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DS16GAMMA - MISSIONE 24 RSS DS16GAMMA - Missione 24

24.06 "Oh merda..."

di Steje Aymane, Pubblicato il 14-09-2020

DS16 Gamma, Sala controllo
18/06/2400, ore 20:20


"Credo sia arrivato il momento di mettere un freno a questa cosa..." borbottò Steje alzandosi dalla sedia di comando e aggiustandosi la casacca. "Signor Riccardi si ricorda cosa le ha detto il dottor Ch'Idrani... quella storia della leggenda El Auriana?"
"Si..." rispose un po' dubbioso lui guardandolo dalla sua postazione.
"Magari non è nulla, ma faccia un po' di ricerche e veda se scopre qualcosa. Magari nella leggenda qualcuno ha sconfitto quella maledetta cosa."
"Non credo che la cosa possa aiutarci, però farò un tentativo." rispose lui dubbioso.
"Non si sa mai, nelle leggende c'è spesso un fondo di verità." Il Capitano sollevò le spalle dicendo con un gesto 'perché non provarci?'
"Lei cosa intende fare?" chiese il capo della sicurezza.
"Vado a fermare la guerra prima che inizi! A lei la plancia!" rispose criptico avviandosi verso il turno ascensore.



DS16 Gamma, Ambasciata Romulana
18/06/2400, ore 20:40


Steje lanciò un'occhiata nel corridoio che dava accesso all'ambasciata romulana e subito tirò indietro la testa. Due uomini armati stazionavano con sguardo attento in barba al regolamento che impediva loro di impugnare fucili phaser nelle aree non strettamente di loro proprietà.
Con un sorriso sardonico si scompigliò i capelli sempre ben curati e si stropicciò un po' la divisa di solito sempre ben sistemata. Lanciò un'occhiata al suo riflesso in una delle finestre del corridoi e si ritenne soddisfatto.
Con passo insicuro, lanciando ripetutamente occhiate alle sue spalle, percorse il corridoio fino a raggiungere i due romulani di guardia. Dalla loro postura si vedeva chiaramente che erano pronti a sparare al minimo segno di minaccia.
"Portatemi dall'Ambasciatore presto! Non voglio che i klingon mi vedano qui fuori!" sussurrò il capitano di DS16 con fare cospiratorio. I due si guardarono per un momento ma la loro paranoia era talmente accentuata che si immaginavano già squadre d'assalto klingon in corsa lungo i corridoi della base.

Uno dei due romulani fece entrare Steje ma lo spinse contro la paratia iniziando una rude perquisizione alla ricerca di armi. Il trill sopportò in silenzio mentre controllava l'anticamera dell'ambasciata notando gli altri otto soldati pronti in caso di attacco, soprattutto notò i fucili phaser spianati pronti a sparare nella sua direzione.

"Non abbiamo tempo per questo, devo parlare immediatamente con l'Ambasciatore Lamak, la vita di tutti noi su questa stazione è in pericolo!" gli occhi del Capitano erano spiritati, un brivido percorse la schiena dei soldati romulani.

La porta si aprì con un sibilo, Lamak K'Jad D'Kran, ambasciatore romulano su Deep Space 16 Gamma avanzò con un phaser i pugno e uno sguardo duro. Steje, suo malgrado, si rese conto che non aveva avuto modo di conoscerlo se non qualche incontro formale *Stai invecchiando vecchio mio* si disse.

"Ambasciatore, grazie al cielo state bene!" un pallido sorriso apparve sul volto del trill.
"Cosa è venuto a fare qui Capitano?" chiese minaccioso il romulano.

Steje si guardò attorno osservando i volti dei soldati con fare cospiratorio e parve deglutire per il timore.
"Vorrei parlarle in privato se è possibile..."
"È disarmato" si intromise il soldato che lo aveva perquisito.
"Prego si accomodi..." Lamak fece segno al trill di entrare.



IKS Pagh Jegh, Plancia
18/06/2400, ore 21:40


"Brutta..." borbottò Angron all'indirizzo della grossa nave sconosciuta.
"In effetti - confermò Rerin - assomiglia un po' alle navi minerarie rigeliane scommetto che non supera curvatura 4"
"Nessuna risposta alle nostre chiamate?" chiese rivolto all'addetto alle comunicazioni
"Niente..." rispose il guerriero laconico.
"Le va di fare un giro Capitano?" chiese l'andoriano con un sorriso
"Temevo che non me lo avrebbe chiesto. Avverti Urus e la sua squadra, hangar 2 fra 5 minuti."

Urus era un klingon mastodontico e fungeva da capo della sicurezza sulla Pagh Jegh, mentre la squadra si vestiva con tute extraveicolari simili a quelle della flotta stellare, lui non smise un attimo di fissare Rerin con sguardo minaccioso. La tuta dell'ufficiale andoriano era almeno una taglia più grande e si sentiva un po' scomodo, però era lo sguardo d'acciaio del klingon a renderlo nervoso.

"Il suo capo della sicurezza ce l'ha con me?" chiese il primo ufficiale di DS16G mentre salivano su una navetta di trasporto.
"Ah no, tranquillo. Non è una cosa personale, lui guarda in cagnesco tutti. Non è cattivo, solo che non sopporta le persone."
"I federali?"
"No proprio le persone in generale."

La navetta portò la squadra verso la misteriosa nave aliena, fu grazie all'esperienza del fratello dell'ambasciatore klingon che trovarono un portello di acesso adatto. All'interno tutto era spento e immerso nell'oscurità.
"La nave deve essere alla deriva da almeno una settimana" borbottò un klingon equipaggiato con un tricorder.
"Possiamo togliere il casco?" chiese Angron
"Negativo, il supporto vitale è saltato e non c'è praticamente aria respirabile."
"È un popolo di statura bassa..." commentò Rerin osservando una porta la cui architrave gli arrivava all'altezza del mento
"E la cosa ci è di qualche interesse?" chiese il capitano klingon con sguardo curioso
"No, era solo una nota di colore..." l'andoriano si rendeva conto delle differenze culturali fra klingon e federazione in piccole cose come queste. Con una squadra della flotta stellare avrebbero fatto caso a piccoli particolari come quelli... i klingon erano molto più pratici.
"Date un'occhiata in giro mentre io e il Comandante andiamo in plancia" ordinò Angron portandosi dietro solo l'ufficiale scientifico.

La cosa non fu semplice. Prima di tutto non avevano idea di dove fosse la plancia, secondo tutti i sistemi erano offline compresi ascensori e porte. Ci capitarono per caso dopo un'ora di girovagare.
"Siamo sicuri questa volta?" chiese Angron al suo ufficiale scientifico.
"Abbastanza... è tutto spento, è difficile capirci qualcosa. Aspetti questa sembra essere la console di navigazione e quella la poltrona di comando." il klingon indicò quello che a Rerin sembrava un uovo con un lato aperto. Le postazioni di quella strana razza sembravano tutte uguali.
"Vedi di riattivare qualcosa con le batterie di emergenza che ci siamo portati, voglio vedere i diari di bordo."
"Voi ufficiali la fate facile... inventarsi qualcosa per attaccare le batterie su strementazione totalmente aliena non è una passeggiata" commentò burbero lo scienziato.
"Anche i vostri ufficiali scientifici sono così?" chiese il capitano klingon
"Sicuramente si, ma spesso non lo danno a vedere. Secondo me in realtà si divertono da matti quando incontrano tecnologia sconosciuta, sono come dei bambini con nuovi giocattoli." Lo scienziato klingon sbuffò ma un ghigno gli apparve sulle labbra.
"Ecco qua!" esclamò e allo stesso tempo le luci della 'poltrona del capitano' si accesero con un ronzio. "Ci vorrà un po' per hackerare i sistemi, ma credo che non avremo problemi, sembrano tecnologicamente meno avanzati di noi.

Angron e Rerin ingannarono il tempo gironzolando per la plancia finchè finalmente lo scienziato li chiamò, mandando sullo schermo la registrazione del diario di bordo già tradotto dal traduttore universale.

=^=Diario del Capitano Takakap, ultima annotazione. La nave è ormai inutilizzabile Veka e Baka si sono sacrificati per attirare la creatura lontano da noi, ma abbiamo agito troppo tardi. Non siamo riusciti a comprendere appieno il significato della richiesta dell'essere... "Tornare nel limbo". Che significato può avere? Forse l'enorme onda di energia che abbiamo incontrato durante il nostro viaggio è la porta verso il suo universo? Cos'era quella strana stringa di energia così simile ad una marea di Cataka I? Spero vivamente che i nostri scienziati prima o poi riescano a ritrovare i nostri diari e a studiare le strabilianti immagini... non tutto è stato vano.=^=

"Ci sono allegate i video dei sensori esterni." aggiunse lo scienziato e li fece partire senza aspettare un ordine del suo capitano.

"Oh merda..." commentò Angron.



DS16 Gamma, Ambasciata Romulana
18/06/2400, ore 22:00


"Mi creda ambasciatore, voi siete l'unica speranza, i klingon ormai sono sotto il controllo della creatura. Ho finto di allearmi con loro perché hanno in ostaggio due miei ufficiali, ma come può vedere, sono qui da lei in cerca di aiuto." la voce di Steje era suadente. Ogni volta che termini come amicizia, onore e senso del dovere uscivano dalle sue labbra, la sua mano toccava il braccio dell'ambasciatore rendendo quelle parole ancora più incisive.

Lamak sembrava stregato. Sebbene all'inizio fosse sul 'chi vive', piano piano aveva iniziato a farsi cullare dalle parole del Capitano di DS16G. Steje dal canto suo, riteneva che le condizioni del romulano lo avessero enormemente aiutato in quello che stava facendo... per un attimo pensò di usare lo stesso sistema con l'ambasciatore klingon, ma poi scartò l'idea. Sebbene i klingon fossero influenzabili come qualsiasi altra razza, la loro predisposizione alla violenza era un rischio troppo alto.

"Potremmo attaccare l'ambasciata klingon. Fra i suoi uomini e i miei riusciremo a liberare le due donne." affermò Lamak convinto.
"Troppo rischioso, non solo per i miei uomini ma anche per i suoi. Quelli non sono comuni klingon e io tengo troppo alla sua amicizia per mettere in pericolo i suoi ufficiali" disse di nuovo il trill appoggiando ancora la mano sul braccio del romulano.
"Cosa facciamo allora?"
"Le chiedo di mandare un messaggio al suo governo alla prima occasione utile" suggerì lui ben sapendo che il messaggio era già partito "sono certo che una flotta romulana farà spostare l'ago della bilancia a nostro favore. Rogal sarà un grosso guerriero assetato di sangue ma non è uno stupido."
"Ho già mandato quella comunicazione. Mi spiace dirlo capitano ma credevo che lei fosse in combutta con loro..."
"Nessun problema amico mio" disse Steje toccando di nuovo il braccio del suo interlocutore "Ringrazio il cielo che lei è stato più lungimirante di me. Adesso però devo andare, devo farmi trovare alla mia postazione se arrivassero ulteriori minacce da parte dei klingon."
"Stia attento Capitano." lo salutò l'ambasciatore.

Steje uscì dall'ambasciata mostrandosi cauto e timoroso. Entrò nel turbo ascensore e richiese di andare in sala comando, poi sorrise e si sitemò i capelli.

"E questa è andata!" esclamò iniziando a fischiettare.



DS16 Gamma, Sala controllo
18/06/2400, ore 22:10


"Signor Riccardi, può per il momento depennare un insurrezione romulana sulla stazione." disse Steje entrando in sala comando.
"E come c'è riuscito?" chiese l'uomo girando la poltrona verso di lui.
"Difficile da spiegare, un giorno glielo mostro. Che mi dice della leggenda?"
"Ho appena finito la ricerca ed è stata molto interessante. In realtà non si tratta di una leggenda o di una favola... è stata passata come tale, ma secondo gli archivi della flotta stellare, sembra che sia nata da un antico diario di bordo trovato all'interno di una capsula di salvataggio vuota. Chi ha letto quel diario l'ha raccontata a sua volta e piano piano è diventata una leggenda ma la realtà è un'altra."
"E sarebbe? Sono troppo stanco per giocare agli indovinelli."
"Quella cosa è veramente uscita dagli oscuri incubi di un El Auriano prigioniero e in cerca di una via di fuga."
"E come è possibile? Chi è l'uomo " chiese il trill sorpreso
"Il problema non è il chi, ma il dove?"
"Dove era imprigionato?"
"Nel Nexus..."

"Oh merda..." commentò il Capitano Aymane.