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DS16GAMMA - MISSIONE 25 RSS DS16GAMMA - Missione 25

25.05 "Il segreto di Wadi III"

di Durani della Casata di Kanjis, Pubblicato il 17-02-2021

USS Stormbreaker - plancia
20/11/2400 - ore 13:32


Al Comandante Th'Tharek non piaceva quell'attesa, ma non poteva partire all'inseguimento della USS Pontecorvo senza avere a bordo il proprio ingegnere capo e sapere se quel vecchio incrociatore leggero Klingon fosse utilizzabile o meno.
Non poteva stivare a bordo della USS Stormbreaker anche i prigionieri, in quanto non aveva abbastanza spazio e, per motivi pressoché simili, non poteva fidarsi a lasciare soltanto pochi uomini a presidio della K'Trallis alla deriva nello spazio.
Avrebbe potuto, senza dubbio, anche inviare un segnale di soccorso alla stazione spaziale e sicuramente l'Ambasciatore Rogal si sarebbe affrettato nel venire a recuperare quel vetusto classe K'T'Inga... ma ciò avrebbe comportato leggi Klingon e conseguenze Klingon.
Con ogni probabilità, questo voleva dire uccisione dei traditori ed invio della nave verso lo spazio dell'Impero, perdendo, in un colpo solo, testimoni o eventuali piste da seguire.
Il Capitano Aymane non glielo avrebbe mai perdonato e Rerin lo sapeva bene.
Ci poteva essere una quarta strada, ma, prima di percorrerla, voleva essere sicuro che avesse un senso anche solo pensare di intraprenderla e, per questo, aveva bisogno di capire in che stato esattamente versava la K'Trallis.
Già averla abbordata, senza perdite, era stata un'ottima azione, agevolata dal colpo a sorpresa inflitto ad un troppo convinto comandante avversario ed all'immediata azione di incursione degli uomini guidati dal Comandante Riccardi.
All'equipaggio di una classe Saber, che variava abitualmente da un minimo di quaranta membri ad un massimo di sessanta, su DS16 Gamma avevano imbarcato un'altra cinquantina di uomini delle sezioni tattica e sicurezza.
Era stati letteralmente stipati in una delle stive di carico e, in quelle condizioni, sicuramente non sarebbe stato per loro un viaggio di piacere, ma avevano in preventivo di abbordare la USS Pontecorvo e non conoscevano esattamente l'entità numerica dei loro avversari.
Tale precauzione, tuttavia, si era rivelata dannatamente utile per impossessarsi della nave Klingon.
Prima di lanciarsi all'abbordaggio, avevano fortunatamente constatato che la K'Trallis viaggiava con un equipaggio fortemente ridotto, ben al di sotto delle circa cinquecento unità abitualmente consigliate per una nave di quella classe.
Segno tangibile che, chiunque ne fosse proprietaria, la Casata o il gruppo di mercenari in questione, non viaggiava in ottime acque: quella classe K'T'Inga aveva visto sicuramente giorni migliori.
Ipotesi confermata dagli strepitanti brontolii dell'ingegnere Pit Finnegan che, una volta salito a bordo della nave Klingon, aveva chiesto almeno ventiquattro ore per venirne a capo.
Rerin gliene aveva concesse quattro.
Durante la sua permanenza a bordo, chiacchierando con il neo Capitano Stevens, infatti, l'Andoriano era venuto a conoscenza che la USS Pontecorvo era una delle poche vecchie navi di classe Miranda che ancora doveva essere sottoposta ad un refit completo dal punto di vista del sistema di propulsione.
Questo a causa di alcune riparazioni d'emergenza, effettuate nei lunghi anni di servizio, che avevano sostanzialmente modificato alcune strutture di sostegno alla camera del nucleo di curvatura, rendendo, di fatto, molto più complicata e laboriosa una modifica in ingegneria, rispetto alle tempistiche canoniche.
Rerin sapeva che una Miranda di quella vetustà poteva viaggiare a curvatura 5, massimo 6, con punte anche di 7, ma per un lasso estremamente limitato di tempo.
La USS Stormbreaker, invece, raggiungeva curvatura 9.3 senza quasi accorgersene.
La sua esperienza come timoniere lo aveva portato a fare un rapido calcolo mentale, più a spanne che altro, e lo aveva fatto propendere per quel lasso di tempo, di quattro ore o al massimo cinque, visto che già erano in ritardo sulla tabella di marcia della USS Pontecorvo, senza nemmeno fermarsi troppo a riflettere sulle reali esigenze del capo ingegnere.
Quelle quattro ore sarebbero state utili, anche per lui, non solo per valutare quale strategia da utilizzare, ma soprattutto per conoscere meglio i Wadi.
Nella frenesia della partenza, avevano avuto troppo poco tempo per approfondire la conoscenza di quel popolo.
A bordo della USS Stormbreaker, nessuno sapeva aiutarlo: né il suo nuovo ed apparentemente morbidoso primo ufficiale, il Caitiano Sh'erah, né l'indemoniata Durani. Lo stesso valeva per il sempre pacato Riccardi e per l'ingegnere brontolone Finnegan.

"Computer: accesso ai dati relativi ai Wadi..." ordinò Rerin Th'Tharek
=^=Civiltà del Quadrante Gamma, Settore Gaminus, natia del quarto pianeta sui nove del sistema Tomerela, sviluppatosi attorno ad una stella di classe A. L'orbita di Wadi IV è di approssimativamente 373 km, il periodo orbitale è di 398 giorni, quello di rotazione 27 ore. Si tratta di un pianeta di classe M con una superficie ricoperta dall'acqua pari al 58% del totale=^=
"Sì... ehm... grazie... ma io volevo avere maggiori informazioni sul popolo, non sul pianeta"
=^=Errata formulazione iniziale della richiesta... ricalcolo... la popolazione dei Wadi consta di circa dodici miliardi di persone, di cui circa un terzo dislocate sulle loro colonie. Due di queste sono su altri due pianeti del sistema Tomerela, ma essi controllano anche altri tre sistemi vicini del Settore Gaminus, un'area di spazio relativamente lontana dalle più frequentate rotte commerciali.=^=
"È ciò spiega perrrché non sono molto conosciuti" affermò Sh'erah, strappando un cenno di assenso da parte di Rerin che, a sua volta, prese la parola:
"I Wadi hanno dato vita ad un'organizzazione indipendente e non facente parte del Dominio di cui comunque essi rispettano e temono il potere. La dislocazione geografica, poco rilevante, ha permesso loro di rimanere fuori dalle mire espansionistiche del Dominio, sebbene, da alcuni rapporti, si lasci supporre che parte del sistema di protezione sia dato anche dalla loro tecnologia, molto avanzata in alcuni campi, e dai loro poteri psionici"
=^=Approssimativamente circa il 3% della popolazione Wadi ha capacità psioniche, una proporzione maggiore rispetto a molte razze simili per quanto riguarda la loro tecnologia, i Wadi hanno un capacità di navigazione interstellare relativamente primitiva rispetto agli standard federali, ma, al contempo, i loro sistemi di teletrasporto e di matrice olografica sono impareggiabili ed ampiamente utilizzati come componente integrante in molti dei loro giochi.=^=
"È vera la diceria per cui il loro impero si basa tutto sul gioco?" domandò Durani, incredula e, per un momento, distratta dalla sua tentazione di salire a bordo della K'Trallis.
=^=Il Chula, uno dei giochi più apprezzati, pare sia in grado di creare da zero un ambiente olografico illusorio di ottima manifattura, partendo da una dimensione molto contenuta, o essere in grado di rompere barriere dimensionali. Secondo il rapporto del Primo Contatto avvenuto su DS9 nel 2369, pare che il gioco, per quanto estremamente realistico per chi è chiamato a parteciparvi internamente, sia assolutamente sicuro o ciò è quanto affermato dal Maestro Surchid Falow.=^=
"Puah... non c'è onore..."
"Tenente Durrrani..." esordì il Caitiano Sh'erah con tono di rimprovero prima di essere fermato da Rerin con una mano su un braccio
*Eccezionalmente morbido... proprio come pensavo* sorrise interiormente l'Andoriano
"Sono cerrrto che il nostrrro ufficiale tattico manterrrà le sue riflessioni perrr sé... ma..."
Durani fessurò gli occhi, assumendo un ghigno non piacevole, costringendo Rerin ad intervenire in maniera bonaria
"Mio caro Sh'erah... non provochiamo la nostra Klingon inutilmente... già è relegata qua mentre una nave del suo popolo è in mano a dei rinnegati che hanno assalito un'unità della Flotta Stellare... lei, come mio primo ufficiale, è un nuovo arrivo, ma oserei dire che siamo fra colleghi ed amici... ognuno, credo, possa ora esprimersi con libertà di intenti... al momento opportuno, invece, agiremo rispettando gerarchia, ordini e direttive"
Un doppio brontolio, di tonalità ed umore contrapposti, accompagnò tali parole.
Sia Sh'erah che Durani avrebbero detto volentieri altro, ma entrambi tacquero al velato rimprovero del Comandante Th'Tharek.
"Computer, altre informazioni sui Wadi?"
=^=Lo stesso loro governo si forma e viene scelto in base ai giochi. Il vincitore del più prestigioso torneo diventa il loro Gran Maestro, o Primo Ministro, mentre tornei minori determinano i leader dei vari clan e di altre fazioni.=^=
=^=Anche il direttore di un carcere Wadi viene eletto in base all'esito di un gioco? Affidano la loro sicurezza a quello?=^= domandò Riccardi dalla plancia della K'Trallis
=^=Ricalcolo... non ho dati sufficienti per dare riscontro a tale affermazione, ma nemmeno per confutarla. Ritengo sia plausibile: è una specie che ama mettersi alla prova con giochi di tutti i tipi e tende ad essere estremamente competitiva in essi.=^=



Prigione Orbitale Wadi
20/11/2400 - contemporaneamente


All'interno della cupola orbitale, l'imponente complesso architettonico della prigione Wadi era contraddistinto da una pianta esagonale caratterizzata da cinque padiglioni, di sei piani e destinati alla detenzione, ed una palazzina a forma circolare, situata al centro ed ospitante gli uffici del Maestro Direttore del Carcere, da cui era possibile sorvegliare con facilità l'intero complesso.
La teoria alla base di tale concezione era l'assunzione, per assurdo, che un solo guardiano posto nella torre centrale sarebbe stato in grado di osservare ogni singolo prigioniero nel medesimo istante.
Era evidentemente un'iperbole ottimistica della realtà, ma, a dire il vero, al momento della sua costruzione, non c'erano mai stati troppi prigionieri.
Scarsi all'epoca erano i contatti commerciali e radi i visitatori, mentre le controversie, di qualsiasi entità fossero, si risolvevano al gioco ed i Wadi, in generale, detestavano barare.
Nei primi tempi, pertanto, i casi degli internati erano rari e, anche per quei pochi, il loro percorso di recupero e reimmissione nella società passava attraverso la catarsi emotiva data da giochi simili al Chula.



K'Trallis - plancia
20/11/2400 - ore 15:46


Durani ancora era incredula, mentre, vestita in alta uniforme Klingon, era letteralmente sprofondata nella poltrona di comando del incrociatore K'T'Inga.
Non poteva fare altro, visto il sedile che era ampiamente sfondato nei suoi possibili confort, ma a lei non importava: erano quindici anni che non sedeva più su una nave Klingon in un ruolo di comando.
Allora era una quindicenne rispettata più per il cognome che portava, sebbene colpito da disonore, che per motivi inerenti la sua persona.
In quel momento, invece, era stata scelta: un onore ed una responsabilità.
I Comandanti Th'Tharek e Riccardi l'avevano fatta stare sulle spine per tutta la mattinata, come ad un cucciolo di targh a cui viene tolto il cibo dopo averglielo fatto balenare davanti agli occhi, ma, finalmente, dopo non quattro, nemmeno cinque, ma addirittura sei ore, l'ingegnere Pit Finnegan aveva dato il suo nulla osta all'utilizzo della K'Trallis.
La curvatura era stata ripristinata ed il sistema di occultamento era intatto.
La USS Stormbreaker era ripartita alla caccia della USS Pontecorvo con un equipaggio ridotto al minimo: quaranta uomini.
L'altra ventina, invece, era stata posta al suo comando, a cui si aggiungevano i cinquanta della sicurezza imbarcati in overbooking sulla nave di classe Saber, e tutti quanti avrebbero tentato di gestire l'incrociatore leggero Klingon.
Rimanevano ugualmente pochini, ma i rinnegati, che l'avevano rubato all'Impero, non erano certamente molto più numerosi.
Nonostante le apparenze da ammasso di ferraglia, alla K'Trallis era stato installato un computer di bordo derivante da tecnologia Breen, in parte simile ai processori a gel bioneurale della Flotta Stellare, in grado di svolgere in modalità automatizzata tutta una serie di procedure che, originariamente, erano state pensate per essere monitorate manualmente.
Lo stesso Finnegan ne era rimasto sorpreso, sebbene avesse scoperto e risolto, a parole sue, tutta una dannatissima serie di bug in grado di friggere gran parte dei sistemi di bordo.
Insomma, il trapianto del software Breen aveva avuto un impatto significativo sulle impiantistiche Klingon, ma rimanevano possibili crisi di rigetto.
Tale eventualità, così come l'idea che la USS Stormbreaker si potesse trovare in inferiorità numerica, era stata presa seriamente in considerazione dal Primo Ufficiale Sh'erah, ma bocciata da Th'Tarek.
Rerin apprezzava le preoccupazioni del Caitiano, ma aveva ragione Riccardi: per il loro piano, avevano bisogno di almeno una seconda nave... preferibilmente occultata.
Se poi Durani si fosse rivelata in grado di riuscire a far parlare anche qualcuno dei prigionieri a bordo, era tutto di guadagnato.
Avrebbero potuto capire il perché dell'assalto alla USS Pontecorvo.
Alle domande di Riccardi, nessuno aveva voluto rispondere.
Ad una Kanjis, nessun Klingon sano di mente avrebbe osato protrarre per troppo tempo la sfida del silenzio: non si chiedeva loro di tradire i propri compagni, ma per lo meno di rivelare le proprie carte ed i propri obiettivi.
Onde evitare sorprese esterne, Rerin aveva chiesto alla Dottoressa Bly di apportare delle modifiche facciali, minimali e temporanee, ad alcuni dei più imponenti membri del personale distaccato sulla K'Trallis.
A prima vista, da qualsiasi apparato di trasmissione, sarebbero stati scambiati per Klingon, anche perché dotati di uniformi, duplicate secondo le specifiche indicate da Durani, e, grazie all'opera dell'instancabile Finnegan, si era provveduto anche a modificare il segnale di trasponder della nave.
Chiunque l'avesse tracciata, non si sarebbe mai aspettato di trovarsi di fronte la nave originaria, né che quest'ultima fosse caduta in mano Federale.
"Se mi chiamassi Picard, ordinerei energia! Visto che non lo sono, fate muovere questa vecchia bagnarola! Ha'!" ordinò Durani al povero Efrosiano addetto al timone.



Wadi III - sito archeologico
20/11/2400 - ore 17:35


Wadi III era caratterizzato da un immenso territorio in stile desertico savana.
O quello era ciò che appariva a chiunque.
Nella realtà, anche Wadi III aveva una discreta porzione di superficie planetaria ricoperta dalle acque, circa il 20%, ma la quasi totalità del pianeta era stata inglobata in un gioco progenitore del Chula.
Compito di colui o di coloro che giocavano a tale versione era guidare le proprie pedine per ritrovare il manufatto.
Solo in quel modo, il gioco sarebbe terminato e Wadi III si sarebbe potuto ripopolare.

"Il manufatto va trovato".
"Il manufatto va trovato".
"Il manufatto va trovato".
Era il leit motiv che sentivano continuamente le pedine interne del gioco, ad ogni ostacolo incontrato, ma anche il Maestro Woodrow quante volte se lo era ripetuto negli ultimi cinquant'anni?
Da quando era stato sconfitto, e praticamente umiliato, nella sfida al ruolo di Gran Maestro, non aveva pensato ad altro.
Chi era in grado di risolvere l'arcano dietro la civiltà perduta su Wadi III avrebbe potuto rivendicare il ruolo di Gran Maestro, in un torneo a due direttamente con il leader in carica, evitando di affrontare partite di ogni genere o grado.
Una sfida finale per ritornare laddove gli spettava, in una competizione senza eguali.
Tossì.
Di nuovo ed ancora.
Quella sabbia non gli faceva bene... caldo, sassi, sabbia e polvere... non respirava altro da decenni e la tosse periodica, con spruzzi sanguigni, era là a testimoniare il lento ed inesorabile scorrere del tempo.
All'inizio, aveva tanti amici e seguaci, in molti lo avevano aiutato e supportato nelle sue ricerche, ma la versione del Chula, installata su Wadi III, era tutt'altro che priva di pericoli.
Era un esperimento, progenitore del più sicuro Chula, decisamente complicato e difficile, anche perché poteva portare alla perdita fisica delle pedine interne al gioco.
Nessuno aveva mai nemmeno osato sfidare il suo altissimo quoziente intellettivo: i suoi aiutanti sapevano che solo lui poteva tirarli fuori dal gioco, una volta entrati.
A differenza del Chula, vi era modo di comunicare da fuori a dentro, ma non da dentro a fuori occorreva trovare il modo giusto per farlo, che era sempre diverso, ma le pedine interne potevano avere una guida.
Tale possibilità era controbilanciata dal fatto che le sfide affrontate erano senza esclusione di colpi e che potevano costare anche molto caro ai partecipanti.
Inoltre, le pedine interne, a differenza del Chula, potevano essere estratte vive anzitempo dal gioco, ammesso di risolvere adeguatamente l'indovinello o la prova, anche senza ritrovare il manufatto.
Ovviamente meno pedine erano in azione e minori possibilità vi erano di trovare il manufatto.
Ma che cos'era esattamente?
Nessuno lo sapeva con esattezza, ma si supponeva che, mentre nel Chula, la scatola del gioco era in mano ai giocatori esterni, quella di Wadi III era stata introdotta assieme alle prime pedine interne centinaia di anni prima.
Era un gioco immensamente complicato che aveva perso molta attrazione, ma da secoli c'era sempre stato un Maestro che si prodigava a risolvere l'arcano.
Persi molti dei propri seguaci, Woodrow aveva stretto un accordo con Farias, un altro Maestro caduto così in disgrazia da essere nominato Direttore di un Carcere, e con Yarwod, un esule Wadi, che si era stufato di vivere in un un mondo di gioco, fine a se stesso, e che si era messo in combutta, per arricchirsi, con Agadok, un Ferengi.
Yarwod ed Agadok erano in grado di sollecitare i più torbidi desideri dei loro interlocutori, offrendo quanto da questi ricercato: sesso, gioco, adrenalina e sfide.
Il tutto pagato profumatamente.
E quale sfida più grande di far balenare, sotto gli occhi di questi avventurieri da strapazzo, la possibilità di trovare un manufatto in grado di ricreare una città d'oro da sotto un deserto di polvere?
Yarwod era un maestro di retorica ed Agadok un magnifico concierge, piccolo ed infido, ma in grado di guadagnarsi ogni loro possibile ricchezza.
Una volta arrivati su Wadi III, i loro ospiti in cerca di avventura venivano trasformati in pedine interne del gioco: le più deboli venivano immediatamente sopraffatte, le più forti o astute sopravvivevano a lungo... e, quando esauste, venivano estratte dal gioco grazie alle abilità del Maestro Woodrow e confinate nella prigione di Maestro Farias.
Per rendere tutto più credibile, venivano stilate false accuse, a prova di indagine da parte delle autorità Wadi, e tutto messo a tacere.
Le stesse navi con cui arrivavano su Wadi III venivano poi inserite in un mercato clandestino, smantellate o rivendute a pezzi per farne perdere ogni traccia.
Era un sistema che funzionava a meraviglia da anni, andato in crisi perché ora qualcuno dalla Federazione Unita dei Pianeti aveva deciso di ficcare il becco in questioni che, tutto sommato, non gli appartenevano.
Woodrow non confidava molto nelle scarse abilità di Farias, ma era strenuamente convinto che quest'ultimo avrebbe fatto di tutto per mantenere lo status quo, al fine di continuare a testare sui prigionieri, ampiamente nutriti e ben curati, i propri giochi mentali che stava sperimentando.
Dalla Federazione avevano inviato un'ambasciatrice Vulcaniana per investigare, sollecitando addirittura il Gran Maestro, divenuto anche lui un suo arcinemico da quando era subentrato come Primo Ministro di Wadi IV.
Woodrow non poteva rischiare: nel caso Farias avesse fallito a distrarre gli interessi federali, aveva già pronto un piano di riserva, con tante belle nuove pedine da utilizzare nel suo gioco rompicapo.