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USS SEATIGER - MISSIONE 01 RSS USS SEATIGER - Missione 01

01.02 "Qualcosa di strano"

di Droxine Carelli, Pubblicato il 30-01-2015

USS Seatiger, Sala Riunioni - 23/11/2394 ore 23:30 Data Stellare 71895.83


Il neocapitano della USS Seatiger scrutò i suoi ufficiali di comando riuniti attorno al tavolo.
Era il primo briefing a cui presiedeva in veste di capitano. O almeno la prima in missione attiva.
Faceva una strana impressione.
*Suvvia, Arjan. Non fare il bambino. Non è il momento di emozionarsi...*
Ma in fondo non gli dispiaceva. Un certo nervosismo in fondo significava che era ancora in grado di entusiasmarsi per qualcosa.
Scorse i visi dei suoi, ora proprio suoi, ufficiali.
"Bene, signori. Spero che abbiate avuto tempo di fare i compiti. Tkar, inizi lei. Cosa abbiamo sul cargo? Come hanno fatto a colpirlo?"
Il capo della sicurezza rispose con al consueta flemma vulcaniana.
"Secondo la nostre rilevazioni non lo hanno fatto, capitano." Arjan inarcò un sopracciglio interrogativamente in maniera molto vulcaniana. Tkar non rispose alla provocazione e continuò.
"La nave aveva seminato dei siluri dissimulati per attaccare il cargo. Abbiamo ugualmente individuato gli ordigni e gli abbiamo resi inoffensivi prima che venissero fatti esplodere. La nostra manovra è stata perfetta."
Arjan stava per fare un commento riguardo la modestia ma si trattenne.
"Non è possibile che i siluri fossero un'esca? Per mascherare un'altra arma?"
"Possibile ma improbabile. C'è solo una probabilità del 3.7% che possano aver messo in campo una tecnologia simile."
"Un giorno mi spiegherà come riesce a calcolare le probabilità di cose simili..."
"Utilizzo algoritmi probabilistici che..."
Arjan alzò una mano per per fermare l'ufficiale.
"...ma non adesso. Allora che spiegazione mi può dare per la distruzione del cargo?"
"Applicherei il rasoio di Occam. La soluzione più semplice è la migliore. In questa regione di spazio avevano solo cinque navi. Noi, la nave avversaria, il cargo e due navette di scorta. Noi non abbiamo distrutto la nave. Gli altri non ci sono riusciti. Le navette erano rimaste danneggiate. Rimane solo il cargo stesso."
L'espressione del capitano si scurì.
"Sta suggerendo un sabotaggio?"
"Esattamente."
"È un'ipotesi che ha implicazioni molto gravi."
"Indubbiamente."
"Voglio prove. Prove inconfutabili."
"Stiamo esaminando i dati. I sensori della Seatiger sono molto precisi. Se c'è qualcosa abbiano buone possibilità di trovalo."
"Lo faccia."
Il vulcaniano assentì con un cenno del capo.
Arjan rivolse la sua attenzione verso il capo ingegnere.
"Tenente Carelli, che mi dice della nave? Una vecchia classe Excelsior, giusto?"
"Stiamo ancora analizzando i dati, ma abbiamo già qualcosa. Ma è molto, molto strano."
Arjan sorrise. "Il nostro pane. Vada avanti."
"Per prima cosa abbiamo identificato la nave. Il transponder era muto ovviamente, e sono state apportate numerose modifiche non standard. Ironicamente abbiamo semplicemente ricostruito la scritta sullo scafo anche se coperta dal colore nero."
Droxine fece una pausa effetto.
"NCC-42296. È la USS Hood, Signore."
Arjan aggrottò le sopracciglia.
"La Hood? Ma..."
Droxine annuì. "Esatto. È ancora in servizio attivo."
"Come possono aver rubato una nave completamente attrezzata?"
"Abbiamo richiesto informazioni al comando di flotta. La Hood è tuttora in missione di pattugliamento del confine romulano. Manda rapporti regolari. Inoltre come dicevo la struttura ha subito modifiche estese. Nelle sue parti più vecchie mostra stress strutturali che non sono compatibili con la sua età attuale."
"Sta suggerendo quindi che questa Hood provenga futuro?"
"Non sarebbe la cosa più strana che ci sia capitata."
"Sicuramente."
"Sennonché non ci sono tracce di particelle croniton. Sembra che quella nave non abbia viaggiato nel tempo. Non di recente e con le meccaniche che conosciamo noi, quanto meno."
"Universo specchio?" interloquì Tholos.
Droxine scosse la testa."Le firme quantiche non sono compatibili. Quella nave sembra provenire a questo
universo."
Arjan si adagiò sullo schienale della sedia, pensoso.
"Non esagerava quando definiva strana tutta questa faccenda..."
Anari stava cercando di attirare la sua attenzione. L'ufficiale scientifico denobulano sembrava un piccolo vulcano. Doveva essere stato difficile per lei rimanere in silenzio fino a quel momento, ed adesso sembrava in procinto di eruttare. Arjan sospirò mentalmente. Era meglio lasciare che sfogasse.
"Tenente Anari? Voleva aggiungere qualcosa?"
"Sì! Cioè, sissignore. Durante il combattimento per un attimo siamo riusciti a penetrare gli scudi con i sensori. Il segnale era molto disturbato ma ho giusto terminato di ripulirlo. Il risultato è ragionevolmente attendibile ma i dati erano limitati e..."
"Tenente, può venire al punto?"
"...ho una scansione delle forme di vita a bordo. Sono solo due, capitano."
"Due? Due sole persone non possono gestire una nave di quelle dimensioni. Quanto sono affidabili questi dati?"
Anari sembrò un po' sulle spine.
"Come ho detto, ragionevolmente. Non è un dato certo."
"Capisco."
La voce di Tkar si fece sentire.
"A che razza appartengono le forme di vita?"
Anari fece uno sguardo sconsolato.
"Dati insufficienti. Non posso fare ipotesi."
Il capitano della Seatiger si alzò in piedi, rivolgendosi ai suoi ufficiali.
"Senza dubbio ci troviamo con un bel mistero per le mani. Non è la prima volta e non sarà l'ultima. Se nessuno ha altro da aggiungere aggiorniamo la riunione."
Nessuno parlò.
"Le nostri sforzi si dirigono in due direzioni. Indagare sulla distruzione del cargo... ma soprattutto sulla nave pirata. Signori, voglio quella nave. Trovatemela. In libertà."



Nave stellare Arcadia. Bar di prora. In quel momento.


Il locale era oscurato. L'unica luce era qulla delle stelle che punteggiavano il cielo oscuro.
Una figura tetra ammantata di nero scrutava l'oscurità con in mano una coppa di vino rosso come il sangue.
Ogni tanto prendeva un sorso, ma non dava segno di apprezzamento. O di disgusto.
"Sapevo che ti saresti rintanato qui."
Khayr si voltò a metà verso la figura che era apparsa alle sue spalle. Si voltò di nuovo verso la grande finestra panoramica.
"La nave è a posto?"
La voce dietro di lui tradì una leggera esasperazione.
"Non sono qui a farti un rapporto."
"No?"
"Sono qui come tuo amico. E girati quando ti parlo."
Khayr si voltò a fronteggiare l'altro. Un figura bassa di statura e tarchiata. Ma gli occhi, appena visibili da sotto la tesa del cappellone a tesa larga che portava calcato sulla testa, possedevano un'intensità spaventosa.
"Non è il modo di parlare al tuo capitano."
"In questo momento non sono il tuo capo ingegnere."
"Non è il momento, Tochiro."
L'altro lo ignorò.
"Sei preoccupato per la nave federale?"
"No. È una variabile di cui tenere conto ma nulla di più. Non cambia nulla della nostra missione."
L'ingegnere rispose con un sorrisone.
"Sarà... ma se avessero voluto ci avrebbero potuto infilare un bel siluro su per le chiappe! Io una certa strizza ce l'ho avuta."
Poi il sorriso si spense lentamente.
"O meglio. Ce l'avrei avuta se fossi veramente..."
Si fermò vedendo lo sguardo teso del suo capitano.
"Scusa. Non volevo. Il tuo umore è già abbastanza scuro così com'è."
Khayr addolcì la sua espressione con un sorriso tirato. Un evento di cui ben pochi erano stai testimoni negli ultimi tempi.
"Non devi scusarti. Tu sei e sarai sempre mio amico. Un compagno inseparabile. Senza di te l'Arcadia non esisterebbe nemmeno."
"Lo puoi ben dire. Questa vecchia nave la ho ricostruita quasi pezzo per pezzo.Un'impresa titanica! Del resto ero... sono un genio! "
Khayr rispose sollevando il bicchiere alla volta dell'amico in un brindisi silente.
"Ma proprio perché ti conosco da tanto tempo ricordo un te in grado di ridere, divertirsi... ora stai morendo dentro. Non devi lasciare che succeda."
Il capitano scosse la testa rigidamente.
"La missione è troppo importante. Non posso distrarmi."
La reazione di Tochiro fu esplosiva. Colpì infuriato a mano aperta il tavolo vicino.
La bottiglia di vino rosso si rovesciò ed il liquido sanguigno iniziò a zampillare sul pavimento.
"FINISCILA DI DIRE STRONZATE!"
Prese un respiro e continuò a voce più bassa ma non meno irata.
"Non ti ho insegnato niente? La vita va vissuta pienamente! Sorso a sorso. Attimo per attimo. A volte nuotandoci dentro come un pesce. Altre strappandola via con le unghie e con i denti."
Khayr serrò i denti. E fronteggiò l'amico con sguardo duro come una lama di acciaio.
"Non dire sciocchezze. Esiste solo la missione! Se falliamo non esisterà nemmeno nulla per cui vivere!"
Seguì un silenzio in cui i due rimasero a guardarsi in cagnesco.
Poi Tochiro produsse di nuovo uno dei suoi sorrisoni.
"Ahh... vedi che c'è ancora un po' di sangue in quelle vene!"
E affibbiò una manata gioviale sulla spalla di Khayr. Questo sorrise strinse l'avambraccio di Tochiro, che ricambiò la stretta.
Lo sguardo di Tochiro si fece più cupo.
"So bene quanto è importante la missione. Ma non devi perdere di vista lo scopo. Né la via per arrivarci. Altrimenti non sarai altro che un mostro."
"Temo che invece servirà un mostro. Se è così io sarò quel mostro."
Tochiro scosse la testa mantenendo saldamente la stretta sul braccio dell'altro.
"No. Devi ascoltare la tua anima per trovare la via giusta. Altrimenti sarai solo un proiettile che avanza verso la sua vittima. Ma ricordati che un proiettile è sempre sparato da qualcun altro."
Khayr rimase in silenzio.
"Bene... mi sa che ti annoiato abbastanza con la mia profonda saggezza. È tempo che torni nella mia cuccia... ti saluto. Ed invece di sorseggiare languidamente quel vinaccio tracannati una bella bottiglia di spirito serio ed ubriacati come quando ti portavo per bordelli!"
Detto questo Tochiro si dissolse in una nube di puntini colorati.
Il capitano vestito di nero rimase a guardarsi il braccio che l'amico aveva tenuto stretto fino a poco prima. Poi lo lasciò ricadere al fianco.
E rimase solo, nell'oscurità. Ombra in una nave di fantasmi.



USS Seatiger, Mensa - 24/11/2394 ore 09:00 Data Stellare 71896.92


Il capo Ingegnere e l'ufficiale scientifico della Seatiger entrarono in sala mensa con un'aria alquanto sconsolata. Almeno la prima lo era. La seconda era quantomeno meno pimpante del solito.
"Io non riesco a capire come diavolo abbiano fatto."
Disse Droxine. Nelle ultime ore aveva ripetuto quella frase più e più volte. Tanto da infastidire persino sé stessa, ma non poteva farne a meno.
"La loro tecnologia è strana..."
"È una vecchia nave federale rattoppata all'impossibile! Come può scomparire in questo modo? Non una traccia di curvatura, una traccia radioattiva... nulla."
"Avevano motori fuori dal comune di sicuro. Mi piacerebbe proprio studiarli."
Droxine ringhiò.
"Anche a me, poco ma sicuro. Ma adesso abbiamo il problema più impellente di trovare quei stramaledetti pirati!"
"Siamo stanche ed è tutta la notte che ci fissiamo sul problema. Proviamo a rilassarci ed a cambiare discorso."
Disse la denobulana mentre portava al loro tavolo paste e tè.
"Buona idea. Non ho più l'età per queste tirate."
Anari si inclinò verso Droxine con fare cospiratorio.
"Allora? Tu cosa ne pensi di lui?"
"Lui? Lui chi?"
Anari stava sprizzando entusiasmo da tutti i pori.
"Come sarebbe chi? Il nuovo primo ufficiale! Lo sai che ho tutte le sue canzoni?"
Il viso di Droxine tradì molto meno rapimento.
"Ah... quello..."
"Mi pare di capire che non ti piaccia molto."
"No, no non dico questo..."
"Eddai. Vuota il sacco."
"Va bene. La verità è che non approvo molto la sua assegnazione. Sembra un brutto scherzo."
"E dai... non può essere così male..."
"Ma cosa dici? Riveste un ruolo chiave nella gerarchia e non è minimamente addestrato! La vita dell'equipaggio e non solo può dipendere da lui. Ma cosa è passato per la testa ai coordinatori al comando di flotta!" Anari guardò l'amica ad occhi sgranati, una volta tanto ammutolita. Ma per poco.
"Mi sorprendi. Non sembri neanche tu. Di solito non sei tipo da dare giudizi così... decisi diciamo."
Droxine si appoggiò allo schienale della sedia e cercò di assumere un'espressione più accomodante.
"Senti, non voglio offendere nessuno. Capisco che ti piaccia e che sia un tipo simpatico. Magari è anche un ottimo musicista ed ha molte buone qualità ma..."
"Ma?"
"Non è un ufficiale. Non uno vero."
"Ora no. Ma con il tempo sono sicura che si farà onore."
"È possibile, ma questo non conta."
"Allora cosa ti provoca una reazione così violenta?"
"Io non ho reazioni violente!"
Droxine si interruppe sotto lo sguardo divertito di Anari. Prese un respiro e riprese più pacatamente.
"La verità è che mi offende che indossi l'uniforme della flotta stellare." Anari la occhieggiò incoraggiante.
"Tutti noi ci siamo guadagnati questa uniforme con fatica. Ci siamo impegnati, abbiamo incontrato e superato i nostri limiti. E questo solo per graduarci all'accademia. E poi la gavetta, la carriera. Ogni grado ed incarico ce lo siamo guadagnato. E loro gli hanno gettato quella stessa uniforme come se fosse uno straccio vecchio." Seguì qualche attimo di silenzio.
"Bé non si può dire che tu non abbia un'opinione netta. Secondo me però dovresti dargli il beneficio del dubbio. Diamogli una possibilità."
"Ma sì, ma sì... non ho certo intenzione di di assalirlo verbalmente. Ma vedi, la Flotta Stellare è sempre stata un'élite, nel senso buono del termine. Essa comprende la crema della Federazione. Solo i migliori riescono ad entrarci. Ed i risultati si vedono."
"Su questo devo dissentire. La Flotta non comprende la crema della Federazione. Comprende la crema di coloro che vogliono entrare nella Flotta. È una distinzione importante."
Droxine annuì verso l'amica.
"Touché."
In quel momento l'argomento di conversazione in persona entrò nella sala mensa. Anari gli fece subito segno di avvicinarsi.
"Comandante Finn! Stavamo giusto parlando di lei!"
Droxine lanciò ad Anari uno sguardo di avvertimento. Completamente ignorato. Dewey rivolse un sorriso incerto alle due donne.
"Davvero? Cose edificanti, spero."
"Assolutamente! Siamo arrivate ad un'impasse. Non abbiamo trovato trovato nessun metodo per localizzare la nave nera. Lei cosa ne pensa?"
Il primo ufficiale si passò una mano sulla barba.
"Non saprei proprio cosa dirvi... non so nulla su meccanica suspaziale e simili"
"Subspaziale." Corresse automaticamente Droxine prima di riuscire a mordersi la lingua.
"Giusto. Vedete? Non vi posso aiutare. L'unica cosa che posso dirvi è che quei tipi devono essere proprio dei pazzi."
Anari gli sorrise incoraggiante. "Sono dei terroristi quindi direi proprio di sì."
"Anche quello, ma intendevo... ci pensate quanta vernice devono aver usato per colorare tutta la nave di nero!?"
Droxine sorrise condiscendente.
"Comandante... le navi non si verniciano. Le placche sono già trattate al momento del montaggio." Poi il sorriso scemò. "Ma che motivo avrebbero avuto? Smontare tutta la corazza esterna solo per colorare di nero la nave..."
"Ecco, lo sapevo... ho detto una delle mie solite idiozie..."
Ma le due donne non ascoltavano più il primo ufficiale. Si erano voltate a guardarsi negli occhi. Sgranati.
"Non possono averlo fatto davvero..."
"Forse le rilevazioni dei sensori ci possono togliere il dubbio."
Le due donne si diressero velocemente verso la porta. Uscendo Anari si voltò verso Dewey salutandolo.
"Grazie comandante, lei è un genio!"
"Bé, lo ho sempre sospettato... ma in questo particolare caso perché?" ma stava parlando ad una porta chiusa.
Rimase inebetito qualche altro secondo, poi fece spallucce ed andò a fare colazione.



USS Seatiger, cartografia stellare - 24/11/2394 10 minuti dopo


I dati erano davanti a loro, per quanto incredibili.
Droxine ed Anari si guardavano sorridendo. Finalmente avevano qualcosa, per quanto labile.
Droxine fece un sorriso da lupo.
"Da non credere... hanno veramente verniciato lo scafo. A mano! Dei pazzi."
"Ci dovevano proprio tenere molto! E per nostra fortuna hanno usato materiali di fortuna. La vernice non è adatta al vuoto."
"Secondo le mie simulazioni dovrebbe sublimare una massa sufficiente a darci una traccia."
"Sicura? Si parla di poche molecole in un volume di spazio che non possiamo valutare."
Anari aveva il caratteristico scintillio che Droxine aveva imparato a conoscere. E talvolta a temere.
"Molecole molto caratteristiche. Se mi gioco bene gli algoritmi ad individuazione di schema abbiamo qualche possibilità." Droxine sospirò.
"Suppongo che ci dobbiamo provare. Andiamo a dirlo al capitano?"
"Altroché! E tu che dicevi che era inutile!"
"Chi?"
"Il comandante Finn. Senza di lui non ci saremmo arrivate!"
"Oh, andiamo. Ha detto solo alcune frasi colloquiali. Che ci abbia dato l'idea
giusta è stato solo un caso."
"Bé magari ci porta bene."
Droxine alzò gli occhi al cielo.
"Ma certo. L'Enterprise aveva Spock e Riker. Noi il coniglietto portafortuna. Andiamo va..."
Le due donne uscirono ridacchiando.



Da qualche parte nello spazio Matsumoto. In quel momento.


La regina Daphne ascoltava il rapporto del comandante Heliamphora.
"Un buon successo, tutto sommato. Il cargo è stato distrutto. I nostri infiltrati stanno già lavorando incitando l'opinione pubblica contro Khayr. I federali sono sulle sue tracce."

La regina scosse la testa, impassibile. "Non fate l'errore di sottovalutare Khayr. È pericoloso. Troppo pericoloso. Passerà sopra qualsiasi ostacolo per raggiungere il suo obiettivo. I federali non sono un avversario alla sua altezza. Se stretto all'angolo li frantumerà come un fiore nella tempesta."
"Saranno comunque un fastidio per lui. Ci daranno il vantaggio che ci serve. E..." il comandante Galateano strinse la mano a pugno per sottolineare il proprio impegno "se necessario interverrò io stessa. Macinerò le sue ossa le le spargerò per il cosmo."

Daphne sorrise alla sua sottoposta.
"Il tuo ardore ti fa onore. Ma il tuo posto è al mio fianco. Lascia che ci pensi Genlisea. Sta facendo un buon lavoro."
Heliamphora si genuflesse, senza nessuna traccia della bellicosità che l'aveva colta poco prima.
"Ai tuoi ordini."
"Così sia sempre. Ora vai. Voglio rimanere sola per un po'."
Il comandante del forze galateane si affrettò ad obbedire.