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DS16GAMMA - MISSIONE 24 RSS DS16GAMMA - Missione 24

24.09 "Guerra o pace?"

di Durani della Casata di Kanjis, Pubblicato il 21-10-2020

DS16 Gamma, Centro di Controllo
19/06/2400, ore 01.55


La sortita dei Klingon era stata prevista.
Come un'esondazione dopo un periodo di abbondanti piogge.
Qualunque cosa ci fosse dentro quella nuvola nerastra, stava lentamente tirando fuori il peggio di molti di loro.
Ai Romulani aveva scalfito la loro abituale abilità di fingere una cosa e pensarne un'altra.
Era così che aveva avuto la possibilità di farsi beffe di loro ed evitare che scendessero sul piede di guerra.
Beh... più che altro, con la sua sceneggiata, il Capitano Aymane era riuscito a guadagnare tempo.
Tempo prezioso.

Tempo per consultarsi con T'Lani e scoprire che anche la Vulcaniana stava perdendo parte del suo abituale aplomb e capacità invidiabile a trovare sempre una soluzione a qualsivoglia problematica.

Era diventata sospettosa: come se nei suoi circuiti neurali la logica si fosse attorcigliata con altra logica fine a se stessa e non più adattabile alla situazione contingente.
Peculiarità che innumerevoli volte, leggendo i diari dei suoi predecessori, era stata di fondamentale aiuto per risolvere crisi diplomatiche e non solo.
Con l'impossibilità di contattare l'esterno, Aymane aveva il dannato bisogno di ciascuno dei presenti sulla stazione.
Ognuno di loro poteva fargli guadagnare tempo o spunti per debellare l'enorme macchia nera.
La fuga di Tara e Durani, per quanto provvidenziale per la gestione della stazione, aveva drasticamente ridotto la possibilità di avere tempo a disposizione.
I Klingon sarebbero usciti dalla loro Ambasciata a passo di carica ed armati di tutto punto.
Lo sapeva.

E la cosa si era puntualmente avverata.

Il Comandante Riccardi aveva già studiato un piano di azione assumendo il controllo non solo della sicurezza, ma anche di tutto il contingente della tattica guidato dalla collega Klingon rapita dai connazionali.
Tutto era pronto per uno scontro.
Avrebbero applicato un protocollo in grado di disabilitare le armi... disgregatori o phaser, non impugnati dai membri delle squadre di Riccardi, sarebbero stati inutili.
Il problema era che i Klingon disponevano di un variopinto e multiforme arsenale di armi bianche e con quelle, unite alla forza fisica di cui disponevano, avrebbero potuto creare ugualmente problemi.
I protocolli di sicurezza disponevano l'innalzamento di paratie in duranio rinforzato attorno a tutte le ambasciate e tutta una serie di altre misure di contenimento.
Protocolli che, però, tutti i membri diplomatici delle ambasciate conoscevano a menadito, avendo collaborato loro, o i loro predecessori, ad elaborarle ai fini della sicurezza di tutti.
Aymane e Riccardi, pertanto, erano sicuri che avevano già elaborato delle contromosse.
Specialmente il vecchio Vorn che era l'eminenza grigia dietro l'operato di Rogal.
Senza contare che sapevano perfettamente che l'attacco Klingon avrebbe inevitabilmente portato alla reazione Romulana e Cardassiana, in un gioco di parti contrapposte volte a trovare il predominio in quella situazione di equilibrio spezzato.
Riccardi aveva precettato tutti gli uomini disponibili per coprire gli altri fronti, senza poterne distogliere troppi per salvaguardare i civili e le normali attività della stazione.
C'era da sperare che la sezione scientifica riuscisse a trovare una soluzione al problema della nuvola che li stava circondando, prima che altri colpi di testa toccassero a membri della sua sezione.
Ne aveva dovuti porre agli arresti almeno quattro e stava cercando di identificare una quinta persona. Avevano prima attaccato e poi malmenato un povero Guardiamarina Ulliano di passaggio.
Lo stesso Guardiamarina che poi aveva fornito loro la teoria su cui stavano basando le loro congetture... come se la nuvola non volesse essere scoperta ed avesse indirizzato la propria ira contro colui che, a quanto pareva, poteva indirizzare le indagini contro qualunque cosa si celasse al suo interno.

La situazione era esplosiva.

Nemici ovunque e stava venendo a mancare la fiducia nei propri uomini... nel momento peggiore: ad Alessandro Riccardi sudavano le mani e cattivi pensieri si affollavano nella sua mente.
Da un lato voleva a tutti i costi riuscire a comunicare con l'esterno della stazione: per chiedere aiuto.
Dall'altro era perfettamente cosciente che i segnali di allarme partiti dalle Ambasciate Klingon e Romulane presto o tardi avrebbero portato all'arrivo di navi da guerra pronte alla battaglia.
Una piccola scaramuccia di confine sarebbe diventato il pretesto di una guerra.
Non avevano tempo.
Non avevano scelta.
Il nemico era alle porte e dentro la sua stazione... la sua fortezza.
Avrebbe realmente dato ordine di far fuoco?

Il Capitano Aymane gli mise una mano sulla spalla, come per rassicurarlo che aveva completa fiducia in lui.
La stessa Durani gli aveva concesso il pieno utilizzo della sua sezione eccezion fatta per un paio di suoi collaboratori. La Klingon aveva un piano. Un folle piano per fermare i Klingon.

C'era da fidarsi?

Non poteva saperlo... sicuramente col rientro di Tara al proprio posto, la situazione era migliorata... tutti loro avevano bisogno della sua esperienza e conoscenza dei sistemi della stazione per venirne fuori.
E se Alessandro si fidava di una Klingon piazzata alla consolle più cruciale che avevano in sala controllo, perché non fidarsi di una Klingon pronta ad immolarsi per fermare i suoi?
Forse aveva paura... o la tragica consapevolezza che non sarebbe andata a finire bene.



IKS Pagh Jegh, Plancia
19/06/2400, contemporaneamente


"Di cosa diavolo va blaterando, Comandante Korsur?" ringhiò Angron all'indirizzo del suo omologo

Rerin non poteva far a meno di riconoscere al fratello di Rogal un insolito mix di intelligenza tattica e determinazione spicciola, pragmatica ed efficace.
Pur trovandosi con gli scudi abbassati di fronte a due incrociatori Romulani in assetto da combattimento, aveva non solo fatto pacati cenni ai suoi di stare buoni... di non armare le armi, di non tentare nemmeno di alzare gli scudi... ma anzi aveva chiaramente detto di mantenere aperte entrambe le trasmissioni, in modo che sia i Romulani sia i Klingon lo potessero sentire e capire.
Se Korsur si era messo agli ordini di Angron, la sua Casata non doveva essere delle più influenti: poteva essere una testa calda in cerca di gloria oppure un classico gregario che cercava appoggi e protezione da un'alleanza con i Dothrak.
Angron doveva accertarsi di come stavano le cose così pure capire cosa stava succedendo realmente sulla stazione: entrambi i neo arrivati sembravano conoscere cose che loro ignoravano.

=^=L'Ambasciatore Rogal ha fatto pervenire una richiesta di soccorso all'Alto Consiglio Klingon: la Federazione si è schierata con i Romulani ed i nostri compagni su Deep Space 16 Gamma non sono più al sicuro=^=
=^=Frottole e menzogne! L'Ambasciatore Lamak riferisce di alleanze fra voi Klingon e la Federazione... intensi rapporti di letto e strategici volti a colpire l'Impero in una sua fase di debolezza... sappiate che siamo pronti ad intervenire ovunque pensiate di attaccare!=^=
=^=Follia! Mai dare del bugiardo ad un Klingon, sottospecie di verme=^= sbraitò furente Korsur
"SILENZIOOOOOOOOOOOOOO!" ringhiò con voce tonante Angron "Punto primo: in assenza di mio fratello, la più alta autorità Klingon presente in zona sono io! Ogni decisione ricade in capo a me, sono stato abbastanza chiaro, Comandante Korsur?"
=^=lugh Hoch=^= rispose affermativo Korsur pur con occhi iniettati di sangue
"Molto bene, chi è a capo delle vostre due bagnarole, signori?" aggiunse Angron all'indirizzo dei Romulani

Rerin non sapeva se sorridere o preoccuparsi.

Dopo un'interminabile lunga attesa, fece la comparsa un Romulano decisamente alto, vestito con abiti diplomatici e non militari, sebbene tutto dal suo sguardo faceva risaltare un passato militare di tutto rispetto.

=^=Sono il senatore Sakohk, Capitano Angron figlio di Corax del Casato dei Dothrak... ho conosciuto tuo padre e rivedo il suo coraggio e la sua saggezza in te... se non siete ancora stati polverizzati all'istante, è dietro mio ordine=^=
"Mi spiace senatore, ma mio padre non mi ha mai parlato di lei... in ogni caso, apprezzo la sua lealtà alla vostra amicizia ed al tempo che mi sta dando... come vede, non ho dato ordine di alzare gli scudi né di intraprendere alcuna azione difensiva, come sarebbe mio diritto fare di fronte alla vostra minaccia armata"
=^=Approvo ed apprezzo, Capitano... ma se è vero quello che va blaterando il suo cane rabbioso, sia l'Impero Romulano sia l'Impero Klingon hanno ricevuto il medesimo messaggio dai propri rappresentanti su Deep Space Gamma. Un messaggio identico, ma conflittuale al tempo stesso... nulla mi vieta di pensare che anche l'Impero Cardassiano abbia ricevuto similare comunicazione=^=
=^=fuck ghoS=^= si sentì distintamente arrivare da Korsur
=^=Capitano Angron, dica al suo uomo che comprendo abbastanza bene il Klingon per sapere cosa mi ha appena detto. Fortuna vuole che a bordo, altri non lo conoscano.=^=
"Farò il possibile, ma non è un mio uomo o l'avrebbe già pagata cara... è un patriota che ha ricevuto un messaggio di soccorso da un proprio Ambasciatore... come buon ben capire anche dall'atteggiamento dell'ufficiale comandante della sua unità... il disprezzo fra le nostre razze è ancora abbastanza diffuso e potente"
=^=Come detto in precedenza, è una fortuna per i nostri popoli che lei abbia un fratello su Deep Space Gamma ed io abbia tutti gli interessi a portare via sana ed incolume una persona a me molto cara... e che fra noi due vi sia rispetto reciproco=^=
"Visto che è molto informato sulla mia Casata, senatore, posso sapere chi vuole proteggere a bordo della stazione?"
=^=Mia nipote, Liri... figlia della figlia di mio fratello... è per metà Vulcaniana e metà Romulana e serve, su sua scelta, da me non condivisa, debbo dire la Federazione dei Pianeti Uniti...=^=

Angron si voltò verso Rerin come in cerca di risposte, ma l'Andoriano si strinse nelle spalle... era da troppo poco a bordo per riuscire a ricordarsi i nomi di tutti i membri dell'equipaggio.

Sakohk si accorse della cosa ed aggiunse: =^=È una giovane Guardiamarina della sezione Tattica... sta servendo, con molta ammirazione e rispetto, debbo dire un ufficiale Klingon... quando me ne ha parlato qualche settimana fa, quasi non ci credevo... sta servendo la nipote di uno dei più grandi eroi Klingon che conosciamo=^=
"Non pensa di esagerare un tantino, senatore?"
=^=Beh dal punto di vista nostro, è così... Kheldas'Kanjis non solo è stato un abile guerriero in svariate occasioni e che ha prestato aiuto anche all'Impero Romulano nella guerra contro il Dominio... ed è perciò rispettato almeno da noi più anziani, ma ha resistito ad un'accusa infamante per vent'anni ed alla fine è stato reintegrato con pieni onori. E la cosa, se permette, Capitano... è quanto meno esaltante dal punto di vista di molti nostri giovani. Un eroe ribelle ha sempre un suo fascino=^=
"Comprendo"
=^=Posso anche supporre, dalla punta di incertezza che avverto nella sua voce Capitano, che la nipote di Kheldas, di cui Liri mi dice un gran bene, rientri a pieno titolo in una sorta di dovere protettivo che sia stato imposto a tutti voi... la sua priorità Angron è ovviamente salvare suo fratello, ma se avesse solo due posti disponibili in una navetta, l'altra passeggera da trarre al sicuro sarebbe Durani Kanjis=^=

Angron borbottò qualcosa tra sé, pensando che Rogal l'avrebbe ammazzato se non avesse salvato anche Tara, ma il senatore sembrava fin troppo un attento conoscitore di questioni Klingon per poterlo mettere a conoscenza di altri segreti.

"Ehm... scusate il disturbo... ma come Primo Ufficiale di Deep Space Gamma, potrei chiedervi di tornare al problema più pressante? Quella nube nerastra che tutto avvolge e che ha tutte le intenzioni di distruggere ciò che incontra? Appurato che la Federazione non è in combutta con nessuno e non ha alcun interesse a danneggiare questa o quella fazione, potremmo dare una mano ai nostri compagni là sotto?"

Sakohk sorrise divertito ed annuì.
Angron pose una mano sulla spalla di Rerin ed abbaiò una serie di ordini.
Il falco di Korsur fu il primo ad abbassare gli scudi, seguito a ruota dalle due unità romulane e, per finire, anche la seconda nave Klingon, depose momentaneamente l'ascia di guerra, in quella fragile tregua appena conquistata.



DS16 Gamma, Zona Prospiciente Ambasciata Klingon
19/06/2400, quasi contemporaneamente


L'intero contingente di Suvwl' 'Iw era partito alla carica dietro Rogal, Stilgar e Vorn.
Dagli otto iniziali con cui l'Ambasciatore era arrivato sulla stazione quattro anni prima, il numero dei suoi fedelissimi era lentamente, ma inesorabilmente aumentato a dismisura.
In quel momento, non meno di un centinaio di Klingon furenti ed imbufaliti stavano assaltando Deep Space Gamma.
Erano armati di tutto punto, ma col passare dei secondi, il loro incedere stava perdendo parziale slancio: dapprima tutti i sistemi difensivi della stazione si erano messi in moto e pesanti paratie stavano isolando gli assalitori dai settori attigui, concedendo loro spazio ed occasione di attaccare proprio in direzione di ciò che più desideravano: il centro di controllo.
Vorn sapeva che quello che stava succedendo era tatticamente anomalo: la prima protezione doveva essere verso il punto nevralgico di Deep Space, ma non ebbe né voglia né tempo di approfondire.
Seguiva ciecamente il suo condottiero, come aveva sempre fatto anche col padre ed il fratello, e come non avrebbe mai smesso di fare fino al suo ultimo respiro.
Nello stesso tempo, i disgregatori avevano iniziato a surriscaldarsi e venivano man mano abbandonati per evitare che scoppiassero fra le mani: l'assalto si stava trasformando in una carica all'arma bianca.
Chiunque si fosse trovato sulla sommità delle paratie, avrebbe avuto vita facile ad abbattere gli assalitori: sarebbe stata guerra! Sarebbero stati tutti uccisi, ma per un bene più grande: la l'onore ed il rispetto del popolo Klingon.
E, sicuramente, sarebbero stati vendicati... uno ad uno... ogni loro perdita avrebbe causato al nemico decine di uccisioni.

Questa consapevolezza era ciò che li stava caricando.
Questa consapevolezza assieme alla cieca ed incrollabile fiducia nelle capacità del loro leader.
Urla, battute, colpi ritmati delle armi sulle corazze... era la musica che accompagnava quella carica furiosa.

Con l'alzarsi delle paratie di sicurezza, il percorso verso la sala comando si faceva man mano più angusto e costringeva i Klingon a restringere il proprio fronte di attacco, allungando, al contempo, la loro colonna.

Fu all'ennesima curva forzata dell'ennesimo corridoio che tutto accadde.
Stilgar si aspettava di trovare la sicurezza guidata da Riccardi pronta a contrastarli in forze: in fondo erano fin troppo vicini al centro di comando.
Invece, non c'era nessuno.

O quasi nessuno.
La carica Klingon si arrestò di colpo.

Di fronte a loro, due persone soltanto.
Il primo era un disarmato e malconcio Guardiamarina della Flotta Stellare, con ancora addosso i segni ben visibili delle percosse subite.
La seconda era una guerriera Klingon in pieno assetto da combattimento.
Durani aveva dismesso la sua divisa e fissava con occhi carichi di sfida gli assalitori.
Lanciò un urlo.

Alto.

Gutturale.
Come mai aveva fatto in vita sua, ma come fin da piccola gli avevano insegnato a fare.
Era il grido di battaglia dei Kanjis.
Un urlo che faceva paura da generazioni nell'Impero Klingon.
Un urlo ed una tradizione guerriera che un manipolo di bugiardi ed arrivisti aveva tentato di distruggere con accuse false ed infamanti.
Accuse che erano durate vent'anni.
Vent'anni di lotte.
Vent'anni per arrivare alla verità, alla restituzione dell'onore ed alla sincera dimostrazione di amicizia ed affetto da parte di molte delle Casate storiche dei Klingon.
Rogal si fermò di colpo.
Come se improvvisamente avesse ricevuto una doccia ghiacciata.
Come se qualcosa di profondo dentro di lui fosse stato improvvisamente smosso.
Qualcosa di importante, non importante quanto l'amore che provava per Tara, ma altrettanto fondamentale.

Il suo onore.

Non avrebbe permesso a niente o nessuno di mettere in dubbio il suo onore.
I Dothrak erano prosperati come casata guerriera crescendo coi racconti delle gesta dei Kanjis. Gesta ovviamente esagerate come in tutti i racconti guerrieri dei tempi che furono, ma non poteva non provare rispetto per quella donna.
Sola contro cento compagni.
Sola a barrire il grido di guerra della sua Casata, chiedendo rispetto.
Rispetto o uccisione in combattimento.
Quella era la scelta.
Rogal non era pronto a quello.
Voleva le sue donne, voleva dar loro sicurezza, ma Tara non era lì con lui ed una delle più care amiche della compagna era là da sola, pronta a sfidarli tutti quanti.
Qualcosa aveva offuscato il suo giudizio.
Qualcosa che lo stava portando a fare qualcosa di terribile.

D'istinto, rivolse la bat'leth in orizzontale, parallela al pavimento, di fronte alle sue ginocchia, in segno di pace.
Con quel gesto, aveva rifiutato con onore il combattimento.
Con quel gesto aveva evitato una guerra.
Riccardi ed Aymane, nascosti in una postazione sopraelevata, tirarono un sospiro di sollievo.
Ora arrivava il bello, spenti i bollenti spiriti, Durani ed il suo malconcio compare avrebbero dovuto spiegare ciò che i Klingon non sapevano ed avevano mal interpretato.
Non sarebbe stato facile, ma l'assalto era stato respinto con zero perdite.
Sperando che, nel frattempo, quella Guardiamarina, indicata da Durani, fosse riuscita a tenere calmi i Romulani... o sarebbero stati punto e daccapo.