Nave Stellare Arcadia, Plancia
24/11/2394 Ore 13:25 - D.S. 71897.42
"Komatsubara, rapporto!"
Khayr si appoggiò alla console scientifica dove il giovane sostituto di Yuki si dava da fare per analizzare le letture dei sensori.
"Ci sono ancora dietro. Potrebbero attaccare, superarci, andarsene, ma niente, ci seguono come delle ombre. Che intenzioni hanno Capitano? Non capisco."
Khayr non rispose, si limitò solo a dirigersi verso il turbo ascensore ed entrarvi. Poi, come per un ripensamento, si voltò verso i suoi uomini e, dopo averli guardati per un momento rispose "Non lo so, ma sono certo che non durerà a lungo."
Le porte si chiusero con un sibilo e il Capitano dell'Arcadia si immerse nei meandri della sua nave.
*** Flashback ***
Matsumoto III, Corte del Sole
Alcuni anni prima
"Il Rikugun Khayr della Terza Flotta dell'Alleanza Matsumoto!" gridò il valletto mentre il neo promosso generale, abbagliante nell'alta uniforme bianca, si presentava al cospetto del senato dell'alleanza.
Il Capitano dell'ammiraglia della Terza Flotta si guardò attorno, mentre i suoi occhi dardeggiavano per l'immensa sala dei ricevimenti assaporando la gloria delle sue imprese negli occhi del suo popolo.
Ormai non era più cosa rara che un mezzosangue come lui arrivasse alla carica di generale, ma forse, lui era il più giovane a raggiungerla.
Sorrise alle fanciulle presenti alla festa per l'insediamento del nuovo presidente, aveva sempre attratto il gentil sesso, specialmente le femmine Matsumoto che sembravano apprezzare i tratti più marcati e la muscolatura più possente ereditati dalla sua parte leijiana, ma invece di dirigersi verso di loro, per mettere in mostra le sue medaglie e collezionare qualche nuova conquista, si diresse con passo deciso ma elegante verso il suo vecchio amico e mentore.
"Dottore!" esclamò Khayr cogliendo di sorpresa e prendendo al volo il bicchiere che quest'ultimo stava per far cadere.
"Khayr maledizione!" borbottò Zero col viso arrossato dall'adrenalina che era improvvisamente affluita nel suo sistema circolatorio.
Il giovane annusò il contenuto del bicchiere e lo rese al dottore con una smorfia di disgusto "Sake? E' caduta così in basso l'Alleanza da offrire sake ad un ricevimento?"
"Questa è roba mia! Riserva privata!" esclamò l'altro battendo la mano sulla giacca all'altezza della tasca interna, in risposta, il suono metallico di una fiaschetta da viaggio fece capire al Rikugun di che genere di riserva si trattasse.
"Che ci fai qui con un vecchio dottore mentre ci sono così tante fanciulle in attesa di ricevere un tuo sorriso?"
"Prima il dovere e poi il piacere!" sorrise elegantemente Khayr.
I due si immersero in una fitta conversazione. Per mesi Khayr era stato lontano dalla capitale per pattugliare il suo quadrante di spazio.
La sua promozione a Rikugun, avvenuta perché il suo superiore aveva deciso di ritirasi dalla marina militare dell'alleanza, gli aveva finalmente consentito di fare ritorno e rivedere i vecchi amici.
Come qualsiasi generale, sapeva che, oltre a dover essere un bravo soldato, doveva anche coltivare alleanze con i politici e in fondo lui era tanto bravo come soldato quanto si sentiva a suo agio in mezzo agli squali del senato.
In definitiva il suo ritorno a casa era un ottima occasione di prendere più allodole con un retino, come soleva dire il dottore.
"Chi è quella?" chiese Khayr per distrarre il suo amico da una dissertazione sulle principali caratteristiche curative del sake.
"Chi? Ah! E' la concubina del Presidente. Sarà lui a portare l'Alleanza nella Federazione fra qualche anno... se gli dei vorranno." commentò questi dopo aver seguito lo sguardo del giovane. "Si chiama Genlisea e... no! Non ci provare!"
Fu inutile, ormai Khayr si stava dirigendo verso la diafana creatura che aveva attirato il suo sguardo.
Vestita in un sontuoso abito di seta marina, Genlisea era forse il più perfetto rappresentante della razza Matsumoto. Alta e flessuosa, la donna aveva un portamento regale.
Si guardava attorno come se tutti i presenti fossero solo degli insetti e lei si trattenesse a stento da schiacciarli.
Era questo che aveva attirato il giovane, quel qualcosa di indomabile e altezzoso che lui voleva a tutti i costi far crollare.
"Mia signora..." esclamò dopo un profondo inchino militare.
Lei lo guardò con scarso interesse finché non colse il riverbero della luce sulle mostrine.
"Lei è?" chiese con voce cristallina, ma permeata di alteregia.
"Rikugun Khayr della Terza Flotta al suo servizio!" rispose lui, sollevando lo sguardo e immergendolo negli occhi di lei.
"Non ero stata informata che il Rikugun Kirita fosse stato sostituito!" c'era una nota di fastidio nelle sue parole e questo stuzzicò ancora di più Khayr che adorava le sfide.
"Non sapevo conoscesse Kirita... si è dimesso dalla carica qualche mese fa e io gli sono succeduto su sua richiesta." sorrise ma notò una nota di allarme negli occhi di lei.
"E dov'è Kirita?" chiese Genlisea battendo le unghie laccate sui braccioli dell'alta poltrona.
"Non ne ho idea, ha deciso di non volere una festa di addio e ha preferito uscire di scena senza pompose cerimonie. Per quello che so ora è diretto verso lo spazio federale su una nave trasporto... Mia signora?!"
Khayr rimase basito osservando la donna che si alzava e con estrema fretta si allontanava dalla sala delle cerimonie.
USS Seatiger, Ufficio del Capitano
24/11/2394 Ore 13:25 - D.S. 71897.42
"Signor Finn è sicuro?" chiese il capitano osservando il suo primo ufficiale che se ne stava seduto in agitazione sulla poltrona davanti a lui.
"Si signore... non so combattere, non so niente di navigazione o di comunicazioni, ma se una cosa so fare è dare spettacolo. Lasci a me il compito di interrogare la nostra ospite barra prigioniera e stia certo che riuscirò a tirarle fuori qualcosa." Finn stava sudando, si stava mettendo in gioco, accanto a lui il Comandante Anari faceva segno di sì con la testa, come uno di quei vecchi cagnolini che venivano messi sulle auto d'epoca e muovevano la testa ad ogni vibrazione della macchina.
I due si erano presentati trafelati nell'ufficio di Kenar parlando in simultanea. Erano certi di riuscire a convincere la prigioniera a rivelare i piani del suo capitano.
In realtà l'idea era di Anari, che prima aveva blandito Finn con parole di elogio per le sue doti di recitazione, poi colpevolizzato per la sua incapacità quasi totale di operare su una nave spaziale della Flotta, se non come juke-box al bar di prora e poi di nuovo esaltato per il suo charme e la sua capacità di incitare le folle durante i concerti.
Insomma in meno di due minuti l'aveva convinto che poteva farcela.
Davanti al trill, Finn non ne era più così certo.
"Capitano, il Signor Tkar è convinto che l'equipaggio della nave stellare non sappiano di essere degli ologrammi e Carelli è certa di poter collegare quell'emettitore portatile alla nostra matrice degli ologrammi..." intervenne Anari "Io ho seguito la carriera del Signor Finn in tutti questi anni e se c'è qualcuno che può abbindolare quell'ologramma è lui!" i due la guardarono sorpresi "Convincere! Volevo dire convincere!"
Kenar scosse la testa divertito. "Avete il mio permesso. Per il momento non fatele sapere che è un'ologramma, terremo questa informazione come piano B."
I due si alzarono e se la svignarono fermandosi solo dopo aver raggiunto il turbo ascensore.
"Ponte 9, sala ologrammi!" ordinò Anari mentre con Finn si appoggiava alla parete ambedue con gli occhi spiritati.
"Sei certa che ci riusciremo?"
"Certo!"
"Quanto certa?"
"Cinquanta percento..."
"Il Capitano ci metterà a pulire gondole fino a Natale..."
"A me si, a te probabilmente ti farà cacciare dalla Flotta Stellare!"
"Grazie Anari sei proprio un'amica..."
*** Flashback ***
Matsumoto III, Appartamenti di Khayr
Alcuni anni prima
"Dovrò presto tornare alla Flotta dopo quello che è successo." borbottò Khayr guardando fuori dalla finestra del suo appartamento.
"Mi dispiace che la nave che portava Kirita verso la sua agoniata pensione in seno alla Federazione sia stata attaccata." commentò Genlisea che ancora si trovava nuda a letto dopo le ore di sesso in compagnia del suo nuovo amante.
Khayr era certo che in realtà alla donna non importasse assolutamente niente del suo amico ed ex superiore.
"Grazie, ma purtroppo così è andata. Spero solo che riescano a trovare
quei maledetti pirati."
Khayr si allontanò dalla finestra e prese da sopra il tavolo uno strano oggetto metallico che emise alcuni suoni mentre veniva aperto.
"Cos'è?" la donna incuriosita.
"Materiale della Flotta Stellare. Il loro ambasciatore ci ha portato alcuni omaggi. Questo ad esempio è... un tricorder, se non ho capito male."
Si passò l'oggetto addosso e controllò le letture. Per quello che sapeva era stato tarato per leggere i dati biologici della sua razza e fornire alcune informazioni mediche. Tutto nella norma, un leggero affaticamento dovuto sicuramente alla maggiore gravità del pianeta rispetto ad una nave stellare.
"E cosa sarebbe un tricorder?"
La donna continuava a porre domande di cui, dal tono, sembrava in realtà non importarle niente. La sua indifferenza stava iniziando a stancare Khayr che dopotutto era riuscito ormai nel suo scopo e cioè quello di conquistarla, superare la sua altezzosità e le sue vesti.
"Te lo mostro..." si sedette sul bordo del letto e fece scorrere l'oggetto sul corpo flessuoso della donna.
"Ma come può essere?" le letture che fornì erano incomprensibili. "Qui dice che non sei..."
Non terminò la frase, Genlisea afferrò l'oggetto e lo sbriciolò con una mano dimostrando una forza incredibile. Con la stessa forza colpì Khayr scaraventandolo dall'altra parte della stanza.
"Maledetta Federazione impicciona e maledetti i suoi stupidi congegni!" la donna si alzò muovendosi come una tigre in cerca della sua preda. Afferrò di nuovo l'uomo con una mano alla gola sollevandolo come se fosse una bambola di pezza "Khayr, mio giovane quanto inutile amante. Da quando sei arrivato sei stato solo una noia. E questo vostro... sesso, che piace così tanto a te e a quello stupido Presidente! Tutto questo disgustoso strusciarsi per poi rilasciare schifosi fluidi corporali!" Genlisea continuava a parlare mentre il viso di Khayr iniziava a diventare blu per la mancanza di ossigeno.
"Non ti preoccupare, sarà una cosa rapida."
Prima che l'essere potesse mettere fine alla sua vita, il mezzosangue riuscì a colpirla con violenza al volto abbastanza forte da farle lasciare la presa.
Una lotta per la sopravvivenza esplose nell'appartamento.
Gli oggetti usati come armi improvvisati, mobili distrutti dalla furia della battaglia. Pur non avendo la forza della donna, Khayr aveva dalla sua parte l'addestramento e la voglia di sopravvivere, il che lo trasformò in un avversario temibile.
Quando ormai sembrava che l'uomo potesse avere la meglio, un filamento adunco, simile al ramo di un albero, uscì dalla bocca dell'essere e affondò nella sua orbita destra. Il mondo esplose in un oceano di dolore.
Khayr si accasciò a terra, poi tutto si fece buio.
USS Seatiger, Ponte 9 - Sala Ologrammi 1
24/11/2394 Ore 13:45 - D.S. 71897.46
"E' tutto pronto?" chiese Finn guardando Droxine Carelli armeggiare ad un apparato collegato attraverso numerosi cavi alla console della sala ologrammi.
"Ancora qualche momento... ok! Tutto pronto." il capo ingegnere fece schioccare le dita "Cosa ci volete?"
"Una prigione dei primi anni '70. Qualcosa di sudicio e pittoresco!" rispose il primo ufficiale strofinando le mani fra loro.
"Vuole anche degli abiti?"
"No niente abiti, anzi tutti tranne la prigioniera, devono avere le divise della Flotta. Dobbiamo sembrare gente dura!"
Carelli armeggiò ancora alla console e poi alzò il pollice verso l'alto.
"Valla a prendere tigre!" esclamò con entusiasmo Anari per poi correggersi con un frettoloso "Comandante! Volevo dire Comandante!"
Finn entrò attraverso la porta lanciando occhiate spaventate all'indirizzo della denobulana.
*** Flashback ***
Nebulosa Oni, Cantiere segreto Galateano
Alcuni anni prima
Khayr si svegliò lentamente.
Come ogni giorno, alzarsi dalla branda della sua prigione era un martirio.
Si sentiva come se fosse un vecchio decrepito ormai con un piede nella pira funebre.
Il fatto di lavorare per diciotto ore al giorno al cantiere non aiutava certamente la sua salute ed era stato solo un miracolo che la ferita all'occhio non avesse fatto infezione e fosse morto.
Dopo mesi di prigionia ormai si sentiva senza speranza.
"Rikugun..." la voce accanto a lui era poco più di un bisbiglio.
"Niente più gradi Tochiro... qui non ce n'è bisogno." sospirò lui di rimando.
"Come preferisce signore, comunque ho saputo dai lavoratori del turno beta che i motori della nave sono stati ultimati. Hanno visto anche lei..."
"L'aliena?" Di colpo l'occhio rimasto di Khayr riprese la sua lucentezza.
"Si signore. E' stata portata qui alla stazione per supervisionare il funzionamento di quello strano motore. Renderlo compatibile con la tecnologia della Federazione è stata una vera impresa."
"Mi domando per quale motivo questi esseri abbiano costruito una nave
del tutto e per tutto simile ad un vascello della Flotta Stellare." il mezzosangue si grattò la mascella coperta da una ispida barba anch'essa simbolo della sua metà Leijiana.
"Non lo so, ma il giovane Daiba del turno beta dice che l'Alleanza Matsumoto è solo l'inizio."
"Aaaah! Che vuoi che ne sappia quel ragazzino! Andiamo, devo vedere."
I due si prepararono per l'inizio del loro turno. La colazione, a base di un beverone proteico, fu consegnata da donne che sembravano di razza matsumoto, ma tutti i prigionieri sapevano bene che così non era.
Gli esseri che li avevano catturati in diverse occasioni, chi in un mercantile, chi su vascelli dell'alleanza, chi direttamente sul pianeta, avevano solo l'aspetto simile al loro.
Arrivarono all'hangar principale camminando incolonnati. Gli abiti sporchi e malridotti e i fisici provati dalla prigionia.
Come ormai accedeva ogni volta, Khayr si trovò ad ammirare lo stupendo vascello di classe Excelsior. Ammirava la sua linea elegante ed armoniosa, così diversa dalle navi dell'alleanza più tozze e massicce anche se dall'aspetto più imponente.
Sulla fusoliera campeggiava la scritta a caratteri cubitali USS HOOD, coperta a malapena dalla vernice nera e da quell'assurdo disegno di un teschio ghignante che i galateani li avevano costretti a dipingere.
Non sapeva cosa volesse dire, magari era il nome di un personaggio famoso e lo stemma di qualche casata federale, ma non gli importava, per lui quella nave era l'Arcadia che nella lingua leijiana significava Libertà.
USS Seatiger, Ponte 9 - Sala Ologrammi 1
24/11/2394 Ore 14:00 - D.S. 71897.49
"E' solo una ragazzina" commentò Finn osservando Yuki che si sollevava intontita dalla branda.
L'uomo si trovava al di là di massicce sbarre che circondavano una sudicia cella provvista di cuccetta e di servizi igenici che di igenico non avevano niente.
La ragazza si guardò attorno spaventata e frastornata e si alzò in piedi scuotendo la testa.
"Portatela in sala interrogatori!" ordinò, facendo poi cenno ai due
improbabili ufficiali della sicurezza di farla uscire.
Erano due poliziotti di qualche holofilm presi in prestito da Carelli per rendere più reale l'ambientazione. Finn tossì quando il fumo del sigaro di uno dei due gli arrivò in faccia.
"Spegni quel coso Finnegan!" Sbraitò cercando di superare quel momento di impasse.
"Agli ordini capo! Vieni bellezza andiamo a farci un giro!" rispose l'energumeno centrando il gabinetto con il puzzolente oggetto.
Il gruppo si trasferì in sala interrogatori, un luogo forse ancora più sudicio della cella dalla quale la ragazza era stata prelevata.
Finn gettò un pacco di fascicoli sul tavolo e la copertina esterna si rifiutò di scivolare inchiodandosi invece in qualche raccapricciante fluido organico di dubbia natura.
"Esagerata!" pensò Finn ordinando ai due di uscire e lasciarlo solo.
Il Primo Ufficiale armeggiò per un po' con i documenti sui quali risaltavano le foto di Khayr prese dai monitor e della nave trasformata in vascello pirata. Il tutto aveva un aspetto realistico, come se la Federazione avesse un fascicolo apposito sul capitano dell'Arcadia. Finito di armeggiare, Finn tornò a guardare la ragazza e incrociò le braccia al petto senza chiedere niente, ma guardandola con lo sguardo di chi sa più di quanto ci si aspetti.
Flashback
Nebulosa Oni, Cantiere segreto Galateano
Alcuni anni prima
"Dimmi cosa hai sentito..." ordinò Khayr al giovane di fronte a lui.
"Questi esseri provengono da un diverso univero..." iniziò Daiba indeciso se guardare o no l'occhio bendato dell'uomo di fronte a lui.
"Il loro aspetto è frutto di un camuffamento genetico imperfetto."
"Dimmi qualcosa che non so!" ribattè il mezzosangue toccandosi involontariamente la benda.
"Quella nave è stata costruita seguendo i progetti di una nave della Flotta Stellare realmente esistente. I suoi progetti sono stati acquistati da alcuni mercanti ferengi, o almeno è quello che ho sentito dire dalle guardie in questi mesi."
"E perchè hanno sprecato tempo a costruire una nave federale?"
"Da quello che ho sentito il piano è far entrare l'Alleanza nella Federazione dei Pianeti Uniti e una volta fatto, iniziare ad assumere il controllo della Federazione. La vera USS Hood verrà fatta sparire quando verrà il momento, hanno navi che possono aprire portali per l'altro universo e useranno la copia per creare dissenso all'interno della Federazione."
"Mmmh. Una nave che tradisce i suoi ideali... non penso che possa bastare."
"La nave verrà mascherata in nave pirata, hanno preso l'idea dai libri e dagli holofilm della Terra. Ma sarà sempre possibile risalire al vero nome della nave."
"Non credo che potranno reggere a lungo... prima o poi verranno fermati." commentò Khayr.
"Penso di si, ma avranno sicuramente creato abbastanza dissensi fra la Flotta e l'opinione pubblica da far passare inosservati le sparizioni e gli omicidi che verranno causati dagli esseri per scalare i vertici del governo federale." terminò Daiba
Khayr guardò Tochiro.
"Potrebbe essere... per costruire questa mostruosità ci avranno messo anni. Lo stesso vale per l'infiltrarsi nell'Alleanza. Sembra gente che fa piani a lungo termine." Khayr grugnì in risposta.
"Cosa facciamo Rikugun?" chiese Daiba "La cosa più giusta da fare sarebbe far esplodere quella nave e tutto il cantiere spaziale!"
Il mezzosangue si grattò la barba e guardò i due con uno strano scintillio nello sguardo.
"No signori... Non la faremo esplodere!"
"Cosa ti è venuto in mente?" chiese Tochiro guardandolo di sottecchi.
"Noi ci prenderemo quella bellezza e faremo esplodere i cantieri! Poi daremo filo da torcere a quegli schifosi mostri. Useremo il loro stesso piano e faremo conoscere all'Alleanza la reale minaccia che questi esseri rappresentano!"
"Ci sto!" rispose Daiba immediatamente trasportato dall'entusiasmo giovanile.
"Cosa ti serve?" chiese Tochiro con voce più pacata.
"Per prima cosa devo arrivare a questa misteriosa aliena, poi..." il piano iniziò a prendere forma.
USS Seatiger, Ponte 9 - Sala Ologrammi 1
24/11/2394 Ore 14:20 - D.S. 71897.52
"Beh? E' li in silenzio da venti minuti ormai..." Carelli guardò Anari. Le due si trovavano dall'altra parte del vetro della sala interrogatori, la curiosità era stata troppa e le due alla fine erano entrate per seguire le azioni del primo ufficiale.
"Non chiedere a me... io non ho idea di quello che stia facendo. Mi aspettavo urla e qualche tortura fantasiosa." rispose delusa l'ufficiale scientifico.
"Le torture sono vietate dal trattato vulcaniano del 2064. Il trattato con cui la Terra e Vulcano instaurarono ufficialmente l'alleanza." rispose con voce fredda Tkar entrando nella sala di osservazione.
"Ma non fa menzione di ologrammi!"
"Tecnicamente corretto, ma la corte marziale che subirebbe potrebbe non concordare."
"Lei sa cosa sta facendo?"
"E' una tecnica d'interrogatorio che si basa sul mettere a disagio il prigioniero non ponendo nessuna domanda, ci si aspetta che il dubbio e la coscienza del prigioniero facciano il lavoro per l'interrogatore.
Su individui particolarmente giovani e un aspetto non decisamente criminale come in questo caso, la tecnica può avere buoni risultati.
Il Signor Finn ha scelto un eccellente sistema d'interrogatorio e la sua tecnica è estremamente efficace."
"Lo sapevo che era un genio!" esclamò Anari con soddisfazione.
"Ma non ha tenuto conto che l'essere è solo un ologramma, senza nessuna emozione che possa essere sfruttata. In definitiva assolutamente inutile." concluse lapidario il vulcaniano.
"Lo ammazzo..."
"Dica qualcosa almeno!" nella sala interrogatori i nervi di Yuki avevano alla fine ceduto.
"Affascinante..." commentò Tkar avvicinandosi al vetro.
Finn se lo aspettava, ormai da alcuni minuti la ragazza stava mostrando segni di cedimento. Conosceva i tipi come lei, ragazze che si trovavano in guai più grandi di loro e non sapevano come uscirne. A lui era capitato un sacco di volte. Rimase in silenzio.
"Perchè ci state addosso? Non abbiamo fatto saltare noi il cargo!" la ragazza continuava ad agitarsi.
Il primo ufficiale piegò impercettibilmente la testa di lato.
"Ci avevano detto che quel cargo conteneva armi ed era nostra intenzione farlo saltare, ma qualcosa o qualcuno ci ha preceduti." il fatto che il suo interlocutore, nonostante la faccia bonaria, continuasse a rimanere in silenzio la rendeva sempre più agitata. Si era aspettata grida, insulti, torture, i galateani erano bravi in questo nei loro campi di prigionia, ma non che il suo carceriere se ne stesse lì a guardarla e basta.
"Voi non capite, non sapete la verità!" esclamò ancora.
"Allora me la dica..." sospirò Finn appoggiandosi al tavolo, la giacca
della divisa sembrò venire a contatto con cose innominabili ma l'uomo
non si vece distrarre.
Yuki iniziò la sua storia.
*** Flashback ***
Nebulosa Oni - Nave Galateana Drosera
Alcuni anni prima
"Come sono potuti fuggire?!" esclamò Genlisea afferrando con forza il suo ufficiale della sicurezza. La donna non si divincolò per non rischiare ulteriori ripercussioni, se la fisiologia Galateana, per quanto modificata dal camuffamento genetico, avesse permesso la sudorazione, in quel momento l'ufficiale sarebbe stata in un bagno di sudore.
"Per accellerare i lavori i due turni si sovrapponevano per alcune ore del giorno. Hanno scelto quel momento per attaccare. Supponiamo che avessero contattato in qualche modo l'essere chiamato Meeme e coordinato con lei la fuga."
"Mi avete deluso..." commentò il comandante della Terza Armata. Dalla sua bocca fuoriuscì l'aculeo che penetrò con forza nella fronte della subordinata.
La donna si agitò per alcuni secondi e poi si afflosciò con gli occhi spalancati.
"Non tutto è perduto..." una voce pacata giunse dalle spalle di Genlisea che si voltò di scatto.
"Comandante Heliamphora!" il generale supremo delle forze galateane doveva aver sentito la conversazione.
"Nonostante il tuo fallimento le cose potrebbero tornare a nostro vantaggio."
"In che modo?"
"Adesso i ribelli hanno una nave stellare e tutto il desiderio di vendicarsi. Ma non possono dire a nessuno di noi, non ne hanno le prove. Hanno persino falto saltare i cantieri, che in ogni caso avremmo distrutto noi stesse, e controlliamo i canali di informazione dell'Alleanza. Li faremo passare per semplici ribelli mentre cercheranno inutilmente di fermarci.
La cosa può anche avvantaggiarci nel nostro piano di entrare nella Federazione. Due mondi in pericolo per colpa di qualcuno su un vascello federale? Gli umani saranno i primi ad accorrere... sono così ingenui nella loro voglia di migliorare se stessi."
"Prima o poi lo prenderanno e potrebbero credere alla sua storia." commentò Genlisea che comunque vedeva interessanti possibilità nel piano.
"Il tuo prigioniero speciale non è il tipo da farsi catturare vivo e comunque chi potrebbe credere alla sua storia? A breve il nostro camuffamento genetico sarà perfetto e non potremo più essere distinti dagli altri esseri di questo universo. Inoltre, quando entreremo a tutti gli effetti nella Federazione, potremmo accusare la Flotta di aver ceduto una nave stellare ai ribelli. Questo potrebbe fomentare l'opinione pubblica molto più di quanto farebbero semplici attacchi di una nave pirata."
Genlisea si inchinò al suo superiore e uscì dalla stanza.
USS Seatiger, Plancia
24/11/2394 Ore 16:28 - D.S. 71897.77
"Signor McCree contatti la nave pirata." ordinò Arjian posizionandosi al centro della plancia, dietro di lui, seduto sulla sua poltrona di primo ufficiale, Finn se ne stava rilassato per la prima volta da quando si era imbarcato.
Il benzita alla postazione delle comunicazioni operò alcuni aggiustamenti e poi fece cenno affermativo in direzione del suo capitano.
"Qui il Capitano Arjian Kenar della USS Seatiger. Capitano Khyar credo sia arrivato il momento di parlare a quattrocchi."
=^=Cosa vuole?=^= fu la fredda domanda del suo interlocutore.
"Chiedo il permesso di salire a bordo... insieme alla vostra amica e ad un paio di membri del mio staff." nell'occhio del capitano dell'Arcadia passò un lampo di sorpresa.
=^=Vuole venire lei qui?=^= chiese sempre più sopreso Khyar
"Se quello che ci ha detto la signorina Yuki è vero, abbiamo molto di cui discutere. Immagino che si preparasse a venire a riprenderla, penso che in questo modo eviteremo inutili spargimenti di sangue."
Il pirata era combattuto. Anni di fuga e di guerriglia l'avevano reso estremamente diffidente.
Una trappola? A che scopo? In quel momento erano in balia della nave federale, potevano semplicemente sparare un paio di siluri e mettere fine alla cosa.
=^=Va bene capitano, lei e due dei suoi... se ha torto un capello al mio ufficiale, se ne pentirà!=^=
"Sappiamo entrambi che sarebbe difficile farle del male visto il suo stato."
L'occhio del mezzosangue si strinse in uno sguardo pericoloso.
=^=Gliel'ha detto?=^=
"Non spettava a me... Sto arrivando." la comunicazione fu interrotta.
"Bene signor Finn, a lei la plancia..." commentò dirigendosi verso il turno ascensore.
Finn riprese ad agitarsi.