava anzi divertito da queste schermaglie iniziali.
Di suo la vulcaniana non pareva minimamente infastidita
dall'espressione beffarda del suo interlocutore.
" La sua posizione e traballante e basterebbe una spinta nel verso
sbagliato e lei precipiterebbe nel baratro dell'infamia, facile
bersaglio per le vendette di una buona metà dell'equipaggio."
" quindi mi ci vorrebbe una spintarella nel verso giusto..."
T'Val era incuriosita dall'atteggiamento del dottore. La mobilità del
viso era molto maggiore del solito, scherzava e manifestava un
atteggiamento maggiormente empatico, ma anche meno stabile.
" Sarò chiara... i casi sono due: o lei è una astuta spia o uno
scienziato animato dall'ambizione ma assolutamente e colposamente
irrispettoso dei regolamenti imperiali. Nella seconda ipotesi la sua
idea di lavorare ad un'arma biologica di nuova concezione potrebbe
essere interessante, dico potrebbe perché un'arma incontrollabile è
inutile..
Van Ladden si appoggiò allo schienale della sedia portando le braccia
distese all'indietro e stiracchiandosi.
" La sua è un'analisi lucida e inoppugnabile, comandante...."
Improvvisamente Luther si protese in avanti poggiando le mani sui
braccioli e avvicinando il suo viso a T'val.
" Rimane da capire cosa vuole lei da me e cosa è disposta a darmi in cambio.
L'ufficiale politico non si scompone minimamente, senza distogliere lo
sguardo da Luther.
" Desidero essere aggiornata sui progressi delle sue ricerche prima di
quelli che hanno già fatto questa richiesta, che so non essere pochi"
" Noto con piacere che la mia idea è molto popolare e che nessuno
sembra voler lasciare intentata questa possibilità."
La vulcaniana lo gelò.
" Lei è ancora come si suol dire <>, dottore.... anche se le
sue indagini avessero successo potrebbe non cavarsela comunque. A lei
serve benevolenza nei confronti del suo atteggiamento rispetto alle
procedure corrette. Anche l'essere animato da nobili scopi potrebbe
non bastare a salvare la sua carriera, e forse la sua vita."
Luther sorrise.
" La benevolenza ma posso ottenere anche altrove, speravo che una
persona così addentro alle politiche dell'impero potesse avere
qualcosa di più da offrirmi."
T'Lani stette zitta per qualche istante. Poi senza mutare espressione
disse poche parole.
"Ezekiel Palox, dottore, e ora sta a lei. Faccia bene le sue scelte."
Luther per la prima volta rimase senza parole. Poi sorrise e senza
dire una parola se ne andò.
Corridoi della nave ore 15:00
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Miral era furibondo.non aveva neanche tolto la tuta d'assalto. Stava
andando a passi veloci, quasi rabbiosi, verso l'infermeria. Entrò a
passo di carica. Luther non fece quasi in tempo a girarsi che se lo
ritrovò vicinissimo al viso e con il volto contratto dall'odio.
" Brutto bastardo figlio papà!"
Non urlava ma se possibile le parole che gli uscivano sibilanti dalla
bocca avevano un effetto anche maggiore.
" Da quando sei arrivato ci hai causato solamente guai ed ora stai qui
a baloccarti mentre i miei uomini combattono, mentre i miei uomini
muoiono!"
Su queste ultime parole. Il braccio ad indicare la camera di stasi in
cui giaceva Polyamnia.
Luther non si scompone e si limitò a guardare il colonnello con aria
inespressiva.
" Presumo che lei sia qui per verificare l'andamento delle ricerche. E
forse anche per verificare le condizioni della sua sottoposta."
A Miral parve di cogliere una nota ironica nella parola sottoposta ma
non ci bado.
Incrocio le braccia di fronte a sé assunse un'aria di sfida.
" Allora sentiamo, cosa ha da dirmi, dottore?"
" La paziente è stabile. La camera di stasi sembra essere in grado di
contenere lo sviluppo del materiale biologico alieno, sia dal corpo
della sua sottoposta sia da altri reperti, sono riuscito a sviluppare
dei parametri che possono essere inseriti nei vostri rilevatori per
permettervi di non andare a caccia alla cieca."
Dicendo questo Lutehr gli porse una unità di memoria.
Miral gliela tolse di mano con un gesto violento e lo guardò dritto negli occhi.
" La prossima volta che tornerò qui non sarò così accomodante Dottore,
desidero avere al più presto dei risultati e non solo parametri
biologici."
" Torni pure quando vuole colonnello, la vedo sempre con piacere"
Miral era troppo su di giri per notare il breve sorriso di Luther.
Stava comunque già pensando a come organizzare le squadre per la
battuta di caccia. Ora che potevano vedere i movimenti di quelle
creature sui sensori sarebbe stata più semplice.
Anche se sapeva che potevano solo contenere quelle creature in quel
modo, certo non eliminarle
Corridoi prospicenti alla sezione ingegneria 15:10
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Ellen Sanderson, dopo essere passata nel suo alloggio a risistemarsi
andava verso la sezione tecnica.
Era ancora scossa...Luther era stato come una tempesta. La aveva
travolta, presa e trascinata in un vortice, tanto violento da togliere
il fiato. Non aveva mai provato questa sensazione di pericolo e
piacere insieme.
Si toccò istintivamente un fianco...le doleva...Un rossore le salì in viso
*Sciocca! Non è il momento di abbandonarsi a queste sensazioni, devo
essere brava...ho azzardato una volta a seguire Van Ladden...Lo farò
ancora.*
Tirò il fiato e dentro da dove le era stato detto di andare.
Come previsto Gant era lì.
Lui alzò la testa dal suo lavoro con l'espressione un po' stupita ma
lei esibì subito la scusa che era stato detto di usare.
" Non voglio disturbare, ho solo bisogno di un posto dove stare in cui
la statua non mi trovi."
Lui sorride complice.
" È insopportabile, vero?"
" E' un mostro, spero qualcuno gli faccia pagare il conto uno di
questi giorni. Se avessi saputo cosa significava essere la sua capo
infermiera non avrei accettato la sua proposta."
La Sanderson riuscì a mostrare un brivido da attrice consumata.
Gant annuì.
"Beh, con il guaio in cui si è cacciato non credo che la passerà
liscia. Pare ci sia la fila per fargliela pagare."
Ellen si avvicinò con aria distratta.
" Non saprei, quando sono uscita dall'infermeria andava dicendo che
aveva scoperto tutto e che avrebbe fatto venire gli ufficiali nella
sezione medica per dimostrare loro che aveva ragione, che i
responsabili erano altri."
"Davvero? Per me cerca di pararsi il culo..."
"No...lo ho visto molto convinto...peccato,...poteva essere una buona
opportunità per liberarsene..."
Improvvisamente sollevò la blusa mostrando un livido sul fianco appena
sotto il seno.
" Guarda cosa mi ha fatto....!"
Gant annuì mentre guardava forse di più il petto.
"Magari lo silurano lo stesso".
Disse carezzandole il fianco.
Lei sorrise lasciandolo fare finché, con tempismo perfetto, il suo
comunicatore né richiamo l'attenzione.
^I^ Sanderson, qui comandante Van Ladden, esco dalla sezione medica e
vado ai laboratori di poppa, mi raggiunga."
Lei si ricompose e sorrise a Gant .
" Devo andare, grazie ancora..... vienimi a trovare qualche volta!"
" Certo" disse lui.
Corridoio fuori della sezione ingegneria subito dopo
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Ellen sorrise. Appena fu abbastanza lontana azionò comunicatore.
"Dottore ho fatto come mi ha detto, la raggiungo in infermeria?"
^I^ No Ellen, si prenda pure un'oretta nel suo alloggio... resto io in
infermeria."
Sezione ingegneria nello stesso istante
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Gant pensò subito a quel che c'era da fare.Gli altri due contenitori
erano stati collocati, ora poteva definitivamente incastrare la
statua. Doveva agire in fretta, aveva non più di 20 minuti per entrare
in infermeria senza Van Ladden tra i piedi, come aveva fatto la prima
volta, cercare quelle prove e distruggerne.