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USS HOPE - MISSIONE 16 RSS USS HOPE - Missione 16

16.00 "L'urlo"

di Ferris Bueller, Pubblicato il 29-01-2021

USS Hope - Corridoi ponte 7
26/01/2401, ore 22:00


Ferris Bueller stava correndo lungo i corridoi della nave con un sorriso che gli illuminava il volto.
Avrebbe potuto correre in palestra o in sala ologrammi, ma c'erano due motivi per farlo lì: il primo era che chiuso in una palestra, non poteva salutare tutte le giovani che per motivi di servizio o in libertà, si aggiravano per quei luoghi come se stessero passeggiando in una piazza cittadina.

Era da almeno un mese che stazionavano ai confini della Nebulosa Aracnide a circa 40 anni luce dalla Terra... dopo un mese di franchigia sulla Terra sperava in qualcosa di più elettrizzante.
Non era ben chiaro perché la Flotta li avesse mandati lì, secondo Strauss i servizi d'intelligence avevano combinato un qualche casino nel sistema di New France, alcune voci lasciavano ad intendere che l'intera colonia fosse in mano a fazioni criminali, ma le notizie erano vecchie di almeno un anno... conoscendo Strauss si era immaginato tutto.
Comunque loro dovevano rimanere in quell'area di spazio solo poche settimane, in attesa della USS Yellowstone che avrebbe pattugliato la nebulosa approfittando anche per esplorarla, ma la nave che doveva arrivare aveva avuto ritardi a causa di un guasto, a quanto pareva abbastanza grave da farli attendere per tutto quel tempo.
Fortunatamente l'agonia di quella missione sarebbe finita fra pochi giorni, poi avrebbero pensato alla nuova destinazione!

Ah, il secondo motivo per cui correre nei corridoi era piacevole, era perché avrebbe fatto incavolare Xyr... ed era il motivo più divertente.



USS Hope - Bar di prora
26/01/2401, ore 22:05


"Ultimamente non lo riconosco" disse Basta sorseggiando il suo liquore dopo un'ottima cena. La missione era talmente tranquilla da permettergli di allentare un po' il suo autocontrollo.
"A me sembra sempre il solito Bueller." rispose sorridendo Melanne, splendida in un abito da sera che metteva in risalto le sue forme e che aveva fatto sudare Basta alla prima occhiata.
"Ferris ha sempre punzecchiato Xyr, ma ultimamente lo fa quasi di continuo... il bello è che lei non risponde nemmeno a tono." Lon scosse il capo incredulo "Ecco forse è lei che non riconosco più a dire il vero."
"Ah..." gli occhi della giovane dottoressa si illuminarono e lei sorrise.
"Che vorrebbe dire quel ah! Tu sai qualcosa che io non so?" disse lui curioso.
"Diciamo che Luna ha qualche sospetto, non confermato certo, però..." lei lasciò la frase in sospeso.
"Però?" chiese il capo della sicurezza confuso.
"Ah sei proprio un testone! Non capisco come abbia fatto ad innamorarmi di te!" disse lei quasi con noncuranza, ma cercando di nascondere il rossore che dirlo ad alta voce le provocava.
"Per il mio fascino tenebroso e la mia indole malinconica?" rispose Basta cercando di nascondere il brivido lungo la schiena che le parole di lei gli avevano provocato.

Ormai erano passati quattro mesi da quando si erano finalmente concessi l'uno all'altra. Ancora entrambi si muovevano a tentoni, cercando di trovare quell'equilibrio necessario a quasiasi coppia e che per loro, entrambi ufficiali sulla stessa nave, era ancora più indispensabile. Basta stava godendosi molto quel periodo fatto di piccole cose e incontri quasi clandestini, cosa inutile perché la notizia della loro relazione aveva fatto il giro della nave a velocità di curvatura. Molti avevano sospirato sentendo quella notizia e molte avevano fatto altrettanto, ma tutti sembravano contenti per loro e di colpo le battute su loro due erano diventate off limits per rispettare la loro privacy.

Melanne dal canto suo aveva stemperato il suo carattere dopo alcuni incontri con Caytlin. Pensava di non aver bisogno di una consulenza psicologica finché la giovane risiana non le aveva fatto una lista di tutti i guai che aveva combinato. Quella sera avevano riso un sacco, ma in seguito le sedute avevano acquistato serietà e lei si era resa conto degli strascichi che alcune missioni o situazioni avevano lasciato nella sua personalità.
Aveva capito che i suoi sentimenti per Lon erano lì a sobbollire da molto, era una delle cause scatenanti dell'esuberanza che le aveva fatto combinare sciocchezze che alcuni anni prima non avrebbe commesso. Lui era sempre stato nei suoi pensieri, si voleva convincere che era solo un amico ma una parte di lei non voleva accettare una semplice amicizia, l'altra parte di lei non voleva accettare che fosse più di un amico. Risultato? Il caos nella sua testa.
Ora era rilassata. Aveva accettato la situazione e aveva deciso che quello che sarebbe accaduto in futuro avrebbe riguardato solo il futuro. Per ora si godeva la sua storia.



USS Hope - Mensa Ufficiali
26/01/2401, ore 22:15


"Vuoi un dolce?" chiese Rodriguez a Xyr, ma lei scosse il capo "E tu?" guardò Rest dall'altra parte del tavolo e questi parve pensarci un po'.
"Prenderò un lokum bajoriano." disse il vulcaniano quasi con titubanza.
"L'armageddon è alle porte!" esclamò Paulo scuotendo il capo mentre andava al replicatore per ritirare l'ordinazione.

Xyr sorrise, uno dei suoi rari e pallidi sorrisi che arrivavano solo ed esclusivamente fuori dall'orario di servizio.
"Stai cambiando..." disse l'andoriana all'amico
"In male o in bene?" chiese lui, stranamente non disse qualcosa di vulcaniano, ma si adeguò intenzionalmente alla conversazione emozionale. Anche lui si era accorto che qualcosa era cambiato dentro di lui, si sentiva più in pace, le sue meditazioni erano molto soddisfacenti da un po' di tempo a questa parte. Non aveva bisogno di Caytlin per sapere che il suo scontro con il padre e lo scoprire che la madre non era così priva di emozioni come credeva, avevano liberato qualcosa di pesante che giaceva sulla sua anima.

L'andoriana scosse il capo "Che importa? Bene o male le cose cambiano sempre. L'importante è che la cosa sia soddisfacente per te."
Rest non rispose ma iniziò a riflettere sulla logica di quelle parole e pensò che era soddisfacente.
"Un lokum bajoriano per il Signor Rest come ordinato!" esclamò Rodriguez tornando al tavolo "Spero che questa sia l'ultima volta che sostituiamo quelli del turno beta! Detesto lavorare a quest'ora."
"È illogico, nello spazio notte o giorno non hanno nessuna importanza." rispose Rest mantenendo un tono neutro ma non freddo.
"Abitudine, mi incasina il ciclo circadiano." rispose l'umano in modoo vago.
"E ti incasina gli orari di connessione con i tuoi tanti ricettatori." aggiunse meno divertita Xyr
"Queste sono sporche illazioni alle quali non voglio rispondere se non in presenza di numerosi avvocati e di almeno quattro vie di fuga." rispose il Capo Operazioni indicando Xyr con la forchetta imbrattata di cioccolata fondente. "Ah! Stare qui fermo mi sta uccidendo!"
"Ma non siamo fermi, abbiamo iniziato le scansioni per conto della Yellowstone." dissentì Xyr
"Vabbeh avete capito quello che intendevo, una cosa così diverte solo Tucci!" borbottò lui addentando il suo tartufo.
"Viste tutte le cose che sono successe nell'anno precedente credo che annoiarsi un po' non sia così male" affermò convinta l'andoriana "Per il momento Bueller non ha combinato grossi guai e quindi posso rilassarmi un po' anch'io"

Rodriguez le lanciò un'occhiata divertita ma non fece commenti.



USS Hope - Laboratorio scientifico 1
26/01/2401, ore 22:16


"Guarda questa scansione." esclamò Tucci elettrizzato
=^=Cosa sto guardando?=^= chiese obbediente Hope focalizzando la sua attenzione sui dati che l'umano gli stava mostrando.
"Non ne ho idea! È quello il bello!" rispose lo scienziato sorridendo.

Per Tucci la presenza di Hope era stato un toccasana. Sembrava che il suo essere non organica aiutasse il giovane ad instaurare un dialogo.
Alcuni membri dello staff di Caytlin erano scettici sulla possibilità che questa collaborazione fra i due fosse un bene per Edison, ma la giovane risiana era convinta che la cosa poteva essere utile al collega.
Per giorni Caytlin aveva 'addestrato' Hope su come comportarsi, ma sembrava che l'entità che possedeva la nave fosse in grado di cavarsela da sola e, a dirla tutta, il suo comportarsi in maniera diversa con ogni membro dell'equipaggio era strabiliante.
Quando scoprirono che un alieno era dentro di loro, molti ne erano rimasti spaventati. Quando si erano liberati dell'invasore, molti avevano storto il naso a sapere che adesso quella ad essere posseduta era la loro nave... eppure adesso tutti avevano accettato l'entità come un qualsiasi altro membro dell'equipaggio e Hope dal canto suo aveva fatto di tutto per integrarsi... essere stata dentro di loro le aveva permesso di conoscerli ad un livello che nemmeno loro credevano possibile.

=^=Edison forse è il momento di smettere e andare a letto.=^= ribattè Hope cercando di non farsi influenzare dall'entusiamo dell'altro.
"Rilancio il tuo andare a dormire con una partita a scacchi tridimensionali in sala ologrammi."
=^=Possiamo giocare anche in camera tua.=^=
"Ma in sala ologrammi non c'è un proiettore che può riprodurre un corpo solido per te." disse quasi con noncuranza Edison
=^=L'hai terminato?!=^= Adesso era Hope che sembrava non stare più nella pelle o la versione equivalente per una forma di vita fatta di energia.
"Diciamo di si... ma ho avuto l'idea di non definire i tuoi parametri. Dovrai essere tu a scegliere: Uomo? Donna? Età? Razza?"
=^=Credo che sarà una lunga notte Edison...=^= la voce di Hope sembrava elettrizzata.
"Oh si! Rispose lui"



USS Hope - Sala ologrammi
26/01/2401, ore 22:20


Luna si muoveva con circospezione all'interno dell'edificio diroccato e replicato tanto fedelmente che si poteva sentire chiaramente l'odore di umidità e della sporcizia.
Ad occhio e croce si trovava in qualche zona di guerra sulla Terra in un epoca antecedente le guerre eugenetiche, vedeva pezzi di tecnologia che non conosceva e la stessa spazzatura aveva una cura nei dettagli da lasciare sbalorditi.
Ma non era per il realismo che si trovava lì e neppure per la sfida di una simulazione di guerra. Lei era lì per affrontare la sua nemesi.

Tenente JG Hitomi Tsukishiro, sezione sicurezza, prima classificata ai campionati di tiro dell'Accademia, esperta di sopravvivenza e tecniche di guerriglia. Erano pochi che potevano battere Luna in corpo a corpo e comunque la loro vittoria sarebbe stata conquistata a caro prezzo, ma nessuno riusciva ad arrivare minimamente alla pari con quella ragazza di origini giapponesi quando si trattava di scenari di combattimento.
Hitomi in quelle simulazioni sembrava un fantasma. Compariva e spariva senza lasciare traccia... ogni volta che pensava di averla intrappolata si trovava con un pugno di mosche. Ai tempi dell'Accademia era incappata in lei quasi per caso durante una simulazione di addestramento, se si tralasciava l'aspetto fisico mozzafiato non le aveva fatto molta impressione. Riservata e silenziosa aveva dato l'idea di essere una tipa un po' troppo noiosa ed invece si era dimostrata una vera sfida in tutti i sensi.
Come sempre aveva provato a portarsela a letto, come se fosse l'ennesima conquista, ma Hitomi aveva fin da subito dimostrato che se la voleva conquistare avrebbe dovuto sudare le proverbiali sette camice... se non addirittura otto.

Quella sera era in corso la sfida numero cinquecento... per l'esattezza cinquecento sconfitte per Luna. Il premio della sfida: una notte nella sua cabina.
Questa volta ce l'avrebbe fatta, dopo sette anni era sicura di vincere, aveva studiato il territorio e aveva persino chiesto consigli a Lon per creare una tattica vincente, questa volta Hitomi sarebbe capitolata. Aveva l'acquolina in bocca.

Luna era stata impegnata per un po' a piazzare trappole all'esterno dell'edificio, l'aveva scelto perché aveva solo due vie di accesso al piano terra, una nel retro adesso piena di esplosivi e una sul davanti che lei teneva sotto controllo con il phaser puntato. L'unica scala che portava ai piani superiori era stata manomessa, chiunque fosse sceso avrebbe provocato un lievissimo rumore, ma bastava quello per metterla in allarme.
Era tutto perfetto... tranne...

Hitomi sbucò dal nulla alle sue spalle, i capelli corvini legati in una stretta coda e un coltello tenuto nella mano destra. Scese dal soffitto a testa in giù appesa ad una fune come un ragno e appoggiò la lama alla gola della sfidante.
"Morta..." sussurrò all'orecchio di Luna.
"Grave errore ragazzina!" ringhiò la mezza klingon. Prima ancora che la giapponese potesse mettere veramente in pratica l'uccisione, Luna le aveva già afferrato il braccio facendola volare sopra di lei. Il tonfo del corpo di Hitomi non fu soddisfacente come avrebbe dovuto essere... la ragazza invece di cadere di schiena si era girata su sè stessa come un gatto per poi scattare verso il corridoio che dava sul retro. Come un segugio Luna si lanciò all'inseguimento con il sangue klingon e l'eccitazione che le ruggivano nelle orecchie.

Troppo tardi si rese conto di essere finita in mezzo alle sue stesse trappole. Hitomi aveva solo finto di andare sul retro, ma aveva invece sfruttato un buco nel soffitto per scomparire dal campo visivo dell'avversaria.
Intorno a Luna tutto esplose e lei si ritrovò a terra ansante per gli effetti delle collisioni con i campi di forza che simulavano i danni da esplosioni.
La giovane giapponese salì a cavalcioni sopra il corpo della mezza klingon tenendole ferme le braccia con le sue gambe e le puntò il phaser alla testa. "Morta..." ripetè di nuovo.

"Ok basta, hai vinto di nuovo. Direi che non potrò mai batterti e quindi è meglio farla finita qui!" ammetterlo era doloroso, ma doveva riconoscere la supremazia dell'avversaria in quel campo.
"Quindi hai perso ogni speranza? Non hai più intenzione di portarmi a letto?" chiese l'altra con tono sorpreso.
"C'ho provato e riprovato ma sei troppo tosta. Possiamo cambiare le modalità di sfida. Che ne dici di una corsa su gli hoverboard oppure un combattimento corpo a corpo?" chiese il timoniere della Hope speranzoso.
"Sei stata tu a sfidarmi e io ho potuto scegliere il tipo di sfida... ma dato che hai deciso di arrenderti definitivamente."

Il bacio di Hitomi fu pieno di passione e di promesse ancora più calde. Fu tanto intenso da lasciare Luna senza fiato e per una volta fu lei ad arrossire, cosa che di solito facevano le sue conquiste.
"No aspetta un attimo..." disse la mezza klingon con un po' di affanno "forse arrendermi definitivamente non è esattamente il termine giusto." aprì gli occhi per guardare il volto dell'altra ma Hitomi era già sparita nel nulla.

"Martedì prossimo stessa ora... magari se ci metti impegno posso darti ulteriori incentivi." disse la sua avversaria da qualche punto imprecisato. Poco dopo la sala ologrammi fu disattivata lasciando Luna con un pugno di mosche.

"Dei, quella ragazza mi farà impazzire..." borbottò Luna leccandosi le labbra dove Hitomi l'aveva baciata "Martedì la sconfiggerò di sicuro."



USS Hope - Cabina del Consigliere
26/01/2401, ore 22:25


"Rilassati James, siamo solo io e te. Sei stato tu a decidere di voler cambiare, hai già fatto un ottimo lavoro da solo ma..." la voce di Caytlin era suadente e tranquilla.
"Ma?" chiese lui interessato osservando con interesse una nuda paratia di duranio della stanza.
"Ma non devi fermarti qui... ti stai chiudendo al mondo. Ogni volta che una donna ti si avvicina, se prima sembravi spaventato, adesso sembri furioso."
"E questo è un male immagino..." borbottò lui sospirando
"Almeno quanto scappare... cavolo James non possiamo trovare una via di mezzo?"
"Hai ragione... ma tutto questo non spiega perché diavolo sei nuda!" una nota di panico si era stabilita nella voce di Doohan
"James, siamo amici, sono il tuo consigliere e per giunta sono risiana. A me la nudità non crea affatto imbarazzo." rispose Caytlin
"Ma qual'è lo scopo di questa nudità." chiese lui guardando il soffitto.
"Guardami James, non mordo. I tuoi sguardi non mi uccideranno e il mio corpo nudo non ucciderà te..."

James finalmente lanciò un'occhiata in direzione della collega e deglutì

"Non sono sicuro che non mi uccida sai? Sicuramente stanotte non riuscirò a dormire..." borbottò con un sospiro.
"Oh James, farò di te un gigolò di prima categoria!" disse lei abbracciandolo d'impulso

"No! Ferma! Che fai!? Spetta spetta!" ma la piccola risiana aveva molta più forza di quanto il povero James si aspettasse.




USS Hope - Bar di prora
26/01/2401, ore 22:30


=^=Emergenza medica, Dottoressa Graahn si tenga pronta ad un teletrasporto d'urgenza!=^= La voce del medico in servizio, resa tagliente dal panico, strappò Melanne dalla piacevole serata e dire che si preannunciava anche una nottata favolosa... Lon non era mai stato così romantico come questa volta.

Il Capo della Sicurezza non fece nemmeno in tempo a dire niente, la luce si portò via la sua compagna con il volto ancora congelato in una espressione sorpresa.
Non era mai successa una cosa simile. Melanne non era l'unico medico capace a bordo della Hope. Un brivido di paura lo spinse a lanciarsi verso l'uscita del bar in direzione dell'infermeria.
Mentre passava davanti al bancone del locale, vide Strauss rispondere ad una chiamata, la sua aurea di colpo ebbe un mutamento trasformandosi in un nero assoluto fatto di dolore e sconforto.

La preoccupazione di Lon aumentava ad ogni falcata mentre schivava i membri dell'equpaggio che trovava sulla sua strada. Giunto davanti all'infermeria, tre ponti sotto, era senza fiato.
La porta si aprì diligente al suo avvicinamento e dall'altra parte lo accolse il caos.
Un guardiamarina con gli abiti affumicati e il volto sporco se ne stava con sguardo inebetito su una delle poltroncine della sala d'attesa, mentre un infermiera cercava di togliergli la divisa e cercava di calmarlo.

"Cos'è successo?" l'infermiera si voltò verso di lui, anche la ragazza aveva gli occhi spiritati e sembrava respirare a stento.

Preso sempre più dall'urgenza si fece largo verso la sala operatoria dalla quale provenivano voci concitate e i suoni della strumentazione. La porta si aprì, nonostante lui non fosse autorizzato a varcarla, segno evidente che era stata chiusa in fretta e furia senza essere sigillata.

Ferris Bueller era sul letto diagnostico. Metà del suo corpo era ridotto ad una massa fumante carbonizzata e dal torace spuntava un frammento di metallo di trenta centimetri. Il giovane sputò sangue mentre i segnalatori acustici lanciavano trilli di allarme sempre più urgenti.
Nessuno cacciò Lon dalla sala operatoria, erano tutti troppo impegnati. Melanne non aveva nemmeno avuto tempo di cambiarsi data l'urgenza dell'intervento... uscì con il cuore che era sprofondato in qualche oscuro anfratto del suo essere.

"Cos'è successo?" chiese Basta tornando dall'infermiera e dal guardiamarina, ma il giovane fissava il vuoto e l'infermiera riuscì solo a scuotere la testa per dire che non ne sapeva niente.
"Guardiamarina De Soto! Le ordino di dirmi cos'è successo!" l'ordine glaciale di Xyr sembrò fare miracoli, il giovane scattò in piedi come una molla mettendosi sugli attenti.
"Mi... mi... dispiace, io ho fatto più in fretta che potevo, ma... oddio... stava bruciando tutto..." il ragazzo si guardò le mani piagate dal calore in modo orribile.
"Guardiamarina mi guardi, è stato bravo, ma adesso devo sapere cos'è successo." La voce di Xyr era più tranquilla e gentile.
"Ero sul ponte sette in compagnia di alcuni colleghi, stavamo ammirando la nebulosa dagli oblò paronamici centrali mentre ci raccontavamo le novità accadute durante la franchigia. Il Capitano..." ebbe un attimo di affanno ma parve stringere i denti "Il Capitano era al suo terzo giro, stava facendo jogging, io lo stavo guardando passare quando all'improvviso un condotto di plasma è esploso colpendolo in pieno. C'erano fiamme dappertutto... quando sono riuscito ad avvicinarmi sembrava non riuscire più a respirare... l'ho afferrato e ho chiesto un teletrasporto di emergenza." il guardiamarina cadde di nuovo seduto e si portò le mani al volto, la giovane infermiera vicino a lui fece altrettanto.

Sembra che tutti si fossero riuniti lì. Le ultime ad arrivare erano state Caytlin e Luna, mancavano solo Tucci e Doohan.

"Hope, dove si trova adesso Edison?" chiese la risiana premendo sul comunicatore.
=^=È con me in sala ologrammi... Caytlin non so come dirglielo...=^= era evidente che Hope sapeva già tutto.
"Vengo io, tu tienilo li dentro, non voglia che lo venga a sapere da un membro dell'equipaggio" terminò lei con il cuore stretto in una morsa.

"Dov'è James?" chiese Rodriguez
"È andato a verificare la situazione sul ponte sette, vai da lui e dagli una mano per favore." rispose Caytlin prima di uscire

Basta guardò il Capo Operazioni uscire e poi lanciò un'occhiata verso Xyr che sembrava distrutta.
"Rest..." Lon indicò Xyr al vulcaniano mentre lui si dirigeva verso Luna che pareva guardarsi attorno con sguardo confuso.



USS Hope - Infermeria
26/01/2401, ore 24:00


Doohan e Rodriguez rientrarono in infermeria con sguardo cupo. L'ingegnere teneva in mano un pezzo di tubo, probabilmente parte del condotto di plasma esploso.
"Novità?" chiese Paulo guardando in direzione della sala operatoria.
"Niente... voi cosa avete scoperto?" chiese Xyr
"È stato un incidente, uno stramaledetto incidente!" sibilò Doohan gettando a terra il pezzo di tubo.

Basta lo raccolse e osservò il materiale. Era chiaramente visibile un buco nell'oggetto. "Non è un po' troppo perfetto questo buco per essere un incidente? A me pare più il foro di un trapano laser."
"Magari, almeno avrei qualcuno da andare a cercare per sfogarmi... è stato provocato da un micro buco nero." rispose Doohan.
"Un cosa?" chiese Basta sorpreso
"Non esistono solo i buchi neri enormi, ci sono anche quelli microscopici, fino a 0,1 millimetri di grandezza. Di solito evaporano tramite un processo che viene chiamato radiazione di Hawking durante il quale vengono emesse particelle elementari come fotoni, elettroni, quark, gluoni, ecc. Tanto più piccolo è il buco nero e tanto più velocemente evapora... ma non è un processo istantaneo. Uno di questi buchi neri ha bucato la paratia esterna e un attimo prima di evaporare ha incrinato il tubo del condotto al plasma che non ha retto alla pressione."

"Mai sentita una cosa simile... Rest che possibilità ci sono che un evento del genere capiti?" chiese Rodriguez senza però volerlo sapere realmente.
"Non è possibile calcolarlo..." rispose il vulcaniano con voce fioca

La porta della sala operatoria si aprì e Melanne uscì. Tutti schizzarono in piedi... lei si appoggiò alla parete e piano piano scivolò a terra scossa dai singhiozzi.
Basta corse da lei mentre le ondate di dolore, sia sue che quelle degli altri suoi compagni, si abbattevano su di lui come frustate.

"Non ci sono riuscita Lon... Ferris è morto."

Luna alzò il volto al cielo e urlò tutto il suo dolore.