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DS16GAMMA - MISSIONE 25 RSS DS16GAMMA - Missione 25

25.13 "La fine del gioco"

di Alessandro Riccardi, Pubblicato il 25-06-2021

Wadi III - Nel gioco
24/11/2400 - ore 23.58


Grazie all'abilità di Kortogh la squadra di ricognizione raggiunse rapidamente il cuore della piramide.
Avevano oltrepassato trappole terribili e insidiose come niente, grazie al supporto del guerriero Klingon, ma quel viaggio così rapido e sicuro aveva lasciato nella squadra di sbarco federale uno strano senso di inquietudine legato ad un pensiero: il Klingon era stato bloccato all'ultima trappola e un suo compagno era morto, ma stava passando trappole micidiali come se fossero dei semplici sentieri quindi cosa dovevano aspettarsi all'ultimo livello?

Dopo aver schivato una serie di lance automatiche arrivarono ad un lungo corridoio in salita. In silenzio iniziarono a percorrerlo sentendo che la pendenza aumentava vertiginosamente. Ben presto i federali iniziarono ad avere il fiato corto e il basso soffitto aumentava il senso di claustrofobia. Il percorso era poco illuminato e faceva temere ulteriori trappole o trabocchetti, ma il Klingon proseguiva imperterrito senza rallentare o dare segni di cedimento.
Solo il piccolo Veeker aveva iniziato a dare segni di stanchezza e la dottoressa Dorien e il comandante Rerin si erano dati il cambio per portarlo in braccio.

Finalmente raggiunsero una porta finemente ornata con dei bassorilievi in materiali preziosi. Una fantastica sfera color blu cobalto era incastonata al centro unendo le due ante del portone.

"Ci siamo." Disse il Klingon con un ghigno.

Prima che qualcuno potesse reagire toccò la sfera che scomparve all'istante aprendo la porta.

L'ultima sfida era appena iniziata.

USS Stormbreaker - Plancia
24/11/2400 - ore 23,59


Kiomi era furibonda, prese il d-padd e lo scagliò contro una paratia. Alcuni ufficiali si voltarono per guardarla, soprattutto i membri della sicurezza pronti ad accorrere per proteggere l'Ambasciatrice della Federazione.

"Maledetti bastardi." Disse la Klingon.

"Perché?" Chiese semplicemente T'lani con la ferrea calma della sua razza.

"E me lo chiede?"

"Sì."

"Quei Wadi stanno agendo disonorevolmente... rapendo degli indifesi mercanti."

"Esatto." La rapida risposta della vulcaniana tranquillizzò Kiomi che però continuò a parlare: "E ora noi vogliamo parlare col governi di questi vigliacchi."

"È la scelta migliore." Rispose l'ambasciatrice.

"La scelta migliore sarebbe scatenare una rappresaglia contro quella gente." Aggiunse la giovane.

Ma T'Lani non si scompose e aggiunse: "Qual è la cosa peggiore per un popolo guerriero come i Klingon?"

Kiomi non ci pensò molto e rispose: "Il disonore."

"E per un popolo dedito ai giochi."

Kiomi questa volta rimase a pensare a lungo e azzardò una risposta: "Non fare correttamente un gioco?"

T'Lani annuì: "Esattamente, per la loro cultura l'atto più disonorevole è barare."

"E... questo come ci aiuta?"

"A fare pressione sul loro governo per salvare i nostri." L'ambiasciatrice si voltò verso l'ufficiale alle comunicazioni dicendo: "Per favore apra un canale con il governo Wadi... dobbiamo segnare alcuni bari..."

Nave Romulana Lorrel - Plancia
24/11/2400 - ore 23,59


La squadra navale romulana procedeva in formazione a massima velocità curvatura, purtroppo il pianeta dei Wadi era lontano e avrebbero impiegato molte ore prima di raggiungere la zona delle operazioni.

Il capitano Aymane fremeva dall'impazienza di risolvere il prima possibile la missione, in modo da chiudere definitivamente quella situazione che era costata la vita a tanti marinai e mercanti. Sedeva accanto all'ambasciatore Lamak che, soddisfatto, stava valutando i possibili risvolti positivi delle circostanze che avevano portato il Capitano di Deep Space 16 G a richiedere l'aiuto del suo popolo. Sicuramente avrebbero cercato di trarre possibili vantaggi e lui non avrebbero avuto scelta che soddisfare le loro eventuali richieste.

Aymane era così assorto nei suoi pensieri che quasi non si accorse dell'ufficiale alle comunicazioni che escalmava: "Signore rilevo una comunicazione criptata verso la stazione."

Il capitano romulano, il comandante H'Lar, raggiunse rapidamente il sottoposto chiedendo: "Voglio che tu sia più preciso, quale stazione?"

"DS16." Balbettò l'ufficiale.

Quelle parole bastarono a destare Aymane il quale si avvicino rapidamente alla postazione assieme all'ambasciatore.

"È un codice che possiamo decondificare anche noi?" Chiese H'Lar.

L'addetto, notando di avere l'attenzione di almeno 3 alti ufficiali e, volendo recuperare la mancanza precedente, si schiarì la voce nel vano tentativo di farsi coraggio dicendo: "Sì è nel codice codice condiviso tra Federali, Romulani e Klingon."

"Bene allora procedi." Disse il capitano mentre si avvicinava allo schermo per leggere meglio assieme a Lamak.

"È di Durani... ." Disse l'ambasciatore.

"Confermo." Rispose Aymane.

"Possiamo rispondere?" Chiese prudente il capitano romulano.

"Sì." Confermò il capitano federale per poi aggiungere: "Ditele di chiamarci su un canale protetto."

"Certamente." Rispose H'Lar per poi tuonare contro il sottoposto: "Procedi."

Dopo pochi istanti il volto di Durani comparve sullo schermo, leggermente interdetta, disse: "Capitano non mi spettavo..."

Aymane tagliò corto: "Nessun problema, vi stiamo raggiungendo..."

Wadi III - Nel gioco
25/11/2400 - ore 00.06


Le porte si aprirono permettendo alla squadra di sbarco di entrare nell'area dove avrebbero giocato l'ultima partita, il match finale.

Per un'interminabile istante rimasero meravigliati dallo splendore. La sala occupava completamente la parte superiore della piramide ed era impossibile vederne il soffitto con la punta. Le quattro pareti erano leggermente inclinate a causa della forma piramidale ed erano decorate con bassorilievi e affreschi. Ad intervalli regolari statue di Anubis erano alloggiate in colossali nicchie delle pareti. Una pedana era raggiungibile da due lati: uno era quello di ingresso dove si trovava la squadra di sbarco e dal lato opposto c'era un piccolo altare su cui era posta una corona in latilum puro: il trofeo della vittoria.

La quadra raggiunge la pedana centrale. Tutto ricordava la prima trappola mortale che avevano affrontato ma più in grande e più in pericoloso.

Quando furono sulla pedana videro che era divisa in due sezioni: una, la più vicina sembrava normale mente l'altra aveva delle caselle colorate di banco e nero. A circa tre quarti del percosso c'era il cadavere di un Orionano.

"Poveraccio, ha combattuto con molto onore." Commentò con rispetto Kortogh ma nello stesso istante il giovane Veeker scoppiò a piangere stringendosi alla dottoressa.

"Che cosa dobbiamo fare?" Chiese Rerin.

Il Klingon scossè la testa disgustato "Semplicemente passare attraverso il percorso evitando le trappole."

Rerin si avvinò al percorso e toccò appena una delle piastrelle nere. Dal nulla scattarono dei dardi che per poco non colpirono l'ufficiale.

"Accidenti." Esclamò l'andoriano poi notò che c'erano delle piccole tracce su alcune piastrelle.

"È il percorso che ha tracciato il padre di Veeker." Rispose alla domanda implicita Kortogh.

Lentamente il primo ufficiale appoggiò il piede sulla piastrella segnata. Man mano che il peso si scaricava il timore nell'andoriano cresceva ma poi non successe nulla.

Tirò un sospiro di sollievo e si spostò con sicurezza sulla successiva raggiungendola incolume ma poi una serie di voci alle sue spalle lo fecero trasalire, perse quasi l'equilibro e per poco non finì su una delle trappole. Si rimise in sesto e recuperò la posizione salda. Rerin si voltò indietro e rimase sbalordito: dietro la sua squadra comparvero una serie di automi armati con asce e scudi e iniziarono ad avvicinarsi.

Fece per dire qualcosa ma Kortogh prese in mano la situazione: "Dobbiamo creare un cordone protettivo, la volta scorsa ero solo a trattenerli ma ora sia in numero sufficiente."

"Come possiamo fare? Quelli sono armati." Brontolò Riccardi.

"Gli scudi." Annunciò Veeker.

Kortogh esultò: "Bravo ragazzo, giusto. La volta scorsa erano comparsi dal nulla."

Nel mentre Rerin decise che la cosa migliore per aiutare i suoi era di continuare il percorso trovando una via sicura e si spostò verso la casella successiva.

Quasi comparsi dal nulla Veeker e la dottoressa trovarono degli scudi di vimini che passarono rapidamente alla sicurezza e al Klingon.

Prontamente venne creato una specie di muro di scudi in modo da rallentare gli automi. I membri della sicurezza si avvicinarono tra loro e iniziarono a creare un muro difensivo, dietro di loro Riccardi e Kortogh supportavano la resistenza cercando di chiudere i varchi e spingendo.

Malgrado i loro sforzi il gruppo iniziò a perdere rapidamente terreno e furono respinti quasi verso l'inizio della zona con le trappole.

Nello stesso istante Rerin raggiunse il corpo dell'archeologo. Si voltò indietro e vide con orrore che la squadra era stata quasi respinta contro le trappole, a breve sarebbero rimasti tra l'incudine e il martello.

Disperato iniziò a cercare una piastrella senza trappole ma ovunque toccava veniva sfiorato da dardi mortali. Era nella stessa situazione in cui si era trovato l'archeologo che, bloccato e colto dalla disperazione, aveva fatto una mossa incauta ed era morto.

Aveva poco tempo per decidere, quando si accorse che si trovava vicino al bordo della pedana. Sotto si apriva un salto di parecchi metri e poi un lago infuocato.

Non aveva possibilità di fuga. Diede un'occhiata alle piastrelle con le trappole poi al lago di fuoco... si chiese cos'era meglio se una pugnalata o bruciare vivo nel calore estremo.

Poi capì: non sentiva calore.

Sporse una mano nel vuoto e non percepì nulla, solo dell'aria tiepida.

Un'idea si fece strada nella sua mente. Si chinò sulla piastra su cui si trovava e fece un salto oltre la pedana.

La dottoressa urlò dallo sconcerto mentre la squadra di sicurezza fu spinta quasi al bordo delle trappole.

Rerin volò nel vuoto. Passò oltre la pedana e poi verso il profondo crepaccio infuocato. Nell'istante in cui temente di aver fallito i suoi piedi toccarono qualcosa di solido e si trovò sospeso a mezz'aria sopra il lago di fuoco, pochi centrimetri sotto la pedana.

"Il lago di fiamme non esiste, venite." Urlò ai suoi uomini. E ad uno ad uno li fece scendere sulla pedana in sicurezza.

Poi con passo calmo e sicuro raggiunsero l'altare e una voce disse: =^=VOI SIETE TRIONFATORI, IL GIOCO È VINTO!=^=