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USS HOPE - MISSIONE 16 RSS USS HOPE - Missione 16

16.06 "Le esche"

di Ferris Bueller, Pubblicato il 13-05-2021

***FLASCHBACK***
Antartide - Picco Coor
22/12/2400, ore 12:15


"Ma chi me l'ha fatto fare?" si disse ad alta voce Ferris battendo le mani guantate contro il torace per staccare i pezzi di ghiaccio che ne stavano irrigidendo la sintopelle "C'erano tanti altri posti da scalare, proprio qui dovevo finire?"

La stessa frase l'aveva detta anche dodici anni prima quando aveva scalato per la prima volta quel picco all'età di sedici anni con i suoi genitori poco prima di entrare in Accademia... e anche due anni dopo durante una delle licenze questa volta da solo e così via, ad ogni licenza Ferris aveva fatto un salto in quel posto. Alle volte scalando la parete, altre volte arrivandoci a bordo di una navetta, un paio di volte anche teletrasportandosi.
Quel luogo l'aveva sempre affascinato. La solitudine che si poteva trovare lì era assoluta. Non era come le altre montagne dove c'erano uccelli o insetti che facevano sentire la loro presenza, no, lì non c'era niente, solo silenzio e neve.

Ormai mancavano pochi minuti alla cima del picco, tre ore di scalata per poi vedere il bianco nulla dell'Antartide. Luna gli avrebbe dato del pazzo... nessuno dei suoi amici sarebbe andato con lui in un posto del genere.
"No... nessuno forse non è esatto. Xyr avrebbe immaginato di essere a casa." Attivò per un attimo il riscaldamento interno dei guanti per sciogliere un po' le articolazioni irrigidite e poi riprese la scalata.
*Anche se non credo che verrebbe con me a scalare una parete, lei è più da concerti di musica classica e sale di lettura* pensò continuando a salire.

Lei lo faceva impazzire con le sue fissazioni sulle regole, il che scatenava in lui la voglia di infrangerle e questo scatenava in lei la voglia di farlo fuori. Erano come un motore a moto perpetuo inarrestabile... era così divertente stare con lei che non vedeva l'ora di rivederla.

*Rivederla?* si ok, Xyr era una bellissima donna. Elegante e intelligente... ma era più cervello che cuore. Era sveglia, sempre lucida nei suoi propositi. Ammirava questo suo essere sempre due passi avanti agli altri... certo con lui funzionava male dato che era imprevedibile e questo la faceva impazzire e più lui la metteva in difficoltà più lei si incaponiva a seguirlo per fermarlo alla prossima occasione... era uno spasso.

Ferris applicò un nuovo chiodo da arrampicata e legò la corda di sicurezza mentre un sorriso birichino sbocciava nei suoi occhi coperti da occhiali anti riflesso e dalla muta da montagna.

Si, doveva ammetterlo, era sempre felice di vederla... non certo come era felice di vedere qualcuna delle sue frequentazioni sulla nave, era un altro genere di felicità... era rispetto. Ok era felice anche di vederla in divisa, le ultime versioni erano particolarmente attillate.

Il capitano della Hope afferrò la piccozza per il ghiaccio che gli pendeva dalla cintura e la affondò sull'ultimo tratto della salita per potersi tirare su in tutta tranquillità. Con uno sforzo non indifferente si alzò in piedi e si trovò davanti un uomo coperto totalmente da una muta bianca che lo rendeva invisibile sullo sfondo innevato.

"Ma cosa?!" esclamò il giovane stupito

"Signor Bueller..." disse l'uomo sparandogli a bruciapelo con una pistola a dardi "...faccia buon viaggio!" terminò spingendolo poi con forza all'indietro oltre il bordo della cengia.

La forza della spinta era molta, ma Ferris non era solo un ufficiale della Flotta Stellare, era anche un atleta di sport estremi. Il suo battito cardiaco accellerò e l'adrenalina gli entrò subito in circolo, ma la sua mente rimase lucida. Mentre l'arco della spinta si stava esaurendo le sue mani già avevano afferrato la corda di sicurezza. Probabilmente uno o due chiodi non avrebbero retto il peso del suo corpo, ma ce n'erano molti altri lì sotto. Si preparò all'impatto contro la parete rocciosa. Ma al posto dell'impatto giunse la luce del teletrasporto.



Sausalito - California
06/02/2401, ore 19:22


Caytlin aveva appena abbandonato il gruppo di amici, vecchie conoscenze del suo soggiorno all'Accademia. Loro non erano cadetti, ma solo persone che aveva avvicinato nei suoi lunghi anni di studio. Non con tutti aveva avuto rapporti intimi, ma con tutti aveva condiviso delle splendide serate a parlare o ballare nei locali della baia.
Aveva tenuto un comportamento tranquillo, come se volesse scacciare la malinconia per la morte del suo Capitano. Molti dei suoi conoscenti avevano saputo del decesso avvenuto sulla Hope e sebbene cercassero di non tediarla con inutili domande, tutti si erano preoccupati di sapere come si sentisse.

Con alcuni Caytlin aveva mostrato tristezza e dolore, con altri un sentimento di risolutezza per dimostrare di essere capace di andare avanti. Il suo comportamento non era dettato da con chi stava parlando in quel momento, ma dalla situazione e dal posto in cui si trovava. Più era esposta a possibili sguardi indiscreti più si mostrava debole sperando che quella sua debolezza la rendesse una possibile vittima.
Nel viaggio sul traghetto per raggiungere Sausalito era rimasta in disparte, come se fosse in preda ai pensieri e ai ricordi, poi si era avventurata lungo la spiaggia, camminando da sola mentre le poche persone che erano come lei a passeggiare lungomare si stavano già avviando verso casa.

La sua meta era il "Le Garage", un piccolo bistrò con un menù di piatti francesi proprio di fronte al mare. Aveva un appuntamento con Douglas Booth, non si erano nemmeno mai parlati, ma le era stato caldamente consigliato dall'Ammiraglio Bates come compagno per la sua trappola.
Certo, in un posto così isolato e lontano dagli sguardi, non poteva portarsi un amico, sarebbe stato molto pericoloso per loro. E nemmeno poteva andarci da sola, sarebbe sembrato molto strano. Ne aveva parlato con il Capitano Strauss e lui aveva contattato la Bates. Risultato un appuntamento al buio con una persona che doveva fungere come lei da esca... solo che a lei potevano rapirla, a lui sarebbe andata peggio.

Il giovane che la risiana si trovò davanti era la personificazione dell'inoffensività. Pareva gracile e più giovane di quanto si aspettasse.
Quando lei si avvicinò, lui si alzò in piedi imbarazzato. Sembrava portare vestiti di una taglia più grande della sua... un verginello al suo primo appuntamento.

"Caytlin che piacere rivederti, ti faccio le condoglianze per la vostra tragedia." Disse lui con voce flebile avvicinandosi per un fugace bacio.
"Ti ringrazio Douglas, sono felice di vederti, avevo proprio bisogno di un amico." Rispose lei sorridendo. Non capiva perché le avessero affiancato una persona così, certo sembrava una persona mite e pacifica ed era perfetto, ma poteva essere molto pericoloso per lui starle a fianco in quel momento.
Quando sollevò lo sguardo per guardarlo bene rimase congelata. Gli occhi di quel giovane erano due pozze di ghiaccio, gli occhi di un uomo addestrato ad uccidere. Lui si accorse che lei lo guardava e i suoi occhi cambiarono per esprimere calore e affetto, ma non c'era un vero sentimento dietro quello sguardo.

"Spero non ti dispiaccia se ho ordinato anche per te, volevo farti assaggiare un paio di piatti che ho scoperto mentre tu scorrazzavi per l'universo!" il giovane sorrise e lei si sentì più tranquilla, se anche qualcuno avesse provato a catturarla quell'uomo era sicuramente in grado di sopravvivere all'assalto.



USS Hope - Plancia
06/02/2401, ore 23:41


"Niente?" chiese Basta entrando in plancia.
"Il segnale è sempre stabile sulla posizione segnalata nell'ultima comunicazione con il Tenente. Come va con il mezzo per la gara del Tenente Jones?"
"È quasi pronto. Doohan pare si stia divertendo un mondo... Luna ha dovuto fermarlo altrimenti avrebbe fatto andare quella moto a curvatura."

Rest non fece commenti segno evidente che aveva capito la battuta. Qualche anno prima avrebbe espresso il dubbio che una semplice moto potesse compiere un balzo subspaziale senza disintegrarsi nel tentativo e uccidendo il pilota.
Basta pensò che il nuovo Rest era molto piacevole e grazie al fatto che teneva sotto controllo le emozioni, stare accanto a lui era rilassante.

"Domani il nostro capo ingegnere partirà con il Tenente alla volta di In Salah partenza della prima tappa della corsa. Sarà lui a seguirla per tutti e cinque i giorni, così sembrerà ancora più credibile." riprese il vulcaniano "So che volevi andarci tu per maggior sicurezza, ma credo che il tenente Doohan sia la scelta migliore."

"Si lo so e comunque è Luna, se ci sono dei guai nei quali ficcarsi non basterebbe nemmeno la mia presenza per farla stare totalmente al sicuro... ormai c'ho rinunciato. Però le ragazze l'hanno presa da parte e Melanne le ha fatto una ramanzina. Spero che basti a trattenerla un po'."

I due rimasero in silenzio a guardare la mappa di Sausalito sul monitor principale e ad osservare la luce intermittente che spiaccava sul reticolo di strade.



***FLASCHBACK***
Mullaghmesha - Contea di Cork
22/12/2400, ore 12:35


Ferris fu rimaterializzato ad un metro dal suolo e si scontrò con il duro pavimento in cemento con goffo e sonoro grugnito. Rimase stordito per qualche secondo cercando di capire cosa stava vedendo.
Era una cella rettangolare di due metri per tre, non c'erano finestre ma la porta di sbarre d'acciaio dava su un altra piccola stanza con il muro in parte diroccato dal quale si intravedeva un territorio brullo e collinare.
Al giovane parve del tutto e per tutto un luogo di fortuna, a parte le sbarre nuove di zecca, il resto sembra vecchio e fatiscente.

Come prima cosa provò la consistenza delle sbarre, che non si mossero minimamente, poi saggiò il muro cercando crepe o debolezze che poteva sfruttare, ma niente da fare anche in quel caso. Si era tolto la muta perché la temperatura era salita di parecchio anche se non così tanto, questo gli fece capire di essere comunque in un paese freddo, ma doveva aspettare la notte per capire dove grazie alle stelle.
Prese uno specchio dallo zaino e lo uso per controllare l'esterno della cella, vide che il muro aveva un grosso buco. Non capiva perché avessero preparato una cella sperduta nel nulla, c'erano tanti luoghi che potevano essere usati senza il rischio di trovarsi tra i piedi un escursionista un po' curioso.
La cella non aveva una serratura e non c'era nessuna porta da aprire, cosa inutile dato che lo avevano teletrasportato all'interno... e cosa ancora più inquitante non c'era nessuno ad attenderlo.



USS Hope - Sala teletrasporto 1
07/02/2401, ore 02:42


Ad attendere Caytlin davanti alla pedana del teletrasporto c'erano Melanne, Basta e due uomini della sicurezza. Per un momento la giovane risiana rimase stupita ma poi si rese conto che era logico fare un controllo e verificare che lei fosse effettivamente lei. Portò le mani ai capelli e si girò per mostrare alla dottoressa la nuca, al contempo lei la scansionò. I dati rivelavano che era la vera Caytlin.
"È stato un po' inutile visto che ti abbiamo tenuta d'occhio di continuo dalla plancia, ma Rest ha pensato che fosse più sicuro." parve scusarsi Lon mandando via la sicurezza con un cenno del capo.
"Tranquillo, ero solo sorpresa, tutto qui."
"Non è successo niente?" chiese la giovane trill
"Bella giornata tutto sommato, ma niente da segnalare. Nessuno ha tentato di avvicinarmi... o sono molto prudenti o non sono un bersaglio appetibile per loro." i tre colleghi si avviarono lungo i corridoi per accompagnare il consigliere al suo alloggio. "Domani comunque io e Melanne andremo di nuovo in giro, inutile sprecare il segnalatore visto che funzionerà ancora per 110 ore."

"Rimarremo sempre in zone trafficate ma verso l'ora di pranzo ci recheremo al cimitero alla tomba di Ferris. Quel luogo è abbastanza isolato potrebbe essere un ottimo posto per attaccare. Prima di arrivarci mi ignetterò anch'io il tracciatore così il giorno dopo darò il cambio a Caytlin" terminò Melanne stringendo il braccio dell'amica "Adesso vai a riposare, è stata una lunga giornata per tutti."

Caytlin entrò senza dire altro, Melanne e Lon si guardarono. Erano stanchi entrambi e l'indomani sarebbe stata un'altra lunga giornata.

"Qualcosa da ridire sul piano?" chiese la dottoressa mentre tornavano verso i propri alloggi
"Non faccio mai due volte lo stesso errore." rispose serafico Lon "Però stai attenta..."
"Nemmeno io faccio due... tre volte lo stesso errore. O erano quattro?" rispose lei sorridendo e sbattendo la spalla contro la sua.



Contea di Cork - Abitazione dell'Ammiraglio Mallory
07/02/2401, ore 09:25


"Qualche cambiamento?" chiese l'ammiraglio avvicinandosi alla postazione di sorveglianza.
"Sta ancora guardando quel video. Credo che sia ormai sprofondato nella disperazione." rispose l'uomo seduto.
"Non abbastanza..." entrambi si voltarono verso il nuovo arrivato
"Signor Moriarty, quanto dobbiamo aspettare ancora? È già passato più di un mese!" l'Ammiraglio sembrava insofferente.
"Lei qui ha il comando, ma la gestione del signor Bueller è compito mio non suo." rispose in maniera formale l'uomo che aveva consegnato il video del funerale al giovane. "Ognuno di noi ha i suoi ordini, e ognuno ha i suoi scopi... avete individuato la prossima vittima?"
"Abbiamo tre possibili candidati. Il primo è Paulo Rodriguez... è un individuo molto particolare, ha grossi intrallazzi con la criminalità. Se ne sta rintanato sulla nave, ma basterebbe poco per attirarlo allo scoperto." un vulcaniano si sentì chiamare in causa e rispose senza chiedere il permesso "Ma ci sono solo il 35% di possibilità di catturarlo e scambiarlo con il clone, la sua paranoia lo rende molto sfuggente."

L'ammiraglio Mallory gli fece segno di continuare.

"La seconda è il tenente Catalunya Jones della Casata di Klaa. Sta per partecipare ad una corsa intorno a Sol III, sembra che il Capitano Bueller le vietasse di partecipare a queste corse, ma ora che lui non c'è più si è subito iscritta... non comprendo a pieno questa azione." terminò il vulcaniano sollevando un sopracciglio.

"Quella ragazza è sempre stata una testa calda, sicuramente sarà una qualche azione di rivalsa nei confronti del suo vecchio capitano." Mallory scosse la testa disgustato.

"Questo porta la possibilità di rapirla senza lasciare tracce al 66%. La corsa rende possibile la cosa in alcuni luoghi in cui passerà, però c'è da tener di conto della scorta aerea che la segue. Infine per ultima la risiana, avevamo calcolato che non sarebbe rimasta sulla nave visti i suoi appetiti raziali ed infatti solo ieri ha visto molti ex compagni. Da come si è comportata c'è l'87% di possibilità che non si siano accorti dello scambio del tenente Bueller con un clone e credo che oggi tornerà in franchigia sulla terra. Una squadra è pronta nel caso decidessimo di colpire." terminato il suo rapporto il vulcaniano tornò a sedersi e a disinteressarsi dei presenti.

"Quindi diamo la caccia alla rossa." affermò Mallory
"No... noi colpiremo qui invece." disse Moriarty indicando il monitor su cui erano posizionale le immagini dei bersagli.
L'ammiraglio lo guardò sorpreso.



In Salah - Antica Algeria
07/02/2401, ore 09:30


"Hai finito?" chiese Luna per la decima volta in venti minuti.
"Di cosa ti lamenti? Mi hai detto tu di farlo!" borbottò Doohan mentre la sonda laser scalfiva il metallo della moto.
"Si ma non pensavo che ci volesse così tanto."
"Scusa tanto se non sono molto bravo a decorare un moto con solo una sonda laser. Fatto, dai un'occhiata."

Sul serbatoio della moto a levitazione magnetica adesso campeggiava la scritta Ferris da entrambe le parti.

"Niente male davvero, potresti avere un futuro nel tuning." Luna accarezzò la scritta come se volesse celebrare un amico perduto, o almeno era quello che avrebbe dovuto sembrare ad un'eventuale sorveglianza.
"Bene se abbiamo finito io vado alla navetta a prendere una boccata d'aria fresca... non sembra affatto che ci siano 33° qui fuori, sembrano almeno 133." grugnì James
"Sei solo un ragazzo spaziale abituato alla temperatura perfetta di una nave stellare." ribattè la mezza klingon
"E ci vorrei anche tornare invece di scorrazzare con te per una settimana."
"Ma dai che ti sei divertito a preparare il motore e qui non hai nemmeno avuto a che fare con delle donne... a parte me ovviamente."
"Tu basti e avanzi grazie!" sbuffò lui strappando un sorriso alla giovane.

In effetti si era divertito, non poteva negarlo e stare da solo per una settimana sulla navetta non era poi così tremendo. Per una settimana poteva stare lontano dalle pericolose trappole fisiche e psicologiche della rossa risiana. Ma James doveva ammettere che anche con lei si stava divertendo e stava scoprendo cose di sé che non credeva possibili. Finalmente stava reagendo e anche se continuava ad arrossire come un verginello ogni volta che lei si avvicinava, per lo meno cercava di rispondere a tono.

Era così immerso nei suoi pensieri che non si accorse dei tre uomini vestiti da Tuareg che si avvicinavano. Uno dei due si avvicinò abbastanza da toccargli una spalla, lasciando su di lui un congegno di segnalazione e strappargli di dosso il combadge.
"Che diavolo?!" esclamò sorpreso James voltandosi di scatto ma la luce del teletrasporto lo avvolse.

=^=James?=^= lo chiamò Luna al comunicatore.

Uno degli uomini incappucciati raccolse il combadge dalle mani del suo compagno e si tolse il tagelmust dal volto rivelando un volto identico a quello di James Doohan. "Tutto bene, il portello della navetta era bollente."

=^=Preparati, fra dieci minuti si parte. Luna chiudo.=^=

I due uomini guardarono il clone che fece loro segno che tutto andava bene e dopo poco l'essere salì sulla navetta federale.



Mullaghmesha - Contea di Cork
07/02/2401, ore 09:40


La luce del teletrasporto si spense lasciando un frastornato ingegnere ad ammirare le sbarre di una cella.

"Ben arrivato nella mia umile dimora!" esclamò una voce conosciuta. James si voltò di colpo e si trovò davanti un Ferris Bueller alquanto malconcio e sporco.
"Non è possibile, tu sei morto!" esclamò James indietreggiando.
"Spiacente di deluderti, ma la notizia della mia morte è grossolanamente esagerata." rispose Ferris rimanendo seduto sulla branda cupo. La genuina sorpresa dell'ingegnere della Hope l'aveva colpito... se era così sorpreso di vederlo forse voleva dire che sul serio i suoi amici lo credevano morto.



USS Hope - Plancia
07/02/2401, ore 09:40


"Come hai fatto a capire che avrebbero attaccato proprio Doohan?" chiese Basta osservando sulla mappa il puntino luminoso che rappresentava l'umano sparire da In Salah, luogo di partenza della gara e ricomparire in un batter d'occhio nell'estremo sud ovest dell'Irlanda.
"Lui era quello più esposto in realtà. Il consigliere era quasi sempre con qualcuno e il Tenente Jones è in mezzo ad altri corridori su una moto che viaggia a 300 chilometri orari. Anche se avessero attaccato una di loro, il clone avrebbe dovuto risalire sulla Hope al termine della giornata o riuscire a gestire un mezzo da alta velocità. In entrambi i casi il rischio di essere scoperti era del 82%. Il Tenente Doohan invece avrebbe dovuto rimanere sulla navetta per una settimana in completa solitudine, il che avrebbe permesso al clone di abituarsi al suo ruolo." spiegò Rest che sembrava estremamente compiaciuto della sua logica.
"Sei incredibile... te l'ho mai detto?" chiese Basta
"In effetti no, questa è la prima volta." rispose il vulcaniano
"Avvertirò Luna dello scambio sul canale protetto e preparo i miei uomini per l'estrazione." Avvertì il capo della sicurezza.
"Fai con calma, prima di intervenire dobbiamo scoprire chi c'è dietro tutto questo." rispose Rest
"Paulo ci sta lavorando, speriamo solo che James sappia recitare abbastanza da far credere anche a Ferris che non sapeva che fosse ancora vivo. Se chi li sorveglia scopre che sappiamo tutto dovremmo intervenire immediatamente."