USS Seatiger - Ponte 3 - Compartimento Supporto Vitale
09/07/2397 ore 01:38 - D.S. 74518.00
Fu la sfiducia di Carelli a salvarli.
Quando il Capitano Kenar lanciò l'ordine, lei lanciò un ì'occhiata verso Finn, come se si aspettasse che potesse combinare un qualche tipo di guaio.
Il Primo ufficiale si era solo portato le mani alle orecchie per proteggersi da un qualche tipo di esplosione, ma lei aveva comunque aspettato qualche secondo più del dovuto per accertarsi che con quel movimento non avesse spostato qualcosa o premuto qualche pulsante o fatto dio solo sa cosa per combinare un pasticcio.
Furono quei pochi secondi a permettere a Kenar di fermare tutto.
=^=Interrompete!=^= gridò con un misto di urgenza e confusione di chi ripete un ordine urgente ricevuto da un altro.
Il capo ingegnere sollevò la mano che stava toccando il pulsante di attivazione come se il detonatore fosse un serpente velenoso.
"Che succede?" chiese Tholos ansimando per lo spavento
=^=Tkar si è risvegliato all'improvviso e ci ha fermato, non so nient'altro=^= rispose Kenar =^=Carelli rimanga lì è in arrivo una squadra di sicurezza, voialtri tornate in plancia.=^=
"È finita? C'è stato il botto?" chiese Finn con il tono di voce bello alto e un occhio chiuso come si aspettasse un'esplosione a sorpresa.
"Niente esplosioni per ora. Il Capitano vi ha richiamati in plancia." sospirò Carelli ringraziando il cielo che Finn fosse lì e non altrove.
"Non lo faccia senza di me mi raccomando" esclamò Dewey seguendo l'andoriano verso il turbo ascensore.
*Diavolo sono troppo vecchia per questi accidenti...* borbottò il capo ingegnere appoggiandosi alla paratia e scivolando lentamente a terra.
USS Seatiger - Plancia
09/07/2397 ore 01:45 - D.S. 74518.01
"Cos'è successo signor Tkar?" chiese il Capitano facendo girare la poltrona verso il turbo ascensore che si apriva.
Finn, Tholos e Tkar entrarono insieme in plancia.
"Ho avuto un contatto con le creature. Erano a conoscenza del piano per usare l'impulso EM, a quanto pare percepiscono e vedono tutto quello che facciamo... hanno detto che l'impulso li avrebbe distrutti."
"Comprendo... quali sono le condizioni del Signor Queen?"
"Gravi signore, il signor Queen ha perso il controllo delle sue emozioni... forse non è grave essendo lui un mezzo vulcaniano, ma potrebbe comunque danneggiare seriamente la sua mente."
"È riuscito a capire qualcosa della situazione? Chi o cosa sono questi esseri?"
Tkar portò le mani dietro la schiena riflettendo bene prima di parlare.
"Uno. E' così si che si identificano ... deve essere una storta di mente alveare. Ho potuto distinguere tre individui che, sebbene parlassero della stessa cosa, lo facevano con parole differenti."
"Ha un qualche significato questo?" chiese il Capo della sicurezza avvicinandosi.
"Non posso dirlo con certezza, ma mi sono sembrati confusi. Certo può essere, perché non capiscono il fatto che noi siamo entità separate mentre loro sono una sola entità... ma è davvero così?"
"Ma se si definisce un'unità perché parla con tre voci? E per giunta, perché quelle voci usano parole differenti?" chiese Tholos.
"E se invece non fossero un'unica entità?" chiese il Consigliere tormentandosi il labbro inferiore.
USS Seatiger - Infermeria
09/07/2397 ore 01:50 - D.S. 74518.02
Jason era allo stremo, lo sentiva. Il suo 'Io' onirico sembrava ormai a pezzi, lo vedeva piangere e disperarsi, perdere ogni traccia di logica per abbandonarsi alla disperazione. Il suo 'Io' cosciente, invece, aveva finalmente trovato la forma di vita che li stava minacciando.
'Uno' aveva l'aspetto di una sfera d'acqua gorgogliante, sebbene fosse fatta di un qualche tipo di energia. Il liquido sembrava muoversi in maniera casuale, ma ogni tanto Jason vedeva come dei volti spingere contro la superficie, dopo un'attenta analisi, stando ben attento a non farsi rilevare, riuscì a percepire, più che vedere, un sottile filo che univa la bolla al suo corpo.
Era con quello che lo stavano controllando.
La mente di Jason, simile ad un fantasma, aggirava la bolla... un altro filo, sebbene molto più spesso di quello collegato a lui, sembrava trapassare la parete della nave e perdersi nello spazio.
Ebbe un'intuizione. Il rischio era a dir poco enorme, ma sembrava che niente avrebbe potuto spezzare il suo legame con l'essere.
*Non ci sono alternative logiche* disse a sé stesso.
*La mia mente nella tua mente...* iniziò a recitare mentre le sue dita virtuali toccavano il cordone che usciva verso l'esterno.
La sua coscienza uscì dalla nave trasportata dalla corrente di pensieri dell'entità. Sembrava o sembravano confusi, migliaia di pensieri che si accavallavano l'uno sull'altro. Curiosità, panico, sospetto... qualsiasi sentimento avesse un nome era presente in quei pensieri. Fu immediatamente chiaro a Jason che, per quanto si definissero Uno, non lo erano affatto.
Il viaggio fu istantaneo, anche se al mezzo vulcaniano sembrò un'eternità. Vide un pianeta avvicinarsi a velocità folle, un mondo verdeggiante pieno di rigogliose foreste quasi soffocanti per la loro vastità. Una città enorme, ma abbandonata da chissà quanto, sorgeva su un immenso sperone roccioso che dominava una valle completamente bruciata e ridotta in polvere. Il cielo era verde, la sua aria, dannosa per le razze federali era un qualche composto di cloro e altri acidi.
Riconobbe immediatamente il posto: era Seleka, il secondo pianeta del sistema Uros.
Aveva richiesto al Capitano di poter scendere sul pianeta per analizzare l'incredibile flora che sembrava sopravvivere all'atmosfera tossica, purtroppo non era stato possibile per l'inadeguatezza dei loro mezzi. Nemmeno una navetta avrebbe resistito. Quindi c'era vita in quel luogo, o almeno c'era stata.
Il filo di pensieri continuava a trascinarlo verso la città attraverso vicoli e enormi strade, attraverso palazzi e semplici case. Tutto era ridotto in polvere, nessun mobilio aveva resistito alla devastazione del tempo... ovunque c'era solo polvere intervallata da qualche muro che ancora resisteva dopo secoli.
All'improvviso, il filo argenteo che stava seguendo parve tuffarsi in un'immensa voragine di origine artificiale. Sulla sua sommità doveva esserci stato un qualche congegno, ma ormai era sparito anche lui.
Il profondo canale proseguì per qualche momento e, quando raggiunse il fondo, Jason vide un enorme cristallo perfettamente tagliato come un brillante, dove migliaia di facce rilucevano sebbene fosse troppo in profondità per ricevere la luce del sole.
L'ufficiale scientifico della Seatiger permise a sé stesso di provare curiosità, anche se era certo che quel forte sentimento fosse causato dalla sua parte sofferente. Seguì il filo dentro la pietra e si trovò oltre, il filo d'argento uscendo dal cristallo si era diviso in migliaia, forse milioni di filamenti più piccoli.
La caverna era enorme. Sebbene il buio fosse totale, sembrava riuscire a vedere chiaramente grazie ai filamenti argentati che inondavano tutto.
C'erano milioni di capsule, tutte accuratamente sigillate, disperse su terreno e pareti, sul soffitto e sulle grandi stalattiti e stalagmiti che unendosi reggevano l'immensa volta. Ovunque Jason si voltasse vedeva capsule ... e comprese.
Si spostò seguendo il filo più massiccio che pareva essere composto da tre fili intrecciati insieme. Arrivò ad una zona meno densa di capsule... ce n'era una più grande, grande almeno per ospitare tre persone, il filo entrava dentro di essa senza smettere d'intrecciarsi.
Sulla capsula simile ad una grossa ghianda allungata, c'era un simbolo. Qualcosa che, sebbene con molta fantasia, poteva assomigliare ad una corona o poteva essere la forma del cristallo molto stilizzata, Jason non ne era sicuro.
Sbirciò all'interno.
I tre corpi all'interno parevano umanoidi e in buone condizioni, la loro pelle aveva un colore bruno simile a legno levigato e i capelli erano un misto di foglie e fili d'erba. Non sembravano respirare ma erano sicuramente coscienti.
Per un attimo le storie dei suoi nonni paterni parvero tornare dal suo non lontano passato, storie di elfi e fate, di gnomi e folletti... e di driadi.
Sebbene non avesse mai compreso la necessità dei nonni di raccontargli quelle storie fiabesche, era indubbio che rivedeva in quelle creature le mitiche figure delle creature dei boschi, esseri elementari in profonda simbiosi con la natura. Era quella l'antica popolazione del pianeta? Cos'era successo su quel mondo da spingere quella gente a chiudersi in quelle capsule ghianda e addormentarsi. Tornò a pensare alla grande valle devastata... la caduta di un grosso meteorite o una qualche deflagrazione provocata da una guerra? Chi poteva dirlo.
Una fitta di dolore trapassò la sua mente inconsistente spingendolo a portarsi le mani alla testa in agonia. Il dolore stava diventando insopportabile e lui doveva chiudere la questione o sarebbe finita.
C'era una sola cosa che potesse fare e la fece.
USS Seatiger - Plancia
09/07/2397 ore 02:20 - D.S. 74518.08
=^=Capitano!=^= la voce del Dottor Bruce fece sobbalzare più di una persona in plancia.
"Che succede?! Il Signor Jason è..." Kenar non ebbe il coraggio di terminare la frase.
=^=Sta bene! Si è svegliato anche se sta urlando! Chiede di Tkar... muovetevi non riesco a tenerlo!=^=
Come un sol uomo, il Capitano e il suo Ufficiale Tattico si lanciarono verso il turbo ascensore entrandoci letteralmente all'unisono e non appena le porta si riaprirono i due ripresero la loro corsa verso l'infermeria.
Quando le porte si aprirono, trovarono Jason che si dibatteva fra le braccia del dottore e di tre infermieri. Un'altra infermiera era a terra svenuta dall'urto contro la paratia dopo che Jason l'aveva spinta lontano da sé.
Il mezzo vulcaniano urlava, piangeva e colpiva chi era abbastanza folle da stargli vicino. La sua forza, sebbene inferiore a quella di un vulcaniano puro, era comunque superiore a quelli che cercavano di trattenerlo. A Tkar bastò una mano per spingere il suo corpo ad aderire nuovamente al biolettino e con l'altra appoggiò le dita nei punti di pressione adeguati per la fusione mentale.
Passò del tempo. Tkar, immobilizzato, sembrava sudare e lottare contro qualcosa. Il suo volto sempre impassibile adesso era tirato in un ringhio ferino.
Alla fine parve lentamente rilassarsi, il suo volto si rilassò e sul bioletto medico le luci smisero di lanciare grida di allarme. Quando Tkar staccò le dita dal viso di Jason, parve afflosciarsi dalla stanchezza ma Symon riuscì a prenderlo al volo prima che cadesse.
Jason sbatté le palpebre per poi socchiudere gli occhi a causa della forte luce della stanza.
"Bentornato Signor Queen..." disse Kenar avvicinandosi "Come si sente?"
"Molto male... ma sopravvivrò. Suppongo che le mie condizioni fossero estremamente gravi ..."
"Estremamente ... è un eufemismo! Era ad un passo dall'annullamento neurale... è tornato appena in tempo." esclamò il dottore senza smettere di verificare le condizioni dell'altro paziente.
"Lo immaginavo. Capitano sarebbe possibile tornare sul sistema Uros?" chiese Jason con un filo di voce.
"Stavamo già tornando verso quel sistema, ma lei perché vuole tornare lì? Signor Queen!" chiese Kenar preoccupato perché il suo ufficiale aveva perso di nuovo conoscenza.
"Inutile Capitano, è troppo sfinito per rimanere sveglio e non è in condizioni di sopportare degli stimolanti. Dobbiamo lasciarlo dormire e sperare che l'entità non lo catturi di nuovo." Symon scosse il capo guardando il mezzo vulcaniano che finalmente sembrava in pace.
"Non verrà attaccato." mormorò Tkar dal suo lettino senza sollevare la testa
"Ha letto qualcosa nella mente del Signor Queen?" chiese il trill spostando la sua attenzione sull'altro ufficiale.
"Difficile da spiegare e difficile esserne certi. Ero impegnato a rimettere insieme la psiche a pezzi del Signor Queen e quindi non ho potuto analizzare bene quello che ha visto, ma la nostra meta è il pianeta Seleka, lì avremo delle risposte. Adesso se volete scusarmi ho necessità di meditare."
"Vuole che l'aiuti ad arrivare al suo alloggio?" chiese il Capitano
"Normalmente direi di no, ma questa volta credo che accetterò il suo aiuto." rispose il vulcaniano alzandosi a fatica dal lettino e appoggiando un braccio sulla spalla del suo superiore.
I due si allontanarono barcollando e uscirono dall'infermeria.
USS Seatiger - Plancia
10/07/2397 ore 11:15 - D.S. 74521.83
"Siamo in orbita sopra Seleka signore." avvertì il timoniere di turno.
"Signor Tholos, inizi le rilevazioni: scopriamo se è cambiato qualcosa da quando siamo passati di qua due settimane fa."
"Sì, signore."
"Sembra un bel posto... ha un colore un po' monotono ma pare carino." borbottò Finn che già pregustava una vacanza.
"Se lo scordi Numero Uno, quel posto è mortale per gente come noi. Ci siamo già stati, non se lo ricorda?"
"Non ne sono sicuro, questi pianeti si assomigliano tutti." rispose lui con una scrollata di spalle.
"Ma nemmeno per idea! Comunque non li legge mai i rapporti?" chiese il Capitano sorridendo per l'assurda affermazione del collega.
"Certo signore, solo che sono un po' indietro..."
"Di quanto?"
"Data astrale 71894.98!" rispose Finn orgoglioso
"Ah... Eh?! Ma è quando siamo partiti con la Seatiger!" esclamò sorpreso Kenar
"Scrivete tutti un sacco!" si difese il Primo Ufficiale.
"Ma sta leggendo i rapporti di tutti i membri dell'equipaggio? Lo sa vero che basta il rapporto giornaliero che viene preparato dal computer di bordo..." il Capitano guardò il collega con sguardo scioccato
"E che invece di leggerli li può ascoltare..." aggiunse Tholos, scuotendo il capo
Finn aprì e richiuse la bocca un paio di volte come un pesce in stato confusionale. "Ah..." borbottò senza scomporsi più di tanto.
"Capitano le rilevazioni sono tali e quali quelle di due settimane fa" avvertì il capo operazioni cercando di cambiare discorso.
"Che ci siamo venuti a fare qua?" chiese Anena seduto alla sua postazione alla sinistra del Capitano.
"Non so che dire, Tkar sembrava convinto che avremmo trovato delle risposte. Se ci sono, io non ne vedo."
"Perché non guarda più da vicino." il turboascensore si era aperto e ne era uscito Queen seduto su una sedia a rotelle sospinta dal dottor Bruce e Tkar che invece sembrava perfettamente in forma.
"Sono felice di vedervi di nuovo in plancia, signori." disse il trill alzandosi.
"Grazie Capitano." Queen fece un semplice gesto del capo come ringraziamento "Permette? Signor Tholos, sarebbe così gentile da ingrandire a fattore 15? Latitudine 43° 53' nord e 11° 5' est" chiese dopo aver avuto un cenno di assenso da Kenar.
"Che cos'è? Una città?" chiese Finn scrutando sullo schermo "Non ne è rimasto molto."
"Credo che il motivo di tutto sia il cratere che potete vedere. Cosa dicono i sensori tenente?" Chiese Queen al suo sostituto alla console scientifica.
"Ha un'ampiezza di 2300 chilometri quadrati. Tracce di nickel e iridio... credo la potenza dell'esplosione sia stata fra i 10 e i 15 megatoni. Penso sia stata l'esplosione di un asteroide gassoso delle dimensioni comprese fra i 30 e i 60 metri di diametro."
"Ma non c'è nessun cratere." notò il medico capo
"Credo sia esploso prima di toccare terra... a circa otto chilometri di distanza dalla superficie, la resistenza dell'atmosfera e la sua composizione deve aver frantumato l'asteroide e l'energia cinetica derivante è stata trasformata in energia termica e..."
"Boom!" terminò per lui Finn.
"Ottima analisi Signor Xady." si complimentò Queen
"Quindi l'intera civiltà è stata spazzata via da quella esplosione..." sospirò Anna
"Adesso spostate la visuale più a est al centro della città. C'è un foro." continuò Queen "Signor Tholos per favore, ingrandimento fattore 30."
Il buco che sembrava enorme adesso pareva colossale.
"Che cos'è?" chiese Kenar affascinato
"Credo una sorta di bunker... osservate i bordi del foro."
All'inizio non videro niente, ma pian piano riuscirono a distinguere del movimento. Centinaia di creature verdi e marroni uscivano scalando la parete scoscesa.
Tholos ingrandì ancora di più fino a vedere chiaramente le strane creature.
"Sono degli umanoidi vegetali. Incredibile che riescano a resistere in quella atmosfera!" esclamò Symon
"Credo che siano esattamente come la vegetazione del pianeta, forse alberi divenuti senzienti." confermò Jason
"Cosa le è successo durante la sua... prigionia?" chiese Anena.
"È difficile da spiegare, le mie sono solo congetture e non sapremo mai la verità, ma da quello che ho capito questi esseri sapevano dell'arrivo dell'asteroide, ma non erano in grado di lasciare il pianeta o fermarlo prima che si schiantasse al suolo. L'unica cosa che potevano fare era immergersi nelle profondità della terra e aspettare che tutto finisse."
"Ma l'incidente deve essere accaduto almeno cinquecento anni fa." commentò il tenente Xady.
"Quando ho seguito la loro connessione telepatica li ho trovati chiusi in delle capsule di stasi, o qualcosa di simile. Alla fine di quell'enorme foro c'era un cristallo che probabilmente doveva servire a permettere alla loro coscienza di rimanere in contatto con la realtà e risvegliarsi non appena il pericolo fosse passato, ma durante la catastrofe il cristallo è caduto all'interno della fossa e si avvicinato troppo al loro luogo di riposo."
"Che genere di cristallo?" chiese Kenar
"Credo un qualche tipo di cristallo psicoattivo. Quando è caduto ha fuso insieme tutte le coscienze di quel popolo per questo credevano di essere una sola entità pur parlando come se fossero più persone e questa fusione li ha anche confusi. Quando ci siamo avvicinati al pianeta si sono infiltrati nell'astronave e per farlo, forse inconsciamente hanno distorto la loro concezione di tempo grazie all'energia congiunta di tutti quanti, per questo il Consigliere ha pensato che si nascondessero nel tempo più che nello spazio."
"Incredibile... non c'ho capito niente" affermò convinto Dewey "Quindi queste... verdure, ci hanno attaccato per pura curiosità!?"
"Non ci capivano, sono vegetali e in più confusi dal loro legame forzato."
"Come si è liberato Signor Queen?" chiese il Capitano affascinato dalla storia.
"Credo di aver disobbedito alla Prima Direttiva, signore... riceverà il mio rapporto per la corte marziale." commentò Queen senza scomporsi più di tanto.
"Non si preoccupi di quello adesso, si spieghi."
"Ho risvegliato i tre che sembravano essere il fulcro del legame psichico. Una piccola fitta di dolore indotta, niente di grave, ma abbastanza da risvegliarne la coscienza. Non appena quello che sembrava essere il capo di quel popolo, o il suo re, si è svegliato il legame è stato spezzato. Poi la mia coscienza è stata scagliata di nuovo nel mio corpo... poi sapete tutti quello che è successo."
"E credo che dovrà delle scuse al guardiamarina Selièn, quella povera ragazza! L'ha scagliata dall'altra parte della stanza, è un miracolo che non ci sia rimasta secca." borbottò il Dottor Bruce
"Vedrò di scusarmi il prima possibile." assentì Jason senza mostrare nessun espressività sul volto.
"Meglio una cena" si intromise Finn "Mai usare solo scuse con una donna, come minimo ci vuole una cena, soprattutto se quella donna potrebbe doverla rattoppare un giorno."
Tutti sorrisero e Queen parve riflettere sulla logica di quella affermazione.
USS Seatiger - Ponte 5 - Davanti alla sala ologrammi 1
12/07/2397 ore 23:29 - 74528.71
"Kenar a Dottor Bruce."
=^=Qui Symon...=^=
Kenar sospirò: non aveva aggiunto Signore, ma se lo aspettava.
"Credo sia arrivato il momento di parlare io e lei. Mi raggiunga sul ponte 5, per cortesia."
=^=Arrivo.=^=
Il Capitano sospirò di nuovo.
Passarono pochi minuti prima che il medico sbucasse da uno dei corridoi a passo di carica. Si era evidentemente caricato per tutto il tragitto fino alla sala ologrammi, sembrava pronto a dare battaglia.
"Perché qui?" chiese il medico un po' confuso.
"Se per lei non è un problema vorrei tenere la cosa in una veste più formale... mi sono fatto prestare dal signor Finn una delle sue simulazioni. Si tratta di qualcosa chiamato pub."
"Dannazione, so cos'è un pub, lo abbiamo inventato noi scozzesi! Cerca di rabbonirmi Capitano?" chiese acido il medico.
"Assolutamente, questo è il mio modo di chiedere scusa. Non sono pentito delle scelte da me fatte, ma capisco benissimo il suo punto di vista."
"Su questo ne dubito... vediamo questo pub, spero che servano del whiskey scozzese altrimenti la cosa si farà problematica per lei." ribatté Symon e Kenar sospirò rassegnato.
La porta si aprì, una simulazione era già attiva. I due ufficiali aprirono la bocca sorpresi.
Finn era lì, in piedi, nudo se non per un paio di slip attillati, stivali in pelle e un mantello svolazzante il tutto di un rosso brillante. Sulla testa portava un elmo che pareva di metallo con delle alette di carta incollate ai lati. Nella mano sollevata verso il cielo reggeva un martello da fabbro.
Il Primo Ufficiale fece rotare il martello due o tre volte e poi spiccò una corsa indecorosa con la pancia che sobbalzava come un budino.
Kenar premette il pulsante per richiudere le porte e far scendere un velo pietoso sulla scena.
I due uomini continuarono a guardare la porta chiusa per un po'.
Symon fu il primo a rompere il silenzio.
"Credo di aver bisogno di quel whiskey, ora più che mai..."
"Bar di prora?" chiese Kenar fissando ancora la porta
"Urgentemente." confermò l'umano
Un paio di minuti dopo alcuni guardiamarina di passaggio vicino al turbo ascensore, giurarono di aver udito il Medico Capo e il Capitano della Seatiger ridere come dei pazzi dentro l'ascensore diretto al bar.
*** SECLAR 8 ***
Filmato sicurezza Seatiger secretato su ordine del Capitano Kenar.