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USS HOPE - MISSIONE 16 RSS USS HOPE - Missione 16

16.09 "Le mie scuse"

di Ferris Bueller, Pubblicato il 15-12-2021

USS Hope - Alloggio di Bueller
09/02/2401, ore 15.00


Il campanello lo fece sobbalzare, per un attimo si ritrovò a guardarsi attorno confuso, come se non riconoscesse il suo alloggio, poi piano piano la realtà tornò.
"Avanti..." fu quasi un bisbiglio ma il computer riconobbe il comando e aprì la porta.

Davanti a lui Xyr, mani unite dietro la schiena che lo guardava con le sopracciglia aggrottate. Ferris sospirò... che aveva fatto di male questa volta? A dirla tutta lo sapeva cosa aveva fatto di male, il suo scatto d'ira era ingiustificato e ingiustificabile. Rest aveva fatto il suo dovere e nonostante lui l'avesse accusato di non aver preso il posto di Doohan come esca della trappola sapeva anche che né lui né Basta, sarebbero stati utili ai rapitori se volevano sostituirli con dei cloni.

Bueller sospirò, adesso sarebbe arrivata la ramanzina dell'andoriana perché aveva ferito l'orgoglio del suo pupillo. A dire il vero si aspettava che fosse Caytlin la prima a farsi viva, ma evidentemente aveva altro da fare... che ci faceva là davanti alla porta? Ah si vero...

"Signor Xyr prego si accomodi..." sospirò rassegnato "So cosa vuole dirmi e vorrei fermarla prima di iniziare la sua sfuriata."

Le lanciò un'occhiata, era ancora rigida nella sua posizione di attesa... si era dimenticato di qualcosa? Non gli sembrava...

"Signor Xyr?" chiese titubante.
"Ho il permesso di parlare liberamente?" chiese l'andoriana
"Ah si certo, non si preoccupi..." *e ora inizia* pensò lui

Xyr lo prese alla sprovvista, il pugno allo stomaco non era forte ma non se lo aspettava.

"Che diavolo!" esclamò prima che la testa di lei si appoggiasse sul suo torace.

"Non farmelo mai più Ferris... mai più..." dopo un attimo di titubanza lui avvolse le sue braccia attorno alle spalle di lei, troppo sorpreso per dire una sola parola.

"Questa volta non è stata colpa mia..." bisbigliò Ferris, stranamente non voleva che quel momento passasse, sentiva una delle antenne della giovane che carezzava lentamente la sua guancia.

"È sempre colpa tua..." disse lei alzando la testa per guardarlo. I suoi occhi erano umidi e il giovane ci leggeva la stanchezza e la sofferenza accumulata mentre lui era via.

"Sei stata brava Xyr... sei stata brava." le disse osservando i suoi lineamenti perfetti e gli occhi neri come la notte.

I loro volti erano tanto vicini da sentire l'uno il respiro dell'altra sulla pelle, Ferris si stava perdendo negli occhi del suo primo ufficiale... poi la porta suonò di nuovo ed entrambi fecero un balzo indietro.

"È sempre colpa tua..." borbottò Xyr volando fuori dall'alloggio quando la porta si aprì per far entrare Caytlin.

"Mi sono persa qualcosa?" chiese la risiana guardando allibita la porta ormai richiusa.

"Non ne sono molto sicuro. Xyr mi ha dato un pugno... e poi mi ha abbracciato." rispose lui ancora scombussolato

"Oh!" sentenziò la rossa

"Ma mi ha dato un pugno!" precisò il Capitano della Hope.

"Sicuramente te lo meritavi... Ferris io e te dobbiamo parlare!" Caytlin mise le mani sui fianchi e lo guardò con sguardo deciso. "Anzi no, prima un'altra cosa" detto questo la giovane si precipitò fra le sue braccia e lo strinse forte a sé.

"Credevo di averti davvero perso, lo credevamo tutti." disse lei dopo averlo stretto abbastanza.

"Lo so, ma lo dite come se fosse colpa mia!" l'abbraccio di Caytlin era caldo e piacevole ma sembrava diverso da quello di Xyr... scosse la testa per scacciare la confusione.

"È sempre colpa tua" rispose la risiana sorridendo senza rendersi conto di aver detto le esatte parole della collega.

"So già cosa sei venuta a dirmi e sono d'accordo con te su tutto, quindi per il momento rimaniamo un po' così." Ferris assaporò l'odore dei capelli della bella risiana, si sentiva di nuovo a casa, in pace. Quelle manifestazioni di affetto stavano cancellando il trauma della prigionia, o almeno gli stavano dando un po' di pace... ma non era il momento di tergiversare, altri erano stati male pensandolo morto... uno di loro non lo avrebbe nemmeno ammesso ed era anche stato ingiusto con lui.

"Rossa... come mi posso scusare con un vulcaniano?" chiese dopo un sospiro di rassegnazione.
"Vuoi scusarti seriamente o vuoi solo sfangarla?" domandò il consigliere di bordo alzando la testa per guardarlo.
"Seriamente direi."
"Ok allora..."



USS Hope - Alloggio di Rest
09/02/2401, ore 15.30


Il suono della porta fece riemergere lentamente Rest dalla sua meditazione. Rimase ancora concentrato sulla candela davanti a lui mentre sentiva il suo corpo riprendere lentamente a funzionare... non era servita a molto, sentiva ancora la frustrazione per quello che era successo.
Una parte di lui si diceva che la sua logica era stata ineccepibile: il suo piano era stato perfetto e aveva dato i risultati che aveva previsto. Un'altra parte, ben più profonda e nascosta nella sua psiche, ripeteva le parole di suo padre fino alla nausea: *Nessuna preparazione tattica ti permetterà mai di prevedere l'imprevedibile, è per questo che, prima o poi, sarai destinato a fallire*... aveva fallito? Era quella la domanda che continuava a rimbalzare nella sua testa.

Di nuovo il campanello suonò costringendolo ad alzarsi.
"Computer apri la porta..." disse dopo essersi sistemato l'abito che usava durante le meditazioni.

Davanti alla porta c'erano il Tenente Bueller e il Capitano Strauss. Ferris aveva ancora lo sguardo tormentato che aveva in sala macchine. Rest si irrigidì preparandosi a delle accuse formali.

"Possiamo entrare?" chiese il giovane umano entrando comunque senza attendere una risposta affermativa.
"Prego..." fu la laconica risposta di Rest. "Cosa posso fare per voi?"
"Sono qui in via ufficiale nelle vesti di facente funzioni di Capitano."

Rest per un attimo fu attraversato dai dubbi. Volevano arrestarlo? No... avrebbero portato Basta. Forse un richiamo ufficiale? Possibile... avrebbero ascoltato il perché aveva compiuto quelle scelte? Per un attimo sentì il bisogno di scusarsi per quello che era successo ma ricacciò quella sensazione nella sua mente per analizzarla in seguito.
"Ditemi pure..." la postura si fece più rigida.

"Capitano Strauss" iniziò Ferris rimanendo al centro della stanza e guardando il vulcaniano negli occhi "Vorrei che registrasse una nota di demerito ai miei danni per il comportamento che ho tenuto con il Tenente Rest al mio ritorno sulla nave, l'ho accusato ingiustamente dei danni riportati dal Tenente Doohan... le mie parole erano dettate dalla stanchezza e dai fatti avvenuti prima che ci trovassero, ma il mio comportamento è stato inqualificabile per un capitano e per un ufficiale della Flotta Stellare... e soprattutto per un amico." Quell'ultima affermazione ebbe in risposta un sopracciglio sollevato.
"Signor Rest," continuò il giovane "forse per lei le mie scuse sono inutili e illogiche, forse ha già archiviato le mie parole come una nuova dimostrazione della mia incapacità nel ricoprire il ruolo di Facente Funzione di Capitano... fosse così non mi sarei nemmeno scusato, avrei fatto finta di nulla e avrei continuato come se niente fosse accaduto..." fece una pausa facendo un passo avanti e guardando il vulcaniano negli occhi "ma ho paura che le mie parole possano aver lasciato invece un dubbio nella sua mente, qualcosa che le abbia fatto pensare di non essere stato all'altezza del suo compito, che davvero quanto è accaduto fosse colpa sua. Me lo lascia affermare ora in presenza del Capitano Strauss: il suo piano era il migliore che potesse essere preparato dato la difficoltà della situazione. Lei ha fatto un ottimo lavoro!"

"Ma il signor Doohan..." la corazza inespugnabile di Rest ebbe un cedimento.

"Il signor Doohan sapeva a cosa andava incontro, come lo sapevano tutti gli ufficiali che si erano offerti volontari per fungere da esca. La rabbia aveva offuscato il mio giudizio e ripensandoci bene dopo, mi sono reso conto che né lei né il tenente Basta potevate offrirvi come esche perché non sareste mai stati catturati per essere sostituiti da dei cloni, altrimenti sono certo che l'avreste fatto. Quindi anche la mia accusa nei suoi confronti era infondata."

Bueller sospirò e parve afflosciarsi per la stanchezza ma raddrizzò le spalle e fece un passo avanti allungando la mano "Signor Rest, io sono umano e illogico per natura, inoltre sia lei che Xyr sapete anche che la mia illogicità è molto superiore a quella di ogni umano presente sulla nave o sul pianeta... la prego di scusarmi per l'accaduto." Ferris attese guardando il collega negli occhi.

Rest lo fissò a lungo, poi sollevò la mano per guardarla. Tutto questo era illogico, lui stesso aveva meditato per ore per riuscire a comprendere se le parole dell'umano in sala teletrasporto erano vere e non era arrivato a nessuna soluzione. Adesso era lì, davanti a lui che si scusava per quelle stesse parole... non capiva... era illogico. Eppure il suo braccio si allungò e la sua mano andò ad unirsi a quella di Ferris in quell'inutile stretta di mano che per gli umani era segno di pace. Non c'era logica in quel gesto, eppure le parole di suo padre parvero sparire di colpo dalla sua mente per essere sostituite dalle parole di quel giovane... no, dalle parole del suo Capitano: *lei ha fatto un ottimo lavoro!*. Quelle parole, anche se era del tutto illogico, fecero risollevare il suo spirito e gli diedero la pace che cercava.

"Bene Signor Rest, adesso si tolga il pigiama e torniamo a lavoro. Quello scemo di Doohan è addirittura tornato alla sua postazione e non voglio essere da meno di quel figaccione da quattro soldi."
"Non è un pigiama..."
"Quel che è... Capitano Strauss grazie per la sua disponibilità, ha già ricevuto anche le mie richieste di note di merito per gli ufficiali superiori vero?"
"Già inviate al Comando di Flotta e a breve invierò anche la sua nota di demerito come da sua richiesta... sono fiero di voi tutti." L'ultima frase fu quasi un bisbiglio mentre usciva dall'alloggio del vulcaniano.

"Allora questo pigiama?" commentò Ferris quando la porta si chiuse.
"Non è un pigiama e preferirei un po' di privacy."
"Ok, ok... ci vediamo in plancia, abbiamo ancora bisogno di lei." detto questo Bueller uscì.



USS Hope - Plancia
09/02/2401, ore 16.00


"Signor Basta novità?" chiese Ferris avviandosi verso la sua poltrona occupata da Xyr. I due si scambiarono un'occhiata fra l'imbarazzato e il confuso poi lui sorrise e lei aggrottò le sopracciglia... bene era tutto tornato a posto.
"L'Ammiraglio Mallory è stato ritrovato morto nella sua camera dalle squadre dell'intelligence che hanno dato il cambio ai miei uomini. È stato accoltellato, un unico fendente al cuore."
"Deve essere stato l'uomo con gli occhi azzurri..." commentò Bueller
"Quale uomo con gli occhi azzurri?" chiese Lon distogliendo lo sguardo dalla sua console.
"L'unico ad interagire con me era un uomo sulla cinquantina, capelli brizzolati, un accenno di barba e occhi azzurri, farò fare un identikit da Hope con l'aiuto di Doohan... è stato lui a torturare James. Finché non mi avete parlato dell'Ammiraglio Mallory pensavo fosse quel tizio il capo e visto com'è finito l'ammiraglio forse non mi sono sbagliato."
"Ma cosa volevano da voi?" chiese Rodriguez
"Volevano i codici della nave, soprattutto quelli che sono stati usati per legare il DNA alieno di Hope alle gelatine bioneurali della nave." Mentre Doohan era sotto tortura il motivo per la sua prigionia gli era stato finalmente rivelato.
"Com'è possibile che qualcuno di esterno all'ammiragliato sappia che Hope è senz..." Xyr si bloccò di colpo
"Già... non è possibile che qualcuno non della flotta abbia saputo che la Hope è una nave senziente. Siamo stati tutti ben attenti... credo che alla fine il Capitano Strauss ci abbia visto giusto." Bueller appoggiò la testa allo schienale della sua poltrona "C'è un complotto in corso e noi ci siamo finiti dentro."

Gli ufficiali della Hope si guardarono, questa storia non era ancora finita.